Realizzato dalla Fondazione IFEL Coordinamento: Walter Tortorella Cura: Carla Giorgio
La prima parte è stata elaborata da Carla Giorgio Gli apparati descrittivi della seconda parte sono stati elaborati da Marina Belli
Gli apparati statistici della seconda parte sono stati sviluppati da Giorgia Marinuzzi
Si ringraziano Antonella Galdi (ANCI), Mauro Savini (ANCI) e Valeria Andreani (IFEL) per la preziosa collaborazione e le indicazioni fornite Si ringraziano inoltre i partecipanti alla prima edizione della scuola ForsAm: Basili Daniele, Berardinelli Diletta, Bergomi Mariapaola, Biscossi Tommaso, Bonomelli Mauro, Brighenti Benedetta, Cadore Davide, Caggiano Antonio, Catanossi Diego, Cirillo Giovanni, Conte Fabio, Conti Alessio, Crivelli Andrea, Di Guglielmo Giuseppe, Fanucci Edoardo, Forno Gianluca, Gaiotti Giacomo Luigi, Giacalone Oriana, Lobina Enrico, Lucilla Donato, Mancini Piera Debora, Maraia Barbara, Moreschini Sara, Moretti Simona, Orlando Fabio, Pasinato Silvia, Piegari Marco, Pirroncello Francesco, Puggelli Francesco, Romanini Chiara, Sellani Ilaria e Sollecito Michele
La pubblicazione si chiude con le informazioni disponibili al 14 maggio 2013
Progetto grafico: BACKUP comunicazione, Roma Pasquale Cimaroli, Claudia Pacelli
www.backup.it
Indice
Presentazione / 5 Introduzione / 7
PARTE PRIMA
Proposte, idee e temi dei giovani amministratori del ForsAm / 9
Il Corso di Formazione specialistica in Amministrazione Municipale (ForsAm) / 11
Mercato del lavoro e imprenditorialità / 13 Tutela territoriale e ambientale / 17
Infrastrutture e riqualificazione urbana / 21 Welfare e inclusione sociale / 25
Piccoli comuni e gestioni associate / 29 Rinnovamento della Pa e partecipazione politica / 33
Mezzogiorno d’Italia e politiche di sviluppo / 37 Innovazione e conoscenza / 41
PARTE SECONDA
I giovani amministratori comunali:
un confronto tra generazioni / 45
1 Il contesto di riferimento: i comuni italiani / 47 2 Gli amministratori comunali, il trend 2011-2013 / 49 3 Le cariche: sindaci, vicesindaci, assessori e consiglieri / 51 4 Titoli di studio e livelli d’istruzione / 62
5 Le donne amministratrici nei comuni italiani / 66
5
Prefazione
La soluzione alla crisi del nostro Paese non è univoca e non può essere calata solo dall’alto. Nell’ambito territo- riale ciascun buon amministratore comunale può trova- re già le risposte.
Certamente per immaginare nuovi paradigmi e soluzio- ni, occorre avere, parallelamente un sostegno adeguato a livello nazionale, una visione del Paese, occorre un ri- torno forte della politica.
La possibilità di invertire la rotta, di “non sprecare una buona crisi”, come alcuni economisti ed esponenti po- litici hanno suggerito, è trovare un nuovo modello di sviluppo economico con politiche mirate al recupero del ritardo strutturale del nostro Paese. Si tratta di adottare tecnologie innovative, puntare su un progetto forte foca- lizzato sulle nuove frontiere della green economy, delle biotecnologie e della salute, sulle infrastrutture mate- riali, per una migliore mobilità, e su quelle immateriali, costituite da reti relazionali complesse tra istituzioni, cultura, economia, ecologia e comunità locali.
In questa situazione i giovani amministratori sono quelli che forse più di tutti hanno la voglia, la determi- nazione e l’interesse a dare il loro contributo per rico- minciare a crescere.
Per i giovani amministratori locali, nuova classe diri- gente del territorio, la sfida quotidiana è trovare le stra- de, le opportunità e le risorse nuove per contribuire a re- alizzare un programma di sviluppo e crescita del Paese, coinvolgendo i cittadini, le associazioni, i professionisti e le imprese affinché, ciascuno con il suo ruolo, possa dare un contributo importante alla sua realizzazione.
Queste riflessioni animano il dibattito tra i giovani am-
ministratori, che, con uno sguardo fisso su ciò che sta accadendo nel mondo, s’interrogano sul ruolo della po- litica e della pubblica amministrazione, consapevoli che ciò ha a che fare con i problemi dei propri concittadini e con la sfida della competitività del nostro Paese e, quin- di, con le possibilità di sviluppo.
Ben vengano allora laboratori di nuove idee come que- sto di ANCI Giovani.
Alessandro Cattaneo Presidente f.f. ANCI
7
Introduzione
Chi conosce la realtà delle amministrazioni dei Comuni d’Italia può leggervi con chiarezza la complessa situa- zione attraversata dal nostro Paese.
Tuttavia, insieme agli amici amministratori con cui ho avuto la possibilità di lavorare, in particolare in ANCI Giovani, ci siamo accorti che, in mezzo alla crisi che tor- menta quotidianamente la realtà dei Comuni, si posso- no distinguere una pluralità di iniziative, eventi, proget- ti, sforzi e studi, rivolti alla risoluzione di un’altrettanta vasta pluralità di problemi. Non è semplice capire in che direzione vadano tutte queste energie; sovente non ol- trepassano i confini amministrativi dei Comuni nei qua- li vengono spese; a volte le logiche che le sovrintendono sono molto distanti, talora senza somiglianza, magari contrastanti. Quello che oggi colpisce è che da pura ne- cessità, molti Comuni hanno già iniziato ad esplorare una vasta gamma di risposte con creatività, consape- volezza e conoscenza dei problemi. Si tratta di problemi veri scarsamente affrontati in altre sedi e sui media.
Il lavoro svolto fin qui da ANCI Giovani ha il merito di far emergere con forza questi nuovi modi di governare locale, potendo confidare sulle capacità e sull’attivismo dei giovani amministratori italiani, un piccolo esercito di circa 22.000 persone, con un tratto in comune, la volontà e l’ambizione del servizio, in una parola, l’impegno.
L’esperienza di ANCI Giovani, a parer mio, di chi ne ha voluta la nascita e ci ha creduto, ha insegnato che, partendo da quel ricco insieme di energie positive, spes- so disordinato e talora un po’ contraddittorio, le radici dell’impegno di gran parte di questi ragazzi affondano in azioni, progetti, prospettive e anche ideali di cambia- mento della situazione esistente. Si tratta di un lavoro
faticoso, che procede per tentativi, ma sovente condot- to con freschezza d’idee e intelligenza e per ciò stesso non rivolto alla restaurazione ma al raggiungimento di soluzioni nuove e a innovazioni nella pubblica ammini- strazione, nella politica, nelle relazioni con i cittadini, le imprese e il terzo settore.
Tra i giovani amministratori si parla di ricostruire, di ripartire, di innovare. Ed è questo il motivo per cui ci troviamo a Mirandola per celebrare la V Assemblea Na- zionale di ANCI Giovani. Infatti, ispirandoci idealmente a una terra devastata dal terremoto, che tuttavia ha sa- puto risollevarsi, che non si è fermata e che, appunto, ha ricostruito e sta ricostruendo, vogliamo portare il nostro umile ma concreto contributo per la ricostruzione delle nostre comunità e del Paese intero, l’Italia.
Nicola Chionetti
Coordinatore Nazionale ANCI Giovani
Parte Prima
Proposte, idee e temi
dei giovani amministratori
del ForsAm
11
Il Corso di Formazione specialistica in Amministrazione Municipale (ForsAm)
Il ForsAM è un corso di formazione specialistica in amministra- zione comunale istituito nell’ambito della Scuola ANCI per giovani amministratori. Concepito come un Executive master, si rivolge a laureati under 35 che affiancano alla propria attività professionale quella di amministratore locale, permettendogli di investire su se stessi in formazione specialistica. Il corso è infatti rivolto a giovani sindaci, vice-sindaci, assessori, consiglieri comunali, presidenti e consiglieri di circoscrizione, in carica o aspiranti tali.
