Atti del Collegio degli Ingegneri Navali e Meeeaniei in Italia
Estratto dal Fascicolo N. 2
~SETTEMBRE-OTTOBRE 1900.
- '
QIng. Nav. ANGELO SGRIBANTI
þÿ e a
SULLA AZIONE
-DELLE MOTRICI MARINE
IN ALCUNI CASI PARTICOLARI
Q?
_/vvx//vvvvvxr
CROMO-T AIL; DELLA B V'oo Indorator N. 1 ` t. 2 G
1900.
_2__
SULLA ZIONE DELLE MOTRLCL MLLRLNE
IN ALCUNI CASI PARTICOLARI
I
þÿ - o o } . j r : o -
Quando
una nave, le cui macchine sonodisposte
per 1 andatura massima esvilup-
pano in essa
una
datapotenza motrice,
neprende
a rimorchio un'altra,
nessuno certa-mente
pretender
mai che nel suo nuovo funzionamento conservi inalterata la suavelocit,
ma molti forse sonodisposti
a ritenere che la nuova velocit assunta dalla navesar
quella
per laquale
la somma delle resistenze offerte dalle due navi prese insieme (lluogo
þÿ a l l assorbimento (li unapotenza
motriceprecisamente uguale
aquella
cheveniva
sviluppata
sullaprima
nave avanti diprendere
a rimorchio la seconda. Se doves-sero osservare che invece la
potenza
motricesviluppata
durante il rimorchio inferiore allaprimitiva,
costoro si sentirebbero inclinati aincolpare
il macchinista di avere arbi- trariamente alterato ilregime
della macchina diminuendone laproduzione
di lavoro. Ciproponiamo
di dimostrare che uu simile modo di vedere sarebbe errato. 'I
4
-il
quale
sono note le linee dellepotenze
motrici in cav. ind. e del numero deigiri
relativealle diverse velocit.
1 L
_3_
Sia F la
potenza
motricesviluppata þÿ d a l l a p p a r a t o
motore allamassima
velocita Vche
possibile
farraggiungere
aquella
nave in 'un determinatoassetto, quando gli
þÿ s t a n t uû irisentono lapi
altapressione
media _p che la caldaia egli organi
della distri- buzionepermettono
diconseguire;
sia N il numero digiri corrispondente.
Orbene
questa
nave si metta a dar rimorchio ad unaseconda,
per laquale, quando procede isolata,
occorrono alle diverse velocit lepotenze
motrici indicate da unasecondacurva: evidentemente se i
tipi
di motrice nelle due navi sono simili e se le condizioni di regresso e di efficienza sotto lequali
funzionano ipropulsori
delle due navi non sonotroppo discordi,
lepotenze
motrici daspendere
sullaprima
nave per farla avanzare insieme conquella
che tiene arimorchio,
sarannole potenze
motrici accusate da unaterza curva, le cui ordinate risultano dalla somma delle ordinate delle due curve omo-
loghe prima
considerate. Come abbiamoaccennato, pu
nascereþÿ l o p i n i o n e
che laproba-
bile andatura di rimorchio siaquella corrispondente
a una certa velocit z per laquale
Pordinata della terza curva valeF,
fermo restando al valore N ilnumero deigiri
com-piuti
dalla macchina nella unit ditempo.
