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Peste suina: vertice. L'Unione Sarda di Domenica 25 Marzo 2012 Provincia di Sassari (Pagina 22 - Edizione OL)

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L'Unione Sarda di Domenica 25 Marzo 2012 Provincia di Sassari (Pagina 22 - Edizione OL)

SASSARI. Emergenza, si discuterà delle misure di contrasto

Peste suina: vertice  

Unità di crisi locale, convocati dodici sindaci

Fare il punto sulla situazione della peste suina africana, quindi discutere delle misure di contrasto adottate e ascoltare le proposte operative. Sono i temi all'ordine del giorno della riunione dell'Unità di crisi locale per l'emergenza peste suina che il dipartimento di prevenzione dell'Asl di Sassari ha convocato per il 28 marzo a Rizzeddu, ore 11,30, nella sala convegni della palazzina H.

L'invito a partecipare alla discussione, alla luce anche dell'ultimo focolaio di peste suina africana riscontrato a Pattada, è stato rivolto ai sindaci dei 12 comuni del Goceano e Monte Acuto interessati dal fenomeno: Anela, Benetutti, Bono, Bultei, Burgos, Bottida, Esporlatu, Illorai, Nule, Ozieri, Pattada e Tula. L'invito è stato rivolto anche al direttore dell'Izs della Sardegna, all'assessore all'Ambiente della Provincia, al direttore del Corpo forestale e vigilanza ambientale di Sassari, al direttore dell'Ente foreste di Sassari e Cagliari, ai direttori dei Servizi veterinari dell'Asl di Sassari.

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L'Unione Sarda di Domenica 25 Marzo 2012 Cronaca di Alghero (Pagina 23 - Edizione OL)

La polemica riguarda la cattura di tre meticci liberi, dotati microchip e accuditi dai volontari

«Vogliamo giustizia per i cani»  

L'associazione animalista contro il direttore sanitario dell'ospedale

Dopo la denuncia ai carabinieri, adesso pure la lettera indirizzata, tra gli altri, al commissario straordinario Michele Casula e al presidente della Regione Ugo Cappellacci. «Vogliamo giustizia», dice determinata Eva Bianchi, responsabile della Lega nazionale per la difesa del cane. Il dito puntato contro il direttore sanitario dell'ospedale Civile che, a detta dell'associazione, avrebbe dato disposizioni per la cattura di tre meticci che gironzolavano tra i parcheggi della struttura sanitaria di via Don Minzoni. «Cani liberi e accuditi - tiene a precisare l'animalista - riconosciuti dal Comune di Alghero, che vivono e soggiornano presso la località Taulera e che a volte passano attraverso l'ospedale, perché è privo di recinzione».

La sezione locale della Lega per la difesa del cane ora accusa il manager della Asl di aver

perseguitato i poveri malcapitati dotati di microchip, «vecchi e mansueti, inventando le scuse più assurde. Questa volta, con l'aiuto della Asl Veterinaria Area "C" di Sassari, è riuscito in parte nel suo intento, facendo catturare uno dei tre animali dal Taxi Dog». Eva Bianchi descrive le fasi della cattura come una vera e propria caccia alle streghe. «Di notte, con delle pile, in mezzo ai cespugli o meglio, in mezzo a quell'immondezzaio che si trova all'interno dell'ospedale Civile».

Ma i cani, spaventati, riescono a scappare, solo Drago, di media taglia, pelo lungo e nero, finisce in gabbia, salvo poi riuscire a sparire nel nulla allontanandosi dal canile della comunità Primavera verso le campagne della Nurra. «Lo abbiamo ritrovato dopo una settimana, esausto, senza forze, disidratato, assetato e affamato».

Parte subito una querela alla caserma dei carabinieri. Ma non basta. Ora la lunga missiva inviata a diversi rappresentanti istituzionali, politici e delle forze dell'ordine, perché i diritti dei cani non vengano calpestati. (c. fi.)

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L'Unione Sarda di Domenica 25 Marzo 2012 Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)

Poligono, una fabbrica di tumori  Il pm Fiordalisi: 160 morti sospette  

Torio radioattivo nelle ossa di dodici delle diciotto salme riesumate

di Paolo Carta

«Spero di aver contribuito a fare chiarezza su quel che è accaduto nel Salto di Quirra. Sono contento di aver aiutato la Sardegna, fornendo una serie di risultati delle mie indagini al Procuratore di

Lanusei, Domenico Fiordalisi. Poi la lettura dei dati e le scelte spettano ad altri. Cioè ai giudici e ai voi sardi». Evandro Lodi Rizzini non dice altro. È il fisico di Brescia e del Cern di Ginevra che ha trovato torio radioattivo nelle ossa dei pastori morti attorno al Salto di Quirra. Su diciotto salme riesumate, sono stati ritrovati dati superiori alla norma in dodici casi. È la prova, secondo la Procura, del rapporto diretto tra attività svolte nel poligono dal 1956 a oggi praticamente senza controllo, il disastro ambientale tra Perdasdefogu e Villaputzu, certificato da analisi su analisi, e l'insorgenza di malattie e tumori in chi ha frequentato quella zona.

