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Academic year: 2021

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Sicilia

Popolazione: 5.037.800 abitanti Superfi cie: 25.703 km2

Province: Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa, Trapani Densità: 196 abitanti per km2

(fonti ISTAT 2010)

Territorio e ambienti naturali

La Sicilia, la più meridionale delle regioni italiane, è una grande isola dalla forma triangolare, nel cuore del Mediterraneo, separata dall’Italia continentale da un braccio di mare di soli 3,2 km, che si attraversa mediante traghetti in soli 15 minuti.

Il suo territorio è in prevalenza collinare (61,4%) e montuoso (24,5%), e le poche zone pianeggianti (14,1%) si trovano nella fascia costiera (areogramma).

Le catene montuose dei monti Peloritani, dei Nebrodi, delle Madonie, nel nord della regione, sembrano una continuazione della catena appenninica.

La Sicilia comprende alcuni arcipelaghi di piccole isole:

Eolie a nord, Egadi a ovest, Pelagie a sud, oltre alle isole di Pantelleria e Ustica.

L’arcipelago delle Eolie è formato da isole di origine vulcanica alte fi no a quasi 1000 metri. Vulcano e Stromboli sono vulcani attivi.

L’Etna (o Mongibello), con i suoi 3223 metri, è il monte più alto al di fuori dell’Italia continentale ed è il grande vulcano del Paese, dalla caratteristica forma conica. La sua attività è costante con frequenti eruzioni laviche. Tutti i vulcani siciliani sono strato-vulcani, in cui cioè c’è un’alternanza di strati di colate laviche ad altri di materiale piroclastico solido.

L’isola di Lampedusa, nell’arcipelago delle Pelagie, è il punto più a sud del territorio italiano. Geografi camente appartiene all’Africa, trovandosi sulla placca africana. La ricchezza del suo mare contrasta con l’aridità del paesaggio. Sulle spiagge dell’isola vengono a deporre le uova le tartarughe

marine.

Il nome Sicilia risale al greco Sikelia, in latino Sicilia, dal nome del popolo che abitava la zona, in greco Sikeloi. A causa della sua forma triangolare anticamente era chiamata anche Trinakria.

L’Etna è il grande vulcano siciliano, situato in prossimità della costa orientale tra Catania e Messina. Le frequenti eruzioni hanno distrutto diversi paesi, compresa la città di Catania, e la lava ha in più occasioni raggiunto il mare.

61,4%

14,1%

24,5%

Montagna Collina Pianura

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Anticamente i monti siciliani erano ricoperti di boschi, di cui oggi rimane solo qualche piccola macchia. Il successivo diboscamento per le coltivazioni estensive di cereali ha lasciato il terreno esposto agli agenti atmosferici che hanno aumentato i fenomeni erosivi. I fi umi, di lunghezza limitata, hanno carattere torrentizio e talvolta sono completamente asciutti ma, quando piove, possono avere piene improvvise. E infatti a causa delle forti piogge e del dissesto idrogeologico, si possono verifi care colate detritiche che travolgono abitazioni e infrastrutture, come recentemente è successo in provincia di Messina.

Nel 1986 intorno all’isola di Ustica è stata istituita la prima riserva marina italiana.

Successivamente sono state sottoposte a tutela ambientale diverse aree tra cui le isole Pelagie, le isole Ciclopi (davanti a Catania), le isole Egadi, oltre alle numerose riserve naturali regionali.

Le isole Eolie sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

La Riserva Naturale dello Zingaro (in provincia di Trapani) è stata istituita nel 1981 per impedire l’urbanizzazione selvaggia.

http://www.isoleciclopi.it/

http://www.ampustica.it/

Nella Riserva Naturale dello Zingaro, davanti agli scogli di Scopello, restano tracce dell’antica

tonnara.

