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ASP, Comune di Pisa div. F, n° 941: Un pacco contenente diverse relazioni di chiese dal 1834 al 1850, Perizia 30 settembre 1846, c. 571 e segg.

Perizia dei lavori da farsi alla Chiesa di S. Matteo di Pisa

Illustrissimo Sig. Direttore degli Atti Criminali del Tribunale di Pisa

In seguito della commissione contenuta nell’officiale di VS. Illustrissima segnata del 28 Settembre cadente, mi sono portato nuovamente a visitare la Chiesa e Canonica della Parrocchia di S. Matteo di questa Città di Pisa per prendere le misure ed appunti onde potere determinare la spesa che può essere necessaria per resarcire i danni ivi prodotti dal terremoto del 14 Agosto ultimo decorso, e dopo tale ispezione sono in grado di referire quanto segue

Chiesa

L’unica parte della Chiesa che sia rimasta danneggiata è la Volta Reale che la cuopre, giacché in tre angoli di essa si vedono dei forti spacchi da dove cadono spesso dei calcinacci da incutere timore ai ricorrenti alle sacre funzioni. Sebbene non si presentino pericoli di rovina per ovviare agl’inconvenienti sopra citati occorrerà stuccare al di sotto detti spacchi con molta diligenza per non imbrattare la pittura tenuta in qualche pregio, e saldare nell’estradosso l’aperture che vi sono colandovi del buon gesso e calcina forte ritoccando di poi la pittura che verrà guastata dalle stuccature. La maggiore spesa per il Muratore sarà quella per innalzare i ponti a tanta altezza, senza sciupare altre pitture la quale compresa anche la mano d’opra per le stuccature ascenderà a circa £ 180 quella del Pittore 60.

Va stuccato il capitello di un pilastro presso la porta con 10. Somma £ 250

Canonica

Va ripreso un forte spacco esistente nel muro esterno di tergo mettendo nei pezzi ove posti 5 Leghe di Pietra lunghe ciascuna Braccia 1 1/3 alte 1/3 per lo meno e sistemare le setole che sono nell’interno della stanza corrispondente detto muro lo che compiego la spesa dei ponti potrà farsi con 30.

Vi sono da stuccare delle setole nel salotto lungo l’arco e sulla quale cosa che potrà eseguirsi con 14.

Totale £ 294

Che è quanto posso referire in proposito mentre passo a segnarmi rispettosamente Di VS. Illustrissima

Pisa 30 Settembre 1846 G. B.

ASP, Prefettura di Pisa, Inv. 27, n° 742, Fascicolo 567: Occupazione dei conventi di S. Francesco e di S. Matteo, Lettera 20 aprile 1863

REGNO D’ITALIA MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA E DE’ CULTI 2a Divisione N° 31183 Oggetto Occupazione dei Conventi di S. Francesco e di S. Matteo in Pisa Al Prefetto in Pisa

Torino addì 20 Aprile 1863

Il Ministero della Guerra ha fatto conoscere al sottoscritto essere necessità di occupare il Convento di S. Francesco e di S. Matteo delle Benedettine in codesta città onde collocarvi due Battaglioni di fanteria in aumento dell’attuale presidio. Voglia la S. V. Illustrissima procacciare al sottoscritto colla maggior possibile sollecitudine esatte informazioni sul numero dei religiosi e religiose aventi stanza in detti conventi, sul modo di procedere al loro concentramento in altre case dei rispettivi ordini, sull’uffiziatura delle chiese annesse ai medesimi e sulla conservazione de’ monumenti ed oggetti d’arte che per caso esistessero in detti conventi.

Avutisi tali ragguagli in un all’apprezzato di Lei parere, il sottoscritto vedrà se possa procedersi alla chiesta occupazione a sensi della Legge 22 Dicembre 1861 N° 384.

D’Ordine del Ministro Il Direttore Superiore

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ASP, Prefettura di Pisa, Inv. 27, n° 742, Fascicolo 567: Occupazione dei conventi di S. Francesco e di S. Matteo, Lettera 11 maggio 1863

Ministero di G. e G. e dei Culti Oggetto Occupazione dei Conventi di S. Francesco e di S. Matteo in Pisa Li 11 Mag. 1863

