• Non ci sono risultati.

di Pietà in Trieste. I. ANNO. Sabato 15 Agosto ~ ~fonte

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "di Pietà in Trieste. I. ANNO. Sabato 15 Agosto ~ ~fonte"

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

L' !SSOOIAZIOR!

per un anno anticipati r. ·4. · ;; Se.mestre e_trime~lrein proporzione.

I. ANNO. Sabato 15 Agosto 1846.

~51-52.

~fonte

di Pietà in Trieste.

l

t Consiglio municipale di Trieste; col benigno ag- gradimento di S. l\lacstà l. R., deliberava di aprire in

·Trieste un Dfonte di pegni, del quale la popolazione a-

ve\ia··difetto e desiderio. Nei tempi addietro ve ne aveva uno aperto nel1634 dal vescovo di 'frieste, conte Pompeo Coronini, mediante danaro elargito rlalla pietà, ed era collocato sulla piazza del Rosario; però nel 1769 '"eniva

a cessare. j

· L' odierno Monte è garantito dall'riunicipio di Trie- ste, il quale anticipò le sprsc di acquisto dell'edifizio, e di prima pirmla. L'edifizio è collocato sulla via al castello, di fianco all' antico episcopio, or manicomio, e fu adat- htlo all'uso cui è destinato. Si darà danaro verso pegno di Oggetti preziosi, ed anco di non preziosi, pochissimi effe~ti eccettuati la di cui conservazione s~rebbe peric$?- losa, o che non sono adatti allo scopo dì So-ccorrere·

ir

repentino bisogno del povero. _

Il Consiglio municipale nominava a direttore dello stabiliment.o il Dr. Carlo Nobile; nomina che venne ag- gradita dall'l. R. Governo: sentiamo che tra brevi giorni lo sta~ilimento verrà aperto all'uso del pubblico.

E questo il terzo stabilimento che sorge in Trie- ste, destinat.o a promovere li interessi materiali ed anche i morali; la Cassa di risparmio cioè, quella di sconto,

l

fondate queste due e garantile dalla concorde volontà · della Borsa mercantile e del comune; e questo dei pegni a tutta Cura del Municipio, cui si augura sorte prospera, corrispondente alle pie intenzioni del corpo fondatore.

d.l Dr. Pietro Handler

TRIESTE.

Animato dalla fiducia di fare a Lei cosa grata pel tanto amore che porta alle antiche e moderne opere, che abbelliscono la provincia dell' !stria, .

. . . . . mi sono dato premura di discoprire il nome d'alcuni artisti, che nei secoli trascorsi ornarono molte chi<'SH di questa ciltà Ji pitture insigni; la ricordanza delle quali ,iJeve anco tra noi ridestare l'amore per lo studio d' un~arte, che ha per iJggetto in ispecial modo il bello, e che gia tempo fiori in Giustinopoli. . .

Nella cattedrale vi avevano d1 molte eccellenll p1llure, fra le quali alcune dei due Carpaccio, del Panzazano, del Celesti, del Zanchi, e del Libcrti. Al presente non ab- biamo il conforto di tutte contemplare, perchè trasportate

!ungi .da Capodistria, in epoche.'luttuos0., .. . Nella chiesa di S. Diaria, ovvero di S. Anna, esi-

stono tuttodi più quadri del Giambellino e del Conegliano;

di. Benedetto Carpaccio è il quadro del Ss. Nome di Gesù, di Santa Croee quello delle. Sacre Vergini, di . Pietro Mera quello di S. Didaco. ,. '

Nella chiesa di S. Mart'llsi vedono tele del Vero~

nese e del Fiammingo. NeLguadro dell'altare maggiore si scorgono le Sante s.,._O:relle 1\lartà e Maddalena, che as- sistite dalli due Serafini Francesco ed Antonio olferiscono la cillà alla Vergine Madre del Divin Verbo.

Nella chiesa di S. Nicolò tra i quadri distribuiti all' intorilo,. rappresentanti le gloriose gest.a del Santo, se ne ammjr-à uno celebre del Carpacdo, espresso coi

più vivi colori. .

Nella chiesa di S. TGmàso eravi altra pittura del Carpaccio.. Ma la chiesa. or fa 80. ann.i, per una scintilla portata dal vento su di un'a cortihiCdelle finestre, divenne un mucchio di sassi; ed alla rabbia dell' incendio non si potè soltrarfe che un qUadro l'appresentautè

r

t\omo Dio

in .croce. La sacra tela fu ristà:urata dal bravo pittore

nostro· éoricittadinO De 1\fori, che riel verde degli-anni cessò di vivere in tGrra, per etern~m!3nte v_h•ere in ·ciclo.

Nell'or soppressa chiesa della Be·alissima Vergine Assunta al cielo, detta anche la Rotonda, altra fiata "si mirava con ,diletto la solenne Coronazione della Vergine per mano dell'Eterno Padre; opera· dell'insigne Carpaccio.

Nell'altra pur soppressa chiesa di S. Domenico erano due celeberrime pitture, una rappresentante S. Antonio Abba te, l' allra la Beatissima Vergine, ambe dei Tiziani, padre e figlio. I Misteri del Santissimo Rosario furono parte delineati da Stefano Celesti, e parte .coloriti da Pietro Bellotti.

"Nella soppressa chiesa di S. Francesco· gl' intelli-

genti lodavano le pitture del Santo di Padova e del Re- dentore in croce, nCHa prima delle quali si ravvisava a colpo .d'occhio la mano di Pietro Bellotti, che sapeva inspirare allo' spettatore eara mestizia, ·nella 'seconda il pennello viva~e del Palma.

