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UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO

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Academic year: 2022

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(1)4. LA. RIVISTA. DEI. D I R E T T O R I A M M I N I S T R AT I V I. E. FINANZIARI. Anno 17 - n. 4 Ottobre 2020 Trimestrale Copia omaggio. © imaginima. magazine IMPAIRMENT TEST E CONTINUITÀ AZIENDALE. XLIII CONGRESSO NAZIONALE ANDAF. UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO CFO: NEXT GENERATION “SOSTENIBILE” GENOVA 29-30 OTTOBRE 2020. Poste Italiane S.p.a. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma AUT.C/RM/26/2004.    . SALVIAMO LE PMI SANGUE D’EUROPA.

(2) I&CT. 

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(5) . IMPRESE PIÙ SMART

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(8)    .    L’USO AVANZATO DELLA TECNOLOGIA E DELLA NORMATIVA PER IL RINNOVAMENTO E LA COMPETITIVITÀ DEL BUSINESS.. 14.

(9) di GIOVANNI SANTOSUOSSO Managing Partner Studio Legale Santosuosso Avvocati Lexcom Membro del Comitato Tecnico ANDAF Information & Communication Technology. L’evoluzione tecnologica riesce sempre più a rispondere alle esigenze di certezza e celerità richieste dal mondo imprenditoriale. Peraltro, se da un lato il contesto di emergenza ha comportato scenari drammatici e preoccupanti, dall’altro ha certamente accelerato i tempi di transizione al digitale e di valorizzazione di tale dimensione. Vi è ora l’opportunità per le imprese di acquisire un rilevante valore aggiunto mediante l’attuazione di processi e sistemi digitali giuridicamente sostenibili. La tecnologia consente infatti una riduzione dei costi, con aumento delle prestazioni e vantaggio in termini comunicativi e reputazionali.. (1) verona@santosuosso.it. I Distributed Ledger Tecnology (DLT) e la blockchain: cosa sono? Sin dai tempi più remoti il concetto di “registro” ha risposto all’esigenza di cristallizzare determinati eventi al fine di minimizzare possibili rischi ed errori. Il registro contiene infatti una serie di informazioni appartenenti a una medesima categoria e spesso, per avere valore e sortire effetti, deve essere collegato a un altro registro gestito da soggetti diversi. Con l’evoluzione tecnologica non è venuta meno l’esigenza di utilizzo di tali registri e, anzi, proprio l’innovazione ha consentito uno sviluppo maggiore e ha reso più performanti queste soluzioni, adattandole a ogni sistema utilizzabile. Si sente infatti spesso parlare di tecnologie di Distributed Ledger (DLT), che permettono di organizzare su una piattaforma informatica una replica sincronizzata del registro in diversi punti (detti nodi) che agiscono come sistemi indipendenti collegati tra loro e che vengono al contempo uniti con una rete di comunicazione. In tale filiera ciascun interessato gestisce la propria copia, mantenuta allineata a tutte le altre e che assume un valore proprio in relazione alle altre. All’interno delle diverse tecnologie si annovera anche la blockchain.. 15.

