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RESOCONTO STENOGRAFICO n. 5

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Academic year: 2022

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Giunte e Commissioni

RESOCONTO STENOGRAFICO n. 5

N.B. I resoconti stenografici delle sedute di ciascuna indagine conoscitiva seguono una numerazione indipendente.

13ª COMMISSIONE PERMANENTE (Territorio, ambiente, beni ambientali)

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA PRODUZIONE E ALLA GESTIONE DEI RIFIUTI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI COSTI POSTI A CARICO DEI CITTADINI, ALLA TRACCIABILITA ` , AL COMPOSTAGGIO,

ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA ED ALLA EFFETTIVA DESTINAZIONE AL RECUPERO ED AL RIUSO DEI RIFIUTI O DELLE LORO PORZIONI

19ª seduta: martedı` 22 luglio 2008

Presidenza del presidente D’ALI`

IC 0046

TIPOGRAFIA DEL SENATO (255)

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I N D I C E

Audizione di rappresentanti del CONAI

PRESIDENTE . . . .Pag. 3, 21, 23 BRUNO (PD) . . . . 21 DELLA SETA (PD) . . . 17, 21 MAZZUCONI (PD) . . . 15, 20 ORSI (PdL) . . . . 14

* CERRONI . . . .Pag. 12, 22

* LONGHI . . . .18, 20, 21 e passim

* PERRON . . . .3, 18, 20 e passim

Audizione di rappresentanti del COMIECO

PRESIDENTE . . . .Pag. 23, 24, 29 e passim DELLA SETA (PD) . . . . 31 MAZZUCONI (PD) . . . . 27 SOLIANI (PD) . . . . 27

* BOTTA . . . .Pag. 23

* MONTALBETTI . . . .23, 24, 27 e passim

N.B. L’asterisco accanto al nome riportato nell’indice della seduta indica che gli interventi sono stati rivisti dagli oratori.

Sigle dei Gruppi parlamentari: Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Liberta`: PdL; Lega Nord Padania:

LNP; Partito Democratico: PD; UDC, SVP e Autonomie: UDC-SVP-Aut; Misto: Misto; Misto-MPA- Movimento per l’Autonomia: Misto-MPA.

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Intervengono l’ingegner Piero Perron, presidente del CONAI, accom- pagnato dal dottor Giuseppe Cerroni, vice presidente, dal dottor Gian- carlo Longhi, direttore generale e dal dottor Saturno Illomei, responsabile relazioni istituzionali dello stesso Consorzio; il dottor Floriano Botta, vice presidente del COMIECO, accompagnato dal dottor Carlo Montalbetti, direttore generale e dal dottor Claudio Busca, responsabile relazioni isti- tuzionali dello stesso Consorzio.

I lavori hanno inizio alle ore 14,40.

PROCEDURE INFORMATIVE

Audizione di rappresentanti del CONAI

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito dell’indagine co- noscitiva sulle problematiche relative alla produzione e alla gestione dei rifiuti, con particolare riferimento ai costi posti a carico dei cittadini, alla tracciabilita`, al compostaggio, alla raccolta differenziata ed alla effet- tiva destinazione al recupero ed al riuso dei rifiuti o delle loro porzioni.

Comunico che, ai sensi dell’’articolo 33, comma 4, del regolamento, e` stata chiesta l’attivazione dell’impianto audiovisivo e che la Presidenza del Senato ha gia` preventivamente fatto conoscere il proprio assenso. Se non si fanno osservazioni, tale forma di pubblicita` e` dunque adottata per il prosieguo dei lavori.

Sono oggi previste alcune audizioni, la prima delle quali e` quella di rappresentanti del CONAI. Sono presenti il presidente, l’ingegner Piero Perron, il dottor Giuseppe Cerroni, vice presidente, il dottor Giancarlo Longhi, direttore generale, e il dottor Saturno Illomei, responsabile rela- zioni istituzionali dello stesso Consorzio, ai quali cedo subito la parola, ringraziandoli per aver accettato l’invito della Commissione a partecipare all’incontro odierno.

PERRON. Signor Presidente, nel salutare lei e tutta la Commissione, comunico che abbiamo deciso di fornirvi un documento, comprensivo di tutta la nostra attivita`, che descrive il CONAI in modo esauriente. Allora, nella mia esposizione mi soffermero` sulle parti principali, lasciando co- munque a ciascuno di voi la possibilita` di un approfondimento. Prima di descrivere cosa sia il CONAI, ringrazio la Commissione per aver deciso di ascoltare in audizione i suoi rappresentanti.

CONAI e` la sigla del Consorzio nazionale imballaggi ed e` l’organiz- zazione istituita in Italia ai sensi della direttiva comunitaria 94/62 del 1994 in base ai principi, validi in tutta Europa, che produttori e utilizzatori

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sono responsabili insieme del raggiungimento degli obiettivi per tutti i tipi di imballaggio e che per i rifiuti urbani vi e` invece una responsabilita` con- divisa fra utilizzatori, produttori e Comuni. I produttori e gli utilizzatori forniscono il supporto finanziario e sono responsabili del riciclo mentre i Comuni sono responsabili della raccolta dei rifiuti. Quindi, esiste un si- stema di gestione privata e responsabilita` condivisa tra produttori, utilizza- tori e distributori.

Il nostro Consiglio di amministrazione e` composto da 29 membri. Ne fanno parte un membro nominato dal Governo in rappresentanza dei con- sumatori, sette produttori di materiale per imballaggio, sette produttori di imballaggi, sette utilizzatori industriali e sette distributori degli imballaggi stessi. La partecipazione delle imprese e` larghissima (1.400.000). Il CO- NAI, infatti, si occupa di tutte le categorie di imballaggi (imballaggi pri- mari, secondari e terziari). Il sistema di contribuzione, come vedremo, e`

particolare e anche abbastanza efficace.

Il CONAI e` operativo attraverso sei Consorzi di filiera che ritirano il materiale, raccolto dai Comuni o dalle piattaforme per gli imballaggi se- condari e terziari, e ne assicurano il riciclo attraverso una rete di piatta- forme, centri di selezione e impianti di riciclo ubicati su tutto il territorio nazionale. I sei tipi di materiali ritirati sono: plastica, vetro, carta, legno, alluminio e acciaio. C’e` sempre una sussidiarieta` rispetto al mercato, in quanto i Consorzi sono obbligati a ritirare gli imballaggi raccolti con la raccolta differenziata dai Comuni. Pero`, se i Comuni o i Consorzi di rac- colta trovano sbocchi commerciali piu` validi, evidentemente sono liberi di agire come desiderano.

Per quanto concerne il principio della responsabilita` condivisa nella gestione dei rifiuti di imballaggio, i cittadini sono chiamati a partecipare alla raccolta, i Comuni organizzano la raccolta differenziata sul territorio, dandone comunicazione ai cittadini, e il sistema CONAI interviene infine con i suoi centri di selezione e di riciclo.

E` interessante notare come la contribuzione a livello CONAI e` stata stabilita dieci anni fa; infatti, il prelievo avviene su chi immette l’imbal- laggio nel ciclo: per il vetro sono i produttori di bottiglie e i produttori di bottiglie di plastica (anche se il confine in questo caso non e` cosı` chiaro).

Comunque, e` sempre chi immette imballaggi a pagare: produttori di im- ballaggi e importatori.

Questo schema ha presentato un grande vantaggio: i punti di prelievo sono circa 7.000, anziche´ i 150.000 che sarebbero se il prelievo venisse effettuato nella fase di riempimento dell’imballaggio. Cio` ha permesso di avere un livello di evasione effettivamente molto basso. Con gli impor- tatori, forse, la situazione e` piu` complicata ma anche in quel caso stiamo cercando di ridurre l’evasione.

Quanto al contributo ambientale, la relazione che abbiamo conse- gnato contiene una tabella che riporta i valori per i diversi materiali, sui quali non mi soffermo. Invece, vorrei ancora ribadire la validita` dell’at- tuale schema di gestione: il sistema pubblico definisce obiettivi e linee guida. Esiste poi un osservatorio nazionale dei rifiuti, che evidentemente

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e` il nostro punto di riferimento. Quindi, il sistema pubblico controlla e in- dirizza. Il sistema privato si organizza per raggiungere gli obiettivi, ope- rando con criteri di assoluta efficienza e mettendo a disposizione e ge- stendo le risorse. I risultati raggiunti sono di assoluta eccellenza anche a livello europeo, come vedremo in seguito.

Sui rifiuti di imballaggio, gli obiettivi sono cambiati dal 2002 al 2008. Come si evince dalle tabelle della relazione gli obiettivi per il 2008 sono: il recupero totale per una percentuale del 60 per cento, il rici- clo totale per una percentuale che passa dal 55 all’80 per cento, e il riciclo per materiale le cui percentuali sono molto piu` alte per carta e vetro (il 60 per cento), mentre per acciaio e alluminio e` del 50 per cento, per il legno del 35 per cento e per la plastica del 26 per cento. Con un certo orgoglio, possiamo affermare che gia` nel 2007 questi obiettivi sono stati raggiunti, sia nel loro complesso sia per filiera.

