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Valutazione rischio biologico Coronavirus Titolo X D.Lgs. 81/2008 Art. 17 e 28 D.Lgs. 81/2008

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Protocollo e data vedere segnatura

Valutazione rischio biologico Coronavirus

Titolo X D.Lgs. 81/2008 Art. 17 e 28 D.Lgs. 81/2008

Allegato al DVR

Il Dirigente Scolastico

Prof.ssa Margherita Fazio

Il Responsabile del SPP

Arch. Anna Cattaneo

Il Medico Competente

Dott. Giovanni Beninato

Visto, il Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza

-per attestazione dell'esercizio delle loro attribuzioni, ex art. 50 D. Lgs. 81/08-

RLS

Ins. Cinzia Mulè

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA LOMBARDIA

I.C.S “Rita Levi Montalcini”

via Carducci, 7 – 20068 Peschiera Borromeo tel. 02 5470166 – 02 5470691 - fax 02 55301684

C.F. 97357220157 – C.M. MIIC899009 PEC:miic899009@pec.istruzione.it

e-mail miic899009@istruzione.it e-mail segreteria@icsmontalcini.it sito web: www.icsmontalcini.edu.it

Vedi Protocollo Digitale Peschiera Borromeo, 22/05/2020 Al Personale Docente ed ATA

Alla RSU di Istituto Al RLS Al RSPP Al Medico Competente Agli Atti dell’Istituto OGGETTO: Decreto di costituzione del Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali della Scuola e del RLS.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO Visto il Decreto legge 17 marzo 2020, n. 18;

Visto il Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro - 14 marzo 2020;

Visto il DPCM 11 marzo 2020;

Visto il Decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6;

Visto il DPCM 26.04.2020 regole per la riapertura delle attività produttive;

Visto il Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro - 24 aprile 2020;

DECRETA

la costituzione del Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali della Scuola e del RLS, che include i seguenti componenti:

Dirigente Scolastico: Prof.ssa Margherita Fazio RSPP: Arch. Anna Cattaneo

Medico Competente: Dr. Giovanni Beninato RLS: Docente Cinzia Mulè

DSGA: Rosanna Mazzilli RSU: Prof. Vincenzo Pepe RSU: Docente Domenico Palazzo

RSU: Collaboratore scolastico Domenico Carluccio

IL DIRIGENTE SCOLASTICO Prof.ssa Margherita Fazio

Documento informatico firmato digitalmente da MARGHERITA FAZIO ai sensi del D.Lgs 82/2005 s.m.i. e norme collegate

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0 03/03/2020 Emesso per applicazione Margherita Fazio Anna Cattaneo

1 Giugno 2020 Ex novo

2 5 novembre 2020 Adeguamento stante l’evoluzione delle evidenze

scientifiche e della documentazione ufficiale di

riferimento

Margherita Fazio Anna Cattaneo

Il presente documento, composto di n. 70 pagine e corredato da documenti complementari (Allegati) che sono parte integrante del presente documento, è stato elaborato e redatto dal Datore di Lavoro, con la consulenza ed in collaborazione con il Responsabile del Servizio Prevenzione Protezione e con la consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) [D.Lgs. 81/08 art. 29 commi 1 e 2].

Il documento analizza il Rischio coronavirus nel luogo di lavoro ed integra il Documento di Valutazione del Rischio (Art. 17 e 28 del D.Lgs. 81/2008) a seguito della diffusione del coronavirus (COVID-19) nel territorio nazionale, per la parte luogo di lavoro, nel rispetto delle imposizioni di legge promulgate dalle Istituzioni preposte (Presidente della Repubblica, Consiglio dei Ministri e proprio Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministero della Salute, altri eventuali Ministeri competenti, Regione, Ente Locale / Comune, ASST, ATS ecc.) mediante l’emanazione non solo di testi di legge, ma anche di circolari, chiarimenti, raccomandazioni ed altri atti ufficiali.

Sono allegati al presente documento e ne fanno parte integrante:

N. 1 Documenti ufficiali di riferimento

N. 2 Piano di emergenza COVID-19 - Gestione di una persona sintomatica ai sensi del punto 11 del Protocollo d’Intesa tra il Governo e i Sindacati del 24 aprile che integra il Protocollo del 14 marzo 2020

N.3 Protocollo sicurezza misure covid-19

Il presente documento sarà aggiornato a nuove indicazioni del Governo.

I citati soggetti, come sotto precisati, lo sottoscrivono.

RUOLO NOMINATIVO FIRMA

DdL – Datore di Lavoro/Dirigente Scolastico Margherita Fazio

RSPP – Responsabile del SPP Anna Maria Cattaneo

MC – Medico Competente Giovanni Beninato

RLS– Rappresentante dei Lavoratori per la

Sicurezza (consultazione) Cinzia Mulè

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Pag. 3 di 70 Sommario

I. PREMESSA Pag. 5

II. INTRODUZIONE – normativa Pag. 6

Coronavirus

Classificazione COVID-19

III. PERSISTENZA AMBIENTALE E DISINFETTANTI Pag. 12

Trasmissione ambientale Sopravvivenza nell’ambiente Virus e disinfettanti

Efficacia dei disinfettanti sui coronavirus

IV. PROCEDURA RELATIVA A PULIZIA E IGIENIZZAZIONE DI LUOGHI E ATTREZZATURE Pag. 16 Definizione di pulizia, disinfezione e sanificazione

La scelta delle protezioni in caso di pandemia Detersivi, detergenti e disinfettanti Detersivi, detergenti e disinfettanti

Prodotti sanificanti per uso individuale Attrezzature per la pulizia

Regole per gli addetti alle pulizie Attività primarie

Trattamento dei rifiuti delle attività di pulizia e sanificazione

Pulizia dei locali in caso di uno studente o lavoratore positivo al COVID-19

V. AREAZIONE LOCALI DI LAVORO E IMPIANTI DI VENTILAZIONE/CLIMATIZZAZIONE Misure generali

Pag. 22

Modalità di contagio aerogeno mediato dagli impianti di climatizzazione e ventilazione

Regole

Gestione impianti di ventilazione/climatizzazione

VI. VALUTAZIONE DEL RISCHIO Pag.29

Obiettivi della valutazione dei rischi Metodo di stima della Classe di rischio Valutazione del rischio

Possibili situazioni di assembramento e classificazione dei luoghi

Distanziamento fisico, separazione tra i gruppi, utilizzo della mascherina chirurgica e misure di igiene

VII. APPLICAZIONE DEL PROTOCOLLO Pag. 36

Orario scolastico

Modalità di ingresso/uscita

Disposizioni relative igiene personale e DPI Layout aule

Comportamento in aula

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Pag. 4 di 70 Utilizzo mascherine

Spazi comuni Didattica a distanza

Pulizia ed igienizzazione di luoghi ed attrezzature

Pulizia e igienizzazione in caso di presenza di caso sospetto Misure igieniche

Procedura di rilevazione della temperatura corporea Informazione

Formazione del personale Formazione degli allievi

Azioni preliminari all’avvio dell’anno scolastico

VIII. INDIVIDUAZIONE DESTINATARI (interni, esterni) Pag. 43

Analisi del contesto interno:

 Analisi dell’organizzazione delle attività amministrative, didattiche e gestionali

 Profili di rischio per mansione

IX. SUPPORTO PSICOLOGICO Pag. 48

X. SORVEGLIANZA SANITARIA Pag. 49

Sorveglianza sanitaria

Sorveglianza sanitaria eccezionale Attività del medico competente

XI. LAVORATORI FRAGILI Pag. 54

XII. ALLIEVI FRAGILI Pag. 56

XIII. TUTELA LAVORATRICI MADRI E GESTANTI Pag. 58

XIV. REFERENTE COVID-19 Pag. 59

XV. AGGIORNAMENTO DEL DVR Pag. 61

ALLEGATO: DOCUMENTI DI RIFERIMENTO Pag. 64

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Pag. 5 di 70

I.

