• Non ci sono risultati.

Lo sguardo femminile della missione

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Lo sguardo femminile della missione"

Copied!
23
0
0

Testo completo

(1)

Notizie, testimonianze, proposte per gli amici dei missionari 2022 marzo | n. 3 - anno 75°

Direttore: Diego Piovani

Direttore responsabile: Marcello Storgato Redattore: Gianni Brentegani

tel. 0303772780 - giornale@missionarisaveriani.it abbonamenti.ms@saveriani.it

abbon. annuo € 10,00 (una copia € 1,00) www.saveriani.it

facebook.com/giornalems

PIA SOCIETÀ DI SAN FRANCESCO SAVERIO PER LE MISSIONI ESTERE

viale S. Martino 8 - 43123 Parma tel. 0521920511 - fax 0521960645

BURUNDI | CAMERUN | CIAD | CONGO R.D. | MOZAMBICO | SIERRA LEONE | BANGLADESH | FILIPPINE | GIAPPONE | INDONESIA | TAIWAN | THAILANDIA | AMAZZONIA | BRASILE | COLOMBIA | MESSICO

Reg. Trib. di Parma 07-03-1967 - n. 400 - Fruisce di contributi statali (L. 250/1990 e DL 15-05-2017, n. 70 - per il 2017: 57.596) Stampa: Litos S.r.l., Gianico (BS) - Contiene I.R. Poste Italiane. Sped. A.P. D.L. 353 03 (conv. L. 27/02/04 n° 46) art. 2, comma 2, DCB Brescia. Envoi par Abonnement Postal - Taxe Perçue. In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio P.T. Brescia C.M.P., detentore conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa

Prima la pace, poi l’annuncio Il linguaggio delle donne e la Chiesa

pagina 2

Saveriane, missione dell’incontro Quel punto fisso di ancoraggio Gioie e tristezze

condivise in Ciad P. Rosti e p. Bertazza

in cielo

pagina 3

lettere al direttore Le Poste e lo

“spreco” di carta

zx Gentile redazione, volevo avvisa- re che quest’anno non abbiamo ri- cevuto il numero di novembre 2021, con il vostro calendario 2022. Come mai? I numeri successivi sono arri- vati? Grazie! Franca, Brescia Auguri affettuosi alla redazione di

“Missionari Saveriani”. Buon la- voro e buon cammino missiona- rio da un vostro affezionato lettore.

Giovanni, Sacile (PN) Cosa accomuna queste due lettere arrivate in redazione? Ovviamente i ritardi di Poste Italiane nella conse- gna puntuale del nostro mensile. Il caso di Franca è molto diffuso. An- che da noi in redazione non sono arrivati alcuni numeri di novembre e dicembre. Ce li facciamo spedi- re proprio per controllare i tempi

di spedizione e, almeno qui, le dif- ficoltà tra novembre e gennaio so- no notevoli. Sembra che per oltre tre mesi, tutte le attenzioni siano per pacchi e pacchetti regalo. Ma lette- re, riviste e giornali spediti per po- sta ordinaria, ma non solo, finiscono in coda e si accumulano. È accaduto anche per notifiche di multe, avvisi di ricoveri e visite mediche impor- tanti, molto più modestamente coin- volge anche “Missionari Saveriani”.

Se volete una controprova, pensate che il bel biglietto di Giovanni, che ringraziamo per gli auguri e l’atten- zione, porta il timbro del 12 genna- io. Ma dal Friuli alla Lombardia il viaggio è durato 40 giorni. Il proble- ma è che tutti noi paghiamo per un servizio lacunoso e inefficiente. Ma nessuno scende in piazza per prote- stare e siamo costretti al monopolio.

Buona sera, ricevo da anni il vo- stro notiziario e vi ringrazio. Poi-

ché, mi rendo conto delle spese di stampa e spedizione, vi chiedo di so- spenderne l’invio. Questo costo è più opportuno destinarlo ai bisognosi. Se potete, inviatelo in forma elettronica.

Piero, via e-mail Richieste come quelle del signor Piero sono comprensibili. Ma la congregazione è oculata e investe nell’edizione cartacea del nostro giornale perché crede che l’anima- zione missionaria si debba svolgere anche in questo modo. Lo ribadia- mo. Pubblicare un mensile (10 nu- meri), con le notizie dei saveriani nel mondo, non è uno spreco di risor- se, o una sottrazione di aiuti ai bi- sognosi, anzi… Più amici ci leggono, più le iniziative dei saveriani circola- no, più si possono raccogliere con- tributi. Il solo coinvolgimento online non ci farebbe stare… a galla. Inol- tre, la carta utilizzata dalla nostra ti- pografia è certificata, per cui anche l’attenzione all’ambiente è garantita.

Diego Piovani Missionari Saveriani

via Piamarta 9 - 25121 Brescia giornale@missionarisaveriani.it A giornalems missionari_saveriani

PER CONTRIBUIRE

Si può inviare l’offerta con causale “Erogazione libe- rale” per progetti sociali (DETRAIBILI) su conto cor- rente postale o bonifico a:

Associazione Missionari Saveriani Onlus

Viale S an Martino 8 43123 Parma

(codice fiscale 92166010345) Iban IT 77A 07601

12700 001004361281 Inviare copia dell’avvenuto bonifico via e-mail a missiona- risaveriani.onlus@saveriani.it, indicando nome, cognome, indi- rizzo e codice fiscale (per emet- tere documento valido ai fini della detrazione fiscale).

Per contributi NON detraibili (of- ferte a singoli saveriani, a una comunità, progetti religiosi):

Bonifico a Procura delle Missioni Saveriane IBAN IT86 P062 3012 7060 0007 2443 526 Per sostenere e ricevere il gior- nale: offerta NON detraibile con il ccp accluso o bonifico all’iban della comunità (p. 8, sotto il no- me della città), indicando il nome dell’intestatario nella causale.

solidarietà

Tetto nuovo per la casa di Redenção

La casa saveriana di Redenção è un punto strategico per l’a- nimazione missionaria con le popolazioni indigene. Ha bi- sogno di una ristrutturazione generale, ma inizieremo con il rifacimento del tetto, visto che le piogge stanno rovinando tutto. La casa è il riferimento per molti indios, accoglie di- versi gruppi di giovani che desiderano vivere un’esperienza missionaria nella pastorale indigenista, alcuni dei quali pro- vengono anche dall’Italia. Nella casa è allestita una mostra sui Kayapó e si organizzano corsi sulla cultura indigena per gli stessi indios così come per gli altri. Abbiamo anche una ricchissima biblioteca specializzata sul tema indigenista con testi rari e studi specifici utilizzati perfino da ricercatori uni- versitari per il dottorato. Inoltre, i saveriani di Redenção si mettono a disposizione della diocesi locale (Conceição), con la quale collaboriamo da molto tempo.

Il preventivo per il rifacimento del tetto, tra materiali (tegole, legno, cemento, chiodi e altro) e manodopera è di circa 3.400 euro. Grazie per la vostra collaborazione.

p. Paolo Andreolli, sx - Redenção, Brasile

2/2022 Brasile TETTO NUOVO A REDENÇÃO

Alla casa saveriana di Re- denção, punto strategico per l’animazione missionaria con le popolazioni indigene e riferimento per numero- se attività (corsi, mostre e biblioteca), serve un tetto nuovo. Il preventivo di spesa è di circa 3.400 euro.

Responsabile del progetto è il saveriano p. Paolo Andreolli.

1/2022 Bangladesh SCUOLA DI KHAMPUR DA RIPARARE

Il villaggio di Khampur ospi- ta 500 famiglie di etnia Das.

