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MARIA SS. IMMACOLATA CONSACRATO

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(1)

CONSACRATO

a

MARIA SS. IMMACOLATA

AD USO D E L P O P O L O p e r c u r a

D E L SA CER D O TE

B O S C O G I O V A N N I

TORINO

T IP . G . B . PA RAVI A E COMPAGNIA

1858.

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Il m ese di m aggio ch e è il più delizioso d e ll’anno doveva con tutta ragionevolezza es­

sere consacrato a Maria. In questo m ese la natura copre di erbe i prati, di fiori le piante, di germogli le vigne. In esso l’uomo si dà con isp eciale ardore a coltivare la terra, che co ­ m incia a porgergli speranza di abbondante raccolto; ma che per lui è soggetto di grave tim ore pei pericoli a cui vanno esposti i frutti d elle sue fatiche. Perciocché una grandine, un turbine, u n ’invasione, una siccità od altro in­

fortunio in un m om ento possono rovesciare tutte le sue speranze e cagionare la fame e la carestia ad un paese, ad una città e tal­

volta a tutto un regno. Perciò oltre i bisogni spirituali ch e ad ogni m om ento ci devono m uovere a far ricorso a questa madre di mi­

sericordia avvi il motivo tem porale, cioè che Ella benedica e protegga le nostre case, i n o ­ stri bestiam i, i frutti delle cam pagne, e ci di­

fenda dagli infortunii.

È vero che la divozione verso di questa gran Regina del cielo fu in tutti i tempi il conforto d el genere umano. Dal tem po degli Apostoli fino a noi non avvi se c o lo , non a n n o , non m ese, non settim ana, non giorno, non ora, e possiam o dire che non avvi m om ento il quale non sia m arcato da qualche favore da questa

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m adre pietosa ottenuto a’ suoi divoti. È vero eziandio ch e non avvi regno, non avvi città, non avvi paese o casa in c ui, se non vi è un altare, vi s ia alm eno nn’im m agine o statua in onore di Maria in segno di grazie e favori r i­

cevuti. Tuttavia il m ese di maggio parve do­

versi in m odo sp eciale consacrare a Maria.

Fin dal 1700 in diversi paesi del Piem onte si facevano particolari esercizi di cristiana pietà in ciascun giorno di maggio in onore di Maria.

Fu trovato che questa serie di suppliche quo­

tidiane fatte a questa Madre di m isericordia erano mezzo potentissim o per ottenere la pro­

tezione di Lei n e’ varii nostri bisogni. Tale d i­

vozione si accrebbe ogni giorno più. Famiglie private, com unità religiose, paes i e città accol­

sero questa divozione com e sorgente di grandi benedizioni. Parrochi e vescovi la promossero con z elo n elle rispettive D iocesi. E l’anno 1747 Monsignor Saporiti, arcivescovo di G en o v a , dava ordine che si stampasse un libro Intito­

lato: I l mese d i M a ria , ossia il mese d i m ag ­ gio co nsacrato a M a ria coll'esercizio d i v a r ii fio r i d i v ir tù d a p r a tic a r s i nelle case delle f a ­ m ig lie cristiane.

La Chiesa approva questa divozione e concede indulgenze a chi la pratica.

S u l p r in c ip io di q u e s to secolo facendosi vie p i ù s e n t i r e i b iso g n i s p ir itu a li e t e m ­ porali, fu ezia n d io m a g g io r e la s o l l e c i t u ­ d in e d e i d iv o ti di Maria p e r p r o p a g a r e la

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divozione v e rs o di Lei nel m ese di m a g g io . I vescovi la a p p r o v a r o n o , e si d ie d e ro sol­

le c itu d in e di r e n d e r l a s ta b ile nelle loro D iocesi. Ma le p r a t i c h e di relig io n e n o n a p p a g a n o i n t i e r a m e n t e il cattolico, s e n o n so n o a p p r o v a t e dal V icario di G esù Cristo, P a s t o r e S u p r e m o da Dio stab ilito a r e g ­ g e r e e g o v e r n a r e il g r e g g e u n iv e rs a le di t u t t a la c r is tia n ità . E d ecco i m e d e s im i P o n te fic i a p p r o v a r e , p r o m u o v e r e , a r r i c ­ c h ir e de’ celesti tesori le p r a t i c h e c h e in tal m e se si fan n o in o n o r di Maria. S u a S a n t i t à P io VII, di s a n ta m e m o r i a , c o n su o D ecreto 2 1 m a rz o 1 8 1 5 h a c o n c e d u to le s e g u e n ti in d u lg e n z e :

1° 5 0 0 g io rn i d ’i n d u lg e n z a p e r ogni g io rn o a tu tti quelli c h e fa n n o q u a lc h e p r a tic a di p ie tà n el m e s e dì m a g g io in o n o r e di Maria S a n tissim a .

2 ° I n d u lg e n z a p le n a r ia n e l g io rn o della c h iu s a o in qualsiasi g io r n o di tal m e s e in c u i si faccia la confessione e c o m u n io n e .

3 ° Il m e d e s im o S o m m o P o n te fic e con a ltro D e c re to del 1 8 g iu g n o 1 8 2 2 c o n fe rm ò le in d u lg e n z e s u d d e t t e re n d e n d o le a p p l i ­ cabili alle a n im e del P u r g a t o r i o .

E c c o , o c r is tia n o le tto re , u n c e n n o s u l ­ l'o rig in e del m e s e m a r ia n o . T a le divozione

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è a p p o g g ia ta sulla g r a n d e v e n e ra z io n e c h e in ogni te m p o i fedeli c ristian i p ro fe ssa ­ r o n o verso la g r a n d e R e g in a del cielo; è a p p o g g ia ta sui g r a n d i b is o g n i sp iritu a li e te m p o r a li da cui s ia m o c irc o n d a ti e da cui p o s s ia m o e ssere d a M aria sollevat i; è a p ­ p o g g ia t a s o p r a il c o n se n so dei fedeli, s o p r a l’ap p ro v a z io n e dei vescovi e del m e d e s im o V icario di G esù Cristo.

A n im a to a d u n q u e dallo s p ir ito di u n figlio c h e r i c o r r e ad u n a t e n e r a m a d r e i n t r a p r e n d i a le g g e re e p r a t i c a r e q u a n t o ivi fu e sp o sto a c o m u n e v a n taggio.

Istru z io n e in to rn o a l m odo d i p ra tica re i l mese M a ria n o .

Ogni cristiano è caldam ente invitato ad in ­ tervenire alle sacre funzioni che si fanno nella parocchia o in altra pubblica chiesa. Quelli poi ch e non possono intervenire alla chiesa, o p ­ pure vogliono, oltre a quanto si fa in pubblico, aggiungere qualche cosa n ella rispettiva fam i­

glia, possono tenersi a quanto segue (1): L’ul­

timo giorno di aprile nella propria casa e in quella stanza dove si suol radunare la famiglia a recitare le orazioni avanti all’im m agine di Maria, si prepari un altarino, e si adorni tale im m agine o statua nella m igliore m aniera che

( 1) V . I l m ese d i m a g g io ; Genova 1747.

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si può; si mettano candellieri, tappeti, qualche vaso di fiori m assim e se sono freschi quali dà la stagione. Se si può, facciasi qu esto n ella medesim a stanza ove si lavora, si stu dia, si giuoca, si fa la ricreazione, per santificare così quel luogo, e regolare le nostre azioni, com e fatte sotto gli occhi purissimi della V ergine Santissima.

La sera innanzi al primo giorno di maggio, radunata la famiglia con altri fedeli avanti al suddetto altarino illum inato, si reciti la terza parto del Rosario, o alm eno le Litanie della Beata Vergine. Term inate qu este preghiere si legga la considerazione assegnata per ciascun giorno, co ll’esem pio annesso e c o lla giacu la­

toria. Di poi si cavi a sorte uno de' fioretti spiri­

tuali che quivi appresso soggiungerem o. Siano essi copiati e piegati in forma di altrettanti po- lizzini cogli atti di virtù che devono essere l’e ­ sercizio quotidiano di ciascun g iorno del m ese.

Per facilitare le pratiche di pietà di questo m ese è bene di non accrescere troppo gli eser­

cizi cristiani, perchè verrebbero a farsi troppo in fretta o di mala voglia, m assim e se vi sono fanciulli o persone molto occupate in affari temporali.

Leggete con attenzione la considerazione assegnata per ciascun giorno, adem pite pun­

tualm ente la pratica che sarà indicata dal fio­

retto estratto. La sera poi prima di coricarvi farete bene di richiamare alla m em oria la le t­

tura della giornata.