Con tale progetto l’ANCI si è proposta di contribuire alla forma- zione della nuova classe dirigente municipale. Il cambiamento che investe i governi locali e che ha trasformato il quadro e le modalità di azione degli amministratori ha reso meno efficaci i tradizionali strumenti di gestione amministrativa e di comunica- zione con i cittadini e con gli utenti.
L’obiettivo è allora dare ai giovani amministratori gli appropriati strumenti tecnici e concettuali per affrontare la missione ammini- strativa e per sviluppare una visione del futuro e delle scelte politi- che di medio periodo.
I giovani amministratori che hanno partecipato alla prima edizio- ne del ForsAm, iniziata a luglio 2012 e terminata ad aprile 2013, hanno elaborato un documento di proposte, idee e temi ritenuti rilevanti per contribuire al superamento dell’impasse in cui versa il nostro Paese.
La prima parte della presente pubblicazione contiene i principali
messaggi di tale documento rielaborati e trasformati in spunti di
riflessione.
La disoccupazione giovanile va affrontata non solo come problema, ma come risorsa per il Paese. I giovani sono coloro che, per definizione, possiedono la voglia, l’entusia- smo, la forza e la fantasia di provare cose nuove e di mettersi in gioco.
Grazie alle sconfinate possibilità offer- te dall’innovazione tecnologica, si stanno aprendo migliaia di nuove opportunità im- prenditoriali. Ma non solo, l’Italia ha biso- gno di nuovi modi di fare impresa anche nei settori aziendali più tradizionali e che rappresentano, ancora, il fiore all’occhiello del nostro made in Italy nel mondo.
E allora perché non cercare di mettere a si- stema queste due esigenze e trasformale in occasioni per creare valore e dare lavoro?
Il sistema pubblico ha la responsabilità di stimolare in particolare, tra i giovani, le ca- pacità imprenditoriali e il rischio d’intrapre- sa, creando condizioni favorevoli di accesso
“Mercato del lavoro e imprenditorialità ”
all’informazione, agli incentivi finanziari e all’eliminazione degli oneri legali e ammi- nistrativi inutili. I comuni potrebbero anche promuovere sinergie tra banche, finanziarie regionali e associazioni di categoria che di- ventino co-garanti per le start-up giovanili o per quelle già esistenti che vogliono riqua- lificarsi, ammodernarsi o sviluppare nuovi rami d’azienda. In particolare, le istituzioni coinvolte in tale processo dovrebbero colla- borare anche per spianare, ai neo impren- ditori, la strada burocratica che porta alla realizzazione dell’impresa, mettendo a di- sposizione assistenza e consulenza nelle fasi più complicate.
Tale attività di sostegno potrebbe essere
completata con la costruzione di program-
mi congiunti di informazione sul “saper
fare impresa” in cui vengano trattati gli
aspetti, i temi e gli strumenti utili per av-
viare l’intero processo di start-up.
14
Il 10% di chi ha costituito una nuova impresa nel 2012 indica, tra le fonti di criticità riscontrate all’avvio dell’attività, i problemi di tipo finanziario, mancanza di capitale e scarsità del credito
(Centro Studi Unioncamere, Osservatorio sulla demografia delle imprese, 2012)
15,1%
53,4%
Progetto per il rilancio occupazionale: Patto sociale per lo sviluppo del territorio “I Care”
Comune di Gualdo Tadino
La maggior parte degli imprenditori che nel 2012 ha costituito una nuova impresa, il 28,1%, ha meno di 30 anni
(Centro Studi Unioncamere, Osservatorio sulla demografia delle imprese, 2012)
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, in Italia, nel 2012, è del 35,3%
(Istat, 2013)
Regione
Piemonte Valle d’Aosta Lombardia
Trentino Alto-Adige Veneto
Friuli-Venezia Giulia Liguria
Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA
Regione
31,8%
25,6%
26,6%
15,1%
23,7%
30,4%
30,1%
26,4%
28,9%
35,8%
28,5%
39,9%
33,0%
41,8%
48,2%
41,4%
49,5%
53,4%
51,3%
47,3%
35,3%
I giovani amministratori comunali per il governo del presente
Oltre 65 anni 2,0%
Meno di 30 anni 28,1%
31-35 anni 16,8%
36-40 anni 17,4%
41-51 anni 22,9%
51-65 anni 12,9%
15
NEET
2011 2012
22,7%
23,9%
24,0%2005 21,6%2006 20,2%2007 21,2%2008 25,4%2009 27,8%2010 29,0%2011 35,3%2012
30
20
10
0
26,6%
35,3%
34,7%
46,9%
NORD
CENTRO
MEDIA ITALIA
SUD
I giovani che non lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione (Neet) sono 2.250.000 unità
(Istat, 2013)L’Italia, con un tasso di disoccupazione dei 15-24enni pari al 35,3%, è tra gli otto Paesi dell’Europa a 27 con il tasso di disoccupazione giovanile più elevato
(Eurostat, 2013)
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ha subito una sensibile crescita a partire dal 2008. Lo scarto di periodo maggiore, pari al 6,2%, è però quello rilevato tra il 2011 e il 2012
(Istat, 2013)
Nelle regioni del sud il tasso di disoccupazione tra i giovani 15-24enni è quasi il doppio rispetto a quelle del nord
(Istat 2013)
22,8%
35,3%
Proposte, idee e temi dei giovani amministratori del ForsAm
“Tutela territoriale e ambientale”
La parola d’ordine è prevenzione tramite una corretta pianificazione del territorio. A tale fine occorre integrare le attività di piani- ficazione territoriale, sostenendo e valoriz- zando il lavoro di conoscenza e rilevazione messo a punto negli anni da regioni, autori- tà di bacino, consorzi di bonifica ed enti lo- cali, per la costruzione di politiche di messa in sicurezza complessiva del territorio.
Per rendere, nel corso del tempo, il termi- ne emergenza sempre meno utilizzato è fondamentale contrastare ogni iniziativa di deroga alle pianificazioni territoriali, in primis i condoni edilizi.
Appare non più rinviabile una legge sul regime dei suoli, per contenerne il consu- mo, in quanto bene comune e risorsa non
rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi eco sistemici. A tal fine sarebbe au- spicabile attribuire priorità, nella conces- sione di finanziamenti statali e regionali eventualmente previsti in materia edilizia, agli enti locali e ai soggetti privati che av- viano azioni concrete per favorire insedia- menti nelle aree urbane dismesse o che procedono al recupero dei nuclei abitati rurali mediante manutenzione, ristruttu- razione, restauro, risanamento conservati- vo di edifici esistenti.
Il recupero dell’immenso patrimonio pub- blico, demaniale e militare è anch’esso prioritario nella pianificazione territoriale:
aprire un grande dibattito su come utiliz-
zarlo e valorizzarlo richiede il necessario
coinvolgimento degli enti locali.
18
Il 10% della superficie italiana è ad elevata criticità idrogeologica.
I comuni interessati sono 6.633, circa l’81,9% del totale
(Conferenza nazionale sul rischio idrogeologico, febbraio 2013)
La maggior parte degli investimenti sostenuti dagli enti del settore pubblico allargato, per interventi per l’assetto idrogeologico, la conservazione del suolo e per la riduzione dell’inquinamento, sono riconducibili agli enti locali
(Cresme su dati Conti Pubblici Territoriali - DPS, Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica, 2012)
Le calamità naturali che si verificano con maggiore frequenza in Italia sono frane. L’ISPRA stima che i danni complessivi causati dalle principali frane del 2011 siano pari a 1,63 miliardi di euro
I giovani amministratori comunali per il governo del presente
19
Tra il 1971 e il 2010 la superficie agricola utilizzata (SAU) italiana, che comprende seminativi, orti familiari, arboreti e colture permanenti, prati e pascoli, è diminuita del 28%
(Mipaaf, 2013)
2001
6,2%
2011
6,7%
45 ettari al giorno
In 10 anni, dal 2001 al 2011, la variazione percentuale dell’estensione delle località abitate rispetto al totale della superficie territoriale nazionale, è stata pari all’8,8%
(Istat, 2013)
Nord-Ovest: 8,7% Nord-Est: 7,8%
Centro: 8,2% Mezzogiorno: 10,2%
ITALIA 8,8%
In Italia l’estensione delle località abitate
sul totale della superficie nazionale è pari al 6,7%
(Istat, 2013)
Proposte, idee e temi dei giovani amministratori del ForsAm
1971 2011
-28%
“Infrastrutture e
riqualificazione urbana”
L’imperativo è migliorare la qualità della vita nei comuni in modo sostenibile.