La Riserva dello Zingaro è percorribile solo a piedi lungo sentieri alti sulla costa da cui si può godere di uno degli ambienti più integri del Mediterraneo, ricco di piante endemiche tipiche della fl ora mediterranea. Armati di pazienza si possono avvistare gli animali che vivono nella riserva. Qui nidifi cano 39 specie di uccelli, come il falco pellegrino, l’aquila del Bonelli, la poiana, il gheppio, il barbagianni, l’allocco. All’interno della riserva si trovano il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare e il Museo della Civiltà Contadina.

http://www.parks.it/regione.sicilia/index.php

Crocevia del Mediterraneo, tra Europa e Africa, la Sicilia ha assistito al fi orire di molte civiltà del mondo antico che hanno lasciato un ricco retaggio culturale e hanno dato vita a una miscellanea di lingue, tradizioni, abitudini: Greci, Arabi, Normanni. Le rovine delle città greche (VI-V sec. a.C.) sono tra le più spettacolari del mondo greco antico. Di epoca normanna (intorno al 1000) restano le bellissime cattedrali di Cefalù e di Monreale.

Cittadina marinara sulla costa nord dell’isola, Cefalù è dominata da uno sperone roccioso, in passato sito del tempio di Diana, e da una magnifi ca cattedrale normanna impreziosita da splendidi mosaici e dalle due torri gemelle.

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I monumentinormanni sono un misto di architetture nordeuropee e motivi strutturali e decorativi arabi, oltre che un patrimonio preziosissimo di mosaici. Il barocco siciliano (XVII-XVIII sec.) è molto particolare:

palazzi e chiese di Palermo, rifl esso del complesso rituale di corte dei viceré spagnoli, mostrano insieme eleganza e ricchezza stravagante.

Economia della regione

La Sicilia è una delle regioni più popolose d’Italia.

L’emigrazione sia verso altre regioni italiane sia verso l’estero, molto intenso tra la fi ne dell’Ottocento e il 1930 e poi tra gli anni cinquanta e settanta del Novecento, si è ridotto, equilibrato dalla immigrazione straniera. La Sicilia è infatti il primo approdo per gli stranieri (quasi sempre clandestini) in fuga dai Paesi più poveri dell’Africa o dell’Asia, creando spesso pericolose situazioni d’emergenza.

Malgrado lo sviluppo di qualche settore economico, come il turismo, la regione non è ancora riuscita a creare una struttura economica solida, autonoma ed effi ciente. Dal dopoguerra ha usufruito di risorse dello Stato (Cassa per il Mezzogiorno) a favore di famiglie e del sistema produttivo, senza però che si sia innescato un processo di crescita autonoma. Il tessuto imprenditoriale è tuttora carente, ostacolato

anche dai continui interventi della criminalità organizzata che impedisce la nascita e la diff usione di piccole e medie imprese.

Le zone dell’entroterra hanno un’agricoltura prevalentemente cerealicola anche se la scarsità di acqua penalizza il raccolto. Nella fascia costiera si pratica soprattutto la coltivazione degli agrumi, di ortaggi, uva, mandorle.

La pesca riveste una notevole importanza: Mazara del Vallo è uno dei primi porti pescherecci in Italia. Tipiche sono la pesca del tonno e del pescespada.

Città, brevi note storiche e curiosità Palermo

Palermo giace in un anfi teatro naturale detto Conca d’Oro.

Ha un’atmosfera in parte europea e in parte orientale. Splendidi viali, lussuosi edifi ci in diversi stili architettonici, dall’arabo al barocco all’Art Nouveau.

Per ragioni culturali, artistiche ed economiche è stata tra le maggiori città del Mediterraneo e oggi è fra le prime mete turistiche della regione. Fu prima fenicia col nome di Zis (Fiore), poi cartaginese, romana (Panormus, latinizzando il toponimo greco che signifi ca “tutto porto”), bizantina e araba, infi ne passò ai Normanni sotto il cui governo la città visse il suo periodo migliore.

La cattedrale di Monreale è una delle più grandi opere dei normanni in Sicilia: l’interno risplende di mosaici, opere di artisti siciliani e bizantini, pagati dal re normanno Guglielmo II che voleva rivaleggiare con l’arcivescovo di Palermo.

Gli immigrati clandestini sono quasi sempre mossi dalla ricerca di condizioni di vita migliori sia perché spesso i Paesi da cui provengono sono poveri sia perché nei loro Paesi non vengono rispettati i diritti civili. L’immigrazione è spesso irregolare poiché spesso avviene senza la necessaria documentazione e di frequente coinvolge traffi canti di esseri umani.

