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Saluto. Salmo. Preghiamo: Inno: 171. Il nostro principio e la nostra meta sono nel nome di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.

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Academic year: 2022

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Saluto

Il nostro principio e la nostra meta sono nel nome di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen

Salmo

Il Potente, Dio, il SIGNORE, ha parlato e ha convocato la terra da oriente a occidente. Da Sion, perfetta in bellezza, Dio è apparso nel suo fulgore. Il nostro Dio viene e non se ne starà in silenzio. I cieli proclameranno la sua giustizia, perché Dio stesso sta per giudicare. «Ascolta, popolo mio, e io parlerò; ascolta, Israele, e io testimonierò contro di te. Io sono Dio, il tuo Dio. Non esigo tori dalla tua casa, né capri dai tuoi ovili. Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte al SIGNORE;

poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorifiche- rai». (Salmo 50, 1-3a.6-7.9.14-15)

Preghiamo:

Ti lodiamo, Dio vivente, unico Dio: tu sei un Dio che parla, un Dio che esprime il suo giudizio sulla nostra realtà, un Dio che interpreta quanto avviene sulla terra e nella nostra vita, un Dio che consola, che apre nuove prospettive, un Dio che ci chiama e ci fa ragionare, un Dio che ci interro- ga e ci fa vedere con il cuore. Non parli quando è troppo tardi, ma al mo- mento giusto. La tua parola, critica, consolatoria, incoraggiante, comun- que essa sia, dà gusto alla nostra vita, è lo specchio, in cui riusciamo a ve- dere la verità, o la mancanza di verità, del nostro vivere.

Signore, rimani con noi con il tuo Spirito in questo culto, in cui vogliamo ascoltarti. Accompagnaci nei giorni che stanno davanti a noi, quando avremo bisogno della tua parola per prendere delle decisioni sagge, per dire le cose giuste, per compiere delle azioni utili. Nel nome di Gesù Cri- sto, tuo Figlio e nostro Signore. Amen.

Inno: 171

1. Padre d'amore, il nostro cuore in questo istante cerca sol Te. Indegni siamo, pur ti preghiamo: in noi discendi, o Re dei re!

2. A Te si prostra l'anima nostra, a Te domanda luce e fervor. Questa pre- ghiera umil, sincera, deh Tu esaudisci, o Dio d'amor.

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3. A chi Ti chiama, a chi Ti brama si manifesta la tua bontà; Padre, in quest'ora, con noi dimora, e da Te vita il cuore avrà.

Confessione di peccato

Il giudizio di Dio si svolge per mezzo della Sua Parola, infatti, la sua Pa- rola illumina e giudica la nostra vita in ogni momento. Disponiamoci a confrontarci con essa:

Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vo- stre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene, cercate la giu- stizia, rialzate l’oppresso, fate giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova! (Isaia1,16-17)

Rispondiamo a questa parola innanzitutto in silenzio, con una sincera con- fessione del nostro peccato.

(Confessione silenziosa)

Signore, abbi pietà di noi. Conosciamo le nostre colpe, come anche tu le vedi. Conosciamo il male che compiamo e il bene che non abbiamo volu- to compiere.

Tu ci hai mostrato che il mondo potrebbe essere diverso, ci hai chiamato a essere fautori di un mondo diverso, di un mondo in cui i più deboli non siano sempre schiacciati, in cui gli oppressi possano conoscere la libera- zione, in cui la pace si accompagni alla giustizia.

Ma noi continuiamo a cedere alle nostre paure, e così restiamo schiavi della malvagità che portiamo in noi. Eppure, Signore, noi sappiamo che con il tuo aiuto possiamo agire come figli e figlie del tuo regno. Offrici ancora il tuo perdono e il tuo sostegno e noi potremo purificare le nostre vite come tu ci chiedi e vivere una fraternità vera. Amen

Annuncio del perdono

Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana. (Isaia 1,18b)

Sorelle e fratelli, dalla Parola ci giunge il potente annuncio della grazia di Dio, perché la sua misericordia è più forte del nostro peccato e offre a ogni cuore pentito un perdono assoluto e incondizionato.

(3)

Inno: 46

1 Siam grati a Te, Signor, col cuore e con gli accenti, divin benefattor di tutte le tue genti. Fin dal materno sen, con provvida virtù, largito ognor ci hai Tu gli innumeri tuoi ben.

2 O Padre di bontà, ai figli che hai chiamati dà fede e santità: a Te sian consacrati. Li guidi la tua man in ogni lor sentier, del tuo voler sovran ze- lanti messagger!

Preghiamo:

Signore, la tua Parola, nella quale condividi con noi la tua saggezza e i tuoi giudizi, è il dono più prezioso che ci hai fatto. Fa’ che essa metta ra- dici sempre più profonde nei nostri pensieri e nella nostra vita, perché continuiamo a vivere in dialogo con te per la tua gloria e la nostra salvez- za.

