Rapporto.
ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Via Vitaliano Brancati, 48 - 00144 Roma
www.isprambiente.gov.it
ISPRA, Stato dell’Ambiente 67/16 ISBN 978-88-448-0793-1
Coordinamento tecnico-scientifico
Silvia Brini - ISPRA
Viale Cesare Pavese, 305 Telefono: 06/50072597 Fax: 06/50072668
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Comitato di RevisioneISPRA: GIACCHETTI Letizia ARPA Valle d’Aosta: FAVRE Sara ARPA Lombardia: MAURI Massimo APPA Trento: TAVA Maurizio
ARPAE Emilia Romagna: MACCONE Claudio ARPA Campania: MOSCA Luigi
ARPA Puglia: SGARAMELLA Erminia ARPA Sardegna: MANGONE Marcello
Comitato TecnicoISPRA – Francesca Assennato, Roberto Bridda, Roberto Caselli, Anna Chiesura, Marco Falconi, Marco Faticanti, Letizia Giacchetti, Giuliana Giardi, Ilaria Leoni, Arianna Lepore, Patrizia Lucci, Adele Rita Medici, Marzia Mirabile, Daniela Ruzzon, Stefanina Viti
Elaborazione grafica ISPRA
Grafica di copertina: Franco Iozzoli e Elena Porrazzo Coordinamento editoriale
ISPRA – Daria Mazzella
Dicembre 2016
PRESENTAZIONE
Con la Legge 28 giugno 2016, n. 132, che entrerà in vigore il 14 gennaio 2017, viene istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (SNPA), costituito da ISPRA/ARPA/APPA, e viene disciplinato l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Il Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano è il primo Rapporto di Sistema a essere presentato dopo l’approvazione della legge e non è un caso. L’impegno sulla valutazione ambientale delle città nasce nel 2003 quando APAT, oggi ISPRA, scelse di introdurlo tra i suoi compiti istituzionali. Di anno in anno sono state sviluppate e consolidate conoscenze ed esperienze maturando la necessità di allargare gli orizzonti investigativi e soprattutto sollecitare le istituzioni tecniche territoriali a lavorare in sinergia con l’ISPRA con l’obiettivo di costruire un modello di analisi e valutazione comune.
Con il passare del tempo è divenuta sempre più forte la consapevolezza che l’imponente concentrazione di persone nelle aree urbane necessariamente rappresentasse un enorme fattore di pressione sugli ecosistemi e sulle risorse naturali con ricadute sul benessere e sulla qualità della vita di chi nelle città vive e/o lavora.
Il SNPA ha voluto dare, negli anni, un’importanza speciale a una regolare informazione sulla qualità dell’ambiente urbano continuando ad aumentare il numero delle città oggetto di indagine, fino a considerare tutti i capoluoghi di provincia, consapevole che un governo del territorio mirato, una conoscenza delle criticità, un’attenzione alle esigenze e lo sviluppo di una cultura ambientale sostenibile siano il giusto compromesso con le esigenze sociali, economiche e di sviluppo in competizione con una reale tutela dell’ambiente e della salute.
Il Rapporto è diventato pertanto strumento tecnico di lavoro fortemente atteso da tutti gli enti locali e dalle amministrazioni centrali di riferimento e oltre a fornire elementi di valutazione ad amministratori locali e tecnici del settore fornisce informazioni compatibili con l’esigenza di uno sviluppo sostenibile.
Le attività si sono rinforzate puntando ad allargare e approfondire le analisi e le valutazioni verso quei problemi che più caratterizzano l’ambiente urbano e per questo strategici alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile.
Le storiche collaborazioni con l’ANCI, con cui è stato siglato un protocollo d’intesa sulle attività relative alle aree urbane già nel 2009, con l’ISTAT con cui negli anni abbiamo avviato un proficuo lavoro di confronto e arricchimento reciproco, attraverso Gruppi di lavoro interistituzionali come quello sul consumo di suolo e sul verde pubblico, ma anche con l’ACI, con il Corpo Forestale dello Stato, con il Ministero dell’Ambiente, con il Ministero della Salute e inoltre con le Regioni, le Province e i Comuni hanno consentito l’approfondimento dei temi più critici. Lo sviluppo costante di queste sinergie potrà consentire l’implementazione di una pianificazione condivisa nel breve medio periodo verso un governo del territorio specchio di una tutela ambientale sostenibile.
Alcuni temi sono oggetto di particolare attenzione, mi riferisco al consumo del suolo che necessariamente è interconnesso con le principali criticità delle città italiane: non solo dissesto idrologico e geologico, rischio di erosione e perdita di aree verdi e di biodiversità ma anche alterazione dei cicli bio-geochimici e della relazione suolo-atmosfera, qualità dell’aria e delle acque, livelli di rumore e di inquinamento elettromagnetico, presenza dei sistemi produttivi e mobilità.
Un’attenzione particolare al consumo di suolo è stata riconosciuta, il 12 maggio 2016, dalla Camera dei Deputati con il primo via libera alla legge contro il consumo di suolo che si pone l’obiettivo di arrivare al 2050 con un consumo pari a zero. È fondamentale per un Paese come il nostro che il disegno di legge venga approvato al più presto anche in Senato.
Pochi anni fa ha visto la luce la Legge 10/2013 sulle norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani con la quale viene riconosciuto a scala nazionale l’importante ruolo delle aree verdi cittadine per la sostenibilità ambientale e per i servizi eco-sistemici erogati, argomento affrontato nel dettaglio nel capitolo del Rapporto dedicato alle infrastrutture verdi e alla loro multifunzionalità.
Nel Rapporto viene dato da sempre ampio spazio all’analisi delle azioni e degli strumenti per la sostenibilità locale intrapresi dalle amministrazioni pubbliche che rappresentano risposte concrete alle esigenze di risanamento ambientale.
La centralità delle aree urbane come punto focale di partenza per la difesa e tutela dell’ambiente non vede solo l’impegno a livello di singolo Paese ma è fortemente sostenuta dalle Nazioni Unite, dalla FAO, dall’ICLEI, dall’Agenzia Europea per l’Ambiente e le stesse nazioni Unite che, nel 2014, hanno istituito la giornata mondiale delle città che si celebra ogni 31 ottobre.
Il Rapporto è arrivato alla sua XII edizione, sempre innovativo, sempre estremamente attuale e atteso.
Oggetto di indagine quest’anno sono i 116 capoluoghi di provincia per i quali si esprime, attraverso
l’analisi dei temi di maggiore rilievo, la situazione ambientale del paese tendendo ad assecondare
l’esigenza di coniugare l’azione conoscitiva sull’ambiente urbano con la corretta informazione ai
diversi fruitori finali per offrire uno strumento di supporto alle decisioni politiche locali orientate alla sostenibilità ambientale urbana e a un’adeguata pianificazione ambientale locale.
I dati sulla qualità dell’ambiente nelle nostre città sono già da anni in modalità “open” sul sito dell’ISPRA. Gli open data contribuiscono a migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione, a creare valore e opportunità per la collettività; l’adeguamento di questi dati ai formati Linked Open Data (LOD) è stato già intrapreso con l’obiettivo di erogare un servizio utile ai cittadini, agli esperti di settore, agli amministratori pubblici, alla comunità scientifica nazionale e internazionale.
Il Focus di quest’anno su “Inquinamento atmosferico nelle aree urbane ed effetti sulla salute” mette in evidenza le criticità relative alla valutazione dell’esposizione della popolazione all’inquinamento dell’aria e i risultati a cui è giunta la comunità scientifica internazionale con il supporto fondamentale del SNPA.
Presidente ISPRA
Prof. Bernardo De Bernardinis
PREMESSA
Le città, come riferisce anche la Commissione europea, sono “causa e soluzione delle difficoltà di natura economica, ambientale e sociale di oggi”, sappiamo che le aree urbane in Europa ospitano oltre due terzi della popolazione ed è qui che vengono utilizzate circa l’80% delle risorse energetiche. Le Città sono al centro dell’Agenda europea di sviluppo sostenibile, quale priorità strategica, anche rispetto alla programmazione della politica di coesione a sostegno della crescita per il periodo 2014- 2020, che fra i suoi obiettivi include il sostegno alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori, la promozione dell’adattamento al cambiamento climatico, la tutela dell’ambiente e la promozione dell’uso efficiente delle risorse, di sistemi trasporto sostenibili e il rafforzamento della capacità istituzionale per un’amministrazione pubblica efficiente.