Le persone che si muovono in questa maniera mettono a rischio la propria vita in quanto sono obbligate a viaggiare in condizioni disumane, stipati in imbarcazioni poco sicure, non di rado protagoniste di naufragi.

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Il Palazzo dei Normanni è un chiaro esempio del sincretismo artistico culturale palermitano, dove lo stile normanno romanico si fonde alla tradizione araba e bizantina. La fastosa Cappella Palatina rappresenta l’acme dell’arte bizantina insieme ai mosaici di Ravenna e Istanbul.

Il Museo Internazionale delle Marionette è un’istituzione che ha supportato la dife- sa dei pupi (dichiarati dall’Unesco “Capolavori del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità”) e della tradizione del teatro popolare dei pupari, ispirato al tema cavalleresco della Chanson de geste.

Palermo vanta la protezione di cinque sante: Santa Rosalia, Sant’Oliva, Santa Cristina, Santa Ninfa e Sant’Agata. Ognuna di esse rappresenta un mandamento, ma la più famosa di loro, Santa Rosalia, rappresenta tutta la città.

Il culto della Santuzza, come è aff ettuosamente chiamata Santa Rosalia, si impose nel Seicento quando la peste nera funestava la città e il ritrovamento miracoloso delle sue spoglie coincise con la sconfi tta della pestilenza. La festa in onore della Santa Rosalia è una delle più belle del folklore siciliano con l’esibizione di maestosi e barocchi carri storici.

Vucciria, Capo, Ballarò e Borgo vecchio sono i quattro mercati di Palermo, caratteristici angoli del passato dove si vendono le primizie che provengono dalle campagne del palermitano ma anche cibi cotti come cipolle bollite, panelle (frittelle di farina di ceci), cazzilli (crocchette di patate), verdure lesse, polpo e quarume (interiora di vitello). Celebre è la tela che il grande siciliano di Bagheria, Renato Guttuso, ha dedicato al mercato della Vucciria, che ricorda i suk arabi. Alla Vucciria originariamente si vendeva carne, come rivela l’etimologia del nome, di origine francese, boucherie (macelleria).

L’aeroporto di Palermo-Punta Raisi, il cui nome uffi ciale è Aeroporto Falcone e Borsellino, è candidato a diventare hub del Mediterraneo, e infatti è attualmente in fase di ampliamento. Giovanni Falcone è stato un grande magistrato italiano, oggi considerato un eroe nella lotta alla mafi a, come Paolo Borsellino, di cui è stato amico e collega. Fu ucciso insieme alla moglie e agli uomini della scorta il 23 maggio 1992 a seguito di un attentato diventato tristemente famoso come la “strage di Capaci”, una località tra Palermo e l’aeroporto che oggi porta il nome dei due amici.

Si ritiene che alla corte di Palermo sia stato inventato il gelato, diff usosi presto in tutta Italia, come derivazione del sorbetto (a base di ghiaccio), nato in Sicilia, ma da mani arabe (sciarbat). A tutt’oggi gelati, sorbetti e granite siciliane sono rinomati in tutto il mondo.

Anche la gastronomia palermitana fu fortemente infl uenzata dalla cultura araba. La cassata è il dolce più celebre, il cui nome deriva dall’arabo qas’at, cioè casseruola. Di invenzione monastica sono i cannoli, a base di ricotta di pecora.

La Vucciria di Palermo venne immortalato da Renato Guttuso, nel 1974, in un celebre dipinto oggi conservato a Palazzo Steri.

L’allegra baraonda delle bancarelle rappresentata coi mille colori è diventata una metafora della terra di Sicilia e dei suoi abitanti.

La cassata, tradizionale torta a base di ricotta di pecora, pasta di mandorle guarnita con frutta candita.

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La pasta di mandorle è l’ingrediente base del marzapane al quale viene fatto assumere la forma di frutta coloratissima.

Pure di origine araba sono le panelle (frittelle di farina di ceci) che nelle friggitorie si accompagnano ai crocchè (a base di patate).

Molto diff uso è il tonno e i suoi derivati (la bottarga, uova del pesce, e il lattume,

“latte di pesce”). Il tonno viene pescato da tonnare con una tecnica (la mattanza) molto violenta, di origine araba.