E
Ma ci non
pu
essere. Sta bene cheogni punto
della terza curvarappresenti
illavoro da
spendere
nel rimorchio allacorrispondente velocit;
maper
ilpunto
ill di coordinate U, F non unpunto
cherappresenti
uno stato diequilibrio
fra ci che sideve
spendere
sulcomplesso
delle due navi perconseguire
la velocit di rimorchio 1) e ci chepotrebbe
fornire la motricequando
insieme con la nave avanzasse aquella
velo-cit. Noi dobbiamo rammentare a
questo proposito
che lapotenza
motricesviluppata
da una macchina espressa dalla relazioneF:A.N.p
dove A una costante inerente alledimensioni dei
cilindri,
p unaquantit dipendente
essenzialmente dalregime
dellecaldaie
e dalladisposizione degli organi
distribuitori ed N il numero deigiri
dell'asseper minuto. Ma dobbiamo osservare che se, come nostra
ipotesi,
ilregime
delle caldaiee la
disposizione degli organi
distributori vengono conservatiquali
erano nelle condizioni di andaturamassima,
allora lapressione
media p(massima conseguibile
in tali condi-zioni) funzione
della solapressione
d'introduzione e, comequesta,
rimane costante e il valore F dellapotenza motrice
risultafunzione,
anzi funzionelineare,
delsolonumerodei giri
N:se poi
le condizioni di regresso e di efficienza þÿ d e l l e l i c asimantengono
inalterate per un campo di velocit sufficientementeesteso,
allora al numero deigiri
Npotremo
sostituire lacorrispondente
velocit V eþÿ :precisamente quella
velocit ehe sipotr
ricavare con esattezza dalla curva del numero deigiri ovvero quella
che sipotr
antivedere conapprossimazione
in base alla conoscenza del passo dell'elica. Oostruiremoallora
perogni
valore di v ilcorrispondente
valore di F eporteremo questi
ultimi valori inþÿû g u r a
formando una linea ausiliaria dellepotenze
motricisviluppabili
dalla macchinacon
l'impiego dellassegnata pressione
media ai cilindri:questa
linea ausiliariapasser
__4___
per
l'origine
e per ilpunto
della velocit massima della nave isolata e, ove manchi ilmezzo di þÿ d eû n i r l a
pi esattamente,
sipotr
in via diapprossimazione
ritenerla coinci-dente con la retta
obliqua
chedall'origine
va alpunto
della velocit massima dellanaveisolata.
Orbene,
ilpunto
nelquale
la linea ausiliaria dellepotenze
motricisviluppabili
-dalla macchina
taglia
la linea ausiliaria dellepotenze
motrici assorbite dal movimento fdelcomplesso
delle due navi durante il rimorchiorappresenta evidentemente,
esso edesso
solo,
uno stato diequilibrio
fra ci che la macchinapu
fornire e ci che l'opera- zione del rimorchioassorbisce;
la velocit u e il numero v digiri corrispondenti
aquel punto
sarannorispettivamente
la velocit di rimorchio e þÿ l a n ( l a t u r aallaquale
automati-camente si
dispongono
le macchine durante il rimorchio. Sarebbevano pretendere
dalmacchinista che
egli estragga dallapparato
motore un numero di cav. ind.eguale
alprimitivo
o comunquesuperiore
aquello
definito dallo stato diequilibrio
or ora consi-derato, poich
nessun altro modo vi sarebbe di aumentare lapotenza
motrice in tali condizioni all' infuori di un aumento nello sforzosugli
þÿ s t a n t u fû ossia nellapressione
iniziale del vapore
agente,
al che si oppongono lepeculiari disposizioni
dell'apparato generatore
della nave, ilquale
non consente u11 aumento dipressione
al di l. del mas-simo stabilito dalle
leggi
della resistenza di struttura.Figura 2.