La scuola, costruita nel 2008, serve centinaia di stu- denti. Ha urgente bisogno di riparazione. Il preventivo di spesa è di circa 5mila euro.

Responsabile del progetto è il saveriano p. Antonio Germano.

piccoli progetti

pagina 4-5

Lo sguardo femminile

della missione

(2)

missione famiglia

missionari saveriani / marzo 2022

missione ragazzi

la Parola

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li invió a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per re- carsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnel- li in mezzo ai lupi; non portate né borsa né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualun- que casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!». Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimen- ti ritornerà a voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricom- pensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offer- to, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: «È vicino a voi il regno di Dio»” (Lc 10,1-9).

missione per tutti

2

MISSIONE E SPIRITO

Con gli amici

I

n questo numero, ospitiamo la testimo- nianza delle missionarie di Maria-Save- riane. Appare chiaro che la voce femminile qualifica la missione e che la corresponsa- bilità e la complementarietà delle visioni si impone sempre di più come la modalità che meglio esprime la Chiesa e il suo compito di evangelizzazione. Certo, questa voce femmi- nile dovrebbe avere più audience, più riso- nanza, più apertura.

Papa Francesco sta facendo questo sforzo ogni volta che ne ha la possibilità, inserendo sempre più donne negli organi della Chie- sa, mostrando la necessità di una riflessione che coinvolga l’ispirazione femminile. Già nel suo documento programmatico, l’Esortazione apostolica Evangeli Gaudium, riconosce “l’indi- spensabile apporto della donna nella società”, ma sottolinea anche il “bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisi- va nella Chiesa” per poter usufruire del “genio femminile (…) nei diversi luoghi dove vengo- no prese le decisioni importanti, tanto nella Chiesa come nelle strutture sociali” (103).

Ultimamente, il Papa ha anche aperto “il cantiere” dei ministeri, cominciando ad isti- tuire quelli laicali come il lettorato, l’accoli- tato, il catecheta, declinandoli ora anche al femminile. È alla discussione e alla ricerca il

comprendere oggi il Vangelo adeguatamente se non ci poniamo nell’ascolto del linguaggio delle donne, se non sappiamo parlare alle donne, ma soprattutto se non sappiamo co- me chiesa parlare da donne e come donne”.

Nel tempo, si è assistito a una certa de- riva clericale dei ministeri anche laicali, di- ventati più delle tappe verso il ministero presbiterale piuttosto che veri e propri servi- zi all’interno della comunità. Ora, anche gra- zie alla voce femminile, alla sua riflessione e al suo impegno e all’accelerazione che Pa- pa Francesco sta dando a questo cammino ecclesiale, le donne stanno prendendo il po- sto che spetta loro, arricchendo la vita della Chiesa con il loro apporto e la loro esperien- za, rendendo la missionarietà della Chiesa più inclusiva e propositiva.

Tale prospettiva, parafrasando l’encicli- ca Laudato si’, è letta come ecologia ecclesia- le dalla biblista Rosanna Virgili, docente di esegesi dell’Antico testamento. Alla Settima- na sociale di Taranto ha proposto di “trasfor- mare la piramide in poliedro, fatto di varietà di carismi uniti da un unico spirito. Occor- re che questa sorta di transizione ecologica avvenga nella Chiesa e che vengano sem- pre più introdotte fonti di energia alternativa.

Il Sinodo attuale diventa un’occasione per ri- flettere su questo aspetto importante della vita della Chiesa. La sfida è grande ma, se sapremo ascoltare le pulsioni dello Spirito, saremo in grado di accogliere le Sue istanze senza troppi strappi.

ministero del coordinatore di comunità, che è già esercitato da donne in molte comunità, soprattutto in Africa, America Latina e Asia, e naturalmente il diaconato femminile.

Già da tempo era esplicita questa richiesta, formulata da riflessioni di teologhe, bibliste e donne impegnate pastoralmente di essere ri- conosciute come elemento costitutivo dell’e- vangelizzazione. E questo non per mancanza di presbiteri nell’animazione delle comunità cristiane o di semplici attrici a livello liturgi- co, ma proprio in virtù del battesimo che non è conferito soltanto ai maschi. La diversa mi- nisterialità nella Chiesa trova, infatti, la sua motivazione nel battesimo che porta con sé lo slancio missionario nell’annuncio del Vangelo.

Serena Noceti, teologa di Firenze, si espri- meva in questi termini già nel 2018: “Se vo- gliamo essere una Chiesa che evangelizza, dobbiamo imparare ad ascoltare quel lin- guaggio del nostro tempo che è il linguaggio delle donne, il linguaggio della riflessione delle donne, perché non potremo annuncia- re il Vangelo adeguatamente senza la paro- la delle donne, ma ugualmente non potremo p. GIANNI BRENTEGANI, sx

giornale@missionarisaveriani.it

Il linguaggio delle donne e la Chiesa

VIRGINIA ISINGRINI, mmx vickyisi@hotmail.com

Prima la pace poi l'annuncio

Come pecore in mezzo ai lupi

Q

uante volte ho letto que- sta frase: “È bello avere degli amici”. Poi, però, lun- go il cammino della vita, se ne perdono e se ne trova- no... Così pensava Marco che aveva dato appuntamento ai suoi amici nel Parco degli Uc- celli. Pensava che lo avreb- bero aiutato a trovare una risposta a quello che ave- va sentito. Era un bel gior- no di primavera con il sole che giocava a illuminare le foglie degli alberi e gli uccel- li che si esercitavano nell’ul- tima melodia. Ma Marco non si accorgeva di quello che succedeva intorno a sé. Era tutto preso dai suoi pensieri.

Un grido gioioso lo risveglia e gli fa capire che i suoi amici sono là, come promesso. Un abbraccio e poi gli chiedono il motivo di questa convoca- zione così inaspettata. Forse, era successo qualcosa di po- co piacevole nella sua fami- glia, non stava bene, aveva in programma qualche viaggio e altre domande venivano lo- ro spontanee. Ma Marco ini- zia a raccontare quello che gli era successo. Le perso- ne, il mare, dei villaggi lonta- ni ritornavano alla mente e i suoi amici si chiedevano do- ve volesse arrivare. Alla fine, a fatica, dice loro: “Mi hanno fatto capire che mi aspetta- no; vogliono che io lasci tutto e vada a vivere con loro. Co- sa mi consigliate?”. Rimango- no tutti a bocca aperta, non sapevano che dire, ma ca- piscono che il loro amico si trovava in un momento im- portante della sua vita e do- vevano aiutarlo. Ognuno diceva ciò che pensava. Poi, scende il silenzio e Marco si alza in piedi. Guardandoli ne- gli occhi, dice: “Vi ho senti- ti cantare, avete riscaldato il mio cuore. Penso di aver preso la decisione giusta. Mi preparo a partire. Ho capito che ormai la mia vita sarà in mezzo a loro”. E, salutando- li velocemente, se ne va a ri- flettere ancora un po’ vicino al torrente che scorreva vici- no al Parco. Voleva che anche la Natura lo aiutasse a rende- re concreta la sua scelta.

da, di andare davanti al suo vol- to, lì dove lui si sarebbe recato.

Ciò significa che compito dell’an- nunciatore è aprire il cammino a Gesù, non a sé stesso.

Prima di dare delle indicazio- ni operative Gesù fa una con- statazione: “La messe è molta, gli operai pochi”. Sebbene il nu- mero degli inviati sia aumentato di sei volte, la sproporzione tra le forze e il compito affidato è enorme. E sarà sempre così. La sproporzione rimane incolma- bile. Il primo invito è pregare il padrone della messe non di au- mentare il numero, ma di man- dare i chiamati a lavorare nel suo campo con la speranza che accettino. “Siete ancora troppi per vincere”, aveva detto Dio a Gedeone. Solo quando l’eserci- to fu ridotto al minimo, Dio mise nelle sue mani la vittoria (Gdc 7).