Per fare questo bisogna chiudere un ciclo storico, durato oltre sessant’anni, e caratte- rizzato da un’espansione urbana disordina- ta, che il Paese non si può più permettere.
Occorre puntare sul rinnovo dell’esistente per non consumare ulteriore suolo, per dare soluzione ai problemi energetici, per tutela- re il paesaggio e per rilanciare l’intera eco- nomia italiana. Per orientare al meglio i tan- ti microinterventi locali sarebbe auspicabile predisporre una strategia complessiva. Una strategia che preveda un intenso interven- to sul tessuto urbano esistente, attraverso progetti di riqualificazione che coinvolgano anche piccole e medie aziende, che punti a migliorare la vivibilità, le prestazioni ener- getiche e ambientali delle strutture urbane.
Avvalendosi anche delle tecnologie dell’ICT
si può migliorare la funzionalità delle in- frastrutture urbane e dei flussi di energia, materia e informazione che le attraversa- no, trasformando le città in smart cities. La città intelligente riesce a conciliare e soddi- sfare le esigenze dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni, grazie all’impiego diffu- so e innovativo delle nuove tecnologie nei campi della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica.
La realizzazione di infrastrutture costitui- sce la base dello sviluppo urbanistico dei comuni e degli interventi a sostegno del- la crescita. Se i difficili scenari di bilancio locale e nazionale limitano la capacità di investimento in questi settori diventa an- cora più importante l’ipotesi di escludere tali voci dai vincoli del patto di stabilità.
Ciò al fine di stimolare le realtà locali con
conseguente riattivazione economica e oc-
cupazionale dei territori.
22
Gli investimenti fissi lordi delle
amministrazioni comunali si sono ridotti da 16.669 milioni di euro del 2004 a circa 12 milioni nel 2011
(Istat, anni vari)
In Italia su 100 autovetture circolanti solo 64 sono poco inquinanti (Euro 3 o superiori)
(Elaborazione Centro Documentazione e Studi Anci-Ifel su dati Aci, 2013)
In ambito europeo, con dati aggiornati al 2010, l’Italia, con 606 autovetture ogni mille abitanti si colloca al secondo posto, dopo il Lussemburgo (659). La media europea è di 476 autovetture ogni mille abitanti
(Istat, 2013) Piemonte Valle d’Aosta Lombardia
Trentino Alto-Adige Veneto
Friuli-Venezia Giulia Liguria
Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna TOTALE Regione
% autovetture meno inquinanti (euro 3 e superiori)
69,6%
81,3%
72,1%
71,8%
67,5%
65,7%
68,9%
69,5%
73,4%
62,6%
63,3%
66,4%
61,7%
54,0%
49,4%
54,2%
51,6%
52,2%
52,2%
62,0%
63,9%
16 14 12 10 8 6 4 2 0
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Lussemburgo
659 606 476
Media UE Italia
Ogni 1.000 abitanti
I giovani amministratori comunali per il governo del presente
Proposte, idee e temi dei giovani amministratori del ForsAm 23
Solo il 10,6% degli occupati per recarsi al lavoro utilizza il mezzo pubblico o collettivo;
tale mezzo di trasporto è utilizzato soprattutto dagli studenti, 33,3%
(Istat, 2012)
L’Osservatorio Nazionale Smart City è una iniziativa dell’ANCI, nata nell’aprile 2012, allo scopo di elaborare un modello di riferi- mento per i comuni italiani che intendono intraprendere il percorso per diventare
“città intelligenti”
Percentuale di raccolta differenziata, raccolta differenziata pro capite e rifiuti urbani totali pro capite, 2011
(Elaborazione Ancitel Energia e Ambiente, 2° Rapporto Raccolta Differenziata 2011)
Nord-Ovest Nord-Est Centro Centro Nord Mezzoggiorno ITALIA
Valori % Valori % Ripartizione
geografica
67,3%
72,8%
70,1%
69,8%
67,9%
69,3%
14,3%
7,2%
13,6%
11,9%
7,1%
10,6%
Persone di 15 anni e più occupate (che escono di casa per andare al lavoro con un mezzo di trasporto) che si recano al lavoro utilizzando l’automobile o un mezzo di trasporto collettivo
(Istat, 2013)
527,7 Kg
rifiuti urbani pro capite
35,5%
raccolta differenziata
186,6 Kg
raccolta differenziata pro capite
SMART
CITIES
“Welfare
e inclusione sociale”
La forte contrazione delle risorse econo- mico-finanziarie di parte pubblica, impone uno strutturale ripensamento del sistema di welfare, non più adeguato a sostenere l’attuale domanda di servizi alla persona.
Si tratta di ricostruire in chiave solidale la collaborazione tra i soggetti, istituzionali e non, enti locali, servizi sociali, aziende sa- nitarie, del terzo settore, chiamati a giocare un ruolo importante nell’ambito dell’inte- grazione socio-sanitaria.
Appare indispensabile un nuovo approccio che tenga conto del potenziale e rilevante aiuto che può derivare dall’innovazione e dalla tecnologia. In questo settore vi sono soluzioni in grado di dare risposte mol- to diverse, e nel tempo più economiche,
rispetto a quelle tradizionali. La ricerca tecnologica applicata all’integrazione e/o all’interazione sociale, ad esempio, può di- ventare il fondamentale presupposto per ridurre i casi di ricovero in ospedale o di impropria permanenza.
Dal lato delle politiche abitative, l’emergen-
za attuale che colpisce soprattutto le classi
di età più giovani, potrebbe essere supera-
ta, almeno in parte, apportando modifiche
e rifinanziando la legge n. 431/98, sulla di-
sciplina delle locazioni e del rilascio degli
immobili adibiti ad uso abitativo, e la legge
n. 457/78, che contiene le norme per l’edili-
zia residenziale. Appare, inoltre, necessario
legiferare al più presto in tema di vero hou-
sing sociale ed edilizia universitaria.
26
In Italia ogni 100 persone quasi 21 hanno più di 65 anni. L’indice di invecchiamento è infatti pari al 20,8%
(Elaborazione Centro Documentazione e studi Anci-Ifel su dati Istat, 2013)
La regione con l’indice di dipendenza più alto è la Liguria, il cui valore è pari a poco meno del 63%. All’estremo opposto la Sardegna con il 47,3%
(Elaborazione Centro Documentazione e studi Anci-Ifel su dati Istat, 2013)
L’indice di vecchiaia, il rapporto della popolazione con 65 anni e più sulla popolazione con 0-14 anni, per 100, nel nostro Paese, è del 148,6%
(Elaborazione Centro Documentazione e studi Anci-Ifel su dati Istat, 2013)
L’indice di dipendenza misura il carico demografico sulla popolazione in età attiva. Valori superiori al 50% indicano una situazione di squilibrio generazio- nale. In Italia il valore di tale indice è del 53,5%
(Elaborazione Centro Documentazione e studi Anci-Ifel su dati Istat, 2013)
Famiglie e minori Disa
bili
Dipendenze Anziani Immigr
ati e nomadi
Povertà, disa
gio adulti, senza dimor a
Multiutenza
39,6% 22,4% 0,6% 20,9% 2,6% 7,9% 6,0%
In valore assoluto la spesa sociale sostenuta dai comuni nel 2010 ammonta a 7 miliardi di euro e il valore medio per abitante è pari a 117,8 euro
(Istat, 2013) I giovani amministratori comunali per il governo del presente
27
La dotazione annuale del Fondo sociale per l’affitto, previsto dalla legge 431/1998, ha visto nel tempo ridursi significativamente le sue disponibilità: da 366,7 milioni di euro del 2000 sono crollate a 143,3 nel 2010 e a 33,50 milioni di euro nel 2011
(Rapporto sull’Abitare Sociale in Italia Oasit-Osservatorio sull’abitare Sociale in Italia, 2011)
Proposte, idee e temi dei giovani amministratori del ForsAm
Nord 4,9%
Centro 6,4%
Sud 23,3%
Media IT ALIA
11,1%
Nel 2011 la più elevata incidenza della povertà relativa si rileva nelle regioni del sud; questa condizione colpisce, infatti, oltre 23 famiglie residenti su 100
(Istat, 2013)
A livello regionale emerge un ampio divario nelle risorse impegnate dai comuni per interventi e servizi sociali.