Nel decorso del m ese accostatevi alm eno due v olte ai Santi Sacramenti della confessione e comunione.

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P oiché le indulgenze che si possono lucrare in questo m ese si possono applicare alle anim e del Purgatorio, vi si raccomanda caldam ente di applicarle, perch è, com e insegna s. Agostino, m entre solleviam o le anime del Purgatorio pro­

curiamo anche maggior b ene a noi medesim i.

È pur bene di avvisare che p e r le sante indul­

gen ze non è necessario di usare questo od altro lib r o , basta prendere parte alle funzioni di chiesa, oppure fare qualche esercizio divoto in fam iglia. I Som m i Pontefici esigono soltanto che si faccia qualche pratica di pietà in onore di Maria, pregando per i presenti bisogni di Santa Chiesa.

In fine del m ese farete l’ offerta del cuore a Maria siccom e vien e esp osta in fin e d elle considerazioni quotidiane.

T re cose d a p ra tic a r si in tu tto il mese.

1° Fare quanto possiam o per non com m et­

tere alcun peccato nel corso di questo m ese:

sia esso tutto consacrato a Maria.

2° Darsi grande sollecitudine per l’adem pi­

m ento d e’ doveri spirituali e temporali del n o ­ stro stato. P er esem pio recitare con particolare divozione le orazioni del mattino e della sera;

la preghiera col segno della Santa Croce che su ole farsi prima e dopo il cibo. Intervenire con maggior esem plarità alle sacre funzioni di chiesa n e’ giorni festivi.

3° Invitare i nostri p a r e n ti, amici e tutti quelli che da noi dipendono a prendere parte alle pratiche di pietà che si fanno in onore di Maria nel corso del m ese.

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F io r etti d a cavarsi a sorte e d a p ra tica rsen e u n o in cia scu n g io rn o del mese.

1. Giunta l’ora di levarsi, mi alzerò tosto dal l e tto vestendom i colla m assim a m odestia.

2. Ascolterò divotam ente la santa messa in suffragio d elle anim e del Purgatorio e, se non p osso, reciterò cinque P at e r , A ve e R equiem .

3. Perdonerò di buon cuore tutti qu elli che mi hanno offeso, e dirò: Sign ore, perdonate i m iei peccati, siccom e io perdono a quelli che mi hanno offeso.

4. Mortificherò la mia lingua col silen zio, o c ­ cupandola a cantare qualche lode a Maria.

5. Mortificherò la bocca astenendom i da qual­

ch e porzione di cibo o di bevanda.

6. Mortificherò gli occhi tenendoli qualche istante fissi sopra un crocifisso o sopra una im m agine di Maria.

7. Dirò con divozione sp eciale l'A n g e lu s D o ­ m in i m attino, s e ra e m ezzogiorno, baciando la m edaglia di Maria.

8. La sera prima di coricarmi reciterò una Salve a Maria per q uelli che Dio chiam erà in questa notte a ll’eternità.

9. Mi fermerò alcuni istanti a pensare al frutto ricavato dalle confessioni p a ssa te, di poi farò un atto di contrizione.

10. Mi ferm erò alcuni istanti a pensare alla passione di G. C., di poi dir ò : Santa Madre, deh! voi fate che le piaghe del S ig n o r e , siano im presse n e l mio c uore. Ogni v olta

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che si recita tale giaculatoria si guadagna l ’indulgenza di trecento giorni.

11. Tutto quello ch e farò domani voglio farlo per quell'anima del Purgatorio, che in vita fu più divota di Maria.

12. Prima di mettermi a l etto b a d erò il Croci­

fisso dicen do: Maria, se io muoio in questa notte, fate che m uoia in grazia di Dio.

13. Mi preparerò a fare una confessione com e fosse l ’ultima di mia vita.

14. Farò la com unione in onore di Maria; e non potendo, reciterò gli atti di fede, di sp e­

ranza e di carità.

15. Darò un buon consiglio a qualcheduno di mia conoscenza, per riparare lo scandalo dato coi discorsi della mia vita passata.

16. Farò una limosina secondo il mio stato; che se non posso farla, reciterò tre Salve a M a­

ria per la conversione dei peccatori.

17. B aderò tre volte la terra dicendo: io sono terra, e fra breve in terra ritornerò.

18 Mi fermerò alquanto a considerare le con- fessioni della vita passata, e se qualche cosa m e le fa giudicar nulle o dubbie, mi prepa­

rerò a porvi rimedio al più presto possibile con una confessione generale.

19. R eciterò trentatrè G loria P a tri in onore dei trentatrè anni vivuti da Gesù con Maria sua madre.

20. Non m angerò, nè beverò lungo il giorno senza necessità.

21. Farò celebrare o alm en o andrò ad udire una messa per le anim e d e ’ mie i parenti defunti.

22. Passerò la giornata n ella massima ritira-

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te zza in ossequio del tem po che Maria passò n el Tempio.

23. Farò un digiuno com patibile col mio stato in onore dei dolori sofferti da Maria nella passione di Gesù, suo figlio.

24. Farò una lim osina in suffragio di quell’anima che da più lungo tempo pena nel Purgatorio.

25. Fuggirò la vanità nel vestirm i, nel parlare, e dirò tre Angele Dei per o tten ere lo sp irito di umiltà e di penitenza. Ogni volta si dice A n g ele Dei si guadagna l’indulgenza di 100 giorni.

26. R eciterò le litanie della Beata Vergine per- chè ottenga da Gesù che tutti quelli i quali m orranno in questo m ese, muoiano in gra­

zia di Di o.

27. Mi preparerò per fare una confessione gen erale, o alm eno ripassare le m ie con- fessioni dall’ ultima confessione g en era le, se c ondochè mi consiglierà il confessore.

28. R eciterò le se lle allegrezze, e se non posso, dirò selle A ve, M a ria , dicendo: Gesù, G iu­

seppe e Maria, spiri in pace c o n voi l’anima mia.

29. Ad onor di Maria voglio spropriarmi di qualche cosa a m e cara, perchè non mi riesca tanto sensib ile il dover abbandonare il mondo in punto di m orte.

30. P en serò a ll’occasione che mi ha fatto ri­

cadere nei peccati, e m i adoprerò per fug­

girla in avvenire.

31. Fuggirò l’ozio e dim anderò a Maria per­

dono d elle trascuranze com m esse in questo m ese, e colle braccia in croce dirò: Salve, R egina, etc.

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P r i m a di fare la l e t t u r a ogni g io r n o si d ir à Deus, in adjutorium meum intende. -

Domine ad adjuvandum me festina. - Gloria Patri etc. - G esù m i o , m i s e r i c o r ­ dia (1).

Motivi di essere divoti di Maria.

Vieni m e c o , o c r i s t i an o , e c o n s id e ra gli in n u m e r e v o li m o tiv i c h e t u t t i a b b i a m o di e s s e r e d ivoti di M aria. Io c o m in c ie r ò p e r a c c e n n a r e i t r e p r i n c i p a l i , e s o n o i s e ­ g u e n t i : Maria è p iù s a n t a di t u t t e le c r e a ­ t u r e , Maria è m a d r e di Dio, Maria è m a d r e n o s tr a .

1° In t u t t o il V ecch io T e s t a m e n t o Maria è c h ia m a ta t u t t a bella e senza m a c c h i a : è p a r a g o n a t a al sole ris p le n d e n te ; alla lu n a ch e è nella pienezza di s u a luce; alle stelle p iù l u m i n o s e ; a d u n g ia r d in o p ie n o di fiori i p iù deliziosi; ad u n a f o n te sigillata da cui s c a t u r i s c e a c q u a la p iù lim p id a ; ad

(1) Il regnante Pio IX conced e l’indulgenza di cento giorni ogni volta che si dice questa giaculatoria.

