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(1)CAPITOLO 4 IL RECUPERO DELLA FILANDA: MOTIVAZIONI EGENESI DI UN PROGETTO “Il fascino dell’architettura industriale è questo: non si tratta soltanto di ruderi vicini a noi (cento anni fa

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CAPITOLO 4

IL RECUPERO DELLA FILANDA:

MOTIVAZIONI EGENESI DI UN PROGETTO

“Il fascino dell’architettura industriale è questo:

non si tratta soltanto di ruderi vicini a noi (cento anni fa..), ma di un patrimonio vivente da collettivizzare.

Ma perchè da casa dei padroni divenga casa del popolo non basta andar dal notaio e cambiare proprietà.

Inoltre, per quanto si tratti di storia recentissima, essa è terribilmente appiccicata alle mura di questi edifici e alla nostra pelle in quanto è fra esse che è nata la vera condizione umana moderna”

Eugenio Battisti

80

(2)

4.1LA FILANDA OGGI

Definire le condizioni attuali della Filanda non è un operazione facile. Ai diversi corpi di fabbrica da cui è composto il complesso corrispondono diverse condizioni e stati di conservazione.

Risulta comunque evidente un generale stato d’ abbandono e degrado.

Mancando una qualsiasi forma di manutenzione o di “minima” pulizia, l’edificio e i vecchi locali abbandonati ed esposti all’aria sono stati invasi da erbacce, arbusti e rampicanti, tanto far diventare il grande vuoto centrale del reparto filatura una vera e propria “selva”.

I lavori interrotti del convitto hanno contribuito ad accrescere un generale stato di abbandono, con materiali edilizi abbandonati in varie parti del complesso.

In seguito ai lavori portati avanti dal comune si possono distinguere diversi casi in relazione alle varie parti.

Il Blocco Anteriore nonostante il restauro di cui è stato soggetto negli anni ‘80 inizia a sentire il bisogno di un radicale intervento di manutenzione.

I lavori sul Convitto erano giunti ad una fase avanzata, con il completamento delle opere strutturali e l’inizio di quelle impiantistiche, ma la brusca interruzione a fatto perdere parte del lavoro fatto non solo con il degrado dell’abbandono ma anche a causa di atti di vandalismo e furto di materiali.

Il Blocco Centrale è quello che verte nelle peggiori condizioni; della struttura interna in legno e ghisa nulla è rimasto e l’ampio spazio e la presenza dei locali interrati vicini al fiume hanno permesso l’invasione da parte di una gran quantità di piante, erbacce e arbusti.

Il Blocco Posteriore invece, pur essendo in condizioni di ruderi, è riuscita a conservare la sua morfologia originale grazie alle dimensioni più compatte e alla maggiore presenza della struttura muraria. A pochi passi svetta la ciminiera di 50 metri, ancora intatta.

Propedeutico allo sviluppo dl qualsiasi progetto risulta necessario conoscere il complesso dal punto di vista strettamente “geometrico” per cui è stato eseguito un rilievo che completasse il materiale “conoscitivo” (cartaceo e digitale) dell’edificio di cui soprattutto le parti non restaurate erano quasi del tutto prive.

Il livello del dettaglio raggiunto è proporzionale ai fini per cui esso è stato eseguito ossia quelli di avere una struttura concreta e il più possibile verosimile su cui basare la progettazione.

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(3)

200 02 0

200 200

20 0

0.06

0.00

h=5.82

0.00

h=3.13 0.05h=11.11

0.05

h=5.82

0.00

h=3.13 -1.62 -5.38 -2.57

-9.58

3.35

h=2.47 3.932.91

3.23 A1

A189.51 89.56

9.76 20.06 6.77

18.89

30.967.75 18.90

22.05 28.18

9.75 9.78

5.9

25.9

5

85.72

25.97 85.5420.84

2.16 4.09 4.13 2.12

3.50

3.48

3.88 4.92 4.95 3.92

3.03

3.03 0.506.97

6.97

3.95

3.91 8.008.03

6.970.507.03

12

.71

0.5

0

6.0

5

19.26

12

.71

8.97 5.58 1.25 5.50

0.37

0.50

0.38

10.760.503.21

12 .37

6.85

6.61

6.97

6.7

5

6.43

8.52

13.45

8.52

13.45 7.830.73

8.49

3.09

3.09

7.83

0.708.52

3.9

1

4.01

8.49

8.49 8.49

3.95 8.494.04

Servizi Igienici 11.004.2536.369.1836.749.263.649.00

1.75 2.62

3.93 3.14

3.99

0.35

3.97 13.45

4.230.503.760.734.080.503.25 8.493.12 0.634.81 8.520.701.810.85 5.311.810.708.520.70