La spesa pro capite in tutte le regioni del sud è infatti inferiore al valore medio di 117,8 euro. E’ in Calabria che si rileva il valore di spesa per interventi e servizi sociali dei comuni più basso, poco meno di 26 euro per abitante
(Istat, 2013)
euro 283,4
Spesa pro-capite
euro 25,8
Spesa
pro-capite
“Piccoli comuni
e gestioni associate”
I piccoli comuni, spesso, sono privi dell’ap- parato tecnico-amministrativo per fare fronte alla complessità delle norme alle quali devono adeguarsi. L’obbligo dell’e- sercizio in forma associata delle funzioni fondamentali rappresenta uno di questi adempimenti complessi che, pertanto, do- vrebbe essere accompagnato dalla previ- sione di modalità di assistenza, anche me- diante il supporto delle nuove tecnologie ICT, o di forme di collaborazione struttura- te con le università e gli istituti di ricerca.
Un’attenzione particolare meritano quei piccoli comuni siti nelle aree interne; per queste realtà occorre sollevare l’attenzio- ne su alcune problematiche proprie delle amministrazioni di questo tipo.
Per far rivivere queste aree svantaggiate e ridurre lo spopolamento si dovrebbe in- tervenire su più fronti. Innanzitutto cer- cando di superare l’isolamento geografico non solo con investimenti in infrastruttu-
re “classiche” e materiali (strade, ferrovie,
ecc.) spesso troppo costose in un momen-
to di difficoltà per le finanze pubbliche, ma
soprattutto con le infrastrutture di rete. In-
vestire nella banda larga, ad esempio, oltre
che essere meno oneroso, è sicuramente
strategico e basilare per qualsiasi politica
di sviluppo del territorio si voglia intra-
prendere. Per incentivare le attività econo-
miche, per chi decide di aprire o mantenere
un’attività imprenditoriale e commerciale
in queste aree, sarebbe opportuno preve-
dere dei vantaggi di tipo fiscale. Infine, un
centro abitato può definirsi tale solo se
contiene in sé almeno i servizi pubblici es-
senziali. Ricostruire un adeguato sistema
di servizi, uffici postali, scuole, ospedali,
che invece nella logica del contenimento
dei costi, stanno chiudendo o sono erro-
neamente accorpati, sarebbe senza dubbio
utile a frenare la fuga da tali centri.
30
Oltre il 70% dei comuni italiani ha meno di 5.000 abitanti
(Elaborazione Centro Documentazione e Studi Anci-Ifel su dati Istat, 2013)
Percentuale di comuni partecipanti ad unioni di comuni e loro distribuzione sul territorio nazionale
(Elaborazione Centro Documentazione e Studi Anci-Ifel su dati Istat, 2013)
0-1.999 2.000-4.999 5.000-9.999 10.000-19.999 20.000-59.999 60.000-249.999 >=250.000
4 4 ,0%
26,4 % 14 ,7%
8,6%
5,0%1,1%0,1 0,9% 4,6%
14,2%
0,0%
26,7% 2,1% 44,8%
16,5%
19,2%
15,4%
36,8%
12,0%
39,5%
3,1%
13,4%
44,1%
73,5%
46,7%
8,7%
25,4%
I giovani amministratori comunali per il governo del presente
A settembre 2012 le unioni di comuni sono 371; vi partecipano in totale 1.868 comuni, ossia il 23,1% delle amministra- zioni comunali italiane
(Elaborazione Centro Documentazione e Studi Anci-Ifel su dati Istat, 2013)
31
Le unioni sono per lo più composte da comuni di ridotta taglia demografica:
uno su quattro (il 25,4%) non supera la soglia dei 1.000 abitanti
(Elaborazione Centro Documentazione e Studi Anci-Ifel su dati Anci ed Istat, 2012)
25,4%
Fino a 1.000 abitanti
30,7%
Tra 1.001 e 2.500 abitanti
19,9%
Tra 2.501 e 5.000 abitanti
23,0%
0,8%
0,2%
Tra 5.001 e 25.000 abitanti Tra 25.001 e 50.000 abitanti
Più di 50.000 abitanti
0 5 10 15 20 25 30
Oltre la metà dei comuni italiani, il 52,7%, è di area interna. Tra i comuni piccolissimi, con meno di 2.000 abitanti tale percentuale supera il 70%
(Elaborazione IFEL su dati DPS, 2013)
Proposte, idee e temi dei giovani amministratori del ForsAm
Centri Aree interne
47,3%
52,7%
“Rinnovamento della Pa e partecipazione politica”
La pubblica amministrazione non deve es- sere vista come un ostacolo per il cittadino e le imprese; al contrario, dovrebbe rappre- sentare uno strumento che aiuta e semplifi- ca la vita dei cittadini. Il cambio di paradig- ma richiede, oltre che un rinnovamento dal punto di vista normativo, anche e soprattut- to un salto culturale.
Un grande passo per cambiare la pubbli- ca amministrazione è quello di favorire il giusto ricambio generazionale delle risor- se umane, sia di tipo politico che ammini- strativo.
Governare le reti, introdurre tecnologie, atti- vare la partecipazione organizzativa, avviare programmi di semplificazione sono attività ad altissima complessità professionale. Per questo emerge l’esigenza di una legge che disciplini le assunzioni di personale nella Pa altamente qualificato, titolare di dottorati o master specifici, che si autoalimenti tramite
risparmi o reperimento di fondi europei, e con la contestuale esclusione di tali voci di costo dal patto di stabilità. Al riguardo, in li- nea con alcune delle recenti proposte di re- visione delle norme sul mercato del lavoro, sarebbe auspicabile l’ipotesi di introdurre la possibilità di pre-pensionamenti anche ne- gli enti locali.
Di certo, non fa bene alla partecipazione dei
giovani alla vita politica, la riduzione, per
legge, del numero di consiglieri e assessori,
unita al contemporaneo, seppur contenuto,
taglio alle indennità di carica. Queste di-
sposizioni rappresentano di fatto elementi
che ostacolano il ricambio generazionale
nella gestione dei comuni del Paese. A ciò
si aggiunge che la riduzione del numero
dei componenti delle giunte, determinando
una concentrazione delle deleghe su un nu-
mero minore di persone, aumenta impegno
e difficoltà gestionali, e porta ad alcune si-
tuazioni eccessive dei sindaci-factotum.
34
L’incidenza dei giovani amministratori (uomini e donne) sul totale si è ridotta dal 20,6% del 2011 al 17,5% del maggio 2013
(Elaborazione Ifel su dati Istat, 2013)
Poco più della metà dei dipendenti comunali a tempo indeterminato, il 54,9%, è in posses- so di un titolo di studio di scuola superiore
(Elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013)
2011
20,6%
2013
17,5%
2011
27,6%
2013
29,3%
I giovani amministratori comunali per il governo del presente
28,0% 54,9% 14,6% 0,2%1,5% 0,6%
50
40
30
20
10
0
Scuola dell’obbligo Scuola superiore Laurea breve Laurea Dottorato altro titolo post laurea
% di donne tra gli amministratori under 35
(Elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013)
Proposte, idee e temi dei giovani amministratori del ForsAm 35
La laurea è maggiormente diffusa nei comuni che hanno un numero di abitanti superiore a 5.000 e inferiore a 250.000, in cui si rilevano valori più alti rispetto alla media del 14,6%; nei comuni con meno di 2.000 residenti, il dato percen- tuale dei dipendenti a tempo indetermi- nato laureati assume il valore minimo del 9,1%
(Elaborazione Ifel su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze, 2012)
L’età media dei dipendenti comunali a tempo indeterminato è di 49 anni.
