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IL TERZIARIO in Veneto e nella provincia di Treviso

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Academic year: 2022

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IL TERZIARIO

in Veneto e nella provincia di Treviso

Il contesto economico regionale sta vivendo una nuova fase di sviluppo, manifestando i primi segnali di ripresa dal 2011, anno dopo il quale si è assistito ad un contenimento progressivo del tessuto imprenditoriale, che ha portato alla perdita di -15.570 attività in cinque anni. Il 2017 ha tutte le carte in regola per rappresentare un anno di svolta, evidenziando un rafforzamento globale del sistema impresa e trend favorevoli nella maggior parte dei settori economici, soprattutto in ambito locale, dove l’industria mantiene valori di stabilità, l’agricoltura torna a fiorire dopo un decennio di sofferenza e il terziario continua a crescere sugli stessi livelli del 2016. Nel corso del 2017, la Marca Trevigiana guadagna un totale di +250 localizzazioni (+0,5%), prevalentemente insediate nell’area meridionale del territorio e provenienti da aziende con sede principale fuori provincia (87,2%). A contribuire positivamente al saldo del settore restano i comparti dei servizi e del turismo, con la rispettiva apertura di +302 unità (+1,1%) e di +50 unità (+0,7%), mentre le attività del commercio subiscono ancora l’influenza di una congiuntura infausta che continua a ridurne di anno in anno il numero, conducendo alla chiusura di -102 unità (-0,5%). Nel complesso della provincia, cresce il numero di imprese, ma continua a contrarsi quello degli imprenditori locali: nel 2017 la Marca Trevigiana registra il calo più consistente in termini assoluti fra le province venete, con -530 figure imprenditoriali (-0,7%) in meno rispetto al 2016. Un fenomeno che dura ormai da diversi anni (solo negli ultimi cinque, si contano perdite per oltre 2 mila posizioni fra soci, titolari e altre cariche), incidendo in proporzione maggiore sui giovani under 30 e sulle donne (-4,9% e -1% dal 2016) e dal quale esula la componente straniera (+0,7% dal 2016), in costante crescita lungo tutto il periodo. Dal punto di vista occupazionale, il mercato del lavoro della provincia di Treviso si è dimostrato particolarmente dinamico nel corso del 2017, acquisendo ulteriori +3.390 posti di lavoro dipendente (principalmente occupati da giovani con meno di 30 anni del settore dei servizi) e raggiungendo dei volumi di assunzioni e cessazioni superiori a quelli registrati nel 2008 (oltre 40 mila), fenomeno già verificatosi in realtà nel 2015. A cambiare è tuttavia il contesto storico, in un momento in cui gli effetti generati dalle decontribuzioni del Jobs Act stanno via via svanendo e la ridefinizione del sistema dei voucher lavoro ha influenzato l’andamento della domanda da parte delle aziende. Il tempo determinato si conferma la soluzione più adottata, ulteriormente in crescita rispetto al 2016 (+3.680 posti di lavoro) grazie al minor deflusso di trasformazioni (-24,8%) in contratti a tempo indeterminato. Evidente, invece, il calo di quest’ultimo (-1.195 posti di lavoro), per il quale si registra nuovamente una diminuzione delle assunzioni (-1,5%) e un aumento delle cessazioni (+5,8%). Il cambiamento più significativo di questo 2017 proviene dal contratto a chiamata, protagonista di una crescita straordinaria (+2.415 posti di lavoro), particolarmente concentrata tra i mesi di aprile e giugno (periodo corrispondente alla sospensione temporanea del lavoro

(2)
(3)

1.1 La demografia delle imprese

1.1.1 Le sedi d’impresa

Nel corso del 2017 il sistema imprenditoriale regionale mostra un rallentamento della dinamica negativa che aveva caratterizzato gli anni precedenti, facendo sperare in una fase di recupero economico. Considerando, infatti, i risultati delle statistiche elaborate da Infocamere (tab. 1.1), la contrazione imprenditoriale, pur non arrestandosi, nel 2017 è stata molto più contenuta rispetto al passato, registrando un calo del -0,1% di imprese attive, che per definizione fanno parte di quelle registrate1. Questa situazione risulta più chiara se si

TERZIARIO

Registrate Attive

2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. % 17/16 VENETO

Totale Economia 488.897 488.226 -0,1 434.994 434.373 -0,1 Primario 68.461 68.013 -0,7 67.923 67.489 -0,6 Secondario 131.311 129.862 -1,1 118.282 116.963 -1,1 Terziario 271.910 273.012 0,4 248.573 249.683 0,4

Altro 17.215 17.339 0,7 216 238 10,2

TREVISO

Totale Economia 89.082 88.956 -0,1 79.635 79.672 0,0

Primario 14.140 14.348 1,5 14.029 14.244 1,5

Secondario 24.856 24.597 -1,0 22.134 21.943 -0,9 Terziario 47.984 47.940 -0,1 43.459 43.471 0,0

Altro 2.102 2.071 -1,5 13 14 7,7

Tab. 1.1 - Veneto e Treviso. Imprese registrate e attive per macro-settore di attività economica. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

considerano i valori assoluti, che indicano una flessione più che dimezzata rispetto a quella del 2016, pari ad una perdita di -621 attive (nel 2016 era stata di -2.136). È importante precisare che tale contrazione è dovuta principalmente ai trend negativi dei settori primario e secondario: le quote perse da questi settori continuano ad essere assorbite di anno in anno dal terziario, che si conferma sempre più la forza trainante dell’economia regionale. Nello specifico, nel 2017 il settore terziario è cresciuto del +0,4%, acquisendo un totale di +1.110 imprese attive.

Il quadro economico trevigiano si presenta migliore di quello regionale: se fino al 2016 il tessuto imprenditoriale della provincia di Treviso aveva riportato contrazioni più consistenti rispetto a quelle della regione, nel 2017 si riscontrano performance migliori, a dimostrazione di una certa stabilità e tenuta. Le imprese attive, infatti, registrano un seppur minimo aumento (+0,05% su base annua) di +37 unità (nel 2016 erano in calo di -547 unità). Diversamente da quanto accade a livello regionale, il settore primario, dopo anni di flessione, è tornato a crescere, riportando una variazione positiva del +1,5%, pari ad un incremento di +215 imprese attive. È importante riconoscere come costituisca un elemento di singolare novità, il fatto che nel 2017 la crescita dell’economia trevigiana sia stata determinata principalmente dal settore agricolo.

