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NEWSLETTER Febbraio Swiss Academy of Ophthalmology FOUNDATION FOUNDATION NEWSLETTER FEBBRAIO 2021

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Academic year: 2022

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Swiss Academy of Ophthalmology

FOUNDATION

www.SAoO.ch

NEWSLETTER Febbraio 2021

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OFTALMOLOGIA

INVITO AL CONGRESSO VIRTUALE SAOO, 3-5 MARZO 2021

del Prof. Dr. Matthias Becker

NEWSLETTER*

PAGINA3 Swiss Academy

of Ophthalmology FOUNDATION

Auerstrasse 2 CH-9435 Heerbrugg [email protected]

Risultato refrattivo e visivo di una IOL torica (lente intraoculare torica) disallineata dopo un riallineamento operatorio

Prevalenza e andamento temporale della miopia nei bambini e negli adolescenti – risultati dello studio tedesco KiGGS

Miglioramento dell’acuità bilaterale dopo iniezione unilaterale di terapia genica nella LHON (neuropatia ottica ereditaria di Leber -Leber hereditary optic neuropathy)

Influenza delle lacrime artificiali sulle misure cheratometriche nei pazienti con cataratta

I ricercatori scoprono un indizio su come proteggere i neuroni e favorire la loro crescita: speranza per terapie neuroprotettive e neuroregenerative

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INVITO AL CONGRESSO VIRTUALE SAOO, 3-5 MARZO 2021 PROF. DR. MATTHIAS BECKER

Buongiorno a tutti!

Sono Matthias Becker, membro della Commissione dei Programmi della Swiss Academy of Ophthalmology e vorrei presentarvi brevemente il nostro congresso virtuale che avrà luogo dal 3 al 5 marzo 2021. Vogliamo fornirvi le conoscenze che vi permetteranno di padroneggiare l'inaspettato con fiducia attraverso un pensiero rapido e un'azione immediata.

Il congresso si rivolge a oftalmologi, personale degli studi medici, persona- le degli ospedali e delle sale operatorie, nonché agli optometristi, ortottisti e assistenti di studio medico oftalmico. Dopo il Congresso, dovreste essere in grado di affrontare professionalmente le emergenze oftalmiche e medi- che generali nonché altre emergenze come: pazienti irrequieti, inabilità di un paziente alla guida, maltrattamenti sui minori, mancanza di personale, ed emergenze informatiche, legali, incendio, danni per cause idriche o furto con scasso. Inoltre, è previsto anche un aggiornamento sul Covid-19!

Il concetto di successo dei precedenti congressi ci ha permesso di massimiz- zare il trasferimento di conoscenze attraverso un elevato grado di interattivi- tà; ciò sarà mantenuto grazie ad un sistema di votazione in tempo reale con la visualizzazione dei risultati della votazione e i relativi commenti. È anche prevista la possibilità di porre domande agli esperti in tempo reale e di comu- nicare direttamente con loro. Infine, per questa edizione del congresso, ab-

biamo predisposto una traduzione simultanea di tutto il programma scientifico dal tedesco al francese e viceversa, al fine di consentire una più ampia fruizione del contenuto educativo.

Mi auguro che anche lei riuscirà a partecipare a questo congresso virtuale con la speranza di poterci incontrare presto nella splendida città di Lucerna!

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OFTALMOLOGIA

Risultato refrattivo e visivo di una IOL torica (lente intraoculare torica) disallineata dopo un riallineamento operatorio

In circa fino al 5% dei pazienti una IOL torica può ruotare e disallinearsi dopo l’intervento. In questo studio istituzionale e retrospettivo di caso-controllo 39 pa- zienti sono stati sottoposti ad un secondo intervento tra agosto 2013 e dicembre 2019 all’Augenklinik della Goethe-Universität a Francoforte, per riallineare una IOL torica posizionata in modo errato.

L’asse torico ideale è stato determinato con il back-calculator astigmatismfix.com.