Oltre l’87% di essi ha un’età compresa tra 35 e 59 anni. La classe più rappresen- tata è quella dei 50-54enni: poco meno di 1 su 4, il 23,6% del totale, ha un’età che ricade in tale intervallo. I dipendenti a tempo indeterminato con meno di 35 anni sono circa il 6% del totale
All’opposto gli over 64enni sono lo 0,4%
(Elaborazione Ifel su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze, 2012)
Non vi è crescita dell’Italia se non si rie- scono a sprigionare anche le enormi po- tenzialità, ancora inespresse, delle regioni del sud del Paese. Non si potrà avere una crescita solida e un’Italia più civile se nel Mezzogiorno non si avvierà uno sviluppo capace di autosostenersi.
Il ritardo del sud non è solamente di tipo economico. In queste regioni, infatti, i beni pubblici essenziali, come giustizia, sanità, istruzione, trasporti, lavori pubblici, servizi locali sono gravemente carenti o di scarsa qualità. Gran parte della responsabilità è imputabile alla debolezza dell’intera azio- ne pubblica, centrale ma anche locale. Per innalzare l’efficacia dell’intervento pubbli- co ancora una volta c’è bisogno di rinno- vare le capacità delle classi dirigenti meri- dionali. In particolare, c’è bisogno di porre vincoli severi all’uso clientelare della spe- sa, ma anche di politiche attive che spinga- no le classi dirigenti a valorizzare il patri-
monio di risorse locali: dai beni culturali e ambientali ai saperi radicati nelle univer- sità, dall’agricoltura alle vocazioni mani- fatturiere e soprattutto il turismo. La forte crisi economica in atto potrebbe costituire l’occasione per stimolare, investire e valo- rizzare la risorsa turismo; un settore con un grande potenziale per un Paese come l’Italia ma che, ad oggi, purtroppo viene af- frontato senza un approccio integrato.
Quando si parla di sud si deve affrontare la questione dei giovani e delle donne, ovve- ro coloro che vivono in forma più acuta il dramma della disoccupazione e della pre- carietà. Ciò che più colpisce è che i giovani delle regioni meridionali, soprattutto i più qualificati, a causa dell’incapacità del si- stema di trattenerli, offrendogli le opportu- nità che meritano, sono costretti spesso a lasciare la terra di origine. Questa dinami- ca, se non controllata rischia di accentuare ancora di più il deficit di capitale sociale di queste regioni.
“Mezzogiorno d’Italia
e politiche di sviluppo”
38
Nel 2011 il livello del Pil pro capite in termini reali nel Mezzogiorno è inferiore del 42,8% rispetto a quello del centro-nord e del 33% rispetto alla media nazionale
(Istat, 2013)
Emigrati dal Sud
1.350.000
Rientrati
720.000
Saldo migratorio netto
630.000
di cui Giovani (15-34 anni)
440.000 (70%)
di cui Laureati
150.400 (25%)
32.565 euro
14.814 euro Media
ITALIA 23.470
euro
I giovani amministratori comunali per il governo del presente
39
26,6% 34,7% 46,9%
Il tasso di disoccupazione giovanile dei 14-25enni, nel 2012 nelle regioni del sud sfiora quota 50%
(Istat, 2013)
Il tasso di disoccupazione nelle regioni del sud del Paese è aumentato dal 2006 al 2012 soprattutto a causa della crescita della disoccupazione maschile, passata dal 9,9%
del 2006 al 15,9% del 2012, quella femminile raggiunge quasi quota 20%
(Istat, 2013)
Proposte, idee e temi dei giovani amministratori del ForsAm
I fattori produttivi del mondo industrializ- zato non sono più solo le macchine, il capi- tale e la forza lavoro, ma anche la quantità di conoscenza acquisita, trasferita e utiliz- zata in ogni componente e fase dei processi di produzione. Per questo si ha la necessità di persone adeguatamente formate, intellet- tualmente curiose, continuamente protese a migliorare e migliorarsi, con competenze in grado di assicurare l’innalzamento costante delle performance aziendali e sociali.
Di fronte ad un mondo che corre veloce- mente serve una svolta culturale che ri- pensi l’intero ciclo della formazione. Nella filiera della conoscenza, la formazione, ces- sa di essere una tappa per diventare una costante che accompagna la persona in oc- cupazioni, impieghi, posti di lavoro, formati
contrattuali diversi. È un unicum continuo e permanente, dall’asilo alla pensione.
Per questo è auspicabile che il nesso inno- vazione-formazione diventi uno dei requi- siti essenziali nel regolare il trasferimento di risorse pubbliche alle imprese, alle uni- versità e ai centri di ricerca e che le scuo- le di ordine e grado diverso dialoghino tra loro; che le imprese siano sollecitate e in- coraggiate a crescere, ad assumere laureati e a stabilire rapporti continui con i centri di ricerca. I governi locali, regionali e cittadi- ni, dovrebbero ricoprire il difficile compito di definire, sostenere e perseguire strategie e percorsi, valutare le potenzialità del si- stema produttivo e scientifico e concerta- re con le forze sociali e imprenditoriali gli obiettivi da conseguire.
“Innovazione
e conoscenza”
42
41,4%
38,5%
51,6%
NORD
44,3%
Media ITALIA
CENTRO
SUD
44,3% 26,6%
41,4%
38,5%
51,6%
NORD
44,3%
Media ITALIA
CENTRO
SUD
44,3% 26,6%
I giovani amministratori comunali per il governo del presente
In Italia la quota di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 74 anni che ha un accesso a Internet da casa
mediante banda larga è appena del 52%.
La media europea è del 67%. Valori vicini a quello dell’Italia si riscontrano per la Slovacchia, 55% e Cipro, 56%; all’opposto Svezia, Danimarca, Olanda e Finlandia registrano un tasso di penetrazione che supera l’80%
Nel nostro Paese, nel 2011, il 44,3% delle persone tra 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di studio più elevato la licenza di scuola media (scuola secondaria di primo grado). La media dei 27 Paesi dell’Unione Europea è ben più bassa e pari al 26,6%
(Istat e Eurostat, 2013)
Proposte, idee e temi dei giovani amministratori del ForsAm 43
Solo 5,4 adulti su 100, occupati, con un’età compresa tra i 25 e i 64 anni, partecipano ad attività formative e di istruzione
(Istat, 2013)
L’Italia, con 78,0 brevetti per milione di abitanti, si colloca al di sotto della media europea, pari a 111,6 per mille abitanti
(Istat, 2013)
Il più alto numero di 18-24enni che, nel 2012, abbandona prematuramente gli studi, si rileva nelle regioni insulari: poco meno del 25%. Si tratta di giovani con al massimo la licenza media che non frequentano altri corsi scolastici o svolgono attività formative superiori ai 2 anni
(Istat, 2013)
Svezia
GermaniaFinlandiaDanimar ca
Paesi Bassi Austria Lussembur
go Belg
io Francia
Regno UnitoITALIA IrlandaSlovenia
Spa gna 0
50 100 150 200 250 300
2000 2008
Ue 27
Estonia
Repubb
lica CecaUngheria Cipr
o Malta
Porto gallo
LettoniaGrecia Slovacc
hia
PoloniaLituaniaBulg aria
Romania
15,3% 14,7% 19,3% 24,9%
I giovani amministratori comunali: un confronto tra generazioni
Parte Seconda
I giovani amministratori
comunali: un confronto
tra generazioni
47
1 Il contesto di riferimento: i comuni italiani
Delle 8.092 realtà comunali italiane, il 56,1% si trova al nord; seguono i comuni del sud e delle isole, il 31,6% ed i comuni del centro, il 12,3%. Neldettaglio, sono i comuni lombardi ad essere i più numerosi, rappresentando il 19,1% del totale dei comuni italiani, al secondo posto quelli piemonte- si il 14,9%, ultimi i comuni valdostani, lo 0,9% del totale (Tabella 1).
