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Conferenza 2020 degli Addetti Scientifici italiani all estero

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Academic year: 2022

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Conferenza degli Addetti Scientifici 2020 – Q&A Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Direzione Generale per il Sistema Paese

Ufficio Politiche ed attività bilaterali per l’internazionalizzazione della ricerca scientifica e tecnologica e dell’innovazione

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Si è tenuta il 26 novembre, in modalità virtuale e con diffusione in streaming, la Conferenza 2020 degli Addetti Scientifici italiani all’estero. Evento annuale di alto profilo della Diplomazia scientifica italiana, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE), la conferenza ha riunito tutti gli esperti scientifici accreditati presso le sedi diplomatiche italiane all’estero.

I lavori, per la prima parte aperti al pubblico, hanno guardato al valore della diplomazia scientifica e successivamente a pianificare nuove strategie per la promozione integrata del Paese (impresa, ricerca, cultura), tenuto conto degli effetti della “rivoluzione digitale” e dalle necessità imposte dall’emergenza Covid-19.

La conferenza si è aperta con una sessione istituzionale alla quale sono intervenuti il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, il Ministro dell’Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione Paola Pisano e il Segretario Generale della Farnesina Elisabetta Belloni. A seguire si è svolta la cerimonia di consegna dei premi Farnesina 2020 “L’innovazione che parla italiano” e “Italian bilateral scientific cooperation award”.

I lavori sono continuati con un panel di alto profilo sul tema: “Il ruolo della ricerca e dell’innovazione quale volano per la competitività del Sistema Italia: la Diplomazia Scientifica, il ruolo degli Addetti Scientifici e gli strumenti a disposizione”. Sono intervenuti illustri personalità

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del mondo scientifico e tecnologico: Barbara Gallavotti, Consigliere Scientifico del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo Da Vinci”, Ilaria Capua, Direttore del centro One Health della University of Florida, Luca Parmitano, Astronauta, Antonio Guarino, Presidente AISUK (Association of Italian Scientists in the UK), Andrea Fontana di Avio Spa e Carlo Rovelli, fisico teorico e saggista. Il dibattito è stato moderato dal giornalista Federico Taddia , autore e conduttore televisivo - e chiuso dal Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI Lorenzo Angeloni.

Molte le domande pervenute dai più di 400 utenti registrati all’evento. A quelle che non hanno trovato spazio nel corso dei lavori rispondono oggi i nostri Addetti Scientifici.

Q&A - Domande e Risposte

In che modo gli Addetti Scientifici possono rendere più incisiva la loro azione di costante informazione circa le possibilità di finanziamenti e di azioni congiunte?

Per rafforzare la capacità di diffondere le informazioni rilevanti della diplomazia scientifica il MAECI ha recentemente potenziato il portale Innovitalia (https://innovitalia.esteri.it), che riunisce il flusso informativo del MAECI con quello degli Addetti Scientifici italiani, dei partner scientifici e industriali e degli iscritti al portale.

Tutte le notizie pubblicate sono classificate in base ai Paesi, al settore scientifico disciplinare e al settore ERC di riferimento e possono essere filtrate dai visitatori, per un’esperienza di navigazione personalizzata. Agli utenti registrati è inviata ogni mese una newsletter informativa.

A fianco di Innovitalia, ricordiamo anche la rete RISET, attiva dal 2014, che inoltra agli iscritti segnalazioni di bandi e di altre opportunità internazionali scelte dal MAECI.

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Che ruolo immaginate per la comunità scientifica e per i centri di ricerca nel coordinamento delle azioni italiane verso le sfide globali (cambiamenti climatici, ripresa post-pandemica, economia circolare)?

Promuovere lo sviluppo sostenibile del Paese con un’efficace azione di coordinamento dei processi di internazionalizzazione delle imprese tecnologiche e del sistema dell’alta formazione e della ricerca è sempre più importante. Il PNR2021-2027 intende promuovere una governance condivisa tra il MUR e le altre amministrazioni, sostenuta da strumenti di coordinamento che facilitino una partecipazione coordinata alle iniziative R&I.

