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Dinanzi all emergenza per il. Abbiate fede. Non siete soli: il vostro Vescovo sarà con voi

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Academic year: 2022

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DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via dell’Arcivescovado, 13 - Tel. 0961.721333 - 88100 Catanzaro

Spedizione in a.p.Tabella C Autorizzazione DCO/DC CZ/063/2003 Valida dal 11/02/2003 14 MARZO 2020 - ANNO XXIX N.5

www.giornalecn.it

D inanzi all’emergenza per il Coronavirus, che ha sospeso anche le a>ività pastorali co- munitarie, l’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vin- cenzo Bertolone, presidente della Cec, nei giorni scorsi ha subito indirizzato un messaggio di vicinanza all’intera comunità ecclesiale. Un delicato segno di affe>o da parte di un Pastore che si propone di camminare davanti, ac- canto e dietro al gregge che il Signore gli ha affidato, e di sostenerlo soprat- tu>o nei momenti della difficoltà e della prova

E MERGENZA C ORONAVIRUS

L’Arcivescovo Bertolone vicino alla sua gente

“Abbiate fede.

Non siete soli:

il vostro Vescovo sarà con voi”

In

questi giorni di emer- genza sanitaria, France- sco affida la città di Roma, l’Italia e il mondo alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di

speranza. In un videomessaggio, il Pontefice ri- volge una preghiera a Maria, “Salute dei malati” e

“Salvezza del popolo romano”. servizio a p. 10

P

APA

F

RANCESCO

:

“O Maria, noi ci affidiamo a te”

IL MONDO

PREGA

(2)

APERTURA

Direttore resposanbile, Mons. Raffaele Facciolo Amministratore, Don Francesco Candia

Redattore, Don Giovanni Scarpino A cura dell'Ufficio pastorale per le Comunicazioni Sociali Il periodico quindicinale "Comunità nuova" è nato il primo febbraio del 1982 . Ancor oggi, con un taglio prevalentemente pastorale, si ripropone come segno di comunione e luogo di scambio di esperienze, indi- viduando e leggendo le urgenze nel campo dell'evan- gelizzazione, della promozione umana e del territorio, stimolando le coscienze dei lettori verso adeguate scelte operative.

Editore e Redazione ARCIDIOCESI METROPOLITANA

DI CATANZARO-SQUILLACE Via Arcivescovado, 13 88100 - Catanzaro

tel. 0961.721333 Iscritto al n. 2/1982 del Registro

della Stampa del Tribunale di Catanzaro il 16 gennaio 1982.

ISSN: 2039-5132 www.diocesicatanzarosquillace.it

www.giornalecn.it e-mail:giornalecn@gmail.com

SOS

È il grido d’allarme che si eleva dal paese al- l’infuriare del virus Ci- nese.

E’ il grido dell’uomo che si sveglia privato dalla sua li- bertà è l’uomo apparente- mente forte che viene indebolito dal nemico latente!

Al SOS risponde con rapi- dità che ha le sorte del Paese e dice: “ lo Stato c’è, verrà in aiuto”

C’è la premura verso chi è in difficoltà; c’è bisogno di un bene operativo per affrontare l’emergenza e dare un soffio di speranza ma c’è la scienza che elabora ricerche appro- priate per trovare l’antivirus . Tutti concorrono al bene del Paese . Anche la Chiesa ha dato norme restrittive per con- correre al beneficio della sa- lute pubblica.

Coralmente diciamo ai me- dici, infermieri e operatori sa- nitari il “ grazie” per gli aiuti offerti.

In voce unanimi diciamo una storica frase “ Ha da passar sta notte”

Raffaele Facciolo

Domenica l’Arcivescovo Mons. Bertolone presiederà due celebrazioni eucaristiche nelle Basiliche di Gimigliano e di Catanzaro

Domenica 15 Marzo, l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace e presidente della Conferenza Episco- pale Calabra, Mons. Vincenzo Berto- lone, presiederà due celebrazioni eucaristiche, senza concorso di po- polo: la prima alle ore 9.30, presso la Basilica della Madonna di Porto in Gi- migliano, e poi alle 11.30 presso la Ba- silica dell’Immacolata di Catanzaro.