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u n ’u m ile c o lo m b a ; ad u n giglio p u ris s im o . Nel V an g elo poi viene d a ll’A n g e lo G abriele c h i a m a t a piena di grazia, « A v e , g ra tia p l en a » . P ie n a di grazia, ossia c r e a t a e f o r m a ta nella g ra z ia , il c h e v u o l d ire ch e Maria dal p r i m o is ta n te di s u a esistenza fu senza m a c c h ia o rig in a le e d a ttu a le , e senza m a c c h ia p e r s e v e r ò fino all’u ltim o r e s p ir o di vita. P ie n a di g r a z i a , e p e rc iò n o n vi fu il m i n i m o difetto c h e sia e n tr a to n el c u o r e p u r is s im o di L e i ; n e p p u r e avvi a l ­ c u n a v i r t ù ch e in g r a d o il p iù s u b lim e n o n sia sta ta p r a t i c a t a da M aria. La Chiesa c a t ­ tolica e s p r im e q u e s t a santità, di M aria col defin ire c h e ella fu s e m p r e e s e n te d a ogni c o lp a , e ci invita a d in v o c a rla colle se g u e n ti preziose p a r o le : Regina, sine labe originali concerta, ora pro nobis. R e g in a c o n c e p ita senza p e c c a to o r i g i n a l e , p r e g a t e p e r noi c h e ric o r r ia m o a voi (1).

2° L ’essere M aria e s e n te d a ogni m a c ­ c h ia di p e c c a to o rig in a le ed a t t u a l e ; e ssere a d o r n a di t u t t e le v i r t ù c h e n o i p o s s ia m o i m m a g i n a r e ; e s s e r e s t a t a d a Dio r ic o lm a

(1) Il regnante Pio IX conced e l’indulgenza di cento giorni ogni volta che si recita la suddetta giaculatoria.

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di grazia p iù d i ogni a ltra c r e a t u r a , t u t t e q u e s t e p re ro g a tiv e la fecero tra sc e g lie re fra t u t t e le d o n n e ad essere in n a lz a ta alla d i­

g n i t à di m a d r e di Dio. Q u e s to è l’a n n u n z io c h e le fece l ’ A n g e l o : q u e s to r i p e tè s a n ta E lis a b e tta q u a n d o fu dalla S a n ta V e r g i n e v i s i t a t a : q u e s to è il sa lu to c h e le fa n n o ogni g i o r n o i fedeli c ris tia n i d ic e n d o : S a n t a M a r i a , M ad re di Dio, p r e g a te p e r n o i. A l glorioso n o m e di M ad re di Dio vien m e n o l ’in g e g n o u m a n o , p e rc iò c h in a n d o la f r o n te in se g n o della p iù p r o f o n d a v e n e r a z i o n e , ci lim itia m o a d ire ch e n i u n a c r e a t u r a p u ò essere e lev at a a d ig n ità p i ù s u b lim e , n e s ­ s u n a c r e a t u r a p u ò co n se g u ire m a g g io r g r a d o di gloria; e p e r c o n s e g u e n z a n e s s u n a c r e a ­ t u r a p u ò e ssere p i ù p o t e n t e p re sso Dio q u a n t o è Maria.

3° Ma se il titolo d i M ad re di Dio è glorioso a M a r i a , è poi m o lto c o n s o la n te ed u tile p e r noi c h e sia m o suoi figli.

P e r c io c c h é d iv e n e n d o ella m a d r e di Gesù v e r o Dio e v e ro u o m o , d iv en n e eziandio m a d r e n o s tr a . G esù Cristo nella s u a g r a n d e m is e r ic o r d ia volle c h ia m a r c i suoi f r a t e l l i , e c o n tal n o m e ci c o stitu isce t u tti figliuoli a dottivi di M aria. Il V a n g e lo c o n fe rm a q u a n t o q u i diciam o. Il Divin S a lv a to re era in c ro c e

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e pativa i do lo ri della p iù p enosa a g o n ia.

L a M ad re s u a S a n tis s im a e l’A postolo S a n G iovanni s ta v a n o ai suoi piedi i m m e r s i nel p i ù p ro fo n d o d o lo re ; q u a n d o Gesù a p r e n d o gli o c c h i , e forse fu l’u ltim a volta c h e li a p r ì in s u a vita m o r ta le , v id e il discepolo p r e d i l e t t o e la s u a c a r a M adre. Scioglie allo ra le m o r i b o n d e l a b b r a , d o n n a , disse a Maria, ecco in G iovanni il tu o figliuolo;

dipoi disse a G iovanni: ecco in M aria la m a d r e tua; m ulier, ecce filius tu u s; ecce mater tua. In q u e s t o fa t t o i sa n ti P a d r i r ic o n o s c o n o u n a n i m i la v o lo n tà del Divin S a l v a t o r e , il q u a le p r i m a di la sc ia re il m o n d o voleva d a r c i M aria p e r M a d re n o ­ s tr a a m o r o s a , e noi t u t t i c o s titu iv a suoi figli. M aria in o ltr e è n o s t r a m a d r e p e r c h è ci r i g e n e r ò p e r mezzo di Gesù Cristo nella g ra z ia . P e r c i o c c h é , s ic c o m e E va è d e tta m a d r e d e ’ v iv e n ti, così M aria è m a d r e di t u tti i fedeli p e r grazia ( R ic a rd o da s. L o ­ re n z o ). Al q u a l e p r o p o s ito s. G u g lielm o A b a te si e s p r im e così: M aria è M ad re del Capo, q u i n d i è a n c h e M a d re delle m e m b r a , c h e sia m o n o i: Nos sumus membra Christi.

M aria d a n d o alla lu c e G esù r ig e n e r ò a n c h e n o i s p ir i t u a l m e n t e . P e r c i ò Maria c o n r a ­ g io n e è da tu t t i a p p e lla ta M a d re e c o m e

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tale m erita di e ssere o n o r a ta . Gugl. Ab.

cant. 4 .

E c c o v i , o c r i s t i a n i , la p e r s o n a c h e io v e n g o a p r o p or r e alla v o stra v e n e ra z io n e nel c o rs o di q u e s to m e s e . E lla è la p i ù s a n t a fra t u t t e le c r e a t u r e ; la m a d r e di Dio, la m a d r e n o s tra , m a d r e p o t e n t e e pietosa c h e a r d e n t e m e n te d e s id e r a di c o lm a rc i di celesti favori. Io, ella ci dice, io a b ito nel p iù a lto d e ’ cieli p e r c o l m a r e di grazie e di b e n e d iz io n i i m ie i d iv o t i : ut ditem d ili- gentes me, etc. Thesauros eorum repleam.

C oraggio a d u n q u e , o divoti di M aria;

tr a tta s i d i fare u n a g r a n festa alla M adre n o s tr a , alla M a d re d i G esù. A llo rc h é viene il g io rn o de lla festa d i n o s tra m a d r e t e m ­ p o ra le n o i g o d ia m o di p o te r r a d u n a r e i p a r e n ti e gli a m ic i p e r m e t t e r c i in loro c o m p a g n i a ed offerire u n m azzetto di fiori c o n a lc u n e e sp re ssio n i di affetto. Il m e s e di m ag g io è la festa della n o s t r a v e r a M a d r e , de lla n o s tr a celeste P r o t e t t r i c e . F a c c ia m o la a d u n q u e c o n gioia. Il p i ù bel m azzetto c h e n o i le p o ssiam o offerire è q u e llo c h e s a r à c o m p o s to delle v ir tù di cui E lla ci h a d o n a ti lu m in o s i e se m p i.

R iso lv ia m o in q u e s to g io r n o d i v o le r i n ­ dirizzare m a t t i n a e s e ra le p r e g h i e r e e t u t t i

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gli affetti del n o s t r o c u o r e a Colei c h e noi g o d ia m o p o t e r c h ia m a r e n o s tr a M adre. P r e ­ g h ia m o fin d ’o ra c h e ci voglia i n te r c e d e r e u n a grazia p a rtic o la re p r e s s o suo figlio G esù. Chiediam ole q u ella grazia di c u i noi s a p p ia m o av er m a g g io r bisogno.

Esem pio.

Per eccitarvi a solennizzare con fervore il m ese di maggio in onore di Maria valga l’e ­ sem pio d ell’armata d’ O riente quando trova- vasi a Costantinopoli. Lungi dalla patria, privi di chiese e quasi anche privi di sacri ministri, q u e’ soldati cristiani portarono dalle loro case la divozione e la confidenza in Maria. Ecco la relazione che ne fa un periodico stampato il 7 giugno 1855: « Il m ese di maggio fu c e le ­ brato in alcuni ospedali con una pia e regolare solen n ità, che altam ente onora l’armata d’O- rien te. Non avvi alcun dubbio che le b en ed i­

zioni del cielo piovute sopra m olte anime to c­

ch e dalla grazia si riverseranno sopra l’intiera arm ata e saranno coronate con un esito felice della guerra m edesim a.

« Prima che quelle sale fossero in nostro potere, erano m oschee, cioè ch iese consacrate a Maometto. In quest’ anno cominciarono ivi a risuonare le lodi della Regina del cielo.