Nel nome di Gesù Cristo, la Parola che è diventata carne, affinché chi cre- de in lui trovi in te un giudice misericordioso. Amen

Lettura biblica: Luca 16:1-9

1 Gesù diceva ancora ai suoi discepoli: «Un uomo ricco aveva un fattore, il quale fu accusato davanti a lui di sperperare i suoi beni. 2 Egli lo chia- mò e gli disse: "Che cos'è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché tu non puoi più essere mio fattore". 3 Il fatto- re disse fra sé: "Che farò, ora che il padrone mi toglie l'amministrazione?

Di zappare non sono capace; di mendicare mi vergogno. 4 So quello che farò, perché qualcuno mi riceva in casa sua quando dovrò lasciare l'ammi- nistrazione". 5 Fece venire uno per uno i debitori del suo padrone, e disse al primo: 6 "Quanto devi al mio padrone?" Quello rispose: "Cento bati d'olio". Egli disse: "Prendi la tua scritta, siedi, e scrivi presto: cinquanta".

7 Poi disse a un altro: "E tu, quanto devi?" Quello rispose: "Cento cori di grano". Egli disse: "Prendi la tua scritta, e scrivi: ottanta". 8 E il padrone lodò il fattore disonesto perché aveva agito con avvedutezza; poiché i figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce. 9 E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi rice- vano nelle dimore eterne.

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Il Signore benedica la lettura e l'ascolto della sua parola.

Inno: 205

1. Signor, la tua parola, che ogni anima redenta illumina e consola, ri- splende viva in me. E quando il dubbio amaro il cuore mio tormenta, tua voce udir m'è caro, che vuol condurmi a Te.

2. Soave è quel messaggio che solo Tu puoi dare: riempie di coraggio e rende lieto il cuor. Il Verbo tuo m'invita a credere, a sperare, a viver la mia vita nel nome tuo, Signor.

Sermone: Luca 16:1-8

Care sorelle, cari fratelli,

vi devo confessare che ogni volta che leggo questo testo, sono di nuovo confuso. Fate amicizia con le ricchezze ingiuste. Sono parole dalla bocca di Gesù che mi sembrane strane. Voglio dire, non dice: investi i tuoi beni a lungo termine! Oppure: prenditi cura dei tuoi beni! Un consiglio così potrebbe essere stato inteso come un suggerimento lungimirante della Chiesa post-pasquale, che ha voluto mettere una tale parola nella bocca di Gesù al fine di motivare il proprio gregge alla sostenibilità e alla lungimi- ranza.

Il termine greco “Mammona” che sta dietro la nostra traduzione “ricchez- ze ingiuste” chiarisce che qui il denaro è visto in modo negativo e che Gesù ne parla quindi in modo sprezzante.

Il dizionario Garzanti dice alla voce Mammona: la ricchezza mondana, in quanto è fatta oggetto di desiderio insaziabile, quasi di culto, ed è perciò causa di dannazione spirituale

Ed è proprio con questo denaro segno di desiderio insaziabile che noi cri- stiani dovremmo farci degli amici? E come se non bastasse, oltre al giro di denaro che Gesù consiglia, anche il comportamento dell'amministratore è tutt'altro che esemplare! Prima tradisce il suo capo, e poi, una volta sco- perto, lo tradisce ancora con una truffa ben più pesante. Non ci si sarem- mo forse aspettati un racconto di ravvedimento e perdono? Ma di ravvedi- mento non c’è proprio traccia.

Infatti, anche il nostro tempo ci insegna che il denaro e il rimorso sono

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due cose che non vanno insieme. “Money makes the world go round” il denaro fa girare il mondo, indipendentemente come viene usato. Lo sen- tiamo proprio ora, quando molte aziende e fornitori di servizi devono chiudere. Dove non c'è reddito, non c’è esistenza! Questo vale per tutti gli ambiti della nostra vita, anche per la Chiesa. Il ciclo della vita, a quanto pare, dipende da questo. Come persona, come società, come Stato, siamo dipendenti dal denaro, e se non c’è si cerca di trovare dei prestiti. E con i prestiti guadagnano quelli che già ne hanno in abbondanza.

Oggi si tratta di dollari, Euro e Yen, più recentemente Bitcoin. Allora si trattava ancora di prodotti naturali: olio d'oliva, grano …

Il racconto qui lascia il livello del vero e di quanto potrebbe veramente accadere quando il furbo truffatore lascia i debiti ai debitori di suo padro- ne. Chi oggi diminuisce il debito altrui? In realtà, le cose funzionano di- versamente: l'amministratore metterebbe ancora più pressione sui debitori per trarne profitto. O si assicurerebbe una parte per se stesso. Alla fine uno è il truffato, o talvolta entrambi. Forse ha fatto già così prima di esse- re stato beccato.

Peccato – per lui - che sia stato beccato. Che fare se è minacciata la pro- pria esistenza? All’incontro con il padrone l’amministratore avrà sentito aprirsi la terra sotto i piedi.