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..._._._._..._. U-_ ___.Queste
considerazioni hanno interesse non soltanto per il macehinista in condotta dimacchina,
lo hanno anche per chi debba preparare ilprogetto
di unrimorchiatore
capacev-
-)
_5_
di muovere s stesso a una certa velocit V e di rimorchiare un'altra nave a una certa altra. velocit u che
qui
supporremo minore di V. Non basta alprogettatore
cheegli provveda
a dotare il rimorchiatore di una macchina laquale
alla velocit massima V del rimorchiatore isolato possasviluppare
unapotenza
motricepari
aquella
che sarassorbita
nell'operazione
di rimorchio a velocit u;egli
dovrdisporre
sul rimorchiatoreuna motrice
che, quanto
a dimensionidicilindri,
sarebbe capace diinuovere
il rimor- chiatore isolato a una velocit Umaggiore
di V. Ma seper egli vuole,
perrisparmio
di peso 0 per altre
ragioni,
rinunciare allapossibilit
di entrare col suo rimorchiatore nel campo di velocita U-V,
ilquale
nongli
eespressamente richiesto,
baster cheegli,
ferme lasciando le aumentate dimensioni dei
cilindri, proporzioni
le caldaie in manierache
queste
sianocapaci
di dare soltanto il vapore occorrente a mantenere il numero digiri corrispondente
a V e nonquello corrispondente
a U.i
Abbiamo
applicate
leprecedenti
considerazioni sull'azione delle motrici al caso delrimorchio, perch questo
era forse il casopi
in vista e chemeglio
siprestasse
a una discussionepi
facile e dipi appariscente
utilit. Ma le stesse considerazioni siappli-
cano identicamente ad
ogni
altro caso nelquale
una motricemarina,
da cui per un dato stato della nave si sia ricavata una certapotenza motrice,
venga messa adagire
in unmezzo
pi
o meno resistente delprimitivo;
nel caso di mezzopi
resistente lapotenza
motrice massimasviluppata diminuir,
nel caso di mezzo meno resistente crescer dimo- strando cos che non avrebbe senso ilparlare
dellapotenza
motrice di cui capace unapparato
motore in modoassoluto, indipendentemente
dalleparticolari
condizioni nellequali llapparato
_motore viene messo ad operare. Andando subito ai casi estremi vediamo che una macchina collocata in' un mezzo di resistenzagrandissima
nonproduce
alcunlavoro,
tanto vero che rimaneferma;
la stessa macchina collocata in un mezzo diresistenza,
sepossibile,
nulla tende ad aumentare þÿ i n d eû n i t a m e n t ela sua andatura e losviluppo
della suapotenza motrice,
avendoper
un freno nelle resistenzepassive
cheessa stessa genera nei suoi
organi
e un limite nella resistenza di struttura delle sue-parti
o nellapotenzialit .evaporatrice
dellecaldaie,
a menoche,
uscendo dal campo delleipotesi pratiche,
non sivoglia
supporrePapparato evaporatore
þÿ i nû n i t oinpoten-
zialit eregolato
su unapressione
digenerazione
costante. Fra i due casi estremiipote-
tici ora indicati compreso un
grandissimo
numero di casi veramentepratici
periquali
nulla toccando nella
regolazione
di un datoapparato motore,
resta automaticamente alte- rato'losviluppo
della suapotenza motrice;
-per non uscire dal campo delle motrici marine citeremo -i casi per -iquali
'le -motriciagiscono
sullanavepi
o meno immersache nellassetto
normale,
su una carenapi
o menopulita,
in condizionipi
o menobuone' di montamento e di
þÿ l u b r iû c a z i o n e ,
allargo
osugli ormeggi, navigando
.in acque libere e calme'ovvero in 'basso'þÿ f o n d o , i n canale,
con vento e mare -favorevoli ocontrarii.
þÿ i - - Uþÿ : - 7
_--_-~...,_ þÿ _ _ - . - -þÿ : - - ~ -_þÿ - ~ þÿ 1 : --H þÿ -
_ _6_.
In ciascuno di
questi
casi o avviene che lamacchina,
lasciata intatta nella suaregola- zione,
þÿ m o d iû c aautomaticamente losviluppo
dipotenza motrice,
oppure, se toccando laregolazione
siobbliga
lapotenza
motrice a rimanereimmutata,
avviene che la spesa necessaria per mantenerequella potenza
motrice risulta diversa dalla spesa normale.Un caso interessante e comune di
applicazione
ci fornito dal confronto fra i cav.ind. dedotti da una macchina marina durante una prova
sugli ormeggi
equelli dedotti,
a
pari
numero digiri,
durante una prova in mare; come noto iprimi sono
semprenotevolmente
superiori
ai secondi. Ci in armonia con le considerazioni che siamo venutisvolgendo:
durante la provasugli ormeggi
sipu immaginare
che la resistenzaopposta
alla navedagli ormeggi
siamaggiore
diquella opposta þÿ d a l l a c q u a tagliata
dallanave durante una corsa in mare,
poich
inrealt,
essendo la naveferma,
ilpropulsatore
in moto
sugli 'ormeggi
a un certo numero digiri imprime
all' acqua una velocit mag-giore
che nonquando
la nave avanza alla velocitcorrispondente
aquel
numero digiri.