6.88

0.60

5.74

0.60

3.09

0.60

1.78

0.62

6.01

0.531.601.86

18.4585.72

27.50 7.01

0.78 5.88

0.00 VuotoVuotoVuoto

Vuoto

Vuoto

Vuoto Vuoto

Rip. A1A1 Vuoto Vuoto VuotoVuoto

3.25

-5.38 -5.40

-5.38

-5.48 -5.38h=5.21h=16.33

h=5.24 -5.38-8.04-9.08 -9.08-3.96

A1 A1

200 02 0

20 0

20.31

20

.28 20

.2820.34

20.0420

.10

5.3

7 6.09 6.00

6.00 6.10

5.3

5 2.71

5.99

19.38

19.41

19.34

19.3530.96 30.9813.3710.387.238.98

7.67 7.20 9.68

7.52

8.0610.1512.76

5.34

5.3

2

6.58

0.312.401.062.401.06

Passaggio Condotta Forzata

15.529.1836.749.264.138.63

3.25

3.93 3.44

7.25 3.44 1.30

Locali

CentraleIdroelettricaA1A1 -5.40

h=2.47-2.57h=5.33

-2.69

-2.08-2.37

-5.38 -1.82

-9.08

-5.38h=5.21 -5.38

h=2.06

Vuoto Vuoto

Vuoto Vuoto

Vuoto

-9.58h=20.68 -9.08 -11.34

-9.08

h=8.91 -7.93 -10.17-10.17

A1

A138.09 38.14 38.11

38.6138.58

38.5838.61

6.00 0.50 6.10

6.03 0.50 6.12

8.00

5.6

0

7.83 5.609.77 9.62

200 02 0

200

Passaggio Condotta Forzata

3.406.40

3.44 1.30

9.1836.209.804.138.63

2.05

5.24 2.14

0.506.27 0.506.27

LocaliCentraleIdroelettrica

6.12

Passaggio Condotta Forzata

-5.38

±0.00 7.37

11.42 11.09

±0.00

-5.38 6.37

5.87

11.48

Locali Centrale Idroelettrica

Museo della Memoria

Museo di Archeologia Industriale

±0.00 Porta del Parco delle Apuane

N

42. Rilievo

Secondo Piano Interrato Primo Piano Interrato Piano Terra Piano ammezzato su

Primo Piano Interrato Sezione Longitudinale A1

Piano ammezzato su Piano Terra

82

(4)

A1

A1

200 02 0

200 200

15.7715.7715.77

17.38 18.9918.9918.99 20.1021.21 18.99

15.77

0 25

2.60

21.22

4.72

8.65

11.97

11.84

11.32

4.60

6.66

9.22

7.97

9.22 11.254.7536.369.1836.749.263.649.00

1.75 2.62

3.25

3.93 3.14

9.76

18.4585.72 10.33

7.02

7.97 9.77

17.38

A1

A1

200 02 0

200 200

13.99

11.99 0.761.602.251.602.091.601.5010.570.75 0.081.601.311.601 .32

1.601.221.601.51

0.56

1.60 1.30 1.60 1.60 1.481.601.51 3.10 3.10

5.88 5.91 6.65 6.67

2.60

21.22

4.72

8.65

11.97

11.84

1.161.561.171.601.581.601.221.60 0.48 1.341.701.221.701.221.701.221.701.211.701.221.701.111.70