Pecore in mezzo ai lupi, ec- co chi è l’inviato alla messe del mondo. La tentazione della for- za, del potere, dell’imposizio- ne violenta nel nome di Dio si è avverata troppe volte nel corso dei secoli per ridurre le parole di Gesù a pia esortazione. Senza

C

’è chi si offre a seguire Gesù, c’è chi è chiamato, in ogni caso ci sono dei però e il séguito pare svanire nel nulla. Gesù non si ferma di fronte all’insucces- so, anzi, allarga gli orizzonti. Ne chiama “altri settantadue”. Chi sono, visto che non sono neppu- re definiti discepoli? Sembra che qui Luca getti già uno sguardo sul tempo della Chiesa. Settanta- due era il numero delle nazioni, dei popoli che non si riconosce- vano nell’ebraismo (cf. Gen 10 nella versione dei LXX), chiama- ti più comunemente genti o, in modo improprio, pagani.

Non è necessario essere ebrei, come lo erano i Dodici, per an- nunciare il regno. Questo strap- po universalista è un tratto proprio di Luca il quale scrive a dei cristiani provenienti dall’elle- nismo per dire loro che non sono più soltanto destinatari dell’an- nuncio, ma a loro volta annun- ciatori. Gesù affida anche a loro la missione di preparargli la stra-

p. OLIVIERO FERRO, sx pofpofalbatros@yahoo.fr

borsa, né bisaccia, né sandali è un altro modo per rafforzare la stessa esigenza: si va disarma- ti, vestiti soltanto di noi stessi e di un invio che ci vuole poveri e pacifici come gli agnelli, perché tale è il Vangelo. L’itineranza e la spogliazione da mezzi potenti rendono bisognosi dell’ospitali- tà altrui. Ospiti, dunque, lì, nella prima casa dove si viene accol- ti. Non si sceglie la dimora, non si sceglie il cibo, non si passa di casa in casa né si avanzano pre- tese su quanto offerto. Nel ci-

bo e nella casa condivisi abi- ta un incontro, una storia, un modo di vede- re il mondo.

L’inviato por- ta anzitutto un saluto di pace. Se c’è un figlio di pa- ce, allora la pace attecchirà in quella casa.

Solamente dopo essere stati ac- colti come amici, si opereranno guarigioni e avrà senso il saluto.

Lo shalôm si fa realtà: le soffe- renze lenite, i rapporti rincuo- rati. L’annuncio viene alla fine:

“Si è avvicinato a voi il regno di Dio”. Se così non fosse le parole potrebbero ridursi a vuota pro- paganda e il regno a monarchia religiosa imposta con la forza o con il ricatto.

(3)

missionari saveriani / marzo 2022

notizie flash

3

VITA SAVERIANA

P. Rosti e

p. Bertazza in cielo

Lunedì 14 feb- braio, nella Casa Saveriana di Filo- sofia a Guadalaja- ra, in Messico, è morto p. Giusep- pe Rosti. Aveva 87 anni; era na- to il 3 aprile 1934 a Dalmine (BG).

Nell’ultimo pe- riodo, la salute di p. Giuseppe era no- tevolmente deteriorata. Presidente della Gioventù Italiana di Azione Catto- lica nella parrocchia di Brembate Sot- to, faceva il tappezziere fino a quando non ha iniziato il cammino vocazionale e missionario grazie a p. Lorenzo Fon- tana, a Piacenza, nel 1961. Ordinato presbitero a Parma nel 1971, subito do- po parte per il Messico, dove rimane per tutta la sua vita: San Juan del Río, San- ta Cruz (missione indigena, è stato uno dei fondatori della comunità cristiana), Salamanca, Acoyotla, Huasteca Potosi- na, Guadalajara.

Mercoledì 16 febbraio è deceduto, a Parma, p. Francesco (Franco) Bertaz- za. Aveva da poco compiuto 90 anni; era nato il 18 gennaio 1932 a Bergamo. En- trato dai saveriani a 11 anni, a Grumone

(CR), è ordinato presbitero a Pia- cenza (S. Maria di Campagna) il 22 marzo 1958. Do- po l’ordinazione, p. Franco è nella comunità di Cre- mona come aiuto economo, promo- tore vocazionale,

insegnante di musica e latino e vice- rettore. Nel 1965 viene destinato all’In- donesia, a Sikakap (Isole Mentawai).

Ottenuta la licenza in Pedagogia al Sa- lesianum di Roma (1971), è destinato alla comunità di Cremona come retto- re, animatore e insegnante di musica (1972-1976). Per un anno è insegnante anche ad Alzano Lombardo (1978-1979) e frequenta presso i domenicani di Bo- logna i corsi di Licenza in Teologia. Nel 1980, a Piacenza, continua il servizio di insegnante e ottiene il Dottorato in Fi- losofia all’Università di Pavia. Nel 1981 parte per il Brasile, dove lavora fino al 1997 (Laranjeiras do Sul, Cantagallo e infine a Curitiba). Richiamato in Italia è destinato a Tavernerio come animato- re missionario, fino alla scorsa estate.

Per tanti anni, è stato redattore preci- so e fantasioso della pagina di Missio- nari Saveriani di Tavernerio per cui lo ringraziamo e ricordiamo con affetto. Si è occupato anche del parco della gran- de casa e negli incontri rallegrava tutti

con la sua inseparabile fisarmonica. Era a Parma in cura da pochi mesi.

Religioni orientali e dottorato

Nella sezione “Di- battiti” del quoti- diano “Avvenire”

di sabato 5 febbra- io 2022, dal titolo

“Quando il cristia- no guarda ver-

so le religioni orientali”, si legge: “Al rapporto tra cristianesimo e religioni orientali è dedicato il dossier Tra Be- nares e Gerusalemme, proposto dal nuovo numero della rivista diretta da Pina De Simone “Dialoghi” e curato da Giacomo Canobbio e Piergiorgio Gras- si, dei quali anticipiamo qui ampi stral- ci dell’articolo introduttivo. Si tratta di riconoscere un anelito e un’esperien- za di salvezza alla base delle religioni e di accogliere lo stimolo delle religio- ni orientali a recuperare il senso eti- co-religioso della vita nell’ordine del cosmo, con contributi di Franco Ga- relli, Lucio Sembrano, Paolo Trian- ni, Bryan Lobo, Sergio Targa, Maria A. De Giorgi (della famiglia saveria- na) e il forum con Brunetto Salvarani, Svamini H. Ghiri, Mauricio Y. Marassi.

Per leggere articolo integrale: https://

www.avvenire.it/agora/pagine/quan-

do-il-cristiano-guarda-verso-le-reli- gioni-orientali

Mercoledì 19 gennaio 2022, p. Paolo Suc- cu ha ottenuto il titolo di Dottore in Sacra Scrittura, presso il Pontificio Istituto Bi- blico di Roma. La discussione della tesi è avvenuta in modalità on-line (p. Paolo era in Giappone) e trasmessa su un ca- nale YouTube riservato dell’Istituto. Il ti- tolo della tesi: “Il discorso all’areopago di Atene come discorso sulla vera cono- scenza di Dio”. Scrive l’autore: “… il di- scorso all’Areopago si rivela non come un discorso filosofico-ellenistico sul- la conoscenza naturale di Dio, ma come annuncio che propone un mutamento nel modo stesso di conoscere il divino.