1. Le imprese si distinguono in “registrate” (ovvero iscritte al Registro delle Imprese) e “attive” (le imprese registrate che risultano avere almeno un’attività economica in esercizio). La differenza tra le due caratterizzazioni è data dal fatto che un’impresa che cessa di essere attiva può comunque mantenere lo status di registrata per motivazioni amministrative. In questo rapporto si fa principalmente riferimento alle imprese attive, in quanto rappresentative delle imprese che effettivamente operano nel mercato.

(4)

Anche i relativi flussi di iscrizioni e cessazioni aziendali, censiti per lo stesso anno, confermano questo importante apporto all’economia totale della provincia. Come si può osservare in figura 1.1, infatti, i flussi delle imprese nel settore agricolo - al netto delle cancellazioni d’ufficio e delle imprese non classificate2 - riportano un saldo positivo tra le due variabili (+176 imprese registrate). Ulteriore conferma proviene dal tasso di crescita3, ricavato dall’analisi congiunta dei tassi di natalità e di mortalità (fig. 1.2). Nel 2017 il tasso di crescita del settore primario è stato l’unico positivo all’interno dell’economia totale e pari al +1,2% (nel 2016 era -0,9%), grazie alla dinamica di aumento del tasso di natalità (+5,8%, pari a +1,6 punti percentuali) e di contenimento del tasso di mortalità (+4,5%, pari a -6 punti percentuali), rispetto all’anno precedente.

La crescita del primario all’interno della provincia di Treviso ha controbilanciato il trend negativo conseguito dal settore secondario, che si è aggirato attorno al -1% (pari a -191 imprese attive). Le difficoltà di questo settore sono messe in luce anche dai valori negativi ottenuti nei flussi di iscrizioni e cessazioni aziendali (-247 imprese registrate) e nel tasso di crescita (-1%).

Non si può non riconoscere come anche il settore terziario abbia contribuito a rendere florida l’economia trevigiana nel 2017. Con la sua stabilità, esso ha mantenuto nel corso dell’anno la quota maggiore di imprese all’interno dell’economica locale,

con un totale di 43.471 unità (+0,03%, pari a +12 imprese attive).

In questo caso, però, i flussi di iscrizioni e cessazioni aziendali hanno prodotto un saldo negativo (-315 imprese registrate), ma inferiore a quello del 2016. Osservando infatti la dinamica recente dei flussi di iscrizioni e cessazioni dal 2013 al 2017 (fig.

1.3), si può notare chiaramente come il saldo annuale del 2017 sia stato più contenuto rispetto a quello dell’anno precedente (avvicinandosi ai valori del 2015), grazie al calo avvenuto nelle cessazioni. Anche il tasso di crescita, nonostante riporti un valore negativo (-0,7%), presenta un miglioramento rispetto al 2016, a seguito della riduzione del tasso di mortalità.

2. Per fornire una stima corretta dei flussi aziendali, nel calcolo delle cessazioni non sono state considerate le “cancellazioni d’ufficio”. La banca dati Infocamere-Movimprese consente di utilizzare le informazioni che vengono fornite dalle iscrizioni e cancellazioni al Registro Imprese delle Camere di Commercio effettuate nel corso dell’anno. Nell’analisi dei flussi delle imprese, il primo trimestre di ogni anno presenta tradizionalmente un bilancio negativo, poiché riflette l’accumularsi di cessazioni contabilizzate a gennaio, ma riferibili in realtà agli ultimi giorni dell’anno precedente. I registri camerali rilevano queste chiusure con il bilancio del primo trimestre dell’anno, sovrastimando il dato. Il dato annuale si discosta, quindi, da quello reale. In questo contesto, inoltre, sono stati scorporati dai flussi del totale economia quelli relativi alle imprese “non classificate” (v. nota metodologica).

3. Per la definizione di tasso di crescita, natalità e mortalità, vedi nota metodologica.

816 982

2.436

4.234

640 1.229

2.751

4.620

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000

Primario Secondario Terziario Tot. economia

Cessazioni Iscrizioni

Fig. 1.1 - Treviso. Iscrizioni e cessazioni delle imprese per macro-settore di attività economica. Anno 2017

(val. ass.)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

(5)

12 13

-223

-398 -315

-600 -400 -200 0 200 400 600 800 1.000

1.600 1.800 2.000 2.200 2.400 2.600 2.800 3.000 3.200

2013 2014 2015 2016 2017

Saldo (scala dx) Iscrizioni (scala sx) Cessazioni (scala sx)

Fig. 1.3 - Treviso. Dinamica dei flussi di iscrizioni e cessazioni delle imprese del terziario. Anni 2013-2017

(val. ass.)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere 4,2%

5,8%

4,0% 4,0%

5,3% 5,1%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

2016 2017 2016 2017 2016 2017 Primario Secondario Terziario

5,1% 4,5%

5,6% 4,9%

6,1% 5,7%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

2016 2017 2016 2017 2016 2017 Primario Secondario Terziario

-0,9%

1,2%

-1,6%

-1,0% -0,8% -0,7%

-2,0%

-1,5%

-1,0%

-0,5%

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

2016 2017 2016 2017 2016 2017 Primario Secondario Terziario

Fig. 1.2 - Treviso. Tassi di natalità, di mortalità e di crescita delle imprese per macro-settore di attività economica.

Anni 2016 e 2017

(val. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

TassodinaTaliTà TassodimorTaliTà TassodicresciTa

4,2%

5,8%

4,0% 4,0%

5,3% 5,1%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

2016 2017 2016 2017 2016 2017 Primario Secondario Terziario

5,1% 4,5%

5,6% 4,9%

6,1% 5,7%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

2016 2017 2016 2017 2016 2017 Primario Secondario Terziario

-0,9%

1,2%

-1,6%

-1,0% -0,8% -0,7%

-2,0%

-1,5%

-1,0%

-0,5%

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

2016 2017 2016 2017 2016 2017 Primario Secondario Terziario

(6)

Esplorando l’andamento dei tre comparti4 che compongono il settore terziario, le dinamiche che emergono a livello provinciale non sono diverse da quelle del 2016. Il commercio continua a collezionare risultati negativi (tab.

1.2), confermando il trend sfavorevole già in corso negli anni precedenti, con una perdita complessiva di -135 imprese attive (-0,8%). Si tratta comunque di una contrazione dimezzata rispetto al valore rilevato nel 2016 (era di -267 imprese attive) e che trova riscontro anche nel quadro regionale. Diversa la situazione per gli altri comparti, dove l’incremento del numero delle imprese attive ha raggiunto le +130 unità nei servizi (+0,6%) e le +17 unità nel turismo (+0,3%). Anche in questo caso, le dinamiche provinciali sono sostenute dalle tendenze regionali.