È quindi evidente la necessità di comprendere le pressioni ambientali che insistono nei nostri centri urbani, per impostare politiche volte a coniugare sviluppo economico e sociale, tutela delle persone e dell’ambiente. È proprio per queste ragioni che l’ANCI, segue con attenzione ormai da diversi anni le attività di ISPRA, in particolare la pubblicazione del Rapporto sulla Qualità dell’ambiente urbano, anche in virtù del protocollo d’intesa quale importante strumento di analisi e approfondimento ambientale sui centri abitati, utile a supportare i diversi livelli amministrativi e politici nella scelta delle politiche locali più adeguate. Aria, acqua, rumore, suolo, infrastrutture verdi, rifiuti, strumenti e azioni di governance ambientale sono i temi che nel Rapporto ogni anno sono affrontati per offrire una verifica sullo stato della situazione nelle maggiori città del paese. Le analisi riportate restituiscono un’immagine di un Paese in cui tanto si deve e si può ancora fare.
Un importante riferimento va al governo del territorio, che rappresenta l’attività più complessa ma più utile a garanzia del territorio medesimo. Il Rapporto ISPRA 2016, che analizza i dati ambientali di contesto riferiti all’anno 2015 nei 116 capoluoghi di provincia dove risiede circa il 30% della popolazione totale del Paese - oltre 18 milioni di persone -, evidenzia che le aree impermeabilizzate, alimentate da un consumo di suolo sono sempre in ascesa e concorrono ad aumentarne la vulnerabilità in termini di dissesto idrogeologico che emerge prepotente ogni anno ricordando quanto un’attenta valutazione e analisi delle attività antropiche che insistono sul territorio potrebbe contribuire a contenerne le conseguenze anche in termini di vite umane. Gli eventi alluvionali significativi del 2015 e degli ultimi 5 anni, evidenziano come a un’innegabile modifica del regime pluviometrico, che ha accentuato il peso delle cause scatenanti dei dissesti, si sia sovrapposta l’azione di sistematica alterazione delle condizioni naturali originarie da parte dell’uomo, con il risultato di amplificarne molto le conseguenze negative.
L’analisi dei grandi centri urbani, oggetto di studio del Rapporto sulla Qualità dell’ambiente urbano di ISPRA può e deve essere pertanto strumento strategico tecnico e di cultura, anche per richiamare l’attenzione su un’attività costante di prevenzione su tutto il territorio nazionale, superando in primis gli ostacoli culturali, forse più difficili da sormontare rispetto a quelli tecnici o economici.
Segretario generale ANCI
Veronica Nicotra
CONTRIBUTI E RINGRAZIAMENTI
Realizzato dal Dipartimento per la valutazione, i controlli e la sostenibilità ambientale (Direttore ing.
Mario C. Cirillo).
Alla realizzazione del Rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano e del Focus hanno contribuito:
Dipartimenti e Servizi Interdipartimentali ISPRA:
Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale
Dipartimento Attività Bibliotecarie, Documentali e per l’Informazione Dipartimento Tutela delle Acque Interne e Marine
Dipartimento Difesa del Suolo Dipartimento Difesa della Natura
Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale Servizio Interdipartimentale per le Certificazioni Ambientali
Rete dei Referenti “Realizzazione di un rapporto di sistema sull'ambiente urbano”
Nell’ambito delle attività del Comitato Tecnico Permanente di cui si è dotato il Consiglio Federale del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ISPRA/ARPA/APPA), Area 6, è stata costituita una rete di referenti composta da:
LEPORE Arianna, CATTANI Giorgio, DI MENNO DI BUCCHIANICO Alessandro – ISPRA ARMATO Marilù – ARPA Sicilia
CHINI Marco – ARPA Toscana DAMIANI Giovanni – ARTA Abruzzo DI GIOSA Alessandro – ARPA Lazio DI MURO Ersilia – ARPA Basilicata FAVRE Sara – ARPA Valle D’Aosta FILIPPI Elga – ARPA Liguria
MANGONE Marcello – ARPA Sardegna ARPA Molise
MAURI Massimo – ARPA Lombardia MENINI Luca – ARPA Veneto
MIORINI Beatrice – ARPA Friuli Venezia Giulia NAPPI Pina – ARPA Piemonte
ORILISI Stefano – ARPA Marche
PETILLO Paola Sonia – ARPA Campania PIERINI Alessandro – APPA Trento
POLUZZI Vanes – ARPAE Emilia Romagna STRANIERI Paolo – ARPA Umbria
SCHWARZ Helmut – APPA Bolzano SGARAMELLA Erminia – ARPA Puglia SURACI Francesco – ARPA Calabria
Hanno preso parte ai lavori: la Rete dei Referenti, BAIOCCO Fabio (ISPRA), CIRILLO Mario C.
(ISPRA), VISENTIN Roberto (ISPRA), BERTI Camillo (ARPA Toscana), GIACOMICH Paola (ARPA Friuli Venezia Giulia), MACCONE Claudio (ARPAE Emilia Romagna), SEGATTO Gianluca (Comune di Bolzano), MELZANI Raffaella e SGORBATI Giuseppe (ARPA Lombardia), TAVA Maurizio (APPA Trento), ZAMPONI Carlo (ARTA Abruzzo), SCHIAVON Annalisa e ZIROLDO Giovanna (ARPA Veneto).
Autori del XII Rapporto
I contenuti del XII Rapporto sono stati forniti dai seguenti esperti ISPRA:
ALESSI Raffaella
ANDREOTTI Francesco
ARANEO Federico
ASSENNATO Francesca
BARTOLUCCI Eugenia
BELLOMO Barbara
BERTI Domenico BONANNI Patrizia BORGHESI Roberto BORRELLO Patrizia BRIDDA Roberto BRINI Silvia
BULTRINI Massimiliano CARICCHIA Anna Maria CASELLI Roberto CATTANI Giorgio CESAREI Gianluca CHIESURA Anna CURCURUTO Salvatore CUSANO Mariacarmela D’AMICO Mara
DE ANGELIS Roberta DE GIRONIMO Giancarlo DE GIRONIMO Vincenzo DE LAURETIS Riccardo DE MAIO Francesca DE SANTIS Tiziana
DI MENNO DI BUCCHIANICO Alessandro DI NOI Anna
FALCONI Marco FARABEGOLI Geneve FATICANTI Marco FERRANTI Fabio
FINOCCHIARO Giovanni FLORI Marilena
FRIZZA Cristina GADDI Raffaela GAETA Alessandra GAGNA Andrea GALOSI Alessandra GENTA Daniela GIACCHETTI Letizia GUARNERI Enrico Maria IACCARINO Silvia IADANZA Carla
LANZ Andrea Massimiliano LARAIA Rosanna
LEONE Gianluca LEONI Ilaria LEPORE Arianna LOGORELLI Maria LUCARINI Mauro LUCCI Patrizia LUTI Tania
MARASCIULO Tommaso MARINOSCI Ines
MARTARELLI Lucio MASCHIO Gianluca MEDICI Adele Rita MIRABILE Marzia MUNAFÒ Michele MURARO Cristina PACE Emanuela PARIS Pietro
PAPASODARO Felicia
PATRIARCA Mauro
PERINI Paolo PICCINI Claudio RAUDNER Astrid RUZZON Daniela SACCHETTI Francesca SALVATI Silvana SALVI Francesco
SANTINI Angelo Federico SESTILI Paola
SILVESTRI Stefania SPADA Emanuela TORRI Giancarlo TRIGILA Alessandro TUSCANO Jessica URSINO Stefano VECCHIO Antonella VENTURELLI Saverio VITI Stefanina
e dai seguenti autori di altri Enti/Istituzioni:
AVERSA Antida, CILIONE Marco, GRANDE Alessia – ACI BIFFONI Matteo – ANCI e Comune di Prato