V enn e qui innalzato un a ltare a M aria, e fu adornato con un gusto che dimostra com e ciascun reggim ento abbia i suoi artisti. Colà si vedono colonne scolpite com e p er incanto.

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Quivi marmi artefatti che presentano tutta la somiglianza con i marmi i più fini. Colà ap­

paratii in carta e in colore, che sono lavori di alcuni convalescenti che consacrano il loro tem po in cose che servano ad accrescere il decoro del culto verso la Santa Vergine. Cia­

scheduna casa ha organizzato il suo coro di cantici. Tutti i musici e tutti i più valenti della società armonica si danno premura di pren­

dervi parte. Alcuni poi com posero canzoncine spirituali, che con trasporto di gioia tutti in ­ siem e vanno cantando in onor di Maria. Alla sera quando è terminato il canto delle lodi sacre e d elle litanie della Santa Vergine il cappellano o altro invitato fa un’istruzione a- dattata a quel giorno, che è ascoltato con avi­

dità dagli uditori in gran numero raccolti e divoti. Spesso la sala non può contenere la folla di uditori. I m edesim i feriti si fanno ivi portare una m ezz’ora prima, per essere assi­

curati di avervi posto. Questo è per loro il più bel m om ento della giornata. » Ecco, o cri­

stiano, com e possiamo anche noi celebrare questo m ese e dare a Maria un segno di te­

nera divozione. N elle città , n e lle cam pagne, n elle case, nella solitudine, nei chiostri e nei regg imenti dei m edesim i militari si possono offrire om aggi di divozione alla Regina di tutti i Santi.

G iaculatoria.

Pietosa V ergin e, ecco il mio cuore;

Voi infiammatelo di santo amore.

(19)

P reghiera.

Ricordatevi o piissima V ergine Maria, che non si è mai udito al mondo, che da Voi sia stato rigettato od abbandonato alcuno, il quale im ­ plori i vostri favori. Io anim ato da questa fiducia, mi presento a voi. Non vogliate o madre del Verbo Eterno disprezzare le preghiere di questo vostro umilissimo figlio, uditelo favorevol­

m ente, o clem en te, o pia, o dolce Vergine Maria (1).

PRIMO GIORNO DI MAGGIO.

Dio nostro Creatore.

Deus in a d iu to r iu m eiec.

Gesù m io misericordia.

1. In o n o r e di Maria ferm ati alcuni ista n ti a c o n s id e ra re la m a e stà di Dio C re a to re . Se n o i, o c ris tia n o , a p r i a m o gli occhi, e d iam o libero c o rro al n o s tro p e n sie ro , n o n p o s ­ s iam o a m e n o c h e r ic o n o s c e re l’esisten za, la p o te n z a e la sap ien za di Dio, da cui ogni

(1) Il reg n a n te Pio I X accordò l'in d u lg en za d i trecento g io r n i ogni v o lta che si recita que­

sta orazione d i s. B ern a rd o con cuore co n trito , e l'in d u lg e n za p le n a r ia a ch i la recita per un mese intero da lu cr a rsi i n u n g io rn o del detto mese scelto a d a rb itrio .

(20)

cosa fu c r e a t a, o g n i cosa d ip e n d e e si c o n ­ serv a. Chi r i m i r a u n a casa di eccellen te c o s tru z io n e n o n osa d ire c h e sia il caso c h e abbia p o t u t o c o s tru irla e m e tt e r l a in o rd in e . Chi d icesse c h e u n orologio fu fatto da se m e d e s i m o , noi lo d isp re z z e re m m o c o m e pazzo. Così alla vista dell’o rd in e e della m arav ig lio sa a r m o n i a ch e r e g n a in t u tto l ’u n iv e rs o n o n si p u ò e sita re u n is ta n te s o p r a la c red en za di u n Dio, c h e h a c re a to , h a d a to m o v i m e n t o a t u t t e le cose e le c o n s e rv a . Egli è Dio ch e h a d e tto : si fac­

cia la luce, e la lu c e fu fatta. F u s e p a r a t a la luce dalle te n e b re , i n su ll’i s t a n t e si s p a r s e n e i vasti spazii del cielo e della te rra . Alla p a r o la di Dio o n n i p o t e n t e il m a re fu r i n ­ c h iu so i n c e rti lim iti, la t e r r a si c o p rì di e r b e , di a lb e r i e di p ia n to f r u ttife re . Alla s u a voce gli uccelli, i pesci e gli altri a n i­

mali h a n n o p o p o la to il cielo, la t e r r a e le a c q u e . D icendo fiat, si faccia, egli illu m in ò il sole, la lu n a , le stelle. A tu t t o E g li h a d o n a to l’e sisten za colla s u a o n n ip o te n z a , a t u t t o p r o v v e d e colla s u a b o n tà . E gli è ch e s o s tie n e e fa m u o v e r e i l p e so form id ab ile d e ll'im m e n s ità . E g li è c h e d à m o to e v ita a tutti; gli esseri v iventi. E gli d à l ’esistenza a tu t t o c o m e c r e a t o r e , p r o v v e d e a tu t t o

(21)

c o m e c o n s e rv a to re , e a L u i t u t t o si r i f e ­ risce c o m e a d u ltim o fine. A t u t t e le cose egli dice: s o n io ch e ti h o fatto: ego sum.

E in q u e s ta p a ro la , c h e o g n i u o m o p u ò e deve c o m p r e n d e r e , si e s p r i m e la s u a p o ­ tenza e la s u a d ivinità.

2 . Ma q u i avvi u n a v e rità c h e a c c r e ­ s c e rà di c e rto la n o s t r a m arav ig lia. T u t t e le cose c h e m i r i a m o n e ll’u n iv e rso le h a c r e a t e p e r noi. Il sole c h e ris p le n d e nel g io r n o , la l u n a c h e d ir a d a le t e n e b r e della n o t te, le stelle c h e a b b ellisco n o il fir m a ­ m e n t o , l’a ria c h e ci d à il re s p iro , l ’a c q u a c h e s e rv e agli usi d e ll’u o m o , il fuoco che ci risc a ld a , la t e r r a c h e ci d à i f r u t t i, t u tto fu fatto da Dio p e r noi. Omnia subiecisti sub pedibus eius. Che s e n t i m e n t i di g r a t i ­ tu d i n e , di ris p e t t o, di a m o r e n o n d o b b ia m o av e re v erso di u n Dio co sì g r a n d e e nel t e m p o s t esso così b u o n o ! Che cosa d o ­ v r e m o noi fare p e r c o r r is p o n d e r e a q u e s t a g r a n d e b o n t à del n o stro Dio? A d e m p ire e s a tt a m e n t e i p r e c e t t i della s u a s a n ta legge.

Vedi, o c ris tia n o , se noi s a r e m o u b b id i e n t i ai c o m a n d i di q u e s to n o s t r o D i o , o ltre q u a n t o già fece p e r noi, a g g iu n g e r à favori a favori. Il n o s t r o vivere s a r à ric o lm o di celesti b e n e d iz io n i ne lla vita p r e s e n t e e nella

(22)

f u t u r a . Ma q u e s t o Dio e ssen d o i n f in ita m e n te g iu s to e m ise ric o rd io so d a r à u n 'e t e r n a r i ­ c o m p e n s a p e r q u e l servigio c h e gli p r e s te ­ re m o . R ic o m p e n sa di g lo ria se lo s e rv ire m o co n o p e r e b u o n e , m a u n castigo terribile se s a r e m o rib e lli alla s u a s a n ta legge.

E sem pio.

Ogni oggetto che in questo mondo si presenti ai nostri sguardi è un fatto parlante della m ae­

stà, potenza e bontà di Dio creatore. Si p o ­ trebbero riferire molti esem pi di coraggiosi eroi della fede che fecero gravi sacrifizi per servire I ddio; ma noi facciamo valere per tutti l’offerta di Maria nel tempio. Giunta Maria a l­

l’età in cui le zitelle com inciano a correre p e ­ ricolo nel secolo, fu da’ suoi genitori, s. G ioa­

chino e s. Anna, condotta nel tempio. Certa­

m ente dovette fare un gran sacrifizio abbando­

nando i p aren ti, gli amici ed ogni comodità della casa paterna ad unico oggetto d’imparare il modo di servire a Dio. Ma tale sacrifizio fu fatto da Maria con gioia, perchè trattavasi di promuovere la gloria di Dio. Colà stette più anni facendo risplendere le più lum inose virtù, im itando una schiera di altre vergini che nel luogo m edesim o erano am m aestrate n ella reli­

gione e intorno al modo di conservare l’inno­

cenza dei costumi. La chiesa celebra questa offerta di Maria al tempio il 21 novembre. Egli è ad imitazione di Maria che molti abbandona­

rono le com odità della terra per andare a se r ­

(23)

vire Iddio n e ’ chiostri o n e ’ deserti, o facendo sacrifizio della medesim a vita in mezzo ai più atroci tormenti. Noi impieghiamo alm eno pel Signore quel tempo di vita, che nella sua bontà gli piacerà volerci donare.