VENTI INDAGATI Da qui l'avvio di conclusione delle indagini recapitato da Fiordalisi a venti indagati: sei ex comandanti del poligono di Perdas, due responsabili del distaccamento a mare di capo San Lorenzo, il tenente Walter Carta (responsabile del servizio di Prevenzione del poligono nonché ex sindaco di Forza Italia di Perdasdefogu), quattro esperti dell'Università di Siena (avrebbero taciuto sulle quantità di torio ritrovate nei terreni, in alcuni punti 35 volte superiori al fondo naturale del terreno), tre membri della commissione Difesa (i controllori del lavoro

dell'Ateneo toscano), due chimici della Sgs di Torino (accusati di aver detto il falso quando hanno assolto dall'accusa di inquinamento le attività militari), il sindaco di Perdasdefogu, Walter Mura (Pd) e il professore universitario cagliaritano Pierluigi Cocco (medico competente della base) per aver ostacolato le indagini.

L'ACCUSA Secondo il Procuratore Domenico Fiordalisi e i consulenti scelti in tutta Italia, il poligono di Perdasdefogu e Quirra è una fabbrica di morte. Guerre simulate e test di armi, svolti senza alcun controllo, hanno inquinato il terreno di metalli pesanti e sostanze radioattive come il torio e l'uranio impoverito, causato problemi alle falde acquifere e sospeso nell'aria polveri nocive.

Da qui circa 160 morti sospette. Potrebbero essere causate da qualsiasi delle attività svolte nel Salto di Quirra: i lanci dei missili al torio e all'amianto; il brillamento di munizioni e armi obsolete spedite in questo meraviglioso angolo di Sardegna da tutta Italia; l'interramento di rifiuti militari (pezzi di radar, amianto, pneumatici, componenti elettriche) nei terreni dove poi pascolavano gli animali condotti al pascolo dagli allevatori; l'esposizione a radar superpotenti; il test degli oleodotti per i quali sono arrivati a Quirra anche clienti cinesi; i test del razzo Zefiro, considerati dagli esperti

«fabbrica di nanoparticelle cancerogene».

LE SERVITÙ Tutto questo mentre in Sardegna il dibattito politico è imperniato sulla mozione che verrà presentata in Senato dal parlamentare olbiese del Pd Gian Piero Scanu. Obiettivo:

ridimensionare il peso delle servitù militare in Sardegna. Lo stesso Parlamento nei mesi scorsi aveva approvato all'unanimità l'impegno di chiudere i poligoni sardi qualora fossero stati dimostrati l'inquinamento e la pericolosità delle attività svolte sulla salute dalla popolazione.

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L'Unione Sarda di Domenica 25 Marzo 2012 Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)

LE REAZIONI. I familiari delle vittime

«Via alle bonifiche  e al risarcimento  per chi è deceduto»  

«Il ritrovamento di torio è un evento di rilevantissima importanza - afferma Falco Accame , presidente dell'Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate Nelle Forze Armate (Anavafaf) - infatti finora è sempre stato negato ogni pericolo nei poligoni dove moltissimi sono stati i casi di malattie e di morte del personale che vi ha operato o abitato. Il professore Evandro Lodi Rizzini ha sostenuto che il pericolo del torio è anche maggiore di quello dell'uranio anche davanti alla commissione del Senato. Attualmente quindi tutti i casi di diniego di risarcimenti per il personale malato o nei riguardi dei parenti dei deceduti debbano essere rivisti ed effettuati i

risarcimenti».

Per Claudia Zuncheddu , consigliere regionale “Indipendentistas”, «la bonifica è a oggi l'unica aspettativa di lavoro pulito per le popolazioni, senza la quale la stessa agricoltura e pastorizia sono condannate a morire per l'inquinamento. Si ripropone la chiusura del poligono e la sua

riconversione ad uso civile, come ad esempio Centro di addestramento e qualificazione della protezione civile per tutto il bacino del Mediterraneo» .

Sul caso Quirra sono intervenuti anche il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, e quello regionale Vincenzo Tiana : «I risultati delle analisi sulle salme hanno confermato la gravità di una situazione che denunciamo da anni. Ora non è più consentito rimandare le

decisioni ad ulteriori verifiche. Bisogna intervenire subito per mettere in sicurezza la popolazione e ristabilire l'equilibrio ambientale gravemente compromesso».