Il MAECI – in questa prospettiva - ha promosso già dal 2014 lo strumento dei tavoli tecnici per la cooperazione scientifica e tecnologica, organizzati alla Farnesina per pianificare con i diversi stakeholders nazionali la cooperazione con i Paesi esteri più avanzati in una prospettiva di sistema. Il MAECI ha inoltre sottoscritto con i principali enti di ricerca italiani protocolli d’intesa per rafforzare la collaborazione per la diplomazia della scienza, nell’interesse del Paese, e si avvale di un team di esperti nazionali distaccati con funzioni di counselling e di valutazione dei progetti scientifici bilaterali raccolti nei Protocolli Esecutivi per la cooperazione scientifica e tecnologica.

Il MAECI per accrescere gli scambi in innovazione e ricerca con gli altri Paesi e sostenere la presenza italiana nelle iniziative internazionali per le grandi sfide del pianeta, ha inoltre avviato il potenziamento della sua rete di Addetti Scientifici nel mondo, 38 esperti (+30%), tutti provenienti dalla comunità scientifica nazionale.

È necessario favorire la formazione dei giovani e attivare una rete strutturata di rapporti e collaborazioni tra gli operatori della ricerca e dell’alta formazione con il sistema delle imprese, per contribuire alla competitività e alla crescita economica nazionale. Gli Addetti Scientifici potrebbero contribuire a facilitare tale processo?

Il ruolo degli AA.SS. è specificatamente quello di sostenere questi processi. L’idea di sviluppare una maggiore integrazione tra mondo accademico e sistema delle imprese per un’efficace

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valorizzazione delle nostre capacità, è centrale nella nostra idea di promozione integrata del Paese: economia, ricerca e cultura sono i tre pilastri su cui si regge la nostra azione.

Nella valutazione dei progetti che finanziamo nell’ambio dei nostri Protocolli esecutivi riserviamo sempre una particolare attenzione all’impatto economico e sociale delle ricerche proposte e alle opportunità che le relazioni bilaterali attivate possono generare.

L’aspetto della formazione dei giovani, pur non essendo direttamente collegato nel Ministero degli Esteri all’azione dei nostri uffici (si vedano invece i progetti Study in Italy e Invest your talent in Italy) è comunque considerato nella valutazione dei progetti inseriti nei Protocolli Esecutivi, dove il coinvolgimento dei giovani ricercatori nei gruppi di ricerca è elemento di valutazione positiva delle proposte. Ogni anno, inoltre, occorre ricordarlo, il MAECI premia un giovane ricercatore italiano nel mondo che si è distinto nel promuovere i rapporti bilaterali con l’Italia. (Nella foto: premiazione

“Italian bilateral scientific cooperation award” 2020 - dott.ssa Alessandra Fanciulli).

Esiste un progetto di scambio culturale/scientifico a lungo termine, che si proietti verso una stabilizzazione di questi scambi e che sfoci quindi in reali ricadute in termini di innovazione, di prodotti reali o in posizioni di rilievo o coordinamento. In sintesi un investimento a lungo termine sia sul capitale umano che sulla innovatività?

Un modello esemplare è quello dell’Accordo di cooperazione scientifica, tecnologica e industriale Italia- Israele. Le relazioni bilaterali possono avvalersi di questo straordinario strumento, in vigore dal 2002, che permette di rinnovare con cadenza annuale gli scambi.

Da quasi venti anni sostiene la nascita e lo sviluppo di partnership di ricerca e sviluppo in tutti i campi della scienza e della tecnica.

L’Accordo non si pone certamente come l’unico strumento di collaborazione bilaterale, ma svolge un ruolo determinante nel rispondere con prontezza al sorgere di nuove esigenze di ricerca e innovazione, favorendo lo sviluppo di collaborazioni strategiche, ma anche sostenendo nel tempo rapporti di collaborazione a lungo termine per assicurare il mantenimento di sinergie di eccellenza, offrendo a ciascun paese punti di

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ingresso nell’ecosistema delle tecnologie avanzate e dell’industria di punta del partner.