Rispondendo alla Nota di cotesto Ministero de’ 20 Ap. decorso N 31183 il sottoscritto è in grado di riferire che il Convento di S. Francesco di questa Città contiene di […] 13 Religiosi 9 dei quali Sacerdoti e il Monastero di S. Matteo 24 Monache dell’Ordine di S. Benedetto, 12 delle quali nei Corali e 11 converse. Per le notizie poi che si sono raccolte, le religiose Benedettine in caso di occupazione del Monastero, potrebbero essere riunite ad un Convento della stessa regola esistente nella Città di Siena, capace di sostenere un aumento di Famiglia di 25 teste; ed i religiosi riformati della Casa di S. Francesco, troverebbero facilmente da esser collocati nei cinque conventi dello stesso ordine che esistono nella provincia Senese, e che per […] dell’Aut.a Provinciale sono d’un’ampiezza capace d’un numero d’individui molto maggiore di quella da cui sono di presente popolati. Nel Convento di S. Francesco e nella Chiesa annessa trovansi non poche e non spregevoli opere d’Arte; ma non è noto alla Prefettura quello che di genere rifatto si conservi nel Monastero di S. Matteo. Che che sia di ciò per altro non sembra difficile al sottoscritto il provvedere alla conservazione degl’oggetti stessi nel caso dell’occupazione delle ricordate Case Religiose, esistendo in questa Città un’Accademia delle Belle Arti ed altri locali adatti, ed opportuni. Rispetto infine all’uffiziatura delle Chiesa annesse ai Conventi dei quali si tratta non può fin d’ora il sottoscritto suggerire un modo di provvedimento; da chi dovendosi tener di ciò necessariamente […] coll’Autorità ecclesiastica, non sembra opportuno muover parola su tal materia fino a che non sia veramente decisa l’occupazione dei conventi stessi.

Intanto però è bene che sappia cotesto Ministero che l’uffiziatura della Chiesa di S. Matteo non soffre, ne può soffrire […] alcuno dall’occupazione del Convento, da che alla Chiesa stessa è connessa cura d’anime, che continuerà necessariamente ancorché manchino le monache; quanto poi all’altra di S. Francesco, non sarà difficile il provvedere, e ad ogni modo, servendo essa propriamente ai soli bisogni spirituali dei Religiosi, può anche rimanere priva di servizio ecclesiastico, senza danno o incomodo pubblico, attesa l’abbondanza, e quasi il soverchio di Chiese ufficiate, che trovansi in questa Città.

Il Pref.

ASP, Prefettura di Pisa, Inv. 27, n° 742, Fascicolo 844, Lettera 24 agosto 1863

Venerabile Monastero di S. Matteo di Pisa Oggetto Restauri urgenti Illustrissimo Sig. Cav. Prefetto del Compartimento di Pisa Illustrissimo Signore

Il sottoscritto operajo del Monastero di S. Matteo di questa Città rispettosamente espone a V. S. Illustrissima che fino del mese di Febbrajo decorso aveva ordinato al Direttore di Fabbriche Agostino Galli di fare una generale ispezione sul Fabbricato del Monastero all’oggetto di verificare se in qualche parte di questo occorressero pronti restauri, e di osservare accuratamente lo stato dei tetti onde prevenire qualunque disgrazia potesse accadere da rotture dei loro intravati.

Che detto Sig. Galli sotto di 23 Febb. 1863 mi rimesse la sua dettagliata Perizia distinta in tre Articoli, o casi di lavoro per i quali è presagita una spesa di £ 5932,80, referendomi che specialmente il tetto che cuopre la Chiesa interna del Monastero per la sua vetustà e cattiva costruzione è pericoloso. Che dopo tale Perizia il tetto medesimo aveva dato nuovi segni di avvallamento, per cui fu necessario ricorrere al provvisorio mezzo dei così detti puntelli, i quali però non tolgono radicalmente il pericolo di una rovina.

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Quindi è che il sottoscritto per prevenire qualunque disgrazia si crede in dovere di sottoporre la qui annessa Perizia Galli sud.a all’esame di V. S. Illustrissima, e di proporne, sempre però remissivamente, l’esecuzione secondo rispettosa istanza affinché la S. V. Illustrissima voglia degnarsi autorizzarla a spendere con gli avanzi delle rendite del patrimonio del Monastero la somma di £ 5932,80 presagita dalla Perizia suddetta che comprende ancora altri necessarissimi lavori.

Frattanto con tutto il rispetto ed ossequio distinto ha l’onore di dichiararsi Di V. S. Illustrissima

Li 24 Agosto 1863 Umilis. Dev.mo Servitore D. Gaetano Buonafalce Operajo

ASP, Genio Civile, Classe XXXI, n°1, Fascicolo 15, Lettera 30 settembre 1891

PREFETTURA DI PISA N. 3232/10420 Div. 1A Oggetto Chiesa di S. Matteo Restauri

Sig. Ingegnere Capo del Genio Civile in Pisa

Pisa, li 30 Settembre 1891

Il parroco della chiesa di S. Matteo in questa città denunzia dei guasti verificatisi nella volta del tempio, che, a parere suo, meritano urgenti restauri. Prego la SV. di far eseguire una visita alla detta chiesa e riferirmene il risultato.