Tabella 1. Numerosità dei comuni italiani, per regione, 2013
Regioni Numero di comuni
v.a. %
Piemonte 1.206 14,9%
Valle d'Aosta 74 0,9%
Lombardia 1.544 19,1%
Trentino-Alto Adige 333 4,1%
Veneto 581 7,2%
Friuli-Venezia Giulia 218 2,7%
Liguria 235 2,9%
Emilia-Romagna 348 4,3%
Toscana 287 3,5%
Umbria 92 1,1%
Marche 239 3,0%
Lazio 378 4,7%
Abruzzo 305 3,8%
Molise 136 1,7%
Campania 551 6,8%
Puglia 258 3,2%
Basilicata 131 1,6%
Calabria 409 5,1%
Sicilia 390 4,8%
Sardegna 377 4,7%
Totale 8.092 100,0%
Fonte: elaborazione Ifel su dati Istat, 2013
48 I giovani amministratori comunali per il governo del presente
L’Italia è il Paese dei piccoli comuni, più del 70%
appartiene alla classe demografica con popolazio- ne inferiore ai 5.000 abitanti, il dato sale all’85,1%
se si considera anche la fascia successiva con po- polazione inferiore ai 10.000 abitanti. In particola- re, colpiscono due dati: il 44% delle realtà comuna- li italiane ha meno di 2.000 residenti, mentre solo lo 0,1% ne ha più di 250.000 (Tabella 2).
Tabella 2. Numerosità dei comuni italiani, per classe demografi ca, 2013
Classe di ampiezzademografi ca
Numero di comuni
v.a. %
0 - 1.999 3.562 44,0%
2.000 - 4.999 2.136 26,4%
5.000 - 9.999 1.190 14,7%
10.000 - 19.999 698 8,6%
20.000 - 59.999 405 5,0%
60.000 - 249.999 89 1,1%
>= 250.000 12 0,1%
Totale 8.092 100,0%
Fonte: elaborazione Ifel su dati Istat, 2013
I giovani amministratori comunali: un confronto tra generazioni 49
2 Gli amministratori comunali:
il trend 2011-2013
Entrando nel dettaglio della gestione dei comuni del Paese, si rileva che tra il 2011 e il 2013 il nu- mero complessivo di amministratori comunali si è ridotto, passando da 124.609 unità a 123.010(1). Tale riduzione non ha però intaccato la componente di genere femminile dell’universo degli ammini- stratori comunali che, al contrario, è aumentata.
Nel 2011 le donne amministratrici erano 23.955, il 19,2% del totale; a maggio 2013 raggiungono quota 25.147, oltre il 20% (Tabella 3 e Figura 1) .
1 I dati del 2013 sono aggiornati al 14 maggio.
Nel triennio considerato la dinamica dei giovani amministratori segue il trend rilevato in generale.
Il peso degli under 35, infatti, si riduce dal 20,6%
del 2011 al 17,5% del maggio 2013. Da rilevare che, anche se in valore assoluto il numero di giovani amministratrici si contrae, passando da 6.627 a 5.854, tale riduzione, in percentuale, è inferiore rispetto a quella che, in tale arco di tempo, ha in- teressato la componente di genere maschile. In- fatti, la percentuale di donne under 35 sul totale dei giovani amministratori aumenta dal 27,6% nel 2011 a poco meno del 30% nel 2013.
Tabella 3. Gli amministratori comunali, confronto 2011/2012/2013
Tipologia di amministratori comunali Anno 2011 Anno 2012 Anno 2013
Totale amministratori comunali (a) 124.609 122.068 123.010
Amministratori donne (al netto dei commissari) (b) 23.955 24.629 25.147
Incidenza di amministratori donne (b)/(a) 19,2% 20,2% 20,4%
Amministratori comunali (al netto dei commissari)
per i quali è resa nota la data di nascita (c) 116.651 114.529 114.112 Amministratori comunali (al netto dei commissari)
fi no a 35 anni di età all'anno della rilevazione (d) 24.001 22.495 19.952
Incidenza di giovani amministratori (d)/(c) 20,6% 19,6% 17,5%
Amministratori comunali donne (al netto dei commissari) fi no a 35 anni di età all'anno della rilevazione (e)
6.627 6.436 5.854
Incidenza di giovani amministratrici (e)/(d) 27,6% 28,6% 29,3%
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2011/2012/2013
50 I giovani amministratori comunali per il governo del presente
Figura 1. L’incidenza di amministratori donne sul totale degli amministratori comunali e sul totale degli amministratori comunali fino a 35 anni di età, 14 maggio 2013
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
79,6%
20,4%
29,3%
70,7%
Donne Uomini
Totale amministratori Giovani amministratori
I giovani amministratori comunali: un confronto tra generazioni 51
3 Le cariche: sindaci, vicesindaci, assessori e consiglieri
Gli amministratori comunali ammontano com- plessivamente a 123.010 unità, di questi il 66,7% è costituito da consiglieri e il 22% da assessori; sin- daci e vicesindaci rappresentano rispettivamente il 6,4% ed il 4,7% del totale. Analizzando i dati a livello regionale, i comuni lombardi e piemontesi, con 23.121 e con 16.492 unità detengono la con- centrazione più alta di amministratori comunali;
sono, invece, i comuni valdostani a detenere il dato minimo, con solo 1.096 unità (Tabella 4). C’è da rile- vare che questi dati riflettono la distribuzione ter- ritoriale degli stessi comuni. Come si evince dalla Tabella 1, i comuni lombardi e piemontesi, rappre- sentano complessivamente il 34% dei comuni ita- liani, quelli valdostani, invece, solo lo 0,9%.
Gli amministratori under 35 in totale sono 19.952, in prevalenza si tratta di consiglieri (15.430 unità), seguono i giovani assessori, 3.857, i vicesindaci, 396 ed i sindaci, 269. A livello regionale si con- centrano nei comuni delle regioni del nord, della Lombardia, 4.055, del Piemonte, 2.284, del Veneto, 1.425, dell’Emilia-Romagna, 1.254 e del Trentino- Alto Adige, 1.017; nei comuni del sud, da rileva- re l’elevato numero di giovani amministratori in quelli della Sicilia, 1.409 e della Campania, 1.186 (Tabella 6).
Relativamente alle cariche assunte, la ripartizione regionale risulta essere abbastanza eterogenea. I giovani sindaci si concentrano con percentuali più elevate rispetto alla media nazionale dell’1,3% nei comuni della Valle d’Aosta e del Molise (rispetti- vamente il 3,1% ed il 2,3%). Nei comuni della Ba- silicata, seppure nessun primo cittadino è under 35, si rileva la concentrazione più alta di giovani vicesindaco (4%) rispetto ai comuni delle restanti regioni. L’incidenza più elevata di assessori giova- ni si trova nei comuni della Puglia, della Basilicata, della Calabria e della Sardegna; la più alta percen- tuale di consiglieri under 35 è stata eletta nei co- muni della Sicilia, del Friuli-Venezia Giulia e della Toscana con valori ben al di sopra della media na- zionale del 77,3% (Tabella 7).