E la conoscenza prospettata nel discor- so sarà possibile accogliendo l’ultimo at- to rivelatore del Dio creatore e datore di vita: la risurrezione di un uomo…”.

laicato saveriano

Il Laicato...

internazionale

BEATRICE PETROCCHI

A febbraio, si è riunita a Roma la Commissione per il Laicato Saveriano Internazionale per il suo decimo incontro. La Com- missione si è costituita nel di- cembre 2017 per riflettere e

lavorare sulle indicazioni del XVII Capitolo Genera- le dei saveriani: raccogliere le esperienze di collabo- razione tra saveriani e Laicato Saveriano nelle varie circoscrizioni del mondo; aiutare i gruppi di Laicato saveriano ad interagire tra loro; contribuire alla ste- sura del cosiddetto “Vademecum” (un documento sul Laicato da presentare al prossimo Capitolo Generale);

riflettere insieme alla Direzione Generale sulla possi- bilità della presenza missionaria di comunità miste.

La Commissione è coordinata da p. Javier Peguero della DG ed è composta da due saveriani (p. Rosario Giannattasio e p. Gigi Signori) e quattro membri del Laicato d’Italia (Franca, Beatrice, Simone e Fabrizio).

Il primo passo è stato quello di raccogliere informa- zioni da tutte le Circoscrizioni del mondo e osser- varle. Il carisma saveriano si è incarnato nei vari paesi del mondo generando esperienze laicali che in questo momento hanno caratteri, forme e orga- nizzazioni molto eterogenee. Alcuni laicati sono già consolidati, altri stanno diventando strutturati, in al- tri contesti i laici stanno muovendo i primi passi, in altri ancora ci sono volontari che affiancano i save- riani nelle attività pastorali. In tutti i laicati, però, c’è un tratto comune: le persone sono molto attratte dal carisma saveriano e in particolare dallo spirito di famiglia. Dopo la fase di osservazione è seguita la compilazione di una preziosa lista dei referenti laici e saveriani di tutto il mondo.

Nel novembre 2019, è stata aperta una finestra nel sito web della Direzione Generale accessibile al Lai- cato Saveriano di tutto il mondo per favorire l’intera- zione con i siti delle Circoscrizioni. Siamo invitati a seguire questa bellissima pagina web con gratitudi- ne ed emozione, per legarci con il cuore e la mente al lavoro della Commissione e, soprattutto, ai fratelli laici di tutto il mondo!

La presenza delle missionarie di Maria in Ciad

Gioie, speranze e tristezze condivise nella fede in Gesù

La novità della nuova missione a Garoua, in Camerun

IMMACULÉE ZIHALIRWA, mMx

C

are amiche e cari amici, nello spi- rito di Gesù che ci unisce al di là di ogni distanza, veniamo a voi per dirvi ancora una volta “grazie” per il soste- gno spirituale e materiale che ci for- nite e che permette di accompagnare questa Chiesa nascente che si arric- chisce ogni anno di nuovi battezzati.

Quante volte voi, le vostre fami- glie e quanti ci hanno fatto crescere nella fede ci aiutano a portare avanti questa missione! Sono - siete - nella nostra preghiera davanti a Gesù Eu- caristia, che celebriamo e adoriamo.

Lasciate ora che condivida con voi qualche piccolo flash sulla nostra missione in Ciad. Ci sono gioie, spe- ranze, tristezze condivise nella fede in Gesù, vero unico missionario del Padre e Salvatore nostro. La vita qui continua tranquilla e, per ora, sembra che il Covid-19 sia ormai un ricordo del passato.

Un passo indietro. Il 18 aprile 2021, il Presidente della repubblica del Ciad, Idriss Déby, è stato gravemente ferito nel corso di una battaglia dell’eserci- to ciadiano contro un gruppo di mer- cenari jihadisti provenienti dalla Libia, nei pressi di Nokou, zona desertica del Kanem, nel nord del Paese. Tra- sportato urgentemente in ospedale a N’djamena, è deceduto il giorno se- guente. Davanti alla morte improvvi- sa del presidente, la situazione politica si è rivelata - almeno per il momento - meno problematica di quello che ci

si sarebbe aspettati. Un Consiglio Mi- litare di Transizione (CMT), presieduto dal figlio Mahamat Idriss Déby, ha pre- so il potere il 20 aprile. Per ora, la vita del Paese sembra abbastanza norma- le. Noi confidiamo in Dio.

Dal punto di vista climatico, ogni an- no ha le sue caratteristiche. Nel 2021, c’è stata poca pioggia e questo ha fat- to sì che la coltivazione del miglio ros- so e del riso non abbia prodotto un risultato soddisfacente per la maggior parte della popolazione. La gente si lamenta per l’aumento del prezzo di questi prodotti sul mercato, anche se è periodo del raccolto in cui dovreb- bero essere meno cari.

Durante l’anno, le attività pastora- li sono andate avanti grazie alla vo- stra generosità e non hanno mancato di dare frutti. A livello di promozione femminile, donne e ragazze desidero- se di elevare un po’ la loro condizione, hanno ricevuto una formazione prati- ca di cucito e hanno seguito un corso di economia domestica. Molti giova-

ni e tanti bambini sono stati sostenu- ti nelle scuole primarie e secondarie e nella formazione professionale.

Grazie a Dio, la comunità sta cre- scendo ogni anno con nuovi battez- zati. Ma sono numerose soprattutto le donne. Gli uomini sono pochi. C’è speranza nei giovani che stanno au- mentando. Una grande novità nella vita della Chiesa locale di Pala è stata la nomina del nuovo vescovo, mons.

Dominique Tnoudji, che succede a mons. Jean Claude Bouchard, alla guida della diocesi per 43 anni. Mons.

Dominique è stato ordinato vescovo il 2 ottobre scorso, con grande gioia del popolo cristiano.

Un’altra novità è che la nostra con- gregazione ha aperto una nuova ca- sa a Garoua, nel nord del Camerun.

Vivremo in mezzo a un popolo a mag- gioranza musulmana. Gesù, Luce del- le nazioni, vuole essere presente in questo ambiente attraverso la nostra presenza missionaria. Grazie per le vostre preghiere!

La saveriana Immaculée con alcuni bimbi ciadiani

Assemblea America Latina e Caraibi

P. Rafael López Villaseñor è stato il de- legato della Conferenza dei Religiosi del Brasile per l’Assemblea Ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi che si è tenuta a Città del Messico, a fine no- vembre 2021, presso la Basilica di Gua- dalupe sul tema: “Discepoli missionari in uscita”. Cento erano i delegati in pre- senza e 1000 on line, tra cui p. Rafa- el. Era la prima Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi a cui partecipava l’intero Popolo di Dio (400 laici, il 40% dei delegati). Papa France- sco aveva suggerito di percorrere nuove strade, vale a dire che l’Assemblea non fosse solamente la riunione di vesco- vi, ma anche dei rappresentati di tutti i settori che formano “il popolo santo di Dio”. Tra gli obiettivi dell’incontro c’e- ra anche quello di ravvivare la memoria della V Conferenza del CELAM, ad Apa- recida, svoltasi nel 2007.

Il logo dell'Assemblea Ecclesiale dell'America Latina e dei Caraibi che si è svolta a fine novembre 2021

(4)

missionari saveriani / marzo 2022

ADRIANA MARSILI, mMx

I

problemi più comuni dei migranti so- no i documenti, la casa, il trasporto, l’assistenza medica e legale, la lingua e la mancanza di centri di aggregazione…

In Sicilia c’è lavoro nell’agricoltura, ma- gari stagionale, ma manca il trasporto.

