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Andrea Bianchi Alessandra Claudia Ferrari Antonia Razza

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Academic year: 2021

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Andrea Bianchi

Alessandra Claudia Ferrari

Antonia Razza

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Abstract

L’Ovest Milanese è un territorio caratterizzato dalla presenza di un intensivo tessuto agricolo,

L’Ovest Milanese è un territorio caratterizzato dalla presenza di un intensivo tessuto agricolo, contraddistinto dalla presenza di numerose cascine produttive contraddistinto dalla presenza di numerose cascine produttive attive o dismesse. Esso presenta anche una marcata divisione attive o dismesse. Esso presenta anche una marcata divisione esistente tra i presidi agricoli e il tessuto urbano, immediatamente esistente tra i presidi agricoli e il tessuto urbano, immediatamente limitrofo, seppur quest’ultimo, nella sua costante espansione, limitrofo, seppur quest’ultimo, nella sua costante espansione, sembra eserciti una pressione fortemente invasiva. sembra eserciti una pressione fortemente invasiva. Il progetto di tesi si pone l’obiettivo di accorciare le distanze Il progetto di tesi si pone l’obiettivo di accorciare le distanze tra queste due realtà e allo stesso tempo, in relazione alle tra queste due realtà e allo stesso tempo, in relazione alle caratteristiche suddette di tale territorio, facilitare e rendere caratteristiche suddette di tale territorio, facilitare e rendere più immediato l’accesso al cibo, anche per far fronte ad una più immediato l’accesso al cibo, anche per far fronte ad una situazione di povertà alimentare che pervade molti quartieri situazione di povertà alimentare che pervade molti quartieri di questa parte di città. L’analisi effettuata delle criticità e di questa parte di città. L’analisi effettuata delle criticità e delle potenzialità di questo territorio e degli attori che lo delle potenzialità di questo territorio e degli attori che lo compongono ha dato luogo alla definizione di una proposta compongono ha dato luogo alla definizione di una proposta coordinata su tre differenti scale di progetto: una territoriale, coordinata su tre differenti scale di progetto: una territoriale, una urbana ed una di dettaglio, focalizzata su una pre-esistenza una urbana ed una di dettaglio, focalizzata su una pre-esistenza oggi dismessa: l'ex mercato comunale del quartiere QT8. oggi dismessa: l'ex mercato comunale del quartiere QT8. Principio ispiratore del progetto è determinare una maggior Principio ispiratore del progetto è determinare una maggior connessione e continuità tra la natura agricola e quella connessione e continuità tra la natura agricola e quella urbana del contesto, attivando alcuni interventi mirati. Si urbana del contesto, attivando alcuni interventi mirati. Si definisce, così, una sorta di triangolazione virtuosa tra definisce, così, una sorta di triangolazione virtuosa tra tre grandi aree, attualmente inutilizzate o sotto-utilizzate, tre grandi aree, attualmente inutilizzate o sotto-utilizzate, avviandone un processo coerente di riattivazione e avviandone un processo coerente di riattivazione e potenziamento. Le aree coinvolte sono: la Cascina Melghera, potenziamento. Le aree coinvolte sono: la Cascina Melghera,

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che si sviluppa come un “Agri-Hostel”, l’Ex Deposito ATM, come che si sviluppa come un “Agri-Hostel”, l’Ex Deposito ATM, come un “Agri-SocialHub” e il Mercato del QT8, “Agri-District; essi un “Agri-SocialHub” e il Mercato del QT8, “Agri-District; essi costituiscono i nuovi poli attrattori di un circuito produttivo, costituiscono i nuovi poli attrattori di un circuito produttivo, distributivo e socio-assistenziale, denominato “Agri-System”. distributivo e socio-assistenziale, denominato “Agri-System”. Il progetto pilota, testa del sistema, è rappresentato dal Il progetto pilota, testa del sistema, è rappresentato dal Mercato del QT8, dismesso ormai da circa dieci anni, luogo Mercato del QT8, dismesso ormai da circa dieci anni, luogo emblematico di socialità e attrattore del quartiere, già in emblematico di socialità e attrattore del quartiere, già in precedenza destinato ad ospitare una funzione legata al precedenza destinato ad ospitare una funzione legata al cibo. La declinazione del progetto proposto si lega anche cibo. La declinazione del progetto proposto si lega anche alla “Milano Food Policy”, una politica nata nel post Expo alla “Milano Food Policy”, una politica nata nel post Expo 2015, che promuove uno strumento di supporto per rendere 2015, che promuove uno strumento di supporto per rendere più sostenibile il sistema alimentare milanese. L’Agri più sostenibile il sistema alimentare milanese. L’Agri District viene declinato, nella tesi, come il mercato delle District viene declinato, nella tesi, come il mercato delle eccedenze dove si affronta la tematica sociale della lotta eccedenze dove si affronta la tematica sociale della lotta contro gli sprechi alimentari. Il sistema è strutturato come contro gli sprechi alimentari. Il sistema è strutturato come macchina organizzata in maniera stratificata facendo sì che, macchina organizzata in maniera stratificata facendo sì che, quotidianamente, il mercato riceva, dai presidi del territorio, quotidianamente, il mercato riceva, dai presidi del territorio, prodotti in scadenza o in giacenza che verranno o rivenduti, prodotti in scadenza o in giacenza che verranno o rivenduti, o in parte trasformati all’interno del refettorio, il nuovo edificio o in parte trasformati all’interno del refettorio, il nuovo edificio di testa del quartiere. Nuovi orti urbani e didattici, inseriti di testa del quartiere. Nuovi orti urbani e didattici, inseriti nel parco Monte Stella, riattivano e restituiscono nuovi spazi nel parco Monte Stella, riattivano e restituiscono nuovi spazi per la socialità, attrattori anche per tutta la città di Milano. per la socialità, attrattori anche per tutta la città di Milano.

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Abstract

The Western Area of Milano is characterized by the presence of an intensive agricultural

The Western Area of Milano is characterized by the presence of an intensive agricultural structure, as well as numerous active or abandoned structure, as well as numerous active or abandoned production farms. It also presents a marked separation production farms. It also presents a marked separation between the agricultural garrisons and the adjacent urban between the agricultural garrisons and the adjacent urban structure, although the latter seems to exert a strongly invasive structure, although the latter seems to exert a strongly invasive pressure caused by its constant expansion. The thesis project pressure caused by its constant expansion. The thesis project aims to close the gap between these two realities and, at the aims to close the gap between these two realities and, at the same time, in relation to the aforementioned features of this same time, in relation to the aforementioned features of this territory, to facilitate the access to food, also to cope with a territory, to facilitate the access to food, also to cope with a situation of food poverty that pervades many neighborhoods situation of food poverty that pervades many neighborhoods in this part of the city. The analysis of this territory‘s criticalities in this part of the city. The analysis of this territory‘s criticalities and potentials and of the actors involved has resulted in the and potentials and of the actors involved has resulted in the definition of a coordinated proposal on three different project definition of a coordinated proposal on three different project scales: the territorial one, the urban one and the detailed one, scales: the territorial one, the urban one and the detailed one, focused on a currently abandoned pre-existence: the former focused on a currently abandoned pre-existence: the former municipal market of the QT8 district. The guiding principle municipal market of the QT8 district. The guiding principle of the proposal is to determine a stronger connection and of the proposal is to determine a stronger connection and continuity between the agricultural and urban nature of continuity between the agricultural and urban nature of the territory, activating some targeted interventions. This the territory, activating some targeted interventions. This defines a sort of virtuous triangulation between three large defines a sort of virtuous triangulation between three large areas, currently unused or underutilized, starting a coherent areas, currently unused or underutilized, starting a coherent process of reactivation and enhancement. The involved areas process of reactivation and enhancement. The involved areas are: Cascina Melghera, which develops as an "Agri-Hostel", the are: Cascina Melghera, which develops as an "Agri-Hostel", the former ATM depot, as an "Agri-SocialHub" and the QT8 Market, former ATM depot, as an "Agri-SocialHub" and the QT8 Market,