Il bel Palazzo Ganci-Valguarnera, integro nelle fi niture e negli arredi, è il luogo dove Luchino Visconti ha ambientato la sua celebre trasposizione cinematografi ca del capolavoro di Tommasi di Lampedusa, il Gattopardo.

Agrigento

La città moderna sorge nel sito di Akragas, importante città del mondo greco antico. Nel V sec. a.C. si oppose insieme ai Siracusani alla dominazione cartaginese ma in seguito dovettero soccombere. Conquistata dai Romani, che la chiamarono Agrigentum, decadde sotto i Bizantini e sotto gli Arabi che invece la chiamavano Girgentum.

Il centro storico si snoda intorno alle viuzze strette medievali.

La principale attrazione di Agrigento è la zona archeologica della Valle dei Templi, un magnifi co complesso di edifi ci greci. I templi dorici, risalenti al V sec. a.C. furono in parte distrutti dall’attacco cartaginese del 406 a.C. e nel VI sec. dai Cristiani. Tra i meglio conservati, il Tempio della Concordia (circa

400 a.C.), con le sue 34 colonne, è considerato per l’armonia delle sue linee uno dei massimi risultati dell’arte greca.

Il Museo archeologico ospita interessanti oggetti provenienti dai templi e dalla città, comprese collezioni di vasi, monete e sculture greche e romane.

Nacque ad Agrigento il grande drammaturgo, scrittore e poeta Luigi Pirandello (1867-1936), che fu insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1934.

Caltanissetta

Chiamata dai greci Nissa e ribattezzata dagli arabi Caltanissetta con l’aggiunta di qal’at (castello), si estende nell’alta valle del Salso alle pendici del Monte San Giuliano. Dalla sommità del monte la statua del redentore, opera di Ernesto Basile del 1900, domina la città.

Presso Caltanisetta si trova il parco di Gessolungo, un’area di estrazione dello zolfo attiva dal Miocene superiore dove gessi e argille sono associati a minerali dello zolfo e a cristalli di salgemma. Nel 1834, si contavano ben 88 impianti nel territorio di Caltanissetta.

Il Tempio della Concordia è il meglio conservato del sito della Valle dei Templi, sito archeologico iscritto nel patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Tutti i templi sono orientati verso est perché le statue delle divinità siano illuminate dalla luce del Sole che sorge, fonte di vita.

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Per lungo tempo è stata la città più importante in Italia e fra le prime in Europa per l’industria dell’estrazione dello zolfo. Le solfare sono molto signifi cative nella storia di questa zona (anche per i tragici eventi a esso associati, come lavoro minorile, morti bianche e immigrazione) tanto che, dopo la chiusura dell’ente minerario siciliano, alcune miniere sono diventate musei industriali, detti appunto “parchi minerari”.

La preziosa ricetta del famoso amaro Averna fu inventata dai monaci dell’abbazia di Santo Spirito, un tempo casale fortifi cato, costruito dagli arabi nel X sec. d.C. Di questo passato militare la costruzione conserva l’aspetto: muri spessi, feritoie, la torre. I Normanni trasformarono la fortezza in chiesa.

Catania

Fondata nel 729 a.C. dai Greci Calcidesi, Catania vanta una storia millenaria segnata da svariate dominazioni testimoniate dai resti che arricchiscono il suo patrimonio artistico architettonico e culturale.

Nel corso della sua storia è stata più volte distrutta da eruzioni vulcaniche che dall’Etna hanno raggiunto il mare e da catastrofi ci terremoti, e più volte fu ricostruita. Oggi vanta alcuni dei più splendidi edifi ci barocchi della Sicilia, tanto che nel 2002 il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO insieme a sette comuni della Val di Noto (Caltagirone, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli).

Il simbolo della città è un manufatto in pietra lavica che raffi gura un elefante, situato al centro di Piazza Duomo. L’elefante è sormontato da un obelisco egizio.

Il maestoso Castello Ursino, fatto costruire da Federico II, è fra i monumenti normanni sopravissuti alle eruzioni etnee.