Il CONAI, anche per come e` definito in base alla legislazione vi- gente, si occupa di tutto il ciclo degli imballaggi: noi lo chiamiamo un ciclo «dalla culla alla culla». Partiamo da una visione del concetto di pre- venzione, che va dalla progettazione dell’imballo alla sua trasformazione in materia prima seconda per la nuova produzione.

A livello dell’imballaggio dobbiamo realizzare risparmio di materia prima, riutilizzo degli imballaggi ogni qualvolta sia possibile, ottimizza- zione logistica, facilitazione di tutte le attivita` di riciclo, semplificazione di tutto il sistema di imballo, intendendosi con questo termine le tre cate- gorie di imballaggi: primari, secondari e terziari.

La raccolta differenziata e la selezione sono, evidentemente, fonda- mentali. Abbiamo ottenuto una sostanziale riduzione dei rifiuti urbani di imballaggio in discarica; abbiamo messo a disposizione del sistema nazio- nale nuove risorse. Infatti, il risultato della raccolta differenziata e` appunto quello di mettere importantissime risorse a servizio della nazione. L’indu- stria del riciclo permette la riduzione di gas serra, fa risparmiare energia e materie prime.

Per quanto concerne i prodotti del riciclo, noi auspichiamo che da parte della pubblica amministrazione sia potenziato il cosiddetto green procurement, di modo che la pubblica amministrazione stessa fornisca un aiuto nel riuscire a esitare i prodotti del riciclo. L’utilizzo del materiale riciclato molte volte e` esattamente uguale a quello originale. Ad esempio, da anni ormai nella lavorazione del vetro si utilizza una parte notevole – circa il 60 per cento – di materiale riciclato senza che cio` comporti pro- blemi in termini di qualita` e resistenza nelle bottiglie stesse. Naturalmente, vorremmo agganciarci meglio alla Societa` europea del riciclo, ma attual- mente gia` circolano in Europa prodotti del riciclaggio.

Abbiamo parlato di prevenzione perche´, in effetti, il modo piu` effi- cace per ridurre gli imballaggi e` proprio la prevenzione. Da studi effettuati e` emerso come nel periodo preso in considerazione, che va dal 1998 al 2007, gli imballaggi immessi al consumo siano cresciuti a tassi inferiori rispetto a quelli del totale dei rifiuti urbani prodotti. Grazie alla preven- zione, inoltre, dal 2000 al 2006 abbiamo evitato di immettere circa il

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2,62 per cento di rifiuti da imballaggi e, cosa visivamente piu` pregnante, e`

stato ridotto l’utilizzo di materie prime raggiungendo una sostanziale sta- bilizzazione dell’uso di materia prima vergine per produrre imballaggi. In- fatti, dal 1999 al 2007 sono stati registrati 10 punti percentuali in piu` di immesso al consumo derivante da materie prime seconde. Cio` vale per moltissimi materiali; evidentemente, il fatto di non utilizzare la materia prima produce importantissimi risparmi.

Un ulteriore profilo curato dal CONAI e` il riutilizzo. A tale propo- sito, il CONAI ha disposto l’esonero dal pagamento del contributo per gli imballaggi riutilizzati. In totale gli imballaggi a rendere, rispetto alla quantita` di imballaggi immessi al consumo, sono circa il 25 per cento.

Per una migliore comprensione del dato che ho appena citato, aggiungo che nel 2007 sono stati immessi nel mercato circa 12.500 tonnellate di im- ballaggi primari, secondari e terziari e che il circuito degli imballaggi a rendere rappresenta circa il 25 per cento di tale quantita`.

Vorrei ora presentare alla vostra considerazione alcuni dati relativi alla prevenzione per materiali. Indubbiamente, sono stati realizzati notevo- lissimi miglioramenti sia per cio` che concerne le materie prime, sia in ter- mini di risparmio energetico (riduzione di anidride carbonica) ed utilizzo di materiale riciclato. Circa il 90 per cento della materia prima di fabbri- cazione degli imballaggi in cartone ondulato, ad esempio, deriva da mate- rie prime seconde, cosı` come il 60 per cento delle bottiglie e` realizzato con vetro riciclato con un risparmio energetico del 68 per cento.

Per cio` che concerne la raccolta differenziata, in questo momento agli onori delle cronache e all’attenzione – credo – non solo dei politici ma di tutti gli italiani, lo strumento fondamentale e` rappresentato dall’accordo ANCI-CONAI. Tale accordo, con durata quinquennale, e` attualmente in fase di ridefinizione in vista del prossimo rinnovo che avra` luogo nel pros- simo autunno e che vedra` protagonisti l’Associazione dei Comuni italiani, l’Unione delle Province e gli ATO.

L’accordo tende a definire il maggior onere sostenuto dai Comuni nella gestione della raccolta differenziata che, a sua volta, dovrebbe essere coperto dal contributo CONAI, che si esplica attraverso il riconoscimento di un corrispettivo per tutti i materiali risultanti dalla raccolta differenziata in funzione della loro qualita` e quantita`. Personalmente, sono convinto che venga coperto abbondantemente nel caso delle migliori organizzazioni, mentre puo` darsi che cio` non accada nel caso l’organizzazione sia pes- sima.

L’accordo ANCI-CONAI stabilisce, inoltre, i criteri qualitativi del materiale raccolto e le relative condizioni di ritiro del materiale. Il CONAI ritira il materiale da piattaforme e riconosce il recupero energetico quale forma di avvio al recupero dei materiali (ma questa rappresenta una parte piuttosto ridotta). Oltre all’accordo quadro firmato dal CONAI, esistono poi un accordo con l’ANCI per ognuno dei Consorzi e convenzioni tra Comuni e consorzi di filiera. Come potete notare, abbiamo stipulato mol- tissime convenzioni che permettono di coprire praticamente tutta l’Italia.

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Se passiamo ad esaminare le quantita` relative alla raccolta differen- ziata dei rifiuti di imballaggio per abitante, ci accorgiamo delle notevoli sperequazioni esistenti tra Nord, Centro e Sud. Per il periodo 2005-2007 il CONAI ha riconosciuto contributi economici per un totale di 656 mi- lioni di euro. Contributi di maggiore entita` vengono riconosciuti per ma- teriali come la carta, la plastica ed il vetro. Per l’alluminio, invece, il con- tributo e` molto esiguo poiche´ generalmente del relativo sistema di raccolta e riciclo si occupano i privati, visto l’elevato valore dell’alluminio, se- condo il principio che ognuno puo` vendere a chi vuole; il CONAI deve subentrare solo nel caso in cui non vi siano altri enti che ritirano i mate- riali.

Dall’analisi dei dati provenienti dai Consorzi di filiera e relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in Italia, risulta che la si- tuazione nel Nord puo` considerarsi sotto controllo, che nella parte centrale dell’Italia compresa tra Toscana, Umbria e Marche vi siano notevoli mar- gini di miglioramento, mentre purtroppo la situazione del Lazio, esclusa la Provincia di Latina, e` assimilabile a quella di gran parte del Sud Italia con raccolte che oscillano tra i 15 e i 35 chili per abitante convenzionato, con punte anche inferiori. Tra il 2005 e il 2007 hanno invece registrato un no- tevolissimo miglioramento la Sardegna e la Toscana.

Interessante appare poi il raffronto tra raccolta differenziata e raccolta di imballaggi. A tal proposito ricordo che i rifiuti urbani prodotti dagli ita- liani ammontano a poco piu` di 33 milioni di tonnellate. Ebbene, 8.700 di questi vengono raccolti in modo differenziato, tra cui 3.350 riguardano gli imballaggi.

Gli aspetti positivi contenuti nel vigente accordo quadro ANCI-CO- NAI sono rappresentati dalla certezza nel tempo di valore positivo dei ma- teriali, dalla certezza per i Comuni e gli operatori di una destinazione per i materiali raccolti, dalla garanzia che il materiale conferito venga avviato a riciclo e/o recupero e dal fatto che i corrispettivi riconosciuti aumentano durante i cinque anni. Finora, quindi, tale strumento si e` rivelato molto valido; dipendera` poi dalle varie amministrazioni farlo funzionare. A tale riguardo voglio sottolineare come nelle Province in cui si registrano, a livello globale, le performance peggiori si sono registrati casi di Comuni estremamente virtuosi. Cio` dimostra che la raccolta differenziata puo` es- sere organizzata bene dappertutto. Anche se in Campania e in altre Re- gioni del Sud la media e` quella che ho illustrato, esistono in quelle stesse zone casi di eccellenza.

Il CONAI svolge molte attivita` sul territorio avvalendosi di accordi con Regioni e Province e cerca di stimolare la raccolta differenziata. Negli ultimi anni il CONAI si e` venuto a configurare sempre piu` come un con- sulente per la raccolta differenziata. Specialmente per le aree del Sud e`

partito un progetto operativo basato sul coinvolgimento degli enti locali, la condivisione di obiettivi e azioni conseguenti, il monitoraggio, la valo- rizzazione anche economica del risultato e azioni di miglioramento, allo scopo di elaborare un programma operativo con i Comuni che lo deside- rano. Ad esempio, abbiamo lavorato ad un grosso progetto con il Comune

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di Salerno (che non e` un piccolo comune!) e stiamo ottenendo buoni risul- tati.