PREMESSA

Il datore di lavoro ai sensi dell’Art. 17 e 28 del D.Lgs 81/08 è tenuto alla valutazione di "tutti i rischi".

La specifica valutazione per il rischio da agenti biologici (COVID-19) è prevista dal titolo X.

Una valutazione del rischio specifico per COVID-19 è obbligatoria per tutte le fattispecie in cui il rischio legato all’attività sia diverso da quello della popolazione generale.

Nell’ambiente di lavoro, il lavoratore è tenuto a contatti con alunni/colleghi/esterni, a interazione con soggetti potenzialmente infetti. Tali interazioni nell’ambiente di lavoro modificano potenzialmente il livello di rischio COVID-19 nel luogo di lavoro.

Si applica quindi il titolo X sugli agenti biologici e i disposti generali del titolo I del D.Lgs. 81/08.

Il Datore di Lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/2008 ha già valutato il rischio biologico (DVR capitoli: “Agenti biologici”, “Protocollo di sorveglianza sanitaria”).

È pertanto effettuato l’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi, in correlazione al Piano di ripartenza a.s. 2020/21 del 1 settembre 2020 e al Protocollo di sicurezza COVID-19.

A seguito degli eventuali interventi di modifica strutturale o organizzativo-gestionale che sono disposti nel Protocollo di sicurezza Covid-19 in caso di necessità sarà effettuato l’aggiornamento del DUVRI, per la parte relativa alle misure di competenza della istituzione scolastica.

Si sono inoltre definiti un nuovo “Patto di corresponsabilità educativa e sanitaria” ed una integrazione al Regolamento di Istituto cui si rimanda, per richiamare le responsabilità individuali delle diverse componenti al fine di garantire la più ampia tutela della sicurezza di tutti i soggetti operanti nella scuola.

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II.

INTRODUZIONE

Coronavirus

I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

Il virus che causa l'attuale epidemia di coronavirus è stato chiamato "Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2" (SARS-CoV-2).

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease (malattia) e "19" indica l'anno in cui si è manifestata). I sintomi più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte. La maggior parte delle persone (circa l'80%) guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Circa 1 persona su 6 con COVID-19 si ammala gravemente e sviluppa difficoltà respiratorie. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache.

Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite:

- la saliva, tossendo e starnutendo - contatti diretti personali

- le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi.

La principale via di trasmissione è tramite goccioline respiratorie (droplets) prodotte con colpi di tosse, starnuti o semplicemente parlando

Il nuovo coronavirus si diffonde da uomo a uomo principalmente attraverso il contatto stretto con una persona infetta

Definizione di “contatti stretti”

 Una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19

 Una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19

 Una persona che avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID-

 19 Una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19,

Una persona che si è trovata in un ambiente chiuso con un caso COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;

 Una persona che si è trovata in un ambiente chiuso con un caso COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;

 Un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID- 19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego di DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;

 Una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto.

(7)

Pag. 7 di 70 Il periodo di incubazione varia da 2 a 12 giorni

La diagnosi viene effettuata attraverso il tampone faringeo, con il prelievo di materiale biologico presente nelle prime vie respiratorie.

La pandemia è un’epidemia che ha la tendenza a diffondersi ovunque, cioè ad invadere rapidamente vastissimi territori e continenti.

Le 3 condizioni per avere una pandemia:

 Presenza di un organismo altamente virulento

 Mancanza di immunizzazione specifica nell’uomo

 Possibilità di trasmissione da uomo a uomo

Quello di contrarre COVID-19 è un rischio generalizzato dell’intera popolazione mondiale.

Classificazione

Il Titolo X classifica gli agenti biologici in 4 gruppi:

a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani;

b) agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

c) agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

D.Lgs. 81/08

Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI Capo I

Art. 266. Campo di applicazione

1. Le norme del presente titolo si applicano a tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologici.

2. Restano ferme le disposizioni particolari di recepimento delle norme comunitarie sull'impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati e sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati.

Art. 267. Definizioni

1. Ai sensi del presente titolo s'intende per:

a) agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni;

b) microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire

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Pag. 8 di 70 materialegenetico;

c) coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari.

Art. 268. Classificazione degli agenti biologici

1. Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione:

a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani;

b) agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

c) agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

2. Nel caso in cui l'agente biologico oggetto di classificazione non può essere attribuito in modo inequivocabile ad uno fra i due gruppi sopraindicati, esso va classificato nel gruppo di rischio più elevato tra le due possibilità.

3. L'allegato XLVI riporta l'elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4.

………

Capo II Obblighi del datore di lavoro

Articolo 271 - Valutazione del rischio

1. Il datore di lavoro, nella valutazione del rischio di cui all’articolo 17, comma 1, tiene conto di tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell’agente biologico e delle modalità lavorative, ed in particolare:

a) della classificazione degli agenti biologici che presentano o possono presentare un pericolo per la salute umana quale risultante dall’ALLEGATO XLVI o, in assenza, di quella effettuata dal datore di lavoro stesso sulla base delle conoscenze disponibili e seguendo i criteri di cui all’articolo 268, commi 1 e 2;

b) dell’informazione sulle malattie che possono essere contratte;

c) dei potenziali effetti allergici e tossici;

d) della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, che è da porre in correlazione diretta all’attività lavorativa svolta;

e) delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall’autorità sanitaria competente che possono influire sul rischio;

f) del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati.

2. Il datore di lavoro applica i principi di buona prassi microbiologica, ed adotta, in relazione ai rischi accertati, le misure protettive e preventive di cui al presente Titolo, adattandole alle particolarità delle situazioni lavorative.

3. Il datore di lavoro effettua nuovamente la valutazione di cui al comma 1 in occasione di modifiche dell’attività lavorativa significative ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e, in ogni caso, trascorsi tre anni dall’ultima valutazione effettuata.

4. Nelle attività, quali quelle riportate a titolo esemplificativo nell'allegato XLIV, che, pur non comportando la deliberata intenzione di operare con agenti biologici, possono implicare il rischio di esposizioni dei lavoratori agli stessi, il datore di lavoro può prescindere dall'applicazione delle disposizioni di cui agli articoli

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273, 274, commi 1 e 2, 275, comma 3, e 279, qualora i risultati della valutazione dimostrano che l'attuazione di tali misure non è necessaria.

5. Il documento di cui all'articolo 17 è integrato dai seguenti dati:

a) le fasi del procedimento lavorativo che comportano il rischio di esposizione ad agenti biologici;

b) il numero dei lavoratori addetti alle fasi di cui alla lettera a);

c) le generalità del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

d) i metodi e le procedure lavorative adottate, nonché le misure preventive e protettive applicate;

e) il programma di emergenza per la protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione ad un agente biologico del gruppo 3 o del gruppo 4, nel caso di un difetto nel contenimento fisico.

6. Il rappresentante per la sicurezza è consultato prima dell'effettuazione della valutazione di cui al comma 1 ed ha accesso anche ai dati di cui al comma 5.

Art. 272. Misure tecniche, organizzative, procedurali

1. In tutte le attività per le quali la valutazione di cui all'articolo 271 evidenzia rischi per la salute dei lavoratori il datore di lavoro attua misure tecniche, organizzative e procedurali, per evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti biologici.

