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1. Impianto idrico e scarico

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Academic year: 2022

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1. Impianto idrico e scarico

La porzione di fabbricato interessata dall’ampliamento dell’impianto idrico/scarico esistente è l’area del personale, dove verranno realizzati un bagno e una lavanderia, come mostrato nell’elaborato grafico dedicato.

Nella progettazione dell’impianto sono stati considerati i seguenti disposti normativi:

• Legge 9 gennaio 1991, n. 10

Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.

• Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412

Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10

• Legge 5 marzo 1990, n. 46

Norme per la sicurezza degli impianti.

• NORMA UNI 9182:2010

Impianti di alimentazione e distribuzione d acqua fredda e calda - Criteri di progettazione, collaudo e gestione

• UNI EN 12056-1:2001

Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Requisiti generali e prestazioni.

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• UNI EN 12056-2:2001

Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Impianti per acque reflue, progettazione e calcolo.

• UNI EN 12056-3:2001

Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Sistemi per l'evacuazione delle acque meteoriche, progettazione e calcolo.

• UNI EN 12056-4:2001

Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Stazioni di pompaggio di acque reflue - Progettazione e calcolo.

• UNI EN 12056-5:2001

Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Installazione e prove, istruzioni per l'esercizio, la manutenzione e l'uso.

Le tubazioni per l’adduzione dell’acqua prenderanno avvio dalla derivazione effettuata in corrispondenza della colonna esistente nel lastrico solare.

Le tubazioni saranno realizzate tramite tubo multistrato UNI10954-1 tipo A, classe 1 DIN 4276/29, con diametri utilizzati 20x2 e 16x2. All’interno dell’immobile le tubazioni si svilupperanno sotto traccia.

Le tubazioni non presenteranno giunzioni dal collettore all’utenza.

La distribuzione alle utenze avverrà attraverso collettori in ottone incassati nella parete tramite scatola in PVC con coperchio.

Ciascuna deviazione sarà provvista di rubinetto.

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4 di 16 L’acqua calda sanitaria sarà prodotta localmente in prossimità delle utenze.

Le cassette di scarico WC saranno del tipo ad incasso dotate di pulsante di scarico a doppio getto per il contenimento dei consumi.

Le tubazioni dell’acqua calda saranno provviste, ove necessario, di giunti di dilatazione e saranno adeguatamente coibentate ai sensi legge 10/91.

L’intera rete di distribuzione dell’acqua fredda sarà provvista di saracinesche in ottone di intercettazione, ove necessario, in modo da sezionare l’impianto in porzioni funzionali.

La rete di scarico delle acque nere sarà realizzata mediante tubazioni in PE nero a saldare con diametri variabili: da DN 40 a partire dagli apparecchi, a DN 90 per le braghe wc e a DN 110 fino al recapito finale.

Negli eventuali percorsi esterni e nei tratti sotto traccia saranno provvisti opportuni giunti di dilatazione.

Il vaso si innesterà su apposita fecale che in sommità avrà sbocco all’esterno nella colonna di ventilazione primaria.

La pendenza del collettore orizzontale principale di scarico sarà almeno del 2%, in modo da ridurre il fenomeno della formazione di depositi di liquame.

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2. Impianto di climatizzazione

L’ampliamento dell’impianto di climatizzazione invernale interesserà:

• la guardiola;

• la sala ricreativa;

• l’area del personale: camera da letto e sala,

come mostrato nell’elaborato grafico di progetto dedicato.

Le unità esterne saranno posizionate in maniera da minimizzare i percorsi delle tubazioni, per una maggiore efficienza.

Le tubazioni saranno realizzate in tubo rame ricotto dei diametri 6 e 10, con coibentazione isoclima adeguata.

Il gas refrigerante che verrà utilizzato sarà del tipo ecologico R410 o R407. Le tubazioni saranno distribuite interamente sotto traccia. Le tubazioni non presenteranno curve di raggio inferiore a 90°.