Il CONAI puo` contribuire, anche nelle aree del Sud, all’acquisto di attrezzature e alla formazione del personale, puo` offrire supporto manage- riale nella fase realizzativa e supporto economico anche al segmento della comunicazione locale che e` importantissima. Infatti, se i cittadini non sanno come differenziare i rifiuti, il progetto non puo` funzionare. Si rico- nosce anche un success fee al raggiungimento degli obiettivi.

Al Sud c’e` una percentuale media di raccolta differenziata di 30 punti inferiore a quella delle Regioni del Nord e di 15 punti inferiore alla media nazionale, ma la nostra attenzione per le Regioni meridionali e` massima ed e` lı` che si registrera` un decisivo miglioramento. Consegnero` poi alla vostra attenzione un elenco con il dettaglio di tutte le collaborazioni av- viate nelle varie Province, ma vorrei illustrarvi ora i risultati in termini di recupero e riciclo finale.

Per quanto concerne gli imballaggi secondari e terziari, la percentuale di avvio al riciclo e` molto alta. La raccolta viene effettuata da privati e i dati sono comunicati al sistema CONAI. Le aziende possono conferire i loro rifiuti di imballaggio a piattaforme convenzionate pagando solo i co- sti del trasporto. Al momento attuale il CONAI ha in funzione per imbal- laggi secondari e terziari 457 piattaforme. Per quanto riguarda i risultati del sistema CONAI-Consorzi di filiera del 2007, a confronto con l’obiet- tivo 2008 del 60 per cento, sono stati avviati a recupero complessivo il 67 per cento dell’immesso al consumo (56,9 per cento di riciclo e 10,1 per cento di recupero energetico).

Il dettaglio degli obiettivi di riciclo per materiale e` rappresentato nella tabella a pagina 37 della relazione dalla linea rossa: gia` nel 2007, l’obiettivo del 55 per cento come recupero complessivo e` stato raggiunto dai Consorzi di tutti i materiali, con punte di eccellenza nel caso di vetro, carta e legno.

I rifiuti di imballaggio avviati a riciclo possono essere suddivisi per canali di provenienza: per il 59 per cento derivano dal canale industriale e commerciale – e in questo caso il grosso del lavoro e` portato a termine dalle stesse industrie e dal settore del commercio – mentre il riciclo ur- bano e` il 41 per cento (circa 3 milioni di tonnellate).

Nel diagramma a pagina 39 della relazione sono rappresentate le mo- dalita` di recupero dei rifiuti di imballaggio: circa l’85 per cento del totale del recupero e` destinato al riciclo e solo un 15 per cento alla termovalo- rizzazione, anche perche´ alcuni materiali – come molti tipi di plastica – non possono essere recuperati. Il mondo della plastica e` certamente il piu` complesso. Ne deriva che certi prodotti del recupero vengono avviati a termovalorizzazione.

Il risultato che abbiamo ottenuto e che credo sia emblematico del successo del sistema CONAI e` desumibile – nella tabella a pagina 40 – dall’ampiezza dell’area di colore viola in cui sono rappresentate le quan- tita` recuperate, mentre l’area a barre di colore arancione descrive le quan- tita` di imballaggi avviati a discarica: abbiamo praticamente ribaltato la si-

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tuazione del 1998. Solamente il 33 per cento dei rifiuti di imballaggio viene smaltito in discarica: parliamo comunque di 4 milioni di tonnellate che non sono un quantitativo esiguo. A tale scopo, fondamentale sara`

l’impegno dei Comuni del Centro e del Sud d’Italia per migliorare la rac- colta differenziata e contribuire affinche´ questo valore possa diminuire. Il CONAI attualmente raccoglie e ricicla tutti i materiali che gli vengono conferiti, ma il punto e` che la raccolta differenziata va organizzata dapper- tutto.

Vorrei ora sottoporre alla vostra riflessione alcuni dati – riportati a pagina 41 della relazione – che sono esemplificativi delle tonnellate equi- valenti di petrolio (TEP) risparmiate per tonnellata di materiale riciclato in prodotto. Questo valore, ad esempio, e` altissimo nel caso dell’alluminio: la produzione di alluminio da materia prima richiede infatti un’enorme quan- tita` di energia e il riciclo effettivamente permette rilevanti risparmi. Que- sto ragionamento vale praticamente per tutti i materiali, ma il risparmio e`

calcolabile anche in termini di riduzione di emissioni di CO2 per tonnel- lata di materiale riciclato – come apprezzabile nella tabella a pagina 42 – ed e` sempre molto significativo. In sostanza, in dieci anni il sistema CO- NAI ha contribuito, con un risparmio in emissioni di anidride carbonica pari a 40 milioni di tonnellate, al miglioramento della nostra atmosfera.

Riassumendo, i giacimenti metropolitani (come definiamo il risultato della raccolta differenziata) sono fonti di importanti benefici: risparmio di materia prima e di energia, nuova occupazione, riduzione di emissioni di gas serra, aggancio al mercato europeo del riciclo; quindi, si ha innova- zione tecnologica di processo e di prodotto.

A questo punto si impone un confronto con gli altri Paesi europei a livello di risultati. La tabella a pagina 45 della relazione riporta i dati del 2005 (i piu` recenti a nostra disposizione): il sistema Italia, gia` nel 2005, aveva raggiunto l’obiettivo recupero del 2008 rappresentato dalla linea punteggiata rossa.

Signor Presidente, lei ha parlato di impatto sui consumatori. L’obiet- tivo recupero e` raggiunto grazie ad un sistema che e` tra i piu` efficienti in Europa. Per quanto concerne il riciclo, le aziende che immettono gli im- ballaggi al consumo ripercuotono le spese sostenute sulle aziende che li riempiono i quali, a loro volta, le fanno gravare sui clienti della distribu- zione: e` legittimo sostenere che, alla fine, e` sempre il consumatore che paga, ma le spese sostenute dal consumatore sono assolutamente in linea e spesso molto inferiori a quelle degli altri Paesi.

C’e` da considerare che il CONAI spende il 58 per cento dei suoi ri- cavi per la raccolta, il 24,9 per il riciclo e il 5,4 per il recupero, mentre solamente l’11,5 per cento va alla struttura, senza dimenticare che in que- st’ultima percentuale sono ricomprese anche le spese per una notevole at- tivita` di comunicazione.

Va dato atto a chi mi ha preceduto nella Presidenza del CONAI e alla struttura che lo gestisce, in particolare al suo direttore generale, di aver dato vita in dieci anni ad un’organizzazione che destina praticamente l’89 per cento dei suoi ricavi allo scopo per cui e` stato creato, mentre so-

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lamente l’11 per cento e` impiegato per spese di struttura. Se da questo 11 per cento detraessimo le spese per le comunicazioni, arriveremmo a valori intorno al 5-6 per cento.

Le risultanze piu` importanti del bilancio del sistema CONAI-Con- sorzi di filiera in dieci anni sono le seguenti: a livello ambientale, un ri- sparmio di circa 40 milioni di tonnellate di emissioni di CO; a livello eco- nomico, un saldo positivo di oltre un miliardo di euro (perche´ a fronte di circa 800 milioni di euro spesi per sovvenzionare attivita` di raccolta dif- ferenziata, se ne sono evitati oltre due milioni da mancato smaltimento); a livello di ricadute socio-economiche vi e` stato un saldo positivo per oltre due miliardi di euro. Vi e` poi tutto l’indotto generato per la raccolta dif- ferenza, la selezione, la logistica e il riciclo. Abbiamo stimato un saldo benefici netti di oltre 4 miliardi di euro, mentre i costi totali di struttura globale del sistema CONAI-Consorzi di filiera sono risultati pari a 394 milioni di euro (circa il 10 per cento).

Un aspetto molto importante, sul quale negli anni passati e` stato po- sto un notevole focus, e` quella della tracciabilita` dei rifiuti di imballaggi a riciclo/recupero. E` stato cosı` inaugurato un sistema molto complesso di validazione dei risultati conseguiti, in quanto desideriamo che i dati forniti dal CONAI siano inattaccabili sotto tutti gli aspetti. Ci concentriamo su tre momenti chiave: l’immesso al consumo, il riciclo ed il recupero ener- getico. Questi ultimi due danno il recupero complessivo.

Il modello di validazione e` stato definito tra CONAI e Consorzi e prevede la classica struttura piramidale, nella quale i diversi soggetti coin- volti si adoperano (principio della responsabilita` condivisa) per ottenere il risultato finale: la validazione dei processi e delle procedure con le quali si rilevano e si verificano i dati di riciclo e recupero.

L’attivita` di verifica va dal vertice della piramide, quindi dal CONAI, alla sua base, quindi agli operatori riciclo/recupero; quella informativa se- gue la strada contraria, quindi dagli operatori del riciclo/recupero verso il CONAI, che ne rende edotto anche l’Osservatorio dei rifiuti. La sigla PSP, piuttosto ermetica, che trovate nella relazione, significa piano specifico di prevenzione ed e` del CONAI.