Registrate Attive

2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. % 17/16 VENETO

Totale Terziario 271.910 273.012 0,4 248.573 249.683 0,4 Commercio 103.262 102.553 -0,7 95.108 94.521 -0,6

Turismo 41.661 42.222 1,3 36.103 36.587 1,3

Servizi 126.987 128.237 1,0 117.362 118.575 1,0 TREVISO

Totale Terziario 47.984 47.940 -0,1 43.459 43.471 0,0 Commercio 17.939 17.755 -1,0 16.472 16.337 -0,8

Turismo 6.569 6.538 -0,5 5.494 5.511 0,3

Servizi 23.476 23.647 0,7 21.493 21.623 0,6

Tab. 1.2 - Veneto e Treviso. Imprese registrate e attive del terziario per settore. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

4. La composizione dei tre comparti del terziario fa riferimento alla classificazione settoriale adottata da Veneto Lavoro (v. nota metodologica).

1.1.2 La distribuzione territoriale delle unità locali

Il quadro demografico imprenditoriale può essere analizzato in modo più esaustivo e completo, affiancando all’osservazione delle sedi d’impresa quella delle unità locali nel loro complesso, intese come somma della sede principale e di tutti gli altri locali in uso all’impresa. All’interno del contesto economico, quindi, le unità locali offrono una visione più completa del tessuto delle imprese, in particolare in un settore come quello del terziario che si compone, in larga misura, di strutture secondarie in affianco alla sede principale.

Ben sviluppato e in continua espansione, il settore terziario anche nel corso del 2017 si distingue all’interno dell’economia veneta, continuando a detenere nel territorio regionale la consistenza maggiore in termini di unità locali.

Caratterizzato da un ricco tessuto imprenditoriale, nel 2017 ha censito ben 324.022 unità locali, in crescita del +0,9% rispetto all’anno precedente. Ammontare che corrisponde al 60% dell’intero sistema economico del Veneto e che si contrappone da tempo alle quote più esigue dell’agricoltura (13%) e dell’industria (26%). Tali settori, anche nell’ultimo anno, hanno risentito della perdita di unità locali: in particolare l’agricoltura è scesa del -0,4%

e l’industria del -0,6%.

La graduale espansione del terziario, da un lato, e l’assottigliamento del primario e del secondario, dall’altro, stanno progressivamente allargando la forbice che li separa, come si può vedere dalla figura 1.4.

(7)

Nella provincia di Treviso la distribuzione di unità locali segue grosso modo quella regionale: anche in questo caso, oltre la metà dell’economia del territorio è occupata dal terziario, che preserva la quota del 57%. Ciò che diverge dal quadro regionale è la condizione demografica dell’agricoltura e dell’industria, che pur detenendo un peso esiguo nel confronto con il terziario (rispettivamente il 15% e il 28% dell’economia totale), interrompono il trend di flessione degli anni precedenti. Più precisamente, rispetto al 2016, l’agricoltura mostra un trend di crescita (+1,8%) e l’industria una certa stabilità (-0,01%). Grazie al buon andamento dei servizi, nel 2017 la provincia di Treviso ha registrato nel settore terziario 55.409 unità locali, con una crescita del +0,5% rispetto all’anno precedente (tab. 1.3). Tra queste, le sedi principali di impresa rimangono pressoché invariate nel numero. A crescere e a determinare quindi la variazione annua positiva del settore sono le localizzazioni secondarie. Nello specifico, quelle con sede fuori provincia

Tab. 1.3 - Veneto. Unità locali del terziario per provincia e tipologia di localizzazione. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere Totale unità locali di cui Sede principale di cuiU.l. secondaria

(con sede in provincia)

di cuiU.l. secondaria (con sede fuori provincia) 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. % 17/16

VENETO 321.127 324.022 0,9 248.573 249.683 0,4 43.884 44.406 1,2 28.670 29.933 4,4

TREVISO 55.159 55.409 0,5 43.459 43.471 0,0 7.216 7.236 0,3 4.484 4.702 4,9

Belluno 11.258 11.296 0,3 8.270 8.265 -0,1 1.747 1.761 0,8 1.241 1.270 2,3

Padova 66.493 66.921 0,6 52.393 52.548 0,3 8.490 8.650 1,9 5.610 5.723 2,0

Rovigo 15.196 15.235 0,3 11.648 11.667 0,2 1.844 1.863 1,0 1.704 1.705 0,1

Venezia 60.227 60.855 1,0 43.164 43.449 0,7 10.396 10.509 1,1 6.667 6.897 3,4

Verona 60.607 61.684 1,8 47.826 48.294 1,0 7.737 7.895 2,0 5.044 5.495 8,9

Vicenza 52.187 52.622 0,8 41.813 41.989 0,4 6.454 6.492 0,6 3.920 4.141 5,6

(+4,9%) contribuiscono in modo nettamente superiore a quelle con sede in provincia (+0,3%), situazione opposta a quella verificatasi nel 2016, quando erano le localizzazioni secondarie con sede in provincia ad avere maggior peso.

94 96 98 100 102 104

2013 2014 2015 2016 2017

Agricoltura Industria

Servizi TOTALE ECONOMIA

Fig. 1.4 - Veneto. Dinamica unità locali per settore economico.

Anni 2013-2017

(numero indice 2013 = 100)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

(8)

Treviso 17,1%

Belluno 3,5%

Padova 20,7%

Rovigo Venezia 4,7%

18,8%

Verona 19,0%

Vicenza 16,2%

Fig. 1.5 - Veneto. Composizione % delle unità locali del terziario per provincia. Anno 2017

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

Si tratta di un quantitativo che ha permesso alla provincia di mantenere il quarto posto nella classifica regionale, per numero di unità locali, occupando una quota pari al 17,1% sul totale veneto (fig. 1.5). Rispetto agli anni più recenti, la quota di unità locali della provincia di Treviso, così come quelle delle altre province, non ha subìto grandi variazioni. Anche nel 2017 è sempre Padova (20,7%) a detenere il maggior numero di unità locali, seguita da Verona (19%), Venezia (18,8%), Treviso (17,1%), Vicenza (16,2%), Rovigo (4,7%) e Belluno (3,5%).

Nel lungo periodo, ponendo il 2011 come anno di confronto, emergono però alcune considerazionii significative. A fronte di una stabilità relativa nelle unità locali di Padova, Rovigo e Belluno (ciascuna con una variazione di -1 punti percentuali), si rileva un aumento nella quota delle province di Verona e Venezia (rispettivamente di +4 e +3 punti percentuali).