Al presente le attività dell’Accordo includono progetti bilaterali di ricerca in campo scientifico e industriale, laboratori tematici congiunti destinati a sostenere e stabilizzare collaborazioni di lungo termine, il programma “Accelerate in Israel” per facilitare a giovani start-up italiane un’esperienza di accelerazione nell’ecosistema dell’innovazione israeliano, la possibilità per start-up mature israeliane di sviluppare un prototipo presso una grande industria italiana, e un ciclo di conferenze e seminari scientifici e tecnologici in Italia e in Israele su temi suggeriti bottom-up.

Le attività dell’Accordo favoriscono sia la rapida reazione al sorgere di nuove esigenze di ricerca che la graduale maturazione di rapporti di cooperazione e rappresentano pertanto un punto di partenza privilegiato dal quale sviluppare più estese e complesse partnership e accedere a grandi progetti internazionali.

Come la “comunità/diplomazia scientifica” può aumentare la sensibilizzazione dei cittadini e delle imprese tramite campagne informative sulla sostenibilità ambientale? Che ruolo possono avere gli Addetti Scientifici nel supportare tali campagne?

Gli Addetti Scientifici organizzano con frequenza, nelle diverse sedi presso le quali sono accreditati, eventi facenti riferimento all’energia, alle strategie di risparmio, all’efficienza, alla sensibilizzazione sui consumi e alla riduzione dell’impatto sull’ambiente legato ai consumi energetici. Si tratta di temi di assoluta attualità, centrali tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.

Nell’organizzare eventi su queste tematiche, gli Addetti Scientifici sono chiamati a valutare i riferimenti più attuali e a ospitare esperienze innovative presenti nel nostro Paese, in modo da evidenziare le potenzialità attraverso casi-studio rappresentativi.

Sarà nostra cura diffondere presso gli enti nazionali e le università italiane le occasioni che matureranno nel corso del 2021-22 su queste tematiche, in modo da poter candidare le migliori pratiche in Italia, tenendo comunque conto dei contesti complessi in cui queste esperienze dovranno essere presentate e possibilmente applicate.

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La transizione verso un modello energetico ed economico sostenibile richiederà trasformazioni fondamentali nella società nel suo complesso. In che modo gli Addetti Scientifici possono contribuire a favorire la cooperazione tra i diversi soggetti (dai cittadini al sistema produttivo alle istituzioni a partire da quelle locali), sulla base di una condivisione di valori e obiettivi?

Domanda molto complessa e certamente di grande responsabilità collettiva. Gli Addetti Scientifici possono fare solamente una parte del compito, tenendo conto dei diversissimi contesti in cui operano, alcuni dei quali particolarmente difficili nel veicolare modelli economici inclusivi e soluzioni non solo tecniche, ma olistiche.

Ciò detto, uno dei possibili punti di forza consiste nel New Green Deal Europeo che, se adottato come iniziativa ispiratrice di lungo periodo, consentirà al nostro e agli altri Paesi Membri di promuovere azioni di condivisione di conoscenze, competenze, valori e interessi comuni, così come ben evidenziato nella questione.

Se ad esempio, traendo forza dalla Presidenza Italiana del G20, nonché della co-Presidenza della COP26, gli Addetti Scientifici promuovessero in ogni Paese di missione una iniziativa concertata con tutti i Ministeri ed Enti Nazionali focalizzati sui temi della sostenibilità e del “green deal”, potrebbe configurarsi un vero e proprio piano comunicativo per promuovere l’agenda strategica Europea sulla sostenibilità e fare da cuneo, da perno, per discutere l’agenda europea condivisa alla base di Horizon Europe. La ringraziamo molto per la domanda perché potrebbe far nascere un’azione concertata a livello di rete coordinata dal MAECI.

Quali azioni concrete pensate di poter mettere in campo per far dialogare il sistema Italia con l’estero, in coerenza con le principali agende mondiali ed europee (Agenda 2030, Accordo di Parigi sul clima, Green Deal Europeo)?

L’azione del MAECI si declina attraverso gli uffici scientifici italiani all’estero, che sono chiamati a sviluppare il dialogo bilaterale sui temi più importanti della ricerca e dell’innovazione anche in sintonia con la sensibilità dei diversi Paesi e delle loro specificità.