2. In particolare, il datore di lavoro:

a) evita l'utilizzazione di agenti biologici nocivi, se il tipo di attività lavorativa lo consente;

b) limita al minimo i lavoratori esposti, o potenzialmente esposti, al rischio di agenti biologici;

c) progetta adeguatamente i processi lavorativi, anche attraverso l'uso di dispositivi di sicurezza atti a proteggere dall'esposizione accidentale ad agenti biologici;

d) adotta misure collettive di protezione ovvero misure di protezione individuali qualora non sia possibile evitare altrimenti l'esposizione;

e) adotta misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazione accidentale di un agente biologico fuori dal luogo di lavoro;

f) usa il segnale di rischio biologico, rappresentato nell'allegato XLV, e altri segnali di avvertimento appropriati;

g) elabora idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare campioni di origine umana ed animale;

h) definisce procedure di emergenza per affrontare incidenti;

i) verifica la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro al di fuori del contenimento fisico primario, se necessario o tecnicamente realizzabile;

l) predispone i mezzi necessari per la raccolta, l'immagazzinamento e lo smaltimento dei rifiuti in condizioni di sicurezza, mediante l'impiego di contenitori adeguati ed identificabili eventualmente dopo idoneo trattamento dei rifiuti stessi;

m) concorda procedure per la manipolazione ed il trasporto in condizioni di sicurezza di agenti biologici all'interno e all'esterno del luogo di lavoro.

Art. 273. Misure igieniche

1. In tutte le attività nelle quali la valutazione di cui all'articolo 271 evidenzia rischi per la salute dei lavoratori, il datore di lavoro assicura che:

a) i lavoratori dispongano dei servizi sanitari adeguati provvisti di docce con acqua calda e fredda, nonché, se del caso, di lavaggi oculari e antisettici per la pelle;

b) i lavoratori abbiano in dotazione indumenti protettivi od altri indumenti idonei, da riporre in posti separati dagli abiti civili;

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c) i dispositivi di protezione individuale ove non siano mono uso, siano controllati, disinfettati e puliti dopo ogni utilizzazione, provvedendo altresì a far riparare o sostituire quelli difettosi prima dell'utilizzazione successiva;

d) gli indumenti di lavoro e protettivi che possono essere contaminati da agenti biologici vengano tolti quando il lavoratore lascia la zona di lavoro, conservati separatamente dagli altri indumenti, disinfettati, puliti e, se necessario, distrutti.

2. Nelle aree di lavoro in cui c'è rischio di esposizione è vietato assumere cibi e bevande, fumare, conservare cibi destinati al consumo umano, usare pipette a bocca e applicare cosmetici.

Capo III Sorveglianza sanitaria Art. 279. Prevenzione e controllo

1. Qualora l'esito della valutazione del rischio ne rilevi la necessità i lavoratori esposti ad agenti biologici sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui all'articolo 41.

2. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali:

a) la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all'agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente;

b) l'allontanamento temporaneo del lavoratore secondo le procedure dell'articolo 42.

3. Ove gli accertamenti sanitari abbiano evidenziato, nei lavoratori esposti in modo analogo ad uno stesso agente, l'esistenza di anomalia imputabile a tale esposizione, il medico competente ne informa il datore di lavoro.

4. A seguito dell'informazione di cui al comma 3 il datore di lavoro effettua una nuova valutazione del rischio in conformità all'articolo 271.

5. Il medico competente fornisce ai lavoratori adeguate informazioni sul controllo sanitario cui sono sottoposti e sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell'attività che comporta rischio di esposizione a particolari agenti biologici individuati nell'allegato XLVI nonché sui vantaggi ed inconvenienti della vaccinazione e della non vaccinazione.

Direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020

Con la Direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 la "Sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2)" è inserita nell’allegato III della direttiva 2000/54/CE (direttiva agenti biologici, nella tabella relativa ai VIRUS (Ordine «Nidovirales», Famiglia «Coronaviridae», Genere «Betacoronavirus») è inserita la seguente voce tra «Sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus (virus SARS)» e «Sindrome respiratoria medio-orientale da coronavirus (virus MERS)»:

Il rigoroso rispetto e l’applicazione delle disposizioni nazionali che recepiscono le norme dell’Unione in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono, più che mai, di massima importanza. La direttiva 2000/54/CE stabilisce norme per la protezione dei lavoratori contro i rischi che derivano o possono derivare per la loro sicurezza e salute dall’esposizione agli agenti biologici durante il lavoro, ivi comprese norme per la prevenzione di tali rischi. Essa si applica alle attività in cui i lavoratori sono o possono essere esposti ad agenti biologici a causa della loro attività lavorativa e stabilisce, per qualsiasi attività che possa comportare un rischio di esposizione ad agenti biologici, le misure da adottare al fine di determinare la natura, il grado e la durata dell’esposizione dei lavoratori a tali agenti.

L’allegato III della direttiva 2000/54/CE stabilisce l’elenco degli agenti biologici di cui è noto che possono causare malattie infettive nell’uomo, classificati secondo il livello del rischio di infezione. Conformemente alla nota introduttiva 6 di tale allegato, l’elenco dovrebbe essere modificato per tenere conto delle

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conoscenze più recenti riguardo agli sviluppi scientifici ed epidemiologici che hanno determinato notevoli cambiamenti, compresa l’esistenza di nuovi agenti biologici.

Il SARS-CoV-2 può causare gravi malattie umane nella popolazione infetta, presentando un serio rischio in particolare per i lavoratori anziani e quelli con una patologia soggiacente o una malattia cronica.

Attualmente non sono disponibili vaccini o cure efficaci, ma si stanno compiendo sforzi significativi a livello internazionale e finora è stato individuato un numero considerevole di vaccini candidati.

Tenuto conto delle prove scientifiche più recenti e dei dati clinici disponibili nonché dei pareri forniti da esperti che rappresentano tutti gli Stati membri, il SARS-CoV‐2 dovrebbe quindi essere classificato come patogeno per l’uomo del gruppo di rischio 3. Vari Stati membri e Stati dell’EFTA nonché altri paesi terzi hanno iniziato ad adottare misure riguardanti la classificazione del SARS-CoV‐2 nel gruppo di rischio 3.

Alla luce della gravità della pandemia di Covid‐19 a livello mondiale e in considerazione del fatto che ogni lavoratore ha diritto a un ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato, come previsto dal principio 10 del pilastro europeo dei diritti sociali, la presente direttiva dovrebbe prevedere un periodo di recepimento breve.

Sulla base di un’ampia consultazione è stato ritenuto appropriato un periodo di recepimento di cinque mesi. Viste le circostanze eccezionali, gli Stati membri sono invitati ad attuare la presente direttiva prima del termine di recepimento, ove possibile.

Direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020

Nell’allegato III della direttiva 2000/54/CE, nella tabella relativa ai VIRUS (Ordine «Nidovirales», Famiglia

«Coronaviridae», Genere «Betacoronavirus») è inserita la seguente voce tra «Sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus (virus SARS)» e «Sindrome respiratoria medio-orientale da coronavirus (virus MERS)»:

Agente Gruppo di rischio

Sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) 3

Valutazione Rischio agente biologico SARS-CoV-2

Direttiva (UE) 2020/739 attuata dall’art. 4 del Decreto - Legge 7 Ottobre 2020 n. 125 (in IT nel D.Lgs.

81/2008 allegato XLVI del Titolo X), conseguenza diretta, anche in relazione ai considerando della Direttiva, è l'obbligo per tutte le attività sanitarie e non, della Valutazione Rischio agente biologico SARS-CoV-2.

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Pag. 12 di 70 III. PERSISTENZA AMBIENTALE E DISINFETTANTI Trasmissione ambientale

La contaminazione ambientale deve essere considerata una possibile fonte di infezione da SARS-CoV2.