Gli scarichi della condensa interna ed esterna saranno convogliati e recati alla tubazione di scarico delle acque bianche, idoneamente sifonati utilizzando tubo PVC di diametro 32. Le tubazioni di scarico saranno realizzate sempre sottotraccia, seguendo una pendenza non inferiore al 5%.

Il sistema di controllo sarà del tipo “DC INVERTER” , con funzione di risparmio energetico, classe di efficienza energetica minima “A/A”, con gas refrigerante R410A e motore elettrico DC (corrente continua), certificate CE, IMQ, ecc., composta da una (mono split) o due unità interne (dual split) del tipo a parete alta e da una unità esterna (motocondensante), compreso set di fissaggio, collegamenti elettrici e la messa a terra. I collegamenti elettrici (alimentazione elettrica unità interna 220V/1 – 50 Hz) dovranno essere realizzati con cavi antifiamma ed in prossimità di ogni split dovrà essere installato un apposito interruttore magnetotermico per la protezione ed il sezionamento di ogni apparecchio.

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6 di 16 Le unità interne dovranno essere dotate di un telecomando a raggi infrarossi per ogni unità.

Doppio sistema di filtraggio (filtri a rete + filtri depuratori). Minimo 3 velocità di funzionamento del ventilatore + funzione AUTO. Funzioni speciali: deumidificazione/ventilazione. Programmatore giornaliero mediante il telecomando.

L’unità esterna (motocondensante) dovrà essere posizionata su apposite mensole esterne in acciaio elettrozincato a caldo e verniciate complete di tamponi antivibranti in neoprene o materiale similare. I collegamenti frigoriferi delle unità interne ed esterne saranno eseguiti con tubazione in rame di idonee dimensioni deccapate e preisolate.

La distanza massima tra l’unità interna e quella esterna sarà quella consentita dalla casa costruttrice. Compreso la carica del gas frigorifero, le opere di ripristino di intonaci e tinte, certificazioni di conformità, collaudo e tutto quant’altro occorrente per dare i lavori finiti e realizzati a regola d’arte e compresa la garanzia di due anni e la dichiarazione di esecuzione dei lavori a regola d’arte ai sensi della vigente normativa.

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3. Impianto elettrico

Le disposizioni tecniche a cui si è fatto riferimento per la progettazione dell’impianto elettrico riguardano tanto quelle generali in materia di sicurezza degli impianti, quanto quelle specifiche di progettazione emanate dal CEI.

In particolare si è fatto riferimento a:

• Codice Civile;

• D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106 TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

• LEGGE 19 giugno 1955, n. 518

Determinazione del limite fra l'alta e la bassa tensione negli impianti elettrici.

• D.P.R. 11 Luglio 1967, n. 822

Riconoscimento della personalità giuridica del Comitato Elettrotecnico Italiano - CEI.

• DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 20 gennaio 1971, n. 134.

Riconoscimento della personalità giuridica dell'Istituto Italiano del Marchio di Qualità, con sede in Milano

• DECRETO MINISTERIALE 15/12/78

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8 di 16 Designazione del Comitato elettrotecnico italiano quale organismo italiano di normalizzazione elettrotecnica ed elettronica.

• LEGGE 5 marzo 1990, n.46

Norme per la sicurezza degli impianti.

• DECRETO LEGISLATIVO 19 settembre 1994, n. 626

(Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE, 99/92/CE, 2001/45/CE, 2003/10/CE, 2003/18/CE e 2004/40/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro.)

• DECRETO LEGISLATIVO 17 marzo 1995, n. 115

Attuazione della direttiva 92/59/CEE relativa alla sicurezza generale dei prodotti.