Il Prefetto

ASP, Genio Civile, Classe XXXI, n° 1, Fascicolo 15, Relazione 17 gennaio 1892

-Relazione-

Al seguito dell’incarico conferito a quest’Ufficio con Nota Prefettizia 13 Dicembre 1891 N° 3232_10420 D. 1A di eseguire una visita alla chiesa di S. Matteo in Pisa per riconoscere e periziare i lavori domandati dal Reverendo Don Lodovico Orlandini Priore di detta chiesa con l’istanza in data 20 Gennaio 1891, il sottoscritto, effettuata la visita locale, in presenza del Sig. Priore, venne a riconoscere che i lavori richiesti consistono:

1° Nel dare un nuovo accesso, mediante scala in ferro al soprastante coretto dall’interno della chiesa in sostituzione di quello venuto a mancare fino dal 1869 quando il Monastero di S. Matteo fu soppresso e ridotto a stabilimento carcerario; per quindi trasportarsi l’organo che ora risiede sul pavimento della medesima.

2° Nel restauro dell’organo, con la rimozione di mantice e di alcuni contrabbassi.

Alla esecuzione di questi lavori, quando la Superiorità li approvi, verrebbe fatto fronte in parte con il retratto della vendita di alcuni oggetti fuor d’uso appartenenti a detta chiesa, e già esaminati dalla Commissione di Belle Arti; e per la rimanenza dal Sig. Parroco con propri fondi. Ciò premesso, si adempie all’incarico presentando la qui unita perizia estimativa dell’importo di £ 939.40.

Pisa, li 17 Gennaio 1892 Per l’Ing. di Sezione Aristide B.

L’Aiutante Carlo del Sesta Visto

L’Ingegnere Capo A. B.

ASoP, F 126 M. D., G 7/1°, Pratica n° 1467: Danni provocati dal terremoto del 1914 alla volta della chiesa di S. Matteo, 31.10.1914, Lettera 30 ottobre 1914

Ill.mo Sig. R. Soprintendente dei Monumenti -Pisa-

Per la scossa di terremoto del dì 27 corr. nei due angoli della volta di questa Chiesa dal lato di Lung’Arno, si allargarono e si prolungarono gli antichi crepti esistenti e caddero considerevoli pezzi d’intonaco con guasto del dipinto. Sul momento, temendo per la sicurezza dei frequentatori,

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avvertii l’Ufficio Tecnico Comunale per una visita d’urgenza, con intendimento di darne poi completa relazione a cotesta R. Soprintendenza. L’Ingegnere incaricato Sig. Panattoni, sebbene dichiarasse non esservi per ora pericolo di maggiori danni, suggerì l’apposizione di due catene al di sopra dell’artistica volta per assicurarne la consistenza. Posteriormente alla visita dell’Ingegnere dell’Ufficio Tecnico, furono riscontrati sul coretto (ora orchestra) altri crepti ingranditi che mi pare presentino urgenza di restauro. Invito però cotesta Onorevole R. Soprintendenza per una visita sul luogo, e, nel caso, per una sollecitazione degli occorrenti restauri.

In attesa e con distinti, rispettosi ossequi -Pisa, 30 Ottobre 1914-

Devotissimo Sac. L. Orlandini

Parroco di S. Matteo in Pisa

ASoP, F 126 M. D, G 7/1°, Pratica n° 1437: Restauro dei danni provocati alla chiesa dal terremoto del 7.09.1920, Lettera 12 ottobre 1920

Ill.mo Sig. Comm. Peleo Bacci R. Soprintendente ai Monumenti Pisa

La grandiosa, monumentale volta di questa Chiesa di S. Matteo in Pisa, interamente dipinta in affresco dai celebri pittori fratelli Giuseppe e Francesco Melani, dei quali è il capolavoro, non sarà mai apprezzata abbastanza, essendo per il suo eccelso pregio, unito a tanta grandiosità, più unica che rara.

Ferdinando Grassini nelle sue biografie dei Pisani Illustri, parlando dei fratelli Melani dice di questa volta:

«In genere poi de’ sottoinsù basti allegare la stupenda volta di questa Chiesa di S. Matteo, perché ognuno che l’abbia vista convenga con sano criterio che la sua esecuzione risente della più alta eccellenza, e che per un capo d’opera Europeo con tutta ragione possa appellarsi; siccome da per sé il lavoro stesso si può dire che formi l’encomio all’Autore; mentre non è facile gettarvi uno sguardo e di subito altrove volgere il passo, pria di fissarsi a contemplare tanta maestosità».

L’Algarotti nelle sue Opere -Livorno 1764- C. VI pag. 216, parlando di questa volta, così si esprime: «il tenore di quel dipinto è meraviglioso e veramente ci si vede quello che dice il Vasari che i di sottoinsù ben fatti bucano le volte».