Pertanto, gli studi si sono concentrati, attraverso campionamenti di superfici ed aria, all’analisi della permanenza del virus nell’ambiente. In particolare, è emerso che:

- La contaminazione di stanze e servizi igienici occupati da pazienti affetti da COVID-19 risulta essere ubiquitaria. Inoltre, è stata riscontrata la presenza di contaminazione su oggetti personali come telefoni cellulari, telecomandi ed attrezzature mediche a contatto quasi costante con il paziente.

Tutti i campionamenti eseguiti dopo la pulizia degli ambienti sono risultati negativi, mostrando che le misure di decontaminazione adottate sono sufficienti.

- È stata rilevata una contaminazione nei campioni di aria: il virus espirato da individui infetti può essere disperso da flussi d’aria nell’ambiente anche in assenza di procedure che generano aerosol.

La modellizzazione dei flussi d’aria indica le modalità di contaminazione del pavimento e delle superfici per deposizione delle particelle anche a distanza del letto del paziente.

- La mancanza di una correlazione tra il grado di contaminazione ambientale e la temperatura corporea indica che gli individui infetti possono rilasciare RNA virale nell’ambiente anche senza sintomi chiaramente identificabili.

- Un recente studio ha rilevato l’RNA virale in campioni di aerosol in diverse aree in due ospedali di Wuhan durante l’epidemia di COVID-19. Le concentrazioni di RNA di SARS-CoV-2 nell’aerosol nei reparti di isolamento e nelle stanze dei pazienti intubati risultavano molto basse mentre erano elevate nei bagni dei pazienti. La ventilazione delle stanze, la sanificazione delle attrezzature, l'appropriato utilizzo e la disinfezione dei bagni possono ridurre efficacemente la concentrazione dell'RNA di SARS-CoV-2 in aerosol.

Si conclude quindi che sia la trasmissione attraverso le secrezioni respiratorie che la trasmissione ambientale giocano un ruolo importante nell’epidemiologia del (SARS-CoV-2) così come era stato dimostrato precedentemente per gli altri due virus zoonotici, SARS-CoV-1 e MERS-CoV.

Sopravvivenza nell’ambiente

Non vi sono al momento motivi che facciano supporre che la sopravvivenza del virus SARS-CoV-2 nell’ambiente possa essere diversa da quella di altri coronavirus umani come SARS-CoV e MERS-CoV.

In generale, i coronavirus umani possono rimanere vitali e mantenere la capacità infettante su superfici inanimate a temperatura ambiente per un periodo variabile da 2 ore a 9 giorni, a seconda del contesto analizzato (Tabella 1).

Tempo di sopravvivenza virus SARS-CoV-2

Assimilabile coronavirus umani

SARS-CoV e MERS-CoV

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MERS-CoV, il coronavirus correlato alla sindrome respiratoria del Medio Oriente, può ad esempio resistere più di 48 ore a una temperatura ambiente media (20°C) su diverse superfici. Nei fluidi biologici umani (feci, sputo, siero) la sopravvivenza dei coronavirus può prolungarsi fino a 96 ore (risultano meno stabili nelle urine), sulle superfici non porose da 60 a 72 ore, e sulle superfici porose fino a 72 ore.

Tuttavia, non è possibile definire con precisione il tempo di sopravvivenza in quanto condizionato da diversi parametri come il tipo di vettore, l’umidità residua, la temperatura, la presenza di materiale organico, la concentrazione virale iniziale, la natura della superficie sulla quale il virus si deposita.

Tabella 1. Persistenza di coronavirus su differenti tipologie di superfici inanimate Tipo di

superficie

Virus Ceppo/Isolato Inoculo/ titolo virale

Temperatura) Persistenza

Acciaio

MERS-CoV Isolato HCoV- EMC/2012

105 20°C 48 ore

30°C 8-24 ore

TGEV

Sconosciuto

106

4°C ≥ 28 giorni

20°C 3-28 giorni

40°C 4-96 ore

MHV

Sconosciuto

106

4°C ≥ 28 giorni

20°C 4-28 giorni

40°C 4-96 ore

HCoV Ceppo 229E 103 21°C 5 giorni

Alluminio HCoV Ceppi 229E e OC43

5x103 21°C 2-8 ore

Metallo SARS-CoV Ceppo P9 105 Temperatura

ambiente

5 giorni

Legno SARS-CoV Ceppo P9 105 Temperatura

ambiente

4 giorni

Carta

SARS-CoV Ceppo P9 105 Temperatura

ambiente

4-5 giorni

SARS-CoV

Ceppo GVU6109

106 Temperatura

ambiente

24 ore

105 3 ore

104 < 5 minuti

Vetro

SARS-CoV Ceppo P9 105 Temperatura

ambiente

4 giorni

HCoV Ceppo 229E 103 21°C 5 giorni

Plastica

SARS-CoV Ceppo HKU39849

105 22°-25°C ≤ 5 giorni

MERS-CoV Isolato HCoV- EMC/2012

105 20°C 48 ore

30°C 8-24 ore

SARS-CoV Ceppo P9 105 Temperatura

ambiente

4 giorni

SARS-CoV Ceppo FFM1 107 Temperatura

ambiente

6-9 giorni

HCoV Ceppo 229E 107 Temperatura

ambiente

2-6 giorni

PVC HCoV Ceppo 229E 103 21°C 5 giorni

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Pag. 14 di 70 Gomma

siliconica

HCoV Ceppo 229E 103 21°C 5 giorni

Guanto chirurgico (lattice)

HCoV

Ceppi 229E e OC43

5x103

21°C

≤ 8 ore Camice

monouso

SARS-CoV

Ceppo GVU6109

106 Temperatura

ambiente

2 giorni

105 24 ore

104 1 ora

Ceramica HCoV Ceppo 229E 103 21°C 5 giorni

Teflon® HCoV Ceppo 229E 103 21°C 5 giorni

PVC: PolivinilCloruroVinile;

Teflon® Politetrafluoroetilene

MERS Sindrome Respiratoria Medio-Orientale;

HCoV coronavirus umano;

TGEV virus della gastroenterite trasmissibile;

MHV virus dell’epatite murina;

SARS Sindrome Respiratoria Severa Acuta.

Anche la temperatura influisce sulla sopravvivenza dei coronavirus: 30-40°C riducono il tempo di persistenza di virus patogeni come MERS-CoV, TGEV (virus della gastroenterite suina) e MHV (virus dell’epatite murina) mentre le temperature basse (4°C) lo prolungano oltre i 28 giorni. Inoltre, SARS- CoV-2 risulta estremamente stabile a temperatura ambiente in un’ampia gamma di valori di pH (pH 3-10).

Le evidenze più recenti dimostrano che la stabilità ambientale di SARS-CoV-2 è molto simile a quella di SARS-CoV-1: entrambi i virus hanno un’emivita media in aerosol di 2,7 ore.

Sulle superfici SARS- CoV-2 si è dimostrato resistente fino a 4 ore sul rame, fino a 24 ore sul cartone e fino a 2-3 giorni su plastica (emivita media stimata 16 ore) ed acciaio inossidabile (emivita media stimata 13 ore).

Inoltre, il virus è altamente stabile a 4°C (è stata dimostrata solamente una riduzione del titolo infettivo di circa 0,7 log-unità il 14° giorno), ma sensibile al calore: con l’aumento della temperatura di incubazione a 70°C, il tempo di inattivazione del virus è stato ridotto a 5 minuti.

Sorprendentemente, un livello rilevabile di virus infettivo potrebbe essere ancora presente sullo strato esterno di una maschera chirurgica dopo sette giorni.

Virus e disinfettanti

I virus possono essere classificati in tre sottogruppi in base alla loro resistenza verso i disinfettanti chimici:

piccoli (<50 nm) senza envelope altamente resistenti;

grandi (>50 nm) senza envelope mediamente sensibili;

grandi (>50 nm) con envelope altamente sensibili.