0.76

11.3211.40

4.60

6.66

9.22

7.97

9.22

0.70 4.03 0.35 4.13

0.55 8.52 0.55

0.707.980.55

0.70

11.254.7536.369.1836.749.263.649.00

1.75 2.62

3.25

3.93 3.14

9.76

18.4585.72 10.33

7.02

7.97 9.77

11.48h=3.75

11.48

h=3.75 11.48h=3.75 11.48

11.51 11.5111.51 Terrazza Terrazza

Servizi Igienici 8.848.75

11.33

14.35 14.37

11.38

19.19

14.50

24.06 24.11

10.33

19.30 19.25

19.26

10.5514.53

21.94

21.9

0 17.3817.4817.9417

.79 3.38

4.5

3 1.90

1.90 16.56

16.69

2.16 4.09 4.13 2.12

3.50

3.48

6.12h=5.06

6.12

h=5.06 6.12h=5.06

6.57

6.57 712

5.47 A1

A1

200 00

200 200

3.10 3.10

5.88 5.90 6.65

6.6

7

89

.51

89.56

9.7

6 20.06 6.77

18.89

0.531.601.860.551.601.86 1.05 1.131.601.221.601.311.601.321.600.08

1.881.602.081.601.901.602.161.602.091.602.251.600.76

2.16 4.09 4.13 2.12

3.50

3.48

3.88 4.92

4.9

5

3.92

3.03

3.03

0.522.101.602.111.991.602.091.600.90

14.500.51

2.101.592.101.752.101.851.600.90

30.967.7519.35 18.90

22

.05 28.18

9.75 9.78

5.9

25.9

5

23.97

0.403.98

0.309.85

0.3713.54

0.604.35

0.300.880.80

1.67 5.52

7.99 1.96 4.06 1.52

7.54

18.773.88

8.12 3.720.30 2.730.302.800.30 1.150.12 1.150.12 1.44 0.701.921.611.921.61

3.503.533.523.513.513.39

3.10 2.17 1.23 1.62 0.251.032.703.68

4.75

6.57P 1

8.059.7910.75

0.59 1.701.221.701.221.701.221.701.211.701.221.701.111.700.31 4.03 22.564.2536.369.1836.749.263.649.00

1.75 2.62

3.25

3.93 3.14

27.50

18.4585.72 19.925.43

3.51

4.1

7

7.01

1.751.001.85 7.37

5.877.37 7.87 7.37

7.37

7.076.87

6.57 6.37

Servizi Igienici VuotoVuoto 5.87

11.21

10.33

11.22 15.28

15

.26

10.40

10.42

5.80 5.76

12 .01

11.94

2.28 2.28

8.84

8.75

11.20

14.25 14.27

17.38

17.4817.9417.79 3.38

4.5

3

8.15

17.41 12.02

9.80 2519. 14.50

4.23 13.76

16.

175.12

15.91 12.78

6.14

5

.77 5.185.13 2.96

3.01

1.90

1.90 16.56

16.69

11.46

5.71

12

.97

12

.06

2.59

22.72

9.15

10.9

96.84

85.72

19.19

14.50

19.26 24.06

24.11

3.06

0.753.08

0.753.093.04 6.38

12.79 12.72

6.4

60.75 18.05 22.1110.267.82

18

.5818.61

4.41

4.3

8

10.237.8220

.01

4.1

7

3.01

25.92

25.97

7.830.738.49 3.09

3.09 7.830.708.52

8.49

3.95

8.49

3.09

0.70

4.0

4

0.35

3.9

1

4.01

0.45 4.42 0.70 8.32

8.49

8.49 8.52 8.528.52 8.52

4.42 8.32

26.75 6.66 10.59 9.50

28.49 30.56

35.11

29.58

28.82 85.54

4.60

11.25

10.55 N

43. Rilievo

Piano Primo Piano Secondo Piano Terzo

Convitto:

Piano Quarto

83

(5)

4.2IL VALORE DEL COMPLESSO DELLA FILANDA

11 Aprile 1984

Oggetto: Massa – “Filanda di Forno” – Motivazioni di particolare interesse storico - architettonico in base all’art. 4 della legge 1/6/1939 n° 1089.