Se la grandiosa volta reale non fosse stata costruita con somma arte e con tutta stabilità, per le varie vicende subite già da tempo più non esisterebbe e sarebbe scomparso per sempre il capolavoro dei celebri pittori Melani; ma ora la sua resistenza ha raggiunto l’ultimo stadio; la stupenda volta è in pericolo ed urge sollecitare i lavori occorrenti. Come la S. V. Ill.ma ha potuto constatare nelle sue visite a questa Chiesa, i crepti già esistenti nella volta dal lato del Lung’Arno si sono allargati e prolungati nell’ultima scossa del terremoto, producendosi altro crepto notevole nell’angolo estremo dalla parte delle carceri. Conviene riflettere che fino dall’anno 1870-71 nell’escavazione per la fogna stradale e nella costruzione dei muri di riparo al fiume, con forti colpi di berta per impiantare i numerosi pini, come quasi tutte le costruzioni del Lung’Arno, ne soffrì pure la Chiesa, e molto più per la ristrettezza della strada in tale località rimanendone lesionata la volta. Nelle successive scosse di terremoto si aumentarono i crepti, e fino dalla scossa del 1914 sarebbero stati necessari i lavori di collegamento e di restauro, che ora sono urgenti. Prego quindi la S. V. Ill.ma ad interessare il Ministero per tale urgenza di lavori, provvedendo all’immediata perizia ed alla sollecita esecuzione. Sebbene la rendita di questa Parrocchia sia minima ed elevata recentemente all’assegno comune di lire millecinquecento, mi sforzerò per parte mia di concorrere ai lavori con la maggiore offerta possibile; ma a condizione che senza altro indugio si proceda alla perizia ed alla esecuzione dei lavori occorrenti.

In attesa e coi più distinti ossequi mi professo della S. V. Ill.ma Pisa 12 Ottobre 1920

Umil.mo Devotissimo Sac. Lodovico Orlandini Parroco di S. Matteo in Pisa

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ASoP, F 126 M. D., G 7/1°, Pratica n° 1437: Restauro dei danni provocati alla chiesa dal terremoto del 7.09.1920, Lettera 12 novembre 1920

Ill.mo Sig. Comm. Peleo Bacci R.o Soprintendente ai Monumenti Pisa

Nel rimetterle la Perizia dei lavori occorrenti a questa Chiesa, visitata da questo R. Genio Civile di Pisa, dichiaro alla S. V. Ill.ma che, dovendo anche provvedere al restauro delle panche fracassate dalla caduta del materiale, alla riparazione dei tetti sconnessi che non ammettono dilazione alcuna per la pioggia che penetra, il mio contributo sarà di lire cinquecento. Avverta che dovetti provvedere ai danni dell’inondazione nell’anno decorso, che importarono una spesa considerevole. PregandoLa a sollecitare l’esecuzione dei lavori urgenti in riguardo specialmente della preziosità della Volta Monumentale, coi più distinti e rispettosi ossequi mi professo della S. V. Ill.ma

Pisa 12 Novembre 1920 Umil.mo Devotissimo Sac. Lodovico Orlandini Parroco di S. Matteo. Pisa

ASoP, F 126 M. D., G 7/1°, Pratica n° 1437: Restauro dei danni provocati alla chiesa dal terremoto del 7.09.1920, Lettera 24 febbraio 1921

Ill.mo Sig. Comm. Peleo Bacci R.o Soprintendente ai Monumenti Pisa

Per la preziosità della volta di questa Chiesa, che, artisticamente dipinta in affresco, è il capolavoro dei celebri pittori fratelli Melani, meritatamente giudicata in genere dei sottoinsù capolavoro europeo, e per lo stato pericolante della Chiesa in conseguenza dell’ultima scossa di terremoto, prego la S. V. Ill.ma a voler sollecitare l’esecuzione della perizia Chini, già rimessa al Ministero, pei lavori di consolidamento e restauro. Oltre al mio vivo desiderio di vedere eseguiti tali lavori, ai quali ho pure promesso il mio contributo, persone intelligenti mi fanno continue pressioni perché mi dia ogni impegno onde vengano eseguiti i lavori occorrenti con la massima sollecitudine, trattandosi di un’insigne opera d’arte in pericolo. La S. V. Ill.ma

,che tanto ama l’arte ed i monumenti della patria nostra, confido vorrà interessarsi per la precedenza di questa Chiesa artistica ad altre Chiese, pure devastate dal terremoto, e provvedere alla pronta esecuzione dei lavori necessari ed urgenti.

Coi più distinti e rispettosi ossequi, della S. V. Ill.ma Pisa, 24 Febbraio 1921

Umil.mo e Devotissimo Sac. Lodovico Orlandini Parroco di S. Matteo in Pisa

ASoP, F 126 M. D., G 7/1°, Pratica n° 1437: Restauro dei danni provocati alla chiesa dal terremoto del 7.09.1920, Certificato di collaudo e nulla osta, 15 gennaio 1922

Certificato di collaudo e Nulla osta

Pisa. Chiesa di S. Matteo. Danni del terremoto L’anno millenovecentoventidue questo dì 15 gennaio.