La chiesa di S. Chiara, similmente soppressa, an- dava superba d'insignì dipinti, fra 'quali due del Palma.

Il valoroso triestino l'rem ne illustrava a guazzo la v6lta.

Altre chiese pure· mostravano opere, tanto di con- citt.adini che di fo~~sticri, degne di essere ricordate, se i limiti d'una lettera me lo pcnriettessero.

Nel !)uomo furono trasportati, dal cavaliere Ange- lo Calafati; i ·>magnifici ·altàri della· chiesa de' Servi, c di quella di S. Chiara; ma che sia avvenuto dei quadri che vi erano è meglio tacerlo. In questo secolo, che 1\ltli parlaQo:·<J:'jincivilimentq, dobbiamo con nostro som- n~o-co!do![:io compiangere ~a crassa ig~oranza di taluno

(2)

204

. di ·questo basso popolo, cb e per vile ~ada_gn?, spronato da scaltri speculatori, spogliò le s~e ~btlazwm d~ quelle preziose pitture, che i suoi maggiori avevano m t~nta venerazione conservandone gelosamente la proprietà.

Ahi l che m~lte di queste passarono 'a far qlOStra · di sè in estranee regioni. . .. .. . . .. Grandioso quadro, nconoscmto msig~e «<a celebri artisti fu trasportato in Trieste.

Dispiacenti per tali infauste vicende, non possiamo che porgere voti al cielo p el miglioramento delle patrie cose.

• Ora passiamo-oltre.

La città di Pirano vede fornite · le sue chiese di egregi dipinti, fra' quali quello di S. Pietro primeggia con opere del Ventura. Attualmente poi la chiesa di S.

Giorgio si abbelll col Martirio dello stesso Santo, dipin-

·to dall'egregio Pagliarini.

Anche Isola vanta q" dri insignì : qui noteremo i principali, come: nella. ~·esa parocchiale di S. Mauro quello del Redentore e de Vergine Madre, lavori del Palma, a non parlar di altri ello11'"Spilimbergo, del Santa- Croce e del Ventura.

Non solo nelle città, ma p111' anco nelle chiesè vil- lereccie si ammirano classici dipinti , e fra questi non è da passare sotto silenzio la villa di S. Antonio, la di cui chiesa ,conserva preziosa tela del Carpaccio, rappresen- tante I. effigie dello stesso Sànto.

Eccoci alla fine della nostra breve memoria non senza speranza di vedere dai nostri studiosi concittadini opere degne di encomio, e capaci di rimarginare le no- stre ferite. - Aggradisca, ecc. ecc.

.Capodistria, 6 luglio 1846.

GEDEONE PUSTERLA.

Dist1·etto di Parenzo.

Parenzo, dapprima municipio romano, e dopo la

batt~g!ia di Azio, colon~a e municipio insieme, ebbe agro

mumm~ale, se non ampw, certament~ propizio per con- figuraziOne, Il _quale abbracCiava negh odierni ripartimen- ti il sotto-comune di Parenzo con Maggio e Cervaria Villanova, Varvari, Sbandati, Monsalice, Monghebbo;

Arativo

l

Arativo vignato

Arativo olivato

l

Arativo

l

vignato ed

olivato Vigne Vigne

olh;ate Oliveti ·1

Parenzo con Maggio • 246, 310 653,1560 155,1535 347, 742

- - -- - -

Dracevaz. 79,1!23 176, 862

-- - - - - - - - -

Foscolino. 195, 414 166, 873

- - -- - - - - - -

=

Fratta. 104,1192 318, 860 12, 46 41,1040

- - - - - -

!!ii

Abrega 79,1512 128, 909 46,H60 89,H86

ii!!

- - - -

- -

~ \ ~lonsalice 92,1UO 333, 773 9,1003 42, 302

- - -- - -

.

:

r ...

Sbandati . 141, 602 566,1494 273, 784 967, H 25,H07 39, 443 35,1541 4, 377

- - - - - - - -

-2, 465 -

Torre . 133, 935 303, 743 54,1218 89, 89

- - - - --

Vamlri 26, 244 102,H86 3,1365 46,H24

- - - - --

•Villanova. 190, 656 590,1069 38, 678 58, 52

- - - - - -

\""w .

265,1318 354,1549 202, 305 14,1576 326, 528 104, 318 57,1493

;!l

Fontane • 235,1248 324, 316 62, 463 . 41, 788

- - -- - -

= ~ G~ld•

o """'"

2H, 295 219, 539

-- - - -- - - --

~ S. Lorenzo . 10'76, 650 770, 347 42,1529 9,1184

-- - - --

=

S. Michele di Leme 144, 207 269, 217

-- - - - - - - --

Mompaderno. 94'7,1581 575, 603

- -

- -

-- - - --

4738, 491 "6528, 401 692,12521 851,_ 401

l

326, 528 104, 3181 60, 3581

(3)

Fontane, Foscolino, Dracevaz; circondato da ogni parte con territori tributari. Nell' assegnazione fatta da Augusto delle limitrofe comuni ai municipi, per li r,arichi pubblici e pel governo, Parenzo estese la sl!a giurisdizione as- sai fra terra, e non solo giunse al gran vallone (Draga) ed al Leme ed al Quieto che sono limiti naturali del- l' agro parentino,-ma li sorpassò; di che sono prova an- che le giurisdizioni vescovili e capitolari conservate sino al finire del secolo passato. Però queste aggiunte furono dell'agro giurisdizionale, non dell' agro municipale; il quale fino a' tempi moderni, fu ristretto, come abbiamo indicato, ed avea la superficie di leghe 2,0817.