Il complesso denominato la “Filanda di Forno”, di proprietà dell’amministrazione Comunale di Massa, sito nell’omonimo comune segnato al N.C.E.U. al F.16 mappali 141-142-143-144, ha interesse particolarmente importante ai sensi della citata legge perché: oltre al già caratteristico insediamento di mezza costa alla confluenza di due corsi d’acqua in un contesto paesaggistico e naturalistico praticamente integro riveste di per sé un notevolissimo interesse per il territorio tutto sia dal punto di vista storico sociale, in quanto è l’unico esempio di grosso insediamento produttivo della fine ‘800 inizi

‘900 in una vasta aerea montana caratterizzata dalle tradizionali attività agricole e di estrazione, sia dal punto di vista architettonico, in quanto costituisce un articolato esempio di archeologia industriale che conserva ancora molti elementi legati alla lavorazione tessile (dai macchinari originali di produzione e distribuzione dell’energia idroelettrica coi vani tecnici e di servizio alle officine coi magazzini e gli uffici) e alla residenza dei lavoranti (con la palazzina degli impiegati e gli edifici per gli operai o la mensa, la lavanderia e la cappella).

Per i suddetti motivi si ritiene senz’altro che la “Filanda di Forno” rappresenti un elevato valore storico-artistico…

Il Soprintendente

(Dott. Arch. Giovanna Piancastelli Politi)20

Poche parole del soprintendente riconoscono lo stabilimento di Forno del Cotonificio Ligure non solo degno di tutela da parte dello Stato Italiano, ma evidenziano la pluralità degli aspetti che ne giustificano senza dubbio la difesa e la valorizzazione.

20in Comune di Massa-Ufficio Finanze e Patrimonio, Fascicolo Filanda

84

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45. Panorama da “I Tufi”: Parte posteriore

44. Panorama da “I Tufi”: Parte anteriore 85

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Come fa notare lo storico locale Massimo Michelucci il valore dell’edificio trascende gli ambiti locali essendo “basata su riscontri oggettivi e dati di fatto che avvalorano il rilievo della struttura “Filanda” a livello di archeologia industriale ed a livello storico, economico e sociale” 21.

Il semplice riconoscere la Filanda come monumento di archeologia industriale in quanto tale significa ammettere che essa ha a che fare con fatti che sono ad un tempo storici, nel senso del documento, che sociali, nel senso della loro rilevanza.

“Il fascino dell’architettura industriale è questo: non si tratta soltanto di ruderi vicini a noi (cento anni fa..), ma di un patrimonio vivente da collettivizzare. Ma perchè da casa dei padroni divenga casa del popolo non basta andar dal notaio e cambiare proprietà…”22.

In tal senso va interpretata la proposta della “Fabbrica di cultura”; la restituzione alla gente della Filanda passa attraverso un suo “uso”, un suo

“godimento” che vanno oltre il suo “essere edificio pubblico”. Il pubblico, i visitatori e gli artisti devono avere la possibilità di scoprire, provare e vivere tutte le opportunità e le potenzialità che un complesso del genere può offrire.

D’altronde deve essere chiaro come questo sia anche un loro diritto per lo stretto legame che unisce il complesso industriale con la gente e i luoghi che vi hanno convissuto.

Rileva ancora Massimo Michelucci “esiste, infine, una rilevanza che si potrebbe definire soggettiva, termine con il quale tentiamo di riassumere nel giudizio oltre all’estetica anche altri particolari punti di vista quali la sensibilità ecologico-ambientale ed anche il rapporto emotivo che si esprime nell’attaccamento alle cose antiche che avvertiamo far parte delle nostre radici”23.

Ancor più esplicito è Eugenio Battisti: “…per quanto si tratti di storia recentissima, essa è terribilmente appiccicata alle mura di questi edifici e alla nostra pelle in quanto è fra esse che è nata la vera condizione umana moderna”24.

Come non si deve dimenticare l’importanza e il valore di questi edifici come

21 Cfr. Note storiche sulla Filanda di Forno, Massimo Michelucci, Ceccotti editore, Massa 1992

22 Archeologia industriale. Architettura, lavoro, tecnologia, economia, e la vera rivoluzione

industriale, Eugenio Battisti, Editoriale Jaca Book, Milano 2001

23 Cfr. Note storiche sulla Filanda di Forno, Massimo Michelucci, Ceccotti editore, Massa 1992

24 Archeologia industriale. Architettura, lavoro, tecnologia, economia, e la vera rivoluzione industriale, Eugenio Battisti, Editoriale Jaca Book, Milano 2001

86

(8)

elementi depositari della nostra più recente storia così non li si deve abbandonare ad un lento declino.