G iaculatoria

Oh quante grazie Che n el battesimo Render debb’ io Mi fe’ suo figlio, Al grande Iddio Da eterno esiglio Che mi creò! Mi liberò!

P reghiera. Ricordatevi ecc. pag. 19.

GIORNO SECONDO.

L’anima.

D eus in a d iu to r iu m etc.

1. Dio n o n solo è C re a to re di t u t t e le cose c h e nel cielo e ne lla t e r r a si c o n ­ t e n g o n o , m a è eziandio C re a to r e di noi m e d e s im i. E g li creò il c o r p o c o n q u elle be lle q u a lità c h e noi in esso rim ir ia m o ; a q u e s t o c o rp o ha u n ito u n ’a n im a c h e è di g r a n lu n g a p iù preziosa del c o rp o e di t u t t e le a ltr e cose ch e noi v e d ia m o nel m o n d o . Dio ci h a d o n a to u n ’ a n i m a , cioè ci ha d o n a to q u e ll’essere invisibile c h e s e n ­ tia m o in n o i, e c h e t e n d e c o n t i n u a m e n t e ad elevarsi a Dio; quell’e ssere in te llig en te

(24)

c h e p e n sa e rag io n a, e c h e n o n p u ò t r o ­ v a r e la s u a felicità s o p r a la t e r r a , e c h e p e r c iò in m ezzo alle s tesse ricchezze e in m ezzo a q u alsiasi p ia c e re della t e r r a ella è s e m p r e in q u ie ta finché n o n riposi in Dio, p e r c io c c h é Dio solo p u ò re n d e rla felice.

2 . Q u e s t’a n im a è i m m o r t a l e . Dio è i n ­ fin ita m e n te g iu s to e i n f in ita m e n te m is e r i­

cordioso; c o m e g iu s to egli deve r ic o m p e n ­ s a re la v ir tù so v e n ti volte o p p r e s s a nella vita p r e s e n te , e deve u g u a l m e n t e p u n i r e il vizio spesso t ra gli u o m in i p o r t a t o in trio n f o : la q u a l cosa n o n a v e n d o luogo in q u e s to m o n d o d e v e esserci u n ’a ltr a vita, in cui la D ivina giustizia d o n i ai b u o n i il p r e m io m e r i t a to, e doni ai cattivi il debito c a s tig o . I n o ltr e l’a n im a è fat t a ad i m m a g i n e e s o ­ m iglianza di Dio. Q u esta i m m a g i n e e q u e s ta som iglianza s a r e b b e im p e r f e tta se n o n a - vesse del C reato re la p re ro g a tiv a p rin c ip a le , c h e è l’i m m o r ta lità . Q uesto s e n tia m o in noi s tessi in q u e lla voce in t e r n a ch e a t u tti p a r la nel c u o r e e d ic e : l’ a n im a t u a n o n p o t r à e ssere a n n ic h ilita e vivrà in e te rn o . Q u a n d o Id d io creò l’a n im a , soffiò sopra dell’u o m o e diedegli lo sp irito della vita;

q u e s to soffio è s em p lice, è sp iritu a le , fatto a d im m a g in e e som iglianza di Dio, c h e è

(25)

e te r n o e d i m m o r ta le ; p e rc iò deve e sse re i m m o r t a l e l’a n im a n o s tr a . P e r m ezzo del­

l’ a n im a noi a b b ia m o la facoltà di c re a rc i delle idee, di c o m b in a rle , di p r o d u r r e certi capilavori, ch e sollevano l ’u o m o s o p r a tu tte le al tre c r e a t u r e , e ch e p r o v a n o , c o m e è diff a tti, c h e l’a n im a è il sim b o lo ovvero il c o n tr a s s e g n o dell’ intelligenza di Dio.

5 . Dio d ie d e all’a n im a n o s t r a la lib e rtà , cioè la facoltà di scegliere il b e n e o il m ale, a s s ic u ra n d o le u n p r e m io se fa b e n e , m i ­ n a c c ia n d o u n castig o q u a l o r a scelga il m a le . L a q u a l c o s a , c o m e si d i s s e , n o n f a c e n ­ d osi nella vita p re s e n te , Iddio ris e rb ò l ’e­

te r n i t à , ove q u e lli c h e o p e r a r o n o b e n e s a ­ r a n n o ric o m p e n s a ti con u n p r e m io ch e n o n finirà mai più; e qu e lli c h e t r a s g r e d ir o n o la Divina legge s a r a n n o p u n iti con u n s u p ­ plizio e te r n o . Q uesto a p p u n to in se g n ò il n o s t r o Divin S a lv a to re q u a n d o disse: gli e m p i a n d r a n n o in u n supplizio e te rn o p r e ­ p a r a t o ai d e m o n ii e ai suoi seguaci; i buo n i poi a n d r a n n o al possesso di u n re g n o di gloria ove g o d r a n n o t u tti i beni.

O c ris tia n o , c h e p u r e hai u n ’a n im a im ­ m o r t a l e , p e n s a c h e se la salvi, tu t t o è sal­

v a to , ma se la p e rd i, t u t t o è p e r d u t o . Hai u n ’a n im a sola, u n solo p ec c a to te la p u ò

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far p e rd e re . Che s a r e b b e di noi e dell’a - n im a n o s tr a se in q u e s to m o m e n t o Iddio ci c h ia m a sse al su o Divin t r i b u n a l e ? T u c h e leggi pen sa p e r l ’a n im a tu a, ed io che scrivo p e n s e r ò s e r i a m e n t e p e r la mia.

E sem pio.

Un fatto succeduto nella persona di un m i­

nistro del re di Francia Luigi XVI c i am m aestra intorno all’am abile cura che Maria si prende per la salute d ell’anima nostra. Questo m in i­

stro ebbe la sventura di associarsi da giovane a cattive com pagnie, che gli fecero perdere l ’amore alla virtù, la religion e e la fede. Egli correva di sua età l ’anno ottantesim o. Dall’età di 15 anni non aveva più praticato alcun atto di religion e. Uopo essere stato filosofo, frammas­

sone e materialista, divenne in fine ateo non credendo più nulla. Dio che avea creato qu el­

l’anima per sè, e l ’andava aspettando; Maria era la Madre di m isericordia che doveva condurla a Gesù suo figlio. Egli era divenuto cieco , in­

ferm o, e l’anima sua era su lle soglie d ell’eter­

nità. Il parroco, cui stava veram ente a cuore la salvezza di qu ell’anima, non om m ise so llec i­

tudine per guadagnarla. D ieci volte erasi p re­

sentato alla porta di lui, e dieci volte gli era stato proibito l ’ingresso dai dom estici secondo gli ordini dati dal padrone. Quello zelante pa­

store profondamente afflitto per tema q u ell’a ­ nima redenta col sangue di Gesù Cristo andasse alla perdizione, non sapendo più che fare, r i­

(27)

corse a Colei che è chiamata la salute del m ondo e il rifugio dei peccatori. Ripone la sua confidenza in Maria, prega, e fa pregare perchè sia madre di m isericordia anche per quell’a­

nim a, che pareva presto doversi presentare al tribunale di Dio. Si porta quindi alla porta di q uel sig n o re, i dom estici cercano di rim an­

darlo com e le altre volte. Egli insiste, e in fine vien e introdotto. Dopo alcuni com plim enti, l ' infermo dice senza pream boli al parroco:

Signor Curato, mi fareste grazia di darmi la vostra benedizione? Il parroco maravigliato di tali parole, di tutto c u o r e , rispose. Ricevuta che l’ebbe, soggiunse: o quanto mi consola la vostra visita! lo sono cieco e non posso ve­

dervi, ma ben mi accorgo della vostra presenza.