L’Addetto scientifico a Canberra, ad esempio, ha elaborato un programma di eventi di sensibilizzazione sui temi della COP26, dell’Agenda 2030 che prendono spunto da Giornate

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celebrate a livello mondiale (Antarctica Day: Bee Dat; Arbor Day; Ocean Day) per discutere le implicazioni dei cambiamenti climatici. In questi eventi un panel di esperti italiani e australiani affronta il tema con un pubblico in presenza (e/o in modalità virtuale) costituito da esperti, istituzioni e cittadini.

Anche l’Ambasciata di Washington ed i Consolati negli USA seguono da vicino i temi legati all’ambiente ed i cambiamenti climatici, anche in coordinamento con la Delegazione Europea qui presente. Fra le varie attività previste di promozione della COP26, si intende organizzare l’annuale Giornata della Ricerca italiana nel Mondo in concomitanza con l’Earth Day in aprile. Il workshop, in modalità virtuale, vedrà la partecipazione di noti esperti italiani e statunitensi dalle principali agenzie ed istituzioni coinvolte.

Quali azioni concrete potrebbero avviare gli Addetti Scientifici, in particolare quelli di USA, Giappone, Corea, India, Cina, Australia, Sud Africa, paesi dell’Estremo Oriente e i paesi della sponda sud del Mediterraneo per l’energia pulita e il clima?

Gli AA.SS. provvedono ad inviare regolari informative sia su progetti e investimenti in ricerca e sviluppo mirati alla produzione e implementazione di energia da fonti rinnovabili, sia sugli sviluppi delle politiche per la riduzione delle emissioni. Oltre a ciò si organizzano tavoli bilaterali tra gruppi di ricerca (e/o aziende e.g. ENEL, ENI) italiani e esteri su argomenti specifici.

Un esempio dell’azione del MAECI, che data al 2019, è quello di un’iniziativa avviata dall’Ufficio scientifico a Canberra, che ha promosso la firma di un MoU tra ENEA ed Energy Change Institute (ECI), il centro di ricerca dell’Australian National University di Canberra dedicato allo studio delle forme di produzione energetica “carbon free” e alla loro applicazione in risposta ai cambiamenti climatici. Un programma sospeso per l’epidemia da COVID-19 e la chiusura delle frontiere internazionali, ma che si auspica di riprendere al più presto; al momento è sostituito da una serie di workshop tematici a distanza ( (https://www.industry.gov.au/news/national-hydrogen-strategy-priorities-and-delivery) miranti

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ad approfondire la conoscenza dei relativi ecosistemi nazionali, e la successiva apertura agli stakeholder di ciascun Paese che i due Enti individueranno come prioritari.

Gli Addetti Scientifici negli Stati Uniti hanno sempre sostenuto le iniziative sulle tematiche energetiche. Il 22 gennaio 2019 si è organizzata una Tavola rotonda in Ambasciata sul progetto di fusione nucleare Divertor Tokamak Test facility (DTT). Si mantengono anche rapporti con gruppi di ricerca ed aziende italiane nel settore energetico, come ENI ed ENEL, che vengono coinvolte in tavoli bilaterali. Nella programmazione del 2021 e in continuità con il Forum di San Francisco del 2019, si prevede di svolgere la seconda edizione del Forum sull’Innovazione a Boston, possibilmente presso MIT o Harvard. Obiettivo principale del Forum è il consolidamento delle collaborazioni con gli USA, principale partner tecnologico dell’Italia. Su questo tema segnaliamo inoltre che è pendente l’apertura di un “Centro Italiano dell’Innovazione” a San Francisco, raccomandato dopo la visita del PdR Mattarella nell’ottobre 2019.

Nel secondo semestre 2021 si organizzerà un workshop sulle “Prospettive su idrogeno e fusione nucleare per favorire la transizione verso un’economia a basso livello di carbonio”. Un evento dove si prevede di fare il punto sullo stato e le prospettive dei progetti di fusione nucleare con il contributo di MIT, ENI, ENEA e delle Università USA e italiane coinvolte nei progetti. Infine è previsto un workshop su “Policy di trasferimento tecnologico: investimenti in innovazione e venture capital, incubatori, start-up - ecosistemi a confronto”. Questa iniziativa si prefigge di fare il punto sugli esiti delle policy di trasferimento tecnologico attuate nel nostro Paese, attraverso un confronto con gli ecosistemi USA più competitivi. Saranno invitati i Centri di Trasferimento Tecnologico di MIT, Stanford e Berkeley e di alcune Università italiane, i rappresentanti di alcuni incubatori USA e della rete italiana NetVal (Rete per la Valorizzazione della Ricerca).