“Le rovine, quando sono simboliche, non si sgombrano facilmente anzi rischiano di soffocarci. Da noi, in Europa, la loro subdola poesia, che ammalia, allontanando dai problemi reali che sono sempre quelli dello sviluppo e non della conservazione, è risorta in un’accezione quanto mai raffinata, come una idolatria dei centri storici, che non solo sono stati protetti (ed è stato doveroso farlo), ma sono andato trasformandosi in residenze di lusso, paradisi del terziario più sofisticato, teatro di animazioni turistiche” 25.

L’affermazione risulta pure valida se applicata ad un edificio che, per quasi mezzo secolo, è stata una fabbrica capace di dar lavoro a centinaia di persona e dalle dimensioni tali da cambiare un paese intero sotto gli aspetti culturali, economici e sociali.

Questo suo essere stato un luogo del “fare” rappresenta per il recupero della Filanda di Forno uno dei punti chiave che ne giustifica gli intenti.

Come in passato la Filanda offrì un’opportunità ad un paese e ad una città in difficoltà economiche e sociali, così può un suo recupero ed una sua conversione rappresentare un altro, altrettanto importante genere di aiuto ad una comunità che soffre ormai da tempo di una mancanza di spazi e di servizi.

4.3UN PROGETTO PER LA FILANDA

La Filanda ha rappresentato per Forno e per gran parte del comprensorio massese una vera rivoluzione dal punto di vista economico e sociale.

I tristi eventi della guerra, la distruzione della fabbrica che ne ha reso impossibile la riapertura, il declino delle attività estrattive hanno portato a un massiccio fenomeno migratorio e a un progressivo allontanamento dei giovani del paese e della montagna, nonché ad un vero e proprio impoverimento sociale, economico e culturale.

Oggi come oggi il recupero della Filanda rappresenta un occasione.

25 Archeologia industriale. Architettura, lavoro, tecnologia, economia, e la vera rivoluzione industriale, Eugenio Battisti, Editoriale Jaca Book, Milano 2001

87

(9)

47. Il “vuoto” della parte centrale

46. La Filanda: Parte anteriore, parte centrale e “palazzo dei tecnici” 88

(10)

Un’occasione per proporre un progetto che presenti l’utilizzo di uno spazio

“importante” come catalizzatore e trampolino di esperienze che si prefiggono di creare uno spazio di confronto culturale e sociale per i cittadini; un progetto che consideri i concetti di socialità, cultura e attivismo come funzionali ai bisogni e ai diritti.

Sono anni che nel comune di Massa non esiste uno spazio, sia fisico che politico, che permetta e offra la possibilità di fare attività alla cosiddetta “società civile”.

Il progetto di un tale centro vuole pertanto colmare un vuoto culturale, ma anche relazionale, che sempre più si respira nella città di Massa, nella sua

“periferia” ovvero nei paesi della montagna; vuole diventare un punto di riferimento e di aggregazione per tutti i soggetti della cittadinanza che in esso si possono ritrovare.

Acquistata dal comune di Massa nel 1983 il complesso della Filanda è stato interessato da un gran numero di interventi, che, una volta portati avanti, hanno riguardato solo alcune parti senza riuscire ad evidenziare l’intento programmatico dei lavori che venivano svolti.

Il primo recupero riguardò il corpo di fabbrica anteriore e fu curato dall’architetto Pier Luigi Mosti Zonder. La Filanda “ristrutturata” fu riaperta al pubblico il 25.4.1985; il manifesto celebrativo recitava: “la Filanda appartiene da oggi alla comunità perché il passato possa entrare nel futuro della città”.

L’intervento era finalizzato ad arrestare il degrado della struttura “in attesa della individuazione del suo miglior recupero funzionale” 26.

Contemporaneamente il comune iniziò ad occuparsi della riattivazione della turbina allo scopo di realizzare una centrale elettrica.

L’amministrazione consultò anche il prof. arch. Gian Franco di Pietro di Firenze per la stesura di un piano di Recupero del complesso edilizio.

Numerose furono poi le proposte provenienti da enti pubblici e da privati che si interessarono alla Filanda.

Nello stesso anno dell’inaugurazione il dott. arch. Silvio Coppola espose all’amministrazione comunale un’idea di un progetto per convertire la Filanda in una sede per “un istituzione-laboratorio di progettazione e di design” 27.