A quest’ultimo gruppo appartengono i coronavirus di cui fa parte SARS-CoV-2. I virus con envelope sono i più sensibili all’inattivazione da parte dei disinfettanti, perché possiedono un pericapside lipidico che è facilmente danneggiato dalla maggior parte dei disinfettanti, i quali compromettono l’integrità del virus e ne neutralizzano la capacità infettiva.

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I criteri di efficacia si basano sulla facilità con cui i tre tipi di virus vengono inattivati dai disinfettanti.

La norma EN 14476 regolamenta le prove che un disinfettante deve sostenere per valutarne l’attività virucida e stabilisce di testare il prodotto su due virus di prova, uno dei quali è il poliovirus, virus nudo particolarmente resistente.

Efficacia dei disinfettanti sui coronavirus

Sebbene le evidenze scientifiche abbiano dimostrato che i coronavirus, tra cui gli agenti eziologici di SARS e di MERS, possono persistere sulle superfici inanimate come metalli, vetro o plastica per più di 9 giorni (Tabella 2), gli stessi virus possono essere inattivati efficacemente tramite procedure di disinfezione delle superfici per mezzo di:

- alcol etilico al 62-71% V/V - perossido di idrogeno allo 0,5%

- ipoclorito di sodio allo 0,1% cloro attivo per almeno 1 minuto

Altri agenti biocidi, come benzalconio cloruro allo 0,05%-0,2% o la clorexidina digluconato al 0,02% hanno una minore efficacia.

Nel complesso, SARS-CoV-2 può essere altamente stabile in un ambiente favorevole, ma è anche suscettibile ai metodi di disinfezione standard, e sono applicabili tutti i prodotti di dimostrata efficacia secondo la norma ISO EN 14476. Per contro non si rilevano ad oggi evidenze in letteratura che dimostrino l’efficacia della sanificazione mediante ozono su superfici contaminate da SARS-CoV-2.

Disinfettanti efficaci

- alcol etilico al 62-71% V/V - perossido di idrogeno allo 0,5%

- ipoclorito di sodio allo 0,1% cloro attivo per almeno 1 minuto

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IV. PROCEDURA RELATIVA A PULIZIA E IGIENIZZAZIONE DI LUOGHI E ATTREZZATURE

In ogni ambiente dove sono presenti molte persone, come la scuola, è sempre necessario porre particolare attenzione a tutte le attività di pulizia e disinfezione al fine di ridurre il rischio di infezioni, contagi, allergie.

Una corretta ed efficace pulizia e disinfezione rappresenta un’importante misura di contenimento e contrasto della diffusione del virus COVID-19 .

Sulle indicazioni del documento INAIL 2020, la presente procedura è definita al fine di poter organizzare e gestire la salubrità dei locali scolastici attraverso una adeguata e consapevole organizzazione della pulizia, disinfezione e sanificazione in tempi di normale gestione e di pandemia.

Di seguito è illustrata la procedura di pulizia e di sanificazione da seguire per ogni ambiente scolastico. In essa si descrivono quali attività di pulizia, disinfezione e sanificazione andranno svolte e con quale frequenza, i materiali necessari, i prodotti da utilizzare, le precauzioni da seguire, i DPI da indossare.

Definizione di pulizia, disinfezione e sanificazione Sono attività di:

 PULIZIA quelle che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rimuovere polveri, materiale non desiderato o sporcizia da superfici, oggetti, ambienti confinati e aree di pertinenza.

 DISINFEZIONE quelle che riguardano il complesso dei procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti confinati e aree di pertinenza mediante la distruzione o inattivazione di microrganismi patogeni.

 SANIFICAZIONE quelle che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l'attività di pulizia e/o di disinfezione e/o di disinfestazione ovvero mediante il controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l'umidità e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l'illuminazione e il rumore.

 SANIFICAZIONE PER PRESENZA DI PERSONA CON SINTOMI: da effettuarsi in maniera puntuale ed a necessità in caso di presenza in ambiente di lavoro di persona con sintomi o confermata positività al virus. Dopo la pulizia con detergente neutro, si dovrà procedere con la decontaminazione da effettuare con disinfettanti a base di ipoclorito di sodio 0,1% o con etanolo al 70% per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio.

La pulizia delle superfici e degli ambienti è l’azione preliminare da effettuare e indispensabile per una eventuale successiva disinfezione.

La disinfezione non risulta efficace se attuata su superfici non precedentemente pulite. Le operazioni di pulizia tipologicamente sono inquadrate come:

 pulizie ordinarie: comprendono attività di pulizia di carattere continuativo e programmato, solitamente con frequenza giornaliera;

 pulizie periodiche: comprendo attività di pulizia più profonda a periodicità più lunga da svolgersi con frequenze prestabilite;

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 pulizie straordinarie: comprendono interventi imprevedibili richiesti per esigenze occasionali o emergenziali; dopo un’adeguata valutazione dei rischi, la programmazione deve essere rivista, anche in base alla destinazione d’uso dell’ambiente stesso e dei flussi di persone.

La scelta delle protezioni in caso di pandemia

In situazioni normali, in caso di attività di pulizie, sanificazione e disinfezione in ambiente scolastico, le protezioni per i lavoratori sono relative quasi esclusivamente all’uso di prodotti per la pulizia, alla protezione da eventuali contatti o schizzi di secrezioni organiche.

Nel caso in cui si verifica la diffusione di un virus per via aerea, per contatto con occhi, bocca e naso, per contatto con liquidi organici (sangue, saliva, vomito, ecc.), oltre ai normali DPI, le protezioni devono essere mirate anche alla protezione di tutte le vie di contagio:

Maschere filtranti e maschere facciali ad uso medico;

Occhiali protettivi;

Guanti medicali e di protezione;

Indumenti di protezione

L’igiene delle mani deve essere eseguita ogni volta al termine delle operazioni di pulizia/disinfezione e/o dopo aver rimosso guanti o maschera.

Detersivi, detergenti e disinfettanti

1) Eseguire la pulizia degli ambienti con i normali detergenti utilizzati (si raccomanda di utilizzare solo prodotti per uso professionale)

2) Eseguire la disinfezione delle superfici che si sporcano con secrezioni respiratorie o altri fluidi corporei delle persone, ad esempio toilette, lavandini e docce con una soluzione disinfettante per uso domestico ipoclorito di sodio (cioè equivalente a 1000 ppm) contenente lo 0,1% di cloro attivo.

3) Risciacquare con acqua pulita dopo 10 minuti di contatto con il cloro.

4) Quando l’uso dell’ipoclorito di sodio non è adatto (es. telefono, apparecchiature di controllo a distanza, maniglie delle porte, pulsanti dell’ascensore, ecc.) utilizzare alcol etilico al 70% V/V.

5) Quando possibile, usare solo materiali di pulizia monouso.

6) Se necessario, disinfettare adeguatamente gli attrezzi per la pulizia non porosi con una soluzione di ipoclorito di sodio allo 0,5% di cloro attivo o secondo le istruzioni del produttore prima dell’uso per altri ambienti.

7) Per superfici porose come moquette e tappeti, rimuovere la contaminazione visibile, pulire con detergenti e disinfettanti appropriati secondo le istruzioni del produttore.

Disinfettanti efficaci

 alcol etilico al 62-71% V/V

 perossido di idrogeno allo 0,5%

 ipoclorito di sodio allo 0,1% cloro attivo per almeno 1 minuto

Principi attivi per la disinfezione delle superfici suggeriti da Organismi nazionali e internazionali e derivanti dai PCM attualmente autorizzati.