Inoltre i migranti - ma non fanno ecce- zione gli italiani - sono soggetti a sfrutta- mento lavorativo (sottopagati).

Di case sfitte ce ne sono a iosa, ma quasi nessuno le vuole dare, anche per l’instabilità degli affittuari stranieri o la mancata cura degli ambienti… Una fami- glia di Modica ha ceduto per dieci anni in comodato alla Caritas diocesana una ca- sa comprata per i figli - tuttora studenti - per l’accoglienza dei migranti. Può ospi- tare fino a sei ragazzi, il tempo necessa- rio per sistemare i documenti, trovare un lavoro e una casa. Lezioni di italiano, os- servanza di minime regole di vita comu- ne, incontri periodici con uno psicologo, cena comune settimanale, spesso con presenza di operatori e amici, sono pre- ziosi momenti in cui star bene insieme, fare famiglia. Mi commuovo al ricordo del proprietario, nostro caro amico, mor- to in un incidente stradale.

Insieme ad oltre venti volontari, in- segnanti in pensione o ancora in attivi- tà, ho fatto scuola d’italiano per donne e uomini migranti. La scuola è uno spazio di conoscenza delle situazioni personali, di condivisione, di sostegno reciproco. La pandemia ci ha obbligato a far lezione su appuntamento e - meraviglia! - qualcuna ha preferito far lezione all’allievo migran- te a casa sua, coinvolgendo così anche la propria famiglia…Ho condiviso tanti bei momenti in scuole di Pozzallo, Modi- ca, Avola, con una giovane del posto, un ragazzo del Ghana e p. Vittorio, affron- tando temi come: land grabbing (accapar- ramento delle terre), “Aiutiamoli a casa loro”, guerre dimenticate. Abbiamo col- laborato con il presidio di Caritas italia-

Quegli esempi veri di Vangelo vivente

Tanti bei momenti vissuti e condivisi insieme

ADRIANA MARSILI, mMx

Adriana ha lavorato prima ne- gli Stati Uniti, poi in Sierra Leone (dove è stata prigionie- ra dei ribelli per circa due me- si insieme ad altre sei sorelle), poi in Camerun, quindi in Ita- lia (Cava de’ Tirreni e Modica).

Ora andrà in Messico.

A

maggio e giugno 2018, sono stata inviata a Modica a integrare la comunità intercongregazio- nale, composta da quattro missionari - due padri e due suore - una delle quali si era dovuta assentare per motivi di salute. Mi sono sentita su- bito bene accolta. Con loro, dediti a diversi servizi ai mi- granti e introdotta dal prof.

Maurilio Assenza, allora di- rettore della Caritas diocesa- na, ho potuto vivere un tempo molto intenso di incontro con giovani migranti, nei diversi Centri di accoglienza per le- zioni di italiano, momenti di convivialità e incontri con stu- denti di varie classi di liceo, comunità, famiglie, gruppi.

Ho concluso che il servizio reso dai missionari a Modica, come pure la modalità di pre- senza, potrebbe essere realiz- zata in ogni altra grande città d’Italia. Allo sbarco deve far seguito l’accoglienza e l’inte- grazione. Avendo alle spalle l’esperienza della riabilitazio- ne dei ragazzi soldato in Sier-

Cosa c’è dopo uno sbarco?

La paura di espulsione e rimpatri

Ogni promessa è debito...

VERÓNICA PAREDES SÁNCHEZ, mMx

Il quinto Incontro nazionale di pastorale ispana, che ha preso le mosse dall’invito di papa Francesco ad essere una Chiesa in uscita, ha aiutato le comunità ispane a prendere coscienza che il futuro degli Stati Uniti non è solo a livello economico, ma anche di fede. Dunque, le comunità ispane devono pren- dere l’iniziativa di andare a cercare non solo i loro simili, ma tutti, siano essi americani o altri migranti.

Nella nostra parrocchia sono arrivate una quindicina di nuove famiglie che hanno attraversato il confine. Sprovviste di tutto, hanno trovato accoglienza in famiglie della parrocchia. Grazie al banco alimentare e in collaborazione con diverse associa- zioni, offriamo cibo e vestiti e li aiutiamo ad accedere al ser- vizio sanitario statale. Pian piano, trovano un lavoro in nero e cercano un alloggio.

Aiutiamo i bambini appena arrivati con le catechiste che par- lano spagnolo e seguiamo gli adolescenti. Anche se illegali, possono frequentare le scuole, facendo ore supplementari. Lo shock del primo anno è forte. “Anche per me il primo anno è stato durissimo e mi sono ammalata - dico loro - ma se ce l’ho fatta io anche tu ce la puoi fare. E quando imparerai l’inglese, andremo insieme a mangiare un gelato!”. E ci sono bambini che poi vengono a ricordarmi la promessa…

L’obiettivo di una

celebrazione comune

Lingue e culture a Worcester, negli Usa

La missione attuale si svolge su linee di frattura in ambienti sempre più multiculturali, in quelle che sono chiamate perife- rie esistenziali. “Toccare” queste realtà di sofferenza umana, organizzando accoglienza, ascolto e attenzione, può ridare vita e dignità alle persone che le abitano. Ma può anche genera- re nuove forme di vita ecclesiale. È l’esperienza nascente di

vita inter-congregazionale, interpretabile a tutti gli effetti come un segno dei tempi, che chiama consacrate/i a rispondere alle sfide del mondo attuale, coniugando le forze per una risposta comune. Davanti a questa necessaria adattabilità, elasticità, ac- culturazione dovuta a situazioni che cambiano velocemente, è sempre più necessario curare un punto fisso di ancoraggio

per non girare a vuoto o perdere la testa davanti a situazioni complesse. Per la missionaria e il missionario di oggi questo ancoraggio è la relazione con il Signore Gesù, che ci accompa- gna sulla barca nelle tempeste di questo mondo. L’apertura agli impulsi del suo Spirito mobilita una creatività tale da dare, nel- lo stesso tempo, risposta ai bisogni e rinnovamento ecclesiale

.

Il punto fisso di ancoraggio, per non girare a vuoto

p. GIANNI BRENTEGANI, sx

SAVERIANE, LA MISSIONE DELL’INCONTRO

Come una mamma con tre fratelli

VERÓNICA PAREDES SÁNCHEZ, mMx VERÓNICA PAREDES SÁNCHEZ, mMx Messicana, Verónica da dieci anni lavora negli Stati Uniti, comunità di Worcester, nel Massachusetts.

D

a dieci anni coordino la catechesi nella comunità della cattedrale di San Pa- olo a Worcester. Questo servizio mi mette in contatto con tante famiglie della comunità latinoa- mericana (ispana), americana e afro-americana. Cerco una con- ciliazione fra le tre coscienze culturali, perché arriviamo a in- tegrarci e godere della ricchez- za degli altri, collaborando in ciò con il rettore della cattedrale, ispano, e col vicario episcopale.

Quella della Cattedrale non è una parrocchia territoriale. Le persone la frequentano per scelta, venendo anche da Paesi vicini: il 90% è ispano, il 5% ame- ricano e il 5% afro-americano.

Per un migrante, anche se rego- lare, la vita negli Stati Uniti non è semplice e nella Chiesa trova- no il calore di una comunità e la

forza di andare avanti.

La comunità americana, co- stituita in maggioranza da per- sone anziane, si sta riducendo.