Orsaria fu comune tributario e soggetto, venne af- francato dal principe veneto nel 1778; fu trattato allora di unirlo a Parenzo, od a S. Lorenzo, poi si conchiuse a farlo comune libero ed ebbe podestà.

S. Lorenzo, detto del Pasinatico, fu comune tribu- tario in origine, poi alfrancato, che abbracciava S. Lo- renzo e Mompaderno, ed ebbe reggimento ·proprio lucro- so, e non degli ignobili della provincia. Ebbe di super- ficie 9541 iugeri austriaci.

l l l

Pascoli

Orti Prali Pascoli

alborati

! l

l l

l

18,1511 59, 296 415, 274 i l

--

3,1395 1, 144 64,1589

l - -

3,1425 34, 477 191,1339 l - -

l

5,1128

- -

148, 82

!

168, 650

2, 768 2; 149 228,1285

i - -

3,1230 34, 844 105, 157

l - -

4, 656 34, 54 165, 323 l

- -

19,1436 18, 180 538,1586

l

- -

l

8, 342 12,1048

434, 674

- -

-,1373

- -

74, 207

- -

14,1431 2, 155 133, 841 257,1194

7,1104 20, 771 389; 167

- -

T, 875 70, 927 176, 3

l

- -

2,1214 11,1172 284, 789 - -

25, 472 85,1448 1505, 834

- -

6,1t95 7,1157 464, 819

l - -

11, 820 3,1057 818,1044 324, 616

205

Torre era già baronia dei conti d' !stria, poi di Casa d'Austria; caduta per fatto di guerra in potere dei Ve- ne ti, fu data pel governo a Cittanova. V' erano altre ba- ronie, con vincolo feudale, quali S. Michele, Caliseto, poi Fontane semplice bene censuario; Cervaria soggetto al reggimento di Parenzo •.

Alla composizione di comuni moderne nel 1807, le baronie vennero abolite, S. Lorenzo cessò di essere co- mune e fu incorporato a quello di Orsaria, il quale si abbracciò i territori feudali. Torre fu amalgamata a Pa- renzo. Al cantone di Parenzo si diedero i nuovi comuni di ~lontona, di Visinada, siccome lo erano del diparti- mento austriaco di Parenzo del 1800, il quale abbrac- ciava anche Cittanova.

Nel ripartimento del 1814, come in quello del 1818, il distretto si compose di tre comuni, Parenzo, Orsaria, Cittanova. Più tardi Cittanova passò al distretto di Buie;

per lo che rimasero due comuni, ·nei quali sono pure comprese le baronie feudali restituite; ripartiti i comuni in frazioni censuarie o sotto-comuni. La superficie odierna del distretto è di 37448 iugeri.

l

Bosco alto

l

Bosco

l

Area

Palude

ceduo d' edifizi

i

- - - -

1209,1404 22, 859

- -

- -

220, 996 t, 959

- -

521, 413 2, 34

-- - -

694, 115 4, 317

- - - -

415, 598 3,1253

- - - -

228, 833 4, 6

- - - -

455, 609 5, 50

- - - -

3157,1259 16, 647

120,1370

! - -

794,1236 8, 333

-- - -

72,1529 1,1031

- -

- -

1261, 191 10, 28

- - --

770, 428 3, 511

- -

- -

444, 960 1,1387

- - - -

1095, 814 1,1530

- -

38,1406 1634,1015 17, 549

- - - -

928,1129 5, 287

- - - -

1421,1358 8,1296

148, 775

l

398, 279

l 613~,

813

l

750, 860

l

120,1370

l

38,1406

l

15327, 487 1117,1477

(4)

206

Distretto di,- Rovigno.

~ ' l . ~~ . 1 ,, ' '

L' odierno distretto di Rovigno, il quale misura in superficie 27536 iugcri àustriaci, si compone' di due·tcr~

ritori comunali dei tempf della veneta Repubblica, di Rol vigno cioè e di Valle,. ognuno. dei quali aveva il proprio reggimento 1 ed il proprio podestà inviato da Venezia.

Rovigno. da:·tempi assai antichi fu comune da per sè, pe- rò tributario, e se non travediamo, fu nell'antichità· il più insigne dei comuni istriani non coionizzati···,dai· ro- mani, e sovra gli altri distinto anche nel cadere del se- sto e del nono secolo; insignito. di V ~scova~o, come se piace a Dio, saremo a· comprovare. Mancano, è vero, no- tizie scritte di storici; mancano le leggende; e le pic- cole pietre scritte ed i cotti letterati non ·pervengono a conoscenza dei dotti, pfire l'agro rovignese è più che altro ricco di testimonianze antiche ed il terreno abbonda di antiche minutaglie, sempre preziose.

L' agro di Uovigno non. fu sì esteso in antico co- me lo è oggigiorno: estremi punti sulla costa erano· il

l

castello S. Martino in fondo al sacco di Leme, ed iJ. pro- montorio che chiude a settentrione il porto di Vistro, confine il mare, ed una linea che da S. 1\lartino correva a Vistro. La condizione sua di comune non colonizzato fu impedimento che si estendesse sopra agro maggiore siccome avvenne delle colonie e dei municipi romani che ottennero giurisdizione sopra i comuni circostanti ; la piccolezza fu però nell' antir.hità compensata dalla posi- zione maritt.ima assai propizia. Nei tempi di mezzo ebbe alcuni aumenti di territorio nelle parli di mezzogiorno alle spiagge del mare, però non furono di grande im-~

porlanza. -La villa di Rovigno non fu frazione separata, piuttosto recente colonia agricola di Slavi; l'agro rovi- gnese misurava 24954 iugeri austriaci.