• Cei 3-14 Parte 2

Segni Grafici Per Schemi - Elementi Dei Segni Grafici, Segni Grafici Distintivi Ed Altri Segni Di Uso Generale

• CEI 3-15 Parte 3

Segni Grafici Per Schemi Conduttori e dispositivi di connessione

• CEI 3-19

Segni Grafici Per Schemi Parte 7: Apparecchiature e dispositivi di comando e protezione

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• CEI 3-20

Segni Grafici Per Schemi Parte 8: Strumenti di misura, lampade e dispositivi di segnalazione

• CEI 17-5

Apparecchiature a bassa tensione Parte 2: Interruttori automatici

• CEI 23-3

Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari

• CEI 23-9

Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare Parte 1: Prescrizioni generali

• CEI 23-11

Interruttori e commutatori per apparecchi per usi domestici e similari

• CEI 23-18

Interruttori differenziali per usi domestici e similari e interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per usi domestici e similari

• CEI 32-1

Fusibili a bassa tensione Parte 1: Prescrizioni generali

• CEI 64-8 V3 del 2011

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10 di 16 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Parti 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7.

• CEI 64-12

Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario

• CEI Fascicolo 1335 P

Effetti della corrente attraverso il corpo umano

L’impianto sarà costituito da elementi diversi e , più specificatamente, si possono distinguere tre sistemi fondamentali:

• i cavi;

• gli interruttori;

• i quadri elettrici, intesi come involucri.

Il montante elettrico avrà sezione minima di 6 mmq è sarà protetto dai contatti indiretti.

Se il montante verrà realizzato senza masse occorrerà installare un interruttore differenziale alla sua base. L’interruttore dovrà essere selettivo nei confronti di tutti gli interruttori differenziali localizzati a valle.

Il dimensionamento del montante dovrà tenere conto di una caduta di tensione non superiore al 2%.

Si ricorda che, ai fini della protezione da sovraccarico, non è consentito utilizzare gli eventuali dispositivi di limitazione della potenza (DLP), siano essi elettronici o elettromeccanici, di proprietà del distributore. E’ quindi necessario che l’installatore provveda ad installare i dispositivi di protezione senza tener conto del limite contrattuale di potenza.

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11 di 16 Il quadro elettrico sarà dimensionato con un 15% di spazio libero a disposizione (per eventuali futuri ampliamenti), si deve considerare un numero minimo di due moduli (CEI 64 -8, articolo A.4.1).

Tale prescrizione è valida anche per i quadri secondari o sottoquadri.

Il conduttore di terra principale del centralino, cioè quello che collega l’impianto di terra dell’edificio con l’abitazione raggiunge direttamente il quadro elettrico principale.

L’interruttore generale del centralino dovrà essere facilmente accessibile e ben visibile dall’utente.

Si prescrive la suddivisione in parallelo dei circuiti terminali dell’abitazione su almeno due interruttori differenziali. La Norma CEI 64-8 V3 (articolo A.4.2 e commento all’articolo 531.2.1) consiglia l’utilizzo di interruttori differenziali di tipo A per i circuiti che alimentano lavatrici e condizionatori fissi.

Al fine di garantire un’adeguata continuità di servizio, si raccomanda l’utilizzo di interruttori differenziali ad elevata immunità contro gli scatti intempestivi, e/o di interruttori differenziali dotati di dispositivi di riarmo automatico (SRD).

E’ inoltre obbligatoria la selettività fra gli interruttori differenziali.

Per circuito si intende una parte di impianto alimentato dal medesimo dispositivo di sezionamento e di protezione dalle sovracorrenti, cioè, in pratica, dal medesimo interruttore magnetotermico, oppure da un interruttore magnetotermico differenziale, posto nel centralino principale o in un eventuale centralino secondario.

La norma stabilisce il numero di circuiti da prevedere per il livello in questione, sulla base della superficie dell’alloggio.

Ad essi andranno aggiunti i circuiti per i seguenti dispositivi:

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12 di 16 - Boiler;

- Climatizzatori.

I circuiti andranno chiaramente identificati con un’etichetta.

I cavi utilizzati, sia unipolari sia che multipolari, conformi alle relative norme CEI, saranno dotati di certificato IMQ, non propaganti la fiamma e non propaganti l'incendio.