Le IOL toriche hanno mostrato dapprima un mancato allineamento di 25,69 ° ± 26,06 °. L’acuità visiva da lontano post rotazionale e non corretta (UDVA= un- corrected distance visual acuity) migliorava da 0,39 ± 0,29 logMAR a 0,27 ± 0,18 logMAR. Il risultato refrattivo ha mostrato una riduzione della sfera residua e del cilindro. La UDVA postoperatoria dopo l‘allineamento sull’asse calcolato prima dell’intervento (51%) raggiungeva 0,24 ± 0,16 logMAR con un cilindro di 0,90 ± 0,90 D. Nel gruppo con allineamento a un asse ricalcolato (49%) l’UDVA era di 0,32 ± 0,20 logMAR con un cilindro di 0,76 ± 0,72 D. Le IOL con elevato pote- re cilindrico (≥2 D) hanno mostrato una maggiore diminuzione del cilindro resi- duo dopo il calcolo retrospettivo rispetto alle IOL con basso potere cilindrico (<2 D) (27% rispetto a 9%). L’errore medio di previsione dell’equivalente sferico del back-calculator era di 0,54 ± 0,55 D. Il riallineamento delle IOL toriche disallineate migliora l’acuità visiva e riduce gli errori refrattivi residui. Se si rende necessario un riallineamento, questo dovrebbe essere eseguito con un back-calculator torico se il potere cilindrico della IOL è > 2 diottrie.

Müller-Kassner A, Sartory T, Müller M, Varna-Tigka K, Mayer WJ, Kreutzer T, Schuh A, Priglinger S,

Prevalenza e andamento temporale della miopia nei bambini e negli adolescenti – risultati dello studio tedesco KiGGS

Lo studio sulla salute dei bambini e degli adolescenti in Germania (KiGGS) dell’Isti- tuto Robert Koch fornisce dati rappresentativi a livello nazionale che possono es- sere utilizzati per descrivere la situazione sanitaria dei bambini e degli adolescenti sino a 17 anni come pure le tendenze di sviluppo. Gli autori di questa pubblicazione hanno analizzato i dati dello studio sulla salute dei bambini e degli adolescenti in Germania (Indagine di base del KiGGS, 2003−2006, N = 17 640 e Onda KiGGS 2, 2014−2017, N = 15 023; Fonte: KiGGS-Basiserhebung, 2003−2006, N = 17 640 und KiGGS Welle 2, 2014−2017, N = 15 023) riguardo alla prevalenza e alla progressione della miopia. I dati sono stati raccolti mediante un questionario per i genitori e sono stati convalidati da un aiuto visivo. La prevalenza della miopia nella fascia di età 0-17 anni in Germania negli anni 2003–2006 era dell’11,6 % (intervallo di confidenza del 95%: [11,0; 12,2]) e negli anni 2014–2017 era dell’11,4 % [10,7; 12,2].

Non c’è stato alcun cambiamento rilevante e statisticamente significativo nella prevalenza della miopia in nessuna fascia di età di entrambi i sessi. Nel modello rettificato (rettificato per età, sesso, stato socioeconomico della famiglia, contesto migratorio) non è stata riscontrata alcuna relazione tra miopia e l’uso dei media digitali. La lettura prolungata di libri era associata alla miopia. Leggere più di due ore al giorno ha portato a un rapporto di probabilità (odds ratio) di 1,69 [1,3; 2,2]. La prevalenza della miopia è rimasta quasi invariata per circa dieci anni nei bambini e negli adolescenti in Germania. I cambiamenti nell’uso dei media, come l’aumento dell’uso degli smartphone da parte dei bambini e adolescenti, non hanno finora avuto un’influenza dimostrabile sullo sviluppo della miopia.

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www.medilas.ch [email protected]

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OFTALMOLOGIA

La LHON è una malattia ereditaria che colpisce il nervo ottico e si stima che colpisca 1 persona su 30.000- 50.000.

La malattia si manifesta più frequentemente nei giovani adulti con un rapido e progressivo peggioramento della vista fino alla cecità – in uomini e donne ado- lescenti o ventenni. Gli uomini sono circa da quattro a cinque volte più colpiti dalla malattia rispetto alle donne.