Valle ne misurava f4304, e fu, come sembra, baro- nia, affrancatasi nelle vicende politiche avvenute intorno il principio del secolo XIV.

Cessata la Repubblica veneta, Valle e Rovigno con- servarono la loro condizione di comune; ed anche nella composizione di comuni moderne nel f807, Valle con- servò la qualità di comune, sebbene insieme a S. Vin- centi fatesse parte del cantone di Uovigno.

Fu nella ripartizione francese del fS!f che .Valle perdette la condizione di coiTi une, e divenne frazione o contrada-del comune di Rovigno, e questa condizione venne confermala dalle ripartizioni del f8f4 e del fSIS, figurando Valle fra le frazioni censuarie o sotto-comuni di Rovigno; il cui distretto egualmente come Pola di un solo comune compone un distretto, suddiviso in tre fra- zioni, Rovigno, Villa, Valle.

Distr~tto

di Pola.

L' ag·ro dell' antica colonia di Pola comprendeva nei tempi. dell' impero' romano più terreno che non abbracci l' odierng Commissariato,. dacchè"gli _estremi punti di suo confine ·alla spiaggia del mare erano nel lato dell'Adria- tico il promontorio che sta al nord del porto di Vestre, e nel lato del Quamero il promontorio che sta al nord del porto di Carn[z~~f:P~r mo:!lo!. :che comprendev~ fra-

o o .~ .~

'E o

· -<

l

- -

--

"'

t -c>

,_·

c>

"'

"'

<Q

"'" '

"'

c>

c>

,.,

"'

"'

..,.

"' ..,.

"' ..,.

~ t -

~

~ c>

"' o

"' ..,.

,., -

c>

00 00

..,.

~ N

..,.

00

~

,,.,

..,.

:;::

t-t-

.,.- $

t -t -

::;!:

"'

.,· ,.,

"'

c 00

"' ,· -

,.,

"'

t -

"' .,.,.

"'

t-

c

,.,

"'

-

t-"

c

:;::

o

"

·;; bD O::" o

"' "'

00

,.,

"' :;::

"''

"' ,.,

:::1:

"' ,.,

<15" ~"

..,.

-~

,.,

t -

l l

l l

::;!:

,., ..,.

- "'

- ..,.·

<15"

t- 00

,.,

<O

"'

00

ì ~

l

t-"

@ <O t-

,.,

t-

-

eo" ::;!:"

..,.

00

"'

00

l

t -

..,.

..,.·

- "'

00 <O

,.,

~

-

," ,.,"

"'

00

"'

,., ,.,

~ t-

~ ..,.

.... :;::

t-c

..,. l

.,.,. l

00 :::1:

"'

~

"'

eo" <O"

c> <O

<O 00

00 c>

:;::

N

eo"

,,,

"'

c> O>

"'

c

..,.

""' ..,.

"'

-

<0-~ o> O>

,.,

-

o l

o::

"O o

"

~ -

-;; bD ~ -;;; ;;..

..

, '' -

(5)

zione del distretlo di Rovigno, e buona parte di quello di Dignano ; una linea retta dall' un porto all' altro era li- mite, Quest'agro fu tutto municipale, eccetluato forse il ca- stello di Momorano, ~che sembra essere stato tributario, poi baronale. Nei tempi di mezzo più remoti l'agro di Pola costituì contea, distinta dalla contea d' !stria, e que- sto titolo durò fino al cadere della Repubblica veneta, a- vendo sempre portato il rettore il titolo di Conte di J>ota, a differenza degli altri che si dissero 1!odestà Ed a' tempi romani sembra che le autorità municipali polensi es_ten- des$ero la loro giurisdizione sul comune di Barbana, or baronale. La superficie dell'agro municipale romano mi- surava 77,7000 iugeri austriaci, o leghe 7,77.

Nel secolo XIV od in quel torno la parte dell' a((ro che formò poi il territorio dignanese, e parte di Valle e piccola frazione dell'attuale di Uovigno alla marina si emanciparono da Pola e cost.ituironsi in comunità da

sè.l

Perdette in allora Pola 28000 iugeri, e l'agro suo fu circoscrilto a iugeri 49000.

Durante il primo governo austriaco dal f797 al 1805 non fu fatta innovazione; ma al ·comporsi ùei co- muni moderni nel 1807, Carnizza, 1\lomorano, 1\iarzana, della superficie di ff093 iugeri, furono tolte al comune di Pola e date a quello di Barbana; Pola medesima che fu sempre sede di reggimento distrettuale, venne chia- mata a far parte del cantone di Dignano, provvedimenti che furono anche più tardi efficaci. La ripartizione fran- cese del 1811 non portò alterazione; e nemmeno le au- striaGhe del f814 e del 1818, le quali del comune di Pola composero un distretto.

Il distretto di Pola ha oggigiorno la superficie di 38714 iugeri, formante un solo comune, ripartito in .14 frazioni o comuni censuarie, registrate rtell' unita tabella.

Geografia d' lsti·ia.