La Cattedrale, innalzata nel secolo XI e ricostruita nel 1169 e dopo il terremoto del 1693, è dedicata a Sant’Agata, patrona della città, di cui sono conservate le reliquie e il tesoro in un prezioso scrigno d’argento.

Catania è la città natale di uno dei più importanti fi sici del XX secolo, Ettore Majorana, che scomparve misteriosamente nel 1938; si ipotizzò la sua fuga in Argentina o in Germania, ma anche che sia diventato un barbone o che si sia ritirato a vita monastica, ipotesi, questa, avallata da Leonardo Sciascia (grande scrittore siciliano del XX secolo) in un celebre romanzo scritto su questo mistero.

Ha dato i natali anche al celebre scrittore verista Giovanni Verga, autore della Storia di una capinera e dei Malavoglia, e a Vincenzo Bellini, fra i massimi operisti dell’Ottocento, autore de I Sonnambuli e La Norma. A lui è dedicato il Teatro Massimo, uno dei templi della lirica in Italia.

La famosa pasta alla Norma, in onore dell’opera belliniana, è il piatto più conosciuto della cucina catanese, a base di melanzane e ricotta salata.

La zona a nord di Catania è una delle mete preferite dai turisti di tutto il mondo.

La fontana dell’elefante assembla cimeli antichi:

l’elefante lavico di età romana, l’obelisco egizio, in cima i simboli religiosi di Sant’Agata.

L’Abbazia di Santo Spirito a Caltanissetta.

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La costa è alta e rocciosa, lavica, dominata dal vicino vulcano Etna. La località più famosa è Taormina con il suo teatro greco-romano, un clima ottimale e una ricca vegetazione.

Enna

Centro agricolo e minerario (si estrae potassio) nel cuore dell’isola, in posizione elevata, favorevole nell’antichità quando fu infatti fortezza, prima in epoca bizantina e poi nel Medioevo.

Era sede del culto di Demetra, la dea della fertilità, e il tempio a lei dedicato si trova sulla Rocca Cerere, non lontano dal massiccio Castello di Lombardia, eretto nel XIII sec. da Federico II. Molti monumenti si trovano nel centro storico dove si dipana un intrico di viuzze.

Nei dintorni di Enna si trova Nicosia, antico centro dei Siculi, sulle pendici dei monti Nebrodi.

Piazza Armerina è un famoso centro archeologico per gli splendidi mosaici della vicina villa romana del Casale. Si ritiene che questa sontuosa villa, con le sale pubbliche, i

quartieri privati, le terme e i cortili, appartenesse a Massimiano Erculeo, imperatore insieme a Diocleziano dal 286 al 305 d.C. Sono soprattutto i pavimenti a destare meraviglia, con mosaici rappresentanti scene mitologiche, della vita quotidiana e di caccia, paesaggi esotici ma anche motivi tratti dai racconti omerici.

Messina

Messina sorge all’estremità nordorientale dell’isola, sullo stretto che separa la Sicilia dalla penisola italiana. Favorita dalla posizione geografi ca, ha sviluppato una importante attività commerciale legata al traffi co attraverso lo stretto ed è al centro di un’area metropolitana che comprende anche Reggio di Calabria.

Sono già stati avviati i lavori preliminari di un molto discusso ponte sullo Stretto di Messina che, dal 2017, dovrebbe unire la Sicilia con la Calabria.

Messina è stata più volte colpita da forti terremoti: quello del 1908 è uno dei più devastanti che si ricordi nella storia italiana, seguito anche da un violento tsunami che ha distrutto completamente la città provocando la morte di decine di migliaia di persone.

Due sono le cattedrali della città, una di rito cristiano e una di rito orientale. La prima, la Basilica Cattedrale Protometropolitana di Santa Maria Assunta ha un campanile che ospita l’orologio astronomico più grande del mondo, costruito negli anni 30 del Novecento. La seconda è la cattedrale di rito ortodosso, la Concattedrale del Santissimo Salvatore, un tempo sede dell’archimandrita, il vescovo greco.

Fra i massimi esponenti dell’arte nativi di Messina si ricordano il pittore rinascimentale Antonello da Messina e Filippo Juvarra (1678-1736), l’architetto tardo barocco che per i Savoia costruì la Palazzina di Caccia di Stupinigi (1727), la Reggia di Venaria, la Basilica di Superga e il Duomo a Torino.

