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UNA PIRAMIDE A TESTA IN GIU : IMHOTEP SE LA RIDE!!!

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Academic year: 2022

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UNA PIRAMIDE A TESTA IN GIU’ : IMHOTEP SE LA RIDE !!!

Vige da pochi anni una normativa che impone alle aziende italiane di affiggere presso la bacheca centrale, quella degli avvisi generici, l’organigramma della ditta.

L’organigramma è una specie d’albero genealogico, una rappresentazione grafica delle gerarchie di una struttura organizzativa costituita da ‘foglie’ o ‘nodi’, solitamente figure geometriche circolari che racchiudono al proprio interno nomi di dipendenti e ruoli corrispondenti, e da linee, dette ‘rami’, di collegamento tra le suddette foglie.

Scorrendo dall’alto al basso il diagramma si passano in rassegna tutte le cariche dei vertici dirigenziali, comprendenti l’amministratore delegato, il direttore generale ed il direttore tecnico, fino a giungere a quelle professionali di specializzazione inferiore, i tecnici per intenderci !

Ad ogni nodo corrisponde, dunque, un preciso ruolo aziendale ed il nome di un impiegato addetto a tale mansione, che non dovrebbe comparire in altro loco nello schema.

E’ un’antica leggenda che vuole già presente nella fervida mente dello straordinario architetto egiziano Imhotep, 2700 a.C., l’idea di una struttura piramidale che fosse adottata non solo quale monumento di sepoltura in onore del grande faraone Zoser ma anche a monito per il popolo egizio delle priorità di casta nella società dell’epoca.

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Immaginiamo di possedere la macchina del tempo e andiamo a sbirciare un po’ presso le sponde del Nilo, nell’assolata terra mediorientale all’era della III dinastia ...

“No !!!

T’ho detto di no !!

Per il mio compleanno voglio un monumento che passi alla storia, che mi renda eterno, indimenticato per tutto il tempo che le clessidre indicheranno ...”,

il grande faraone Zoser non badava a spese;

“Mio caro, non preferisci una torta di locuste ???”,

la regina cercava di contenere le manìe di grandezza del regio consorte;

“A parte il fatto che le locuste e gli scarabei, lo sai, non li posso soffrire, io ho detto un monumento e voglio un monumento, o che per caso è tuo il compleanno ???”,

disse saltellando con impazienza sullo scranno il faraone;

“E sia!

Scriba va’ a chiamare gli architetti più famosi in tutta Menfi e fa’ presto!”,

ordinò la regina alzandosi dal trono e facendo un cenno con lo scettro;

“Possibile che tocchi sempre a me ?”,

borbottò sottovoce lo scriba scuotendo la testa sconsolato, e si allontanò da palazzo ...

Ben presto giunsero alla corte di Zoser i tre più insigni architetti del regno egizio : Katastrophé I, Epidèmie ed il celeberrimo Imhotep ...

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“Or bene, statemi a sentire perché non voglio ripetermi due volte !

Esigo si eriga in mio onore un monumento che lasci traccia della mia dinastia nei secoli a venire .

Un’opera che mostri a tutte le genti la mia grandezza e la mia potenza ... non so se mi sono spiegato...una testimonianza di supremazia del vostro amato Re sui dotti astronomi e abili medici, sui condottieri e religiosi, sugli artigiani e su tutte le persone del popolo di oggi e dei dì che seguiranno .”,

a questo punto il grande faraone si interruppe in attesa di qualche idea a breve scadenza, brevissima scadenza, e lo si poteva chiaramente intuire dal tamburellare incessante delle dita sui braccioli dello scranno e dal frenetico agitare delle gambe;

“Ci sono !!!”,

urlò per primo l’architetto Epidèmie, raggiante come il sole, soddisfatto per aver battuto i suoi colleghi sul tempo;

“Esponi l’idea, adunque, non farmi stare sui tizzoni ardenti, per tutti i coccodrilli del Nilo ! “,

proferì spazientito il faraone;

“Un obelisco ! Un altissimo obelisco che giunga fino a toccare le nubi ...”,

e guardando il soffitto della reggia Epidèmie sentiva già di avere il contratto in tasca;

“Suvvia, un po’ di fantasia !