Quindi
la linea dellepotenze
motrici resistenti in funzione deigiri sugli ormeggi
sitrova
spostata
versol'origine rispetto
alla lineaanaloga
dellepotenze
in mare e natural-mente la linea delle
potenze
motricisviluppabili
dalla ,macchinataglia
la linea delleFigura.
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del þÿ z z z z m eû oa!n'j'z'r'z'
ragioni,
siproduce quando
una nave da acquetranquille
passa. anavigare
entro unacorrente. Per þÿû s s a r ele idee
suppongasi
il caso di una nave per laquale, quando naviga
in assetto normale in acqua
tranquilla,
si conoscono le linee del numero deigiri
edellecorrispondenti potenze
motrici. Secondo lepi
naturali deduzioni teoriche 1' effetto di_7__
una
corrente,
p. es. della velocit di unnodo,
contro laquale
venisse a trovarsi la navenella sua
navigazione,
non dovrebbe che esserquello di
esercitare un trascinamento sututte le
parti
che compongono la nave ritardandone la velocita di unnodo,
ma senzafar intervenire alcun fenomeno nel
regime dell'apparato
motore perquanto
concerne lacorrispondenza
fra numero digiri
epotenza
motricesviluppata.
Invece un fatto
d'esperienza
concordemente affermato dai macehinistinavali,
che durante il moto contro corrente non solo l linea del numero deigiri
e dellepotenze
motrici
resistenti della nave restanotrascinate,
retrocesse versol'origine
di una ascissaeguale
alla velocit dellacorrente,
ma la linea dellepotenze motrici
resistenti contem-poraneamente
si innalza. Se sirappresentasse graficamente
il fenomeno mediante lineeanaloghe
aquelle
sullequali
abbiamoragionato
per iprecedenti casi,
si troverebbe che la linea dellepotenze
motricisviluppabili
dalla macchinataglia,
incorrente,
la linea dellepotenze
resistentiprima
che la lineacorrispondente
in acquatranquilla.
Vale adire, Pesperienza
indica che se con una datapressione
media 1) si sono ottenuti in acquatranquilla
Ngiri,
in corrente non se ne otterranno cheN,
<Novvero, ci che lostesso,
per ottenere Ngiri
in corrente necessariodisporre gli organi
della motrice nel modo nelquale
verrebberodisposti
in acqua calma per otteneregiri N,
>N,
ciomanovrando la macchina in modo da realizzare
sugli
þÿ s t a n t uû unapressione
mediapi
alta o, in altri
termini,
sottostando a unamaggiore
spesa.Questo
fenomenosperimentale
del rialzamento della linea' delle
potenze
resistenti in corrente contraria ePanalogo
feno-meno dell'abbassamento di detta
linea
in correntefavorevole,
vannointerpretati
comel'esplicazione
di condizioni diverse di rendimento delpropulsore
in correnterispetto
alpropulsore
in acquatranquilla,
condizioni non bene accertate e non facili a determinare:per
spiegarle
stata fattaPipotesi ehe, per
Fazione resistente dell'aria allasuperficie
0 peraltre ragioni,
la corrente cheinvolge
e trascina la nave non sia omogenea in tutti i suoipunti,
masia
come þÿ s t r a t iû c a t ae di diversa velocit nei diversi strati in maniera da alterarecompletamente, rispetto all'acqna tranquilla,
la costituzione della scia che lanave genera attorno a s e che elemento di tanta influenza sulla azione del pro-
pulsore.