Agli operatori delle attivita` di riciclo/recupero spetta la determina- zione dei dati; ai Consorzi di filiera l’esecuzione dei piani di verifica sui dati comunicati dagli operatori; al CONAI l’esecuzione dei piani di audit per ogni singola filiera. L’intero modello e` infine sottoposto a veri- fica da parte di un ente terzo (ente di certificazione) di provata fama e attendibilita`, secondo i principi chiave della certificazione.

E veniamo a parlare del futuro, cominciando dai consumatori, che mostrano una maggiore attenzione al tema della sostenibilita` ambientale degli imballaggi e una crescente sensibilita` verso i temi ambientali e la raccolta differenziata. Tutto il rumore che c’e` stato, con la crescente atten- zione dei media per la crisi di Napoli, ha prodotto effettivamente una nuova, grande consapevolezza. Dove la raccolta differenziata non c’e`, credo che i cittadini aspettino solo che essa venga avviata. Questo vale in particolare per la Campania. Ne approfitto per dire che stiamo offrendo

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collaborazione, sia alla struttura del Sottosegretario sia al Ministero del- l’ambiente sia agli enti locali (Regione Campania e Comune di Napoli).

Ci auguriamo che insieme si riesca a risolvere questo problema, non solo togliendo l’immondizia dalle strade, ma realizzando un sistema che esiga un numero di discariche decisamente inferiore a quello attuale. Il problema al momento si e` risolto con le discariche, perche´ non c’era la raccolta differenziata e non c’erano i termovalorizzatori. Se la raccolta dif- ferenziata funziona e i termovalorizzatori entrano in funzione, la necessita`

di discariche si riduce in modo radicale.

Anche le imprese mostrano maggiore attenzione ai temi ambientali.

Sotto questo aspetto, abbiamo intenzione di svolgere un’azione per au- mentare la prevenzione a livello di progettazione degli imballaggi. Gli im- ballaggi nascono dalle intuizioni degli uomini di marketing, i quali poi in- teragiscono con i produttori. Solo che finora si e` mostrata poca attenzione alla loro ecosostenibilita`. Siccome pero` la ricerca da parte delle aziende di soluzioni economicamente e ambientalmente piu` sostenibili e` sempre piu`

accentuata, siamo convinti che si potrebbero ottenere dei grossi risultati.

Vi e` appena stata la revisione della direttiva comunitaria sui rifiuti.

Come sapete, la nuova versione contiene un’importante errore di tradu- zione sul valore di riciclo che si dovra` raggiungere. L’interpretazione che noi diamo e` basata sui testi in inglese e in francese. Quindi si dovra`

raggiungere entro il 2015 un valore di riciclo dei rifiuti urbani del 50 per cento. Per riuscirci la raccolta differenziata dovra` funzionare in tutta Italia.

Ora raggiungiamo risultati molto importanti perche´ recuperiamo una gran- dissima quantita` di imballaggi secondari e terziari dalla grande distribu- zione e dalle industrie, ma a livello di rifiuti domestici non siamo ancora a questo livello. Resta comunque un obiettivo alla nostra portata.

L’Unione europea insiste sull’attivita` di prevenzione. Cercheremo di svilupparla ulteriormente. Ci auguriamo che il nostro sistema continui ad essere tra i migliori in Europa.

L’aumento dei prezzi delle commodity significa che il giacimento creato dalla raccolta differenziata sara` sempre piu` importante e dovra` es- sere salvaguardato.

Il CONAI rispondera` al contesto con performance crescenti. Dob- biamo dire francamente che la performance del CONAI e` legata in gran parte a quella delle aziende municipalizzate e dei Comuni nell’organizzare la raccolta in un modo decente, ma noi abbiamo una serie di attivita` che ci fanno sperare che il CONAI sia pronto per queste sfide.

Quindi la risposta di CONAI al contesto e` piani e programmi di pre- venzione; progetto riutilizzo; prevenzione sul territorio; monitoraggio con- tinuo e diffusione della conoscenza; rinnovo dell’accordo ANCI-CONAI, in modo da favorire la raccolta differenziata dove questa non viene effet- tuata; progetto Sud; attenzione alla qualita` della raccolta.

Molto spesso, ad esempio, i consumatori ignorano che il fatto di met- tere in un raccoglitore di vetro qualche piatto crea dei problemi enormi, in quanto la ceramica e` molto difficile da separare dal vetro. Ho visto vetre- rie in cui il cinque per cento di bottiglie, prodotte con il 60 per cento di

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materia riciclata, era da scartare per piccole inclusioni di ceramica che non si riescono ad evitare. Le tecnologie sono in costante evoluzione, quindi probabilmente la situazione migliorera`, ma per il momento ci sono problemi che, con un po’ di attenzione in piu` da parte del cittadino, si possono evitare. Ancora, comunicazione locale e attivita` sul territorio;

ricerca e sviluppo; raggiungere e superare i target normativi – verso disca- rica zero. Per noi e` importante raggiungere gli obiettivi di legge, ma anche attaccare in modo decisivo quei 4 milioni di imballaggi che vanno ancora a finire annualmente nelle discariche. Infine, network del sapere ambien- tale.

Con tutti questi strumenti ci auguriamo che nella prossima audizione potremo presentare una situazione ancora migliore rispetto a quella oggi rappresentata.

CERRONI. Intervengo non tanto per integrare quanto ha detto il dot- tor Perron, ma per porre l’attenzione su due o tre questioni di fondo.

La prima. Il CONAI e` gestito da uomini d’impresa e professionisti (io, per esempio, sono direttore generale di Autogrill Corporate), per noi e` un’attivita` assolutamente volontaria e complementare. Al di la` di questo, l’istituzione del CONAI rimanda ad un felice momento che si e` verificato negli anni ’90, nel quale alcune funzioni d’interesse generale, specificata- mente rivolte al mondo delle imprese, sono state organizzate mediante l’impegno degli interessati. E` inutile che mi ci soffermi. Nella storia delle istituzioni italiane vi e` stata una scuola di pensiero (Santi Romano e altri), purtroppo molto poco seguita, che ha proposto al sistema istituzionale che vi fosse, per alcuni servizi tipicamente rivolti al mondo delle imprese, una gestione a carico, sia finanziario che organizzativo, del sistema delle im- prese stesse. Un altro esempio di quegli anni, simile al CONAI, e` quello delle Camere di commercio. Vi e` stato un momento agli inizi degli anni Novanta in cui, di fatto, si sono riorganizzate queste strutture in tale dire- zione.

A distanza di dieci anni, il CONAI e` un sistema con un costo di strut- tura totalmente autofinanziato dal mondo imprenditoriale e con un rap- porto tra costi di gestione, di struttura e di attivita` non paragonabile ad alcun altro tipo di istituzione pubblica, centrale o periferica. Questo e`

un aspetto molto importante: questo tipo di scelte istituzionali ha dimo- strato la sua efficacia.

La seconda questione che volevo porre riguarda l’integrazione tra in- dustria, distribuzione e artigianato: vi e` una reale sinergia e un circuito di responsabilita`, che finisce poi per avere degli effetti sul sistema di ge- stione delle imprese che entrano nel ciclo produttivo.

La continua evoluzione del packaging a minore contenuto di energie e materie prime e` un esempio di tale effetto. Altri esempi sono i sistemi dell’acqua, ma sono argomenti che tralascio perche´ sono di tipo intuitivo.

In terzo luogo, non vi e` dubbio che esista un target europeo con il quale questo tipo di istituzioni si confronta. Le nostre zone di criticita`

nei rapporti tra i vari segmenti di produzione, distribuzione e consumo

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sono particolarmente concentrati nei centri storici. Su tutto l’asse occiden- tale italiano, da Genova a Palermo, il punto di maggiore crisi e difficolta`

da noi riscontrato e` costituito dalla raccolta differenziata all’interno dei centri storici. E` molto semplice fare la raccolta in un centro commerciale o in un mercato annonario, mentre e` estremamente difficile farla all’in- terno dei bar o delle piccole vie.

Noi siamo arrivati ad un punto in cui in qualche modo il sistema im- prenditoriale si autogestisce, si autogoverna e produce risultati; pero`, se vogliamo individuare punti di criticita`, questi sono spesso legati a settori come la ristorazione e i piccoli esercizi.

Da ultimo, faccio una considerazione, che non vuole pero` essere cor- porativa. Mi scuso se accenno a tale questione ma essa e` talmente macro- scopica che, onestamente, non posso perdere l’occasione di parlarne: ri- guarda proprio il settore della distribuzione commerciale. Ad esempio, la societa` Autogrill spende in un anno, per la raccolta differenziata, 6 mi- lioni di euro. Non sono cifre fantastiche ma e` la realta` sostanziale del si- stema produttivo italiano. A chiunque mi parli di questioni astratte, dun- que, replico che onestamente rifiuto ogni tipo di ragionamento teorico.