Le celebrazioni verranno trasmesse in diretta sui canali uf- ficiali facebook del Santuario di Porto (www.facebook.com/madonnadiporto) e del seminario li- ceale (https://m.facebook.com/seminariominorecatan- zaro).

L’Arcivescovo Bertolone metterà nelle intenzioni delle Sante Messe i sofferenti e quanti vivono situazioni di do- lore e di tribolazione a causa del Coronavirus, nonché i medici e gli infermieri, impegnati in prima linea per salvare vite umane, invocando l’intercessione della Vergine Maria per proteggere i fedeli e i cittadini di tutto il mondo ed in particolare quelli che risiedono nel territorio dell’Arcidio- cesi da questa grave emergenza sanitaria.

Giovedì 19, alle ore 21, inoltre, sempre a porte chiuse, il Presule guiderà il santo Rosario dalla parrocchia di San Giuseppe a Piano casa: la preghiera sarà trasmessa in di- retta sui canali del seminario liceale (https://m.face- book.com/seminariominorecatanzaro).

Si chiede ai sacerdoti, ai diaconi, alle consacrate e ai con- sacrati e ai fedeli di unirsi in comunione spirituale a que- ste celebrazioni.

(3)

RIFLESSIONE

«Q

uanto lontano riusci- rai ad arrivare nella vita dipende da come hai saputo tra>are con delica- tezza i piccoli, con comprensione gli anziani, con partecipazione i soffe- renti, con pazienza deboli e forti.

Perché un giorno tu sarai stato un po' di tu>o ciò».

Suona lontana e pure involonta- riamente stonata la riflessione del- l’educatore statunitense George Washington Carver in giorni in cui, con la preoccupante diffusione del coronavirus e l’impazzare di un in- controllato profluvio di notizie, si è portati quasi a tirare un sospiro di

sollievo di fronte alla constatazione che la mala>ia che s’avanza, alla fine, provocherà il decesso di an- ziani già seriamente ammalati, fino quasi a considerarlo un sacrificio ac- ce>abile. Piu>osto, quel che accade è solo l’ennesimo segno del germe dell’individualismo, dal quale na- scono i fru>i dell’egoismo. Pure per questo, mai come quest’anno, la Quaresima che oggi inizia pare più che altro un tempo di quarantena, in cui all’unione si privilegia - pure simbolicamente - la separazione: gli unti, gli infermi e le prede della nuova peste da una parte, tu>i gli altri sulla sponda opposta.

Accade questo, e molto di più:

l’uso distorto dei mezzi di comuni- cazione scaccia le parole di verità ed esalta il trionfo della chiacchiera. La sacralità della vita umana diventa un valore di mercato, come una qualunque merce. La politica cede il passo ai litigi di basso profilo e alle demagogie del capro espiatorio, dell’untore occulto, della vi>ima predestinata. È il sintomo della vul- nerabilità e fragilità della natura umana che, paradossalmente, smentisce l’assunto sul quale la so- cietà contemporanea - che si crede invincibile, ricca di arsenali militari, con l’illusione di essere signora as- soluta della vita - si ritrova im- potente di fronte all’a>acco di un virus invisibile, e certifica che l’assuefazione al pensiero di una visione tecnica assoluti- stica dell’esistenza (come se l’immunità dalla mala>ia e dalla morte fosse soltanto que- stione di tempo e di mezzi) ci rende ogni giorno più indifesi nel corpo e nello spirito.

Il trapasso del principio di responsabilità solidale, in- somma, porta a varcare il con- fine con l’indifferenza irresponsabile, anticamera della paura ingestibile che in queste ore ha intaccato le cer- tezze di ognuno. Per fortuna, c’è la Quaresima, che invita ad in- contrare Cristo che illumina le menti degli uomini e dà senso e pace al loro cuore smarrito: il suo esempio può tornare utile nella lo>a contro gli idoli, per provare a smet- tere di fare il male e tornare a semi- nare il bene che non si fa.