Premesso che, il terremoto del 7 settembre 1920 lesionò i quattro spicchi della volta reale comprendente il grande rettangolo della chiesa di S. Matteo in Pisa, volta tutta quanta affrescata dai fratelli Francesco e Giuseppe Melani con la rappresentazione dell’Apostolo ed Evangelista S. Matteo, il quale circondato da angeli ascende in gloria, fra una corte di santi e di profeti, affresco ricco di luminosi colori, di difficili e ardite prospettive architettoniche e figurative. Visto che dette lesioni, debitamente risarcite e rintonacate nell’estradosso e intradosso della volta, lasciavano spazi ove l’antica decorazione pittorica era caduta, senza però danneggiare elementi figurati di importanza, constatato che, dette mancanze di dipinto, nei quattro spicchi della volta, furono con somma arte e maestria ripresi dal pittore Francesco Manetti, conoscitore e studioso dell’arte e della tecnica dei Melani

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Per parte di quest’Ufficio che, dal Ministero della P. I. venga a detto prof. Francesco Manetti, corrisposta la somma di £ 1300, con mandato diretto esigibile presso questa R. Delegazione del Tesoro, avvertendo che la maggiore spesa richiesta fu ridotta in tale limite per il volontario contributo corrisposto da Don Lodovico Orlandini, appassionato illustratore della chiesa di S. Matteo di cui egli è custode e parroco.

Il Sop.

ASoP, F 126 M. D., G 7/1°, Pratica n° 1437: Restauro dei danni provocati alla chiesa dal terremoto del 7.09.1920, Lettera 4 febbraio 1922

R. SOPRINTENDENZA AI MONUMENTI PER LE PROVINCE DI PISA, LUCCA, LIVORNO E MASSA-CARRARA Posizione G 7 N. di Prot. Gen. 1913 N. di Partenza 866 OGGETTO Pisa, Chiesa di S. Matteo

Danni del terremoto 7 settembre 1920 – Conti di restauro Alla Direzione Generale delle Ant. e Belle Arti Piazza S. Marco ROMA

Pisa, li 4 febbraio 1922

Sino dal 15 novembre 1920 veniva trasmessa, con lettera raccomandata n° 1279, a codesto On. Ministero una perizia ammontante a £ 13700 per il consolidamento e restauro della celebre volta di questa chiesa di S. Matteo -affrescata dai fratelli Melani- danneggiata dall’ultimo terremoto. Non essendo mai pervenuta alcuna risposta e d’altra parte urgendo salvare un’opera di prima importanza da ulteriori irrimediabili rovine, anche per consiglio del locale Ufficio del Genio Civile si provvide all’apposizione di catene con una prima spesa di £ 7119,05 come da rendiconto debitamente approvato (Ministeriale 27/9/1921 n° 7953). In attesa di una risposta ministeriale i lavori furono proseguiti, anche per ragioni di economia, allo scopo di evitare, in una seconda ripresa, la rimontatura di tutto il pontaggio all’interno ed all’esterno della chiesa in oggetto. I lavori sono ora terminati con una economia di £ 83 sulla spesa preventiva. Si prega pertanto codesto On. Ministero di volere gravare, sul “fondo terremoto”, la spesa ulteriore occorsa e cioè di £ 4450 da pagarsi con mandato diretto a favore dell’accollatario Napoleone Chini e £ 1300 da pagarsi con mandato diretto a favore del prof. Francesco Manetti -pittore- per restauro dell’affresco suddetto. Ambedue i mandati dovranno esser resi esigibili presso questa R. Delegazione del Tesoro. Si acchiudono a corredo:

A) in conto del sig. Napoleone Chini e annesso certificato di collaudo. B) in conto del pittore prof. Francesco Manetti ridotto da £ 1850 a £ 1300 per deduzione di £ 500 quale contributo del parroco di S. Matteo e di £ 50 per riduzione di conto. Si allega pure il certificato di collaudo relativo al detto restauro.

IL SOPRINTENDENTE

ASoP, F 126 M. D., Pratica n° 1433: Lavori di restauro ai muri, ai tetti ed a un pilastro all’esterno della chiesa (lato sud), 1932, Lettera 25 gennaio 1932

R. SOPRINTENDENZA ALL’ARTE MEDIEVALE E MODERNA PER LA TOSCANA I SEZIONE DI PISA Posizione G. 7/56 N. di Part. 34 PISA, li 25 Gennaio 1932 Anno X° OGGETTO PISA-CHIESA DI S. MATTEO Lavori di restauro ai muri ed al tetto, riflettenti l’ordinaria manutenzione. Durante i lavori di ricostruzione di parte di un pilastro della facciata di codesta Chiesa monumentale, eseguiti sotto la sorveglianza ed a cura di quest’Ufficio, dalla Ditta Napoleone Chini-Costruttore Edile-, fu rilevata la necessità urgente di restauro ai muri ed al tetto della stessa Chiesa.

La S. V. Rev. trovavasi assente dalla Parrocchia e pertanto questo Ufficio, al fine di eliminare un pericolo immediato di danni maggiori a codesto Edificio monumentale, e secondo il disposto dell’Art. 2 Capoverso 4° del Regolamento in esecuzione alle leggi 20 Giugno 1909 N° 364 e 23

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Giugno 1912 N° 688, ha dato incarico alla Ditta sovra menzionata di eseguire i lavori di restauri suddetti, riflettenti l’ordinaria manutenzione e perciò a carico della S. V. Reverendissima.