Per quanto riguarda la distribuzione, mi permetto di porre due que- stioni all’osservazione tanto del Presidente che della Commissione. La prima questione e` relativa all’assimilazione. In pratica, dal decreto Ronchi in poi, cioe` dal 1996, non si e` mai riusciti a far produrre dall’amministra- zione competente (cioe` dal Ministero dell’ambiente) dei criteri qualitativi e quantitativi per l’assimilazione ai fini della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani e speciali. Se, evidentemente, i rifiuti si dividono in due categorie, allora le istituzioni dicano con certezza quali rifiuti possono es- sere conferiti al servizio pubblico e quali devono essere consegnati ad operatori privati. Tale criterio di compiti, infatti, ancora non e` stato stabi- lito. Cio` si traduce in un sopraccarico effettivo di costi da parte delle im- prese, le quali non pozzono andare a scontare l’attenzione sempre piu` con- centrata (per evidenti motivi di finanza pubblica) dei Comuni. In assenza di questa definizione di criteri, l’impresa non puo` scorporare i costi tra ri- fiuti speciali dichiarati assimilabili e quelli non dichiarati assimilabili.

Per quanto riguarda la questione TARSU e tariffa, le imprese sosten- gono, come accennavo prima, costi rilevanti per la raccolta differenziata.

Non si capisce per quale motivo esse debbano sostenere questi costi e, contemporaneamente, pagare o la TARSU o la tariffa senza poter defal- care, da quanto dovuto all’ente locale, quanto esse gestiscono in proprio.

Che cio` poi avvenga esclusivamente per le imprese di distribuzione ci sembra una stortura assolutamente macroscopica.

Se nella nuova legislatura questi due problemi, che si traducono in un aggravio reale per la sola tipologia delle imprese della distribuzione di qualunque livello (sia piccolo che grande), venissero in qualche modo ri- solti, probabilmente anche i nostri rapporti con l’ANCI migliorerebbero.

Considerate, infatti, che su 1.400.000 imprese iscritte al CONAI, circa 1.250.000 sono imprese commerciali e di distribuzione. Praticamente, quindi, esse pagano il sistema generale, il sistema proprio di impresa e

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il sistema della tassazione locale senza che su quest’ultimo aspetto sia stata fatta chiarezza.

Sciogliere questi nodi costituirebbe un incentivo ad una maggiore movimentazione (mi riferisco in particolare al centro Sud dove evidente- mente i margini di produttivita` di tali imprese sono minori), oltre che un incentivo ad innalzare il livello di raccolta.

ORSI (PdL). Sono molto grato, signor Presidente, e – se posso per- mettermi – anche particolarmente soddisfatto delle informazioni che sono state prodotte che, peraltro, io stesso in passato avevo cercato di ot- tenere. Tuttavia, mai mi sono state fornite con l’analiticita` con cui oggi ci sono state riferite.

Proprio a tale proposito, vorrei chiedere dei chiarimenti, per verifi- care se ho bene inteso alcuni dati e, specificamente, quelli relativi ai risul- tati di recupero e riciclo finale e quelli inerenti le modalita` di recupero dei rifiuti di imballaggio.

In primo luogo, apprezzo l’impostazione del CONAI che associa in termini positivi il riciclo e il recupero energetico, nel senso che sempre di riutilizzo funzionale, economico e ambientale di materia si tratta. Da quanto da voi riferito in merito al primo punto, si deduce che oltre il 50 per cento della plastica che passa attraverso il Consorzio di filiera e`

avviato a recupero energetico. Dunque, al contrario di quanto e` stato af- fermato in questa sede da Federambiente la settimana scorsa, mi sembra di capire che vi sono impianti di termovalorizzazione alimentati a plastica probabilmente proveniente dallo stesso CONAI.

Per quanto concerne poi il recupero del legno, considerato riciclo, de- duco poi che viene assorbito come materia seconda dai produttori di pellet, piuttosto che di cippato, come avviene pure in Liguria – regione da cui pro- vengo – dove una parte del legname raccolto dai Consorzi di filiera viene trasformato in un particolare combustibile che alimenta centrali a biomassa o, addirittura, piu` di recente impianti di riscaldamento ad uso domestico.

Vorrei da voi una conferma in merito. Vorrei sapere cioe` se effetti- vamente nella voce «riciclo del legno» e` intesa la materia seconda conse- gnata al produttore di cippato o di pellet per la valorizzazione energetica.

Analogamente, vorrei conferme – come ho gia` anticipato – in merito ai dati relativi al recupero dei rifiuti di imballaggio. Da cio` che ci e` stato riferito in merito, mi sembra di capire che dal 1998 al 2007, rispetto a cio`

che transita attraverso i Consorzi di filiera, cio` che e` stato avviato al rici- clo e` aumentato di poco piu` del doppio, mentre sarebbe aumentato di cin- que volte cio` che e` stato avviato agli impianti di termovalorizzazione. Pre- cisamente, si sarebbe passati da 3.335 tonnellate a 7.135, per cio` che con- cerne il riciclo, e da 236 tonnellate a 1.268 per il recupero energetico.

Mi rendo conto di aver fatto una serie di affermazioni, piuttosto che una domanda ma volevo conforto sulla correttezza dell’interpretazione che do alla vostra comunicazione. In questa logica, i dati che emergono dalla vostra relazione e la sua stessa impostazione mi fanno dedurre che la rac- colta differenziata e` certamente qualcosa di diverso rispetto alle discari-

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che, sia in termini di impianto, che di modalita` di gestione, e che non solo non e` alternativa ma e` funzionale al recupero energetico da parte degli im- pianti di termovalorizzazione contribuendo alla migliore efficienza degli stessi nella logica di valorizzare una materia post-consumo.

Anche se la questione non e` molto attinente e se l’affermazione del vice presidente Cerroni e`, per cosı` dire, estranea al tema CONAI (anche se a questa Commissione interessa particolarmente), mi sembra di capire che dal mondo delle imprese della distribuzione provenga una richiesta forte per risolvere il problema della dicotomia del rifiuto assimilato e assimila- bile che in realta` e` definito nell’uno o nell’altro modo semplicemente at- traverso un provvedimento amministrativo del sindaco. Cioe`, lo stesso identico rifiuto e` avviato a impianti di smaltimento di rifiuti solidi urbani, oppure ad impianti di rifiuti speciali – con costi evidentemente maggiori – a seguito di un provvedimento del sindaco. Cio` e` conseguenza della nor- mativa contenuta nell’ultimo decreto legislativo che, nel riclassificare gli impianti (comprese le discariche) non prevede una distinzione fra impianti di vario tipo (discariche di rifiuti solidi urbani, tossico-nocivi e pericolosi), ma semplicemente tra impianti pericolosi e non pericolosi. Dunque, si e`

ottenuta una semplificazione sostanziale rispetto agli impianti di smalti- mento finale: il rifiuto ha soltanto due codici diversi dal punto di vista CER, ed un regime che nel sistema delle imprese incide con costi molto elevati. Questo, almeno, avviene nella Regione da cui provengo.

Concordo, pertanto, anch’io sulla necessita` di rivedere l’attuale norma- tiva in conformita`, del resto, con quanto richiesto dalla stessa Unione euro- pea, affinche´ si badi piu` alla sostanza che alla forma e il rifiuto prodotto dal sistema della distribuzione ed assimilato ai rifiuti urbani possa seguire la stessa modalita` di smaltimento prevista per quest’ultimo. Cio` favorirebbe il passaggio a tariffa e, quindi, la possibilita` di realizzare meccanismi misti tra tassa pagata dai cittadini e tariffa dei prodotti di distribuzione.

Questo elemento puo` essere acquisito come un contributo di un si- stema di produzione e distribuzione come quello rappresentato, non in quanto CONAI, ma in veste di rappresentante d’impresa, dal vice presi- dente Cerroni.

MAZZUCONI (PD). Signor Presidente, nel ringraziare i nostri ospiti per la dettagliatissima relazione, formulo un’osservazione.

Mi sembra che uno degli elementi trainanti di tutto cio` che ci e` stato illustrato sia rappresentato proprio dall’accordo ANCI-CONAI, stipulato a suo tempo e ora in attesa di rinnovo.

A tale proposito, considerando le molte attese dei Comuni al ri- guardo, vorrei sapere in che senso andranno i nuovi accordi e se manter- ranno i livelli di remunerazione del precedente. Come certamente saprete anche voi, spesso gli amministratori locali sono molto interessati alla parte economica anche perche´ questa ha incentivato e spinto, di fatto, la rac- colta differenziata. Dunque, i nuovi accordi andranno nel senso dei prece- denti, oppure subiranno delle modifiche?

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Come credo sappiate molto bene anche voi, ultimamente il forte con- tenzioso che sta nascendo sulla gestione di tali accordi per cio` che con- cerne la qualita` del materiale conferito, fa supporre ai contraenti (i Co- muni, appunto) che si possano prevedere restrizioni economiche, poiche´

spesso il contenzioso sulla qualita`, quasi inevitabilmente, porta ad un calo della remunerazione attesa.

Quindi anch’io sono convinta che si debba insistere sulla qualita`.

Nella prima fase della gestione degli accordi ANCI-CONAI, pero`, si e` in- centivata molto la raccolta differenziata: bisognerebbe forse perseverare sugli aspetti qualitativi, cercando contemporaneamente di determinare comportamenti virtuosi anche attraverso un idoneo sostegno economico al- l’accordo.