-Crediamo che non sar stato del tutto inutile aver esaminato e discusso
questi
feno-meni sui
quali
i trattati di macchine sorvolanocompletamente,
ritenendo forse cheessendo i medesimi fondati sopra concetti elementari della
meccanica,
sia bene lasciarne l'esame allospirito
di osservazione e di criticadel
lettore. Del resto la medesima analisi da noi fatta sipoteva presentare
sotto un altroaspetto
ilquale,
sebbene non ditferiscasostanzialmente da
quello gia
adottato e sia anzi un popi complesso,
forsemeglio
atto a chiarire la natura del fenomeno della
propulsione
mediante una data macchina e a far vedere chequesto
fenomeno sipu
manifestare -in una unicaforma, quella
chez ~s-
'consentita da uno stato di armonia fra i fattori della nave considerata come corpo in
movimento,
fattori che sono: loscafo,
ilpropulsore,
la macchina e, sipu aggiungere,
la caldaia.Abbiasi uno scafo
provveduto
di un certopropulsore'
e di una certa macchina e siconsideri
il caso astrattoche,
mentre ilpropulsore
fa un numero digiri
successivamentecrescente,
lo scafo si avanzi sempre a una medesima velocitv,;`
in taleoperazione
ilpropulsore svilupper
sulllasse un lavoro utile dispinta rappresentato,
per i successivi valori del numero deigiri,
dalle ordinate di una linea s,s,;contemporaneamente
lo scafo assorbiruni
lavoro di resistenza al moto ilquale,
in causa deifenomeni
diaspi-
razione che il
propulsore
esercita sulle formepoppicre
delloscafo,
sarapuressocrescente col numero deigiri
epotr
essererappresentato
dalle ordinate di una curva r r,
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punto
þÿ c l incontro dellelinee
del lavoro di resistenza e del lavoro dispinta
segna il numero nl, digiri
per iquali quel propulsore imprime
aquello
scafo la velocit. z,.Suppongasi
di avere in astratto determinati similmente i numeri digiri
ng, na, per iquali quel propulsore imprime
aquello
scafo le velocita vg, 113, ....: una linea checongiunge
tutti ipunti
cos determinatisar
una linea di cui ciascunpunto rappresenta
un
possibile
caso dipropulsione
diquello
scafo perparte
diquel propulsore: quella
una linea di
punti pei quali
tutti esiste armonia fra leesigenze
dello scafo e le attitu-dini
delpropulsore,
-Si consideri ora il lavoro utile che
pu
esseresviluppato
sull'asse dell'elica daquella
certamacchina:
ingrazia della
relazioneF;
:A.l\p
e ingrazia degli
attriti_9_
iniziali che assorbiscono in pura
perdita
un certo numero no digiri
aiquali
non corri-sponde
alcun lavoroutile,
tale lavoropotr
essererappresentato,
per i successivi valori del numero deigiri,
dalle ordinate* di una linea retta nonpassante
per'liorigine.
Orapoich
la linea dei lavori utili svolti dalla macchinataglia
in un solopunto
lalinea
dei lavori assorbiti dallapropulsione, quel punto
ae il solo per ilquale
avviene lostato di armonia che si cercava; esso determina il numero dei
giri
N alquale quella
macchina automaticamente si
dispone
c la velocit V che la naveconseguentemente
assume.
Qualunque operazione
faccia alterare la linea deipunti
dellapropulsione
far alterare altres ilregime
dellamacchina;
ma la linea deipunti
dellapropulsione pu
essere
spostata
sia mutando unaqualsiasi
delle tante condizioni che determinano la resi- stenza dello scafo(stato
della nave, del mare,assetto, rimorchio, immersione, ecc.),
siavariando uno
qualsiasi degli
elementi che determina laspinta generata
da unpropulsore (forma, grandezza,
passo,ecc.)
Solo nel caso che si possa
disporre
diquesta doppia
variazione in modo che lenuove linee dei lavori di
spinta
e di resistenza continuino a intersecarsilungo
laprimi-
tiva linea dei
punti
dellapropulsione,
sipotr esigere
cherimanga
inalterato ilregime
della macchina: inogni
altrocaso
sidovr
lasciare che la macchina sidisponga
da salla nuova andatura
impostale
dalle nuovecondizioni,
dato che tale nuova andatura sia consentita dalregime
attuale della caldaia.Poich,
se la nuova andatura fosse sensibil-mente
pi
lenta dellaprimitiva
e l'attivit della combustione e dellaevaporazione
nonvenisse moderata in conseguenza, lleccesso di vapore
prodotto
verrebbe scaricato in puraperdita
attraverso la valvola disicurezza;
ma se per contro la nuova andatura fossepi
celere e non si avesse modo di aumentare Pattivita della
produzione
di vapore, ilmano- metro della caldaia non tarderebbe ad accusare þÿ P i n s uû c i e n z adellacaldaia,
ePautomatica discesa dellapressione
d'introduzione farebbe scendere lapropulsione
aquelle
condizioniche sono
imposte
dallo stato di armonia fra le attitudinirispettive
dellacaldaia,
dellamacchina,
delpropulsore
e dello scafo.Lo stato di armonia fra macchina e
caldaia,
cioquello
stato nelquale
la caldaiafornisce esattamente il peso di vapore che la motrice deve
smaltire,
ossiaquello
stato di governodell'apparato
motore merce ilquale pu
realizzarsi una certa andatura della nave, non eunico,
anzi entro certi limiti sta in arbitrio di chidirige Papparato
motoreil
predisporre
le varieparti.