All’opposto, la percentuale di unità locali di Treviso e Vicenza sul totale regionale diminuisce (rispettivamente di -4 e -3 punti percentuali).

È importante però specificare che la riduzione del peso di Treviso, così come quella di Vicenza, non corrisponde ad una perdita di unità locali. Nel confronto con il 2011, infatti il numero delle localizzazioni di Treviso aumenta del +1,6%, che in termini assoluti corrisponde all’acquisizione di +847 unità locali (lo stesso vale per Vicenza che segna una crescita del +2%, pari a +1.013 unità). La spiegazione della perdita di quota sta nella maggior crescita di Verona e Venezia (rispettivamente del +5,6% e del +6,3%), che in valori assoluti corrisponde ad un totale di +3.663 alle +3.217 unità.

Anche l’indice di specializzazione calcolato per il 2017 presenta alcune variazioni rispetto all’anno precedente.

Si ricorda che l’indice di specializzazione fornisce il grado di specializzazione settoriale di ciascuna provincia in rapporto a quello complessivo della regione. In particolare, quando l’indice è uguale a 1, l’unità territoriale analizzata registra una quota di unità locali simile a quella regionale; quando risulta superiore a 1, indica una quota di unità locali superiore a quella regionale e quindi un maggior grado di specializzazione; quando il valore dell’indice è compreso tra 0 e 1, nella provincia considerata il settore risulta sottorappresentato e con un minor grado di specializzazione rispetto a quello della regione.

Tendenzialmente, nel 2017 tutte le province riportano valori dell’indice che non si discostano di molto da quello regionale (fig. 1.6). È sempre Venezia (1,12), la provincia con il grado di specializzazione più elevato. Padova (1,03), Belluno (1,01) e Verona (0,98) mantengono gli stessi valori del 2016, mentre

(9)

Provincia Indice di specializzazione

Venezia 1,12

Padova 1,03

Belluno 1,01

Verona 0,98

Vicenza 0,98

Treviso 0,94

Rovigo 0,85

Fig. 1.6 - Veneto. Indice di specializzazione settoriale delle unità locali del terziario per provincia. Anno 2017

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

1.1.3 La distribuzione delle unità locali per settore

Dopo aver analizzato la distribuzione delle unità locali del settore terziario dal punto di vista territoriale, passiamo ad esaminare la loro disaggregazione all’interno dei suoi tre comparti: commercio, turismo e servizi.

Nel 2017 la struttura economica terziaria regionale (tab.

1.4) rimane ancora una volta invariata, rispetto agli anni precedenti: la maggior parte delle unità locali si concentra principalmente nei settori dei servizi (147.959 unità, pari al 46%) e del commercio (126.411 unità, pari al 39%); la quota più piccola continua ad essere mantenuta dal turismo (49.652 unità, pari al 15%). Tale struttura si ripresenta medesima all’interno di ciascuna provincia.

Nel complesso, anche nel 2017, il terziario regionale ha proseguito la sua crescita, con un incremento annuo del +0,9% (era +0,8% nel 2016), pari a +2.895 unità locali.

Esplorando all’interno del settore, come di consueto si evidenzia la rilevante crescita del turismo, che continua a presentare la variazione percentuale su base annua più elevata tra i comparti del terziario, pari al +1,9% (+908 unità locali), sebbene inferiore a quella del 2016 (era +2,4%, pari a +1.130 unità locali). Come sottolineato anche per le precedenti annualità, si tratta di un’espansione significativa, considerata la quota minoritaria che il turismo occupa all’interno del terziario regionale.

La sua importanza emerge ancora più chiaramente se messa a confronto con l’incremento del comparto dei servizi che, nonostante rappresenti la quota maggiore del terziario totale, salgono leggermente (+0,01) quelli di Vicenza (0,98) e Rovigo

(0,85). L’unica provincia a subire un lieve calo (-0,01) rispetto alla media regionale è Treviso (0,94).

(10)

ha segnato un incremento percentuale inferiore (+1,4%, pari a +2.047 unità), tuttavia in miglioramento rispetto a quello registrato nel 2016 (era +0,9%, pari a +1.340 unità).

Il commercio, per il secondo anno consecutivo, persiste nel mantenersi pressoché stabile (rispetto al 2016, si riduce di sole -60 unità locali). Trattandosi di un ammontare relativo alla dimensione territoriale regionale, non rappresenta un calo significativo.

Considerando la distribuzione delle unità locali nei tre settori del terziario regionale in base alle quote provinciali (fig. 1.7), la situazione rimane invariata e identica a quella degli scorsi anni. Anche nel 2017, infatti, è sempre Padova ad occupare la prima posizione per numerosità di unità locali, sia nel commercio (27.191 unità, pari al 21,5% del totale regionale) che nei servizi (32.013 unità, pari al 21,6% del totale regionale), e Venezia a detenere la prima nel turismo (12.814 unità, pari al 25,8% del totale regionale). Treviso mantiene le posizioni

Terziario di cui Commercio di cuiTurismo di cuiServizi

2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16

VENETO 321.127 324.022 0,9 126.471 126.411 0,0 48.744 49.652 1,9 145.912 147.959 1,4

TREVISO 55.159 55.409 0,5 21.465 21.363 -0,5 7.190 7.240 0,7 26.504 26.806 1,1

Belluno 11.258 11.296 0,3 4.243 4.216 -0,6 2.639 2.681 1,6 4.376 4.399 0,5

Padova 66.493 66.921 0,6 27.276 27.191 -0,3 7.630 7.717 1,1 31.587 32.013 1,3

Rovigo 15.196 15.235 0,3 6.218 6.186 -0,5 2.401 2.432 1,3 6.577 6.617 0,6

Venezia 60.227 60.855 1,0 23.799 23.748 -0,2 12.460 12.814 2,8 23.968 24.293 1,4

Verona 60.607 61.684 1,8 22.876 23.077 0,9 9.715 9.981 2,7 28.016 28.626 2,2

Vicenza 52.187 52.622 0,8 20.594 20.630 0,2 6.709 6.787 1,2 24.884 25.205 1,3

Tab. 1.4 - Veneto. Unità locali del terziario per provincia e settore. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

intermedie che da anni evidenzia: quarta per numero di unità locali nel commercio (21.363 unità, pari al 16,9% del totale regionale) e nel turismo (7.240 unità, pari al 14,6% del totale regionale) e terza nei servizi (26.806 unità, pari al 18,1% del totale regionale). In tutti i settori, Belluno e Rovigo hanno riportato le quote più basse.