Alla catechesi del sabato parteci- pano solo una decina di bambini e delle tre Eucaristie domenicali in inglese ne è rimasta una, fre- quentata anche dagli afroame- ricani. Una buona parte della comunità afro è costituita da rifu- giati. Attivi nelle iniziative parroc- chiali, cercano di integrarsi con la comunità ispana, forse per consonanza d’età e perché si ri- trovano nella vivacità delle sue celebrazioni. Con l’aiuto di un diacono ghanese, li incoraggia- mo a prendere loro stessi delle

iniziative, a sentirsi a casa in par- rocchia. Un piccolo segno di que- sto percorso è il fatto che, nella Cattedrale, hanno affiancato alla statua della Madonna di Guada- lupe, patrona dell’America, l’im- magine di santa Bakhita.

La comunità ispana è grande e attiva ed è originaria di vari Pae- si del Centroamerica e quindi varia al suo interno. Ci sono per- sone presenti da più di vent’an- ni, che non possono tornare in patria perché, privi di documen- ti, non potrebbero tornare indie- tro. Così vedono morire i loro genitori… via Skype. Quando i figli ormai adolescenti raggiun- gono i genitori negli Stati Uniti, spesso ci sono difficoltà di rela- zione. Accolgo, ascolto e oriento verso professionisti, programmi e associazioni che possono dare loro l’aiuto necessario. Anche in parrocchia c’è uno psicologo vo- lontario che tiene laboratori per i genitori.

L’apertura universale dell’amore …

è la capacità quotidiana di allargare la mia cerchia, di arrivare

a quelli che spontaneamente

non sento parte del mio mondo di interessi, benché

siano vicini a me.

(FT, 97)

La pastorale deve tener conto delle differenze di lingua e di cul- tura. La comunità afroamerica- na parla inglese. Nella comunità ispana, quelli che, al loro arrivo, si sono messi subito a lavorare fanno ancora fatica ad esprimer- si in inglese. Con i loro figli cer- chiamo piuttosto di incoraggiarli

a non perdere la lingua spagno- la. Un tempo c’erano due pro- grammi separati di catechesi, per americani e ispani. Quando sono arrivata mi hanno chiesto di unificarli. Occorre fare molto cammino e superare resistenze, ma arrivare a celebrare insieme è possibile.

na che, con i suoi tre sportelli a Pachino, Ispica e Modica, offre ai lavoratori stagio- nali un luogo di ascolto, incontro, orien- tamento. Abbiamo collaborato anche con Rete Accoglienza Modica, che ha accolto una famiglia siriana con quattro figli, ar- rivati via corridoio umanitario da uno dei campi profughi del Libano.

“Sono Adriana Marsili, missionaria sa- veriana, evangelizzata a Modica”, ho det- to salutando a fine Messa nella chiesa di S.

Pietro a Modica. In cosa ho visto il Vangelo vivente? Nella sensibilità e nel servizio gra- tuito e generoso di tanti volontari, nell’ac- coglienza vissuta da uomini e donne “della porta accanto”. Una famiglia ha preso in ca- sa il bimbo di una donna morta di parto al momento dello sbarco, ha trovato un lavoro al suo papà che, ogni settimana, va a trovar- lo e passa del tempo con lui. Una famiglia dell’Associazione Giovanni XXIII, oltre ai due figli adottati e già grandi, ha accolto in casa altri sei bambini, bisognosi di cure par- ticolari… Un papà di tre figli mi ha confi- dato: “Non ti so dire quanti migranti sono passati in casa nostra. All’ultima, per il com- pleanno, abbiamo dato la chiave di casa e le abbiamo detto di venire quando voleva”.

Un’altra coppia, devastata dal dolore per la morte del loro unico figlio in un incidente, era andata a Lourdes per ritrovare un po’ di pace. Al ritorno, una dottoressa dell’ospeda- le di Ragusa conosciuta in viaggio, ha telefo- nato loro: “Una ragazza di 19 anni, eritrea, sta per partorire e non ha niente: datemi una mano!”. In breve, la signora ha procu- rato il necessario, è corsa all’ospedale, ha lavato e vestito sia la mamma che il bambi- no. La giovane mamma è stata poi ospitata in un Centro d’accoglienza della città. Poco prima di Natale, i coniugi sono passati a sa- lutarla. La ragazza ha gettato le braccia al collo della signora piangendo. “Vieni a casa nostra per Natale!”, le hanno detto. Insie- me al suo bimbo è stata da loro per più di un anno, assistiti e curati in tutto come figli.

Non credo resisteranno a lungo, senza an- dare a trovarla in Francia dove si trova, ora che ha avuto un secondo bambino.

ra Leone, dico che l’amore, la cura, la tenerezza devo- no caratterizzare l’approccio ai migranti, persone spesso umiliate e portatrici di ferite.

Nel settembre dello stesso anno sono stata di nuovo in- viata a Modica, con un man- dato di tre anni. “Operiamo in una realtà liquida che mu- ta col mutare della situazio- ne e della politica”, scrivevo al mio rientro in Sicilia. “A causa del Decreto Sicurezza, i Centri di accoglienza per minori qui a Modica sono già passati da sette a cinque, e un altro chiuderà il mese prossimo. I ragazzi vivono nella paura dell’espulsione, dei trasferimenti e della mi- naccia di rimpatrio. Alcuni sono già fuggiti dai Centri.

Diventano allora clandestini, ma non lo sono, dal momento che allo sbarco vengono tut- ti sottoposti a regolare pro- cedura di identificazione…”.

Oggi, i sette Centri di ac- coglienza per minori a Mo- dica non ci sono più; rimane solo, e per poco, uno degli SPRAR (Sistema di protezio- ne per richiedenti asilo e rifu- giati). Modica tuttavia, e direi l’intera Sicilia, ha una immi- grazione già stratificata dal Magreb (marocchini e tuni- sini); aumentano i migranti da Bangladesh e India, dediti soprattutto all’allevamento di bestiame, e dal Perù.

Per quel che posso, cerco di promuovere una co- munione nella diversità. E mi sento come una mamma che mette insieme tre fratelli. A volte mi dicono che sono più vicina alla comunità ameri- cana, altre a quella ispana, altre ancora a quella afro… La sfida più grande è vincere gli stereotipi, renderci conto che siamo una comunità e appoggiare le presenze più piccole, so- prattutto quella americana che, per esempio, ha biso- gno di chierichetti e letto- ri. La prima generazione di ispani arrivata qui, soprat- tutto dalla Colombia, ade- riva a una Teologia della liberazione estrema, che di- I saveriani d’Europa e Stati Uniti si sono riuniti

I saveriani d’Europa e Stati Uniti si sono riuniti per approfondire gli impegni nel dialogo interreligioso per approfondire gli impegni nel dialogo interreligioso

Dopo il naufragio al largo di Lampedusa del 3 ottobre 2013, gli Istituti missiona- ri italiani (CIMI) hanno deciso di essere presenti in questo contesto con una comuni- tà intercongregazionale, segno di comunione nella diversità, per offrire percorsi di formazione all’accoglienza per le comunità presenti sul territorio e tessere relazioni since- re e approfondite con gli immigrati. Resisi conto che Lampedusa è solo il luogo del primo e per lo più drammatico approdo, hanno pensato di concentrarsi su quanto deve far seguito a questo momento: l’accoglienza, la protezione, la promozione e l’integrazione. La dio- cesi che ha aperto loro le porte è stata quella di Noto e la città di Modica in particolare.

videva il mondo in oppressori e oppressi e vedeva negli Stati Uniti la sede del potere oppressivo. La nuova generazione cerca piuttosto di vedere ciò che unisce più che quello che divide.

Da parte americana, alcuni pensano che i mi- granti vengono per approfittare della situazio- ne, creano problemi, formano le gang. Le gang ci sono - una molto forte del Salvador si sta estendendo -, ma c’è anche tanta gente onesta.

