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Solo un ascolto vero della Parola e una partecipata celebrazione dell’Eucaristia orientano a vestire la nostra vita di una spiritualità della carità e della prossimità

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FA SUONARE LE CAMPANE Audiolibro su testi di don Tonino Bello

21 giugno 2012 – Radio Vaticana

Don Francesco Soddu – Direttore di Caritas Italiana

Mons. Antonio Bello, vescovo di Molfetta, per tutti resterà per sempre don Tonino.

Uomo di straordinaria capacità comunicativa che ha saputo coniugare il messaggio evangelico in forme ed espressioni nuove e pregnanti: fra le tante “chiesa del grembiule”, per sottolineare proprio la missione di servizio e la scelta degli ultimi.

Un cristiano autentico che, nella sua missione, scelse di abbandonare i “segni del potere” per proporre il “Potere dei Segni” e da questa coerenza fece discendere le sue opere di vera carità.

Una carità che – anche nella vocazione della Caritas – diventa impegno educativo, di sensibilizzazione sulla prossimità evangelica, di coordinamento possibile, dentro il contesto vivo del cammino ecclesiale e in rapporto quotidiano con la Comunità. Un impegno che ha una fonte precisa. Che si parli di grandi emergenze (ultime quelle dell’Emilia e del Corno d’Africa), di promozione degli ultimi, o di lotta contro l’esclusione sociale, si tratta sempre di mettere a frutto il dono che noi riceviamo dalla Grazia che incontriamo nella celebrazione dell’Eucarestia.

Solo un ascolto vero della Parola e una partecipata celebrazione dell’Eucaristia orientano a vestire la nostra vita di una spiritualità della carità e della prossimità. Una spiritualità di grande respiro:

attenta al complesso delle realtà terrene e storiche; capace di sviluppare una dinamica missionaria che fa dell’incontro, del dialogo e della relazione i suoi capisaldi e in grado di scorgere sapienzialmente la presenza e l’opera di Dio dentro le realtà create.

Si tratta, in ultima analisi, di scegliere, come scrive lo stesso don Tonino “ la strada battuta dagli ultimi, come luogo da dove parte la liberazione operata dal Signore. Gli ultimi, quindi, non vanno considerati solo come i destinatari delle nostre esuberanze caritative o come i terminali delle nostre effusioni umanitarie, ma soprattutto come i protagonisti della storia di salvezza che il Signore vuole ancora oggi realizzare sulla terra a vantaggio di tutti”.

In altre parole siamo chiamati a promuovere cammini di vita buona del Vangelo ricchi di dono, gratuità e speranza, grazie agli ultimi. Ad esempio attraverso la cura della scelta pastorale delle relazioni, che impegna a ridisegnare la pastorale della carità non solo attraverso la ‘conta’ delle opere e dei servizi, ma attraverso luoghi, strumenti, storie, occasioni di incontro, di ascolto e relazioni con le persone, soprattutto con quelle in situazione di precarietà, fragilità e povertà.

A questo punto il discorso cade sulle strutture che la Chiesa si dà per portare a compimento questo duplice servizio a vantaggio degli ultimi e a vantaggio di tutti attraverso gli ultimi.

Ecco allora che don Tonino dice della Caritas: “Occorre chiarire un equivoco: la Caritas, diocesana o parrocchiale che sia, non è l’organo erogatore di aiuti, distributore di fondi,

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promotore di collette da dividere tra i poveri. È, invece, l’organo che aiuta l’organismo a realizzare una sua funzione vitale: la pratica dell’amore. È l’occhio che fa vedere i poveri, antichi e nuovi. È l’udito che fa ascoltare il pianto di chi soffre e amplifica la voce di Dio che provoca al soccorso e alla salvezza. È indispensabile sollevare lo sguardo alla mondialità di certi problemi, come quello della fame, della guerra, della corsa alle armi, dell’ingiustizia di certe impostazioni economiche, dei debiti del terzo mondo, del vilipendio dei diritti umani … “.

Un chiaro invito a ripensare il dono, la gratuità, attraverso la cura dell’uso dei beni. Il territorio, la città vanno arricchiti di storie e itinerari ricchi di esperienze di gratuità, servizio, di consumi in senso equo, solidale e responsabile, di risparmi in senso etico e globale, di investimenti attenti agli aspetti sociali (casa, sanità, educazione, cultura, …), alla cooperazione internazionale e al rispetto del creato.

“È impossibile - sottolinea don Tonino citando L’Evangelii Nuntiandi - accettare che nell’evangelizzazione si possa o si debba trascurare l’importanza di problemi oggi così dibattuti che riguardano la giustizia, la liberazione, lo sviluppo, la pace nel mondo. Sarebbe dimenticare la lezione che ci viene dal Vangelo sull’amore del prossimo sofferente e bisognoso. Un modo splendido per dire che abbiamo il diritto di annunciare e di attendere un “altro mondo” solo se ci saremo impegnati a far sì che un “mondo altro” si affermi sulla terra”.

Collegandomi a queste parole chiare e impegnative, mi piace concludere e rilanciare l’esortazione che Benedetto XVI ci ha rivolto lo scorso novembre, in occasione dell’Udienza per i 40 anni di Caritas Italiana:

“Vivete la gratuità e aiutate a viverla. Richiamate tutti all’essenzialità dell’amore che si fa servizio.

Accompagnate i fratelli più deboli. Animate le comunità cristiane. Dite al mondo la parola dell’amore che viene da Dio. Ricercate la carità come sintesi di tutti i carismi dello Spirito”.

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