Passando all’analisi della provincia di Treviso, anche in questo caso la struttura economica terziaria che emerge nel 2017 risulta invariata ed analoga a quella regionale: quasi la metà del terziario (26.806 unità, pari al 48%) continua ad essere occupata dal comparto dei servizi, mentre il commercio (21.363 untià, pari al 39%) e il turismo (7.240 unità, pari al 13%) condividono la restante quota.

Questo quadro risulta perfettamente simmetrico a quello regionale, ma la provincia diverge in modo interessante nelle dinamiche interne ai tre comparti. Il dato più significativo riguarda il comparto dei servizi, che torna a crescere più del

(11)

96 98 100 102 104 106 108

2013 2014 2015 2016 2017

Servizi Servizi

VENETO Turismo

TREVISO Turismo

Commercio Commercio

Fig. 1.8 - Veneto e Treviso. Dinamica delle unità locali del terziario per settore. Anni 2013-2017

(numero indice 2013 = 100)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

turismo. Negli ultimi cinque anni, infatti, con un’eccezione nel 2015, era stato il turismo a mostrare l’incremento annuo percentuale maggiore. Questa situazione si capovolge nel 2017: i servizi, con una crescita del +1,1% (+302 unità locali), recuperano e superano la crescita del +0,7% (+50 unità locali) del turismo. In questo contesto di crescita, nemmeno nel 2017 il commercio trova una tregua al trend negativo che da anni lo colpisce, scendendo del -0,5% (-102 unità locali).

Le tendenze viste per il 2017 trovano conferma nella dinamica degli ultimi cinque anni dei tre settori (fig. 1.8). Dal 2013 al 2017 si rileva, infatti, sia in Veneto che nella provincia di Treviso, una sostanziale crescita del turismo e dei servizi, che si contrappone alla caduta del commercio. Rispetto a inizio periodo, è il turismo a crescere di più in termini percentuali, in entrambe le dimensioni territoriali (+7,4%, pari a +3.412 unità, in Veneto e +4,8%, pari a +331 unità, a Treviso), anche se in valori assoluti l’incremento è maggiore nei servizi (+4,8%, pari a +6.818 unità, in Veneto e +3,8%, pari a +970 unità,

a Treviso). Il commercio ha seguito invece un andamento negativo, ma più contenuto a livello Veneto (-0,2%, pari a -286 unità) rispetto alla provincia di Treviso (-2,6%, pari a -560 unità).

21,5%

18,8%

18,3%

16,9%

16,3%

4,9%

3,3%

Padova Venezia Verona

Treviso Vicenza Rovigo

Belluno

25,8%

20,1%

15,5%

14,6%

13,7%

5,4%

4,9%

Venezia Verona Padova

Treviso Vicenza Belluno

Rovigo

21,6%

19,4%

18,1%

17,0%

16,4%

4,5%

3,0%

Padova Verona Treviso

Vicenza Venezia Rovigo

Belluno

Fig. 1.7 - Veneto. Unità locali del terziario per provincia e settore. Anno 2017

(val. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

COMMERCIO TURISMO SERVIZI

(12)

1.2 Il mercato del lavoro

1.2.1 L’occupazione

L’attuale congiuntura economica evidenzia un consolidamento dei livelli occupazionali registrati nel corso del 2016, confermando i trend di crescita riscontrati nel quadriennio precedente, sia in Veneto che in provincia di Treviso. In questi ultimi anni, entrambe le dimensioni territoriali stanno attraversando una fase di rinascita e di ricostituzione del tessuto occupazionale. Il 2017 segna una tappa importante di tale processo, presentandosi potenzialmente come un anno di svolta per l’area geografica in analisi: il mercato del lavoro nel suo complesso torna a segnare valori comparabili a quelli rilevati nel 2008, antecedenti al periodo di crisi che ha colpito il nostro Paese. A cambiare, rispetto a 10 anni fa, è il peso dei settori all’interno delle dinamiche occupazionali, in un’economia che sta vivendo un recupero dei valori legati alla terra e che è sempre più orientata al mondo dei servizi e sempre meno a quello dell’industria.

All’interno di questo scenario, il terziario continua a rappresentare oltre la metà degli occupati totali (il 58,4%

nella Marca Trevigiana e il 62,8% in Veneto), confermandosi nuovamente il settore con più forza lavoro e la cui crescita ha maggiormente influenzato il recente andamento occupazionale.

L’indagine Istat sulle forze lavoro5 del 2017 stima un numero complessivo di 2.126 mila occupati in Veneto, in aumento del +2,1% (circa 45 mila lavoratori) rispetto al 2016 (tab. 1.5).

La maggior parte dei nuovi lavoratori proviene dal terziario, che mantiene una crescita piuttosto costante (+2,4%) rispetto al 2016. L’industria lancia un segnale positivo, tornando a registrare un incremento dei livelli occupazionali (+2,5%), dopo un anno di stasi. Viceversa, si osserva un fenomeno di ridimensionamento nel primario, che, a seguito della forte espansione avvenuta tra il 2015 e il 2016 (fig. 1.9), vede ridursi il numero di occupati impiegati al suo interno (-6,2%).

Veneto Treviso

2016 2017 Var.%

17/16 2016 2017 Var.%

17/16

Totale Economia 2.081 2.126 2,1 382 393 2,9

Primario 73 68 -6,2 18 17 -6,5

Secondario 705 722 2,5 148 147 -0,8

Terziario 1.304 1.335 2,4 216 229 6,2

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Istat

Tab. 1.5 - Veneto e Treviso. Occupati per macro-settore di attività economica. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. % - valori in migliaia)

5. La rilevazione sulle forze lavoro promossa dall’Istat è un’indagine campionaria dalla quale vengono definite le stime ufficiali sugli stock degli occupati e delle persone in cerca di occupazione, nonché alcune informazioni sui principali aggregati dell’offerta di lavoro nazionale (professione, ramo di attività economica, ore lavorate, tipologia e durata dei contratti, formazione). L’acquisizione dei dati avviene attraverso l’intervista settimanale di un campione di oltre 250 mila famiglie residenti in circa 1.100 comuni italiani, per un totale di circa 600 mila individui. Sono esclusi dal computo i membri permanenti delle convivenze (istituti religiosi, caserme, etc.) e le famiglie che vivono abitualmente all’estero. I risultati vengono diffusi con cadenza mensile a livello nazionale, trimestrale a livello regionale e annuale a livello provinciale.