«Il procuratore Domenico Fiordalisi ha dimostrato grande coraggio e tenacia ed oggi rappresenta una grande speranza per i familiari delle vittime, continui quindi fino in fondo il suo lavoro in questa direzione». Lo afferma Francesco Palese , responsabile di Vittimeuranio.com, sito attivo da molti anni e che nei mesi scorsi ha reso noto un dossier contenente le testimonianze dirette di 16 vittime che hanno operato a Quirra.

Intanto ieri a Perdasdefogu la comunità ha manifestato il suo sostegno al sindaco Walter Mura iscritto nel registro degli indagati, visibilmente commosso al termine di un'assemblea pubblica.

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L'Unione Sarda di Domenica 25 Marzo 2012 Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)

Associazione prometeo

Trapiantati, 

oggi l'assemblea  

Medici, infermieri e giornalisti che si sono distinti, nel corso degli anni, nella sensibilizzazione della popolazione sulla donazione degli organi e sull'importanza dei trapianti saranno premiati questa mattina a Monserrato nel corso dell'annuale assemblea della Prometeo, l'associazione regionale che raggruppa la quasi totalità delle centinaia di trapiantati di fegato e pancreas di tutta l'Isola.

Nel corso dell'assemblea, che si terrà nella sala multimediale del Municipio del comune

dell'hinterland cagliaritano, interverranno, tra gli altri, il presidente dell'associazione, Giuseppe Argiolas, numerosi operatori del Brotzu e del Binaghi oltre al coordinatore del centro regionale dei trapianti della Sardegna Carlo Carcassi.

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L'Unione Sarda di Domenica 25 Marzo 2012 Cronaca Italiana (Pagina 12 - Edizione CA)

BARLETTA. Nel centro hanno somministrato una sostanza a base di sorbitolo

Muore dopo il test clinico  

Due donne intossicate, farmaco comprato su eBay

BARLETTA Era andata in un centro diagnostico privato di Barletta per capire l'origine di un bruciore di stomaco che non la lasciava da qualche tempo, ed è morta dopo avere assunto una sostanza a base di sorbitolo - comprata per via telematica su eBay dal centro - e che le era stata somministrata dal medico per prepararla ad un test allergologico. Non ha avuto scampo Teresa Summa, una giovane donna di 29 anni di Trani, dopo avere bevuto la sostanza. Altre due pazienti che con lei avevano assunto lo stesso prodotto nel centro, si sono salvate per un pelo grazie all'intervento immediato del 118 e un antidoto da un euro che i medici del pronto soccorso dell'ospedale di Barletta hanno somministrato loro tempestivamente.

Per la giovane, che si era già sottoposta ad altri esami, non c'è stato niente da fare: quando è arrivata al pronto soccorso dell'ospedale Dimiccoli di Barletta era già morta. Le altre due intossicate, che hanno 32 e 62 anni, sono ora fuori pericolo. Restano ricoverate, una nel reparto di medicina, l'altra in rianimazione, ma sono state salvate da una fiala di Bludimetilene, un antidoto che, ha spiegato il medico responsabile del Pronto soccorso dell'ospedale di Miccoli, «non è in dotazione in tutti gli ospedali ma che noi fortunatamente avevamo e che abbiamo somministrato subito una volta individuato il problema». Più precisamente per le due donne si è trattato di intossicazione acuta (metaeomoglobinemia) provocata da qualche sostanza che ha interferito con l'emoglobina che trasporta l'ossigeno nel sangue: questa la diagnosi formulata da Carlo Locatelli, del Centro

Nazionale di Informazione Tossicologica di Pavia che è stato in contatto con l'ospedale di Barletta per mettere in atto le terapie più adatte.

Intanto il centro medico del dottor Ruggiero Spinazzola, un poliambulatorio privato non

convenzionato con il sistema sanitario pubblico piuttosto rinomato a Barletta, è stato sottoposto a sequestro. I carabinieri del Nucleo Antisofisticazione hanno scoperto che è privo di autorizzazioni sanitarie. I Nas hanno sequestrato al suo interno una busta di oltre sei chilogrammi del sorbitolo usato. I campioni saranno analizzati nei prossimi giorni, ma bisognerà probabilmente attendere l'autopsia e gli esami tossicologici, disposti dal pm Michele Ruggiero della procura di Trani, per chiarire con certezza la causa del decesso.

L'ipotesi al momento prevalente è che il sorbitolo usato non fosse del tipo per uso medico, ma per uso industriale. Non si esclude però che nel prodotto fossero presenti altre sostanze chimiche che hanno avvelenato le pazienti, forse nitrati. La procura di Trani ha al momento aperto un fascicolo contro ignoti per avvelenamento colposo, omicidio colposo e lesioni gravissime.

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