Abbiamo sott' occhio un opuscoletto del Sig. Raf- felsberger di Vienna, pubblicato in quest'anno, sull"Jstria e sulle isole del Ouarnero , il quale da esso viene in- dirizzato <1lle dotte socif:>tà, ed ai ·maestri di geografia, siccome libro che discorre di un paese ignoto del tutto , pur meritevole di essere conosciuto. Ci corre debito di parlare di questo libro, e .lo faremo; ma avvertiti per e- sperienza propria quanto sia difficile fare cosa che sia perfetta, ed asserendo il Ralfelsberger di avere· tratto le notizie, che pubblica siccome testo autorevole, da fonti autentiche e meritevoli di fede, ci è bisogno di proce- dere con verificazione di cose , tanto più quantochè le aSserzioni sue non concordano con quanto è di nostra indubbia credenza, o quantochè asserisCono cose le quali interamente ignoriamo. Così a mo' di esempio non potrem- mo si facilmente persuaderei che la lingua parlata dal popolo nelle città c nelle castella specialmente al mare, sia lingua adottata quasi in sostituzione di altra che sa- rebbe naturale, e che i marini parlino un gergo, un lin- guaggio C'onvenzionale, quasi furbesco, non intelligibile da chi non vi .è iniziato. Così a mo' d·' esempio non potre!flmO

p~rsuaderci eh è abbiano rango di città, o di borgate· o di ville quelle che esso indica· come tali, e che si dovreb- bero supporre insignite di tale rango dalle autorità com-

207

~

"'

(6)

~08

potenti od in tale condizione per diriUo s.torko, n è che le indichi tali in linguaggio architeltomco ; difficile' sembran- doci per mo' d'esempio di ritenere vii.laggw Il luogo ove è la lanterna di SalvDre, dove non CI sembra avere ve- duto più che una torre, ed un'unica casa pel custode e per l' accenditor~, ambedue edifizi di ragione della Borsa mercantile di Tneste, la quale VI manda .e !Iene a sua disposizione l~ poch~ssil~e persone di ~ervigi.o, eh~ non sappiamo se s1eno p1ù d1 due. Le quah maniere d1 ve- dere le· cose nostre ci porta a persuasiotfe che egli a- vrebbe dichiarata città la casa isolata, già dogana di confine, or officio economico. dei lfarchesi 1\fonlecuccoli, che per qualche anno fu residenza di Commissaria distrettuale.

Commissaria che dicevano di Finfenberg, nome che stram- balatamente deducevano alcuni dall'esistenza di 5 monti·

in sito che non altro è che catena di monti, mentre eb- be nome di Vincumberg da famiglia che ne fu feudataria.

~fa più che siffatte cose, spiace a noi che il Sig.

Rallelsperger dica essere questa provincia sconosciuta, e proponga il suo libercolo agli uomini di lettere ed ai maestri di geografia siccome testo unico ed autorevole.

Di questa seconda parte avremo occasione di discorrere;

dell'altra potremmo accennare come dopo il risorgimen- to delle leUere, che a scanso di equivoci diciamo essere il secolo XV, ingegni valenti si occuparono della pro- vincia, e le opere loro furono pubblicate ed in questo secolo di nuovo. Ma forse egli alluse a quelli che non a~

vevano letto siffatte cose, che non vogliono leggerle, e che

·invece leggeranno l'opuscolo suo, e non altro.

Il secolo presente, fertile più che altri di opuscoli c di opere, non citeremo, c sarebbe imprudente, dacchè i torchi gemono in. tedesco ed in inglese ed in francese ed in italiano ed in russo, e le monografie sono assai frequenti; all'invece ci appelleremo al secolo passato e registreremo un brano della geografia d' !stria pubblicata intorno il i780 dall' abbate Todçrini; un brano soltanto, perché il pul1blicarla tutta sarebbe oltre i limiti di un giornaletto. Da questo brano giudichi il lettore, se il To- derini sia stato visitatore diligente a quei tempi ove ogni autore doveva far tutto di propria attività. - Se non ci trattenesse la tema di recar noia ai nostri lettori col ri- petere cose stampate e a tutti note, assumeremmo nel giornale, a riprese, le cose del 'l'oderini; ma ·per gl' !siria- ni sarebbe inutile, ed a chi parla della provincia, diremo soltanto : vedetela, studiatela.

Nell' !stria veneta si contano appena 90;000 abitanti.

Un tal numero

e

molto scarso in confronto del tratto del paese che vi occupano. In alcune parti interne la cam- pagna ~ poco coltivata, e 1' agricoltura è poco ragione- vole. S1 affidano a 20 braccia estensioni di terreno la cui buona coltivazione ne esigerebbe per lo meno un centinaio. L' indole di questa gente del basso contado è rozza, incolta, neghittosa; all' incontrario ella è ottima rispetto agli abitanti delle città; questi vestono all' ita- liana, e quelli poco meno che alla dalmatina. Questi han-

~o H dialetto presso

che

veneziano, e quelli parlano m hngu~ Ill}rlcl\.. e· schi·avonn, lingua intesa dalla ma"gior parte de1 provinciali, ed in molte chiese usata anche 0nella celebrazione de'_divin.i uffici. Mancano· le manifatture. Se si ecceUui un· filatoio, con alcùni fornelli di seta, una