(13)

Si stimano un totale di 393 mila lavoratori in provincia di Treviso (il 18,5% degli occupati in Veneto), in crescita del +2,9% nel corso del 2017 (circa 11 mila occupati), percentuale superiore a quella riscontrata a livello regionale.

Anche in ambito provinciale, il comparto agricolo subìsce un contraccolpo (-6,5%) rispetto ai risultati positivi del 2016, pur mantenendo un livello di occupazione superiore a quello del precedente triennio, mentre il terziario continua ad affermare il proprio ruolo di traino dell’economia locale, registrando nell’ultimo anno un aumento occupazionale del +6,2%. Nel settore industriale, differentemente da quanto emerso dal contesto regionale, si protrae la tendenza negativa che ha contraddistinto il 2016, con un’ulteriore perdita di occupati (-0,8%), che conduce il settore al risultato più basso in termini occupazionali degli ultimi 10 anni.

70 80 90 100 110 120 130 140 150 160

2013 2014 2015 2016 2017

Primario Secondario Terziario

Primario Secondario Terziario

MANCA

TREVISO VENETO

Fig. 1.9 - Veneto e Treviso. Dinamica degli occupati per macro-settore di attività economica. Anni 2013-2017

(numero indice 2013 = 100)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Istat

I paragrafi successivi propongono un approfondimento sulle principali componenti del mercato del lavoro terziario (imprenditori, lavoratori dipendenti, lavoratori parasubordinati e intermittenti) e sulle relative trasformazioni avvenute nel corso dell’ultimo anno.

1.2.2 Le figure imprenditoriali

Nel corso del 2017 continua a protrarsi l’assottigliamento imprenditoriale che sta segnando il sistema terziario locale ormai da diversi anni. Considerando l’ultimo quinquennio, i dati Infocamere evidenziano la perdita di oltre 6,4 mila imprenditori in Veneto, dei quali oltre 2 mila (32%) provenienti dalla sola provincia di Treviso.

Gli ultimi aggiornamenti regionali fanno emergere un calo strutturale del -0,3% su base annua, che porta il numero di imprenditori impegnati nel settore terziario a stabilizzarsi sulle 401.672 unità, al quarto trimestre 2016 (tab. 1.6). A livello territoriale, Treviso slitta alla quarta posizione per numerosità di figure imprenditoriali in Veneto (nel 2016 era terza), a causa della contrazione del -0,7% verificatasi nel corso dell’ultimo anno. Le uniche province a non aver subìto perdite nel 2017, e a veder crescere il numero di figure imprenditoriali, sono risultate Venezia e Verona (+0,2% in entrambi i territori).

L’analisi del quadro generale mostra un ulteriore indebolimento della componente giovanile su tutto il territorio. In Veneto, nel 2017, si assiste alla perdita di -566 imprenditori di età inferiore ai 30 anni, con un decremento tendenziale del -3% annuo. La vulnerabilità di questa categoria - che si manifesta già da diversi anni - si percepisce in modo ancor più netto nella Marca Trevigiana (fig. 1.10), dove nel corso dell’ultimo anno si rileva un calo in

(14)

termini percentuali più importante di quello regionale (-4,9%), per un totale di -152 giovani imprenditori (tuttavia inferiore a quello registrato nel 2016, pari al -5,3%, per un importo di -174 giovani imprenditori). Tale fenomeno è ancora più significativo, se si considera che la flessione riscontrata nella fascia d’età superiore ai 30 anni è solo marginale (-0,6%).

Anche nel 2017, come già indicato nel 2016, è d’obbligo sottolineare che all’interno della macro fascia over 30 sono le figure imprenditoriali più mature a crescere, a discapito di quelle più giovani. Infatti, se gli imprenditori tra i 30 e 49 anni, al pari dei giovanissimi, si contraggono (-4,5%), paradossalmente aumentano quelli tra i 50 e 69 anni (+2,1%) e in particolare quelli over 70 (+5%).

Continua a dimostrare una buona stabilità la componente femminile, che a livello regionale limita le perdite a sole -90 imprenditrici in meno (-0,1%) rispetto al 2016. Diversa la situazione nella Marca trevigiana, dove le figure imprenditoriali femminili subiscono un calo del -1%, pari a -229 unità, molto

Imprenditori di cui Giovani di cui Femmine di cui Stranieri

2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. % 17/16

VENETO 402.724 401.672 -0,3 19.015 18.449 -3,0 128.831 128.741 -0,1 36.026 38.714 7,5

TREVISO 71.659 71.129 -0,7 3.128 2.976 -4,9 22.750 22.521 -1,0 6.957 7.003 0,7

Belluno 13.946 13.799 -1,1 622 596 -4,2 4.839 4.825 -0,3 1.177 1.204 2,3

Padova 83.779 83.518 -0,3 3.794 3.650 -3,8 26.406 26.371 -0,1 6.896 7.296 5,8

Rovigo 17.167 17.131 -0,2 899 830 -7,7 5.844 5.854 0,2 1.316 1.387 5,4

Venezia 71.446 71.558 0,2 3.419 3.338 -2,4 22.617 22.649 0,1 7.003 8.137 16,2

Verona 76.395 76.520 0,2 3.822 3.789 -0,9 24.357 24.485 0,5 7.417 7.803 5,2

Vicenza 68.332 68.017 -0,5 3.331 3.270 -1,8 22.018 22.036 0,1 5.375 5.884 9,5

Tab. 1.6 - Veneto. Imprenditori del terziario per provincia e componenti principali. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

più accentuato rispetto a quello del 2016 (-0,3%). Tuttavia, tale situazione coinvolge anche la componente maschile che si è contratta del -0,6% (-301 imprenditori).

Nuovamente protagonista del panorama imprenditoriale la componente straniera, che fra quelle considerate, anche nel 2017, risulta l’unica in costante espansione (+7,5% in Veneto e +0,7% a Treviso). Diminuiscono all’opposto le figure imprenditoriali di nazionalità italiana, prolungando il trend negativo osservato negli anni recenti. Con riferimento alla provincia di Treviso, la componente italiana nell’ultimo anno è diminuita del -0,9%.