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as an "Agri-District”; they become the new attracting poles as an "Agri-District”; they become the new attracting poles for the production, distribution and social assistance circuit, for the production, distribution and social assistance circuit, called "Agri-System". The pilot project, the head of the system, called "Agri-System". The pilot project, the head of the system, is represented by the QT8 Market, which has been abandoned is represented by the QT8 Market, which has been abandoned for about ten years, an emblematic place for socializing and for about ten years, an emblematic place for socializing and an attractor for the neighborhood, previously intended to host an attractor for the neighborhood, previously intended to host a food-related function. The declination of the proposal is also a food-related function. The declination of the proposal is also linked to the "Milano Food Policy", born after the Expo 2015, linked to the "Milano Food Policy", born after the Expo 2015, which promotes a support tool to make the Milanese food which promotes a support tool to make the Milanese food system more sustainable. The Agri District is declined as the system more sustainable. The Agri District is declined as the surplus market where the social issue of the fight against food surplus market where the social issue of the fight against food waste is addressed. The system is structured as a machine waste is addressed. The system is structured as a machine organized in various layers, ensuring that local branches organized in various layers, ensuring that local branches would provide the market with expiring or in-stock products would provide the market with expiring or in-stock products which will either be resold or partially transformed inside which will either be resold or partially transformed inside the refectory, the new head building of the neighborhood. the refectory, the new head building of the neighborhood. New urban and educational vegetable gardens, designed in New urban and educational vegetable gardens, designed in the Monte Stella park, reactivate and give new socialization the Monte Stella park, reactivate and give new socialization spaces for the neighborhood and the whole city of Milano. spaces for the neighborhood and the whole city of Milano.

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1.1 Una città agricola p.12

2.1 Le cascine dell'ovest p.60

3.1 La percezione del settore ovest p.109

1.2 L’urbano invade l’agricolo p.26

2.2 La didattica attraverso le scuole p.87

3.2 Le criticità del territorio p.121

1.3 Il settore ovest oggi p.41

2.3 I comitati di quartiere di un territorio fragile p.98

3.3 Il masterplan p.125

3.4 Agri-system p.141

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p.274

4.1 L’VIII Triennale di Milano p.152

5.1 Il Mercato del QT8 p.178

6.1 Concept e assetto planivolumetrico p.234

4.2 Il quartiere sperimentale dell’VIII Triennale p.160

5.2 Il mercato comunale nella storia p.189

6.2 Gli edifici del nuovo fronte p.241

5.3 Casi studio di mercati contemporanei p.198

5.4 Il mercato delle eccedenze p.212

5.5 Food for soul: casi studio p.223

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Una città agricola

Il contesto milanese

L’immagine di una Milano industrializzata è, secondo differenti fonti storiche, piuttosto recente. Uno sguardo alla cartografia dell’Istituto Geografico Militare1 1

(IGM) di inizio Novecento (fig. 1), mostra l’ampia estensione del territorio destinato all’uso agricolo, fino ai confini della città urbana. Una divisione tra urbano e rurale che è venuta a mancare nel corso degli anni. Spazi agricoli e presidi storici legati a quell’attività, hanno caratterizzato il territorio milanese fin dal Medioevo e risultano essere ancora oggi spazi consistenti, pur essendo in molti casi inframmezzati al tessuto propriamente urbano, specialmente nelle aree più prossime al più compatto ambito della città. Una premessa in cui si fa riferimento all’intera area metropolitana e non ai soli confini amministrativi del capoluogo. “La Città metropolitana di Milano

comprende 134 comuni su un’area di 1.575 km2 e conta circa 3,2 milioni di abitanti, più del 30% dell’intera popolazione regionale. La superficie destinata all’agricoltura (Sau22) ha un’estensione di

66.461 ha. Se si dà uno sguardo alla Produzione Lorda Vendibile (Plv33), per capire i settori di maggior peso nell’agricoltura Milanese,

si constata che la produzione animale incide per quasi il 60% del totale (2013). La produzione di latte è pari al 37,7%, quella di carne al 19,2% (con una prevalenza di carne bovina pari al 9,1%), le altre produzioni animali rappresentano il 2,9% della Plv. La produzione vegetale è pari, invece, al 40,1 % del totale con una chiara prevalenza di quella cerealicola (20,9%): in

1

1 L’Istituto Geografico Militare è un istituto che svolge le funzioni di ente cartografico dello Stato italiano, ai sensi della legge n. 68 del 2 febbraio 1960

2

2 Insieme dei terreni investiti a seminativi, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie

effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole. È esclusa la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici. 3

3 La produzione lorda vendibile (Plv) è il ricavo della produzione al lordo degli autoconsumi e al netto de reimpieghi. Nella Plv viene conteggiato anche

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La consapevolezza del valore agricolo, non solo in senso produttivo, è cresciuta nel tempo. È negli anni ’60 che si istituiscono le prime aree protette da sottrarre a nuove edificazioni. Un esempio è il PRG di Milano del 1953 che destina a verde pubblico l’area agricola che poi diverrà, nel 1967, parco Forlanini: interessi ambientali che negli anni, precisamente nel 1990, porteranno la Regione Lombardia ad approvare la legge regionale n. 2455 che

diede vita al Parco Agricolo Sud Milano66 (fig. 2), grazie ad

un comitato di proposta costituito dai Comuni interessati. Il PASM (Parco Agricolo Sud Milano) è un’istituzione di tutela che riconosce le attività agro-silvo-culturali come elemento fondamentale per lo sviluppo dei luoghi agricoli, puntando ad un miglioramento della qualità di vita dell’area metropolitana. La legge regionale 12/05 identifica “ambiti destinati all’attività

agricola di interesse strategico” sotto molteplici punti di

vista: economico-produttivo, ambientale e naturalistico, della forma del territorio e del paesaggio. Si assiste così oggi al nascere di un sempre maggior numero di iniziative (ad opera di istituzioni, cittadini o agricoltori), che testimoniano il valore identitario insito nell’attività agricola

particolare al mais sono destinati 18.380 ha, al riso 12.117 ha. Importante è anche la produzione di foraggere avvicendate (13.778 ha) e permanenti (7.780 ha) di servizio all’allevamento. Le aziende agricole attive in Provincia di Milano all’ottobre 2010 risultano essere circa 2.370 (Istat, 2010).”44

Consapevolezza del valore agricolo

44fonte: www.agriregionieuropa.univpm.it

5

5 Legge Regionale 23 aprile 1990, n. 24. “Istituzione del parco regionale di cintura metropolitana Parco Agricolo Sud Milano”. (B.U. 27 aprile 1990, n. 17, 1° suppl. ord.)

