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Pietro Greco

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Academic year: 2022

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Pietro Greco, è giornalista scientifico e scrittore, responsabile del Centro Studi della Città della Scienza di Napoli. Si occupa da tempo di divulgazione di storia della Scienza. È stato coautore responsabile scientifico di Pulsar. Storia della scienza e della tecnica nel XX secolo, programma televisivo in 20 puntate prodotto dalla Quadrofilm e messo in onda dalla RAI (1999- 2000), e di X Day. I grandi della scienza del Novecento, programma televisivo in 24 puntate prodotto dalla Quadrofilm e messo in onda dalla RAI (2001-2002). Le due opere, parzialmente integrate, sono pubblicate a partire dal 2007 in Dvd dalla rivista Le Scienze. Tra i suoi libri a carattere storico: Hiroshima. La fisica ha conosciuto il peccato; Editori Riuniti (1995); Il sogno di Einstein, CUEN (2000); Einstein, Alpha Test (2004); La Città della Scienza, Bollati Boringhieri (2006); Buongiorno prof. Budinich. La storia eccezionale di un fisico italiano, Bompiani (2007); L’astro narrante. La Luna nella scienza e nella letteratura italiane, Springer Italia (2009); L’idea pericolosa di Galileo. Storia della comunicazione della scienza nel Seicento, UTET (2009); Einstein aveva ragione. Mezzo secolo d’impegno per la pace, ScienzaExpress (2012); Margherita Hack, L’Asino d’Oro (2013); Galileo, l’artista toscano, Springer Italia (2013); I maestri del pensiero ecologico. Giancarlo Pinchera, Legambiente (2014); La scienza e l’Europa/1. Dalle origini al XIII secolo, L’Asino d’oro (2014); Lise Meitner, L’Asino d’oro (2014); Marmo pregiato e legno scadente. Albert Einstein, la teoria della relatività e la ricerca dell’unità in fisica, Carocci (2015);

La scienza e l’Europa/2, Il Rinascimento, L’Asino d’oro (2015); Storia di π, Carocci (2016); La scienza e l’Europa/3, Dal Seicento all’Ottocento, L’Asino d’oro (2016).

Con Lelio Mazzarella e Guido Barone ha pubblicato, Alfonso Maria Liquori. Il risveglio scientifico negli anni ’60 a Napoli, Bibliopolis (2013).

Nel mio intervento cercherò di delineare le storie convergenti che videro presenti a Napoli, all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso, uomini di scienza – tra cui il chimico Alfonso Maria Liquori, i fisici Edoardo Caianiello e Franco Pancini, i biologi Adriano Buzzati-Traverso e Alberto Monroy – che erano non solo di grande valore, ma avevano anche un progetto comune: fare di Napoli un nodo importante della rete mondiale della ricerca. Quelle intelligenze e quel progetto realizzarono il “miracolo napoletano”. Un miracolo – un progetto comune – che, tuttavia, fu rapidamente dissolto. Perché, per dirla con Edoardo Caianiello, a Napoli le forze distruttive dell’antimateria prevalsero su quelle costruttive della materia.

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