Accludo la nota di opere e provviste riflettenti i suddetti lavori, presentata dalla Ditta Napoleone Chini, affinché la S. V. Rev. provveda al pagamento relativo.

Con stima

IL SOPRINTENDENTE L’ARCHITETTO Zocchi Oreste

MOLTO REV. DON LODOVICO ORLANDINI Parroco della Chiesa di S. Matteo in PISA

ASoP, F 126 M. D., Pratica n° 1433: Lavori di restauro ai muri, ai tetti ed a un pilastro all’esterno della chiesa (lato sud), 1932, Lettera

Io sottoscritto, dichiaro di aver ricevuto dal Molto Rev. Priore della Chiesa di S. Matteo in Pisa (Don Lodovico Orlandini) la somma di lire duecentocinquanta (L. 250.00) quale contributo per i lavori eseguiti alla Chiesa di S. Matteo in Pisa (restauri al tetto)

In fede dico £ 250.00 Chini Giulio

Pisa 13 Febbraio 1932 (A. X°)

ASoP, F 126 M. D., Pratica n° 1428: Preventivo di spesa danni di guerra (danni al campanile e richiesta di cessione alla parrocchia della parte posteriore della chiesa romanica dopo il restauro), 1944-1945, Lettera 6 giugno 1945

Gent. mo Sig. Soprintendente PISA

Appena ristabilito un po’ l’ordine in Pisa e sgombrato il terreno dalle mine, cotesto Ufficio di Soprintendenza ai Monumenti si dette subito premura di fare alcuni lavori di estrema urgenza per la mia Chiesa monumentale di S. Matteo. Furono subito ricoperti i tetti onde salvare da infiltrazioni di acqua la celebre volta dei fratelli Melani; fu sgombrata la Chiesa dalle macerie e vi fu fatta una porta di fortuna in luogo di quella grandissima fatta saltare dai tedeschi in data 18 Luglio 1944. Con l’aiuto dei miei giovani ho pensato alla ripulitura della Chiesa e a chiudere i sepolcreti aperti dall’inondazione dell’Arno e ripieni di melma. Dal Gennaio u. s., data in cui furono ultimati questi lavori di immediata urgenza, niente è più stato fatto onde mettere la Chiesa in grado di poter essere riaperta, almeno decentemente, al Culto. Faccio osservare che il Genio Civile ha avuto ordine dal Governo Italiano di rifare o restaurare tutte le Chiese Parrocchiali distrutte o lesionate per cause belliche. Ora mi pare che questo debba intendersi nel senso di dover rifare tutto ciò che in una Chiesa è stato distrutto o sinistrato per cause belliche, non solo come costruzione, ma anche come infissi. Mi pare inoltre che questo ordine debba intendersi nel senso che quando un Ufficio (Genio Civile o Soprintendenza) prende in accollo o avoca a se i lavori di una Chiesa, in quella Chiesa debba compiervi tutti quanti i lavori e non solo quelli riguardanti il proprio campo di attività, lasciando metà lavori all’altro Ufficio. Si eviterebbero così tanti malintesi, tanta dispersione di denaro e di tempo. Immagino che eguale ordine sarà stato dato anche a codesto Spett. Ufficio. Ed ecco ciò che le chiedo:

1) Ho bisogno urgente di una perizia dettagliata dei danni (con relativa stima) subiti dalla mia Chiesa per causa della guerra e ciò per i miei Superiori di Roma, per quelli di Pisa e per l’Archivio parrocchiale. Essendo questa perizia urgente, avanti di rivolgermi al Genio Civile, domando a Lei, Signor Soprintendente, se vuol usarmi la cortesia di incaricare un funzionario di codesto Ufficio o fare un sopraluogo nella mia Chiesa e stendermi la perizia richiesta.

2) Colgo l’occasione per richiamare la sua attenzione sui danni subiti dal campanile. Come ricorderà, in una mia lettera precedente, denunziavo:

a) il pericolo che corrono le campane (sec. XI°) poiché poggiano su di un castello di travi mezzi spezzati dalle bombe;

b) il pericolo di infiltrazioni di acqua, mancando il campanile assolutamente di tetto; c) l’opera dei ladri che hanno già asportato pezzi di travi, essendo il campanile tutto aperto;

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d) il pericolo per i passanti del lungarno di vedersi piovere qualcosa in testa.

Anche per il campanile chiedo con urgenza un sopraluogo ed una perizia dettagliata.