DE FALCO Francesca, DE MAIO Lucio, GROSSO Alberto, LIONETTI Emma, LORETO Antonella, LUCE Elio, PETILLO Paola Sonia, VIGLIETTI Salvatore – ARPA Campania
MARTA Sandra – ARPAC Multiservizi
MOLOSSINI Andrea – ARPAE Emilia Romagna
BARBINI Fabio, DI GIULIO Aldo, FAUSTI Daiana, GARGARUTI Carla, LISTRANI Stefano, SACCO Fabrizio – ARPA Lazio
DE BARTOLO Daniela, CAZZANIGA Maria Teresa, MAGGIONI Tiziana – ARPA Lombardia ADDA Sara, ANGLESIO Laura, RAVIOLA Mara, TUMMINELLI Maria Enza – ARPA Piemonte DE MATTIA Maria Cristina – ARPA Puglia
CALFAPIETRA Carlo, DE SIMONI Giovanni, GUIDOLOTTI Gabriele, ESPOSITO Raffaela, LEONE Corrado, MATTIONI Michele, PALLOZZI Emanuele – CNR-IBAF
CELONA Jacopo – Comune di Mantova
CALABRESE Mario, LEONE Ignazio, PASCALE Nicola, TRIFILETTI Emilia Giovanna – Comune di Napoli
CARMINUCCI Carlo, PIERALICE Eleonora – ISFORT SpA BOCHICCHIO Francesco, VENOSO Gennaro – ISS
DIMITRI Mariella, FUSCO Daniela, GIORDANO Paola – ISTAT
CACACE Carlo, GIOVAGNOLI Annamaria – Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro SCOPELLITI Massimo, SIMONE Riccardo – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare/SOGESID
CONSOLARO Alice – Politecnico di Milano
GUARINO Fabio Maria, MAIO Nicola, MEZZASALMA Marcello, ODIERNA Gaetano, PETRACCIOLI Agnese, PICARIELLO Orfeo Lucio Antonio – Università di Napoli Federico II
CANEPARI Silvia, CONGEDO Luca, RIITANO Nicola, STROLLO Andrea – “Sapienza” Università di Roma
Hanno inoltre contribuito alla trasmissione e/o verifica di dati e/o informazioni:
- I membri della Rete dei Referenti “Realizzazione di un rapporto di sistema sull’ambiente urbano”
- BERTI Camillo (ARPA Toscana), GIACOMICH Paola (ARPA Friuli Venezia Giulia), MACCONE Claudio (ARPAE Emilia Romagna), SEGATTO Gianluca (Comune di Bolzano), SGORBATI Giuseppe (ARPA Lombardia), TAVA Maurizio (APPA Trento), ZAMPONI Carlo (ARTA Abruzzo), SCHIAVON Annalisa e ZIROLDO Giovanna (ARPA Veneto)
- I seguenti esperti:
Capitolo 1 – Fattori sociali ed economici
DALISE Caterina – ARPA Campania
Capitolo 2 – Suolo e Territorio:
SCOTTI Emanuele – ARPA Liguria
GIANDON Paolo, MASON Leonardo – ARPA Veneto DI MARCO Antonio – ARPA Toscana
SIENA Emanuela – ARPA Umbria
CROCE Sergio, DESIDERIO Giovanni – ARTA Abruzzo MAGLIONE Adele – ARPA Campania
LACARBONARA Mina, LAGHEZZA Vito, RADICCHIO Benedetta – ARPA Puglia
BENEDETTI Elisabetta, COSSU Quirico Antonio, MANCONI Paola, PILURZU Sergio, ZACCHEDDU Davide – ARPA Sardegna
Capitolo 3 – Infrastrutture verdi:
TEDESCO Anna – ARPA Liguria ROELLA Valeria – ARPA Lombardia GASPARINI Sara – ARPA Veneto
VITALI Francesco – ARPAE Emilia Romagna
CATAPANO Paola, LORETO Antonella – ARPA Campania LAVARRA Patrizia – ARPA Puglia
COSSU Quirico Antonio – ARPA Sardegna Capitolo 4 – Acque:
RAVIOLA Mara – ARPA Piemonte
ALBANESE Sonia, CIVANO Valentina, PAOLI Eliana, SCOTTI Emanuele, STORACE Silvia – ARPA Liguria
BENZONI Stefano – ARPA Lombardia
ANCONA Sara, BENACCHIO Silvano, D’ALBERTO Lucio, RAGUSA Francesca, VAZZOLER Paola – ARPA Veneto
CRISTOFORI Daniele, FERRI Donatella – ARPAE Emilia Romagna
CAVALIERI Susanna, MELLEY Antonio, MENICHETTI Stefano – ARPA Toscana CINGOLANI Alessandra – ARPA Umbria
DAMIANI Giovanni – ARTA Abruzzo
DE MAIO Lucio, GRAMEGNA Cristiano, LIONETTI Emma, MANCA Maria Cristina, MOTTOLA Adolfo, ONORATI Giuseppe – ARPA Campania
DE MATTIA Maria Cristina, MINARDI Martino – ARPA Puglia
ABITA Anna, AIELLO Paola, BUSCAGLIA Viviana, PALUMBO Virginia – ARPA Sicilia CANU Angelo Francesco, LUTZU Gianni, MATTANA Maria Giuseppina, NIGRA Cristina, ZACCHEDDU Davide – ARPA Sardegna
Capitolo 5 – Qualità dell’aria:
GROSA Mauro, LIBANORO Federica, AMASIO Roberto – ARPA Piemonte BEGGIATO Monica, BELGUARDI Alessia – ARPA Liguria
ARRIGONI Silvia – ARPA Lombardia
BUCHER Edith, STENICO Alberta – APPA Bolzano
CALDOGNETTO Elena, MARSON Giovanna, VOLTAREL Graziano, ZAGOLIN Luca – ARPA Veneto
GIOVANI Concettina, PIVIDORE Silvia, VERARDO Pierluigi – ARPA Friuli Venezia Giulia BOTARELLI Lucio, MACCAFERRI Simona, SOGNI Roberto – ARPAE Emilia Romagna ANDREINI Bianca Patrizia, DINI Fiammetta, MARCHI Giovanna – ARPA Toscana MORETTI Olga – ARPA Umbria
BALLIRANO Anna, ONORATI Giuseppe, SCOPANO Eugenio – ARPA Campania ANGIULI Lorenzo, TRIZIO Livia, MAZZONE Fiorella – ARPA Puglia
CENTORRINO Emilio, CREA Pasquale – ARPA Calabria
ABITA Anna, ANTERO Riccardo, BALLARINO Giuseppe, CONDÒ Michele – ARPA Sicilia PEANA Ilaria, SERCI Alessandro – ARPA Sardegna
Capitolo 6 – Rifiuti Urbani:
LOMBARDI Matteo – ARPA Lombardia BARBERIS Renzo – ARPA Piemonte
Capitolo 7 – Attività industriali in ambito urbano:
GROSA Mauro, DEMARIA Roberta – ARPA Piemonte
STORACE Silvia – ARPA Liguria
BARALDO Erika, PIRANESE Cristina, PILLON Silvia – ARPA Veneto LO MONACO Adele – ARPAE Emilia Romagna
BELLASSAI Debora – ARPA Toscana
FILAZZOLA Maria Teresa – ARPA Campania
GUARNIERI CALÒ CARDUCCI Anna, MENEGOTTO Micaela, NOCIONI Alessandra,OTTONELLI Simona, SARACINO Gaetano – ARPA Puglia
Capitolo 8 – Trasporti e Mobilità:
LUCE Elio – ARPA Campania
DELEONARDIS Domenico, GROSA Mauro - ARPA Piemonte SERCI Alessandro, ZACCHEDDU Davide – ARPA Sardegna
Capitolo 9 – Esposizione all’inquinamento elettromagnetico ed acustico:
ADDA Sara, ANGLESIO Laura – ARPA Piemonte BASSANINO Maurizio – ARPA Lombardia
POLI Sabrina, TROTTI Flavio, UGOLINI Raffaella – ARPA Veneto
CALLEGARI Anna, CHIOVARO Sabrina, GAIDOLFI Laura, POLI Maurizio – ARPAE Emilia Romagna
PALAZZUOLI Diego, FRANCIA Fabio – ARPA Toscana
BENEDETTI Francesco, LOMBARDI Armando – ARTA Abruzzo
BARBATO Nicola, BOFFA Guido, CANTERINO Marisa, DELLA ROCCA Maria Rosaria, IMPROTA Giovanni, ZIELLO Armando – ARPA Campania
CARDILLO Francesco, GUARNIERI CALÒ CARDUCCI Anna, OTTONELLI Simona, PRIMAVERA Gianluca – ARPA Puglia
MIGLINO Nicola – ARPA Calabria
ARENA Alessia, CALDARA Salvatore, CALZOLARI Roberta, SANSONE SANTAMARIA Antonio – ARPA Sicilia
CAPPAI Massimo – ARPA Sardegna
Capitolo 10 – Azioni e Strumenti per la Sostenibilità Locale:
GLISONI Marco, RIVELLA Enrico, VIETTI Davide – ARPA Piemonte MOLLICA Valeria, OGGIANU Massimo – ARPA Liguria
MELZANI Raffaella, SGORBATI Giuseppe – ARPA Lombardia BORTOLAMI Paolo, ROSSI Maurizia – ARPA Veneto
CAGNOLI Paolo, COPPI Simona, SILINGARDI Paola, TENAGLIA HELGA – ARPAE Emilia Romagna
TALLURI Marco – ARPA Toscana
DE FALCO FRANCESCA, LUCE Elio – ARPA Campania MANCONI Paola, SAU Carmine – ARPA Sardegna
La Banca Dati Aree urbane, raggiungibile dal sito www.areeurbane.isprambiente.it, è curata da BAIOCCO Fabio e BRIDDA Roberto (ISPRA).