(10) I&CT Di che cosa si tratta esattamente? La blockchain (c.d. “catena di blocchi”) è una tecnologia che consente di creare all’interno di una rete informatica una concatenazione di nodi. Ciascuno di questi raccoglie e aggiorna i dati e le informazioni che vengono inseriti con modalità sicure e univoche, in modo aperto e distribuito, senza necessità di un intermediario e di un’entità centrale di controllo e verifica. Si tratta di un database, pubblico o privato, gestito in modo decentralizzato, che archivia e conserva i dati in blocchi, organizzati in ordine cronologico e uniti tra loro dalla crittografia. L’algoritmo consente di attribuire fiducia al singolo blocco, che rimane immutato e immodificabile, senza dover ricorrere a un soggetto o a una tecnologia che centralmente attribuisca valore ai singoli blocchi. I dati elaborati nell’ambito delle blockchain pubbliche, e in parte anche di quelle private, consente inoltre di indicare la data e l’ora in cui vengono elaborati.. 16. Se fino a qualche anno fa una tecnologia simile sembrava pura utopia, l’evoluzione tecnologica e la fiducia che si riversa nella stessa si è riflettuta anche nel mondo giuridico portando il nostro Legislatore a riconoscerne la dignità, fornendone peraltro una definizione. L’art 8 bis del Decreto Semplificazioni 2019 (L. 11 febbraio 2019, n. 12) ha previsto che «si definiscono tecnologie basate su registri distribuiti le tecnologie che usano un registro condiviso, distribuito, replicabile, accessibile simultaneamente, architetturalmente decentralizzato su basi crittografiche, tali da consentire la registrazione, la convalida, l’aggiornamento e l’archiviazione di dati sia in chiaro che ulteriormente protetti da crittografia verificabili da ciascun partecipante, non alterabili e non modificabili». Le tecnologie blockchain più diffuse e sviluppate sono senza dubbio quelle sperimentate dal mondo bancario. L’esistenza, a partire dal 2009, della moneta digitalizzata (Bitcoin) è infatti resa possibile proprio dalla tecnologia blockchain. Si tratta infatti di un registro pubblico che in automatico, e con modalità sicure e trasparenti, è in grado di registrare un rilevante numero di transazioni in digitale. Il mondo bancario, sebbene sia certamente il primo ad aver potuto testare i vantaggi di tali modalità decentralizzate e digitali, non può tuttavia essere considerato l’unico destinatario delle opportunità connesse all’adozione della blockchain. Negli ultimi anni, sebbene timidamente, iniziano ad essere apprezzate anche in diversi altri settori le potenzialità di tali tecnologie, in grado di offrire un nuovo rilancio alle imprese. Si contano infatti diversi casi di utilizzo commerciale della blockchain e molti altri, ancora inesplorati, si prestano ad essere lanciati nel mondo digitale attraverso un connubio di tecnologia e diritto in grado di ottimizzare gli step produttivi e garantire trasparenza al prodotto finale.. Alcune applicazioni pratiche Attualmente, i settori di business che meglio si adattano ad aprirsi al mondo della blockchain e – come vedremo in se-. guito – dello smart contract sono il settore del food e della supply chain, che più degli altri sono chiamati a rispondere della tracciabilità della filiera a garanzia delle informazioni sugli alimenti o dell’autenticità dei prodotti. Ad aprire la strada della blockchain nel business del food è stata Carrefour, la prima GDO in Italia a certificare le proprie filiere attraverso tale tecnologia al fine di essere compliant con quanto previsto dal Reg. (CE) n. 178/2002, che vieta la vendita di alimenti pericolosi per la salute e stabilisce regole sulla sicurezza di alimenti e mangimi nell’Unione Europea. Attraverso la blockchain, su piattaforma Ethereum, Carrefour ha consentito al proprio consumatore di verificare i processi produttivi, che sono divenuti estremamente trasparenti. Dalla data di nascita del pulcino, ai mangimi somministrati, sino al macello e confezionamento, ogni passaggio viene registrato all’interno della tecnologia implementando una catena di blocchi immodificabile a posteriori, e quindi certa e trasparente. A seguito di tale sperimentazione è stata sviluppata una seconda blockchain con le filiere delle arance Tarocco e dei limoni di Sicilia, con l’obiettivo di arrivare al 2022 a una blockchain che garantisca la filiera di tutti i prodotti del marchio. La stessa IBM ha sviluppato un’infrastruttura pensata per il mondo del food (IBM’s Food Trust) dedicata alla tracciabilità dei prodotti alimentari. Un’altra testimonianza proviene dal mondo del fashion. È il caso di Asia Pacific Rayon (APR), che usa la tecnologia blockchain sviluppata dalla società Perlin per tracciare l’intero processo produttivo della viscosa biodegradabile al 100%. L’iniziativa, sponsorizzata con lo slogan “Follow our Fibre”, consente ai clienti di acquisire in modo trasparente informazioni sul materiale scansionando il QR code presente sull’etichetta degli abiti. Degna di nota è anche l’iniziativa “Fashion for Good” promossa da diversi stakeholder quali C&A Foundation e Organic Cotton Accelerator, con il supporto di C&A, Kering, PVH Corp. e Zalando, che consente di tracciare attraverso la tecnologia blockchain la filiera del cotone biologico dalla fabbrica al consumatore.. Lo smart contract come applicazione della blockchain. Casi pratici I cosiddetti “contratti intelligenti” stanno entrando sempre più nel lessico odierno, anche se spesso ne viene confusa la reale portata. Lo smart contract è un concetto risalente agli anni ’90, quando Nick Szabo, un esponente del movimento Cypherpunk, ha definito tale la clausola contrattuale incorporata in un software in grado di auto-eseguirsi attraverso il meccanismo if-then-else. Grazie a questo paradigma causale, infatti, il contratto smart è in grado di eseguirsi in autonomia al verificarsi di una o più determinate condizioni..