E` anche opportuno rilevare che negli ultimi tempi l’andamento dei prezzi di mercato ha messo in crisi la gestione di alcuni accordi di filiera e ha addirittura spinto alcune amministrazioni ad abbandonarli. Attual- mente, ad esempio nel campo della carta, gli enti locali sono spesso spinti a concludere intese direttamente con le cartiere, bypassando l’accordo ANCI-CONAI che non e` remunerativo.

Per quanto riguarda il recupero del legno da alcuni mesi ci troviamo ad affrontare una situazione piuttosto critica. La scorsa settimana il Presi- dente di Federambiente ci ha parlato di piazzali e stazioni di trasferimento ingombre di legno e sta diventando addirittura costoso conferire il legno come frazione, mentre in passato queste operazioni erano non tanto remu- nerative, ma quantomeno a costo zero per la maggior parte delle ammini- strazioni che avevano scelto questo percorso. Anche a tale riguardo forse sono state fatte scelte poco oculate.

Come immagina il CONAI di gestire il governo di tutte le filiere, at- teso che non possiamo gestirvi solo materiali provenienti dall’Italia? Al- cune di queste filiere, infatti, si sono trovate in difficolta` per la presenza in Italia di ingenti quantita` di materiale proveniente dal resto d’Europa, ma e` naturale che cio` avvenga in un Paese dove c’e` mercato. Mi chiedo se chi governa le filiere possa fornire indicazioni anche ai contraenti piu`

deboli che continuano ad essere le amministrazione locali. Sarebbe impor- tante che il CONAI si assumesse alcune responsabilita` in questo senso.

Signor Presidente, lei ha ricordato la questione del green procurement che si traduce prevalentemente nell’acquisto di carta riciclata, soprattutto perche´ le amministrazioni – in modo particolare quelle pubbliche – non sanno quali altri prodotti riciclati acquistare. Se chiedessimo ad un sindaco o a un dirigente medio della pubblica amministrazione che genere di ma- teriale riciclato acquisterebbe per la sua amministrazione, nella maggior parte dei casi risponderebbe la carta. Probabilmente non e` riciclata la carta della relazione che ci e` stata consegnata, ma fondamentalmente si pensa a questo e non ad altro. E` opportuno che il CONAI promuova nuovamente quella vasta operazione pubblicitaria che ha lanciato negli ultimi anni, an- che perche´, nella materia al nostro esame, la pubblicita` equivale ad una formazione specifica e il CONAI puo` fare molto.

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Non bisogna trascurare un altro aspetto che, a mio avviso, influisce sull’acquisto e l’utilizzo di oggetti prodotti con materiale riciclato: il loro costo molto spesso e` elevato. Per fare un esempio banale, una pentola di alluminio riciclato costa molto; anche se ve ne sono di design molto belli, il loro prezzo non e` competitivo con le normali pentole che gia`

sono costose. Sarebbe interessante poter disporre di dati comparabili, oltre che sul risparmio in termini di emissioni di CO e di impatto ambientale, anche sui costi di produzione di oggetti da materiale riciclato. Sicuramente sono minori i costi di smaltimento, ma sarebbe utile conoscere anche que- sti dati, sia per chi come me sostiene la raccolta differenziata ai massimi livelli, sia per i colleghi della Commissione che sono su posizioni esatta- mente opposte. Potremmo cosı` discutere piu` a ragion veduta dei costi e dei risparmi effettivi che si conseguono. Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione sull’argomento.

Per quanto riguarda le criticita` che sono state evidenziate nella mo- dalita` di gestione della raccolta differenziata nei centri storici e in grandi centri urbani, bisognerebbe improntare modelli organizzativi precisi per effettuare la raccolta e promuovere una formazione a tappeto. Il CONAI potrebbe suggerire delle soluzioni, perche´ raccogliere nel centro storico di Genova non e` esattamente come raccogliere nel centro storico di Mi- lano o in quello di Siena: le differenze sono notevoli. Sulla base dell’espe- rienza maturata, il CONAI potrebbe indicare qualche modello di raccolta e sostenere anche in questo campo una formazione specifica, con campagne pubblicitarie a tappeto, per aiutare i cittadini a non commettere alcuni de- gli errori in cui comunemente ricadono. Parliamoci chiaro, gli esperti dei rifiuti stanno al CONAI o in questa sala, ma la massaia media incontra difficolta` nel fare la raccolta differenziata. Una campagna pubblicitaria martellante potrebbe essere molto utile a tale scopo.

DELLA SETA (PD). Signor Presidente, mi associo ai colleghi nel ringraziare gli amici del CONAI per i dati che ci hanno fornito che sa- ranno senz’altro molto utili per la nostra indagine.

Ho una curiosita` analoga a quella manifestata dal senatore Orsi, an- che se parto da un presupposto diverso: sono stato colpito da un dato ri- portato nella tabella a pagina 36 della relazione, secondo il quale il recu- pero energetico della plastica, tra tutti i materiali oggetto della raccolta differenziata, e` di gran lunga il piu` elevato, anche rispetto al recupero di- retto di materia. Credo che questo sia un dato interessante.

Mi e` parso di capire che il senatore Orsi abbia espresso sostanzial- mente l’idea che sia indifferente, dal punto di vista ambientale, che il riav- vio avvenga sotto forma di recupero diretto di materia o di recupero di energia. La penso diversamente ed anche la normativa europea sostiene, peraltro, la mia interpretazione: l’Italia e` l’unico Paese in cui si utilizza il termine «raccolta differenziata», mentre negli altri Paesi europei si parla di recupero di materia – le cui modalita` possono essere le piu` varie – e di recupero di energia. Tra questi due obiettivi viene stabilita una gerarchia di preferenza, proprio dal punto di vista dell’interesse ambientale.

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Poiche´ ritengo che la priorita`, per motivi ambientali – che ora per brevita` non illustro – vada assegnata al recupero diretto di materia, mi in- teresserebbe capire a quale ragione sia legato l’attuale andamento dei ri- sultati di riciclo e recupero energetico della plastica raccolta in maniera differenziata. Secondo la mia impressione – che vorrei confermaste o smentiste – cio` e` dovuto molto banalmente al fatto che la filiera del recu- pero industriale della plastica e` piu` debole, arretrata e al momento meno consolidata e insediata nel nostro Paese. Se la mia sensazione e` corretta, vi chiedo se siano individuabili strumenti atti ad accelerare la diffusione e lo sviluppo in Italia di una filiera industriale del recupero della plastica riciclata.

PERRON. Cerchero` di rispondere in modo rapido ed esauriente.

Quanto ai dati, sul sito del CONAI, peraltro recentemente ristruttu- rato, troverete molto piu` di quanto vi abbia detto prima nella mia esposi- zione introduttiva.

Differenza tra plastica e vetro. Il vetro e` un materiale molto meno moderno della plastica ma, una volta raccolto, sempre vetro e`. Il suo pro- blema puo` risiedere casomai nel colore. Quindi, o viene utilizzato per bot- tiglie colorate, aggiungendo una certa quantita` di materia prima, oppure per il cosiddetto semibianco, con il quale si fanno le bottiglie per le acque minerali. Il vetro dunque, una volta separato dalle ceramiche, e` molto fa- cile da riciclare. Il mondo della plastica invece e` variegato. Ci sono ma- teriali, come il PET, che si possono riciclare facilmente, e altri, come film e vari accessori, per i quali l’operazione e` piu` difficile. Ci saranno grandi miglioramenti tecnologici, ma il problema risiede anche nell’enorme va- rieta` del mondo della plastica.

LONGHI. E` necessario un chiarimento di tipo metodologico. Quando parliamo di recupero energetico, non parliamo mai di materiale prove- niente da raccolta differenziata, ma degli imballaggi contenuti nei rifiuti solidi urbani, sotto forma di tal quale o di CDR. Voi sapete che e` fatto divieto di portare a termovalorizzazione materiale proveniente da raccolta differenziata. Quindi questo grande aumento della plastica nel recupero energetico e` legato al fatto che in questi anni e` cresciuto il recupero, al quale, almeno fino a questa fase dell’accordo ANCI-CONAI, poi vediamo cosa succede, diamo un contributo. Come infatti ricordava il senatore Della Seta, la normativa europea e` cambiata, quindi c’e` possibilita` di pa- gare soltanto la parte biomasse e non tanto la parte che non e` «fonte rin- novabile». Per cui quel dato di incremento notevole e` dato dalla plastica presente nel tal quale o nel CDR che va agli impianti di termovalorizza- zione, quindi di incenerimento con produzione di energia. Questa e` la pun- tualizzazione metodologica.

Per quanto riguarda il legno, in questo momento c’e` un rilevante pro- blema determinato dal fatto che c’e` una crisi in corso, che non e` ancora stata percepita in tutti i suoi aspetti, di una parte del sistema del mobile.