Ringraziamenti
Si ringraziano per la disponibilità dimostrata le Unità tecniche, il Servizio Comunicazione, Alessandra Lasco e Luca De Andreis dell’ISPRA, gli amministratori delle 116 città e i loro collaboratori, l’ISTAT, il Corpo Forestale dello Stato, l’Automobile Club d’Italia.
Un ringraziamento particolare va all’ANCI, e in particolare a Laura Albani, che rappresenta un partner
di eccellenza che ha accompagnato la redazione di questa opera in tutto il suo corso.
INDICE
INTRODUZIONE
S. Brini - ISPRA
XVI1 - FATTORI SOCIALI ED ECONOMICI
1Sintesi – A cura di A.R. Medici
21.1 – Fattori demografici
4C. Frizza, A. Galosi, P. Sestili – ISPRA
1.2 – Demografia di impresa
40A.R. Medici - ISPRA
1.3 – Il turismo nelle aree urbane
55G. Finocchiaro, S. Iaccarino – ISPRA
Box: TOUERM – Verso un meccanismo di reporting europeo “Turismo & Ambiente”
92G. Finocchiaro – ISPRA
Box: ETIS – European Tourism Indicators System – Sistema europeo di indicatori nel settore turismo per la gestione sostenibile a livello di destinazione
94G. Finocchiaro – ISPRA
2 – SUOLO E TERRITORIO
96Sintesi – A cura di M. Falconi
972.1 – Il consumo di suolo
99M. Munafò, T. Luti, I. Marinosci, A. Raudner – ISPRA; L. Congedo, N. Riitano, A. Strollo –
“Sapienza” Università di Roma
2.2 – Forme di urbanizzazione
113I.Marinosci, F. Assennato, T. Luti, M. Munafò – ISPRA; L. Congedo, N. Riitano, A. Strollo –
“Sapienza” Università di Roma
2.3 – Eventi alluvionali in ambiente urbano
129D. Berti, M. Lucarini – ISPRA
2.4 - Pericolosità e rischio idraulico nelle aree urbane
142C. Iadanza, A. Trigila – ISPRA
2.5 – Frane nelle aree urbane
151C. Iadanza, A. Trigila – ISPRA
2.6 - Interventi urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico
160E. M. Guarneri, T. Marasciulo – ISPRA
2.7 - Cartografia geologica delle grandi aree urbane italiane
175D. Berti, L. Martarelli, C. Muraro, F. Papasodaro, P. Perini, S. Silvestri – ISPRA
2.8 – Strumenti urbanistici di ultima generazione: l’apporto della Valutazione Ambientale
Strategica alla tematica del consumo di suolo
190M. Flori – ISPRA
Box: Strumento urbanistico del Comune di Trieste
204M. Flori – ISPRA
2.9 - Progresso nella gestione dei Siti Contaminati di Interesse Nazionale nelle aree urbane
206F. Araneo, E. Bartolucci, M. Falconi, A. Vecchio – ISPRA
Box: Il censimento delle aree di cava in Regione Campania: metodologia e risultati
212P.S. Petillo – ARPA Campania; S. Marta – ARPAC Multiservizi
3 – INFRASTRUTTURE VERDI
214Sintesi – A cura di A. Chiesura
2153.1- Il verde pubblico
217A. Chiesura, M. Mirabile – ISPRA
3.2 - Le aree naturali protette
234A. Chiesura, M. Mirabile – ISPRA
3.3 - La Rete Natura 2000: analisi quali-quantitativa
243M. Mirabile – ISPRA
Box – Il rospo smeraldino italiano nell’ambiente urbano di Napoli
267F. M. Guarino, M. Mezzasalma, G. Odierna, A. Petraccioli, O. L. A. Picariello, N. Maio – Dip. Biologia, Università di Napoli Federico II; S. Viglietti, A. Loreto – ARPA Campania
3.4 – Strumenti di governo del verde
270A. Chiesura, M. Mirabile – ISPRA
3.5 – Agricoltura urbana e periurbana
282M. Dimitri, P. Giordano e D. Fusco – ISTAT
Box - Centomila orti: i Comuni toscani diventano più verdi
323M. Biffoni - ANCI Toscana e Comune di Prato
3.6 - Gli incendi boschivi
325C. Piccini – ISPRA
Box - Boschi urbani e qualità dell’aria: il caso del Bosco di Capodimonte a Napoli
336R. Esposito, C. Leone, E. Pallozzi, G. Guidolotti, G. Desimoni, M. Mattioni, C.
Calfapietra – CNR-IBAF
4 – ACQUE
338Sintesi – A cura di S. Venturelli
3394.1 – Consumo di acqua per uso domestico e perdite di rete
342G. De Gironimo, S. Venturelli – ISPRA
4.2 – Sistemi di depurazione e collettamento delle acque reflue urbane
358S. Salvati, T. De Santis – ISPRA
Box: Impianti di trattamento di acque reflue urbane e selezione di batteri antibiotico-resistenti
376A. Di Noi – ISPRA
Box: Esperienze di riuso delle acque in Puglia
379M. C. De Mattia - ARPA Puglia
4.3 - Acque di balneazione
382R. De Angelis, P. Borrello, E. Spada – ISPRA; M. Scopelliti – SOGESID SpA/Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
4.4 - La balneabilità delle acque dei capoluoghi costieri di Regione nella stagione balneare
2016
402L. De Maio, E. Lionetti – ARPA Campania
4.5 – Stato di qualità dei corpi idrici superficiali ricadenti nei capoluoghi di Regione
405M. Raviola, M.E. Tumminelli – ARPA Piemonte
4.6 – Pesticidi nelle acque
413P. Paris, G. Maschio, E. Pace, S. Ursino – ISPRA
5 – QUALITÀ DELL’ARIA
426Sintesi – A cura di G. Cattani
4275.1 – Qualità dell’aria
430A.M. Caricchia, G. Cattani, A. Gaeta, G. Leone – ISPRA
Box: Effetti dell’inquinamento atmosferico sui materiali. Annerimento e corrosione nella città di
Roma, un caso di studio
480R.Gaddi, M.Cusano, P.Bonanni – ISPRA C.Cacace, A.Giovagnoli – ISCR
F. Barbini, A. Di Giulio, D. Fausti, C. Gargaruti, S. Listrani, F. Sacco – ARPA Lazio
5.2 - Esposizione della popolazione urbana agli inquinanti atmosferici in outdoor
483J. Tuscano – ISPRA
5.3 – Pollini aerodispersi
500V. De Gironimo – ISPRA
5.4 – L’inquinamento dell’aria indoor
511A. Lepore, S. Brini – ISPRA
Box: L’inquinamento dell’aria indoor nel sistema metropolitana
533S. Brini, G. Cattani, F. De Maio, A. di Menno Di Bucchianico, A. Lepore – ISPRA; S. Canepari – “Sapienza” Università di Roma
5.5 – Esposizione al gas radon indoor
5366 – RIFIUTI URBANI
543Sintesi – A cura di A. Santini
5446.1 – I rifiuti urbani
546R. Laraia, A.M. Lanz, A.F. Santini – ISPRA
Box: Le caratteristiche quali-quantitative dei rifiuti urbani: un approccio metodologico per la definizione della produzione procapite teorica per frazione merceologica
573A. Grosso – ARPA Campania
7 – ATTIVITÀ INDUSTRIALI IN AMBITO URBANO
576Sintesi – A cura di D. Ruzzon
5777.1 – Installazioni soggette ad autorizzazione integrata ambientale di competenza statale in
ambito urbano
579F. Andreotti, B. Bellomo, R. Borghesi, G. Farabegoli – ISPRA
Box: Misurare l’inquinamento proveniente da aree industriali: i sistemi DOAS e LIDAR
593F. Andreotti, F. Ferranti – ISPRA
7.2 – Le attività industriali secondo il registro PRTR
596R. De Lauretis, A. Gagna – ISPRA
8 - TRASPORTI E MOBILITÀ
612Sintesi – A cura di R. Bridda
6138.1 - Analisi del parco veicolare nelle aree urbane
618A. Grande – ACI
8.2 – La mobilità urbana sostenibile
657R. Bridda, S. Brini – ISPRA
Box: La domanda di mobilità nei contesti urbani
692C. Carminucci, E. Pieralice – ISFORT SpA
Box: Il Programma Sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro
694R. Simone – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Box: Il programma Liberiamo l’aria in Emilia Romagna
695M. Faticanti – ISPRA, A. Molossini – ARPAE Emilia Romagna
Box: IL PUMS del Comune di Napoli
697M. Faticanti – ISPRA; E. Luce – ARPA Campania; M. Calabrese, N. Pascale, I. Leone, E. G.