È dimostrato che l’economia americana si regge grazie agli immigrati, non solo perché fanno la- vori che nessuno vuol più fare, ma anche perché fra loro ormai ci sono imprenditori. Il razzismo nei confronti degli afroamericani proviene da se- coli, ma la brutale uccisione di Georges Floyd ha svegliato le coscienze e le marce hanno visto in strada anche tanti americani.

Worcester, parrocchia: i bambini dell’Infanzia Missionaria con animatrici e Veronica (seconda da destra in seconda fila) Worcester, parrocchia: i bambini dell’Infanzia Missionaria con animatrici e Veronica (seconda da destra in seconda fila)

Catechisti della parrocchia Cattedrale di Worcester, in un giorno di ritiro, con Veronica (seconda da destra)

Giovani americani in gita con Veronica, terza a sinistra e, dietro a lei, Anna Vergani

Adriana Marsili, quarta da sinistra,

e i volontari della Scuola d’italiano, in Sicilia Cena con i ragazzi ospiti della casa data in comodato a Modica; Cena con i ragazzi ospiti della casa data in comodato a Modica;

era presente anche il compianto p. Carlo Uccelli era presente anche il compianto p. Carlo Uccelli

Dare voce a chi non ha voce; Adriana con due ragazze del Perù e del Bangladesh Dare voce a chi non ha voce; Adriana con due ragazze del Perù e del Bangladesh

La cappella della casa di Modica

Veronica con i bambini Veronica con i bambini dell’Infanzia missionaria dell’Infanzia missionaria

(5)

missionari saveriani / marzo 2022

messaggio dalle chiese

AGENZIA FIDES

In vista del 24 marzo, Giornata dei missionari martiri nel ri- cordo del vescovo sant’Oscar Romero, riportiamo alcuni da- ti e una breve riflessione a cura dell’Agenzia di notizie Fides.

Nel 2021 sono stati uccisi nel mondo 21 missionari (12 presbiteri, 1 reli- gioso, 2 religiose, 6 laici). Il numero più elevato si registra in Africa, cui segue l’America, quindi l’Asia e l’Europa (qui è stato ucciso 1 presbitero).

Negli ultimi anni sono l’Africa e l’America ad alternarsi al primo posto di questa tragica classifica. Dal 2000 al 2020, sono stati uccisi nel mondo 536 missionari. L’elenco, ormai da tempo, riguarda tutti i cristiani catto- lici impegnati nell’attività pastorale, morti in modo violento, non espres- samente “in odio alla fede”. I missionari uccisi non erano in evidenza per opere o impegni eclatanti, ma stavano “semplicemente” dando testi- monianza della loro fede in contesti di violenza, disuguaglianza sociale, sfruttamento, degrado morale e ambientale, senza alcun rispetto della vita umana, di ogni diritto e autorità. Ancora una volta, questi presbite- ri, religiosi, religiose e laici, erano consapevoli di tutto ciò, spesso erano nati in quella stessa terra dove sono morti, non erano quindi sprovvedu- ti o ingenui. Ma “quando tutto consigliava di tacere, di mettersi al riparo, di non professare la fede, non potevano, non potevano non testimonia- re” (papa Francesco, Budapest, 14 settembre 2021).

Dall’Africa all’America, dall’Asia all’Europa, hanno condiviso con i fra- telli e le sorelle la vita quotidiana, portando ogni giorno la testimo- nianza cristiana come inizio di speranza. Si tratta di parroci uccisi nelle loro comunità, in Africa e in America, torturati, sequestrati da crimina- li alla ricerca di tesori inesistenti o attirati dal miraggio di facili riscat- ti o ancora per mettere a tacere voci scomode; presbiteri impegnati nelle opere sociali, come ad Haiti, uccisi per rapina o anche da chi sta- vano aiutando, come in Francia, o in Venezuela; religiose braccate e uccise dai banditi in Sud Sudan. E ancora tanti laici, il cui numero cre- sce: catechisti uccisi dagli scontri armati insieme alle comunità che animavano nel Sud Sudan; giovani colpiti dai cecchini mentre portava- no aiuti agli sfollati che fuggivano dagli scontri tra esercito e guerri- glieri in Myanmar; una missionaria laica brutalmente assassinata per rubare un cellulare in Perù; un giovane saltato su una mina nella Re- pubblica Centrafricana mentre viaggiava sull’auto della missione; un catechista indigeno, attivista per il rispetto dei diritti umani, ucciso in Messico. Tutti loro… “non potevano, non potevano non testimoniare”!.

Non potevano

non testimoniare

una storia speciale

De Foucauld

presto Santo

Charles de Foucauld sarà proclamato santo a Roma il prossimo 15 maggio. In Al- geria, dove Foucauld visse buona parte della sua avven- tura spirituale e dove fu uc- ciso il 1° dicembre 1916, la canonizzazione rappresen- ta l’occasione preziosa per riscoprire la propria vocazio- ne a essere “Chiesa della re- lazione e dell’incontro”. De Foucauld era un seme nel de- serto del Sahara. Il suo è sta- to un lavoro paziente, umile, totalmente affidato, nascosto, povero, fiducioso, solitario, fatto di cura delle relazioni, di accompagnamento e amici- zia, di preghiera e meditazio- ne del Vangelo, di studio della lingua e della cultura della po- polazione tuareg, di diffusione del bene e di ricerca di operai per il Regno di Dio. «Non c'è parola del Vangelo - scriveva - che abbia trasformato la mia vita più di questa: “tutto ciò che avete fatto a uno di que- sti piccoli, l'avete fatto a me”».

Funzionari Onu sotto inchiesta

Era una missione ad alto rischio, ma si fece finta di nulla. Erano coinvolti diplomatici di rango e personale di sicurezza, ma per fare in fretta si preferì sorvolare. Così, il 22 febbraio 2021 morirono sulla strada per Goma, in Con- go RD, l’ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, insieme al loro

autista Mustapha Milambo. Si sottovalutò incredibilmente che, a bor- do di quei mezzi, c’era il rappresentante di un Paese straniero. I due dipendenti del Pam, Programma alimentare mondiale dell’Onu, Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza, sono indagati per il reato di omi- cidio colposo, perché riferirono che in quel convoglio non c’erano le persone che poi sarebbero state uccise. Adesso rischiano il proces- so a Roma, dove la Procura ha chiuso le indagini. Trova così ascolto la denuncia della famiglia dell’ambasciatore, che non ha mai smesso di invocare verità sull’accaduto e chiarezza sull’operato dei funziona- ri dell’Onu, nascostisi dietro a silenzi e immunità diplomatiche. Roc- co Leone e Mansour Luguru Rwagaza, rispettivamente vicedirettore del Pam a Kinshasa e responsabile della sicurezza, avrebbero evitato appositamente di inserire i nomi di Attanasio e Iacovacci nella lista delle persone che componevano il convoglio. Ma perché? I saveria- ni che avevano accolto Luca Attanasio due sere prima della tragedia hanno sempre ricordato come, all’arrivo dell’ambasciatore, il piazzale della missione si riempisse di auto blindate per ragioni di sicurezza.

Perché quella volta il convoglio era composto soltanto da due auto?

“Auspico adesso che nessuno si sottragga alle proprie responsabilità e che il Pam non ostacoli in alcun modo lo svolgimento di un giusto processo nel Paese per cui Luca e Vittorio hanno sacrificato le loro giovani vite”, ha detto Zakia (vedova dell’ambasciatore), ringraziando la magistratura italiana (da Avvenire 10 febbraio 2022, Diego Motta).

Il caso Attanasio L'iniziativa

22-25 aprile: Comigi!