Per cui i riciclatori del legno, cioe` quelli che fabbricano il pannello trucio-

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lare dal legno, registrano un fase di riduzione dell’attivita` o comunque di difficolta` a piazzare il loro prodotto. Questo pero` non vuol dire, e qui apro una parentesi su cio` che sta facendo il sistema consortile, che non riti- riamo il materiale. In questo momento non stanno ritirando il materiale, ed e` una delle caratteristiche che si e` voluto dare al sistema CONAI-Con- sorzi di filiera, quelle imprese che hanno dei rapporti diretti con i Comuni.

L’accordo ANCI-CONAI da` la possibilita` ai Comuni, o di fare la convenzione con il sistema consortile o di vendere direttamente il mate- riale. Si vede dai dati (se volete vi manderemo gli aggiornamenti) che vi sono dei Comuni che, tenuto conto degli incrementi di mercato che ci sono stati su alcuni materiali, hanno deciso di fare degli accordi diretti con le cartiere, perche´ avrebbero spuntato una quotazione maggiore. Ma questa e` la caratteristica del sistema consortile, che e` sussidiario al mer- cato. Anche il presidente dell’Autorita` Antitrust, dottor Catricala`, in una recente audizione ha sottolineato questo aspetto.

Il CONAI, in quanto rappresentanza del mondo delle imprese, e` as- solutamente rispettoso di questa impostazione. Ripeto, i Comuni possono raggiungere un accordo con il CONAI oppure vendersi il materiale da soli.

Nel primo caso, il CONAI paga un corrispettivo fisso per un periodo di tre anni, consentendo cosı` di evitare le fluttuazioni di mercato. In questo mo- mento conviene vendersi la carta, ma tra due mesi converra` ancora? L’a- lea del mercato non ricade piu` sul sistema consortile, ma direttamente sul sistema delle imprese.

Per quanto riguarda il legno, i Comuni, o meglio ancora, le piatta- forme che hanno fatto l’accordo direttamente con le imprese, stanno «su- bendo» questo momento di crisi del mercato. Ma il sistema consortile e`

gia` intervenuto, tanto che dal 1º gennaio 2009 il contributo ambientale sul legno passera` da quattro a otto euro la tonnellata per dare al Consorzio Rilegno, braccio operativo del CONAI, la possibilita` di sostenere questa fase difficile. Se volete, e` la classica manovra anticiclica per consentire al sistema delle imprese di sostenere una fase di difficolta` nel ritiro di questi materiali. Questo naturalmente non vuole dire che non ritiriamo, anzi ci stiamo sostituendo al mercato, cercando di garantire ai Comuni che il materiale venga ritirato e poi vada comunque al riciclo attraverso altre forme.

C’e` un altro aspetto importante e non ancora evidenziato, credo lo fara` il consorzio Rilegno nella sua audizione, cioe` che in tutta la norma- tiva sui certificati verdi e sul sostegno alle fonti rinnovabili i rifiuti di le- gno provenienti dalla raccolta differenziata, che siano ingombranti o im- ballaggi, sono esclusi dai benefici. In sostanza, soltanto gli impianti diretti biomasse, quindi che utilizzano materiale dedicato e non rifiuti di imbal- laggi, possono avere certificati verdi. Ci si sta muovendo con il gestore della rete, che per legge e` deputato a stabilire, non solo i materiali, ma anche il livello dei certificati verdi (oggi 20 euro alla tonnellata), per con- sentire che anche i rifiuti di imballaggi di legno possano avere un’ulteriore possibilita` di valorizzazione.

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Sulla qualita` consentitemi una divagazione di carattere tecnico. Noi ritiriamo il materiale per riciclarlo, tuttavia se, una volta raccolto e sele- zionato, la qualita` e` pessima, come capita adesso in Campania, lo dob- biamo mandare in discarica. Cosı` pero` e` inutile fare la raccolta differen- ziata, che non deve essere fine a se stessa, ma consentire la valorizzazione del materiale e portarlo al riciclo.

MAZZUCONI (PD). Ho visto che il contenzioso c’e` anche nelle zone piu` virtuose della vostra cartina...

LONGHI. Certo. La penso in maniera leggermente diversa da lei, per cui piu` che puntare sull’aumento del corrispettivo...

MAZZUCONI (PD). Non dicevo questo. Io chiedevo come tenere in- sieme qualita` e aumento del corrispettivo.

LONGHI. Secondo noi, intanto serve la comunicazione. Il cittadino deve essere costantemente tenuto vigile per quel che riguarda la differen- ziazione a monte dei materiali. Piu` il materiale viene differenziato bene, piu` e` puro, piu` e` facile riciclarlo, altrimenti anche nella selezione lo si butta in discarica.

Il secondo aspetto, per il quale ho usato la parola vigile non a caso, e`

quello della sanzione. Pensiamo a quale sarebbe la situazione in una citta`

come Milano se il conferimento non avvenisse secondo le prescrizioni for- nite dall’AMSA (azienda milanese servizi ambientali). Cio` si verifica an- che in molte altre citta`. Noi abbiamo avviato un processo meraviglioso, del quale parlava prima il presidente Perron, nella citta` di Salerno dove il sindaco ha voluto che formassimo 30 vigili urbani come vera polizia ecologica, per verificare il conferimento dei materiali e per sanzionare co- loro i quali non conferiscono in maniera corretta.

PERRON. Quanto ai nuovi accordi tra ANCI e CONAI, anch’io pro- vengo dall’industria (sono presidente di Heineken Italia) e penso che sa- rebbe logico in un sistema attendersi che un fornitore possa avere degli spazi di miglioramento di efficienza proseguendo nell’attivita`. Questa po- trebbe essere una posizione: la trattativa e` aperta e molto complessa e in questo momento vi sono impegnate una delegazione del CONAI e una dell’ANCI. Ritengo corretto lasciarli lavorare, sperando che lavorino nel modo migliore.

Noi possiamo anche tenervi informati sull’evoluzione delle trattative.

LONGHI. Naturalmente, ma ritengo che tale accordo sia l’asse por- tante della raccolta differenziata in Italia e mi auguro che si giunga ad una soluzione soddisfacente per entrambe le parti.

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DELLA SETA (PD). Signor Presidente, desidero solo avere un chia- rimento, rispetto alla questione da me posta, relativamente alla tabella contenuta alla pagina 36 della presentazione del CONAI. Sostanzialmente, quindi, voi confermate che il dato del 28,4 per cento per recupero di ma- teria e di riciclo e` il dato della raccolta differenziata?

PRESIDENTE. Mi riservo questo brevissimo intervento per chiedere al presidente Perron se il CONAI e` attivo anche nel campo della ricerca.

BRUNO (PD). Signor Presidente, ringraziando ovviamente il CONAI per la sua presenza qui oggi, chiedo al presidente Longhi se davvero, nella fase di stipula dell’accordo, il saldo dei benefici netti sia poco piu` del 5 per cento in rapporto alla contribuzione e ai contributi sostenuti dai Co- muni. Non vorrei aver capito male ma, in base all’impostazione fornita, tali benefici ammontano a poco piu` del 5 per cento.

LONGHI. Signor Presidente, rispondo in primo luogo alla domanda sulla nostra attivita` di ricerca. Il CONAI ha in corso una serie di progetti di ricerca. In primis, proprio perche´ riteniamo che il grande nemico sia la discarica, stiamo sostenendo un progetto, enfaticamente definito «discarica zero», tale da sostenere tutte le fasi della valorizzazione dei materiali, sia sotto forma di recupero di materia che di energia. Sono in corso delle prove su un gassificatore sperimentale. Quindi, l’alternativa al sistema classico di incenerimento e fabbricazione di energia e` una tecnologia di gassificazione gestita dall’AMRA, un’emanazione delle cinque Universita`

campane in un sito posto nei pressi dell’Universita` di Caserta. Tale speri- mentazione sta fornendo eccellenti indicazioni sulla possibilita` di usare questa tecnologia, che e` appunto alternativa rispetto al sistema classico.

Un secondo progetto di ricerca molto importante concerne la traccia- bilita` del materiale. Noi stiamo conducendo una serie di prove con alcune Universita` italiane proprio per inserire un microchip all’interno di alcune tipologie di imballaggi (magari riuscissimo a inserirlo in tutte le tipologie, ma e` praticamente impossibile), in maniera tale da avere la tracciabilita`

dal momento in cui l’imballaggio e` immesso sul mercato fino al suo smal- timento finale. Se questo progetto dovesse continuare e trovare una sua applicazione pratica, tutta la fase di selezione dei materiali potrebbe avve- nire in maniera totalmente automatizzata con risparmi anche nella fase di raccolta.

Altri progetti di ricerca riguardano l’ottimizzazione dell’imballaggio.

Noi abbiamo un network del sapere ambientale, cui faceva riferimento il presidente Perron, e stiamo investendo con una serie di Universita` italiane proprio per diffondere le conoscenze sugli imballaggi ecosostenibili e su quale dovrebbe essere l’imballaggio ottimale in funzione delle caratteristi- che del bene che deve contenere e della sua ecosostenibilita`.