D’obelischi è stracolma tutta la Mesopotamia !”,

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e così dicendo il faraone portò la mano alla fronte e reclinò il capo in segno di sconforto;

“E che ne dice allora, Sua Maestà, di una torre altissima che di notte sembri raggiungere le stelle e di giorno svetti solitaria nei cieli, osservabile ad occhio nudo anche dagli abitanti che popolano proprio quella fertile terra posta provvidenzialmente tra i fiumi Tigri ed Eufrate??? “,

propose sempre più soddisfatto l’architetto saltellando sul pavimento a mosaico da una piastrella d’argilla all’altra;

“Ho detto no e ri-no !!!!!

Cosa c’è d’originale in una torre ???

Possibile che da quel cervello non escano che banalità ???

Uno schiavo saprebbe far di meglio e non è detto che tu non vada a fargli compagnia ai lavori forzati, sono stato chiaro?!?!!!

Va’ a Babilonia se ci tieni tanto a costruirla, magari là, in mezzo a tutta quella babele, ti daranno retta ... ed ora sta’

zitto che mi hai proprio seccato !!!”,

questa fu la sentenza inappellabile del sovrano.

Passò un po’ di tempo nel silenzio, che gli architetti avrebbero spiegato poi come pausa meditativa, quand’ecco Katastrophé I proruppe gridando:

“Una statua gigantesca di proporzioni smisurate, una scultura che La rappresenti in tutta la sua possanza, o Eccellentissimo!

Immagini, Altezza, il suo faccio... ehm ... il suo volto visibile dall’Ellade tutta, isole comprese !!”;

“E dimmi un po’, genio che non sei altro, questo naso ricurvo...

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lo vedi???… non far finta di guardarti i sandali ... questa propaggine come la chiamerebbero laggiù : vela quadra o vela latina ??

Vorresti si prendessero gioco del tuo faraone, ehhh ?!!??”, sbraitò il grande Zoser saltando giù dal trono inviperito.

Poi si avvicinò al terzo architetto che fino a quel momento non aveva aperto bocca, lo squadrò ben bene, iniziò a girargli intorno mentre quel capo costruttore si faceva piccolo piccolo, quindi di scatto gli rivolse un ultimatum :

“E tu, muratore dei miei calzari, o mi illustri subito un’idea brillante o ti rinchiudo nella stanza degli aspidi!!!”;

“Un monumento fatto a gradoni !”,

disse di filato e immantinente il professionista rannicchiandosi ed incurvando la colonna vertebrale come chi si aspettasse una scudisciata;

“Un monumento fatto a gradoni, eh ??”,

riprese il faraone visibilmente compiaciuto andandosi a sedere nuovamente sul trono,

“Interessante, davvero interessante ... e sentiamo un po’:

perché a gradoni???”;

“Per far corrispondere ad ogni gradone una casta ...”,

ma Imhotep non fece in tempo a terminare la frase che Epidèmie intervenne;

“Ma certo, o grande Re, è ovvio !!

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Un monumento fantastico a tre gradoni affiancati ... un PODIONE dove sul gradino centrale, il più alto, incidiamo a lettere d’oro il Vostro nome, sul secondo gradino, a destra e un po’ più basso, quello dei sacerdoti più illustri e sul terzo gradino ...”,

a un rapido cenno del faraone l’architetto fu sollevato di peso da due guardie forzute, suo malgrado portato fuori dalla reggia e, si seppe poi, abbandonato con paletta e secchiello tra le sabbie dell’assolato deserto, solo soletto a ripensare bene a nuove strutture da edificare per altri sovrani;

“Fuori uno !!**@@!! ??!! ”,

sbraitò il faraone un tantinello alterato dalla precedente ridicola proposta.

Trascorsero altre dieci lunghe clessidre da quella esclamazione durante le quali agli architetti rimasti s’era completamente prosciugata la bocca ed i corpi erano percorsi da febbrili brividi...

“E adesso che avete intenzione di fare ?! … il gioco dell’Ibis?