Trifiletti – Comune di Napoli
8.3 – Analisi degli incidenti stradali
699A. Aversa, M. Cilione – ACI
8.4 – Trasporto marittimo di merci e passeggeri
743M. Bultrini, M. Faticanti – ISPRA
9 - ESPOSIZIONE ALL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO ED ACUSTICO
756Sintesi – A cura di M. Logorelli e F. Sacchetti
7579.1 – Inquinamento elettromagnetico
759S. Curcuruto, M. Logorelli – ISPRA
Box: Razionalizzazione della rete elettrica ad alta e altissima tensione e forme di mitigazione
degli impatti in Torino e cintura
787S. Adda, L. Anglesio – ARPA Piemonte
Box: Evoluzione negli anni dei livelli di campo elettromagnetico generati da impianti di
telefonia in un’area urbana
789D. de Bartolo, M.T. Cazzaniga, T. Maggioni – ARPA Lombardia; A. Consolaro – Politecnico di Milano
9.2 – Inquinamento acustico
791F. Sacchetti – ISPRA
10 – AZIONI E STRUMENTI PER LA SOSTENIBILITÀ LOCALE
837Sintesi – A cura di R. Caselli e G. Giardi
83810.1 - Banca dati Gelso: le buone pratiche di sostenibilità locale
841I. Leoni, S. Viti, L. Giacchetti – ISPRA
10.2 – Pianificazione locale
867P.Lucci, D.Ruzzon – ISPRA
10.3 – Il patto dei sindaci
880R. Caselli – ISPRA
10.4 – EMAS e la gestione del territorio
888M. D’Amico, M. Patriarca, S. Curcuruto – ISPRA
Box: Leggero è bello: il progetto Siamo Dove Stiamo
894J. Celona - Comune di Mantova
Box: EMAS in Regione Campania: le Linee Guida di ARPA CAMPANIA
896F. De Falco – ARPA Campania
10.5 – L’Ecolabel UE nelle aree urbane
898G. Cesarei, R. Alessi – ISPRA
10.6 – Strumenti di informazione e comunicazione ambientale web
906D. Genta, S. Benedetti – ISPRA
INTRODUZIONE
a cura di Silvia Brini
Con la presente edizione, il Rapporto “Qualità dell’ambiente urbano”, realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) - costituito da ISPRA e dalle ARPA/APPA, e istituito con la Legge 28 giugno 2016, n. 132, che entrerà in vigore il 14 gennaio 2017 -, prosegue, senza soluzione di continuità, il percorso iniziato 12 anni fa con l’obiettivo di rendere disponibile un’informazione ambientale solida e condivisa sulla qualità dell’ambiente nelle aree dove più si concentra la popolazione, le città. Quest’anno, con l’analisi estesa ai 116 capoluoghi di provincia, si raggiunge l’obiettivo previsto nel 2009 nell’ambito del protocollo d’intesa tra ISPRA e le ARPA/APPA sulle aree urbane, per un insieme di città rappresentativo di oltre 18 milioni di persone, pari al 30% della popolazione italiana, consapevoli che il contesto ambientale presentato è un importante riferimento per tutto il territorio nazionale e per tutte le persone per le quali ogni giorno è un diritto essere esposte a una buona qualità dell’aria, fruire di aree verdi pubbliche accessibili e sicure, vivere in una realtà dove la mobilità attiva non è un rischio ed è per tutti, potersi bagnare nelle acque interne e costiere del proprio territorio, sapere garantito lo svolgimento dei servizi eco-sistemici del suolo e della natura. Persone per le quali è un diritto avere accesso a una corretta informazione ambientale, grazie alla quale possono apprezzare il livello di qualità ambientale della realtà nella quale vivono e lavorano, valutare le differenze nella qualità ambientale fra una città e un’altra e spiegare il perché delle differenze.
Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente è costituito da 21 Agenzie regionali e delle Province autonome di Trento e di Bolzano e dall’ISPRA e, in materia ambientale, ha il dovere di rispondere alle esigenze conoscitive dei cittadini e degli amministratori locali producendo un’informazione ambientale consolidata, condivisa e accessibile. È obiettivo del Sistema diventare sempre di più per cittadini, decisori e per gli altri stakeholders un soggetto autorevole le cui analisi e valutazioni vengono considerate un riferimento certo.
L’obiettivo che il Sistema si pone è particolarmente ambizioso e, soprattutto ora che esso è stato formalmente costituito, la dimostrazione delle sue capacità di produrre e “leggere” in maniera integrata e armonizzata i dati che derivano dalle attività di monitoraggio e controllo dei territori è quanto mai urgente. C’è infatti una crescente domanda, dai decisori locali, dai tecnici e dai cittadini, di un’informazione sempre più efficace e tempestiva. Per l’edizione 2016 del Rapporto è stata con forte determinazione perseguita l’elaborazione e l’analisi delle informazioni derivanti dai monitoraggi e dai controlli svolti dalle Agenzie regionali e delle Province autonome soprattutto nei capoluoghi di Regione per poter valutare la qualità delle più importanti matrici ambientali. In modo particolare sono stati messi a punto alcuni indicatori significativi relativi al tema Acque, che nelle precedenti edizioni del Rapporto non erano stati adeguatamente rappresentati. La qualità delle acque superficiali in termini di stato chimico e stato ecologico anticipa i contenuti del Rapporto di Sistema sulla qualità delle acque per tutto il territorio nazionale di prossima pubblicazione. Sempre in tema di qualità delle acque vengono presentati i risultati dei monitoraggi sulle acque di balneazione relativi alla stagione balneare appena conclusa per le città costiere capoluogo di Regione e, per quanto riguarda la presenza di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee, vengono qui rappresentati per la prima volta i dati per le città capoluogo di Provincia.
I risultati dei monitoraggi della qualità dell’aria riferiti all’anno 2015 e, per il PM10 e per l’O
3, rispettivamente, ai primi sei mesi del 2016 e alla stagione estiva 2016, rappresentano il più rilevante risultato intermedio nel percorso che il Sistema sta compiendo per realizzare l’obiettivo di fornire le informazioni sull’inquinamento dell’aria, in maniera armonizzata, con la tempestività dovuta.
Per il tema “Suolo”, agli indicatori su consumo di suolo e sprawl urbano si sono aggiunti i dati relativi alla popolazione e ai beni culturali esposti al rischio di frane e alluvioni e il numero di cantieri aperti contro il dissesto idrologico e geologico e l’erosione costiera. Complementare al tema “Suolo” è quello delle “Infrastrutture verdi” che esplicano le proprie funzioni in termini di servizi eco-sistemici proprio là dove il consumo di suolo ha lasciato spazio: quantità di verde pubblico, siti Natura 2000, presenza di strumenti di gestione e pianificazione del verde comunale si accompagnano agli indicatori sull’agricoltura urbana che mostrano in maniera sempre più evidente come l’urbanizzazione diffusa si realizzi a svantaggio dei territori agricoli urbani e peri-urbani che, oltre a svolgere funzioni ecologiche e paesaggistiche fondamentali, sono anche il luogo di elezione per la produzione di cibo per le aree urbane in un’ottica di filiera corta.
Anche con riferimento agli agenti fisici, in particolar modo ai campi elettromagnetici determinati dalle
installazioni per telefonia mobile, l’impegno del Sistema ha consentito che il Rapporto di quest'anno
vedesse un importante incremento delle informazioni, aggiornate al luglio 2016, per i 116 capoluoghi
di Provincia.
Il Rapporto non si limita all’identificazione dei livelli di qualità e, come già evidenziato nelle edizioni precedenti, affronta con sistematicità l'analisi di strumenti e azioni che principalmente i decision makers mettono in campo per il risanamento ambientale. Gli strumenti di pianificazione a scala locale, il repertorio delle buone pratiche ambientali, gli strumenti volontari e la comunicazione ambientale a opera delle amministrazioni locali mettono in luce le capacità dei decisori di affrontare le sfide che il nuovo millennio pone ma anche le criticità di un governo del territorio che con risorse economiche limitate deve operare tra emergenze concorrenti per puntare a soddisfare con sempre maggiore efficacia le esigenze della cittadinanza.