Conformemente alla CEI 64-8/5 art. 514.3.1, si utilizzeranno cavi secondo le colorazioni di seguito indicate e precisamente:

• colore blu: per il conduttore di neutro;

• colore giallo-verde: per i conduttori di protezione e per i conduttori equipotenziali;

• altri colori: altre colorazioni saranno utilizzate per i rimanenti conduttori (esclusi quelli sopra citati) in funzione delle esigenze realizzative e tecnico-funzionali dello stesso impianto.

Il cavo è utilizzato per uso generale in ambienti domestici ma anche in uffici e per alimentazione di apparecchi portatili. L'installazione deve essere del tipo fisso o protetto (tubazioni a vista o sotto traccia, incassate e sistemi simili chiusi) e mai a contatto con superfici calde.

Il cavo è non propagante l'incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi.

Il cavo risulta essere costituito da:

1. conduttore a corda flessibile classe 5 di ramerosso ricotto o stagnato;

2. isolante in gomma di qualità EI4 3. guaina in gomma qualità EM3;

4. marcatura ad inchiostro.

Per installazione fissa è necessario che il raggio di curvatura minimo sia 4D per diametri D non maggiori di 8 mm, 5D per diametri non maggiori di 12 mm e 6D perdiametri maggiori di 12 mm. Per curvature in prossimità di parti terminali è necessario utilizzare, rispettivamente, 2D, 3D e 4D per

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13 di 16 diametri fino a 8 mm, fino a 12 mm ed oltre 12 mm. Le caratteristiche tecniche del cavo sono di seguito riportate:

* TENSIONE NOMINALE Uo/U: 300/500 V

* TEMPERATURA MIN. INSTALLAZIONE: - 25 °C;

* TEMPERATURA MAX. ESERCIZIO: 60 °C;

* TEMPERATURA MAX CORTO CIRCUITO: +200 °C;

In generale, per interruttori si intendono tutti i dispositivi di sezionamento comando e di protezione atti a garantire requisiti irrinunciabili nella impiantistica moderna: caratteristiche antinfortunistiche (sezionatori e interruttori di manovra), protezione termica e magnetica (interruttori magnetotermici, differenziali e magnetotermici-differenziali scelti in modo da garantire adeguata selettività), ma anche semplicemente requisiti di efficienza e funzionalità.

In ogni caso, comunque, gli interruttori sono idonei per un uso e per una funzionalità del tipo domestico o similare: la caratteristica di tali interruttori è senza dubbio la modularità, che garantisce una installazione in batteria, ma anche una certa versatilità a l punto tale che gli stessi possono essere impiegati, nei limiti previsti dalla normativa tecnica, anche nell'industria e nel terziario.

I parametri e le variabili fisiche considerate nell’identificazione del tipo di interruttore o dispositivo di protezione sono di seguito elencate: tensione nominale (in Volt), corrente nominale per polo (Num. poli x Ampere), corrente differenziale (in mA) e corrente di cortocircuito (in kA).

Si prescrive, comunque, l’utilizzazione di tubi con sezione minima di 25 mmq (32 mmq per condutture da 10 mmq ). Si prescrive, altresì, l’utilizzo di un tubo rigido o suddiviso per scomparti distintivo per ciascun circuito della distribuzione.

Le connessioni saranno eseguite con appositi morsetti, con o senza vite, devono essere accessibili per manutenzione, ispezione e prove e saranno ubicate entro cassette di derivazione con grado di

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14 di 16 protezione IP41. Le connessioni non sono comunque ammesse entro tubi protettivi; entro i canali sono ammesse ma a condizione che i dispositivi di connessione abbiano isolamento e resistenza meccanica equivalente a quella dei cavi e grado di protezione almeno IP41.

Dovranno essere previste opportune cassette di derivazione (almeno una per ogni due ambienti attigui serviti dal circuito). Utilizzando cassette da 200x150x70, possono predisporsi due comparti separati per circuiti energia e segnalazioni, e possono attestarsi fino a 10 tubi diametro 25.