Il grande Convegno missionario dei giovani che hanno a cuore il mon- do e la missione si terrà dal 22 al 25 aprile a Sacrofano (RM). È l’occa- sione per formarsi e confrontarsi su grandi temi di importanza mondia- le: il pianeta, le disuguaglianze, l’in- contro tra culture e religioni e tanti altri. Organizzato da Missio Giova- ni in collaborazione con gli Istituti missionari, è l’evento in cui i giova- ni e i loro animatori si ritrovano per rinnovare l’impegno nella missio- ne universale della Chiesa. Il CO- MIGI2022 sarà un evento ancora più straordinario in quanto festeggia il 50° anniversario dalla nascita del Movimento Giovanile Missionario, delle PP.OO.MM., oggi Missio Gio- vani; per informazioni: www.mis- sioitalia.it; 06 66502645; e-mail:

giovani@missioitalia.it; facebo- ok-instagram Missio Giovani

sud nord notizie

Quel bisogno di verità

Gli avvenimenti del 2021 definiscono un’Africa che torna a regolare le con- troversie attraverso colpi di stato: Ma- li e Guinea. Il 2022 si è aperto con un golpe in Burkina Faso e un tentativo in Guinea Bissau. Le ragioni di questa presa di potere da parte dei militari so- no molteplici, ma drammaticamente definiscono una simmetria e un “asse golpista” che attraversa, per lo meno, l’Africa occidentale. Realtà economi- che e sociali drammatiche si accavallano a insoddisfazioni ed egoismi di parte così dirompenti che sembrano risolvibili solo attraverso la forza mi- litare. In Mali, a febbraio si sarebbero dovute tenere elezioni libere. E inve- ce non è accaduto. I golpisti hanno prolungato la transizione per almeno cinque anni. Così accade in Guinea e succederà in Burkina Faso. Il sen- timento anti-francese, con un bilancio fallimentare della campagna anti terrorismo è dilagato fino alla ricerca dell’uomo forte capace di garantire una svolta significativa. Invece, sono arrivati altri militari (Angelo Ferrari).

Mentre la situazione nel Paese resta molto incerta, con continue tensio- ni in molti luoghi del Paese, la com- pagnia petrolifera Lundin Energy è a processo per “complicità nei crimini di guerra” durante la guerra civile (1999- 2003). Lo ha deciso la Procura svedese, sede della compagnia multi- nazionale di estrazione. Tre compagnie petrolifere internazionali, tra le quali la Lundin, hanno firmato contratti per l’esplorazione di aree e l’e- strazione del petrolio in Sud Sudan, che hanno innescato una “terribi- le guerra in tutta la regione”. La gente ha dovuto lasciare case, campi e bestiame, con rivolte sedate nel sangue e successive deportazioni. Tra i delitti di cui dovrà rendere conto, vi sono anche reati di tipo ambientale.

A cinque anni dall’accordo Italia-Libia, sono sempre più numerose le pro- ve che dimostrano come le politiche di contenimento dei flussi migratori perpetuino in Libia violenza, respin- gimenti, sfruttamento e detenzione arbitraria e alimentino nel Mediterra- neo il numero delle morti in mare. È quanto denuncia Medici Senza Fron- tiere che si appella al Presidente Mattarella affinché l’Italia smetta di ignorare le inaccettabili conseguenze umane di questa intesa.

Oltre 4 milioni di sfollati interni, più di 20 milioni di persone che hanno ur- gente bisogno di assistenza umanitaria. A quasi sette anni dal suo inizio, la guerra in Yemen, spesso dimenticata, continua ad avere un impatto enorme sulla popolazione. Mancano i beni di prima necessità, la situazio- ne economica è oltremodo deteriorata con un’inflazione galoppante. I sog- getti più vulnerabili sono donne e bambini con un ritorno di malattie ormai dimenticate quali colera o morbillo, nonché problemi psicologici.

Con il tema “La Chiesa in uno sta- to permanente di missione” e il mot- to “Sarete miei testimoni” (At 1,8), la Chiesa brasiliana ha inaugurato l’Anno Giubilare missionario. È un tempo ce- lebrativo per ricordare il cammino mis- sionario a livello internazionale e nazionale e un momento opportuno per conoscere le iniziative, i progetti e le istituzioni che cooperano alla mis- sione affidata da Gesù alla sua Chiesa. Intanto, in Amazzonia, con la pan- demia sono aumentate le occupazioni illegali di terreni per l’agricoltura e l’allevamento, assieme a violenze e deforestazione. Il sistema di rapina si basa sul grilagem, la falsificazione dei certificati di proprietà di terreni in genere pubblici o appartenenti a comunità locali, talvolta anche protetti, da parte di latifondisti con la connivenza delle autorità.

Il giovane cattolico Akash Bashir è il primo “Servo di Dio” nella storia della Chiesa del Pakistan. Akash ha offerto la sua vita in sacrificio per salvare quelle di centinaia di cristiani presenti nella chiesa di San Giovanni nel quartiere di Youhanabad, a Lahore, il 15 marzo 2015, bloc- cando un terrorista kamikaze e morendo con lui. Nato il 22 giugno 1994 a Risalpur, era uno studente del Don Bosco Technical Institute di Lahore ed era tra i giovani attivi nella comunità parrocchiale di San Giovanni.

In Egitto, per la prima volta un cristiano copto diventa Presidente della Supre- ma Corte Costituzionale. Si tratta di Boulos Fahmy, 65 anni, finora vice-Pre- sidente della medesima istituzione. E il Parlamento si appresta ad approvare la nuova legge sullo statuto personale dei cittadini cristiani, che conterrà an- che disposizioni rilevanti su delicate questioni inerenti al diritto di famiglia.

6

IL MONDO IN CASA

a cura di REDAZIONE MS

Africa: golpe

militari a ripetizione

Per rimanere sempre aggiornati sulle notizie dal mondo save- riano e non solo, vi invitiamo a consultare il nostro sito internet:

www.saveriani.it; anche la pagina facebook del giornale rilancia quotidianamente temi e notizie che potete commentare con noi.

Vai su facebook.com/giornalems

Sud Sudan: processo

Italia-Libia e Yemen

Brasile: anno giubilare e...

Due prime volte

Riferimenti

Documenti correlati

Grazie alla collaborazione con i nostri licenziatari, fornitori e partner vogliamo intervenire su tutta la nostra filiera,.. “dal campo

traversamenti della vasca in calcestruzzo impermeabile, vengono effettuate dall’in- terno della struttura, mentre il cantiere pro- cede alla realizzazione delle elevazioni. Il

La Fondazione Compagnia di San Paolo apre dunque la raccolta di proposte, una manifestazione di interesse per acquisire le disponibilità da parte di enti culturali, di

Promozione, preparazione delle attività realizzate nel corso dell’anno dagli allievi (gruppi teatrali, musicali, sportivi uscite, incontri, giornate, sport, gite, ritiri, ecc.…)

Inoltre nel corso del 2019, in occasione dell’e- vento PAX MATER svoltosi a Matera nel mese di set- tembre, sono stati presentati gli esiti dei progetti di integrazione avviata

ZeroTredici, mira a sperimentare metodi e strumenti di partecipazione, protagonismo e solidarietà, coinvolgendo 100 famiglie con figli nella fascia 0-6, anche attraverso

I professionisti italiani, membri del Gruppo IVA Internazionale Rödl & Partner, sono qualificati per aiutare efficacemente i loro clienti in tutte le transazioni

rendere grazie in ogni tempo e in ogni luogo * a te, Padre santo, Signore del cielo e della terra, + per Gesù Cristo, Signore