La crescita dell’imprenditoria straniera emerge in modo più chiaro, osservando la dinamica recente delle tre componenti (fig. 1.11). L’apertura dei mercati continua a favorire la nascita di nuove società guidate da imprenditori esteri, in aumento costante dal 2013 ad oggi. Più stabile, in entrambe le dimensioni territoriali, la linea di tendenza relativa all’imprenditoria femminile, anche se in lieve diminuzione

(15)

Imprenditori Femmine Giovani Stranieri

Imprenditori Femmine Giovani Stranieri

VENETO TREVISO

80 85 90 95 100 105 110 115

2013 2014 2015 2016 2017

Fig. 1.11 - Veneto e Treviso. Dinamica degli imprenditori del terziario per componenti principali. Anni 2013-2017

(numero indice 2013 = 100)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere 0

10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000

Stranieri Italiani 2016 2017

0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000

Donne Uomini

2016 2017

0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000

Giovani Over 30 2016 2017

-0,6%

-4,9% -1,0%

-0,6%

+0,7%

-0,9%

Fig. 1.10 - Treviso. Imprenditori del terziario per componenti principali. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

rispetto ai valori di inizio periodo. Altrettanto evidente, invece, il calo progressivo subìto dai giovani under 30, in modo particolare a partire dal 2014, anno dopo il quale la contrazione avviatasi in provincia di Treviso ha iniziato ad assumere proporzioni più rilevanti di quelle riscontrate a livello regionale.

In ultima analisi, può essere interessante dare uno sguardo alle principali cariche ricoperte dagli imprenditori locali e ai cambiamenti riscontrati nel corso del 2017 (tab. 1.7). In linea con quanto rilevato nel territorio più ampio della regione, anche in provincia di Treviso la carica più diffusa si conferma quella di “amministratore”, ricoperta dal 34,9% degli imprenditori:

come nel 2016, è l’unica in aumento (+0,3%) e risulta essere particolarmente diffusa tra gli stranieri (+6,2%). Rivestono un peso altrettanto importante le cariche di “titolare” (31%), la più diffusa tra gli under 30 e tra gli imprenditori esteri, e quella di “socio” (27,4%), prevalentemente utilizzata dalle donne. È quest’ultima carica a mostrare la flessione più accentuata

dal 2016 (-1,8%), specialmente all’interno della componente giovanile (-6,5%). Il rimanente 6,7% delle cariche riguarda altre tipologie meno diffuse.

(16)

1.2.3 Il lavoro dipendente

Dopo l’eccezionale incremento del lavoro dipendente, avvenuto nel corso del 2015 e favorito dall’introduzione delle agevolazioni contributive del Jobs Act, si è progressivamente assistito ad un assestamento delle dinamiche occupazionali, con una modesta riduzione dei flussi e una stabilizzazione dei saldi su livelli leggermente inferiori ai precedenti, sia in ambito regionale che provinciale.

Il 2017 si presenta come un anno favorevole per il mercato del lavoro terziario, all’interno del quale da una parte trova conferma il fenomeno di stabilizzazione dei saldi che aveva caratterizzato il 2016 e dall’altra si assiste ad un’accelerazione consistente dei flussi, che raggiungono livelli addirittura

Imprenditori di cui Giovani di cui Femmine di cui Stranieri

2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. % 17/16

Titolare 22.137 22.054 -0,4 1.248 1.211 -3,0 6.383 6.405 0,3 3.667 3.694 0,7

Socio 19.870 19.507 -1,8 1.020 954 -6,5 8.794 8.625 -1,9 1.425 1.448 1,6

Amministratore 24.733 24.797 0,3 728 694 -4,7 6.362 6.275 -1,4 1.537 1.633 6,2

Altre cariche 4.919 4.771 -3,0 132 117 -11,4 1.211 1.216 0,4 213 228 7,0

Totale imprenditori 71.659 71.129 -0,7 3.128 2.976 -4,9 22.750 22.521 -1,0 6.842 7.003 2,4

Incidenza sul totale 100,0 100,0 4,4 4,2 31,7 31,7 9,5 9,8

Tab. 1.7 - Treviso. Imprenditori del terziario per classe di carica e componenti principali. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Infocamere

superiori a quelli registrati nel 2008. Un evento senz’altro degno di nota, ma che va cautamente interpretato alla luce dei cambiamenti legislativi che hanno coinvolto il sistema dei

“voucher” e delle ripercussioni che tale avvenimento ha avuto all’interno dell’economia locale.

Secondo i dati SILV, messi a disposizione da Veneto Lavoro6, nel corso del 2017 sono state rilevate un totale di 533.440 assunzioni (+16%) e di 509.135 cessazioni (+17,2%) all’interno del territorio regionale, confluenti in un saldo finale positivo di +24.305 nuovi posti di lavoro nel settore terziario, risultato di poco inferiore a quello registrato nel 2016 (tab. 1.8).

6. I dati inerenti al mercato del lavoro presentati in questo Report provengono dalla banca dati SILV (Sistema Informativo Lavoro Veneto), basata sulle comunicazioni obbligatorie che le imprese devono fornire in sede di assunzione o di licenziamento e che consente la ricostruzione dei flussi di assunzioni e cessazioni delle principali forme contrattuali. Si precisa che i dati messi a disposizione da Veneto Lavoro vengono sottoposti a revisione periodica. Per tale motivo, le informazioni contenute in questo Report (elaborate nel mese di aprile 2017) potrebbero differire da quelle presenti nel SILV al momento della presentazione del documento.

(17)

In tutte le province si osserva un aumento considerevole dei flussi e una stabilizzazione dei saldi su livelli più contenuti rispetto alla precedente annualità, ad eccezione di Venezia e Rovigo, che evidenziano un incremento di posizioni dipendenti dal 2016.

Nel complesso della regione, sono Verona (+6.915), Padova (+4.470) e Venezia (+4.470) a fornire il maggior apporto di nuovi posti di lavoro, coprendo circa il 65% del saldo positivo veneto.

In questo scenario, la provincia di Treviso registra il maggior aumento nei flussi occupazionali dopo Verona, superiore a quello evidenziato dalle medie regionali. Nel 2017, si riscontrano infatti un totale di 68.825 assunzioni (+17,9%) e di 65.435 cessazioni (+19,5%), per un saldo complessivo di +3.390 posizioni lavorative acquisite (circa il 14% di quelle pervenute in Veneto), che colloca la Marca Trevigiana al quinto posto per numerosità di contratti attivi al 31 dicembre.