Quali azioni concrete in vista dell’Expo2021 di Dubai? In particolare in relazione al tema

“qualità, sicurezza e rintracciabilità degli alimenti e sostenibilità dei sistemi agroalimentari”

che attiene a un settore che rappresenta un’eccellenza per il nostro Paese?

EXPO 2021 costituirà una indiscussa vetrina per le nostre eccellenze, che in molte parti del mondo sono ancora poco conosciute. Potrebbe essere utile programmare di riproporre, a valle di Dubai e limitatamente ai Paesi di maggiore interesse, attività di outreach che saranno realizzate per Dubai (mostre, seminari, workshops, condivisione di materiale informativo), associandole a incontri bilaterali mirati.

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Il tema agri-food è molto sentito nel mondo e si presta ottimamente a parlare delle eccellenze del nostro Paese anche in connessione alle altre tematiche della promozione integrata. In occasione della Settimana della Cucina Italiana nel mondo, nel novembre 2021 si prevede da parte degli Uffici scientifici delle sedi diplomatiche italiane negli USA una promozione specifica, in coordinamento con ICE, realizzando un catalogo digitale della ristorazione italiana negli USA ed un accordo con piattaforma ristoranti (es. OpenTable), così come un accordo con piattaforme di consegne (es. UberEats) ed un accordo con social media americani. Sul settore agroalimentare è anche previsto un evento specifico di promozione a dicembre. Ad una riunione con i principali gruppi di importazione e distribuzione del food&beverage italiano negli USA farà seguito un workshop di approfondimento sul settore agroalimentare con la realizzazione di una fiera promozionale.

Come può il Sistema Paese italiano competere con la capacita e rapidità di pianificazione scientifica e industriale su base pluriennale dei paesi asiatici, in primis la Cina?

In ambito europeo i Programmi Quadro da decenni elaborano traiettorie di sviluppo in campo scientifico tecnologico e non solo.

Leggendo le tematiche dei Programmi Quadro del passato si ha l’esatta percezione delle direzioni seguite in campo scientifico e tecnologico dai Paesi Membri e delle direzioni che verranno perseguite in futuro con Horizon Europe.

Inoltre, il Ministero degli Esteri, unitamente ad altri Ministeri ed enti nazionali ha aperto appositi tavoli di programmazione su S&T con vari paesi extra-europei con cui sono più fitte e complesse le relazioni. Tra questi la Cina, richiamata nella domanda.

In particolare, il Tavolo con la Cina, ha elaborato e diffuso un “Piano d’Azione Scienza e Tecnologia Italia-Cina verso il 2025” attraverso la concertazione tra ministeri, enti nazionali, agenzie, università. Con la progressiva diffusione di questi piani pluriennali per istruire i rapporti S&T con altri paesi, l’Italia potrà competere avendo chiari gli obiettivi strategici da perseguire, i tempi in cui farlo e le modalità con cui rapportarsi.

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Come valutare l’efficacia del multilateralismo nell’affrontare problematiche quali il cambiamento climatico?

I sistemi di valutazione previsti da Horizon Europe prevedono espressamente un rafforzamento della valutazione dell’impatto (insieme alla valutazione dell’eccellenza), non solo a livello di singoli progetti ma anche in sede di valutazione del programma stesso, sia in una fase intermedia (mid-term review)

sia alla sua conclusione. L’analisi di impatto riguarderà in particolare proprio quegli ambiti riportati nella domanda, che sono collocati in Horizon Europe all’interno del secondo pilastro

“Global challenges and European industrial competitiveness”, che finanzierà i progetti di natura collaborativa

Quale il ruolo della “comunità/diplomazia scientifica” nel mettere a punto gli strumenti per affrontare la crisi pandemica con un approccio sempre più olistico ed interdisciplinare che tenga conto del legame indissolubile tra salute umana, salute animale e salute dell’ecosistema?