diquesto
nella maniera chemeglio gli piace. Ognuno,
natu-ralmente,
cercher dipredisporle
in modo che il desiderato stato di armonia sia conse-guito
con la minima spesa di combustibile. Ma intorno al modo diconseguire questo
scopo, circolano delleopinioni
che crediamo utile di dimostrare erronee.noto che uno dei
principali fattori
di economia nell'esercizio dei moderniapparati
motori a vapore
Pimpiego
delle altepressioni
combinato con un fortegrado
di espan-sione del þÿû u i d omotore: esso costituisce un vero
caposaldo
della condotta economica dellemacchine,
ilquale
del resto talmentecompenetrato
nellaopinione
e nellapratica professionale
di coloro che sono interessati þÿ n e l l e s e r c i z i odellemacchine,
che riuscirebbe affattosuperfluo
citare uno solodegli argomenti
teorici che lo corroborano.Ma intendiamoci
bene;
chi enuncia ed accetta ilpostulato
delle altepressioni
com-binate con le
grandi espansioni
presuppone tacitamente che la andatura dimacchina,
alla
quale egli
intende riferire ilpostulato,
siaprecisamente quella
laquale
consente diutilizzare il
vapore
nella motrice alla stessapressione
sotto laquale
esso stato gene-rato in caldaia.
Questa
condizione si verifica nell' andatura a tuttapotenza
ed e la condizionepi generale
delle macchine fatte per assumere un solo e ben determinatoregime
diandatura,
come avviene di solito nelle navi mercantili dapasseggeri
e dacarico,
ciascuna nel suo campo di velocit. Ma sarebbe in errorechi,
senza tener conto della restrizionesottintesa,
credcsse dipoter applicare
il medesimopostulato
alle navida guerra, le
quali
sipretendono
sufficientemente economiche anche ad una andatura dipotenza pi
che decimatarispetto
aquella
massima per laquale
le macchine sonopi specialmente
studiate.Egli
dimeutieherebbe che ilpostulato
cade in difetto daquel momento,
cos facile araggiungere negli apparati
motori di navi da guerra, nelquale
per moderare 1' andatura non basta manovrare
gli organi
della introduzione e dellaespansione,
ma occorreimprescindibilmente
valersi. della valvola diregistro. Raggiunto questo momento, lfeceesso
dipressione
che si volesse mantenere in caldaia sopra lapressione
del vapore effettivamente distribuito alcilindro,
non avrebbe evidentemente alcuna utile influenza sul rendimento economico della motrice(se
sitoglie quella
dovutaalla
maggiore
secchezza delvapore)
e sarebbe per contro una causa di meno facile e 1116110 economico governo della caldaia. Daquesto
momento inpoi gioverebbe ehe,
nonsolo la
motrice,
ma anche la caldaiafosse governata
secondo ilregime
dellapressione
ridotta.