26 in Comune di Massa-Ufficio Finanze e Patrimonio, Fascicolo Filanda

27 in Comune di Massa-Ufficio Finanze e Patrimonio, Fascicolo Filanda

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Nel 1986 l’architetto Mosti presentò una “proposta di utilizzo dell’Ex-Cotonificio Ligure di Forno a museo del lavoro apuano - Recupero del vetusto materiale edilizio facente parte il complesso “Filanda” per scopi inerenti l’attività museale e socio ricreativa” 28.

Più volte, tra il 1987 e il 198929, il Consiglio Circoscrizionale n. 1 - Zona Montana spinse per la realizzazione di un parco pubblico attrezzato per i bambini, fino a proporre un progetto di recupero dell’intero complesso a fini culturali, proposta che sembrava raccogliere le idee fino ad allora presentate dai vari enti.

Nel 1992 fu stipulata la Convenzione per cessione in uso gratuito al Parco delle Alpi Apuane di alcuni locali della Ex-Filanda di proprietà del comune di Massa per la realizzazione di un “centro visitatori” 30. Il comune concesse le stanze dell’ultimo piano dell’edificio anteriore e in cui l’ente Parco insediò una delle “porte” del Parco delle Alpi Apuane.

Nel 1996 l’amministrazione incaricò gli architetti Pier Luigi Mosti Zonder e Francesco Guglielmino della redazione di un progetto di massima per il recupero del convitto e per la riattivazione della turbina con l’installazione di un piccola centrale elettrica31.

Il progetto prevedeva il restauro dell’edificio e la conversione dello stesso in un centro comprendente sale polifunzionali, un ristorante e un ostello.

I lavori sul convitto, quando avevano ormai raggiunto uno stato avanzato, furono però interrotti a causa del fallimento della ditta appaltatrice.

Fondi europei permisero invece l’ultimazione dei lavori per la riattivazione della turbina.

Di recente il comune ha messo mano ad una revisione del progetto del convitto per una ripresa dei lavori ormai fermi da anni.

28 in Comune di Massa-Ufficio Finanze e Patrimonio, Fascicolo Filanda

29 in Comune di Massa-Ufficio Finanze e Patrimonio, Fascicolo Filanda

30 in Comune di Massa-Ufficio Finanze e Patrimonio, Fascicolo Filanda

31 in Comune di Massa-Ufficio Finanze e Patrimonio, Fascicolo Filanda

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50. Fotomontaggio parte posteriore

48. Il montacarichi del reparto filatura 49. Il convitto operaio 91

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4.4UN CENTRO CULTURALE COME “FABBRICA DI CULTURA

Proseguendo l’evoluzione dei progetti e degli interessi che il recupero della Filanda ha suggerito si è immediatamente pensato ad una sua conversione totale attraverso l’inserimento nell’edificio principale di un centro culturale. Tale proposta rientra nell’ottica delle destinazioni che l’amministrazione attribuisce alle varie parti del complesso, con progetti che lei stessa ha sviluppato o che sta sviluppando o ha già fatto(Museo di Archeologia Industriale, Porta del Parco delle Apuane, Museo della Memoria, ostello, sale conferenze e spazi espositivi).

La grande quantità di spazio a disposizione e l’impronta dell’eventuale intervento sull’aspetto pubblico, culturale e sociale hanno consigliato inoltre di indirizzare il tutto non su un’arte specifica ma sulla totalità delle arti: pittura, scultura, teatro, musica, cinema, ecc.

La sua originale vocazione ha fornito spunti per non ridurre il complesso ad uno spazio in cui poter semplicemente godere dell’opera altrui ma di trasformarlo in uno “strumento” attivo, una vera e propria “Fabbrica di cultura”, vale a dire dotarlo di una serie di spazi in cui essa non possa solo essere “fruita” ma anche, e soprattutto, “creata”.

L’insediamento di un così grande centro potrebbe rivelarsi di notevole impatto dal punto di vista turistico ponendosi come alternativa d’interesse al litorale e fungendo da polo d’attrazione e da lente d’ingrandimento per quegli elementi e quelle bellezze che caratterizzano la zona montana massese.

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