3) Rimane la spinosa questione della casa canonica. Come già ebbi luogo, mesi or sono, di dirle a voce, io già nel Febbraio 1941 (il carcere si trasferì il 18 Gennaio 1941), avevo inoltrato domanda corredata da documenti planimetrici e con parere favorevole della R. Prefettura, al Ministero di Grazia e Giustizia per la richiesta di cessione alla Parrocchia della Chiesa posteriore (Romanica), dell’annesso stanzone laterale e della palazzina del direttore del carcere. Adesso sulla zona del carcere codesto Ufficio ha altri progetti. Resta però il fatto che io come Parroco, non ho più la mia casa canonica e se venisse attuato il progetto in corso, sfumerebbe anche l’ultima speranza di riaverla e di riaverla presto. Ciò non è giusto poiché la mia richiesta sulla palazzina interna del carcere, ha un diritto di precedenza di quattro anni. Io non intendo minimamente ostacolare (col far rivivere la mia pratica) il progetto fatto sul carcere poiché è un progetto bello che merita ogni incondizionato appoggio e per questo non insisto oltre. Desidero soltanto avere assicurazione per scritto da codesto Ufficio:

a) che la Chiesa posteriore (Romanica) di S. Matteo, una volta restaurata verrà restituita alla Parrocchia.

b) che codesto Ufficio si interesserà, con tutti i mezzi a sua disposizione, perché la canonica di S. Matteo sia ricostruita quanto prima, dandosi premura di riscattare il terreno ove sorgeva il Cappellone (ex Chiesina delle Monache) già della Parrocchia e adibito ora a deposito di botti per pozzo nero.

In ultimo faccio osservare che è assolutamente impossibile nella mia Parrocchia far collette per restauri della Chiesa, poiché è noto che la mia Parrocchia è pressoché disabitata, stendendosi essa soprattutto sul lungarno.

Con i sensi di perfetta stima, voglia gradire, Signor Soprintendente, i miei cordiali ossequi. Dev. mo Don Amedeo SALVINI

Priore di S. MATTEO Piazza S. Silvestro 10-PISA Pisa 6 Giugno 1945

ASoP, F 126 M. D., Pratica n° 1428: Preventivo di spesa danni di guerra (danni al campanile e richiesta di cessione alla parrocchia della parte posteriore della chiesa romanica dopo il restauro), 1944-1945, Lettera 12 giugno 1945

Pisa 12 Giugno 1945

Preg. mo Signor Soprintendente ai Monumenti PISA

Mi permetto ricordarLe che la Chiesa di S. Matteo è una delle Chiese di cui è più urgente la riapertura, essendo l’unica Chiesa che si trovi sul Lungarno Mediceo. Le sarò grato, quindi, se vorrà prendere in benevolo esame quanto il Parroco Don Salvini Amedeo Le esporrà.

Colgo l’occasione per presentrLe i miei ossequi e per confermarmi Devotissimo

Gabriele Vettori Arcivescovo

ASoP, F 126 M. D., Pratica n° 1428: Preventivo di spesa danni di guerra (danni al campanile e richiesta di cessione alla parrocchia della parte posteriore della chiesa romanica dopo il restauro), 1944-1945, Lettera 14 giugno 1945

Pisa, 14 Giugno 1945

a S. E. Mons. Gabriele Vettori Arcivescovo di PISA

In merito a quanto l’Eccellenza Vostra mi richiede circa la Chiesa di S. Matteo, mi è grato informarLa che a seguito della richiesta del Parroco, la Soprintendenza ha compilato un preventivo di spesa per i lavori di sistemazione al campanile di S. Matteo, non compresi nelle precedenti perizie. Sarà quindi mia cura comunicare all’Ecc. Vostra, quando potrà avvenire l’inizio dei lavori. Data la mia assenza non ho potuto personalmente parlare col Parroco Don Salvini, in merito a quanto richiede nel suo esposto. Farò quanto è in mio potere per soddisfarlo.

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IL SOPRINTENDENTE

ASoP, F 126 M. D., Pratica n° 1422: Segnalazione dello stato di abbandono in cui versa la chiesa, 1950, Articolo “Il «pensionato girovago» ritorna all’attacco”, in “Il mattino dell’Italia centrale”, 14 settembre 1950

Riceviamo e pubblichiamo:

«Eureka, caro Redattore! Ho trovato! Ho trovato aperta la chiesa di S. Matteo. L’altra sera durante la mia solita passeggiatina serotina sul Lungarno, vidi la porticina della chiesa socchiusa. Feci capolino ed entrai. C’era il povero Priore seduto su di un tavolone che pensava…forse al fico, o al «vespasiano» (con buon rispetto!)? mi fece da Cicerone. Un grande castello di legname che dovrebbe sorreggere la volta che minaccia di cadere, ma che non sorregge più nulla perché è tutto allentato (sono due anno mezzo che è lì!); la volta, la famosa volta affrescata dai fratelli Melani, tutta ferita e scalfita da scheggie di bombe aeree; in alcune parti la pittura si sta staccando e spesso se ne trovano i calcinacci sul pavimento; una larga macchia di umido in terra, dice chiaramente che in chiesa ci piove e se ci piove vuol dire che la pioggia attraversa il tetto e anche la pittura: larghe chiazze di umido infatti , con scolature di colore si vedono nella volta: la chiesa è spezzata: un grosso crepto parte dall’altar maggiore e va fino alla facciata sicché la parte sud della chiesa si può dire sia staccata dalla parte nord; il Coretto è tutto puntellato e minaccia di cadere; gli stucchi tutti spezzati e cadenti; il pavimento in parte scavato dalla piena dell’Arno; l’intonaco imbolzito e cadente; la facciata staccata di alcuni centimetri dalla navata, minaccia di cadere verso la Prefettura…!!!