Dacché mi state vicino gusto una pace nel mio cuore che non mi ricordo aver goduto in vita mia. Il parroco benedicendo in suo cuore la Madre di m isericordia com incia a parlargli dei conforti che dà la cattolica religione in vita, e assai più in punto di m orte. L ’infermo accoglie con gioia le parole del Sacro Ministro, si d i­

spone a fare la confessione, la incom incia, e la termina ne’ giorni seguenti con grande sua soddisfazione. La vita di quel signore viene prolungata di se i m esi circa, ma sem pre pieno di fede in Dio e di confidenza nella gran V er­

gin e Maria. Diede non dubbi segni di penti­

mento de’ suoi peccati, si adoperò per riparare l o scandalo dato; e m unito d e’ Santi Sacramenti e degli altri conforti che somministra la catto­

lica religione al cristiano inferm o, spirava l’a­

nima nel Signore il 10 aprile 1837. (D al M a ­ n u a le dell' A r c ic o n fr a tern ita .)

(28)

G iaculatoria. Ricorro supplice A Voi, M aria, Voi additatemi D el c iel la via.

Preghiera. R icordatevi ecc. pag. 19.

GIORNO T E R Z O .

La Redenzione.

D eus in a d iu to r iu m etc.

1 . U n m is te r o i n c o m p r e n s ib ile alla m e n t e u m a n a , c h e d im o s tr a la preziosità dell’a ­ n im a n o s t r a e la g r a n d e b o n tà di Dio verso di noi è la r e d e n z io n e del g e n e r e u m a n o . I n o stri g e n ito r i A d a m o ed E va p e c c a r o n o e col loro p e c c a to c h iu s e ro il P a ra d is o a se s te ssi e a tu t t a la loro p o s te r ità . I d d io con u n tr a t t o d ’in fin ita b o n t à p r o m e t t e di r i ­ p a r a r e l’e te r n a p e rd iz io n e degli u o m in i p e r m ezzo d e l Messia c h e a v r e b b e m a n d a t o nella pienezza dei te m p i. A ffin c h è poi la fede nel Messia o v v ero n e l S alv ato re si m a n te n e s s e viva fra gli u o m i n i , Dio la fece in t u tti i te m p i a n n u n z i a r e dai s a n ti P a t r i a r c h i e dai P ro feti. C h ia ra riv elazio n e fu fa tta a d A - b r a m o , a G iacobbe, a Mosè, a D avidde, e p i ù ta rd i a m o lti altri p ro fe ti. Isaja disse:

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un uomo di dolcezza ammirabile, santo per natura, concepito per opera dello Spirito Santo, nascerà da m a Vergine. Da altri è c h ia m a to Dio forte, autore della pace, pre­

dicendo che sarebbe nato in Betlemme.

Il p ro feta D aniele c i n q u e secoli p r i m a della n a s c it a del S a lv a to re fissa l’epoca con u n c o m p u to di s e t t a n t a s e ttim a n e di a n n i, c h e c o r r i s p o n d o n o a q u a t t r o c e n t o n o v a n t a a n n i . S u l finire di q u e s te s e t t i m a n e G esù n a c q u e in B e tle m m e da Maria s e m p r e V e r ­ g ine, e s o tto alle p i ù u m ili s e m b ia n z e Iddio C re a to re del cielo e d e lla t e r r a si fa u o m o : et Verbum caro factum est. Così Id d io con r i p e t u t e profezie avvisava gli u o m in i a t e n e r viva la s p e r a n z a nel S a lv a to re . P i ù si av­

v icinava il t e m p o della v e n u ta , p iù si fa­

c e v a n o c h ia r e le divine p r o m e s s e .

2 . Il S a lv a to re , poi p e r d im o s t r a r e la s u a v e n u ta e far c o n o sc e re a t u t t o il m o n d o c h e egli e ra il Messia p r o m e s s o , d à p r i n ­ cipio alla p r e d ic a z io n e co n u n a d o t tr in a s a n ta e div in a, c o n f e r m a ta d a u n a serie di s tre p ito s i m ir a c o li, c h e t u tti t e n d o n o a d i­

m o s t r a r e la s u a b o n t à e la sua p o te n z a d iv in a. Alla su a p a r o la i ciechi a c q u is ta n o la vista, i s o rd i l’u d i t o , i m u t i la loquela e i m o r ti e sc o n o vivi f u o r i delle lo ro to m b e .

(30)

G esù p re d ic a ; m a n o n p r e d ic a s o lta n to r i ­ c o m p e n s e te m p o ra li; egli in s e g n a c h e b i­

so g n a a d o r a r e u n solo Dio in ispirito e verità; a m a r e e a d o r a r e L u i solo; in s e g n a c h e b iso g n a e s t e n d e r e la n o s tra beneficenza s o p r a t u tti gli u o m in i, a n c h e s o p ra i n o s tr i n e m ic i, p e r c h è lo scopo della sua relig io n e e della s u a v e n u ta è la c a rità . Egli p re d ic a la pazienza, la s o m m issio n e e l’u m iltà fino a d o v ersi r a lle g ra re delle trib o lazio n i ch e ci m a n d a . E gli a n n u n z ia u n a vita fe ­ lice ed e te r n a , cioè il cielo; ma q u e s t a felicità v u o le c h e sia d a noi g u a d a g n a t a coi n o stri sforzi, colla p ra tic a della v irtù , colla fuga del vizio.

3. F e r m ia m o c i q u i, o cristiano, e m e n t r e pieni di g r a titu d in e a n d ia m o c o n s id e ra n d o l'im m e n s a b o n tà di Dio, ti p re g o a t r a t ­ te n e re l’a n im o tu o sopra d u e pe n sie ri; cioè c o n s id e r a r e il tesoro prezioso c h e p o rti teco, c h e è l’a n i m a t u a , p e r cui Dio si è fa tto u o m o , e c o n s id e r a r e eziandio c h e g r a n m ale sia il p ec c a to p o ic h é p e r r i p a r a r e le c o n ­ s e g u e n z e di esso, il F ig lio di Dio h a d o ­ v u to lasciare le delizie del cielo, a s s o g g e t­

tarsi a t u tte le m ise rie della n o s tr a vita e finire colla m o r t e in croce. Ma m e n t r e a m ­ m ir ia m o la b o n tà del n o s t r o Divin Salva­

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to re p r o m e ttia m o g li di evitare q u a n t o p u ò r in n o v a r e i p a tim e n ti sofferti p e r l’a n im a n o s tra . A m m ir ia m o la s u a g r a n d e u m iltà e fu g g ia m o in ispecie la v a n ità e la s u ­ p e rb ia . È vero c h e q u esto c o rp o è u n bel do n o fattoci d a Dio, d ato ci p e r c o p r ir e l’a n i m a n o s tr a ; m a l’u m iltà è il più bello o r n a m e n t o dell' a n i m a , e la v a n ità e la s u p e r b i a sono p e c c a t i ch e bisogna evitare in ogni te m p o , e s o p r a t t u t t o d u r a n t e q u e s to m e s e d e d i c a to a lla p iù p u r a , alla p iù um ile d e lle v e r g in i, M aria S a n tis s im a .

Esem pio.

S. Francesco di Girolamo nutrì sem pre in cuor su o , e procurò di accendere negli altri una tenera divozione verso la sacralissim a umanità di Gesù Cristo e verso d e ’ suoi misteri.

Fu poi singolarm ente divoto verso il m istero d ell’incarnazione. Era solito a dire essere noi som m am ente obbligati a santificare il m ese di marzo, perchè in tal tempo il Divin Verbo con ineffabile degnazione crasi abbassato a vestirsi di umana carne per amor nostro nel seno pu­

rissimo di Maria. Quando poi considerava Gesù Bambino, discioglievasi in amarissime lacrime per com passione d e’ suoi patimenti.

A questa divozione verso il mistero della redenzione univa una tenerezza filiale verso la Santissima di Lui Madre. Fin da giovanetto non sapeva parlarne se non con grandissima v e n e ­

(32)

razione. In ossequio di Lei digiunava in solo pane ed acqua tutti i sabati d ell’anno e le vi­

gilie delle feste di lei: vi aggiungeva pure una sanguinosa flagellazione del suo corpo. Non perdeva occasion e alcuna o n e lle prediche o nei discorsi di esaltarne i pregi, la gran­

dezza, la bontà a nostro favore presso il suo Divin Figliuolo. Quantunque occupato da mattina a sera non lasciò mai di recitare ogni giorno il suo Rosario: il qual costume osservò inviolabilm ente negli stessi viaggi. Trovandosi per mare da Napoli a Massa invitò i barcaiuoli a recitare seco il Rosario; e per infiammarli di una sì lodevole divozione, si pose a sp iegar loro i m isteri che in qu elli si rammentano.