Il fenomeno di accelerazione dei flussi e di ridimensionamento dei saldi occupazionali, che ha coinvolto la provincia di Treviso

Assunzioni Cessazioni Saldo

2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017

VENETO 459.745 533.440 16,0 434.235 509.135 17,2 25.510 24.305

TREVISO 58.400 68.825 17,9 54.735 65.435 19,5 3.665 3.390

Belluno 21.225 23.905 12,6 20.295 23.245 14,5 930 660

Padova 65.365 74.805 14,4 59.610 70.335 18,0 5.755 4.470

Rovigo 17.505 19.280 10,1 16.800 18.520 10,2 705 760

Venezia 150.070 171.135 14,0 146.470 166.665 13,8 3.600 4.470

Verona 93.740 114.910 22,6 86.625 107.995 24,7 7.115 6.915

Vicenza 53.435 60.585 13,4 49.700 56.940 14,6 3.735 3.645

Tab. 1.8 - Veneto. Flussi di lavoro dipendente del terziario per provincia*. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Veneto Lavoro

* Nel rispetto della normativa sulla privacy i dati all'interno delle celle sono approssimati al valore di 5.

nel corso del 2017, emerge chiaramente dalla rappresentazione grafica della dinamica trimestrale dei flussi lavorativi degli ultimi cinque anni (fig. 1.12). Si può facilmente notare come, a cavallo tra il 2015 e il 2016, le curve delle assunzioni e delle cessazioni subiscano un riposizionamento verso il basso, per poi crescere progressivamente nel biennio successivo, fino a superare i livelli raggiunti con l’introduzione del Jobs Act.

Viceversa, si nota come il valore del saldo vada via via a ridursi dopo la fase di espansione avvenuta nel corso del 2015, in particolar modo in corrispondenza del III e del IV trimestre, pur rimanendo positivo.

Se si considera l’andamento del saldo cumulato negli ultimi cinque anni (fig. 1.13), prendendo come parametro di confronto il 2013, si osserva una crescita progressiva (particolarmente evidente a partire dal 2015) nel numero di lavoratori dipendenti acquisiti dal terziario provinciale, indice del momento favorevole che sta attraversando il settore dal punto di vista occupazionale.

(18)

0 3.000 6.000 9.000 12.000 15.000

2013 2014 2015 2016 2017

Fig. 1.13 - Treviso. Saldo cumulato del lavoro dipendente del terziario. Anni 2013-2017

(val. ass.)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Veneto Lavoro 1.580

-3.095 2.775

-945 2.295

-2.920 2.680

-1.460 2.620

-1.765 3.200

1.3401.865

-1.820 2.535

1.085 2.500

-1.945 2.405

435

-6.000 -3.000 0 3.000 6.000 9.000 12.000

-10.000 -5.000 0 5.000 10.000 15.000 20.000

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

2013 2014 2015 2016 2017

Saldo (scala dx) Assunzioni (scala sx) Cessazioni (scala sx)

Fig. 1.12 - Treviso. Dinamica dei flussi di lavoro dipendente del terziario. Anni 2013-2017

(val. ass.)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Veneto Lavoro

Se tra il 2013 e il 2014 si contavano un totale di +910 nuovi posti lavoro, nel corso del triennio successivo la Marca Trevigiana guadagna +12.455 posizioni lavorative (al netto delle cessazioni), raggiungendo quota +13.365 in cinque anni.

Sotto il profilo settoriale (tab. 1.9), tutti i comparti terziari concludono il 2017 con valori positivi del saldo. Continua ad essere quello dei servizi ad apportare il maggior contributo alla crescita del settore, con un saldo complessivo di +2.235 nuovi posti di lavoro, di poco inferiore a quello registrato nel 2016. Il turismo evidenzia l’aumento maggiore in termini di attivazioni contrattuali (+25,9%), tuttavia l’incremento ancor più rilevante delle cessazioni (+32%) ne dimezza il valore del saldo (+440 posti di lavoro) a fine periodo. Sorprende il bilancio occupazionale conseguito dal comparto del commercio, che fino al 2014 aveva incontrato qualche difficoltà in più rispetto agli altri. Nonostante la consistenza nettamente inferiore registrata nei flussi di lavoro, nel corso dell’anno raddoppia il numero di contratti attivi al IV trimestre, portandosi a quota +715 nuove posizioni e superando la performance del comparto turistico.

(19)

Assunzioni Cessazioni Saldo 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017

Posizioni dipendenti di cui: 58.400 68.825 17,9 54.735 65.435 19,5 3.665 3.390

Commercio 10.985 11.425 4,0 10.665 10.710 0,4 320 715

Turismo 11.755 14.795 25,9 10.875 14.355 32,0 880 440

Servizi 35.665 42.610 19,5 33.190 40.375 21,6 2.475 2.235

Tab. 1.9 - Treviso. Flussi di lavoro dipendente del terziario per settore*. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Veneto Lavoro

* Nel rispetto della normativa sulla privacy i dati all'interno delle celle sono approssimati al valore di 5.

Con riferimento alle principali componenti socioeconomiche del lavoro dipendente (tab. 1.10), nel 2017 si conferma la maggior richiesta di donne rispetto agli uomini, nonostante l’aumento più consistente nei flussi di quest’ultimi. Sono +2.085 (poche decine in meno rispetto al saldo 2016) le nuove posizioni lavorative assunte dalla componente femminile a

fine anno, circa il doppio di quelle maschili. Ancora ottime notizie per il settore giovanile, che gode di un incremento della domanda (+22,3%) superiore a quello riscontrato nelle fasce più mature (+15,3%) e continua a mantenere un saldo positivo di oltre 3 mila posti di lavoro. In crisi la componente over 30, il cui valore negativo del saldo è imputabile esclusivamente

Assunzioni Cessazioni Saldo

2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017 Var. %

17/16 2016 2017

Posizioni dipendenti di cui: 58.400 68.825 17,9 54.735 65.435 19,5 3.665 3.390

Maschi 24.835 30.095 21,2 23.330 28.785 23,4 1.505 1.310

Femmine 33.565 38.735 15,4 31.400 36.650 16,7 2.165 2.085

Giovani 20.955 25.635 22,3 17.400 21.950 26,1 3.555 3.685

Over 30 37.445 43.190 15,3 37.335 43.485 16,5 110 -295

Italiani 48.545 56.025 15,4 45.605 53.405 17,1 2.940 2.620

Stranieri 9.855 12.800 29,9 9.125 12.035 31,9 730 765

Tab. 1.10 - Treviso. Flussi di lavoro dipendente del terziario per genere, età e provenienza*. Anni 2016 e 2017

(val. ass. e var. %)

Fonte: elaborazioni EconLab Research Network su dati Veneto Lavoro

* Nel rispetto della normativa sulla privacy i dati all'interno delle celle sono approssimati al valore di 5.

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