Per il mondo intero è la differenza che può fare la differenza. Per i cri- stiani, è un modo per ricordarsi di essere davvero tali perché, in fondo, richiamando Jean Jacques Rous- seau, fare del bene «è la vera felicità di cui il cuore umano può godere».

+ Vincenzo Bertolone LA RIFLESSIONE DELL’ARCIVESCOVO MONS. BERTOLONE

"LA QUARESIMA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS"

Beatissimo Padre, buon anniversario!

Conserviamo tra i ricordi più cari quella sera del 13 marzo di se>e anni fa: il tempo era in- certo, piovigginava a Roma, ma già dal mat- tino si percepiva nell’aria che sarebbe stata una giornata che sarebbe rimasta nel cuore per sempre.

Molte persone da più parti raggiungevano Piazza San Pietro con la curiosità di scoprire in dire>a il colore della “fumata”.

Santità, vogliamo pensare che quegli occhi rivolti verso l’alto non fossero solo di curiosità ma anche di a>esa: il popolo a>endeva il Papa dall’alto e non da lontano. Guardavano in alto per scoprire la volontà di Dio, per me>ere i propri occhi nel cuore di Dio e per incrociare gli occhi del Papa, anche se a distanza.

In questo giorno in cui Lei ricorda il Suo an- niversario ci perme>a ancora di rendere grazie al Signore per i suoi innumerevoli doni.

Santità, Le vogliamo dire grazie. Per le pa- role, per il tono delle Sue parole, per il conti- nuo cercare di spingersi verso il cuore dell’umanità ferita e redenta.

Grazie per l’a>enzione che costantemente ri- volge alle persone che fanno fatica: molti ci di- cono che la Sua presenza e le Sue parole sono luoghi in cui riprendere le forze per affrontare ogni giornata.

Grazie perché ci ricorda che siamo doni di Dio per la vita di tu>i i fratelli e le sorelle che incontriamo.

Grazie per il Suo instancabile lavoro, per la freschezza delle Sue azioni, per il Suo spin- gersi sempre oltre quando c’è bisogno di an- nunciare una bellezza.

Grazie per la Sua a>enzione a questo tempo complicato, fa>o di emergenze e di situazioni drammatiche. Ci perme>a, Santità, di affidare al Suo cuore di Padre il cammino, l’impegno e la fatica del popolo italiano.

Padre Santo, preghiamo per Lei, il Signore La conservi in buona salute.

Le chiediamo umilmente di pregare per la Chiesa che è in Italia, per tu>i coloro che in questo momento stanno soffrendo, perché il Signore conceda a tu>i la forza necessaria per ripartire.

Gualtiero Card. Basse+i Presidente

Sette anni di Pontificato

di Papa Francesco

(4)

ATTUALITÀ

F

edeli carissimi, il verificarsi nella nostra vita quotidiana di scene, che fino a ieri ritenevamo possi- bili solo al cinema, sta provocando dolore e sofferenza, condivisi con il resto d’Italia e le altre Nazioni coinvolte nella diffu- sione epidemica da Coronavirus.

In questi giorni avrei dovuto compiere la Visita pastorale nella forania di Chia- ravalle ed una serie di altre a>ività pa- storali (visite e celebrazioni nel carcere, negli ospedali, scuole, con- vegni). L’emergenza presente, sempre più stressante, e la neces- sità di rispe>are le stringenti norme de>ate a tutela della salute pubblica in quest’ora grave e diffi- cile, suggeriscono un prudente rin- vio. Ma se pure non potrò essere fisicamente tra voi, continuerò ad esserlo con il cuore. Mi torna alla mente l’immagine di don Camillo, che in uno dei tanti film tra>i dai libri di Guareschi dopo un’allu- vione del Po, alla gente di Brescello costre>a ad abbandonare le case, rivolge l’invito ad affrontare con fede le grandi difficoltà del momento ed a non perdere la fiducia in Dio, prima di tornare lui solo nel paese ormai inondato, per poter continuare a celebrare messa e diffondere ogni giorno per i campi e le valli il suono delle campane.

