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LEUCEMIE CRONICHE LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA LEUCEMIA LINFATICA CRONICA

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Academic year: 2022

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(1)

LEUCEMIE CRONICHE

LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA

LEUCEMIA LINFATICA CRONICA

(2)

LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA

Rappresenta il 20% di tutte le leucemie Eccezionale nei primi anni di vita,

rara nell’adolescenza, Età mediana: 52 aa M:F=1.4:1

Non variazioni per razza ed area geografica

(3)

LMC

Etiologia: radiazioni ionizzanti (anche per ragioni professionali o terapeutiche)

Biologia molecolare: presenza di un

cromosoma 22 particolarmente piccolo per traslocazione fra il 9 ed il 22 (cromosoma Ph o Philadelphia) con formazione di un gene ibrido bcr-abl

Varianti cromosomiche e molecolari: nel

5% dei casi non cromosoma Ph, ma varianti del 22 e non del 9 oppure 9, 22 più altri

cromosomi

(4)

LMC

Evoluzione del cariotipo: clone leucemico instabile con successive anomalie cromosomiche aggiuntive nel

corso del tempo (ad es. doppio cromosoma Ph, trisomia 8, trisomia 19, trisomia 21 isolate o in combinazione fra di loro

Attivazione correlata a bcr-abl: oncoproteina bcr-abl, mediante la cascata tirosin-chinasica, attiva numerose proteine cellulari ed altre cascate metaboliche quali i sistemi Raf/MEK/MAPK, SAPK/JNK e JAK/STAT per le caratteristiche del clone leucemico

(5)

LMC

 Malattia clonale della cellula

staminale emopoietica con evoluzione bifasica.

 Fase cronica: proliferazione del clone ancora capace di portare a termine il processo di maturazione (circa 4

anni)

 Fase blastica: caratteristiche di una leucemia acuta.

(6)

LMC

Proliferazione di un clone leucemico: ritardo di diversi anni fra acquisizione della

mutazione genica iniziale ,t(9;22), e la diagnosi clinica.

Clone leucemico: 90-100% delle metafasi midollari sono Ph+ al momento della

diagnosi

Resistenza all’apoptosi: studi discordanti, ma sembra che le cellule leucemiche siano resistenti all’apoptosi indotta da CHT e RT

(7)

LMC

Diffusione

 nella fase cronica le cellule tendono ad espandersi nel midollo osseo e negli organi emopoietici (fegato, milza)

 nella fase blastica: i blasti infiltrano potenzialmente tutti gli organi e i

tessuti

(8)

LMC

STORIA NATURALE

Fase cronica: dura in genere 4 anni

Se non si instaura una terapia specifica:

1. la morte avviene per trasformazione in leucemia acuta (fase blastica), spesso preceduta da una fase accelerata.

2. nelle fasi accelerata e blastica ulteriori alterazioni del cariotipo

(9)

LMC

DIAGNOSI

Le manifestazioni cliniche della malattia sono in relazione alla fase in cui viene

diagnosticata la malattia, con il grado e il tipo di espansione midollare e/o

extramidollare

 In una fase precoce, asintomatica, solo modesta leucocitosi (10x109/L)

(10)

LMC

SEGNI E SINTOMI

30-40% asintomatico e sospetto con esami di routine

I restanti casi con sintomi sistemici (astenia, perdita di peso, anoressia), per espansione della massa

neoplastica (per splenomegalia dolore gravativo, dispepsia, irregolarità dell’alvo; per interessamento del midollo dolori ossei); per aumentato metabolismo (febbricola, artriti uratiche, litiasi renale da

iperuricemia); per aumento della viscosità ematica (disturbi visivi, ronzii, vertigini, priapismo doloroso)

(11)

LMC

EMOCROMO

G.B.: da 9 -10 per 109/L a 500 – 10009/L

Formula leucocitaria: fondamentale predominanza di elementi maturi e forme “band” (granulociti

iposegmentati) cui seguono in percentuale mielociti, metamiolociti, promielociti, mieloblasti (<5%).

Percentuale di forme immature proporzionale alla leucocitosi

Possibile aumento di basofili, eosinofili, monociti

(12)

LMC

 Anemia: solitamente di grado

modesto, normocromica-normocitica, nella fase cronica

 Piastrine: in genere normali, se

piastrinopenia segno premonitore di evoluzione acuta

(13)

LMC

 Midollo osseo: mielopoiesi

ipercellulare (granulopoiesi),

iperplasia linea eosinofila e basofila, relativamente ridotta la linea

eritroblastica.

 Biopsia: cellularità midollare e grado di fibrosi

 Fosfatasi alcalina leucocitaria: score citochimico basso o uguale a 0.

(14)

LMC

 Cariotipo: studio citogenetico per ricerca cromosoma Ph

 Genetica molecolare: per ricerca del gene ibrido bcr-abl nei casi Ph- o

mascherati (con tecnica Southern blotting, FISH, RT-PCR)

 Indagini di laboratorio: iperuricemia, aumento di LDH e Vit. B12

(15)

LMC

Ecografia addome superiore: per valutazione epato-splenomegalia

Diagnosi differenziale: con infezioni, ustioni tessutali estese, necrosi ischemica, malattie del collageno, diabete, anemia, emolisi,

reazioni leucemoidi in corso di neoplasie, policitemia vera, trombocitemia essenziale, mielofibrosi idiopatica

LMC Ph- e bcr-abl-: solo fosfatasi alcalina leucocitaria

(16)

LMC

PREVENZIONE

 Primaria: ridotta esposizione alle radiazioni ionizzanti sui luoghi di lavoro

 Secondaria: visita medica ed esame emocromocitometrico annuali

(17)

LMC

Stadiazione

 Fase cronica: blasti <5% nel sangue periferico o midollare

 Fase accelerata: blasti >5% e <20%

 Fase blastica: blasti >20%

 Ogni interessamento

extraematologico esclude la fase cronica

(18)

LMC

PROGNOSI

 L’imatinib ha modificato la prognosi con risultati con notevoli risultati per risposta ematologica, citogenetica e molecolare.