Parlate o sento che qualcun altro farà una brutta fine !”,

avvertì il faraone innervosito da quell’insolito silenzio ... di tomba;

“Beh … io penso… penso che che … per un Fa..faraone tre gradini non bastino...”,

balbettò con un filo di voce, ma coraggio da vendere, Imhotep incassando la testa tra le spalle;

“Spiegati meglio ... “,

disse interessato il faraone, allungando il collo e protendendosi in avanti;

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“Io immagino …”,

riprese l’impavido architetto,

“…dicevo…immagino per Voi …Sua Maestà illustrissima, Padrone dell’alto e basso Egitto, grande Re dell’intero mondo civile …”;

“Sì, sì, va avanti !

Lascia stare i convenevoli e prosegui !”, sollecitò il grande Zoser;

“Io immagino per Voi, Sua Altezza eccellentiss… ehm

…immagino di realizzare in pietra un monumento a sei gradoni, immenso che vada restringendosi dal basamento, simbolo delle classi più umili e numerose del nostro popolo, fino al vertice, segno inequivocabile della vostra onnipotenza, o Faraone.

Da lassù dominerete le generazioni future e potrete godere della compagnia discreta delle stelle puntando verso il cielo e le sue costellazioni.

I restanti gradoni intermedi rappresenteranno le famiglie nobili ed i valorosi guerrieri, le caste dei sapienti e dei sacerdoti .

L’opera, alta, maestosa, visibile dalle rive del grande Nilo fino alle dune poste agli estremi confini del deserto sterminato sarà eretta nella ‘Valle dei Re’ e il suo nome sarà

‘Piramide’!!!… “,

la tunica di Imhotep era madida di sudore e il volto pallido lasciava trasparire una certa preoccupazione nell’architetto;

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“Beh, devo ammettere che è proprio interessante questa tua proposta, direi che hai del talento ... Piramide dici …”, rifletteva ora ad alta voce il faraone;

“Perché verso l’alto, perché verso l’alto ???”,

contestò tenacemente l’architetto Katastrophé I che ormai scommetteva a giochi fatti,

“Il faraone è più grande di tutti noi e quindi il suo gradone dovrà essere ragionevolmente il più largo !!!

Il vertice va dunque posto verso il basso !”;

“Questa osservazione m’aggrada !!!”,

sostenne il faraone colpendo con un pugno il bracciolo dello scranno;

“Ma mio esimio faraone, come farà a stare in piedi questo immenso monumento a testa in giù ???”,

obiettò giustamente Imhotep sorpreso alquanto dall’analisi strutturale del collega;

“Non so come ce la farà a stare, ma a lui affido l’appalto per la realizzazione del monumento in onore del mio genetliaco.

Così sia scritto, così sia fatto !!!”, sentenziò solennemente il faraone.

Si narra, oggi, che il faraone, spazientito dagli esiti catastrofici ottenuti dall’eletto architetto di corte Katastrophé I, decise di esiliarlo sull'isola di Rodi con la speranza che, non sapendoci fare con la malta, sapesse far meglio col...ossi, ah, ah, ah !!!

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Nel tempo si tramandò solo la piramide di Imhotep eretta a Sakkara e dal vertice, il più piccolo dei sei gradoni, rivolto al cielo.

Oggi sono molte le ditte che mostrano organigrammi rappresentati da piramidi capovolte e questo, se non nell’intero diagramma, quasi sempre in alcuni settori aziendali e dei più importanti.

Più capi che sottoposti !!!

In tali circostanze i malcapitati tecnici riceveranno una moltitudine di compiti da svolgere, tutti di eguale priorità, da realizzarsi non nel tempo somma delle durate dei singoli lavori bensì, applicando la regola del minimo comune multiplo, nel tempo appartenente al lavoro più sbrigativo.

E’ facile, inoltre, che uno stesso nome sia presente in diversi nodi ossia ricopra più mansioni all’interno dell’organigramma:

dirigenti e tecnici dalle dieci teste ???

Queste sono le tipiche industrie destinate a colare a picco come navi alla deriva nel mezzo di una tempesta che infuria !!!

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