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Pag. 18 di 70 Prodotti sanificanti per uso individuale

Una stessa postazione di lavoro (un PC in segreteria, una cattedra, una LIM, una postazione dei collaboratori etc.) nell’arco della stessa giornata, potrebbe essere utilizzata da più persone. Mentre tra giornate diverse è garantita la pulizia approfondita delle postazioni a fine turno, nell’arco della stessa giornata potrebbe essere impedita la tempestiva pulizia delle superfici appena utilizzate da altri (tipicamente al cambio ora), per questo motivo la fornitura al personale di salviette sanificanti monouso (oppure carta e disinfettante) permette al singolo l’opportunità di eseguire una piccola sanificazione della propria postazione nei frangenti in cui la quella che dovrebbe essere garantita dal personale ausiliario non dovesse essere svolta in tempi utili.

Attrezzature per la pulizia

Tutto il materiale per la pulizia deve essere regolarmente pulito dopo l'uso, con acqua calda e disinfettante (soluzione acquosa di cloro allo 0,5% per almeno 10 minuti), in quanto spugne e stracci possono essere importante veicolo di contagio di infezioni o patologie.

L'umidità favorisce la crescita microbica: gli stracci, le spugne, le frange, le scope vanno asciugati in ambiente aerato, quando è possibile con l'esposizione diretta al sole.

Occorre avere cura di eseguire separatamente il lavaggio dei materiali usati per la pulizia del bagno dai materiali utilizzati in altri ambienti.

Tutti i prodotti e le attrezzature di pulizia devono essere rigorosamente chiusi a chiave, nell’armadio o nel ripostiglio utilizzato per la conservazione.

Occorre mantenere, nei limiti del possibile, le confezioni originali dei prodotti. Dopo l'uso, occorre richiudere accuratamente le confezioni del detergente e del disinfettante.

Le schede tecniche e le schede dati di sicurezza devono essere facilmente disponibili e consultabili.

Regole per gli addetti alle pulizie

 Le operazioni di pulizia devono essere condotte possibilmente negli orari, nei periodi e nei luoghi in cui non sono presenti persone in modo da non creare interferenze o rischi rispetto alla normale attività scolastica;

 indossare dispositivi di protezione individuale o dispositivi medici specifici per le diverse attività;

 dopo l’uso mascherine e guanti monouso vanno smaltiti come materiale potenzialmente infetto.

 la ventilazione dei locali deve essere effettuata prima, durante e dopo le pulizie;

 osservare la frequenza dei cicli di pulizia stabiliti, in funzione dell’uso dei locali, delle criticità e dei rivestimenti

 riferire al preposto eventuali situazioni identificate, interne o esterne, all’edificio scolastico che possano modificare la concentrazione di particolato aerodisperso o di agente inquinante o patogeno che possano prevedere la necessità di cicli diversificati di pulizia;

 prediligere, ove possibile, l’uso di tecnologie più appropriate senza uso di detergenti chimici;

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 acquisire le informazioni sulla tossicità dei prodotti detergenti, disinfettanti e possedere una documentazione di rischio con idonei simboli riportati in etichetta e sulla scheda dati di sicurezza;

 precauzioni specifiche da adottarsi, caso per caso, quando nella scuola è segnalata la presenza di personale, allievi atopici o allergici, asmatici o con altre patologie;

 attivare procedure particolari in caso di pandemie con patogeni trasmissibili per contatto o via aerea;

 indossare dispositivi di protezione individuale o dispositivi medici specifici per le diverse attività;

 sottoporsi alla formazione e informazione sull’argomento: prodotti, materiali, procedure, precauzioni, tecniche di pulizia, frequenza, controlli.

 Nell’effettuare la pulizia e l’igienizzazione dei locali, verrà prestata particolare attenzione alle superfici toccate più di frequente, utilizzando panni diversi per ciascun tipo di oggetto/superficie, come ad esempio porte, maniglie, finestre, vetri, tavoli, interruttori della luce, servizi igienici, rubinetti, lavandini, tavoli, sedie, tasti, tastiere, telecomandi, stampanti, ecc.;

 Le attività di pulizia dovranno essere effettuate unicamente nelle zone di pertinenza assegnate a ciascun collaboratore scolastico come da prospetto che segue; si ribadisce che l’obbligo di mantenere le misure minime di distanziamento di 2 metri dovranno essere rispettate durante l’espletamento di tutte le attività di pulizia dei locali.

Attività primarie

Nella seguente tabella sono state riprese alcune attività primarie che devono essere svolte all’interno dei locali scolastici con una frequenza maggiore o minore a seconda della frequentazione.

Legenda:

G una volta al giorno;

G2 due volte al giorno;

S una volta a settimana, S3 tre volte a settimana, A una volta all’anno, A2 due volte all’anno.

ATTIVITÀ Frequenza

Sanificazione delle tazze WC/turche e zone adiacenti. Lavaggio pavimenti. G2 Ripristino del materiale di consumo dei servizi igienici (sapone, carta igienica, ecc.) G2 pulizia e sanificazione a fondo dei servizi igienici(pavimenti, sanitari, rubinetterie e

accessori).. Oltre al lavaggio tramite l’uso di appositi prodotti quali detergenti, disinfettanti e disincrostanti, sarà necessario far aerare i locali.

G

Pulizia e sanificazione dei giochi (Scuola dell’infanzia) G

Spazzatura di tutti i pavimenti (comprese scale, pianerottoli e servizi igienici) G Pulizia di interruttori elettrici, maniglie, o comunque tutti i punti che vengono

maggiormente toccati. G

Lavaggio di pavimenti degli spogliatoi della palestra G

Pulizia e disinfezione delle attrezzature delle palestre G

Pulizia e disinfezione degli arredi di uso quotidiano nelle aule banchi, sedie, cattedra,

pulsanti, attaccapanni, eccetera G

Lavaggio delle lavagne G

Spolveratura “a umido” di scrivanie, banchi, cattedre, tavoli G Rimozione dell’immondizia e pulitura dei cestini getta-carte e dei diversi contenitori

porta rifiuti; raccolta dei rifiuti e trasporto verso i punti di raccolta. G Rimozione dei rifiuti dai cestini situati nelle aree esterne all’edificio. G Lavaggio dei pavimenti delle aule, degli uffici e dei corridoi, della palestra. Lavaggio e

sanificazione delle brandine. G

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Pulizia dell’ascensore, relativamente a pavimento, pareti e pulsantiere interne e ai

piani. G

Pulizia di corrimani e ringhiere. G

Pulizia e sanificazione della portineria G

Pulizia di strumenti musicali fissi per aule di musica. G

Pulizia di porte, cancelli e portoni. G

Pulizia di attrezzatura ludica esterna e interna G

Lavaggio a fondo dei pavimenti con disinfettante dopo spazzatura e pulizia G Eliminazione di macchie e impronte da porte, porte a vetri e sportelli. S3

Spolvero dei monitori dei computer nell’aula di informatica. S3

Aspirazione/ battitura stuoie e zerbini. S3

Pulizia dei cortili e delle aree esterne S3

Lavaggio dei cestini gettacarte, al bisogno e comunque almeno.... S3

Lavaggio pareti piastrellate dei servizi igienici S

Spolveratura “a umido” di arredi vari non di uso quotidiano S

Pulizia dei vetri dei corridoi, degli atri e delle porte a vetri. S Pulizia dei computer nel laboratorio informatico, delle fotocopiatrici, delle stampanti

e dei corpi radianti. M

Spolveratura di tutte le superfici orizzontali (comprese eventuali ragnatele a soffitto) M Pulizia dei vetri interni delle finestre di aule, uffici,.... M

Aula magna (mensile o dopo ogni utilizzo) M

Pulizia delle superfici esposte delle apparecchiature di climatizzazione e ventilazione (griglie, bocchette, ecc.) deve essere integrata nella procedura di pulizia e sanificazione dei pavimenti, degli arredi e del resto degli ambienti.