Con altrettanta forte determinazione, il Sistema si è indirizzato verso le nuove tecnologie di condivisione dell'informazione e di interoperabilità dei dati avviando il processo di adeguamento dei dati presenti nella banca dati “aree urbane” (www.areeurbane.isprambiente.it), da sempre “open” e quindi di libera consultazione e da molti anni fruibile anche dalla comunità internazionale perché disponibile anche in lingua inglese, ai formati Linked Open Data per garantire la piena utilizzazione anche in ambito transnazionale delle informazioni ambientali per le città italiane.
Al XII Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano – Edizione 2016 si affianca il Focus su
“Inquinamento atmosferico nelle aree urbane ed effetti sulla salute”. Il Focus di quest’anno è stato anch’esso fortemente voluto dal Sistema per rispondere ai bisogni conoscitivi delle amministrazioni comunali, di cui ANCI si è fatta tramite, su una materia cruciale che ogni inverno sale all’onore delle cronache e impone misure emergenziali di gestione degli episodi acuti di inquinamento. Il Focus oltre ad approfondire sulla base della più significativa letteratura tecnica e scientifica la fenomenologia dell'inquinamento dell’aria e le principali sorgenti emissive, fa il punto sui risultati della ricerca in merito agli effetti sulla salute dovuti all’esposizione all’inquinamento atmosferico mettendo in evidenza il ruolo e le attività che negli ultimi dieci anni i componenti del Sistema in particolare hanno svolto. Il Focus punta anche a sottolineare l’importanza della comunicazione sull’inquinamento dell’aria e sugli effetti sulla salute sia per quanto attiene gli aspetti metodologici che le strategie comunicative.
E proprio in tema di strategie comunicative, il SNPA ha scelto di sperimentare la nuova strategia di
comunicazione del Sistema in occasione della pubblicazione dell’edizione 2016 del Rapporto sulla
qualità dell'ambiente urbano, identificando un insieme particolarmente significativo in termini di
criticità ambientale di temi e indicatori per le venti città capoluogo di Regione (più Bolzano). A questo
scopo gli apparati tecnici del Sistema hanno lavorato in sinergia e in sincronia con gli apparati della
comunicazione per una più immediata lettura dei livelli di qualità ambientale delle aree più
antropizzate del Paese.
Elenco di tutti i 116 Comuni capoluogo di Provincia oggetto del Rapporto:
Torino, Vercelli, Novara, Biella, Cuneo, Verbania, Asti, Alessandria, Aosta, Imperia, Savona, Genova,
La Spezia, Varese, Como, Lecco, Sondrio, Milano, Monza, Bergamo, Brescia, Pavia, Lodi, Cremona,
Mantova, Bolzano, Trento, Verona, Vicenza, Belluno, Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Pordenone,
Udine, Gorizia, Trieste, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì,
Rimini, Massa, Lucca, Pistoia, Firenze, Prato, Livorno, Pisa, Arezzo, Siena, Grosseto, Perugia, Terni,
Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno, Viterbo, Rieti, Roma, Latina, Frosinone, L’Aquila,
Teramo, Pescara, Chieti, Isernia, Campobasso, Caserta, Benevento, Napoli, Avellino, Salerno, Foggia,
Andria, Barletta, Trani, Bari, Taranto, Brindisi, Lecce, Potenza, Matera, Cosenza, Crotone, Catanzaro,
Vibo Valentia, Reggio Calabria, Trapani, Palermo, Messina, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Catania,
Ragusa, Siracusa, Sassari, Nuoro, Oristano, Cagliari, Olbia, Tempio Pausania, Lanusei, Tortolì,
Sanluri, Villacidro, Carbonia, Iglesias.
Al centro del Rapporto Qualità dell’ambiente urbano vi è la città, contesto territoriale dove sempre più si sta concentrando la popolazione mondiale. Studiare l’ambiente urbano richiede la conoscenza di tutte le sue componenti abiotiche, biotiche e antropiche, e del sistema di relazioni che si instaura tra tali componenti. E’ evidente, quindi, come le indagini in questo campo siano strettamente correlate con le tematiche di ricerca socio-ambientale relative alla “qualità della vita”. Si tratta di ambiti di indagine scientifica diversi che hanno, tuttavia, molti punti di intersezione e condividono, tra l’altro, un approccio metodologico di integrazione (trattazione di fenomeni aggregabili statisticamente e uso di modelli integrati e schemi di riferimento sistemici) e di differenziazione (variabili e indicatori specifici delle scienze naturali e di quelle sociali).
Gli stessi concetti di “vita” e di “ambiente” comprendono entrambi aspetti bio-fisici e sociali.
Il percorso logico non può che condurci, pertanto, allo studio dell’ambiente in termini di analisi quantitativa e qualitativa delle diverse forme di insediamento urbano in relazione allo stato delle matrici ambientali, per conoscere e prevenire i possibili effetti significativi (su di esse) prodotti dalle attività antropiche. In altri termini, focalizzare l’attenzione sulle variabili che influenzano le relazioni tra sistema sociale locale e ambiente fisico e sulla capacità dell’ambiente di assorbire e reagire ai fattori di turbamento, comporta un approccio basato sulla conoscenza e sulla valutazione degli effetti materiali e immateriali dell’agire umano.
Per comprendere la centralità degli indicatori demografici ed economici, basti riflettere su come gran parte degli inquinanti atmosferici derivi dal riscaldamento e dal traffico, gran parte degli inquinanti idrici e del terreno provenga dai rifiuti solidi e liquidi delle città, gran parte del consumo delle risorse naturali derivi dalla produzione di energia e di beni e servizi, e così via. La stessa pianificazione, che gioca un ruolo essenziale nell’uso del suolo in una visione globale sia dello sviluppo sia della conservazione dell’ambiente e del territorio, non può prescindere dallo studio degli indicatori che sono analizzati nel Capitolo 1. Fattori sociali ed economici . In Italia, al 31 dicembre 2015, risiedono 60.665.551 persone con un saldo complessivo negativo pari a 130.061 unità. Una diminuzione consistente, per la prima volta negli ultimi novanta anni. A tale variazione negativa fa riscontro un flusso in entrata dall’estero che cresce solo dello 0,9% mentre le emigrazioni crescono di quasi l’8%. La diminuzione della popolazione residente ha interessato 87 dei 116 Comuni oggetto di studio, e i decrementi più consistenti in valore assoluto sono stati registrati a Roma (-7.290) e a Torino (-6.244). Al contrario gli incrementi più consistenti si sono riscontrati a Milano (8.696), Parma (2.552). L’incidenza dei cittadini stranieri è massima nei Comuni capoluogo di provincia di Milano, Brescia, Prato e Piacenza dove più di 18 residenti su 100 sono stranieri.
Anche nel 2015, la densità della popolazione è più alta a Napoli (8.184 abitanti per km
2), seguita da Milano (7.408 abitanti per km
2) e Torino (6.850 abitanti per km
2). Di contro, troviamo valori inferiori a 100 a Tempio Pausania (68 abitanti per km
2), Villacidro (77 abitanti per km
2) ed Enna (78 abitanti per km
2). Si conferma anche la maggiore presenza della componente femminile: 9.547.231 donne, pari al 52,4% del totale, e 8.670.368 uomini, pari al 47,6% del totale, mentre il rapporto di mascolinità risulta pari a 90,8, inferiore al valore nazionale che è pari a 94,4. Le città dove il rapporto di mascolinità presenta i valori più bassi sono: Siena (85,6), Udine (86,2), Biella (86,7), Sondrio (86,9), Cagliari (87,2), mentre i valori più alti si riscontrano a: Crotone (99,2), Villacidro (99,0), Olbia (98,9), Barletta (98,5), Trani (97,8) ed è sbilanciato a favore della componente maschile solo a Tempio Pausania con un valore pari a 100,1. Prosegue anche la riduzione della popolazione con meno di 15 anni e, in modo consistente, quella della popolazione in età attiva. L’indice di dipendenza strutturale – che esprime il carico sociale ed economico teorico della popolazione in età attiva ‒ varia da 43 di Olbia a 68 di Savona (valori superiori a 50 indicano una situazione di squilibrio tra generazioni).