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6 Il parco agricolo Sud Milano è un'area naturale protetta della Lombardia che comprende un'estesa area ad arco di cerchio tra Milano e i confini sud, est e ovest

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FIG 1

Fig. 1 (in alto) -

Fig. 1 (in alto) - Cartografia dell’Istituto Geografico Militare in cui si vede l'estensione del tessuto agricolo

Fig. 2 (in basso) -

Fig. 2 (in basso) - Estensione attuale del Parco

Agricolo Sud Milano (PASM) con qualche dato riguardo agricoltura allevamento e agricoltura

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e nel paesaggio che la genera. Queste iniziative trovano supporto in differenti politiche elaborate a più scale territoriali. Le politiche territoriali a scala regionale utilizzano due principali strumenti di riferimento: il Piano Territoriale Regionale (PTR)77 e il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 (PSR)88.

Il primo stabilisce le strategie di pianificazione e programmazione di scala regionale, con l’obiettivo di “Tutelare

le aree agricole come elemento caratteristico della pianura e come presidio del paesaggio lombardo”99. Riferendosi

all’agricoltura periurbana il PTR sottolinea una principale necessità: “Incentivare la multifunzionalità degli ambiti agricoli,

per ridurre il processo di abbandono dei suoli attraverso la creazione di possibilità di impiego in nuovi settori, mantenere la pluralità̀ delle produzioni rurali, sostenere il recupero delle aree di frangia urbana. Conservare gli spazi agricoli periurbani come ambiti di mediazione fra città e campagna e per corredare l’ambiente urbano di un paesaggio gradevole”1010.

Anche il PSR 2014-2020, oltre ad essere strumento di supporto finanziario degli imprenditori agricoli, esprime alcune finalità connesse all’agricoltura urbana, come ammodernamento, multifunzionalità e miglioramento delle redditività delle aziende agricole. Supporta una migliore integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare, introducendo specifiche forme di sostegno all’aggregazione di imprese agricole e altri soggetti per progetti finalizzati

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7 Il Piano Territoriale Regionale (PTR) è l’elemento fondamentale, individuato dalla Legge per il governo del territorio, di indirizzo della programmazione di settore

per Regione Lombardia e di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale di Comuni e Province. 8

8 Il Programma di sviluppo rurale (PSR) procede da una raccolta di dati statistici in ambiti prestabiliti e stabilisce le strategie, le priorità e gli obiettivi specifici da

perseguire, formulando linee guida su soggetti beneficiari e importi disponibili per il sostegno finanziario in ordine a misure che sono già stabilite a priori in un allegato al detto regolamento di esecuzione UE n.808 del 2013.

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9 Piano Territoriale Regionale (PTR) ST5.3 (ob. PTR 14, 21)

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allo sviluppo d’innovazione, alla costituzione di filiere corte, agli interventi per la sostenibilità ambientale, all’agricoltura sociale, all’educazione ambientale e alimentare. La Regione Lombardia promuove inoltre, l’istituzione di distretti agricoli a sostegno della creazione di imprese con una produzione di qualità certificata, con l’obiettivo di conservare l’immagine del paesaggio lombardo come marchio di qualità dei prodotti alimentari e come risorsa culturale. I distretti agricoli lombardi sono oggi ventidue, dei quali quattro interessano strettamente l’area metropolitana milanese: il Distretto neorurale delle tre acque di Milano Dinamo1111, il Distretto Agricolo Milanese Dam1212, il Distretto

Riso e Rane1313, il Distretto agricolo del Fiume Olona Davo1414.

In particolare il Dam, consorzio costituito nel 2011 e formato da più di trenta aziende agricole, site nel territorio milanese, gestisce al 2015, circa il 40 % del territorio agricolo in comune di Milano (per una superficie coltivata di 1.155 ettari). L'agricoltura sociale è promossa da uno specifico articolo della Legge Regionale in materia di agricoltura n. 25/2011 atta a sostenere le imprese agricole “[…] che forniscono

in modo continuativo, oltre all’attività agricola, attività sociali finalizzate alla coesione sociale, favorendo percorsi

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11 Amministrativamente il distretto Milano Dinamo si viene a costituire con una ideale funzione di “ponte” tra due province, Milano e Pavia e, ampliando lo sguardo,

anche tra due regioni: Piemonte e Lombardia 12

12 IIl Consorzio DAM Distretto Agricolo Milanese, è stato costituito il 28 gennaio 2011 al fine di valorizzare le attività agricole e sostenere le imprese del settore

operanti nel comune di Milano 13

13 Il Distretto rurale “Riso e rane” occupa un’area della Provincia di Milano che comprende 23 comuni dove la coltivazione del riso riveste una importanza di

assoluta rilevanza economica ed incide profondamente sugli aspetti paesaggistici, ambientali, storici e culturali del suo territorio rendendolo unico nel suo genere e fra i più rappresentativi della pianura lombarda.

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14 Il distretto agricolo del fiume Olona Davo è un Distretto Agricolo, che riunisca le energie presenti sul territorio dell’ambito vallivo, nasce all’inizio del 2011, dalla

volontà di alcuni consorziati affiliati al Consorzio del Fiume Olona e ciò sulla base della consapevolezza secondo cui l’organizzazione in distretti può veramente rappresentare il modo migliore di ascoltare le necessità delle aziende, in questo momento di crisi e valutare ed enfatizzare le potenzialità che la nuova PAC potrà offrire al settore produttivo primario.

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terapeutici, riabilitativi e di cura, sostenendo l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di marginalizzazione, realizzando attività̀ di natura ricreativa e socializzante per l’infanzia e gli anziani” 1515.

Le politiche a scala metropolitana hanno come modello il Parco Agricolo sud Milano (fig. 3), che costituisce nel panorama europeo la prima esperienza di parco agricolo, tanto da essere considerato un esempio a cui far riferimento. Il PASM ha un proprio marchio di qualità e da diversi anni promuove diversi progetti a sostegno della produzione agricola e di una possibile fruizione da parte dei cittadini all’interno del contesto agrario. Un esempio su tutti è il progetto Let Landscape Expo Tour1616, pensato come miglioria del

paesaggio agrario e come collegamento tra differenti risorse ed ambiti della città mediante l’utilizzo di percorsi pedonali. All’interno dei confini del Parco Agricolo Sud Milano e non solo, sono stati costituiti nuovi parchi agricoli con un approccio bottom-up, a cui cittadini e agricoltori lavorano congiuntamente per la loro formazione e gestione: esempi concreti sono il Parco delle Risaie17 17 o il Parco del Ticinello1818.

Il Parco delle Risaie, che copre un’area agricola di 650 ettari nel sud-ovest della città di Milano e, in parte, nei comuni di Buccinasco e Assago, completamente circondata dal tessuto urbano, è considerato una sperimentazione pilota.