buona fabbrica di candele di sego, ed alcune per conciar le pelli stabilite in Capodistria, non vi è cosa che. merili qualche attenzione. Già non molto tempo era stato ·erettò un magnifico lanificio ' ma sfortunato nell'esito, cessò

~~~~ .

Chi investigar bramasse la cagione del poco nuin~~o degli abitanti, delle poche tracci e di magnificenza, · della negligenza e della infingardia nelle genti del. basso con- tado, della irragionevole coltura dei campi, della intro- duzione· della lingua illirica, portar dovrebbe i suoi ri- flessi sui secoli passati.

Per lo spazio di sette e più secoli l' !stria godè uno stato felicissimo. Fino nel quarto secolo era florido il suo commercio, per coltivar il quale riuscivano gl' I- siriani valenti nell' arte della marina. Era sì abbondante di ogni genere, e specialmente di olio, vino, pescagioni biade che oltre a supplire ai proprì bisogni ne sommi~

nistrava fino a Ravenna ·ed a Pavia, sede de' Longobardi come ne fa testimonianza Cassiodoro prefetto al pretori~

del re Teodorico, che viveva nel secolo VI. Al presente poi non è cosi feconda. nelle biade. Di queste scarseggia a segno, che annualmente sostener deve un pregiudizie- vole commercio passivo di questo genere. Sarà ciò de- rivato da una miglior coltura, e dal non essersi allora ritrovati· tanti boschi come si trovano a' dì nostri, i quali ingombrano il miglior terreno. I soli boschi di Cavalier, di Montòna, di S. Lorenzo che sono i principali, fioriscono su tre delle più fertili pianure, l'area totale delle quali comprende un giro di 58 e più miglia italiane. Si sa~

ranno questi allignali ne' secoli calamitosi, quando le distruzioni delle guerre, degli incendi e delle continue invasioni impedirono il pacifico esercizio ·della· coltura dei campi, quando dico, devastala la provincia dagli Slavi, tutti dispersi abbandonavano ogni cosa, o si fuggivano, o si cercavano per distruggersi scambievolmente. Allora i grossi alberi, le quercie, i castagni ed i cerri, de' quali son composti i vari suoi boschi, resistenti all' ingratitu- dine del terreno in quelle derelitte pianure specialmente, si saranno spontaneamente prodotti, e le foglie dissecca- te ed infradiciate appiè loro nell'inverno avran sommi- nistrato a questi un nuovo succo, onde germogliare e riprodurre i !or semi. Formano nulladimeno anche questi al presente un interessante oggetto, e riguardati sono con somma pubblica gelosia. - Somministrano essi tutto l'occorrente di stortami inservienti per il pubblico arse- nale di •Venezia, per letti di cannoni, e per uso di pub- blico fuoco ai forni di biscotto. ~ Ciò è tanto. vero, che per la valle di Montona è stato inslituito un particolar

magistratò. .

;-,:; L' olio dell' !stria fu sempre pregiato. ~Iarz•ale u-

;~uagliò l'olio di .Cordova in Spagna a quello d1 Venafro

:1ella campagna e dell' !stria :

il "

Vncto Corduba laetior Venafro

l ,

!stria nec minus absoluta testa. . ' Anche a' tempi nostri il prodotto dell'olio è consi- eratissimo. Oltre il bisognevole per la popolazione, M

1

assano in Venezia annualmente circa 20000 barili.

Ahi

· onda pure l' !stria di· preziose uve, tra le ~uali molte so~o, cercate ed eccellenti, facendosi vantaggiOso comm~rc•?

, ,i queste colla dominante. I vini sono generosi, deltcall, j,

l' l'

l

l

l l

l

l

l l

(7)

209

e squisiti, si fanno con essi de' preziosi liquori. Capo-i sta da una pirite vitriolico-allumiriosa di color ceneri- distria, Buie, Parenzo e· Dignano si distingnono. Isola e . gno sparso di macchie nere. Il buon esito, che da questa Muggia dànno il prodotto del vino detto ribolta, che j si spera, animerà gli altri a piantar nuove fabbriche trasportato viene fino in Alemagna. È considerabilissimo giacchè a quest'ora hanno già dal governo ottenute 1~

il prodotto del sale, benchè di .questo genere non siano necessarie investiture. Inoltre nella medesima cava si in diritto, che i soli paesi situati nella parte settentrio- trovano varie altre produzioni naturali di molta conside- nale amena della provincia. Pirano, Capodistria e ~!uggia razione, fra le quali una perfettissima terra per la fab- sono quelli che lo formano ad esclusione degli altri pae- brica della porcellana.

si. Per altro ed Isola e Trieste, pur non ha guarì, gode- l porti dell' !stria sono molti, ma i principali sono·

vano di una simile derrata. Il sale dell' !stria è molto più quelli di Pola e del Quieto, dove sogliono far capo le buono di quello delle Isole del Levante. L' istriano è più navi che partono da Venezia. Questo ultimo è il più mite, ed il levantino è troppo selenitico ed acido, donde profondo e comodo a qualunque vascello. L' ampia di lui avviene che è troppo attivo, capace a distrugger tutta la estensione riceve larga copia d' acque marine, le quali carnea sostanza del pesce salato, e !asciarvi le sole spi- ostando allo scarico naturale delle acque dolci, manten- ne. Abbonda pure di doviziosa peschiera da Cassiodoro gono il seno istesso bastevolmente profondo per un lungo sopraccitato decantata. La pesca delle sardelle è copiosa tratto fra terra, onde si possono ancorare i grossi legni.