REVERSE è uno studio clinico in 3 fasi, randomizzato, doppio cieco, controllato con placebo, multicentrico, che ha valutato l’efficacia di una singola iniezione intravitreale di rAAV2 / 2-ND4 in pazienti con perdita dell’acuità visiva dovuta ad una neuropatia ottica ereditaria di Leber (LHON). In totale sono stati trattati 37 soggetti portatori della mutazione m.11778G> A (MT-ND4) e con perdita della vista tra 6 e 12 mesi. L’occhio destro di ogni soggetto è stato assegnato in modo casuale in un rapporto 1:1 al trattamento con rAAV2 / 2-ND4 (GS010) o all’inie- zione con placebo. L’occhio sinistro ha ricevuto il trattamento che non era stato assegnato all’occhio destro. Inaspettatamente è stato osservato un migliora- mento visivo prolungato in entrambi gli occhi durante il periodo di osservazione di 96 settimane. Alla 96° settimana gli occhi trattati con rAAV2 / 2-ND4 mo- stravano un miglioramento medio dell’acuità meglio corretta (BCVA) di -0,308 LogMAR (+15 lettere ETDRS). Un miglioramento medio di -0,259 LogMAR (+13 lettere ETDRS) è stato osservato negli occhi trattati con placebo.

Di conseguenza, lo scopo primario, definito come la differenza nel cambia- mento della BCVA dal valore iniziale alla 48° settimana tra i due gruppi di trattamento, non è stato raggiunto (P = 0,894). Alla 96° settimana 25 sog- getti (68%) presentavano un recupero clinicamente significativo della BCVA rispetto al valore iniziale in almeno un occhio, e 29 soggetti (78%) mostravano un miglioramento della vista in entrambi gli occhi. Per spiegare l’inatteso mi- glioramento bilaterale della funzione visiva, questo articolo presenta anche i risultati di uno studio condotto in parallelo sui primati non umani.

Dopo l’iniezione unilaterale della terapia genica, c’era traccia di DNA del vet- tore virale nel segmento anteriore, nella retina e nel nervo ottico dell’occhio controlaterale non iniettato. Questo, secondo lo studio, avvalora “una spie- gazione meccanicistica plausibile per l’inaspettato miglioramento bilaterale della funzione visiva nei pazienti LHON trattati con un’iniezione unilaterale del vettore di terapia genica ND4".

La società produttrice di terapia genica, GenSight Biologics, ha presentato una domanda di autorizzazione per Lumevoq® all’Agenzia europea per i me- dicinali (EMA). La decisione è attesa per la seconda metà del 2021.

Yu-Wai-Man P, Newman NJ, Carelli V, Moster ML, Biousse V, Sadun AA, Klopstock T, Vignal-Clermont

Miglioramento dell’acuità bilaterale dopo iniezione unilaterale di terapia genica nella LHON

(neuropatia ottica ereditaria di Leber -Leber hereditary optic neuropathy)

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OFTALMOLOGIA

Lo scopo di questo studio prospettico, randomizzato e crossover era di valutare l’influenza delle lacrime artificiali di diversa viscosità sui valori K prima di un in- tervento di cataratta.

Una popolazione di 80 pazienti (123 occhi) è stata quindi suddivisa in due gruppi prima dell’intervento di cataratta: occhi normali e occhi secchi. Due cheratome- trie di base sono state effettuate dopo l’instillazione di gocce oculari ad alta o bassa viscosità. La cheratometria veniva ripetuta dopo 30 secondi, 2 minuti e 5 minuti dall‘instillazione. L’interesse principale dello studio consisteva nel misura- re l’influenza sui valori K a breve termine delle gocce oculari di diversa viscosità negli occhi normali e negli occhi secchi. La ripetibilità tra le misurazioni di base era alta (deviazione standard = 0,02 mm negli occhi normali e in quelli secchi).

Negli occhi normali e secchi è stata osservato un aumento statisticamente si- gnificativo della variabilità di misurazione dopo l’instillazione di gocce oculari sia a bassa viscosità sia ad alta viscosità (P <0,01). La variabilità di misurazione era molto marcata tra la misurazione di base e quella dopo 30 secondi, ma diminui- va nel tempo. La variabilità dei valori K era maggiore negli occhi secchi rispetto agli occhi normali. Somministrando gocce oculari ad alta viscosità l’astigmati- smo variava di oltre 0,5 diottrie nel 13,2% degli occhi normali e nel 34,4% degli occhi secchi.