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15 Legge Regionale dicembre 2011, n.25, Art. 8 bis, punto 1

16

16 Itinerari cicloturistici ad anello pensati per il tempo libero e per conoscere e valorizzare i paesaggi del territorio ad ovest di Milano. I percorsi sono segnalati

e commentati da una specifica segnaletica sul territorio. 17

17 Il progetto del Parco delle Risaie è nato dall’incontro tra alcuni cittadini del quartiere Barona, alla periferia sud di Milano, e gli agricoltori della zona, con lo scopo

di conservare la terra e il paesaggio rurale delle risaie, percepito come elemento importante per la qualità della vita e dell’ambiente urbano. 18

18 Il parco agricolo del Ticinello è un parco della città di Milano, situato a est di via dei Missaglia e della fascia urbanizzata che lo accompagna da piazzale

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Fig. 3 - Sequenza di immagini del Parco agricolo

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Le politiche in atto a scala comunale infine vengono racchiuse sotto il nome di “Milano Metropoli rurale”, un modello di governance sottoscritto dal Comune di Milano che mira alla valorizzazione del proprio vasto patrimonio agricolo. Si tratta di un Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale19 19 (AQST)

nato formalmente nel Maggio 2012 con la firma, da parte di Regione, Provincia, Comune di Milano e Consorzio Dam, del Protocollo di Intesa per la condivisione della strategia di sviluppo urbano/rurale del sistema territoriale metropolitano milanese. Il piano è composto da macro-azioni che riguardano: il potenziamento e il miglioramento del sistema irriguo ed una conseguente riqualificazione e valorizzazione paesaggistica ambientale; l’innovazione dei prodotti e dei processi di produzione; la creazione di una filiera corta composta da una multifunzionalità; ed in fine la valorizzazione e promozione della cultura rurale presente sul territorio. Emerge quindi in maniera molto chiara la presenza di vari tipi di cooperazione tra agricoltori e cittadini, che mirano ad aumentare il legame territoriale tra agricolo e urbano, esplicitando così l’aspetto storico culturale del territorio milanese.

Forme di agricoltura urbana a Milano: tra tradizione e innovazione

Agricoltura urbana professionale

Negli ultimi anni una ricerca continua di prodotti locali di alta qualità, di dignità del lavoro agricolo, di rispetto dell’ambiente, hanno portato il cittadino a rivalutare l’aspetto culturale e storico insito nel territorio milanese attraverso una vendita diretta di prodotti locali. E’ ormai

19

19 L’ Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) unisce e sancisce l’impegno di soggetti pubblici e privati nel consolidamento della matrice rurale dell’area

metropolitana milanese. L’accordo è stato promosso da Regione Lombardia, vede come Responsabile il Comune di Milano e si basa sul riconoscimento del ruolo che i sistemi rurali integrati e un’agricoltura multifunzionale possono svolgere in riferimento al contenimento del consumo di suolo, alla fornitura di servizi.

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consolidato, ed in ulteriore espansione questo fenomeno, la vendita diretta, praticata in differenti luoghi; direttamente nelle fattorie, attraverso i mercati agricoli (tenuti in differenti periodicità) e tramite una fitta rete di Gruppi di Acquisto Solidale20 20 (GAS), istituti senza scopo di lucro, che effettuano

l’acquisto collettivo di beni destinati ad una distribuzione con finalità etiche, sociali ed ambientalmente sostenibili. Esistono inoltre differenti forme innovative di filiera corta, come l’iniziativa promossa dalla Confederazione Italiana Agricoltori "MiGusto Città e Campagna"2121, mercato con

ristorazione agricola a filiera corta nato dall'incontro di contadini, cuochi, studenti, aziende e istituzioni, o il Distretto di Economia Solidale Rurale22 22 (DESR), associazione di

cittadini e agricoltori nata nel 2008 all’interno del Pasm, che è una delle molteplici iniziative di collaborazione tra attori che caratterizzano oggi l’agricoltura della metropoli. Le fattorie turistico-ricettive inoltre sono una presenza consistente e diffusa nel territorio con forme prevalentemente legate all’agriturismo ed al centro equestre, contribuendo così all’avvicinamento del visitatore ad un ambiente differente rispetto a quello ormai comunemente vissuto dell’urbano. Un fenomeno emergente è quello delle Fattorie sociali, destinate prevalentemente al reinserimento lavorativo ove cooperative ed associazioni nascono non solo lontano dal centro abitato ma anche in area metropolitana. Esempi di questo tipo sono la cooperativa sociale La

20

20 I gruppi di acquisto solidale (GAS) sono gruppi di acquisto, organizzati spontaneamente, che partono da un approccio critico al consumo e che vogliono

applicare i principi di equità, solidarietà e sostenibilità ai propri acquisti (principalmente prodotti alimentari o di largo consumo). 21

21 MiGusto Città & Campagna è il mercato con ristorazione agricola a filiera corta, in collaborazione con chef, istituti di formazione e imprese del noleggio di

strutture temporanee. 22

22 Con il termine Distretto di Economia Solidale (Des) si intende “un progetto politico, culturale ed economico che mira a costituire una rete locale di soggetti

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Cordata2323 e l’associazione Quarta coordinata2424 che lavorano

prevalentemente con le disabilità; l’associazione Comunità

nuova2525 e la cooperativa sociale Cascina Bollate2626 (fig. 4)

volte al reinserimento dei detenuti nel mondo lavorativo. Emergenti sono anche le fattorie agro-ambientali: all’interno del PASM, 27 sono le fattorie che agiscono esplicitamente in favore dell’ambiente guadagnandosi il Marchio di qualità ambientale – Parco Agricolo Sud Milano. Dal 2001, inoltre, la Provincia di Milano ha attivato il Progetto biodiversità2727 per

la tutela di specie autoctone: 18 sono oggi le fattorie che allevano la razza Varzese autoctona della Lombardia e 3 quelle che allevano il pollo Milanino, anch’esso razza autoctona. Vi sono inoltre molti esempi di aziende che assumono consapevolmente una funzione culturale, esplicitando i valori storici e tradizionali dell’area, potendo, dove ve ne è permanenza, apprezzare edifici storici e paesaggi agrari mantenuti mediante tecniche antiche. Oltre alla funzione prevalente, le aziende milanesi mostrano una spiccata multifunzionalità al suo interno, ne è un esempio lampante Cascina Femegro2828, situata nel Parco Agricolo

Sud Milano, a pochi chilometri dal centro città. Si tratta di un esempio molto significativo per la permanenza

23

23 La Cordata è una Cooperativa sociale che attiva reti di supporto a chi vive un disagio e trova difficoltà ad inserirsi nella società; offre servizi di accoglienza,

accompagnamento sociale ed educativo e ospitalità alberghiera di breve e lungo periodo. Crea e promuove i rapporti tra le persone. 24

24 Quarta Coordinata è un’associazione di promozione sociale che ha come filo conduttore di tutti i progetti il recupero del rapporto armonico tra Uomo e Natura

e il miglioramento della Qualità della vita. 25

25 Comunità Nuova è un’associazione no profit che opera nel campo del disagio e della promozione delle risorse dei più giovani.