in· quei mari, ed interessante. Oltre altre qualità di p e- Quattro sono i suoi fiumi, non però molto copiosi di sce, di queste se ne salano abbondantemente, a segno che acque: il Timavo a S. Zuanne di Duino già descritto, l' Istria con la città di Grado somministra l'occorrente di dove comincia l' Istria; il Fermione, adesso Risano presso salumi per lo stato. Nei mari di Pola, ne' contorni di Al- Capodistria, che nasce sotto la villa Lonche; il Quieto bona e di Trieste allignano i tonni, le prede dei quali poco discosto da Cittanova, che nasce sotto Pinguente; e sono spesso riflessibili: i rqmbi dell' !stria sono decan- l'Arsa sotto Albona che viene da Cosliaco. V'è inolll'è lati nella capitale dell'Austria, dove industriosamente sino un torrente, denominato la Dragogna, che sbocca nella a' dì nostri sono stati trasportati. Presentemente la dire- valle Sicciola, territorio di Pirano, ricchissima per il s.ale, zione è alquanto divertita, e vengono spedit.i in Venezia. che colà vi si fabbrica, per le pesche abbondantissime, Delicate sono le frutta dell' !stria. Si fa copia di e per i grani e vini, che in gran copia produce. Il di lui vino, di mele, di seta e di orzo, di cui si commercia corso è tortuoso e vario sempre fra le vallate ed i seni sino in Amburgo. - Non scrseggia di selvaggiume. Si .dei monti prossimi, bagna le sole radici alpestri degli predano lepri in copia. Ognuno poi sa, quanto siano utili alti gioghi, che esistono tra il marchesato di Pietra Pelosa, le pietre d' !stria per gli edifizi, e non sarebbero meno la contea di Momiano,' e le vicinanze di Costabuona sino stimati i marmi dei Brioni che vengono impiegati nella mag- alla volle Sicciola, la cui fertilità si deve in gran parte gior parte delle più belle fabbriche di Venezia. Il celebre desumere dallo sgorgo naturale di queste acque. Scar- abbate Fortis, sull'autorità di Vitaliano Donati, vuole che seggia questa provincia in alcuni luoghi di acque con l'antico. marmo Traguriense fosse marmo istriano. Molte danno delle campagne e dei popoli: tra il canale del sono le cave di questa natura. Dalla Dragogna sino ai Leme ed il Quieto specialmente n'è penuria. Eccettuati monti della Vena e delle Alpi Giulie consistono queste alcuni !aghetti dispersi quà c là pel paese, inservienti in ispessissime stratificazioni di massi enormi di pietra piuttosto ad abbeverare gli animali, che convenienti ad sabbiosa arenaria nericèia, come il terreno, più consistenti altro uso, fuorchè nel caso d'inevitabile necessità, non e più uniti al settentrione di Capodistria, e più spezzati vi sono altre acque. Similmente dal Leme sino al fiume e men duri al mezzogiorno di essa. Quelli ammettono Arsa. non si trovano altre acque correnti. In moltissimi una notabile politura, inservendo questi invece di mattoni luoghi però da qualche tempo si costruiscono alcune ca- cotti alla costruzione delle muraglie. paci cisterne, che somministrano agli abitanti un sì ne- Dalla D ragogna al Leme, tratto di terreno, che cessa rio elemento. La penuria d' acque in questa pro v in- dai nazionali chiamasi Carso, 'anticamente Carso lapidio , eia deriva dalla gran copia di cave, in lingua nazionale si trovano altre cave pur numerose, risultate da una ma- dette foibe, scambievolmente alcune tra sè c~municantisi, teria calcaria di varia consislenza e crassizie, sempre dove scorrono e restano assorbite le acque piovanc che però lapidea e bianchissima, natura! compagna della terra scendono dai monti. Rendono queste tanto più esposta la rubiconda, tale resa dall' ocra marziale, che abbonda in provincia alla siccità, benché la preservino dai tremuoti questa parte. Tra l'alveo del Leme ed il Quarnero a e dai vulcani .. Di questi ultimi un solo ve n'era nei levante vi sono cave di pietra partecipante delle qualità tempi andati su di un piccolo monticello, oggi florido, ed che hanno l'una e l'altra sorte delle già dette. Questa in coltura tra Albona e Cepich. Ce l'accenna il Varenio.

però riesce di miglior uso per l'arte del tagliapietra Le masse vitrescenti di scoria, di cava, di mica e di sì per la sua consistenza, che per la politura, di cui si basalte ci convincono della verità. Queste s~le sarebbero rende suscettibile. Nei contadi di Moncalvo, di Barbana, il più innegabile vulcamco monumento. L' ana è general- e di Castelnuovo si estraggono alcuni massi lapidei ti- mente buona, ed il signor Martiniere s'inganna suppo- ranìi ad un. color grigio rossigno e variegati, rappresen- nendola generalmente calliva. Priva di paludi, di copia di tanti una'specie di duro marmo, che si potrebb~ a~ope- zenzale, e d' altr~ insetti.che regnano nelle arte nociv~, vi rare per la scoltura e per i più belli ornamenll d1 fab- dommano 1 venll horeah, che trasportando le esalazwm briche. Non è moli~ che fu ritrovata presso Sovignaco ed i vapori condotti dai venti del sud, che sono dell' al- una miniera di allume, e presentemente si s!a inalzando tra ,qualità dei venti che. ':'i re~nano! e. che d' ordinario la fabbrica per i corrispondenti lavori. Si nceverà que- nell mverno sono nebbiOSI e pwvos1, VI. producon la se-