Per accrescerne il culto predicò ventidue anni ogni martedì esponendo ad un numeroso popolo le glorie e le grandezze di questa R e ­ gina, raccontando le grazie da lei compartite a’

suoi divoti. Introdusse il pio costum e di rin ­ novar ogni m ese pubblicam ente l’offerta di se stesso a Maria. F ece stampare in versi italiani la Salve, la faceva cantare per le strade, ne distribuì m olte migliaia di copie ai divoti fe­

deli, e con questo mezzo riuscì ad im pedire il canto di m olte canzoni profane ed anche scan­

dalose. Procuriamo di im itare questo Santo in quello ch e possiamo.

G iacu la to ria . Il frutto amabile D el vostro seno Deh! voi m ostrateci, Gran Madre, alm eno.

P reghiera. Ricordatevi, ecc. pag. 19.

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QUARTO GIORNO.

La Chiesa di Gesù Cristo.

D eus in a d iu to r iu m etc.

1.

Il n o s t r o Divin S a lv a to re disceso dal cielo p e r salv arci volle s ta b ilire u n mezzo o n d e fosse a s s ic u ra to il dep o sito della fede f o n d an d o u n r e g n o s p ir itu a le so p ra la te r r a . Q u e sto r e g n o è la s u a Chiesa o v v e ro la c o n g re g a z io n e dei fedeli c r i s tiani di t u t t o il m o n d o , c h e p ro fe ssa n o la d o t t r i n a di G esù Cristo s o tto la c o n d o tta d e ’ legittim i p a s to r i, e s p e c ia lm e n te del R o m a n o P o n te fic e c h e n e è il c a p o da Dio stab ilito . Q u e sta Chiesa q u al m a d r e a m o r o s a doveva in ogni te m p o e in og n i luogo ric e v e re t o l t i c oloro ch e avessero v oluto rifuggiarsi nel s u o m a t e r n o s e n o ; e d essere p e r c i ò in o g n i t e m p o visibile e d ac cessib ile a tu tti. Q u in d i nel V a n g e lo q u e ­ sta C hiesa è p a r a g o n a t a a d u n a c o l o n n a , c o n t r o cui n u lla v a lgono gli assalti dei n e ­ mici delle a n im e . È p a r a g o n a ta ad u n a p ie tra , s o p ra cui poggia u n g r a n d e edifizio c h e deve d u r a r e fino alla fine d e ’ secoli. T u sei P i e t r o , disse Gesù C risto al P r in c i p e degli A postoli nel co stitu irlo c a p o della

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Chiesa, t u sei P ie tr o , e s o p r a q u e s t a p ie tra f o n d e rò la m ia Chiesa, e le p o r te d e ll’in - fe rn o n o n la p o t r a n n o v in c e re .

G esù C risto r a c c o m a n d ò ai suoi se g u a c i che n a s c e n d o q u e s tio n i t r a di loro, ne dif­

ferissero la risoluzione alla Chiesa: dic ec- clesiae; c h e se ta lu n o rifiu ta sse di a sc o lta r e la C hiesa a b b ilo s ic c o m e g e n tile e p u b b l i ­

c a n o : quod si eeelesiam non audierit, sit tibi tamquam ethnicus et publicanus. Q ue- s ta Chiesa è la c o lo n n a ed il f o n d a m e n to d i o g n i v e rità , s icch é ogni d o ttr in a c h e n o n p o g g ia s o p r a il f o n d a m e n to di q u e sta Chiesa, p o g g ia s o p r a l’e r r o r e : ecclesia est columna et fundamentum veritatis, dice s. P ao lo .

2 . Q uesta Chiesa po i si dice cattolica, c h e vuol d ire universale, p e r c h è , c o m e si disse, q u a l m a d r e a m o r o s a accoglie in t u t t i i t e m p i e in t u t t i i lu o g h i quelli c h e v o ­ gliono v e n ir e al m a t e r n o su o s e n o . Uni­

versale p e r c h è a b b ra c c ia t u t t a la d o t tr in a in s e g n a t a da G esù Cristo e p r e d i c a t a dagli A postoli.

Dicesi a n c h e S a n ta , p e r c h è il fo n d a to re di L e i , c h e è G e s ù C risto, è il fo n te di ogni s a n ­ tità ; n iu n o p u ò e sse re s a n to fu o ri di q u e s t a Chiesa, g ia c c h é so lta n to in essa s ' i n s e g n a la v e ra d o t t r i n a d i G esù C r i s t o , in essa

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s o l ta n to si p r a tica la s u a fede, la s u a legge, e si a m m i n i s t r a n o i S a c r a m e n t i da L u i isti­

tu iti.

Si suole eziandio a p p e lla r e A postolica p e r c h è i suoi p a sto ri s o n o s u c c e s s o ri degli A postoli, e d i n s e g n a n o la m e d e s im a d o t ­

tr i n a p r e d ic a ta dag li Apostoli c o m e l’h a n n o i m p a r a ta da G e sù Cristo.

Si a g g iu n g e poi il titolo di R o m a n a , p e r ­ c h è il su o c a p o , c h e è il P a p a , è re s c o v o di R o m a , e p e r q u e s to m o tiv o q u e s ta c i t tà, u n a volta c a p ita le del R o m a n o i m p e r o , ora è il c e n tr o della re lig io n e , la c a p ita le del m o n d o c a tto lico .

5. E p o ic h é avvi u n solo Dio, u n a sola fede, u n solo b a t t e s i m o , avvi a n c h e u n a sola v e ra C h i e s a , fuori di cui n iu n o p u ò s a l­

v arsi.

C o n s i d e r a , o c r i s t i a n o , e tr e m a rif le t­

te n d o al g r a n n u m e r o di quelli c h e n o n so n o in g r e m b o della Chiesa cattolica e p e rc iò t u t t i fu o ri della s tr a d a c h e c o n d u c e al cielo. C o n sid era, e ralleg rati in c u o r tu o , p e r c h è Dio t i h a c re a to in q u e s ta su a Chiesa, in cui so n o ta n t i m ezzi di salvezza. Sii a Dio r i c o n o s c e n t e , e p e r rin g ra z ia rlo p r o ­ c u r a di o s s e rv a re i p r e c e tti ch e la Chiesa a n o m e di Dio p r o p o n e a ’ su o i figli. Sii

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c o s ta n te n e ll'a s c o lta re la Messa in tie ra t u t t e le D o m e n ic h e e le a ltr e feste c o m a n d a t e , osserv a i d ig iu n i e le vigilie, e n o n m a n ­ g ia r c a r n e in v e n e r d ì e s a b a to . I n s o m m a p r o c u r i a m o di e sse re cattolici n o n di n o m e , m a di fatti, o s s e rv a n d o c o n esattezza q u a n t o la Chiesa c o m a n d a , a s te n e n d o c i da q u a n t o p ro ib isce.

C h e se accadesse di p a r la r e o s e n t i r a ltri a p a r la r e della C h ie sa , d ip o r tia m o c i c o m e ris p e tto s i figli verso l’a m o r o s a loro m a d r e : n o n d ic ia m o mai cosa a lc u n a c o n t r o a q u a n t o la Chiesa c o m a n d a o p ro ib is c e ; e p e r q u a n t o sta in noi p a r lia m o n e s e m p r e b e n e ed o p p o ­ n iam o ci c o ra g g io s a m e n te a c h i u n q u e c e rc a s s e di p a r l a r n e m a le .

Esem pio.

I fa sti d ella Chie sa sono pieni di esem pi che dimostrano com e Maria fu in ogni tempo non solo il sostegno della Chiesa, m a una madre pietosa che con sollecitudine la più amorosa va in cerca d e ’ suoi f i g l i , operando talvolta lum inosi portenti per accrescerne il numero.

Noi scegliam o l’esem pio di Alfonso Ratisbon, giovane ebreo delle più doviziose famiglie d’Al- lemagna. Affezionatissimo alla sua religione, era n em ico im placabile dei cristiani, specialm ente da ch e un suo fratello aveva abbracciata la fe d e . Per diporto egli ven n e a Roma l’anno 1842.

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Quivi crebbe il suo odio contro alla religione cristiana e l’ardore per l ’ebraismo. Era già sul punto di partire da questa città, quando andò a prendere congedo dal Barone B u s sier e , da protestante convertito al cattolicism o. Venne questo signore in discorso di religione con A l­

fonso, e trovatolo ostinatissim o nel giudaismo, lo pregò alm eno per cortesia di lasciarsi m et­

tere al collo la m edaglia di Maria. Egli matta­

m ente ridendo di tale divisamento acconsentì.