M Rimozione di polvere e ragnatele dalle pareti e dai soffitti. A3

Lavaggio delle tende non plastificate A2

Pulizia dei vetri esterni delle finestre e davanzali delle aule, degli uffici, della palestra A2 Pulizia a fondo delle scaffalature della biblioteca e dell’archivio utilizzando per lo

scopo, se necessario, anche un ido- neo aspirapolvere o panni che siano stati preventivamente trattati con prodotti atti ad attirare e trattenere la polvere.

A/2

Pulizia delle aree verdi A/2

Pulizia delle bacheche A/2

Pulizia di targhe, insegne e suppellettili. A/2

Lavaggio di punti luce e lampade. A

Lavaggio e disinfezione delle pareti lavabili di aule, palestra, uffici... A Pulizia e disinfezione di locali adibiti a custodia di materiale non in uso situati nei

seminterrati, negli archivi, sulle scaffalature aperte e nel magazzino dei prodotti e degli attrezzi.

A

Si rimanda inoltre alle schede di GESTIONE DELLE OPERAZIONI DI PULIZIA, DISINFEZIONE E SANIFICAZIONE NELLE STRUTTURE SCOLASTICHE dei singoli ambienti.

Il cronoprogramma delle attività assegnate agli addetti è predisposto dal DSGA; le attività svolte devono essere documentate attraverso un registro regolarmente aggiornato.

Trattamento dei rifiuti delle attività di pulizia e sanificazione

I rifiuti prodotti dalle attività di pulizia devono essere raccolti in sacchetti, sigillati e conferiti nella raccolta del secco indifferenziato.

I rifiuti prodotti dalle attività di sanificazione/decontaminazione dell’ambiente per il caso di presenza in ambiente di soggetto sospetto o confermato di COVID 19, (come gli stracci e i DPI monouso impiegati) devono essere raccolti separatamente, trattati ed eliminati come materiale potenzialmente infetto.

Tutti i rifiuti derivanti dalla gestione dell’emergenza COVID-19 (guanti, maschere chirurgiche e maschere FFP2), saranno gestiti come rifiuti sanitari, nell’ambito di quanto disposto dal Testo Unico Ambientale

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D.Lgs. 152/2006. I guanti e le mascherine usati devono essere smaltiti agli ingressi o nelle aree dedicate utilizzando appositi contenitori per rifiuti sanitari.

Pulizia dei locali in caso di uno studente o lavoratore positivo al COVID-19

È necessario procedere ad una sanificazione straordinaria della scuola, se sono trascorsi 7 giorni o meno da quando la persona positiva è stata nella struttura. Per sicurezza vanno chiuse le aree utilizzate dalla persona positiva fino al completamento della sanificazione, aprendo porte e finestre per favorire la circolazione dell'aria nell’ambiente.

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V. AREAZIONE LOCALI DI LAVORO E IMPIANTI DI VENTILAZIONE/CLIMATIZZAZIONE Misure generali

Garantire un buon ricambio dell’aria (con mezzi meccanici o naturali) in tutti gli ambienti dove sono presenti postazioni di lavoro e personale, migliorando l’apporto controllato di aria primaria e favorendo con maggiore frequenza l’apertura delle diverse finestre e balconi. Il principio è quello di apportare, il più possibile con l’ingresso dell’aria esterna outdoor all’interno degli ambienti di lavoro, aria “fresca più pulita”

e, contemporaneamente, ridurre/diluire le concentrazioni degli inquinanti specifici (es. COV, PM10, ecc.), della CO2, degli odori, dell’umidità e del bioaerosol che può trasportare batteri, virus, allergeni, funghi filamentosi (muffe) e, conseguentemente, del rischio di esposizione per il personale e gli utenti dell’edificio.

In particolare, scarsi ricambi d’aria favoriscono, negli ambienti indoor, l’esposizione a inquinanti e possono facilitare la trasmissione di agenti patogeni tra i lavoratori.

L’areazione/ventilazione naturale degli ambienti dipende da numerosi fattori, quali i parametri meteorologici (es. temperatura dell’aria esterna, direzione e velocità del vento), da parametri fisici quali superficie delle finestre e durata dell’apertura solo per citarne alcuni.

Il ricambio dell’aria deve tener conto del numero di lavoratori, alunni e pubblico presenti, del tipo di attività svolta e della durata della permanenza negli ambienti di lavoro.

Durante il ricambio naturale dell’aria è opportuno evitare la creazione di condizioni di disagio/discomfort (correnti d’aria o freddo/caldo eccessivo) per gli utenti. Ove possibile di migliorare la disposizione delle postazioni di lavoro per assicurare che il personale non sia direttamente esposto alle correnti d’aria.

In caso di ventilazione naturale degli ambienti è essenziale mantenere chiuse le porte interne all’edificio onde limitare la diffusione tra ambienti adiacenti.

Negli edifici dotati di specifici impianti di ventilazione (Unità di Trattamento d’Aria-UTA, o Unità di Ventilazione Meccanica Controllata-VMC), correttamente progettati, che movimentano aria esterna outdoor attraverso motori/ventilatori e la distribuiscono attraverso condotti e griglie/diffusori posizionati a soffitto, sulle pareti o a pavimento e consentono il ricambio dell’aria di un edificio con l’esterno, questi impianti laddove i carichi termici lo consentano, devono mantenere attivi l’ingresso e l’estrazione dell’aria 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (possibilmente con un decremento dei tassi di ventilazione nelle ore notturne di non utilizzo dell’edifico o attraverso la rimodulazione degli orari di accensione/spegnimento, (es. due ore prima dell’apertura o ingresso dei lavoratori e proseguire per altre due ore dopo la chiusura/non utilizzo dell’edificio). Il consiglio è di proseguire in questa fase, mantenendo lo stesso livello di protezione, eliminando, ove è possibile, la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni nell’aria (batteri, virus, ecc.). In questa fase è più importante, cercare di garantire la riduzione della contaminazione dal virus SARSCoV-2 e proteggere i lavoratori, gli alunni, il pubblico, piuttosto che garantire il comfort termico. Se ciò non fosse tecnicamente possibile, vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e in ogni caso va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati, secondo le indicazioni tecniche di cui al documento dell’Istituto Superiore di Sanità.

Negli edifici/locali dotati di impianti di riscaldamento/raffrescamento con apparecchi terminali locali (es.

unità interne tipo fancoil) il cui funzionamento e regolazione della velocità possono essere centralizzati oppure governati dai lavoratori che occupano l’ambiente, si consiglia, a seguito della riorganizzazione “anti- contagio”, di mantenere in funzione l’impianto in modo continuo (possibilmente con un decremento del livello di ventilazione nelle ore notturne di non utilizzo dell’edifico o attraverso la rimodulazione degli orari di accensione/spegnimento, es. due ore prima dell’apertura o ingresso dei lavoratori, e proseguire per altre

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I.C.S. Rita Levi Montalcini DVR RISCHIO COVID

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due ore dopo la chiusura/non utilizzo dell’edificio) a prescindere dal numero di lavoratori presenti in ogni ambiente o stanza, mantenendo chiusi gli accessi (porte). Si raccomanda di verificare che nelle vicinanze delle prese e griglie di ventilazione dei terminali, non siamo presenti tendaggi, oggetti e piante, che possano interferire con il corretto funzionamento.

Nel caso in cui alcuni ambienti siano dotati di ventilatori a soffitto o portatili a pavimento o da tavolo che comportano un significativo movimento dell’aria, si consiglia di porre grande attenzione nell’utilizzo in presenza di più persone. In ogni caso si ricorda di posizionare i ventilatori ad una certa distanza, e mai indirizzarti direttamente sulle persone. Si sconsiglia comunque l’utilizzo di queste apparecchiature in caso di ambienti con la presenza di più di un lavoratore, perché il rischio di trasmissione del contagio è alto.