(8)

"'!"'

210

reni là e !a salubrilà dell'aria. Per· altro se l'aria manca più ~Ile.· regioni dell'. alm_osfera, vengo n~ portati oltre .j di sua perfezione in alcuni paesi, dipendc··specialmente dt let ·c0nfim, dove h gUtdano le naturah correnti d' aria dal poco numero degli abitanti .. - Nell'estate ordinaria- venendo dissipati e al mar respinti dal levante,, ·che ~ mente questa provincia è soggetta alla siccità. Spirano jn sera e nella notte costantemente succede ai venil del questa stagione di giorno i venti del mare, lo scirocco, n;are. - Quindi è, che il terreno dell' Istria trovasi .~el- ed il maestro, i quali benchè pregni di marit,time esala;- l estate_ dt_nat~ra artda, e soggetto a crudeli arsure;.,per zioni del Quarnero e dell'Adriatico, nulladimeno non le quah dtcest esser stata. I:>en due volte abbandona.!·

sono piovosi nella detta stagione. Questi effiuvl rarefatti Quanto è essa d'ordinario esposta alla siccità ·nell' esta."

ed elettrizzati dall'attività del sole, e quindi sollevati nelle tanto lo è all' umido ed alle pioggie , l' inverno. e, Osservazioni meleorologiclte fatte in Parenzo all'altezza di t 5 piedi austriaCi SOpl·a il livello

del

mare. '

'

Dese di Luglio 18 4G.

g

~ ~ ~

Ora

r·mo~~ Oaromctr~~~

Stato ~ ~

' Il g

?ra

Il

~ ~:~~0R,

Il

Barometro

Il

. State

-~ ~~ -~ dell' ~sser- mc~ro R. - - - -Anemoscopio del Cielo

.2

~= -~ dcJJ ~sser-_ _ _ _ __ AnemosCOIJIO o~~ vaz10ne Gra.jt~~iH~h ~~;~~.:i

.

Cl"' ~

~

VRZIODC IIGu.f D•c run1

t:ol-~

loc1 L;.nte 1 com• Do: del Ciclo

Loslioll t 7 •-m· 2 p.

m . In~

22 -r T21 Il 'I32. 11 Calma Osti'O

I l

Sole fos. e nuv. s ... Luolio 17 7 2 a. m. p. m. 21 19 o o 21 27 IO IO

o o ,

..

fttaestro

_ .r ...

detto ·

;

IO " , 19 , O 21 Il O Levante Nuvoloso 10

"

18

o

21 G 2 detto Crn pionJa. •oott

Jj 7

•.

m. ll

19

1~rT' I ol'

Ostro 11 1\uvolo ~::~::r::.~~~,D~;

2

l~p.~n. ~~

:

i;~! ~ l

G. Lenntc ISole c N uv. sp. plt~\4 ·~•lr.itl moto

Levante Sereno oltre oll' ordio.m~"'

Il

7 a. m.

~

IH [ O

~

281 O

l

O

~

.Maestro .

~

Sereno 18 Il 7 •. '"'11'61 o 1121 l G 1211 . G•·•eo r•ggla eootlo.

3

. ~ p.:· ~: l g ~: g ~

Le,•anfe detto detto detto 10 2 p. m. , 20 O 17 l 2 21 Z7 10 4 8 8 Q, !Uaestro Levante Sereno detto

11 7

•.

m. rTT

8' olal/ Levante Il Sereno ~ 7 a. m-,1181.51121111 l O Il G. Levante ~ Sereno

'

IO 2 p. " m. 21 18 8 8 281 28 O O 3 3 , Levante Ponente Nu,•oJoso Sereno 19. . 1 O 2 p. , m.

120

18 8 6 27 27.J 11 . t l O O P. Levante Macsb·o detto detto

~

7 a. m.

In

o 11281 o 1311 Calma

Il

Sereno ~ 7 a. m.l/19121[ 27,11

l

O [l Levante

Il

Sereno

..

10 2 p. m. " 22 2 19 2 128 28 O

o

3 3 n.taestro Levante detto detto 20

~~ P·:· ;~ ~

f

;~

::

~

ff alaest•·o Lc,·antc rletto detto

Il

~

;: ::

F~ l ~p; l \~ i~& 1

1

g::~:~ \\

SerenO Il' ··'"·fl19l2

r~ ~~ l

o

Il

Calma role e Nuvolo

G detto 21 2 t'-m. /l 22. 8 27111 O Maestro delto

10 "

l

19 8 27 10 lO \ L. Sci•·occo · Nuvoloso 10 " 19 5 .27 11 2 Levante detto

Tricste1 l. Papsch ~ Comp. Tip. del Lloyd Austriaco.

22. Il ·to

~

;: ,

:: Il~;

19 l

g

O :1

~;

27

l ::

11

l

i 2

i ' l

Levante

n~:::~~.

23 .

Il

IO

i~::: 11~

11 19. l

~

9

Ili;

27

l::

l t l; 2 Il Leva.ntr.

:I:!:'~~.

Gw.

Sereno detto detto Sereno

detto detto

ZoLJ.4.NI.

Rcdauore or; H.aodler.

Riferimenti

Documenti correlati

PER CONSEGNA A DOMICILIO DEI MEDICINALI - SOLO CON RICETTA URGENTE -. TELEFONARE ALLO

Nell' ambito delle risorse previste dal Fondo Complementare del Pnrr - 2,8 miliardi di euro dal 2021 al 2026, di cui 1,47 miliardi destinati allo sviluppo dell' accessibilità

In conclusione di questa rassegna, ciò che sappiamo con certezza sulla tradizione dei ser- moni di Bernardino da Feltre, oltre al fatto che vi compare

interoperabilità del sistema di archiviazione dei beni archeologici e architettonici conte- nuto nella Carta dei beni (prima fase) con la banca dati online SIGEC Web dell’Istituto

talia, “anche nella nostra provincia e nella nostra zona, si sono manife- stati tutti gli effetti negativi della su- perficialità e della improvvisazione legislativa: le

la schiacciatrice di categoria che integrerà il gruppo sostituendo Marti- na Ginelli. La prima squadra del consorzio pallavolistico cremasco si prepara ad affrontare la nuova

F anno dieci per la Parking Graf! Le cremasche han- no vinto la decima partita consecutiva regolando anche Moncalieri per 68-61, al termine di una gara bellissima e ben giocata, e

Sul fronte più propriamente culturale, la Fiera ripropone il Concorso delle opere parteci- panti al 12° Concorso d’arte a tecnica libera sul tema Izano, il suo territorio, le