PERRON. Se posso, vorrei aggiungere ancora un dato, che non ri- guarda proprio il campo della ricerca, in relazione alla progettazione eco-

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sostenibile. Quando la progettazione e` orientata ad uno scopo ben preciso si ottengono grandissimi risultati. Io porto sempre l’esempio dell’industria birraia, nella quale ho iniziato a lavorare nel 1974. All’epoca, per produrre un litro di birra, si consumavano dieci litri d’acqua perche´ non c’era grande attenzione, l’acqua costava poco e non vi erano problemi di con- trollo di inquinamento. Da quando la progettazione degli stabilimenti, o anche la loro trasformazione, e` diventato un tema estremamente impor- tante, siamo adesso a un consumo di quattro litri di acqua per un litro di birra e si realizzeranno ulteriori miglioramenti.

L’imballaggio non e` mai stato progettato in vista dell’ecosostenibi- lita`; certamente vi sono stati molti studi da parte delle aziende per ridurre i pesi pero`, in termini di progettazione globale (e anche l’Unione Europea definira` dei criteri al riguardo), e` la progettazione ecosostenibile il grande strumento per riuscire a migliorare la situazione.

LONGHI. Infine, per quanto riguarda la percentuale della contribu- zione rispetto ai benefici complessivi, entriamo in un tecnicismo. La legge n. 152 del 2006 definisce l’importo che il CONAI deve corrispondere in termini di corrispettivo per i maggiori oneri, cioe` la differenza fra raccolta indifferenziata e raccolta differenziata. Cio` che dobbiamo pagare (e come amministratori del CONAI non abbiamo altra scelta) e` il costo effettiva- mente sostenuto in condizioni di efficienza, di trasparenza e di economi- cita`. Detto cio`, i benefici, calcolati come benefici complessivi, tengono conto sia della valorizzazione del materiale sia del valore aggiunto creato.

Come si diceva prima, la raccolta differenziata diventa sempre piu`

un’alternativa allo sfruttamento dei giacimenti naturali. Infatti, esistono giacimenti urbani, alternativi ai giacimenti naturali, ed e` proprio come se noi pagassimo i costi di prospezione e di coltivazione di un giacimento.

Questo e` quanto il CONAI deve pagare con questo meccanismo.

PERRON. Signor Presidente, una considerazione molto interessante, fatta in parecchi interventi, e` che gli italiani vengono probabilmente molto sensibilizzati verso la raccolta differenziata. Esistono sistemi molto diversi tra Regioni e anche tra singoli Comuni e, quindi, e` difficile condurre una campagna in dettaglio. Cio` che e` importante, invece, e` che gli italiani ca- piscano il valore enorme di questo giacimento urbano.

Mentre in passato anche noi abbiamo orientato il nostro messaggio maggiormente sulla raccolta differenziata che permette, fondamental- mente, di ridurre i rifiuti, dovremmo adesso cercare di parlare di riciclo che genera ricchezza.

CERRONI. Signor Presidente, se mi e` consentito, vorrei ringraziare il senatore Orsi per avere avuto la sensibilita` di guardare con attenzione ai problemi specifici cui accennavo.

Infine, una battuta conclusiva dal punto di vista della mia esperienza aziendale. Riprogettare in maniera ecosostenibile delle strutture produttive richiede un sistema di riorganizzazione dell’impianto produttivo che fini-

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sce per modificare la stessa qualita` del prodotto: si inaugurera` a novembre un primo «Ecogrill» in provincia di Ravenna. Se un sistema si regge sulla geotermia o su altre fonti, non si tratta di aggiustamenti ma di una vera e propria rotazione complessiva del punto di gestione di un sistema produt- tivo.

Questo e` un argomento altrettanto interessante collegato alla raccolta.

PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti del CONAI per aver ac- colto il nostro invito.

Naturalmente siamo pronti a recepire qualsiasi ulteriore documenta- zione o elemento voi vogliate fornirci ai fini della nostra indagine e, se vi sara` l’opportunita` o la necessita`, avremo occasione di rivederci.

Dichiaro conclusa l’audizione di rappresentanti del CONAI.

Audizione di rappresentanti del COMIECO

PRESIDENTE. E` ora in programma l’audizione di rappresentanti del COMIECO. Sono presenti il dottor Floriano Botta, vice presidente del COMIECO, il dottor Carlo Montalbetti, direttore generale, e il dottor Claudio Busca, responsabile relazioni istituzionali dello stesso Consorzio.

Come sapete, l’indagine conoscitiva avviata da questa Commissione si occupa delle problematiche relative alla produzione e alla gestione dei rifiuti, con particolare riferimento ai costi posti a carico dei cittadini, alla tracciabilita`, al compostaggio, alla raccolta differenziata ed alla effet- tiva destinazione al recupero ed al riuso dei rifiuti o delle loro porzioni.

Essendo voi degli interlocutori assolutamente essenziali rispetto a questo tipo di problematiche, non ho motivo di dilungarmi ulteriormente e cedo, quindi, la parola al vice presidente Botta.

BOTTA. Nel rivolgere un saluto a tutti i presenti, porgo anche i saluti del presidente, Piero Attoma, il quale purtroppo per motivi familiari non e`

potuto essere presente oggi. Cerchero`, quindi, di farne le veci.

Signor Presidente, sono stato nominato vice presidente del CO- MIECO da poco tempo, pertanto, per entrare nel merito degli argomenti, cedo la parola al direttore generale, dottor Carlo Montalbetti.

MONTALBETTI. Rivolgo, innanzitutto, un saluto a tutti ringrazian- dovi per l’invito.

Cerchero` di essere sintetico – poiche´ immagino che chi ci ha prece- duto abbia illustrato ampiamente il sistema CONAI – in modo da focaliz- zare l’attenzione sull’attivita` del Consorzio, un consorzio costituito dai produttori dell’intera filiera cartaria i cui consorziati ammontano ad oltre 3.500 aziende (sostanzialmente tutto il settore).

Per quanto riguarda la raccolta differenziata di carta e cartone, voglio subito sottolineare che siamo di fronte ad un caso interessante e molto po- sitivo, un caso cioe` attraverso il quale si puo` dimostrare che e` possibile

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fare un uso pubblico di un interesse privato. La raccolta differenziata ha, infatti, una forte valenza per quanto riguarda la vita delle comunita` sotto i profili ambientali ormai noti a tutti – ma non solo – e rappresenta un in- teresse privato: infatti la raccolta differenziata rappresenta una compo- nente importante dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime nel comparto industriale di cui stiamo parlando.

Negli ultimi dieci anni la raccolta differenziata di carta e cartone da parte dei Comuni ha registrato un incremento pari al 162 per cento e i quantitativi raccolti e riciclati, dunque sottratti allo smaltimento, hanno impedito l’apertura di 144 discariche, mentre nell’anno appena trascorso, cioe` il 2007, sono state raccolte ben 2.600.000 tonnellate di rifiuti. Al ri- guardo, mi preme sottolineare che inizialmente, prima che il sistema CO- NAI/COMIECO partisse, le quantita` di rifiuti raccolta si aggirava intorno alle 500.000 tonnellate.

Un’importante passo in avanti, quindi, e` stato compiuto attraverso un gioco di squadra che ha coinvolto il sistema industriale, ma anche quello pubblico che credo vi sia stato ampiamente illustrato, sotto il profilo del- l’accordo ANCI-CONAI, dai rappresentanti del CONAI che ci hanno pre- ceduto.

Da questo punto di vista COMIECO ha rappresentato un punto di ri- ferimento per la vita delle amministrazioni pubbliche, garantendo innanzi- tutto il ritiro del materiale, isole comprese. In proposito, cito il caso di Pantelleria che, tra le isole, ha raggiunto interessanti risultati considerando le caratteristiche del territorio. Ma oltre alla garanzia del ritiro, COMIECO garantisce la certezza di un corrispettivo per quanto riguarda le attivita` di servizio, di raccolta e di conferimento alle piattaforme da parte dei Co- muni.

Il sistema COMIECO, inoltre, attraverso le convenzioni stipulate con i comuni in attuazione dell’accordo ANCI/CONAI copre il 74 per cento della raccolta differenziata pubblica e nazionale. Come ho gia` detto, nel- l’anno appena trascorso sono state raccolte 2.600.000 tonnellate di carta e cartone, ma tenete conto che il riciclo complessivo dei maceri dell’indu- stria cartaria dell’anno che abbiamo alle spalle ammonta a ben oltre i 5 milioni di tonnellate. La raccolta differenziata rappresenta, quindi, un seg- mento di una raccolta che noi definiamo industriale e commerciale e che riguarda gli imballaggi cellulosici e i materiali cellulosici, in generale, la resa dei giornali, le scatole e gli scatoloni.

PRESIDENTE. Questa parte si colloca fuori dalla differenziata?

MONTALBETTI. Si, e` fuori.

Dunque, come dicevo su oltre 5 milioni di tonnellate, la raccolta dif- ferenziata si colloca sui segmenti cui ho appena fatto riferimento. E` molto importante tenere a mente questi dati perche´ stanno a dimostrare che tale settore ha una tradizione industriale e non nasce con la raccolta differen- ziata, che invece in esso si inserisce in modo consistente (e` un fondamen- tale dell’economia) tanto da modificare il rapporto tra import ed export. Il

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