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26 La cooperativa è nata nel dicembre 2007 nella Casa di Reclusione di Milano - Bollate. Vi lavorano giardinieri liberi insieme a giardinieri detenuti che, coordinati

da Susanna Magistretti, imparano un mestiere e si impegnano in una produzione di qualità che soddisfi la domanda crescente di piante insolite, ma non per questo difficili o rare.

27

27 Progetto Biodiversità è un’idea nata dall'incontro di quattro donne e dall'adesione di altri appassionati dell'ambiente selvatico e domestico che hanno

partecipato alla realizzazione di questo luogo virtuale. 28

28 Cascina Femegro, è sita in Zibido San Giacomo, provincia di Milano. Il fondo, localizzato all’interno del parco Agricolo Sud Milano, ha, allo stato attuale, una

superficie complessiva di 90 ettari in proprietà. Il complesso rurale sorge lungo l’antico tracciato stradale che conduceva a “decimum” (centro principale dell’alto medioevo oramai scomparso) denominato “cascina Femegro” e citato come castello in un documento del 1275 (Figura 1), poi feudo dei Birago, per una donazione di Gian Galeazzo Visconti, fino al 1723.

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Fig. 4 (in alto) - Cascina Bollate: coperativa

sociale che aiuta i detenuti a reinserirsi nel mondo del lavoro

Fig. 5 (in basso) -

Fig. 5 (in basso) - Immagine storica della cascina

Linterno nota tra le altre cose come dimora di Francesco Petrarca durante il suo soggiorno milanese

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Orticoltura urbana

Nella città di Milano vi è inoltre una forte presenza di orti urbani che ne caratterizzano la lunga storia. Nel 1942 ad esempio gli orti erano destinati alla produzione di alimenti per sostenere la popolazione in tempi di guerra, potendo contare più di 10.000, molti dei quali sorti in aree di proprietà comunale. Nei successivi anni ’60 si percepisce una sempre più diffusa crescita di orti abusivi, sorti in particolare ai margini delle periferie; il fenomeno dell’abusivismo prevale fino agli anni ’80 quando il Comune inizia l’assegnazione di propri terreni a persone degli edifici antichi (in cui funzioni agricole innovative sono inserite con grande rispetto per le preesistenze) e di pratiche agricole condotte in maniera tradizionale. Il paesaggio aperto intorno alla cascina include campi irrigui risalenti al Medioevo e incrementati con la costruzione del Naviglio Pavese e ancor di più nel XVIII secolo. Legata all’Ovest milanese, ambito di maggior studio di progetto, possiamo citare come presenze storiche di una certa rilevanza Cascina Linterno2929 (fig. 5), un'antica grangia

del contado milanese esempio significativo di corte chiusa lombarda. La cascina è nota per la tradizione che la identifica, essendo uno tra i quattro luoghi di dimora di Francesco Petrarca durante il suo soggiorno milanese (dal 1353 al 1361) ed essendo di essi l'unico ancora esistente. Lo attesta la lettera autografa di Petrarca all'amico Moggio di Parma, datata "Papiae 20 juni ad vesperam raptim" conservata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze, con un chiaro riferimento al toponimo originale "Infernum”.

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29 Cascina Linterno (o Villa Linterno) è un'antica grangia del contado milanese esempio significativo di corte chiusa lombarda, nota per la tradizione che la

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prevalentemente anziane. Alla fine degli anni ’80 l’area metropolitana milanese conta circa 290 ettari di orti individuali e viene definita capitale italiana degli orti urbani. Oggi sono ampiamente diffuse diverse tipologie di orti, da quelli terapeutici, a quelli didattici, a quelli comunitari. Tipologia consolidata e comunque in crescita è quella degli orti sociali che conta 1378 lotti nella sola città di Milano. Di questi 874 sono di proprietà comunale; gli altri sono gestiti da altre istituzioni pubbliche, associazioni e privati. Questo fenomeno di crescita è comunque in espansione anche nell’hinterland. Tipologia ormai consolidata è quella degli orti urbani, che spesso caratterizzano superfici verdi del contesto agrario milanese. Un chiaro esempio di questa tipologia lo si può trovare nel parco pubblico Boscoincittà3030 (fig. 6) che

vanta duecento orti assegnati a cittadini che li coltivano con grande cura. Queste tipologie di orti, oltre ad essere un ottimo mezzo di riqualificazione del paesaggio in cui si inseriscono, coinvolgono i cittadini in ottime attività ed iniziative di partecipazione, aggregazione e composizione di un micro-paesaggio, dato dal rispetto del regolamento d’area che fornisce linee guida alle quali ogni assegnatario deve attenersi. In quest’area vi sono attualmente due principali spazi adibiti ad orti, gli Orti Mairea e gli Orti Spinè. Numerose esperienze caratterizzano quindi la metropoli milanese e testimoniano una sempre crescente consapevolezza del valore che l’agricolo in città porta con sé. E’ un oggetto di riflessione comune che interessa tutti i settori della società investendone gli aspetti sociali, di integrazione e

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30 Boscoincittà è un parco pubblico del Comune di Milano con boschi, prati, corsi d’acqua, zone umide, circa duecento orti assegnati a cittadini che li coltivano

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di costruzione di una comunità, non tralasciando l’attenzione al problema della sicurezza alimentare e dell’impatto della produzione alimentare sull’ambiente. Molto rilevante è inoltre l’attenzione all’agricoltura e al paesaggio agrario come fattore di identità e di creazione del luogo in cui vivere, rispettando le permanenze storiche ed il recupero delle tradizioni insite al proprio interno. L’agricoltura milanese è il soggetto principale per riscoprire la propria cultura e per trovare solide opportunità di crescita futura per la città. In un’epoca di profondo cambiamento dell’urbanizzazione, l’agricoltura urbana è occasione e strumento per ridefinire l’idea di città contemporanea, in cui l’opposizione fisica, mentale e sociologica tra urbano e rurale viene meno, per lasciare spazio a una integrazione di funzioni urbane, agricole, ricreative, ognuna con proprie specificità e ruoli, ma tutte di uguale importanza. È una prospettiva per costruire una Milano sostenibile.

- https://www.agriregionieuropa.univpm.it - http://www.boscoincitta.it/ - http://www.cascinafemegro.it/ - https://cascinalinterno.it/ - http://www.parcoagricolosudmilano.it/ Fonti

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L'urbano invade l'agricolo

La trasformazione principale della città di Milano avviene in un secolo e mezzo di storia, circa dal 1861. La città cresce costantemente dai 196.000 abitanti fino a 1,7 milioni di abitanti nel 1974, con impennate vertiginose negli anni Venti e negli anni Cinquanta del secolo scorso. Decresce infine lievemente fino agli anni Duemila fino a stabilirsi su una quota di 1,35 milioni di abitanti nel 2016. A questi continui cambiamenti demografici corrispondono una serie di provvedimenti urbanistici, che seguono un modello monocentrico e a macchia d’olio. Nel 1861, in occasione dell’Unità d’Italia, Milano era una piccola città con 169.100 abitanti, caratterizzata da una separazione dal territorio circostante da una cerchia di mura che, perduta la funzione difensiva, serviva come confine daziario e come passaggio pubblico (fig. 7). Fuori dalle mura viveva ancora ciò che di Milano fece la storia, la cultura e la tradizione; la campagna, caratterizzata da elementi sporadici quali chiese e cimiteri, cascine e poche altre costruzioni. A nord, sorgeva il grande quadrato quattrocentesco del Lazzaretto e le principali arterie di collegamento tra il centro città ed i borghi lombardi circostanti.