Abbiate fiducia, non perdete la fede:

accogliete le mie parole come un delicato segno di affe>o da parte di un Pastore che si propone di camminare davanti, ac- canto e dietro al gregge che il Signore gli ha affidato, e di sostenerlo sopra>u>o nei momenti della difficoltà e della prova.

Con queste righe, anzitu>o, esprimo vicinanza ai malati, agli anziani e, in par- ticolare, a chi, in questo momento, nei no-

stri ospedali, sta lo>ando contro l’infe- zione del coronavirus, oppure è in qua- rantena nelle abitazioni private. A voi dico di lasciare, con docilità d’animo, che sia la luce della fede in Gesù risorto, che dona salute e salvezza al mondo, a sanare le ferite delle sofferenze, umane e spiri- tuali.

Gratitudine, riconoscenza e ammira- zione manifesto poi per il personale sani- tario e parasanitario, i medici e gli infermieri che in queste ore convulse stanno assicurando, con grande umanità ed in molti casi sprezzo del pericolo, un prezioso servizio di professionalità e di dono oblativo per tu>i noi. Un pensiero affe>uoso rivolgo anche alle forze del- l’ordine ed agli uomini ed alle donne delle istituzioni impegnati nella gestione dell’emergenza: compito non facile, il loro, che per essere svolto al meglio ne- cessita adesso della collaborazione, della

disponibilità e di un forte senso di re- sponsabilità di tu>i noi.

Tornerà il tempo dell’allegria, dello stare insieme nelle piazze e nelle chiese, e perché possa tornare al più presto per tu>i, dobbiamo fare fino in fondo la no- stra parte ed a rispe>are la normativa emanata, senza aspe>are che ci venga im- posta: di fronte a ciò che sta accadendo, un cambiamento nello stile di vita è indi- spensabile. Per questo confido che acco- glierete con comprensione anche le restrizioni liturgiche ado>ate per circo- scrivere il contagio: sappiate che esse sono state prese esclusivamente a difesa del bene supremo della vita, individuale

e sociale.

Trasformiamo uno stato di crisi in op- portunità: sia questo il momento, per tu>i noi, di intensificare la preghiera quo- tidiana, da soli e con i nostri familiari.

Possano le nostre case diventare cenacoli di preghiera, dove sperimentare la mise- ricordia di Dio, il cui desiderio eucari- stico ci spinge ad una più intensa comunione spirituale, con il Signore e con i nostri fratelli. È davvero “forte” la Quaresima che siamo chiamati a vivere, ma auspico che queste limitazioni alle nostre usuali libertà siano anche occa- sione privilegiata per rifle>ere sulla no- stra umana fragilità e sul senso della vita, nonché per valorizzare gli affe>i fami- liari.

Ancora, come don Camillo, vi invito ad elevare insieme una preghiera verso l’alto dei cieli: non è la prima volta che l’uma- nità si trova a far di conto con il male, a patire la sofferenza, in molti casi ad abbandonare affe>i e case. Un giorno, però, come dopo ogni al- luvione, il sole tornerà a splen- dere. Ed allora ci ricorderemo della fratellanza che ci ha unito in questi terribili frangenti, e con la tenacia che Dio ci ha donato rico- minceremo a lo>are perché il sole sia più splendente, i fiori più belli ed il dolore di queste ore sparisca dai nostri cuori e dalle nostre ci>à e paesi.

Non siete soli: il vostro Vescovo sarà con voi. Vi chiedo di segna- larmi casi di marginalizzazione sociale, di persone e di famiglie biso- gnose di aiuto, materiale o spirituale, in quanto proverò a dare il conforto e l’aiuto necessario.

Non sme>iamo mai d’invocare il Si- gnore della vita e medico delle anime e dei corpi, nostro Signore Cristo Gesù!