In estrema sintesi, dall’analisi dei dati demografici emergono le seguenti specificità dei principali Comuni italiani:
• nel Comune di Roma, il più esteso dei Comuni italiani, risiede circa il 5% della popolazione italiana;
• Genova presenta un elevato indice di dipendenza anziani e un basso tasso di crescita naturale;
• Torino e Milano presentano un’elevata incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione residente insieme ad un’elevata densità della popolazione;
• Napoli e Palermo presentano un’elevata densità, accompagnata da una bassa incidenza della
popolazione straniera e da una popolazione più giovane.
imprese, a livello nazionale ha raggiunto lo 0,7%. I nuovi imprenditori ‘under 35’ hanno contribuito con 66.202 nuove unità, 32.000 sono quelle create dagli stranieri e 14.300 dalle donne. Questo saldo positivo è dovuto al leggero aumento del tasso di natalità che è stato pari al 6,2% e alla leggera diminuzione del tasso di mortalità che è stato pari al 5,4%. Rispetto al 2014 il tasso di crescita è aumentato in 65 Province, diminuito in 26 ed è rimasto invariato in 14. Sono cresciute soprattutto le attività legate ai servizi di ristorazione, al commercio al dettaglio, e alle attività di supporto alle imprese, mentre sotto il profilo della forma giuridica il saldo positivo è stato sostenuto dalla crescita delle società di capitale, mentre le imprese individuali e le società di persone sono diminuite.
L’auspicio è che venga seguito l’esempio di quelle imprese che, a seguito della crisi, si sono rinnovate puntando su una maggiore qualità dei prodotti e delle produzioni, su di una riqualificazione e innovazione tesa alla ricerca di produzioni di elevata qualità ecologica e di modelli produttivi e gestionali ambientalmente avanzati. È sempre più evidente, infatti, che il modello lineare di crescita economica seguito nel passato non è adatto alle città che vogliono essere sostenibili e inclusive. Come indicato dall’Unione europea (UE) con la Comunicazione della Commissione del 2014, un uso più efficiente delle risorse potrebbe diminuire sensibilmente il consumo di materie prime, con consistenti risparmi per l'industria europea che potrebbe trarre, al contempo, profitti attraverso la creazione di nuovi mercati e nuovi prodotti, contribuendo, in tal modo, a dissociare la crescita economica dall’uso delle risorse naturali.
Nel 2014 prosegue anche la crescita del turismo, ma con mutate esigenze e tempistiche diverse, prestando sempre più attenzione alle peculiarità del territorio e alla salvaguardia ambientale. Il numero di esercizi ricettivi complessivi, tra il 2010 e il 2014 è aumentato di circa il 27% (5% a livello nazionale), mentre i posti letto totali sono cresciuti nello stesso periodo di circa il 10% (solo del 2%
nell’intero Paese), con gli incrementi più alti registrati, nella maggioranza dei casi, nelle città classificate come “città d’arte” (Ancona, Arezzo, Bari, Fermo, Macerata e Viterbo), anche se non rientrano tra le mete nazionali più gettonate dai turisti. I trend di crescita più alti tra i 116 Comuni capoluoghi di provincia si sono registrati, infatti, in mete meno ambite a livello turistico, fenomeno che di fatto è indice di un potenziamento meglio distribuito a livello nazionale dell’intero settore ricettivo. Una crescita più sostenuta dei posti letto è, infatti, preferibile dal punto di vista ambientale, rispetto alla creazione di nuove strutture ricettive, che occupano più suolo e implicano maggiori spese
“fisse” e consumi più alti; al riguardo, nel 2014, va segnalata la leggera contrazione del numero di strutture alberghiere (-0,3%) e un aumento di quelle complementari (5,5%), a fronte di una crescita complessiva del numero di posti letto pari a 3,6%.
In termini di flussi va segnalato che a livello provinciale, rispetto al 2013, il numero degli arrivi nel 2014 è cresciuto (2,6%) mentre è rimasto pressoché invariato quello delle presenze (0,3%). Per quanto riguarda il rapporto “presenze/abitanti”, per le Provincie oggetto d’indagine spiccano, per ragioni diverse, soprattutto Bolzano, Venezia e Rimini, dove si sono registrati nei suddetti indicatori di intensità turistica valori elevati. Sono le stesse Province dove l’incidenza del movimento turistico sulla produzione totale dei rifiuti urbani è superiore al valore nazionale: Rimini con 84,3 kg pro capite, Bolzano con 61,1 kg pro capite, Venezia con 55,3 kg pro capite. In generale circa il 30% delle Province presenta il rapporto “presenze/abitanti” più alto di quello nazionale.
È necessario, pertanto, proseguire sulla strada dello sviluppo del turismo diminuendo, al contempo, il peso che esercita sul territorio, attraverso la promozione diversificata delle mete turistiche e dell’offerta turistica, promuovendo ad es. il turismo legato al benessere, alla salute (compreso il turismo termale) e all’istruzione, il turismo enogastronomico, storico, ecc. Sarebbe necessario compiere, in altri termini, ulteriori sforzi per intraprendere definitivamente la strada di un turismo rispettoso dell’ambiente e realmente sostenibile per le generazioni future. Un contributo in questa direzione vogliono essere i due strumenti dell’UE presentati nei due Box del Capitolo: ETIS – European Tourism Indicators System, e TOUERM – Verso un meccanismo di reporting europeo
“Turismo & Ambiente”, volti a migliorare la gestione sostenibile delle destinazioni turistiche
misurando e monitorando attraverso opportuni indicatori i processi di gestione della sostenibilità nel
settore del turismo, nonché di condividere e mettere a confronto i progressi e i risultati conseguiti.
Riassunto
La popolazione e la sua distribuzione sul territorio sono un fattore di pressione di grande rilevanza. Le persone presenti in un determinato territorio generano, infatti, pressioni sull’ambiente attraverso lo sfruttamento delle risorse naturali, la produzione di rifiuti, la modifica dell’ambiente originario ecc . Pertanto, tra le molte indagini preliminari alla redazione dei piani urbanistici comunali, ma anche a più ampi livelli territoriali, il quadro demografico è da ritenersi indispensabile quale punto di partenza per i ragionamenti essenziali. La dimensione e la struttura della popolazione e le dinamiche demografiche ad esse collegate possono essere misurate ricorrendo ad un ampio numero di indicatori. Le caratteristiche strutturali riguardano l’età, il sesso, lo stato civile, la residenza e la cittadinanza, mentre quelle dinamiche considerano i flussi della popolazione causati dalle nascite e morti, migrazioni, formazione e scioglimento delle unioni. In relazione a ciò, nel presente studio sono stati considerati 6 indicatori: popolazione residente, popolazione straniera residente, rapporto di mascolinità, struttura per età della popolazione, tasso di crescita totale, densità demografica. Dall’analisi dei dati sulla popolazione legale residente al 31 dicembre 2015 risulta che nei 116 Comuni oggetto di studio risiede circa il 30% della popolazione totale del Paese (oltre 18 milioni di persone) coprendo il 6,8% della superficie italiana (20.679 km
2).
Parole chiave
Popolazione residente, struttura per età della popolazione, densità demografica
Abstract
The population and its distribution on the territory are a pressure factor of great importance. The people produce, in fact, pressures on the environment through the exploitation of the natural resources, the waste generation, the change of the original environment, etc .
Therefore, among the many preliminary investigations for the predisposition of the municipal urban planning, but also to other territorial levels, the demographic picture is indispensable as a starting point for the reasoning essential.
The dimension and the structure of the population and the demographic dynamics to them connected can be measured using a large number of indicators. The structural characteristics concern the age, the sex, the civil state, the residence and the citizen while those dynamics consider the flows of the population caused by the births and deaths, migrations, formation and dissolution of the unions. In relationship to this, in the present study 6 indicators have been considered: resident population, resident foreign population, masculinity ratio, age structure of the population, the total growth rate, population density.
On 31
thDecember 2015, data analysis shows that resident population in the 116 municipalities taken into account lies about 30% of the country's total population (over 18 million people), covering 6,8% of the Italian area (20,679 km
2).
Keywords
Resident population, age structure of the population, population density
ISPRA - Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale
La popolazione residente nel Comune è costituita dalle persone, di cittadinanza italiana e straniera, aventi dimora abituale nel Comune stesso. Per obbligo di legge, ogni persona avente dimora abituale in Italia deve iscriversi nell’anagrafe del Comune nel quale ha stabilito la sua dimora abituale. In seguito ad ogni Censimento della popolazione viene determinata la popolazione legale, a tale popolazione si somma il movimento anagrafico dei periodi successivi, calcolati con riferimento alla fine di ciascun anno solare e si calcola così la popolazione residente in ciascun Comune al 31 di dicembre di ogni anno. Coloro che dimorano in modo temporaneo in un altro Comune oppure all’estero a causa di occupazioni stagionali o di durata limitata non cessano di appartenere alla popolazione residente.
I dati relativi alla popolazione residente provengono dalla rilevazione sulla “Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile” che l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) conduce dal 1992 presso le anagrafi dei Comuni italiani. La popolazione totale e per sesso è in linea con le risultanze del Censimento 2011 e con il conseguente bilancio demografico, periodo 10 ottobre 2011 - 31 dicembre 2015.