Milano cresce senza piano (1861-1884)

Con l’unificazione nazionale diversi fattori stimolarono la crescita della città. La rete ferroviaria è senza dubbio un elemento fondamentale in questa crescita. Nacquero le linee che collegavano la città di Milano a ovest con Torino, a nord con Monza e a est con Venezia. La linea Milano-Venezia fu tracciata attraverso il Lazzaretto, frammentando così la sua integrità. Successivamente, dopo

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il 1882 , una lottizzazione intensiva le completò la distruzione. Dopo il 1842 si insediarono le prime industrie, specialmente nelle vicinanze delle linee ferroviarie, richiamate dal mercato milanese, dalla disponibilità di trasporti e delle facilitazioni daziarie di cui godeva il comune esterno, disposto ad anello attorno le mura spagnole. Nel 1873 l’aggregazione del comune esterno unificò la fiscalità del comune di Milano e sancì, anche amministrativamente, le interdipendenze tra il centro di Milano e l’hinterland. Successivamente a questa aggregazione fu fatto un primo tentativo di regolare e controllare lo sviluppo e l’edificazione sul territorio cittadino con la stesura di un piano regolatore, che ebbe però solo un valore guida senza essere propriamente utilizzato ed avere un valore legale. La lottizzazione selvaggia e fuori controllo del Lazzaretto e quella, del tutto simile, di Piazza d’Armi e del Castello Sforzesco, sollevarono nuovamente la necessità di un piano che regolasse la crescita della città. Nel 1884 la giunta conferì, sotto queste impellenti necessità, la progettazione di un nuovo piano regolatore all’ingegnere comunale Cesare Beruto (fig. 8). Il piano tracciava una zona di ampliamento costeggiando la cerchia delle mura spagnole, prevedendone la propria demolizione e la copertura del Naviglio interno, considerati ostacoli per le comunicazioni tra le zone. La superficie prima occupata dalle mura si sarebbe trasformata in una zona verde commista di poche costruzioni. Le lente operazioni di demolizione delle mura portarono nei successivi cinquant’anni a veder modificata la figura delle aree verdi previste per essere sostituite quasi totalmente da costruzioni. Il piano proponeva inoltre, attorno al Castello il Foro Bonaparte, formato da isolati destinati a residenza borghese

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Fig. 7 (in alto) - Milano durante l'unità d'italia: una città da 170.000 abitanti circa.

Fig. 8 (al centro) -

Fig. 8 (al centro) - Milano nel 1884: anno

della svolta con il piano Beruto (progetto piano regolatore a lato)

Fig. 9 (in basso) -

Fig. 9 (in basso) - Espansione nel 1904

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Milano 1861

Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1884 - piano Beruto Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1861

Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1884 - piano Beruto Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1904

Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1861

Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1884 - piano Beruto Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1904

Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

1861 1884 1904 1947 Legenda Milano 1861 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1884 - piano Beruto Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1904 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1947 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

1861 1884 1904 1947 Legenda Milano 1861 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1884 - piano Beruto Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1904 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1947 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

1861 1884 1904 1947 Legenda Milano 1861 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1884 - piano Beruto Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1904 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1947 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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di alto livello, traendone forte vantaggio dalla vicinanza con il parco Sempione, in corso di realizzazione nell’area della piazza d’armi. La distribuzione delle aree verdi, nella versione definitiva, tracciava due anelli alberati, uno sul perimetro esterno dell’edificazione e uno più interno, connettendo i principali parchi e i viali in direzione radiale. Questi ultimi costituivano anche i nuclei di connessione e passaggio tra il tessuto urbano e le aree rurali. Il sistema degli spazi pubblici, vie e piazze, assumeva un ruolo importante sotto l’aspetto della forma urbana, dovendo connotare gli spazi ed i percorsi urbani, definendone così gerarchie e punti di interesse. Non a caso questo sistema di vie e viali alberati è ancora tutt’oggi uno dei pregi più importanti del piano Beruto3131.

Il piano fu costantemente modificato e ridimensionato dalle varie pressioni emerse. L’edificazione fu estesa di 188 ettari verso nord-ovest, nelle zone considerate più salubri. Nei vent’anni successivi, tra il 1891 il 1911, si verificò un forte aumento della popolazione, che raggiunse quasi 600.000 abitanti, e portò ad una forte necessità di edificazione (fig. 9). Un’attività edilizia molto sostenuta portò alla costruzione di 220.000 nuovi vani e un insediamento forte delle principali industrie, che spinse l’amministrazione alla necessità di adeguare la rete di infrastrutture: gas, acquedotto, fognatura e l’avvio delle tranvie elettriche. La gestione del piano fu condizionata dalla mancanza di aree da destinare a servizi, costringendo così l’amministrazione a venire a patti con l’iniziativa privata. La poderosa crescita edilizia e l’aumento della scolarizzazione portarono ad

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31 Il Piano Beruto è il primo piano regolatore della città di Milano. Steso ad opera dell'ingegner Cesare Beruto in una prima sua versione nel 1884, subì una lunga

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una nuova richiesta di servizi collettivi. Date le necessità non furono realizzati i giardini pubblici di via Melchiorre Gioia, il parco circolare a ovest del carcere di S. Vittore e le tre aree attrezzate con bagni pubblici. Molti altri interventi previsti vennero inoltre ridimensionati radicalmente.

Piani Pavia Masera e Albertini (1889-1940)

Il piano Beruto è stato quindi concepito come una modello radiocentrico che dal “centro

unico e senza emuli”3232 (Beruto), proiettava verso l’esterno

tramite le radiali che collegavano il fulcro con il territorio. Tale modalità fu perpetuata anche nei piani successivi. Il piano Pavia Masera3333 (fig. 10) del 1912 aggiunse un ulteriore

anello di espansione e di edificazione, più esteso a ovest e a est, mentre il piano Albertini3434 del 1934 allargò la zona di

espansione fino a coprire quasi tutta l’attuale zona comunale. Le previsioni del piano Albertini erano sorprendenti e smisurate, con 10.000 ettari di nuova espansione, con un ulteriore aumento del reticolo stradale che lottizzava ogni angolo del territorio. Milano si espanse così seguendo una traiettoria uniforme che graverà per anni sugli sviluppi del capoluogo lombardo. La domanda se questo modello e questo perpetuarsi nel tempo fosse un fatto positivo sorse spontanea. Se uno sviluppo radiocentrico e uniforme poteva essere ragionevole per una città di 425.000 abitanti, risulta difficile pensare che sia di egual ragionamento per una di 1,3 milioni. Una risposta a questi interrogativi ci viene fornita dai risultati del concorso per il nuovo piano regolatore del

32

32 Citazione dell’ingegner Cesare Beruto in una relazione per la stesura del piano regolatore della città di Milano.

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33 Il piano Pavia-Masera fu un piano regolatore e di ampliamento della città di Milano. Fu redatto dagli ingegneri comunali Angelo Pavia e Giovanni Masera nel

1909, adottato dal Comune l'anno successivo e ratificato dal Governo nel 1912. 34