52 I giovani amministratori comunali per il governo del presente
Tabella 4. Gli amministratori comunali, per carica e regione, valori assoluti, 14 maggio 2013
Regione Sindaco Vicesindaco Assessore Consigliere Commissario
straordinario Totale
Piemonte 1.191 1.012 3.489 10.785 15 16.492
Valle d'Aosta 74 73 239 710 0 1.096
Lombardia 1.511 1.114 5.185 15.278 33 23.121
Trentino-Alto Adige 333 281 1.149 3.803 0 5.566
Veneto 573 455 2.133 6.068 8 9.237
Friuli-Venezia Giulia 218 175 648 2.422 0 3.463
Liguria 226 173 704 2.126 9 3.238
Emilia-Romagna 341 256 1.388 4.375 7 6.367
Toscana 281 224 1.139 3.743 6 5.393
Umbria 89 22 387 1.048 3 1.549
Marche 234 172 879 2.518 5 3.808
Lazio 365 231 1.330 3.755 13 5.694
Abruzzo 296 216 893 2.627 9 4.041
Molise 128 88 331 1.030 8 1.585
Campania 509 347 1.842 5.267 42 8.007
Puglia 242 154 1.042 3.060 16 4.514
Basilicata 126 89 406 1.118 5 1.744
Calabria 379 254 1.156 3.154 30 4.973
Sicilia 372 225 1.399 5.611 18 7.625
Sardegna 371 269 1.275 3.576 6 5.497
Totale 7.859 5.830 27.014 82.074 233 123.010
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
I giovani amministratori comunali: un confronto tra generazioni 53
Tabella 5. Gli amministratori comunali, per carica e regione, valori percentuali, 14 maggio 2013
Regione Sindaco Vicesindaco Assessore Consigliere Commissario
straordinario Totale
Piemonte 7,2% 6,1% 21,2% 65,4% 0,1% 100,0%
Valle d'Aosta 6,8% 6,7% 21,8% 64,8% 0,0% 100,0%
Lombardia 6,5% 4,8% 22,4% 66,1% 0,1% 100,0%
Trentino-Alto Adige 6,0% 5,0% 20,6% 68,3% 0,0% 100,0%
Veneto 6,2% 4,9% 23,1% 65,7% 0,1% 100,0%
Friuli-Venezia Giulia 6,3% 5,1% 18,7% 69,9% 0,0% 100,0%
Liguria 7,0% 5,3% 21,7% 65,7% 0,3% 100,0%
Emilia-Romagna 5,4% 4,0% 21,8% 68,7% 0,1% 100,0%
Toscana 5,2% 4,2% 21,1% 69,4% 0,1% 100,0%
Umbria 5,7% 1,4% 25,0% 67,7% 0,2% 100,0%
Marche 6,1% 4,5% 23,1% 66,1% 0,1% 100,0%
Lazio 6,4% 4,1% 23,4% 65,9% 0,2% 100,0%
Abruzzo 7,3% 5,3% 22,1% 65,0% 0,2% 100,0%
Molise 8,1% 5,6% 20,9% 65,0% 0,5% 100,0%
Campania 6,4% 4,3% 23,0% 65,8% 0,5% 100,0%
Puglia 5,4% 3,4% 23,1% 67,8% 0,4% 100,0%
Basilicata 7,2% 5,1% 23,3% 64,1% 0,3% 100,0%
Calabria 7,6% 5,1% 23,2% 63,4% 0,6% 100,0%
Sicilia 4,9% 3,0% 18,3% 73,6% 0,2% 100,0%
Sardegna 6,7% 4,9% 23,2% 65,1% 0,1% 100,0%
Totale 6,4% 4,7% 22,0% 66,7% 0,2% 100,0%
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
54 I giovani amministratori comunali per il governo del presente
Tabella 6. Gli amministratori comunali fi no a 35 anni di età, per carica e regione, valori assoluti, 14 maggio 2013
Regione Sindaco Vicesindaco Assessore Consigliere Totale*
Piemonte 43 41 421 1.779 2.284
Valle d'Aosta 6 5 30 152 193
Lombardia 62 74 691 3.228 4.055
Trentino-Alto Adige 12 19 209 777 1.017
Veneto 24 35 291 1.075 1.425
Friuli-Venezia Giulia 6 7 74 395 482
Liguria 3 6 74 293 376
Emilia-Romagna 15 25 240 974 1.254
Toscana 8 16 132 629 785
Umbria 2 1 58 209 270
Marche 5 11 142 540 698
Lazio 13 20 167 603 803
Abruzzo 10 12 143 509 674
Molise 6 7 60 193 266
Campania 14 30 269 873 1.186
Puglia 6 16 140 408 570
Basilicata 0 12 72 215 299
Calabria 15 30 231 700 976
Sicilia 4 18 199 1.188 1.409
Sardegna 15 11 214 690 930
Totale 269 396 3.857 15.430 19.952
*Al netto dei 233 commissari straordinari e degli 8.665 amministratori comunali per i quali non è specifi cata la data di nascita.
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
I giovani amministratori comunali: un confronto tra generazioni 55
Tabella 7. Gli amministratori comunali fi no a 35 anni di età, per carica e regione, valori percentuali, 14 maggio 2013
Regione Sindaco Vicesindaco Assessore Consigliere Totale*
Piemonte 1,9% 1,8% 18,4% 77,9% 100,0%
Valle d'Aosta 3,1% 2,6% 15,5% 78,8% 100,0%
Lombardia 1,5% 1,8% 17,0% 79,6% 100,0%
Trentino-Alto Adige 1,2% 1,9% 20,6% 76,4% 100,0%
Veneto 1,7% 2,5% 20,4% 75,4% 100,0%
Friuli-Venezia Giulia 1,2% 1,5% 15,4% 82,0% 100,0%
Liguria 0,8% 1,6% 19,7% 77,9% 100,0%
Emilia-Romagna 1,2% 2,0% 19,1% 77,7% 100,0%
Toscana 1,0% 2,0% 16,8% 80,1% 100,0%
Umbria 0,7% 0,4% 21,5% 77,4% 100,0%
Marche 0,7% 1,6% 20,3% 77,4% 100,0%
Lazio 1,6% 2,5% 20,8% 75,1% 100,0%
Abruzzo 1,5% 1,8% 21,2% 75,5% 100,0%
Molise 2,3% 2,6% 22,6% 72,6% 100,0%
Campania 1,2% 2,5% 22,7% 73,6% 100,0%
Puglia 1,1% 2,8% 24,6% 71,6% 100,0%
Basilicata 0,0% 4,0% 24,1% 71,9% 100,0%
Calabria 1,5% 3,1% 23,7% 71,7% 100,0%
Sicilia 0,3% 1,3% 14,1% 84,3% 100,0%
Sardegna 1,6% 1,2% 23,0% 74,2% 100,0%
Totale 1,3% 2,0% 19,3% 77,3% 100,0%
*Al netto dei 233 commissari straordinari e degli 8.665 amministratori comunali per i quali non è specifi cata la data di nascita.
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
56 I giovani amministratori comunali per il governo del presente
Mettendo a confronto le diverse generazioni di amministratori, gli under 35 impegnati nelle am- ministrazioni comunali italiane, quasi 20mila, rappresentano il 17,5% del totale degli ammini- stratori comunali (Tabella 8 e Figura 2). Hanno un’età uguale o inferiore ai 35 anni il 20,3% dei consiglieri, il 15,2% degli assessori, il 7,4% dei vi- cesindaci ed il 3,7% dei primi cittadini. Guardando alla ripartizione geografica, la maggior incidenza percentuale di giovani amministratori si rileva nei comuni della Calabria e della Sicilia, entrambe con il 22% e nei comuni della Sardegna con il 21,9%;
tutti valori superiori di oltre 4 punti percentuali rispetto alla media nazionale. Le amministrazioni comunali con un’incidenza percentuale di giovani amministratori più bassa si rilevano al sud nei co- muni della Puglia e al nord nei comuni piemontesi e liguri, questi ultimi con la percentuale più bassa di oltre 5 punti rispetto alla media.
Analizzando la distribuzione delle cariche comu- nali per classe di ampiezza demografica, gli am- ministratori, al netto dei commissari straordinari, si concentrano in prevalenza nelle realtà di mino- ri dimensioni, con meno di 5.000 abitanti: oltre il 60% del totale degli amministratori comunali del Paese si trova in queste tipologie di comuni. Il dato sale al 76% se si considerano anche gli ammini- stratori dei comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti. Tali dati rispecchiano la prevalenza di piccoli comuni in Italia. Nelle realtà più grandi, in- vece, si osservano valori di molto inferiori rispetto a quelle più piccole (Tabella 9).
Osservando le singole cariche, i valori percentuali che evidenziano la presenza di sindaci e vicesin- daci seguono un andamento inversamente pro- porzionale al crescere delle dimensioni comunali;
per gli assessori, invece, si rileva un aumento fino alla fascia di comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti, dalla classe di ampiezza successi- va il valore decresce fino a raggiungere il 18,4% nei comuni con popolazione superiore ai 250.000 abi- tanti; per i consiglieri, infine, dopo un leggero de- cremento percentuale fino alla classe 5.000-9.999, dalla classe successiva il numero aumenta all’au- mentare della popolazione residente (Tabella 10).