A Messina sono nati gli arancini, gustose palline di riso assurte a icona della cucina siciliana.

I mosaici sono formati da tessere di marmo di un’infi nità di colori. Sono quasi certamente opera di maestranze nordafricane, data la somiglianza con i vari luoghi dell’Africa rappresentati. I mosaici coprono una superfi cie enorme (oltre 3500 metri quadrati) e rappresentano oltre ad animali come delfi ni e pesci, scene di caccia e cattura di animali, anche molte ragazze in bikini o giovani donne intente a giocare a palla, a correre, a sfi darsi in gare sportive.

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Siracusa

Siracusa è un’antica città, a sud di Catania, fondata dai Greci dove una sorgente d’acqua dolce, la fonte Aretusa, cantata da Virgilio e Pindaro, sgorgava nel mare.

La mitologia tramanda che la musa Aretusa per fuggire ad Alfeo venne trasformata da Artemide in zampillo.

La città vecchia sorge sull’isola di Ortigia, i quartieri nuovi sulla costa di fronte all’isola. Il centro barocco e l’area archeologica richiamano visitatori da tutto il mondo e infatti il turismo è una delle principali attività della città. Nella vicina area di Augusta-Priolo si è sviluppata l’industria petrolchimica.

A Siracusa nacque Archimede (287 a.C. circa - 212 a.C.), matematico, fi sico, inventore, tra i più grandi scienziati, di cui ricordiamo il principio della leva e quello idrostatico che egli formulò.

Il bellissimo teatro greco era il più grande dell’antichità, insieme a quello di Atene.

Epicarmo, fondatore della commedia greca, e il poeta Teocrito nacquero qui; l’Odeion siracusano ospitò le prime de i persiani e le etnee, capolavori del sommo Eschilo.

A Siracusa si trovano le più grandi Catacombe paleocristiane dopo quelle di Roma.

Sulle rive del fi ume Ciane cresce spontanea la pianta del papiro a cui è dedicato un Museo.

Nel 1608, in fuga dal carcere di Malta, il pittore Caravaggio arrivò a Siracusa dove dipinse il Seppellimento di Santa Lucia, patrona della città, conservato ora nella pinacoteca di Palazzo Bellomo.

A Siracusa nacque Elio Vittorini, scrittore e intellettuale del Novecento, autore di Uomini e no.

Siracusano è anche Enzo Maiorca, campione di immersione in ap- nea.

Nel quartiere di Neapoli si estende il Parco archeologico con il teatro romano, l’Ara di Ierone e il teatro greco scavato nella collina. Dietro il Nimphaeum, si trovano l’anfi teatro romano del II secolo d.C. e le cave di pietra dette Latomie, un complesso di grotte e cunicoli risalenti al V secolo a.C., utilizzate come prigioni. La più famosa Latomia, dotata di un’acustica eccezionale, capace di amplifi care anche un minimo bisbiglio, è detta Orecchio di Dionisio, che, si narra, attraverso essa ascoltava quello che dicevano i reclusi.

Ragusa

Ragusa fu probabilmente fondata dai Ragusei di Dalmazia sulle rovine della sicula Hibla Haerea.

Dopo il devastante terremoto del 1693 vennero riedifi cate due Ragusa: Ragusa Ibla e Ragusa Superiore. Presso Ibla rimase la vecchia nobiltà (sangiorgiari), mentre la borghesia (sangiovannari) in ascesa preferì spostarsi presso la vicina collina di Patro. La diff erenziazione sociale si rispecchia nell’urbanistica delle due città che vennero unifi cate solo nel 1926.

Una leggenda ragusana narra che i diavoli giungevano in città attraverso i cento pozzi sotterranei scavati in epoca preistorica e utilizzate come cisterne.

Nel ragusano si coltiva il carrubo (Ceratonia siliqua), un albero sempreverde i cui frutti trasformati in farina vengono utilizzati in cucina e nell’industria alimentare.