Adesso l'amministratore fa qualcosa che il suo capo non si aspetta. Com- pra la solidarietà. Non con i suoi soldi, ma con la ricchezza del suo padro- ne! Ci devi arrivare ad una tale idea … e avere la freddezza e il coraggio per andare fino in fondo. La cosa diventa completamente strana quando questo stesso comportamento viene elogiato dalla persona danneggiata, cioè dal padrone, come azione saggia.

Ci saremmo aspettati qualcosa di diverso. A questo punto, il testo esce fuori dai parametri e anche dalla parabola quando Gesù si rivolge di nuo- vo direttamente ai suoi ascoltatori: fatevi degli amici con le ricchezze in- giuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi ricevano nelle dimore eterne.

Al primo ascolto, questa frase dalla bocca di Gesù sembra un corpo estra- neo. Ma ricordiamoci: Gesù aveva un rapporto molto pragmatico con il denaro. Non chiede di evadere le tasse ma di pagarle, critica la ricchezza, si, ma lo fa perché essa è la ragione del pericolo di attaccare il suo cuore al denaro.

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Chiediamoci ora cosa rende le azioni dell'amministratore così lodevoli se- condo il parere del suo capo. Penso che sia l'attenzione sul futuro che lo attende. Non gli importa se si mette nei guai con il suo padrone – il padro- ne appartiene al passato. Il suo futuro è ora in altre mani. E questo è ciò su cui si concentra, questo è ciò su cui concentra tutte le sue azioni, questo futuro è ciò che si vuole garantire. Si lascia alle spalle tutte le altre cose.

Penso che qui siamo al punto di chi Gesù è veramente. Per lui, il futuro di Dio era l’orizzonte concreto che dirigeva il suo parlare e fare. Parlava, pensava, agiva come se il regno di Dio fosse già in mezzo al mondo, come se il cielo avesse già trovato spazio sulla terra. Anche i primi cristia- ni vivevano in questa attesa. Fondamentalmente anche noi. Ma hanno do- vuto essere ricordato sempre di nuovo – e dobbiamo ricordarlo a noi stessi oggi.

La storia dell'amministratore infedele fa capire quanto radicalmente Gesù abbia visto questa svolta verso il regno di Dio, verso il suo futuro. E quan- to desiderava che i suoi seguaci facessero lo stesso. Perché è questo futuro che deve plasmare la vita presente. Tutto il resto può essere compreso solo alla luce di questo futuro. Questo è utile se non vogliamo disperare in questo presente, perché a volte assomiglia più all'inferno che al paradiso.

È utile se vogliamo cambiare le cose nello spirito di Dio senza preoccu- parci immediatamente se il nostro impegno sarà coronato da successo. È utile se vogliamo trovare conforto e speranza, quando la vita ci riporta in- dietro attraverso le sue valli profonde e scure.

fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi ricevano nelle dimore eterne.

Questo non significa altro che: concentrarsi sul futuro di Dio! Dovrebbe essere la nostra motivazione a cambiare la nostra vita e questo mondo in modo tale che entrambi siano già vicini al regno di Dio. Amen

Inno: 339, 1.2.4

1. Veglia al mattino ancor che un cielo puro sembri annunziare calmo il dì e seren. Può il tuo orizzonte diventare oscuro, e la tempesta sorge in un balen. Veglia al mattin, la sera veglia ancora, sì veglia ognora, prega e sii fedel!

2. Veglia durante il giorno, quando freme il turbin della vita intorno a te;

con le lor voci il mondo e il cuore insieme non copran mai la voce del tuo

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Re. Veglia al mattin, la sera veglia ancora, sì veglia ognora, prega e sii fe- del!

4. Sì veglia, sempre veglia, in ogni luogo, che sempre e ovunque puoi ca- der quaggiù; così del mal potrai spezzare il giogo e pregustar la pace di lassù. Veglia al mattin, la sera veglia ancora, sì veglia ognora, prega e sii fedel!

Intercessione

Preghiamo:

Dio, nostro padre, ti preghiamo:

dacci coraggio, affinché riusciamo a vivere le sfide della nostra vita anche quelle che ci fanno paura

dacci sensibilità e empatia, affinché ci accorgiamo dove c’è chi biso- gno di noi

dacci braccia aperte, affinché riusciamo ad incontrare chi è diverso o diversa da noi

donaci nuovi orizzonti e uno sguardo che va oltre il presente, affin- ché anche i nostri figli e nipoti possano vivere in questo mondo

donaci la fede, affinché possiamo trovare il tuo Regno in mezzo a noi

donaci l’amore per il prossimo che fa di noi sorelle e fratelli, figlie e figli tuoi

Come tuoi figli ora ti preghiamo:

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo re- gno, sia fatta la tua volontà, come in cielo anche in terra. Dacci oggi il no- stro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimet- tiamo ai nostri debitori e non esporci alla tentazione ma liberaci dal Male.

Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

Benedizione

Andiamo con la benedizione del Signore:

Il Signore della pace ci dia egli stesso la pace sempre e in ogni maniera. Il Signore sia con tutti noi. (2 Tessalonicesi 3,16)

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Amen

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