p r o s p e t t i v e
20 ■ M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVI numero 4 - maggio 2019
L
a formazione del medico che verrà dovrà essere ade- guata ai tempi e la giurispru- denza che lo giudica non potrà non tener conto del contesto so- cio economico in cui opera.È quanto emerso nel corso del convegno “I cambiamenti e la crisi della professione medica di fronte agli input economici e giu- ridici e alle mutate richieste dei pazienti: come prepararsi al futu- ro che è già oggi?”, che si è svol- to di recente all’Ordine dei Medi- ci Chirurghi e Odontoiatri di Par- ma, nell’ambito degli Stati gene- rali della professione, indetti a li- vello nazionale, per delineare e i nuovi paradigmi che andranno a caratterizzare i camici bianchi nei prossimi anni.
“La Federazione dei Medici ha indetto gli Stati Generali della professione - ha spiegato il Presi- dente dell’OmceO Parma e coor- dinatore della Consulta Deontolo- gica FNOMCeO Pierantonio Muzzetto - come momento di riflessione sul ruolo del medico e su un suo eventuale ripensa- mento, all’interno del sistema salute. La sua figura sta davvero cambiando pelle a tal punto d’a-
ver perso quei connotati che si richiamano alla clinica e ai padri della medicina”.
Il medico del futuro, per Muzzet- to sarà “servo di due padroni” - da un lato delle istituzioni statali, con la loro esigenza di far qua- drare i cosiddetti conti e dall’al- tro del paziente, accresciuto sempre più nel convincimento di diritti assoluti spesso reclamati in nome dei consigli di “Dr. Goo- gle”.
Per Antonio Panti, componente delle Commissioni di Bioetica della Regione Toscana e Deonto- logica nazionale, il medico che verrà dovrà contemplare deter- minate caratteristiche. “Avere una sviluppata capacità critica di fronte a una società e un pro- gresso scientifico in continua evoluzione; tener conto della medicina della complessità, per- ché un paziente è spesso multi- patologico e quandanche non lo fosse la valutazione oltre ai dati clinici deve riguardare anche il vissuto o la fenotipia; spirito di collaborazione nella catena di in- terventi; doti comunicative com- provate e adeguate al paziente; e creatività, perché quella del me-
dico non è un’attività meccanici- stica ma serve esperienza e ca- pacità interpretativa”.
þ Vocazione e assistenza
“Gli insegnamenti dovranno sa- per combinare e gerarchizzare diversi livelli: quello della voca- zione all’assistenza, del malato - ha sottolineato Maurizio Benato componente delegato del Comi- tato Nazionale di Bioetica - co- me oggetto di conoscenza razio- nale, dell’esercizio della pratica medica al servizio delle istituzio- ni, e quello del guadagno e pre- stigio. Dovranno avere consape- volezza delle faglie di conflitto esistenti tra questi modelli e avere i mezzi per comprenderne i valori sottesi”.
Gianfranco Iadecola giurista e già Magistrato della Corte di Cassazione ha poi concluso evi- denziando che “la giurispruden- za, nella valutazione dell’even- tuale responsabilità medica, non potrà non tener conto del contesto anche economico e delle condizioni in cui tale pro- fessionista svolge la propria atti- vità.