L’Orecchio di Dionisio è una grotta artifi ciale, imbutiforme, scavata nel calcare, alta circa 23 m con una singolare forma, vagamente simile a un padiglione auricolare. Le sue caratteristiche acustiche e la forma indussero Michelangelo Merisi (detto Caravaggio), a denominarla Orecchio di Dionisio, dando così forza alla leggenda cinquecentesca secondo la quale il tiranno Dionisio avesse fatto costruire la grotta come prigione per rinchiudervi i prigionieri e ascoltare le parole ingigantite dall’eco.

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Il fastoso Palazzo Bertini (dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO) è contraddistinto da tre curiosi mascheroni nei timpani delle fi nestre: un vecchio sdentato, un nobile distinto e un commerciante con turbante a simboleggiare povertà, potere e ricchezza.

Ibla Buskers è il festival degli artisti di strada (mangiafuoco, giocolieri e altro) che colora i vicoli del centro per qualche giorno ogni anno nel mese di ottobre.

Trapani

Trapani si adagia su un lembo di terra a forma di falce che, secondo la leggenda, sarebbe caduta di mano a Persefone mentre cercava la fi glia rapita dal dio degli inferi. O secondo un’altra leggenda la falce sarebbe stata persa da Saturno mentre lottava con Crono.

Il porto di Trapani è stato nel Medioevo uno dei più importanti, grazie alla sua posizione geografi ca privilegiata verso l’Africa e all’impulso all’attività portuaria data nel 1097 dal re normanno Ruggiero attraverso un editto che attirava commercianti da tutta l’Europa.

Anticamente Trapani aveva la forma di un quadri- latero ed era divisa dall’entroterra da un canale na- vigabile; era difesa da una cinta di mura. La città era inoltre presidiata da cinque torri che servivano ad avvistare l’eventuale arrivo dei nemici ed era difesa da numerosi forti e bastioni. Numerose erano le por- te che consentivano l’accesso alla città, alcune delle quali fornite di ponte levatoio.

Molti monumenti adornavano la città, ma non tutti hanno resistito al tempo e ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Trapani era un importante centro della produzione del corallo. Ora in via di estinzione, la sua produzione è nettamente limitata. Al Museo Pepoli è custodita una bella collezione di questa antica manifattura.

A Trapani si può gustare il cuscusu, una reinterpretazione del couscous arabo; la presenza araba in città, infatti, è tuttora rilevante e moltissimi pescatori tunisini si appoggiano al porto trapanese.

Il giardino botanico di Villa Margherita, nel centro della città moderna, oltre ai magnifi ci esemplari di Ficus magnolioides, dispone di ampi spazi per voliere di varie specie di uccelli e galli cedroni e uno stagno con uccelli acquatici.

Il Palazzo della Giudecca, costruito nel Cinquecento in stile plateresco (un misto di rinascimento italiano, elementi islamici e gotico spagnolo) nel ghetto, è una delle maggiori testimonianze ebraiche in Sicilia. Gli ebrei in Europa si dividevano in sefarditi e ashkenaziti, i primi si erano stabiliti in Spagna, i secondi nell’Est e nella Mitteleuropa. Con la reconquista (1492) e l’unifi cazione della Spagna da parte dei Re Cattolici Isabella di Castiglia e Fernando d’Aragona, gli ebrei e gli arabi vennero cacciati portando con sé questa singolare mistura di cultura semita e spagnola.

La costa fra Trapani e Marsala è caratterizzata dal bianco e dal rosa delle saline.

Negli anni Sessanta una crisi di questo settore ha portato alla trasformazione dei bacini in allevamento di pesci; oggi però prevale il desiderio di recuperare l’antica tradizione.

In provincia di Trapani si trova Erice, splendido connubio di arte, storia, paesaggio.

Dall’alto di un dirupo il borgo di Erice domina Trapani. Lungo tutte le vie intorno al Castello e alle chiese si respira un’atmosfera medievale.

Per contro qui dal 1963 ha sede il Centro studi internazionali intitolato a Ettore Majorana fondato dall’illustre fi sico Antonino Zichichi che richiama studiosi da tutto il mondo per dibattiti scientifi ci su problemi che interessano diversi settori: dalla medicina al diritto, dalla storia all’astronomia, dalla fi lologia alla chimica, dalle armi atomiche alle ricerche spaziali alla genetica. Qui hanno tenuto conferenze diversi premi Nobel.

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