Modalità di contagio aerogeno mediato dagli impianti di climatizzazione e ventilazione

Tra le possibili vie di trasmissione del virus SARS-CoV-2 vi sono, le goccioline (droplet), il bioaerosol (droplet nuclei) di origine respiratoria e, potenzialmente, il bioaerosol originato dagli impianti di scarico fecali.

Schematizzazione delle vie di trasmissione del virus (in rosso quelle accertate)

Regole

 Garantire un buon ricambio dell’aria (con mezzi meccanici o naturali) in tutti gli ambienti dove sono presenti personale, alunni, pubblico (nelle aule minimo ogni ora; negli spazi comuni, ad esempio atrio, corridoi, servizi igienici, prima e dopo l’utilizzo)

 nei locali dotati di impianto di ventilazione eliminare, ove è possibile, la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni nell’aria (batteri, virus, ecc.)

 acquisire tutte le informazioni sul corretto funzionamento dell’impianto

 pulizia regolare del filtro dell’aria di ricircolo in dotazione all’impianto/climatizzatore, almeno ogni quattro settimane,

 evitare di utilizzare e spruzzare prodotti per la pulizia detergenti/disinfettanti spray direttamente sul filtro

 pulire le prese e le griglie di ventilazione

 nei locali dove sono presenti impianti di ventilazione/climatizzazione aprire regolarmente le finestre per aumentare il ricambio e la diluizione degli inquinanti specifici

 non utilizzare ventilatori a soffitto o portatili a pavimento o da tavolo (a meno che nel locale sia presente una sola persona)

garantire un buon ricambio dell’aria anche negli ambienti/spazi dove sono presenti i distributori automatici di bevande calde, acqua e alimenti.

12 / 53 Certifico Srl | IT Rev. 1.0 2020

In base a quanto stabilito dal Testo unico dell’edilizia (DPR 6 giugno 2001 n. 380), la loro installazione è obbligatoria in tutte le abitazioni e gli esercizi commerciali al cui interno siano presenti dei piani di cottura a gas, mentre è consigliata per piani cottura senza fiamma (es. ad induzione). La normativa impone l’installazione di una cappa aspirante connessa ad una canna fumaria attraverso la quale vengono espulsi fumi e vapori all’esterno dell’edificio. In alternativa, laddove per motivi di spazio o di morfologia dell’edificio non fosse possibile installare una canna fumaria, è consentito optare per una cappa a ricircolo o filtrante, capace di rimettere in circolo l’aria aspirata nel locale, previa purificazione con appositi filtri, unitamente ad un sistema meccanico di ventilazione (UNI 7129).

Il sistema di filtraggio è composto da due diverse tipologie di filtri: i filtri anti-grasso, in grado di catturare aerosol originati direttamente o per condensazione di oli e grassi, e i filtri anti-odori in grado di eliminare alcuni componenti gassosi. I primi si presentano sotto forma di pannelli amovibili e possono essere in metallo (acciaio o alluminio), con struttura a nido d’ape lavabile, o in fibra acrilica a perdere. I filtri anti-odori a carboni attivi hanno invece la funzione di adsorbire le molecole odorigene e altre sostanze volatili e non sono riciclabili.

La manutenzione periodica dei filtri riduce i rischi di potenziale contaminazione microbiologica dell’ambiente nel quale sono installate le cappe a ricircolo.

Modalità di contagio aerogeno mediato dagli impianti di climatizzazione e ventilazione Come descritto sopra, tra le possibili vie di trasmissione del virus SARS-CoV-2 vi sono, le goccioline (droplet), il bioaerosol (droplet nuclei) di origine respiratoria e, potenzialmente, il bioaerosol originato dagli impianti di scarico fecali (Figura 1).

Le emissioni respiratorie sono costituite da goccioline di vario diametro. Quelle più piccole evaporano rapidamente, formando un aerosol di nuclei residui, costituito dalle componenti non acquose dell’espettorato (circa 2% della massa espulsa) e dagli eventuali virus o altri patogeni. Il bioaerosol costituisce una frazione ridotta dell’espettorato, inferiore al 5%, come illustrato in Figura 2.

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Pag. 24 di 70 Gestione impianti di ventilazione/climatizzazione

Gli impianti di climatizzazione e di ventilazione possono mitigare o acuire il rischio di contagio aerogeno.

Infatti, la movimentazione dell’aria in ambiente può incrementare la gittata delle gocce o determinare lo spostamento dell’aerosol verso una diversa porzione dell’ambiente, investendo altri occupanti e favorendone il contagio.

L’immissione di aria esterna determina una diluizione dei patogeni, riducendo la carica virale media e quindi la probabilità di contagio, mentre il ricircolo può diventare fonte di rischio.

La gestione dell’impianto di climatizzazione e di ventilazione deve essere adeguata alle caratteristiche dell’impianto e alla modalità d’uso degli ambienti.

Facendo riferimento al Rapporto ISS COVID-19 n. 33/2020 - Indicazioni sugli impianti di ventilazione/climatizzazione in strutture comunitarie non sanitarie e in ambienti domestici in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2

Per la VALUTAZIONE del RISCHIO DI CONTAGIO in presenza di impianti di riscaldamento a ventilazione nelle PALESTRE è presa in considerazione la tabella n. 9, paragonando la palestra al punto 3 della seconda fascia:

ambiente con mobilità libera, nel rispetto della distanza interpersonale (min. 2 mt); occupanti abituali, in assenza di nuovi soggetti; possibile assenza di mascherina; rischio di assembramento controllato, medesime considerazioni possono essere applicate ai REFETTORI ove siano presenti impianti di ventilazione Considerando la PROBABILITÀ DI SOGGETTI INFETTI BASSA, il RISCHIO è valutabile: MODERATO.

Sono da considerare ulteriori parametri :

TIPOLOGIA DELL’IMPIANTO, possibilità di escludere eventuali canali di mandata aria in esercizio a ricircolo (tabella 12)

PORTATA D’ARIA PRIMARIA

STATO DI MANUTENZIONE, PULIZIA, IGIENIZZAZIONE, EVENTUALE NECESSITÀ DI SANIFICAZIONE La pulizia delle superfici esposte delle apparecchiature di climatizzazione e ventilazione (griglie, bocchette, ecc.) deve essere integrata nella procedura di pulizia e sanificazione dei pavimenti, degli arredi e del resto degli ambienti. È opportuno aumentare la frequenza della pulizia dei componenti interni degli impianti in funzione delle condizioni di evoluzione dell’epidemia.

La manutenzione degli impianti di ventilazione (UTA, VMC) deve essere eseguita come di consueto, con una particolare accortezza nel garantire il corretto esercizio dei filtri al fine di garantire l’erogazione della portata nominale della macchina (filtri sporchi riducono la portata di aria di ventilazione). Altrettanta cura deve essere posta nella pulizia e sanificazione ordinaria degli umidificatori e delle batterie di scambio termico con le consuete finalità di igiene.

I suddetti parametri, se non conformi alle norme e in mancanza di adeguata manutenzione degli impianti, potrebbero determinare rischio di contagio MOLTO ALTO.

Medesima valutazione e regole riguardano anche i refettori ove siano installati impianti di ventilazione.

Manutenzione degli impianti di ventilazione e condizionamento

I componenti degli impianti di climatizzazione e ventilazione sono in prevalenza costituiti da acciaio verniciato o zincato, alluminio e diverse tipologie di plastica. Il rame presente negli stessi è limitato a pochi componenti di modesta estensione. Pertanto, in relazione ai dati di letteratura, il virus

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