Chiediamo l’intercessione di Maria, Sa- lute degli infermi e dei malati! Invo- chiamo il patrocinio del santo nostro, Francesco di Paola e di tu>i i santi Pa- troni della Diocesi e delle Parrocchie!

Vi benedico tu>e e tu>i nel Signore, chiedendoVi un ricordo nella preghiera.

A presto!

+ P. Vincenzo Bertolone, S.d.P.

L'Arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone esprime vicinanza alla sua gente

dinanzi all’emergenza del “Coronavirus”

(5)

ATTUALITÀ

C

arissimi confratelli, per come a Vostra conoscenza, con De- creto del Presidente del Con- siglio dei Ministri promulgato in data odierna, sono state ado>ate una serie di misure ancor più stringenti di quelle già in precedenza emanate, al fine di contenere e contrastare il con- tagio e la diffusione del Coronavirus.

Nel mentre rivolgiamo ogni pre- ghiera al Signore, perché possa aiu- tare il Suo popolo ad affrontare le sofferenze cui è so>oposto ed a non smarrire la fede, che è fonte della no- stra speranza e liberazione da ogni angoscia e smarrimento, ritengo do- veroso effe>uare una ricognizione delle disposizioni normative date, ai fini di una loro interpretazione ed ap- plicazione quanto più possibile omo- genea sull’intero territorio calabrese.

Il richiamato Dpcm 8 Marzo 2020, all’art. 2 le>- v espressamente stabili- sce: “L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure

organizzative tali da evitare assem- bramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle cara>eristiche dei luoghi, e tali da garantire ai fre- quentatori la possibilità di rispe>are la distanza tra loro di almeno un metro di cui all’allegato 1, le>era d).

Sono sospese le cerimonie civili e reli- giose, ivi comprese quelle funebri”.

Alla luce di ciò, si ritiene oppor- tuno:

1) sospendere, da oggi e fino al 3 aprile 2020 o a nuove indicazioni, ogni celebrazione religiosa con con- corso di popolo, da intendersi anche le Sante Messe, ivi comprese le ese- quie come da indicazioni della Cei (CS .11/2020);

2) celebrare le esequie dei defunti

esclusivamente con la benedizione della salma nelle cappelle a ciò adibite (al cimitero o presso altre stru>ure), o nella casa del defunto, alla sola pre- senza dei familiari e, comunque e sempre, osservando il rispe>o della misura della distanza interpersonale di almeno un metro tra i presenti e delle altre misure igienico-sanitarie già richiamate nelle disposizioni della CEC dello scorso 24 febbraio;

3) esclusivamente in caso di com- provate necessità e urgenza, per tu>e le altre celebrazioni sacramentali, qualora secondo il discernimento ocu- lato dei parroci non sia possibile il loro rinvio, svolgere la celebrazione a porte chiuse e con la presenza dei soli familiari e comunque e sempre osser- vando il rispe>o della misura della di- stanza interpersonale di almeno un metro tra i pochi presenti ammessi e delle altre misure igienico-sanitarie già richiamate nelle disposizioni della CEC dello scorso 24 febbraio.

In conformità al sopra richiamato Dpcm 8 Marzo 2020, all’art. 2 le>- v L’apertura delle chiese per la pre- ghiera individuale, è possibile purché vengano sempre rispe>ate le misure igienico-sanitarie di cui al punto pre- cedente e la distanza di sicurezza

Nel delicato compito che ci a>ende e sulle persone affidate alle nostre cure, invoco la protezione della Mater misericordiae, affinché interceda per noi e sempre ci dia forza e coraggio per superare ogni ostacolo, anche i più irti e perigliosi, aiutandoci a testi- moniare, anche in questo momento, la fede Cristo. Santi nostri Patroni, inter- cedete per noi e la nostra salute umana e spirituale!