Per concludere, la somministrazione di gocce oculari durante la biometria, prima di eseguire una cheratometria, dev’essere fatta con cautela. O non si devono usare gocce oculari o la cherotometria deve essere posticipata di ol- tre 5 minuti. Questa regola vale soprattutto per gli occhi secchi perché le loro misurazioni hanno mostrato una maggiore dispersione e una minore riprodu- cibilità e sono quindi risultate meno affidabili. Inoltre, maggiore è la viscosi- tà delle gocce oculari, maggiore è l’impatto sulla superficie oculare e quindi maggiore è l’intervallo richiesto tra la somministrazione delle gocce oculari e la misurazione della superficie oculare.

Röggla V, Leydolt C, Schartmüller D, Schwarzenbacher L, Meyer E, Abela-Formanek C, Menapace R.

Influence of Artificial Tears on Keratometric Measurements in Cataract Patients. Am J Ophthalmol.

2021 Jan;221:1-8.

Influenza delle lacrime artificiali sulle misure cheratometriche nei pazienti con cataratta

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I ricercatori del team Catalyst for a Cure (CFC) Vision Restoration, finanziato dalla Glaucoma Research Foundation, in uno studio pubblicato il 14 dicembre 2020 in PNAS (The Proceedings of the National Academy of Sciences) hanno riferito che attraverso l’inibizione di uno specifico gruppo di enzimi si potrebbe- ro sviluppare nuove terapie per trattare le malattie neurodegenerative come il glaucoma o il morbo di Alzheimer.

I ricercatori del CFC hanno riassunto l’importanza dei risultati come segue: nel glaucoma le cellule ganglionari della retina e i loro assoni nel nervo ottico non degenerano tutti contemporaneamente.

Pertanto con l’avanzare della malattia esistono contemporaneamente cellu- le stressate dalla malattia che rimangono funzionali e cellule i cui assoni sono completamente degenerati. Pertanto, per preservare la vista, sono necessarie diverse strategie per proteggere le cellule ganglionari sane, per riparare le cellule precocemente danneggiate e rigenerare quelle che hanno perso i loro assoni e la loro connessione al cervello visivo.

È stato tacitamente assunto che le terapie che proteggono il prolungamento delle cellule ganglionari nel glaucoma dovrebbero anche aiutarle a rigenerarsi – cioè che proteggere, riparare e rigenerare appartengono alla stessa categoria di terapia. Tuttavia questo non è il caso. Così, l’inibizione di alcune traiettorie

può proteggere le cellule ganglionari ma allo stesso tempo può impedire la rigenerazione. Questo vale per alcune coppie di chinasi come per esempio la dual leucine zipper kinase (o DLK) e la leucine zipper-bearing kinase (o LZK).

Ora però finalmente esiste la speranza di raggiungere entrambi gli obiettivi, la protezione e la rigenerazione, con un unico intervento terapeutico.

Il laboratorio del Dr. Derek Welsbie, in collaborazione con il team Catalyst for a Cure, ha scoperto una nuova strategia in grado di promuovere sia la neuroprotezione sia la rigenerazione delle cellule ganglionari e dei loro assoni.

Questo approccio terapeutico si basa sull’inibizione di una famiglia di moleco- le chiamata GCK-IV (germinal cell kinase four) utilizzando un unico farmaco.

Secondo il team CFC questo approccio influenza positivamente sia la soprav- vivenza sia crescita delle cellule ganglionari retiniche coltivate in laboratorio a partire da cellule staminali.

Questa nuova strategia sarà utile sia per prevenire la degenerazione delle cel- lule ganglionari per preservare la vista, sia per far progredire le terapie di sosti- tuzione cellulare nei casi in cui il nervo ottico è completamente degenerato.

OFTALMOLOGIA

Inhibition of GCK-IV kinases dissociates cell death and axon regeneration in CNS neurons Amit K. Patel, Risa M. Broyer, Cassidy D. Lee, Tianlun Lu, Mikaela J. Louie, Anna La Torre, Hassan Al-Ali, Mai T. Vu, Katherine L. Mitchell, Karl J. Wahlin, Cynthia A. Berlinicke, Vinod Jaskula-Ranga, Yang Hu, Xin Duan, SantiagoVilar, John L. Bixby, Robert N. Weinreb, Vance P.

I ricercatori scoprono un indizio su come proteggere i neuroni e favorire la loro crescita:

speranza per terapie neuroprotettive e neuroregenerative

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