Al 31 dicembre 2015 risiedono in Italia 60.665.551 persone, il saldo complessivo è negativo per 130.061 unità. Si evidenzia che dal 1952 in poi l’Italia ha sempre aumentato la popolazione (salvo una riduzione congiunturale dello 0,1 per mille nel 1986). Nell’insieme, la variazione della popolazione scaturisce dalla somma delle seguenti voci di bilancio: il saldo negativo del movimento naturale, pari a -161.791 unità; il saldo positivo del movimento migratorio con l’estero, uguale a 133.123 unità e il saldo per altri motivi e per movimento interno pari a -101.393 unità. Il considerevole saldo naturale negativo, insieme alla diminuzione del saldo migratorio, ha determinato il decremento della popolazione. Complessivamente sono state registrate 485.780 nascite e 647.571 decessi, si sottolinea che occorre risalire al biennio 1917/18 per osservare valori ancora più elevati. Il 2015 è stato caratterizzato da un significativo aumento di decessi nel nostro Paese.
Dall’analisi dei dati sulla popolazione legale residente al 31 dicembre 2015 risulta che nei 116 Comuni oggetto di studio risiede circa il 30% della popolazione totale del Paese (oltre 18 milioni di persone) coprendo il 6,8% della superficie italiana (20.679 km
2). La componente femminile è pari al 52,4%:
9.547.231 donne di cui 1.030.618 straniere (vedi Tabelle 1.1.2 e 1.1.3 nella sezione Tabelle).
Tra il 2014 e il 2015 nella maggior parte dei Comuni considerati, ossia 87 su 116, la variazione della popolazione residente risulta negativa, i maggiori decrementi in valore assoluto riguardano Roma (- 7.290), Torino (-6.244), Genova (-5.852), Napoli (-4.325), Palermo (-4.057) mentre gli incrementi più consistenti si riscontrano a Milano (8.696), Parma (2.552), Firenze (1.771), Crotone (1.047). In termini percentuali il decremento più elevato si riscontra ad Aosta (-1,1%), quello di segno contrario a Crotone (1,7%) seguita da Parma (1,3%) (vedi Tabella 1.1.1 nella sezione Tabelle).
Nel 2015, dei 116 Comuni esaminati 10 contano più di 300.000 abitanti, e tra questi 6 Comuni più di 500.000. Solamente Roma e Milano superano il milione di abitanti. In termini di popolazione Roma è il Comune più grande d’Italia con 2.864.731 residenti (2.872.021 nel 2014) (vedi Mappa tematica 1.1.1).
POPOLAZIONE RESIDENTE
Mappa tematica 1.1.1 - Popolazione residente al 31 dicembre 2015
Fonte: elabora zione ISPRA su dati ISTAT
Per popolazione straniera residente s’intende la popolazione residente con cittadinanza non italiana.
I cittadini stranieri residenti sono coloro che risultano iscritti nelle anagrafi comunali. La popolazione straniera residente è stata ricalcolata a partire dal Censimento 2011, sommando alla popolazione censita il 9 ottobre 2011 il movimento anagrafico del periodo 9 ottobre ‒ 31 dicembre 2011 e, successivamente, quello degli anni dal 2012 al 2015. Al 31 dicembre 2015 gli stranieri residenti in Italia sono oltre 5 milioni, di cui il 39% si concentra nelle 116 città oggetto di studio, e più precisamente il 15% risiede nei Comuni di Roma, Milano e Torino (vedi Tabella 1.1.2 nella sezione Tabelle).
La composizione della popolazione straniera per sesso (anch’essa in linea con le risultanze del censimento 2011 e con il conseguente bilancio demografico) si mantiene abbastanza equilibrata. A livello nazionale le donne costituiscono il 52,6% circa del totale, mentre nei Comuni osservati tale percentuale è pari al 52,7% circa. La composizione per genere è tuttavia estremamente variabile a seconda della cittadinanza, del progetto migratorio di breve-media durata, sperimentato, in particolare, da alcuni gruppi e dello stadio del percorso migratorio cui quella particolare collettività è giunta. La comunità ucraina, per esempio, caratterizzata da una storia di migrazione abbastanza recente, è costituita da donne in età adulta, per circa l’80%. Nei Comuni con una certa presenza straniera, le cittadinanze rappresentate risultano comunque numerose. In generale la presenza straniera si concentra nelle regioni del Nord e del Centro, ci sono però casi particolari come quello dei cittadini filippini (collettività di antico insediamento) la cui distribuzione sul territorio si concentra soprattutto attorno ad alcuni sistemi metropolitani quali Roma, Milano, Bologna e Firenze e la comunità cinese che, da alcuni poli principali come Milano, Firenze, Prato e Roma, si è poi distribuita anche in altre parti soprattutto nel Nord-Est e nell’area del napoletano.
A livello nazionale la quota della popolazione straniera sul totale dei residenti al 31 dicembre 2015 è pari all’8,3%, con una distribuzione sul territorio fortemente disomogenea. Un ruolo importante è giocato da alcuni Comuni oggetto di studio del Nord e del Centro (vedi Mappa tematica 1.1.2).
L’incidenza è massima nei Comuni capoluogo di provincia di Milano, Brescia, Prato e Piacenza dove più di 18 residenti su 100 sono stranieri; in valore assoluto: a Milano risiedono 254.522 stranieri, a Brescia 36.527, a Prato 34.794 e a Piacenza 18.548. A Roma, che presenta un incidenza percentuale del 12,7% risiedono 365.181 stranieri, pertanto, è la città con il maggior numero di stranieri residenti tra quelle in esame. Invece, in 56 Comuni oggetto di studio (prevalentemente del Sud e delle Isole) l’incidenza degli stranieri è inferiore alla media italiana (8,3%). La concentrazione risulta addirittura inferiore al 2% nei Comuni di Sanluri, Andria, Potenza, Carbonia, Taranto, Iglesias, Lanusei, Villacidro.
POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE
Mappa te matica 1.1.2 – Incidenza della popolazione straniera sul totale della popolazione residente al 31 dicembre 2015
Fonte: elabora zione ISPRA su dati ISTAT
Il rapporto di mascolinità è dato dal rapporto tra il numero dei maschi e il numero delle femmine, moltiplicato per 100. È un rapporto di coesistenza ed indica, pertanto, quante persone di sesso maschile sono presenti sul territorio ogni 100 persone di sesso femminile. Il rapporto risulta uguale a 100 nell’ipotesi di uguaglianza dei due sessi. Valori superiori a 100 indicano, invece, prevalenza del sesso maschile.
A livello nazionale, la struttura per genere della popolazione residente si caratterizza per una maggiore presenza della componente femminile. Le donne, infatti, sono 31.209.230 (pari al 51,4% del totale) e superano gli uomini di 1.752.909 unità.
Ugualmente, guardando la struttura per genere della popolazione residente nelle città oggetto di studio (situazione al 31 dicembre 2015) si nota la maggiore presenza della componente femminile. Le donne, infatti, sono 9.547.231 pari al 52,4% del totale, e gli uomini 8.670.368 pari al 47,6% del totale mentre il rapporto di mascolinità risulta pari a 90,8, inferiore al valore nazionale che è pari a 94,4. Le città dove il rapporto di mascolinità presenta i valori più bassi sono: Siena (85,6), Udine (86,2), Biella (86,7), Sondrio (86,9), Cagliari (87,2). I valori più alti si riscontrano, invece, a: Crotone (99,2), Villacidro (99,0), Olbia (98,9), Barletta (98,5), Trani (97,8) e, in particolare, il rapporto di mascolinità è sbilanciato a favore della componente maschile solo a Tempio Pausania con un valore pari a 100,1.
Pertanto, mentre a Siena ci sono 85,6 uomini ogni 100 donne, a Tempio Pausania ci sono 100,1 uomini ogni 100 donne (vedi Mappa tematica 1.1.3 e Tabella 1.1.3 nella sezione Tabelle).
Per quanto riguarda cinque delle sei città che superano i 500.000 abitanti, il valore del rapporto di mascolinità varia tra 88,7 per la città di Genova e 91,5 per la città di Palermo. Il confronto con il sopra citato dato nazionale rileva che solamente 15 delle 116 città in studio – tutte nel Sud ‒ presentano un valore più elevato, mentre il valore del rapporto di mascolinità di Reggio Emilia coincide con il valore riscontrato a livello nazionale (94,4).
RAPPORTO DI MASCOLINITÀ
Mappa te matica 1.1.3 – Rapporto di mascolinità (popolazione al 31 dicembre 2015)