Era il 20 gennaio 1842, allorché Alfonso la­

sciato per breve tempo in una chiesa dove era entrato per cu rio sità , tutto ad un tratto gli scom parve dagli occhi l’ed ifizio, ed una piena di luce si riversa sopra di lui e riem pie il luogo ove si trova. Quivi di mezzo a qu e’ radianti splendori vede ritta sull’altare, piena di m a e­

stà e di dolcezza, la V ergine Maria, com e sta sulla m edaglia m iracolosa. Colla mano gli fa segno che s ’ in g in o cch i, e con una forza irresistibile vien e tratto verso Maria. Egli è in questo fortunato m om ento che Alfonso apre gli occhi alla verità, e illum inato dalla fede, rompe in dirotto pianto. Il suo cuore non tro­

vava più conforto ch e nello sfogarsi in caldi ringraziam enti, e dimandare co lle più vive istanze il battesimo. Vi si apparecchiò undici giorni, e il 3 1 gennaio d ell’anno m edesim o egli era rigenerato a Cristo, e Maria aveva un fi­

gliuolo di più. Una conversione così strepitosa e subitanea venne dalla Santa Sede, dopo d i­

ligenti esam i, dichiarata m iracolosa. O gnianno si fa una festa in Roma il 20 gennaio in m e ­ moria di tal prodigio nella chiesa di s. Andrea delle f r a tte, luogo ove fu operato il prodigio.

(38)

G iaculate ria . Fate che sp ir i, Vergin M aria, Da buon cattolico L’anima mia.

P reghiera. Ricordatevi, ecc. pag. 19.

GIORNO QUINTO.

Il capo della Chiesa.

D eus in a d iu to r iu m etc.

1. G esù Cristo nel V an g e lo p a r a g o n ò la sua Chiesa ad u n re g n o , ad u n im p e r o , ad u n a re p u b b lic a , ad u n a c ittà , ad u n a f o r ­ tezza, ad u n a famiglia. T u t t e q u e s te cose sono di lo ro n a t u r a visibili, e non possono s u s s is te re se n z a c h e vi sia u n ca p o c h e c o m a n d i, e vi sian o su d d iti c h e o b b e d is c a n o . Capo invisibile della Chiesa è Gesù Cristo c h e assiste i sacri p a s to ri dal cielo fino alla fin e del m o n d o : ecce ego vobiscum sum usque ad consummationem saeculi. Il c apo visibile fu s. P ie tr o e do p o d i lui i P o n te fic i suoi s u c c e s s o r i,

Il Divin S a lv a to re disse a s. P i e t r o : tu sei P i e t r o , e s o p r a q u e s ta p i e t r a f o n d e r ò la m ia C hiesa, e le p o r t e dell’in fe rn o n o n m ai la p o t r a n n o vincere. Io d a r ò a te le

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chiavi del r e g n o d e ' cieli, quello c h e s c io ­ glierai in te r r a sa rà p u r e sciolto in cielo;

ciò c h e le g h e ra i in t e r r a sa rà p u r e le g a to in cielo. Con q u e s t e p a ro le il S a lv a to re c o ­ stitu isc e s. P ie tro ca p o della s u a Chiesa e gli c o n fe risc e q u e lla pienezza di p o te re , in forza di cui p u ò sta b ilire t u t t o ciò c h e c o n tr ib u is c e al b e n e s p ir itu a le ed e te r n o .

D opo la r is u rre z io n e G esù Cristo c o n ­ fe rm ò q u a n t o ivi è d e t t o a s. P ie tr o . E s ­ se n d o egli c o m p a r s o a ’ suoi Apostoli sulle rive del m a r e di T ib e r ia d e , disse a s. P i e t r o:

pascola le mie pecore, pascola i miei agnelli;

pasce oves mea s, pasce agnos meos. Dalla S a n ta S c r i t t u r a c h ia ro a p p a ris c e c h e gli agnelli ivi in d ic a n o t utti i fedeli c ris tia n i, e le p e c o r e s o n o i sacri p a s to ri, c h e d e ­ v o n o d ip e n d e r e dal P a s t o r e S u p r e m o ch e è P i e t r o , e d o p o di lui i su o i su ccesso ri.

2. Affinchè poi fossimo a ssic u ra ti che q u e s t o S u p r e m o P a s to r e a v r e b b e s e m p r e c o n s e r v a to il d e p o sito della fede senza m ai c a d e r e in e r r o r e , G esù Cristo d isse a s a n P i e t r o : Io h o p r e g a to p e r t e , o P i e t r o , affinchè la tuna fede n o n v e n g a m e n o : ro­

gavi pro te, Petre, ut non deficiat fìdes tua, et tu aliquando conversus confirma fratres tuos. Egli è q u e s t o il m o tiv o p e r cu i gli

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altri Apostoli d o p o l’a s c e n s io n e del S a lv a ­ t o r e c o n s i d e r a r o n o s. P ie tr o c o m e loro Capo.

A p p e n a il S a lv a to re salì al cielo, egli tosto i n t r a p r e n d e il g o v e rn o della Chiesa; p r o ­ p o n e la elezione di u n A postolo in luogo di G iuda t r a d i t o r e ; egli il p r im o p re d ic a al p opolo; p r i m o fa m iraco li a n d a n d o al te m p io ; p r i m o è i n s t r u i to da Dio c h e n o n solo gli E b r e i , m a a n c h e i Gentili sono c h ia m a ti alla fede. I n s o r g o n o difficoltà nella Chiesa? S i r a d u n a u n concilio nella c ittà di G e r u s a l e m m e ; P ie tr o p r o p o n e la q u e ­ s tio n e , la spiega, la definisce, e t utti u b ­ b idiscono a P ie tr o c o m e al m e d e s im o G esù Cristo. Così fecero i veri cattolici in tu tti i t e m p i , in tu tti i l u o g h i , in o g n i q u e ­ stio n e religiosa: si fece s e m p r e ric o rs o al S o m m o P o n te fic e , e t u t t i i c ristian i si s o t ­ to m is e r o a lui c o m e a s. P ie t r o , c o m e al m e d e s im o Gesù Cristo.

5. E cco li, o cristia n o , q u a n t o p r o p o n g o alla tu a co n sid e ra z io n e . Un Dio fatto u o m o p e r salvarci; p r im a di p a r t i r e dal m o n d o fon d a u n a C hiesa, e d e p u t a u n Capo a fare le s u e veci s o p r a la t e r r a fino alla fine d e ’ secoli: usque ad consummationem saeculi.

R ic o n o s c ia m o a n c h e n o i nel R o m a n o P o n ­ tefice il P a d r e u n iv e rsa le di tu t t i i c ristia n i,

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il su c c e sso re di s. P i e t r o , il Vicario di G esù Cristo, c olui c h e fa le veci di Dio s o p ra la t e r r a , c o l u i , al q u a le d isse G esù C risto : t u t t o ciò c h e le g h e ra i in te r r a , sa rà legato in cielo; tu t t o ciò c h e scioglierai in te r r a , s a r à a n c h e sciolto in cielo. Ma ric o r d ia m o c i b e n e , c h e n i u n o p u ò pro fe ssa re la r e lig io n e di G e s ù C risto, se n o n è c a tto lic o ; n i u n o è catto lic o , se n o n è u n i t o al P a p a .

Esempio.

Gli eretici per allontanare i cattolici dalla Chiesa e dal Romano Pontefice hanno sem pre com inciato a disprezzare la divozione della Beata Vergine; perchè Maria è madre di m i­

sericordia di tutti quelli ch e la invocano. Anzi abbiamo m oltissimi eretici convertiti, che at­

tribuiscono la loro conversione alla divozione a Maria. Valga per tutti l’esem p io del prote­

stante ed ora fervoroso cattolico Federico Hurter. Era questi presidente del Concistoro protestante a Sciaffusa nella Svizzera, e pas­

sava com e uno d e ’ migliori predicatori e pro­

fessori del Calvinismo. Sebbene egli fosse m olto affezionato agli errori di sua setta, gli rincresceva assai, com e eg li stesso c o n fe ssa , ch e il protestantism o, a cui apparteneva, ri­

cusasse ogni culto alla Santissim a V ergine.

Questo fu il granello di senapa che produsse l ’albero della conversione di Hurter. Sino dagli anni suoi g iovan ili, senza alcuna particolare

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