34 Il piano regolatore di Cesare Albertini, ingegnere urbanista, del 1934, porta a compimento quell’opera di edificazione intensiva iniziata dalle lottizzazioni del

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La ricostruzione ed il boom economico post-bellico

La situazione milanese dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale era drammatica (fig. 11-12); un quarto degli alloggi risultava distrutto o inagibile, molte aziende gravemente danneggiate, musei e biblioteche colpiti da ricostruire. Tale situazione risultava essere anche una preziosa opportunità per ricostruire seguendo nuovi indirizzi. Fu così presentato un nuovo bando di concorso dal blocco del piano regolatore del 1934, raggruppando nuove idee per un nuovo piano d’azione. Un modello di sviluppo alternativo fu proposto dal gruppo di Architetti Riuniti, composto da diversi architetti d’avanguardia milanese del tempo (Franco Albini, Ludovico Belgiojoso, Piero Bottoni, Ezio Cerutti, Ignazio Gardella, Gabriele Mucchi, Giancarlo 1926-27, bandito dal commissario prefettizio Ernesto Belloni. Alcuni progetti presentati affrontavano un differente modello di sviluppo della città, già sollevata da Cesare Chiodi, che in un documento presentava una tesi policentrica, limitando così uno sviluppo dell’aggregato principale. L’idea era quindi quella di una creazione di quartieri satellite dotati di tutti i servizi utili per creare un’autonomia rispetto al centro città. Il concorso fu vinto da Portaluppi-Semenza con un progetto che, pur con qualche correttivo, riproponeva il modello berutiano, ancor più accentuato dal funzionario comunale l’arch. Cesare Albertini, incaricato della redazione del piano, cancellando di fatto tutti gli aspetti correttivi. Il progetto secondo classificato invece fu firmato dal gruppo di urbanisti Giuseppe De Finetti, Alberto Alpago Novello, Giovanni Muzio e Gio Ponti, i quali proponevano di bloccare la crescita indifferenziata al limite esterno del piano salvaguardando aree verdi tra gli sviluppi radiali lungo le principali arterie regionali.

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Milano 1884 - piano Beruto Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1904

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Milano 1947

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1861 1884 1904 1947 Legenda Milano 1861 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1884 - piano Beruto Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1904 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Milano 1947 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

Fig. 10 (in alto) -

Fig. 10 (in alto) - Piano Pavia Masera

Fig. 11 (al centro) -

Fig. 11 (al centro) - Milano nel 1947

Fig. 12 (in basso a dx) -

Fig. 12 (in basso a dx) - Stato dei bombardamenti

nel centro di Milano Fig. 13 (in basso a sx) -

Fig. 13 (in basso a sx) - la Racchetta: l'incompiuta

connessione tra il tratto di via Borgogna- corso Europa- via Albricci

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Palanti, Enrico Peresutti, Mario Pucci, Aldo Putelli, Ernesto Rogers). Nel piano proposto dal gruppo AR la rottura del modello radiocentrico era ottenuta con il contenimento della popolazione residente a 850.000 abitanti, con il decentramento progressivo da Milano di un terzo dei posti di lavoro nell’industria, con uno sviluppo nei quartieri dislocati all’esterno. Tale decentramento era ottenuto grazie al supporto di un sistema di ferrovie e metropolitane, ed un sistema di assi autostradali attrezzati. Un nuovo centro direzionale e la nuova fiera, secondo questo piano, si collocavano a lato del corso Sempione, mentre gran parte del settore ovest era destinata a grande parco urbano, costellato di attrezzature per lo sport e per gli spettacoli. A scala regionale questo assetto policentrico valorizzava i centri urbani di media grandezza. Il piano AR illustrava con chiarezza il tentativo di avviare uno sviluppo che ribaltasse quello monocentrico praticato fino a quel momento. Alcuni di questi principi, alla base del piano AR, furono assunti dal piano Venanzi, prevedendo una riduzione della superficie edificata e delle strade. Il piano introduceva la destinazione di ogni zona a una specifica funzione, seguendo la prassi della “zonizzazione”, introducendo inoltre la salvaguardia delle aree di verde agricolo e di verde pubblico con l’aggiunta di sistemi a supporto della popolazione residente. Successivamente alle elezioni amministrative del 1948 il piano Venanzi3535 fu accantonato ed utilizzato un approccio del

“giorno per giorno” procedendo con i piani di ricostruzione. Questi piani di ricostruzione post-bellica erano decisamente più permissivi degli standard abituali in termini di volumetrie, venendo approvati pur andando in conflitto con il piano

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35 Il Piano Venanzi viene adottato nel marzo 1948, partendo dalle proposte del piano AR e dalla consapevolezza che a Milano occorra investire nell’interesse

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regolatore. Il PRG del 1953, pur introducendo nuovi strumenti come la zonizzazione, rimase comunque legato al modello radiocentrico non riuscendo a scalfire i principi ormai radicati nella pianificazione milanese. L’esempio che esplicita al meglio questi approcci radiocentrici, è la posizione del centro direzionale, che era scivolato tra la Stazione Centrale e Porta Nuova, in un’area molto vicina al centro storico, in netto contrasto con i propositi di sviluppo decentrato. Il progetto del gruppo AR prevedeva di destinare al centro storico spazi con funzioni residenziali e culturali, liberandolo gradualmente da quelle commerciali, direzionali e finanziarie. Il nuovo piano regolatore però non disciplinava in alcun modo queste scelte, lasciano così il centro in balia di pressioni speculative. L’incremento demografico molto forte ed una favorevole spinta economica innescò un imponente processo di rinnovamento e ricostruzione edilizia, incentivato anche da importanti sventramenti: come il tratto di via Borgogna- corso Europa- via Albricci, la cosiddetta “Racchetta”36 36 (fig. 13).

Il risultato di queste operazioni fu una densità edilizia che venne continuamente incrementata sia nel centro che nella fascia intermedia berutiana. Quest’ultima venne progressivamente saturata dando poca attenzione al verde ed ai servizi. Lo sviluppo di aree verdi e parchi pubblici risultava nettamente al di sotto dei primi intenti progettuali, realizzandoli quasi prevalentemente nelle zone periferiche, come il parco Forlanini, l’ampliamento del parco Lambro e a ovest il parco di Trenno. Nonostante la formazione di tali parchi lo standard di verde pubblico per abitante rimase al di sotto di quello delle principali città europee.