Per la distribuzione in tubo protettivo isolante si utilizzerà cavo unipolare isolato in PVC non propagante l’incendio (tipo N07V-K norma CEI 20-20, 20-22) con le seguenti caratteristiche:

• tensione di prova in c.a. 2500 V;

• tensione U0/U = 450/750 V;

• isolamento in PVC speciale a doppio strato;

• tensione di esercizio 220 V;

• temperatura ambiente 30 °C;

• temperatura ammissibile 70 °C

• temperatura di corto circuito max 160 °C.

Per posa all’esterno dell’edificio e per cavi interrati si utilizzerà cavo isolato in gomma di qualità G7, con guaina in pvc (cavo cavo FG7R 0.6/1 kV). I cavi direttamente interrati, o posati in tubo protettivo non idoneo a proteggerli meccanicamente (ad esempio tubo metallico e/o condotto o cunicolo in calcestruzzo), devono essere protetti con lastra o tegolo ed interrati alla profondità di almeno 0.5 m. Le tubazioni faranno capo a pozzetti di ispezione ed infilaggio con fondo perdente e dimensioni almeno 40x40x60 cm. Tali pozzetti, specie nelle aree carrabili, dovranno essere dotati di robusti chiusini.

Con il termine "quadro" si indica l’involucro atto ad accogliere i dispositivi di protezione e comando.

I quadri devono presentare specifiche caratteristiche:

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• adeguata resistenza;

• attitudine a non innescare l’incendio;

• dovrà essere dotato di adeguato pannello frontale (in relazione all’ambiente in cui è installato);

• dovrà consentire l'alloggiamento delle apparecchiature in modo tale che sia agevole la loro manovra;

• dovrà essere dotato di targa indelebile e cartelli indicativi di funzione;

• dovrà essere dotato di pannelli protettivi tali da garantire almeno un grado di protezione IP41B.

Il grado di protezione è descritto attraverso un codice composto dall’acronimo IP (International Protection) seguito da due lettere obbligatorie e due opzionali: la prima descrive la protezione contro la penetrazione di corpi solidi estranei, la seconda contro l'acqua, la terza e la quarta contro l'accesso a parti pericolose con il dorso della mano, il dito, un attrezzo e/o filo e, infine, varie informazioni opzionali.

Il calcolo delle singole linee ed il dimensionamento degli interruttori è fatto considerando le potenze impegnate su ogni linea.

Relativamente alla linea dorsale, poi, si tiene conto delle linee presenti nel quadro e, quindi, in funzione di esse si utilizza un dato coefficiente di contemporaneità.

Il calcolo della linea di terra è fatto considerando uno schema a collettori di terra per ogni quadro.

In ogni caso è necessario verificare che, a impianto realizzato, vi sia coordinamento tra la messa a terra e gli interruttori di protezione.

Sarà rispettata, in fase esecutiva, la disposizione tecnica secondo la quale il coordinamento dell'impianto di terra con gli interruttori è garantito se il prodotto tra Ra, somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse, e Ia, corrente che provoca il

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16 di 16 funzionamento automatico del dispositivo di protezione risulta inferiore o uguale a UL, tensione di contatto limite convenzionale.

Per sistemi TT, e condizioni ambientali normali, UL = 50 V mentre in ambienti particolari UL = 25 V.

Inoltre, se il dispositivo di protezione è un interruttore differenziale, Ia è la corrente differenziale nominale (nel caso dell’impianto in progetto e per sistemi TT le protezioni contro i contati indiretti si realizzano con gli interruttori differenziali).

La sicurezza dell’impianto si mantiene nel tempo solo se lo stesso è sottoposto ad una manutenzione periodica garantita. In particolare, occorre verificare i seguenti componenti con le periodicità indicate:

Cagliari, 27/09/2020

Il Progettista Ing. Fabrizio Schirru

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