In
questa
deduzione trova il suo fondamento e la suagiustificazione quella pratica
dei macchinisti navali per la
quale
in una nave, che nelle sue prove a tutta forzaabbiasviluppato
ottomila cav. ind.tenendo
in servizio ottocaldaie,
essi tendono a conservarne accesequattro quando
si tratti di mantenere una velocit ridotta che non richiede losviluppo
dipi
che mille cavalli.Questa pratica potrebbe
parereparadossale
a chi pen-sasse
che,
dal momento che otto caldaie hanno dato vapore per losviluppo
di ottomilacavalli,
una caldaia dovrebbe strettamente bastare per alimentarne mille eche,
inogni
caso, due caldaie dovrebbero certamente bastare anche per
sopperire
aimaggiori bisogni
dovuti al fatto
che,
acagione degli spazi
nocivi neicilindri,
il consumo di vapore crescemeno
rapidamente
dellapotenza sviluppata
e per compensare ledissipazioni
di vaporedovute
a causepressoch costanti, quali
sarebbero leirradiazioni,
lefughe,
le conden-sazioni,
i meccanismi ausiliari della macchina e della nave ecc. Ma una analisipi
attenta dei
fenomeni
far.sparire ogni
parvenza 'diparadosso
nellapratica
dei macchi- nisti navali e dimostrer,clie
essa razionale e informata al criterio dello esercizio eco-nomico
degli apparati
motori. _Suppongasi,
per þÿû s s a r eleidee,
chePapparato
motore dicui
si tratta consti di ottocaldaie cilindriche
capaci
dellapressione massima
di 10chgr.
per cmq. e di unacoppia
di motrici atriplice espansione,
nellequali gli organi
della distribuzionepermettono
di variare ilgrado
di ammissione da un massimo di'0,7
ad un minimo di0,5
nclprimo
cilindro e
corrispondentemente negli
altri. Nellaandatura
a tirareforzato,
essendo 10chgr.
per cmq. lapressione
diregime
tanto allecaldaie quanto
alprimo cilindro,
edessendo
gli organi
distributoridisposti
algrado
di introduzione0,7
, si ottcnncro 13.000cav. nd. con 102
giri.
Nella andatura a tutta forza a tirare naturale si ebbero 9.000cav. ind. con 92
giri, disponendo gli organi
della distribuzione algrado
dintroduzione0,5
e mantenendo ancora a 10cligr.
lapressione
alle caldaie ed al cilindro. Inqueste
condizioni evidenteche, quando
si volevadisporre Papparato
motore inquestione
ad andaturepi lente,
nessuna ulteriore riduzione essendo consentitadagli organi
delladistribuzione,
si doveva por mano alla valvola diregistro
e abbassare lapressione
diintroduzione:
suppongasi
che Peserciziopratico
diquell'apparato
motore abbia mostrato che lepressioni
allequali
era necessario scendere via via che si volevano rallentare le macchineportandole
ai numeri digiri
n3, ng, fn, sianorappresentate
dalle ordinate 103, p2, p, diapposita
linea nella vicinaþÿû g u r a :
sirappresentino
con le ordinate 73, 72, Y, di altra linea le densitcorrispondenti
del vapore.Si
rappresenti
ora in una scala arbitraria laquantit
in pesoQ
di vapore che ilcomplesso
delle caldaie avrgenerato
nell*andatura a tutta forza a tirare naturale conN
giri
alminuto,
cio aquella
andatura chepermette
di mantenere al ricevitore la.pressione
ppari
aquella
diregime
incaldaia;
talequantit Q
di vaporegenerato potr
essere o determinata mediante misure dirette o stimata in base al combustibile bruciato.
Se noi
supponiamo
che le caldaie vengano fatte funzionare nonpi
allapressione
mas-sima p ma alle
pressioni
ridottepl,
, p2 , p, e osserviamo che il volumeoccupato
dal vapore nelle cameresuperiori
delle caldaie rimane con ciimmutato,
dovremo conclu- dere che ipesi
di vaporedisponibili
nei nuovi funzionamenti delle caldaie non sonopi
Piniziale
Q,
marispettivamente
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Q
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Q
Y,
þÿ : qa
Y2
þÿ : qa
Y3
.Se con le ordinate q,, q2, q si costruisce una nuova
linea,
le ordinate diquesta
misure-rannoi
pesi
di vaporeprodotti (disponibili)
nelcomplesso
delle caldaie allepressioni
diregime
corrispondenti
alle diverse andature indicate dalle ascisse: dividendo ciascuna diqueste
ordinate in otto
parti
si otterranno le lineerappresentanti
ipesi
di vaporeprodotti rdispo- nibili)
alle accennatopressioni
ridotte' diregime
da una,duo,
.... ecc. caldaie.Si
tracci
ora una ultima linea le cui ordinate r,, 1',, 13, ....rappresentino
le quan- tit di vapore effettivamente utilizzate dalle motrici alle varie andature -nl, n2, ~n-3, ....in ogni
unit ditempo,
ci chepu
sempre dedursi in base alle dimensioni note deicilindri,
allaregolazione degli organi distributori,
all'esame deidiagrammi
dindicatore ricavati alle varieandature,
a unagiudiziosa
estimazionc del vapore consumato perfughe, condensazioni,
meccanismiausiliari,
ecc. La linea ora considerata del vapore consumatotaglia
ciascuna delle linee del vapored`isponibile
alle caldaie in altrettantipunti,
ognuno deiquali rappresenta
unpossibile
stato diequilibrio
trageneratore
e mo-tore,
ossia uno stato dipossibile
funzionamento delloapparato
motore. Nel caso concreto in esame emerge p. che laquantit
di vapore necessaria per farcompiere
allemotrici 50
giri
per minutopu
essere fornita daquattro
caldaie e mezza,praticamente
da 5 caldaie mantenuto a 54 libbre.