Il ruolo della comunità/diplomazia scientifica nelle ultime decadi è stato essenziale nel porre all’attenzione dei governi e delle istituzioni nazionali i grandi temi legati alla preservazione dell’ambiente e della salute pubblica. Accogliendo le istanze più mature dell’opinione pubblica, la diplomazia ha portato al centro del dibattito le grandi questioni dell’inquinamento, dell’esaurimento delle risorse, della crescita sostenibile, delle fonti energetiche rinnovabili. Se pensiamo che, fino agli anni ’90, l’attenzione internazionale era rivolta, quasi esclusivamente, al problema della sicurezza possiamo percepire

l’enorme passo in avanti determinato, anche, da una

efficace contaminazione tra scienza e diplomazia.

Le mutue relazioni tra salute umana, salute animale e

salute dell’ecosistema sono diventate evidenti negli

eventi che ciclicamente si pongono all´attenzione

dell’opinione pubblica mondiale (mucca pazza,

SARS, Ebola ecc.).

Di fronte a queste sfide globali la risposta mondiale si è

progressivamente affinata e, nonostante i ritardi e le difficoltà, nella crisi attuale generata dalla disseminazione del SARS-2/COVID19 non si può fare a meno di

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notare come la risposta, anche diplomatica, sia globale nel tentativo di attenuarne le conseguenze. Le nazioni si consorziano per rendere disponibili i vaccini, le informazioni scientifiche circolano in tempo reale, le istituzioni transnazionali mettono a disposizione ingenti risorse per contrastarne gli effetti più deleteri in un clima di sana competizione.

Scienza e diplomazia sono attività umane che, per definizione, vogliono risolvere i problemi e aver cambiato l’agenda del pianeta in questo modo è un evento senza precedenti nella storia umana.

Perché non esiste un database dei ricercatori europei, al fine di favorire lo scambio e la mobilità?

L’osservazione è molto pertinente e potrebbe essere oggetto di discussione nell’ambito delle Conclusioni del Consiglio sulla carriera (e la mobilità) dei ricercatori dell’Unione europea. Tali Conclusioni dovrebbero essere proposte dalla presidenza portoghese nei primi mesi del proprio semestre di turno.

Esiste tuttavia quello dei ricercatori italiani nel mondo.

Innovitalia – il portale della diplomazia scientifica. Il portale è gestito dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con il Ministero dell’Università e Ricerca. Lo scopo principale della piattaforma è quello di valorizzare la rete di ricercatori italiani all’estero, offrendo uno spazio per il networking e la collaborazione con i diversi attori della ricerca e dell’innovazione italiana sulla scena internazionale, condividendo informazioni sulle opportunità di ricerca e lavoro nei diversi Paesi esteri. Al portale ci si iscrive volontariamente e tutti i ricercatori italiani nel mondo sono invitati a registrarsi.

https://innovitalia.esteri.it/

Richieste di chiarimenti sulle Equipollenze dei titoli di studio conseguiti all’estero.

Le equipollenze fra titoli accademici sono disciplinate dagli Artt. 2 e 3 della Legge 148/02. Le Università – facendo fede agli articoli sopracitati - hanno il compito di valutare, in totale autonomia, i titoli accademici conseguiti all’estero, allo scopo di rilasciare gli analoghi titoli italiani.

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L’equipollenza risulta essere imprescindibile per la partecipazione a concorsi pubblici statali e per l’accesso a ordini professionali. Per richiedere l’equipollenza dei dottorati rilasciati da Università estere (Ph.D) è possibile presentare domanda presso l’Ufficio VI della Direzione Generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore.

dgsinfs.ufficio6@miur.it - +39 06.5849.7061

In applicazione dell’Articolo IX.2

della Convenzione sul

riconoscimento dei titoli di studio relativi all’insegnamento superiore nella Regione europea, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - MIUR ha affidato al CIMEA il compito di svolgere le attività di Centro nazionale di informazione (www.cimea.it, cimea@fondazionerui.it) sulle procedure di riconoscimento dei titoli vigenti in Italia, sul sistema italiano d’istruzione superiore e sui titoli presenti a livello nazionale.

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