Mi fermai esterrefatto e addolorato in mezzo alla chiesa, alzando gli occhi verso la famosa pittura per un ultimo sguardo…mi parve che S. Matteo, portato da Cherubini verso il cielo, si affrettasse a lasciare quel pericoloso posto, inorridito e impaurito! Esplosi: «ma queste cose le conoscono alla Soprintendenza e al Genio Civile?»

«Le conoscono dal 1944!», mi rispose sorridendo amaramente il povero Priore! E mi disse cose che per ora è bene tacere. Dico: per ora, perché pare che all’orizzonte vi sia una schiarita!

Uscii addolorato e lasciai il Priore a meditare sulle ossa di quella che fu la sua chiesa…

Ma sulla piazzetta antistante il Museo e la chiesa, pensai: «porca miseria! Ecco come sono gli italiani! Per ricostruire il Museo si sono spesi decine di milioni con una utilità discutibilissima e si lascia andare in malora un monumento così insigne! O tempo o mores!».

Arrivederci a presto, caro Redattore, e non te la prendere. Il Pensionato girovago.

ASoP, F 126 M. D., Pratica n° 1422: Segnalazione dello stato di abbandono in cui versa la chiesa, 1950, Lettera 18 settembre 1950

PREFETTURA DI PISA Pisa, li 18 Settembre 1950

ALL’ING. CAPO DELL’UFFICIO GENIO CIVILE ALLA SOVRINTENDENZA AI MONUMENTI PISA

Sul Mattino dell’Italia Centrale del 14 settembre, nella rubrica “Tribuna Libera”, è stata pubblicata una lettera a firma “Il Pensionato girovago”, nella quale, fra l’altro viene segnalato lo stato di abbandono in cui si troverebbe la Chiesa di S. Matteo, la cui volta minaccia di crollare.

Si trasmette un esemplare del trafiletto per gli interventi di competenza e con preghiera di riferire. IL PREFETTO

ASoP, F 126 M. D., Pratica n° 1422: Segnalazione dello stato di abbandono in cui versa la chiesa, 1950, Lettera 28 settembre 1950

28 settembre 1950 Pisa-Chiesa di S. Matteo Alla Prefettura di PISA

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In riferimento alla Prefettizia del 18 settembre u. s., relativa alle condizioni della monumentale Chiesa di S. Matteo, assicuro che, per quanto si riferisce ai lavori di restauro di competenza di questa Soprintendenza niente è stato trascurato, ed infatti, fino dal lontano 1945 è stato provveduto da parte della Soprintendenza al completo rifacimento del manto del tetto e fino dal 1948 al distacco degli affreschi eseguito dal Restauratore Lorenzetti di Lucca a richiesta del Genio Civile. Per i lavori di restauro della Chiesa e di ricostruzione della canonica fino dal 1946 furono approvati da questa Soprintendenza, per la sua competenza, i progetti di detti lavori che furono preparati dall’Ente per la Ricostruzione degli Edifici Ecclesiastici devastati dalla Guerra (E. R. E. R.), e da allora la Soprintendenza non ha mancato di far pressioni, nonostante tutte le vicende subite dall’E. R. E. R. stesso, perché il lavoro fosse condotto rapidamente a termine.

L’anonimo autore dell’articolo pubblicato sul “Mattino dell’Italia Centrale” del 14 settembre u. s., ha perfettamente ragione e non posso non associarmi nella deplorazione dello stato in cui ancora viene a trovarsi la Chiesa di S. Matteo con l’antistante Piazza deturpata dall’armatura di sostegno della facciata esistente ormai da troppo tempo.

IL SOPRINTENDENTE P Sanpaolesi

ASoP, F 126, M. D., Pratica n° 1415: Rimozione della recinzione del cantiere nella piazzetta di S. Matteo, Lettera 26 gennaio 1952

26 Gennaio 1952

Chiesa di S. Matteo in Pisa (remozione recinzione cantiere) All’Ufficio del Genio Civile PISA

Questa Soprintendenza invita cotesto spett. Ufficio a voler dare ordine alla Impresa per eseguire la remozione della staccionata situata in piazzetta S. Matteo, in quanto i lavori di ripristino della facciata della Chiesa di S. Matteo sono ultimati. Oltre a ciò, il tavolato costituente detta staccionata è cadente e costituisce anche un pericolo per la pubblica incolumità.

IL SOPRINTENDENTE P S

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