I giovani amministratori comunali: un confronto tra generazioni 57
Tabella 8. Incidenza di amministratori comunali fi no a 35 anni di età sul totale degli amministratori comunali, per carica e regione, 14 maggio 2013
Regione Sindaco Vicesindaco Assessore Consigliere Totale*
Piemonte 3,7% 4,3% 12,6% 17,3% 14,5%
Valle d'Aosta 8,1% 6,8% 12,6% 21,5% 17,7%
Lombardia 4,2% 6,8% 13,6% 21,5% 17,9%
Trentino-Alto Adige 3,8% 7,0% 19,1% 22,0% 19,5%
Veneto 4,5% 8,4% 14,5% 18,9% 16,5%
Friuli-Venezia Giulia 3,7% 4,6% 12,6% 20,2% 16,9%
Liguria 1,4% 3,6% 10,8% 14,5% 12,1%
Emilia-Romagna 4,6% 10,2% 17,7% 22,9% 20,3%
Toscana 3,1% 9,1% 14,6% 22,3% 18,9%
Umbria 2,3% 5,3% 15,1% 20,3% 17,8%
Marche 2,2% 6,9% 16,9% 22,6% 19,3%
Lazio 3,7% 9,3% 13,4% 17,0% 15,0%
Abruzzo 3,5% 5,8% 16,3% 19,9% 17,2%
Molise 5,0% 11,3% 23,0% 22,9% 20,7%
Campania 2,9% 8,9% 15,1% 17,1% 15,4%
Puglia 2,8% 11,2% 14,2% 14,2% 13,5%
Basilicata 0,0% 14,1% 18,4% 19,9% 17,9%
Calabria 4,7% 13,5% 21,9% 24,7% 22,0%
Sicilia 1,4% 9,8% 16,6% 25,1% 22,0%
Sardegna 5,3% 6,5% 21,1% 24,9% 21,9%
Totale 3,7% 7,4% 15,2% 20,3% 17,5%
*Al netto dei 233 commissari straordinari e degli 8.665 amministratori comunali per i quali non è specifi cata la data di nascita.
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
58 I giovani amministratori comunali per il governo del presente
Figura 2. Incidenza di amministratori comunali fino a 35 anni di età sul totale degli amministratori comunali, per carica, 14 maggio 2013
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
*Al netto dei 233 commissari straordinari e degli 8.665 amministratori comunali per i quali non è specificata la data di nascita.
Incidenza % giovani amministratori
Sindaco 3,7%
5,0%
0,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
Vicesindaco 7,4%
Assessore Carica
15,2%
Consigliere 20,3%
Totale*
17,5%
Tabella 9. Gli amministratori comunali, per carica e classe demografi ca, valori assoluti, 14 maggio 2013
Classe di ampiezza
demografi ca Sindaco Vicesindaco Assessore Consigliere Commissario
straordinario Totale
0 - 1.999 3.502 2.570 9.273 28.804 60 44.209
2.000 - 4.999 2.087 1.617 7.076 19.636 49 30.465
5.000 - 9.999 1.153 897 4.635 12.211 37 18.933
10.000 - 19.999 661 479 3.127 9.637 37 13.941
20.000 - 59.999 367 215 2.173 8.584 38 11.377
60.000 - 249.999 77 44 605 2.667 12 3.405
>= 250.000 12 8 125 535 0 680
Totale 7.859 5.830 27.014 82.074 233 123.010
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
I giovani amministratori comunali: un confronto tra generazioni 59
Il numero di giovani che partecipa al governo dei comuni riflette il dato complessivo per classe de- mografica degli amministratori comunali. Oltre il 67% degli amministratori under 35 è presente nei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, il dato sale ad oltre l’81% se si considerano anche i comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abi- tanti (Tabella 11 e 12).
Analizzando l’incidenza percentuale dei giovani sul totale degli amministratori comunali, per i gio- vani assessori e consiglieri si assiste ad un decre- mento della percentuale di under 35 al crescere delle dimensioni comunali. Per i giovani sindaci e vicesindaci, invece, si rileva una distribuzione di- somogenea, per cui, nei comuni con popolazione inferiore ai 60.000 abitanti la percentuale di giova-
ni si aggira intorno al dato medio nazionale, con picchi nei comuni con popolazione fino a 2.000 abitanti e tra 20.000 e 59.999 per i sindaci (4,4%
e 4,5% rispettivamente) e nei comuni con meno di 2.000 cittadini per i vicesindaci (7,9%); diver- samente, nei comuni con oltre 60.000 residenti il numero di giovani che ricoprono le più alte cari- che elettive è di molto inferiore alle medie nazio- nali (rispettivamente l’1,4% vs la media del 3,7%
per la carica di sindaco ed il 2,6% vs la media del 7,4% per quella di vicesindaco), fino a raggiungere la completa assenza di sindaci e vicesindaci un- der 35 nelle realtà con popolazione superiore ai 250.000 abitanti (Tabella 13).
Tabella 10. Gli amministratori comunali, per carica e classe demografi ca, valori percentuali, 14 maggio 2013
Classe di ampiezza
demografi ca Sindaco Vicesindaco Assessore Consigliere Commissario
straordinario Totale
0 - 1.999 7,9% 5,8% 21,0% 65,2% 0,1% 100,0%
2.000 - 4.999 6,9% 5,3% 23,2% 64,5% 0,2% 100,0%
5.000 - 9.999 6,1% 4,7% 24,5% 64,5% 0,2% 100,0%
10.000 - 19.999 4,7% 3,4% 22,4% 69,1% 0,3% 100,0%
20.000 - 59.999 3,2% 1,9% 19,1% 75,5% 0,3% 100,0%
60.000 - 249.999 2,3% 1,3% 17,8% 78,3% 0,4% 100,0%
>= 250.000 1,8% 1,2% 18,4% 78,7% 0,0% 100,0%
Totale 6,4% 4,7% 22,0% 66,7% 0,2% 100,0%
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
60 I giovani amministratori comunali per il governo del presente
Tabella 11. Gli amministratori comunali fi no a 35 anni di età, per carica e classe demografi ca, valori assoluti, 14 maggio 2013
Classe di ampiezza
demografi ca Sindaco Vicesindaco Assessore Consigliere Totale*
0 - 1.999 147 190 1.578 6.254 8.169
2.000 - 4.999 50 111 1.072 4.044 5.277
5.000 - 9.999 37 52 598 2.207 2.894
10.000 - 19.999 20 29 351 1.458 1.858
20.000 - 59.999 14 13 205 1.122 1.354
60.000 - 249.999 1 1 44 300 346
>= 250.000 0 0 9 45 54
Totale 269 396 3.857 15.430 19.952
*Al netto dei 233 commissari straordinari e degli 8.665 amministratori comunali per i quali non è specifi cata la data di nascita.
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013
Tabella 12. Gli amministratori comunali fi no a 35 anni di età, per carica e classe demografi ca, valori percentuali, 14 maggio 2013
Classe di ampiezza
demografi ca Sindaco Vicesindaco Assessore Consigliere Totale*
0 - 1.999 1,8% 2,3% 19,3% 76,6% 100,0%
2.000 - 4.999 0,9% 2,1% 20,3% 76,6% 100,0%
5.000 - 9.999 1,3% 1,8% 20,7% 76,3% 100,0%
10.000 - 19.999 1,1% 1,6% 18,9% 78,5% 100,0%
20.000 - 59.999 1,0% 1,0% 15,1% 82,9% 100,0%
60.000 - 249.999 0,3% 0,3% 12,7% 86,7% 100,0%
>= 250.000 0,0% 0,0% 16,7% 83,3% 100,0%
Totale 1,3% 2,0% 19,3% 77,3% 100,0%
*Al netto dei 233 commissari straordinari e degli 8.665 amministratori comunali per i quali non è specifi cata la data di nascita.
Fonte: elaborazione Ifel su dati Ancitel, 2013