Ma la stessa
þÿû g u r a
indica altres che il peso del vapore necessario alle macchineper
fare 50giri potrebbe
essere fornito da tre caldaie mantenute a 90 libbre 0 ancheda due sole mantenute a poco meno di
150;
onde i11 taluni iquali
non fossero abituatia.
distinguere
nettamente le condizioni di economia delle caldaie daquelle
dellemotrici, potrebbe
nascere desiderio di ottenere eifettiamente i 50giri
mantenendo in funzione due sole caldaie alregime
di 150 libbre e strozzandopoi
il vapore þÿû n oa ridurre lapressione
þÿ d i n t r o d u z i o n ealle 5-1 libbre richieste dalle motrici per l'andatura a 50giri.
Nessun criterio in fatto di esercizio di
apparati
motoripotrebbe
esserepi
discutibile diquesto
n meno in armonia col comune desiderio di unacondottaeconomica, quantunque
esso
appaia
confortato dalla considerazione che se n caldaie nelle prove a tutta forza Fhanno
dato vapore per F cav.ind.,
per losviluppo degli 3;
cav.corrispondenti
allanuova andatura che si desidera dovrebbero bastare
?
delcomplesso dell'apparato
gene-ratore,
salvo leaggiunte
da farsi per-tener conto delleperdite
costanti e delleerogazioni
ai meccanismi ausiliari.. Ma
questa
considerazionenascondein s Imsotisma; gli dellzpparato generatore potrebbero
bens -astrattamente bastare per farsviluppare
þÿ l 7 mparte
dellapotenza
mo- trice ch' stata fornita dalle -ncaldaie,
1na nonperci
le condizioni d'esercizio economicodell'apparato
motore sarebberoraggiunte.
Il rendimento delle motrici in s resterebbe
uguale
aquello
che si consegue man- tenendo unmaggior
numerodi
caldaie allapressione
ridotta strettamente richiesta dalla desiderata andatura dellemacchine;
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delcomplesso
delle caldaiepotrebbero
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bastare per lo scopo indicato soltanto in
questo
senso: che due caldaie possono effettiva- mente essereobbligate
a fornire laquantit,
di vaporeoccorrente, ossia, poich
la spesa di combustionequasi indipendente
dallapressione desercizio,
possono essereobbligate
a bruciare da sole
quella quantit
di carbone che altrimenti verrebbe bruciata p. es. inquattro.
Maquale
macchinista vorrebbe mai consentire che una stessaquantit
di car-bone bruciata su una
giusta superficie
digriglia,
con unaregolare
altezza deifuochi,
con una þÿ s uû t c i e n t esezione þÿ d aû l u s s odellaria
potrebbe
essere utilizzata ineguali
condi-zioni d'economia da
chi,
nello stessotempo
e senza mutaretipo
dicaldaia,
volesse con-sumarla su una
þÿ s u p e rû c i e
digriglia
e con una sezioneþÿ d aû l u s s o
þÿ d e l l a r i aridotte a mete con un'altezza di fuochi
portata
aldoppio?
Tanto vale
adunque
lasciare che il macchinistatenga
acceso unmaggior
numero dicaldaie e