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Scrivere a mano: uno strumento didattico

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Academic year: 2022

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Università degli Studi di Perugia

Corso di Formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno

Scrivere a mano:

uno strumento didattico

Valore e benefici della calligrafia a scuola

Relatore: Prof. Fabio Pasticci Candidato: Lorenzo Paciaroni

VI Ciclo - Anno accademico 2021/2022

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Indice generale

INTRODUZIONE...5

SCRITTURA, CORSIVO, GRAFIA, CALLIGRAFIA...9

Breve storia della scrittura...10

La scrittura dalla stampa al corsivo...17

La scrittura stampata o stampatello...19

Corsivo o stampatello?...21

Lo script...22

Questione di equilibrio...23

L’italico, due allografie in una...24

LA SCRITTURA A SCUOLA...28

Insegnamento della calligrafia a scuola e panoramica attuale...30

Tecnologia vs. calligrafia...36

Benefici dello scrivere a mano...40

Insegnare e imparare a scrivere...42

Prerequisiti alla scrittura...46

Strumento e prensione...47

Il Metodo Montessori...49

Altri metodi...50

Il Metodo Primavera ®...50

Il Metodo Venturelli ®...52

SCRITTURA MANUALE E CALLIGRAFIA...54

Scrivere in corsivo...56

Il gesto grafico...58

ASPETTI NEUROLOGICI...60

Disturbi specifici dell’apprendimento...64

Cause, soluzioni e conseguenze della disgrafia...65

Disgrafia e scrittura in corsivo...66

Scrittura e nuove forme di pensiero...67

RIEDUCAZIONE ALLA SCRITTURA...69

Postura e atteggiamento...71

Falsariga (o carta rigata o “rigatore”)...72

Spazio di lavoro...73

Impugnatura della penna...73

Consigli per divertirsi di più...73

Errori comuni ed esercizi di scrittura...75

CONCLUSIONI...77

APPENDICE...79

Piccolo glossario...80

BIBLIOGRAFIA GENERALE...83

Sitografia generale...86

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Handwriting is brainwriting

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Lorenzo Paciaroni, Scrivere a mano: uno strumento didattico

INTRODUZIONE

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Lorenzo Paciaroni, Scrivere a mano: uno strumento didattico

La scrittura manuale è un’attività complessa, che richiede un insieme di abilità e prerequisiti necessari per essere imparata – e insegnata – in modo efficace.

Apprendere un processo di scrittura a mano comporta uno sforzo cognitivo, attentivo, neurologico, linguistico e grafo-motorio notevoli, che necessitano di esercizio quotidiano e lenta esposizione per diventare, poi, un automatismo.

La scrittura è movimento, visione, linguaggio, eppure non appartiene esclusivamente a nessuno dei repertori di queste funzioni di base, e non si acquisisce in modo fisiologico. Si apprende con un percorso di istruzione che ha regole ben precise.

Scrivere è un’abilità fondamentale per lo sviluppo cognitivo dei più piccoli – molti studi di neuroscienze hanno dimostrato l’importanza della scrittura manuale, soprattutto quella corsiva, per lo sviluppo del cervello –, e dal momento che non smettiamo di imparare in tutto l’arco della vita, anche in età adulta impegnarsi in un’attività come la scrittura a mano è uno stimolo da un lato per mantenere attive le nostre capacità grafo-motorie e neuromuscolari, dall’altro un ottimo strumento terapeutico per recuperare motricità fine in caso di perdita di alcune funzionalità.

Sono un appassionato di calligrafia, che studio da quasi vent’anni, e di forme, storie e usi della scrittura, dai tempi dell’Università (Scienze della Comunicazione) se non da prima, grazie a un padre paleografo e a un’inclinazione per la comunicazione scritta, che a suo tempo mi portò anche a diventare giornalista (iscritto all’Ordine delle Marche). Questa breve nota biografica per motivare la scelta di un tema a prima vista marginale – la scrittura a mano – nel percorso di un insegnante di sostegno. Come vedremo in questo lavoro, che affronta la scrittura manuale sotto diversi aspetti, siamo invece in presenza di uno strumento didattico valido per tutte le età: ovviamente è in età prescolare e alla scuola primaria – gli anni in cui si apprende e si insegna a scrivere – che vanno concentrati gli sforzi maggiori (a patto di sapere come fare; in questa tesi si sono raccolti e aggregati, per confrontarli, anche alcuni consigli di tecnici del settore), ma in ogni fase della vita è possibile imparare a scrivere o reimparare a farlo. A farlo bene, intendo.

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Lorenzo Paciaroni, Scrivere a mano: uno strumento didattico

La scrittura è la lingua della mano, diceva il teologo Abd Allah ibn ’Abbas, cugino del Profeta Maometto (Bella Scrittura, 2017). In realtà, i grafologi lo sanno bene, la scrittura manuale è scrittura del cervello (Beyerstein & Beyerstein, 1992).

Un’attività complessa, non innata, come la scrittura a mano stimola fondamentali connessioni a livello di encefalo, che animano una serie di muscoli per muovere quasi trenta ossa in un gesto grafico apparentemente semplice ma estremamente articolato. Ecco perché l’aspetto neurologico, in questa attività, non è assolutamente secondario, anzi, la scrittura diventa una cartina di tornasole e sistema d’allarme per lo stato di salute neurologico dell’individuo.

Non si nasce scrittori. Lo si diventa: a scrivere si impara, se c’è chi ce lo insegna, e come ogni insegnamento ha le sue regole. Lo stato dell’arte, nel panorama nazionale e internazionale, segnato dalla rincorsa spesso sregolata alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, non è rassicurante: tra sistemi scolastici che non prevedono più l’insegnamento del corsivo ed altri che sconsigliano tout court la scrittura a mano a vantaggio di device digitali, e nel mezzo quello italiano dove mancano indicazioni nazionali e l’insegnamento della scrittura è lasciato in mano alla buona volontà di insegnanti e maestri.

Tuttavia, è palpabile un rinnovato interesse verso la calligrafia, un nuovo spunto per tornare a scrivere a mano, forse proprio spinti dall’esagerazione digitale e dall’abuso di – utilissimi, ma così anonimi – dispositivi digitali. Proprio la tecnologia, il suo utilizzo, potrebbe essere una delle cause del progressivo ridursi delle capacità motorie e della motricità fine dei più piccoli, rispetto a non molti anni fa oggi molto più limitati nelle attività motorie all’aria aperta e nelle relazioni sociali. La disgrafia e la crescita del numero di diagnosi DSA sono conseguenze in parte imputabili a questa involuzione. Non è un caso se gli interventi educativi più utili su soggetti disgrafici sono proprio quelli basati sul recupero di abilità motorie specifiche e generali, presupposto per l’apprendimento della scrittura e tra i più importanti prerequisiti per farlo.

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Lorenzo Paciaroni, Scrivere a mano: uno strumento didattico

Come insegnare a scrivere? Come farlo bene, per ottenere una bella scrittura nei nostri studenti, o anche solo una grafia che sia chiara e leggibile? Come insegnare a farlo a chi sa già scrivere, ma lo fa con pessimi risultati? Quale codice di scrittura, quale allografia adottare? A queste, e altre questioni, il presente lavoro di ricerca – ancorché compilativo, che si posiziona al termine di un percorso di studi per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno, e appena all’inizio di una passione per la scrittura che nonostante duri da anni è vissuta dall’autore come fosse un principiante – vuole offrire delle risposte serie e scientificamente valide.

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