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36 La “Racchetta” fu ideata dal cosiddetto Piano Albertini del 1934, come parte di una grande arteria attraverso il centro di Milano; l'attuale corso Europa, ottenuto

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Gli anni Settanta ed il Piano intercomunale Milanese

Un’inversione di tendenza nell’andamento della popolazione caratterizzò la storia milanese negli anni Settanta. Una riduzione dei numeri legati alla popolazione milanese non fu determinata solo dalle tante morti rispetto alle nascite, ma anche da una forte tendenza migratoria degli abitanti verso i comuni dell’hinterland, causati soprattutto dal costo degli alloggi e della vita in città. Milano trasformò la struttura produttiva della città, passando da una struttura prevalentemente industriale ad una basata sul terziario. Questa stasi portò il processo di urbanizzazione a rallentare e lo spostamento di un gran numero di abitanti verso l’hinterland portò ad una consistente modifica dei flussi di persone che risiedono nel comune. Questa modifica dei flussi portò anche alla costruzione, avviata nella seconda metà degli anni Settanta, delle prime due linee metropolitane, che pur modificando sostanzialmente la rete dei trasporti milanesi e confermando nuova efficienza, riconfermò il primato del centro storico e la struttura radiocentrica. Altri obiettivi della variante erano la riqualificazione degli edifici esistenti, la difesa delle residenze popolari nelle aree centrali, il miglioramento dei servizi collettivi ed il potenziamento dei trasporti pubblici. Gli effetti del boom economico portarono successivamente ad una progressiva occupazione del territorio, con edificazioni a densità piuttosto alte, esportando oltre i confini della città le attività più deboli, come ad esempio l’artigianato. Venne istituito quindi il Piano Intercomunale Milanese3737,

un’associazione volontaria tra 35 comuni ampliatasi a

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37 Il PIM svolge attività di supporto operativo e tecnico-scientifico nei confronti dei Comuni associati, della Provincia di Milano e di altri soggetti pubblici,

realizzando studi piani e progetti in materia di pianificazione-programmazione territoriale, infrastrutturale, ambientale e in tema di sviluppo socio-economico locale.

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97 nel 1968, delineandone così dei primi schemi. Una prima proposta, firmata dagli architetti Giancarlo De Carlo, Silvano Tintori e Alessandro Tutino, delineava un modello a turbina, nel quale si salvaguardavano numerosi spazi verdi. Definivano inoltre tre livelli territoriali: un capoluogo e l’immediato intorno, le aggregazioni intermedie ed infine i poli esterni. L’assemblea dei sindaci, visionato il piano, ne criticò l’approccio, che non doveva portare ad uno schema geometrico, ma ad un processo maggiormente articolato. A questa prima proposta si contrappose quella degli architetti Marco Bacigalupo e Ugo Ratti, che rispetto al modello a turbina esponevano uno sviluppo lineare che sfruttasse in maniera intensiva le strutture di trasporto. Queste due visioni inconciliabili non portarono ad una vera e propria stesura di un Piano Intercomunale assumendosi ugualmente alcuni meriti, tra cui il disegno dei sistemi dei grandi parchi metropolitani, tra cui il Parco Agricolo Sud Milano.

Gli anni Ottanta e le aree industriali dismesse

Gli anni Ottanta delinearono una progressiva e sempre maggiore attenzione verso le aree industriali dismesse, riorganizzando la struttura policentrica del sistema degli insediamenti, con lo scopo di alleggerire e contrastare la persistente pressione del centro storico. Si accentuò il fenomeno del decentramento produttivo, facendo emergere, come già detto, la progettazione delle aree industriali dismesse. Opportunità progettuali che però vennero affrontate singolarmente, non creando così una visione d’insieme per il miglioramento della città. (fig. 14)

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Il Piano di Governo del Territorio del 2005

Fine XX secolo ed inizio XXI e le nuove trasformazioni strategiche

Il Piano Regolatore Generale, che non delineava più una chiara linea da seguire per gli interventi della città, venne sostituito nel 2005 dal Piano di Governo del Territorio38 38 (PGT) per la pianificazione

urbanistica a livello comunale. Il nuovo PGT di Milano, che viene approvato con i voti della sola maggioranza ed è vigente al 21 novembre del 2012, dovrebbe guidare tutte le prossime scelte di trasformazione urbana fino al 2030, procedendo ancora una volta ad un approccio che concede ampio spazio al mercato ed agli operatori privati. Le scelte sono affidate ad una fase attuativa, che non consenta un auspicabile strumento di indirizzo e controllo del territorio che aiuti a definire uno sviluppo della città e dell’hinterland, arrestando la storica crescita a macchia d’olio. Si percepisce come un limite nella pianificazione milanese sia costituito dalla difficoltà ad apportare un piano per l’area Gli anni Novanta riprendono il trend proposto nei decenni precedenti, individuando diversi

ambiti di trasformazione strategica, che spesso coincidono con i progetti d’area degli anni Ottanta. Diverse trasformazioni avverranno nel decennio successivo, rinnovando il paesaggio urbano milanese: l’area di Porta Nuova, il Quartiere Bicocca, le aree ex Montecity a est della stazione di Rogoredo, l’area ex Tibb a piazzale Corvetto, l’ampliamento della Fiera sulle aree ex Alfa Romeo al Portello (fig. 15). La differenza che caratterizzò questi interventi fu però il cambio di approccio stilistico architettonico più sbilanciato ad un generico internazionalismo, in un contesto milanese dove i primi grattacieli furono ammirati per la loro capacità di dialogare con il contesto.

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Milano 1980

Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

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Legenda

Milano 1980 Duomo -Castello Sforzesco Mura medioevali Mura spagnole Confine attuale di Milano Confine attuale dei municipi

Fig. 14 (in alto) -

Fig. 14 (in alto) - Milano espansione negli anni 80

Fig. 15 (in basso) -

Fig. 15 (in basso) - Esempi di rigenerazione

urbana di Milano: il quartiere Bicocca e l'area Ex Alfa Romeo al Portello

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metropolitana. Un cambio di tendenza potrà essere apportato da una visione strategica più generale di pianificazione urbana e di territorio, concependo così un’evoluzione della città di Milano che sia più accogliente e vivibile, riprendendo gli aspetti culturali e storici di un territorio che originariamente risultava essere con prevalenza agricola.

La ritirata agricola milanese

L’incremento continuo di edificazione di natura residenziale e commerciale, presentato con l’evoluzione storica della città nelle pagine precedenti, ha portato a continue richieste di stralcio di aree verdi disponibili ai margini della città, come sta succedendo in gran misura per il Parco Agricolo Sud Milano. Queste numerose richieste vorrebbero sottrarre molte aree ai fini edificatori, per poter rimpinguare le casse comunali. La grande cementificazione che ha saturato il nord di Milano, tenta di avanzare verso questa distesa di verde che erroneamente viene vista come una grande area vuota, da riqualificare. E’ stata proposta una variante al PTCP3939, che consiste

nel rivedere i confini del Parco e le destinazione d'uso di molti terreni. Proposta dallo stesso Ente Gestore del parco (composto da Provincia di Milano e una rappresentanza dei Sindaci dei comuni del Parco), la variante è frutto delle numerose richieste di stralcio delle aree del Pasm, per poterle rendere edificabili, da parte di numerosi comuni che sostengono di non avere altre risorse se non gli oneri di urbanizzazione. Il rischio è un’eccessiva libertà nella riduzione delle superfici adibite a parco, che accentuerebbe la continua espansione del confine urbano milanese. Questa continua espansione ed il mancato incentivo

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39 La Provincia definisce attraverso il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), ai sensi della l.r. n. 12 del 2005 "Legge per il governo del territorio",

gli obiettivi generali relativi all’assetto e alla tutela del proprio territorio connessi ad interessi di rango provinciale o sovracomunale o costituenti attuazione della pianificazione regionale.

Figura

Fig. 3 (al centro) - Cascina Caldera immersa nel  parco delle Cave

Riferimenti

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