(11) Con quali modalità? Nonostante la trentennale esistenza del contratto intelligente, solo la tecnologia blockchain è riuscita a esaltarne le potenzialità, rendendolo una vera innovazione nel panorama odierno. Quest’ultima ha infatti consentito di vedere riconosciute ai contratti intelligenti garanzie in termini di fiducia, affidabilità e sicurezza che in passato non potevano essere assicurate. A darne la definizione e a valorizzarne il legame con la blockchain è ancora una volta il Decreto Semplificazioni 2019, che lo descrive quale «programma per elaboratore che opera su tecnologie basate su registri distribuiti e la cui esecuzione vincola automaticamente due o più parti sulla base di effetti predefiniti dalle stesse». Sostanzialmente, lo smart contract consiste nella trasposizione del contenuto di un contratto all’interno di un codice. Nel codice possono essere inseriti gli eventi al verificarsi dei quali si intende far scattare un determinato effetto giuridico e le modalità con cui gli stessi si verificano. È infatti il codice stesso che sottende l’operazione digitale che garantisce l’esecuzione delle obbligazioni delle parti e le condizioni che si intendono inserire e, al contempo, il funzionamento del sistema stesso. Nell’attesa dell’emanazione delle linee guida dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che disciplineranno i processi da attuare per attribuire allo smart contract il requisito della forma scritta, ad oggi i contratti intelligenti vengono comunque considerati vincoli a carico delle parti, idonei ad assumere valore giuridico. Redigere uno smart contract attraverso una tecnologia blockchain è un processo complesso che richiede una sinergia di competenze giuridico-informatiche e che presenta indubbi vantaggi quali la certezza e la trasparenza delle obbligazioni contrattuali, l’immutabilità dei comportamenti registrati, la minimizzazione delle contestazioni e la riduzione del margine di interpretazione delle clausole. Proprio perché immutabile e “cristallizzato” è necessario che lo smart contract contenga clausole, o meglio “comandi” in linea con le tutele imposte dalla normativa, a seconda della qualifica delle parti. Le descrizioni devono essere estremamente precise per tutte le circostanze e deve essere considerata ogni possibile evenienza. Laddove, infatti, si voglia instaurare un rapporto contrattuale B2B dovranno essere osservate cautele diverse rispetto ai contratti B2C. E ancora, un contratto stipulato tra parti italiane avrà contenuti minimi diversi da un contratto in essere con contraenti esteri. È pertanto fondamentale che nella creazione del “comando” siano osservate le cautele normativamente richieste. Anche il settore dello smart contract è stato esplorato negli ultimi anni da diversi settori di business. Un’interessante risposta di come lo smart contract, unito alla tecnologia blockchain, possa velocizzare i processi interni minimizzando il margine di contestazione proviene da AXA.. La compagnia assicurativa ha infatti elaborato una polizza smart sui ritardi aerei denominata Fizzy, attivabile fino a quindici giorni prima della partenza tramite il sito web. In caso di ritardo del volo superiore alle due ore viene automaticamente riconosciuto un indennizzo al passeggero. Il sistema è in grado di confrontare automaticamente il gap tra l’orario di arrivo stimato e quello effettivo, riconoscendo al passeggero, in base alla polizza scelta e all’entità del ritardo, un indennizzo in automatico in caso di ritardo superiore alle due ore. La somma liquidata al viaggiatore dipenderà dall’entità del ritardo e dal tipo di polizza scelta. Un altro importante passo in tal senso è stato svolto da Michelin con il progetto “Tyres as a service”. Grazie alla blockchain e all’Internet of Thinks possono essere inseriti nei pneumatici dei sensori che registrano la modalità di guida e lo stato di usura degli stessi, la pressione, il consumo di carburante, la temperatura, la velocità e la posizione. Questi dati vengono elaborati in Cloud e analizzati da esperti Michelin, che forniscono poi in automatico, mediante notifiche, raccomandazioni sulle tecniche di guida ecologica inviando un messaggio al conducente/acquirente e offrendo pertanto un servizio aggiuntivo. In materia di leasing e compravendita di automobili, invece, Visa e DocuSign hanno avviato un esperimento di concessione in leasing di un’auto con modalità automatizzate senza l’intervento di un operatore. Attraverso un algoritmo il cliente può scegliere l’auto che intende ottenere in leasing e sottoscrivendo uno smart contract la transazione viene immessa sulla blockchain, che registrerà il contratto di locazione e la polizza assicurativa.. Scelta delle clausole per maggiore efficienza e tutela dei contraenti Come detto le potenzialità che la tecnologia blockchain offre al mondo imprenditoriale sono svariate, e un nuovo business plan orientato al digitale può rendere più competitiva l’impresa sul mercato. Tale strumento, se ben utilizzato, consente infatti di minimizzare le contestazioni e diminuire, ad esempio, le richieste di risarcimento, contrattualizzando alcuni effetti e casistiche tali da essere rese immutabili e difficilmente interpretabili in modo diverso. Si potrà, ad esempio, valutare l’attuazione di uno smart contract che disciplini le molteplici fasi della vendita con garanzie, differenti e conformi alla normativa, volte a minimizzare le richieste di risarcimento per prodotto difettoso o non conforme e tutelare così maggiormente l’azienda in una fase patologica. Da un dialogo con le imprese potranno quindi essere individuate quelle aree o quei processi potenzialmente interessati, e attivate con l’ausilio tecnologico e normativo le possibili soluzioni di ottimizzazione o minimizzazione dei rischi.. © Riproduzione riservata. 17.

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