 Prima sopravvivenza circa 54 mesi

 Nel primo e secondo anno mortalità

<10%

 Dal terzo anno in poi 15-20%

(19)

LMC

CLASSIFICAZIONI

Categorie prognostiche: basso, medio, alto rischio

Classificazione più seguita: Sokal e coll.

Con fattori prognostici sfavorevoli (n. di

blasti circolanti, splenomegalia, piastrinosi, età> 45aa)

Un difficile controllo clinico iniziale correla con un breve sopravvivenza

Sopravvivenza: 60 mesi a basso rischio, 46 per rischio intermedio, 32 per rischio alto

(20)

LEUCEMIA LINFATICA CRONICA (LLC)

 La forma più comune di leucemia

 3.7 nuovi casi/100.000 abitanti

 Malattia dell’adulto e dell’anziano

 M:F = 1.9:1

 Non correlazione accertata con i fattori leucemogeni

 Cause genetiche, poiché i familiari di 1° grado di malati hanno un rischio triplicato

(21)

BIOLOGIA MOLECOLARE (LLC)

 Anomalie citogenetiche: alterazioni più comuni sono la trisomia del

cromosoma 12, la delezione del 13, dell’11q, del 17p.

 Alterazioni molecolari: frequenti mutazioni del gene

oncosoppressore p53

(22)

PATOLOGIA E STORIA NATURALE (LLC)

Neoplasia dovuta all’espansione di un clone di piccoli linfociti nel midollo osseo, nei

linfonodi, nel fegato, nella milza ed in altre sedi dell’organismo

Le cellule esprimono antigeni pan-B e antigeni di attivazione responsabili di fenomeni autoimmunitari come

trombocitopenia autoimmune, anemia

emolitica autoimmune e altre condizioni di tipo immunitario frequenti nella LLC

(23)

PATOLOGIA E STORIA NATURALE (2)

Caratteristiche proliferative: linfociti leucemici scarsamente proliferanti e funzionalmente incompetenti ma con

prolungata sopravvivenza per inibizione dell’apoptosi

Diffusione: midollo osseo, organi

emopoietici, linfonodi e altri organi e tessuti nelle fasi avanzate di malattia

Evoluzione lentissima nel tempo

Decesso: in genere per complicanze infettive

(24)

DIAGNOSI

25% dei casi occasionalmente

Nella maggior parte dei casi con astenia, anoressia, pallore, perdita di peso

Ritardata di anni fino alla comparsa di linfoadenopatie delle stazioni superficiali

10% dei casi esordio acuto con febbre di natura infettiva, anemia anche grave e sindrome emorragica cutaneo-mucosa

(25)

CLINICA

50-80% dei casi: linfoadenomegalia pluriregionali caratteristicamente simmetriche

Splenomegalia: 25-50% dei casi (in alcuni casi può essere notevole e rappresentare l’unico segno

rilevante)

Epatomegalia: 20-25% dei casi

Emorragie: porpora, ecchimosi, ematomi, per piastrinopenia

Anemia emolitica: possibile

Sindrome di Mikulicz quando invase le ghiandole lacrimali e sottomandibolari

(26)

ESAME EMOCROMOCITOMETRICO

Numero dei leucociti: fra 10 e 100x109/L (60% dei casi) e > 100x109 (25% dei casi)

Linfocitosi periferica assoluta: linfociti >

5x109/L (dal 60 al 95% dei casi)

Nelle forme con ipersplenismo si può riscontrare leucocitosi <10x109/L

Anemia: generalmente non marcata nel 30% dei casi

Piastrinopenia: in genere non marcata

(27)

MIDOLLO OSSEO

 Aumentata cellularità

 Infiltrazione fra il 30 e il 90% di linfociti maturi

 In corso di complicanze emolitiche iperplasia eritroblastica

 Infiltrazione linfocitaria: nodulare, interstiziale, mista, diffusa.

(28)

IMMUNOFENOTIPO LINFOCITARIO

 Esame fondamentale per la diagnosi

 Espressione di: antigeni pan-B (CD 19,CD 20), immunoglobuline di

superficie a bassa intensità (IgM, Igm+IgD), CD 5, CD 23

(29)

ALTRE INDAGINI

 Iperuricemia per aumentato metabolismo purinico, >LDH,

>Beta2microglobulina

 Ecografia

 TC

(30)

VARIANTI DI LLC

 LLC a linfociti T: nel 2% dei casi con mancanza dei marcatori della linea B ed espressione di CD3,CD4,CD8.

 LPL o leucemia prolinfocitica:

elemento fondamentale è il prolinfocito

 LLC/LPL o LLC mixed cell type

(31)

PREVENZIONE

 Non esistono dati che suggeriscano misure di prevenzione primaria e

secondaria

(32)

STADIAZIONE

 Stadiazione clinica di Rai

 Stadiazione clinica di Binet

(33)

PROGNOSI

 Mediana di sopravvivenza: 6 anni

 Raramente si superano i 10 anni

 Stadiazione RAI: >14 aa dalla

diagnosi a basso rischio, 7 aa per il rischio intermedio, 4 aa per il rischio elevato

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