Catanzaro, 8 marzo 2020

I Vescovi della CEC

L’E SORTAZIONE DEI V ESCOVI DELLA C ALABRIA

«Nel contrasto alla diffusione del coronavirus, l’estensione a tutto il Paese delle misure restrit- tive, decise dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il decreto del 9 marzo, ha ribadito l’impedimento a ogni celebrazione della Santa Messa con concorso di fedeli. Questa deci- sione, che crea rammarico e disorientamento nei Pastori, nei sacerdoti, nelle comunità reli- giose e nell’intero Popolo di Dio, è stata accet- tata in forza della tutela della salute pubblica. A maggior ragione, tale inedita situazione deve poter incontrare una risposta non rassegnata né disarmante. Va in questa direzione l’impegno con cui la Chiesa italiana –soprattutto attraverso le sue Diocesi e parrocchie –sta affrontando questo tempo, che come ricorda Papa France- sco costituisce un cambiamento d’epoca, per molti versi spiazzante. Più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti del Decreto, la Chiesa tutta sente una responsabi- lità enorme di prossimità al Paese.

È prossimità che si esprime nell’apertura delle chiese, nella disponibilità dei sa-

cerdoti ad accompagnare il cammino spirituale delle persone con l’ascolto, la preghiera e il sacramento della ri- conciliazione; nel loro celebrare quoti- dianamente –senza popolo, ma per tutto il popolo –l’Eucaristia; nel loro vi- sitare ammalati e anziani, anche con i sacramenti degli infermi; nel loro re- carsi sui cimiteri per la benedizione dei defunti.

Ancora, questa prossimità ha il volto della carità, che passa dall’assicurare a livello diocesano e parrocchiale i ser- vizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i cen- tri d’ascolto”, come scrive Caritas Ita-

liana, che aggiunge l’attenzione a non trascurare i nuovi bisognosi e anche chi viveva già situazioni di difficoltà e vede peggiorare la propria condizione. Sul territorio le iniziative – sia in campo liturgico che caritativo –si stanno moltiplicando, sostenute dai Vescovi e dalla passione di preti e laici, di animatori e volontari.

La Segreteria Generale della CEI, oltre a ri- spondere alle domande che provengono dalle Diocesi, sta predisponendo una serie di sussidi che possano accompagnare la preghiera per- sonale e familiare, come pure di piccoli gruppi di fedeli. Attraverso Avvenire, Tv2000, Circuito InBlu e Sir si stanno mettendo a punto nuove iniziative, programmi orientati alla preghiera e all’offerta di chiavi di lettura con cui interpretare alla luce della fede questa non facile stagione.

Un ambiente digitale raccoglierà e rilancerà le buone prassi messe in atto dalle Diocesi e of- frirà contributi di riflessione e approfondimento.

La Segreteria Generale della CEI

C ORONAVIRUS

LE INDICAZIONI DELLA CEI IN BASE

ALLE DISPOSIZIONI GOVERNATIVE

(6)

ATTUALITÀ

V

iviamo una situazione gravissima sul piano sanitario – con ospedali sovraffollati, personale sanitario esposto in prima linea – come su quello economico, con conseguenze enormi per le famiglie dell’intero Paese, a maggior ra- gione per quelle già in difficoltà o al limite della sussistenza.

Le comunicazioni del Governo rappre- sentano uno sforzo di incoraggiamento, al- l’interno di un quadro di onesto realismo, con cui si chiede a ogni ci>adino un sup- plemento di responsabilità. A questo ri- guardo, facciamo nostre le parole di questa ma>ina del Santo Padre Francesco: “So- pra>u>o io vorrei chiedervi di pregare per le autorità: loro devono decidere e tante volte decidere su misure che non piacciono al popolo. Ma è per il nostro bene. E tante volte, l’autorità si sente sola, non capita.

Preghiamo per i nostri governanti che de- vono prendere la deci-

sione su queste misure:

che si sentano accom- pagnati dalla preghiera del popolo”.

La Chiesa c’è, è pre- sente. A partire dai suoi Pastori – Vescovi e sa- cerdoti – condivide le

preoccupazioni e le sofferenze di tu>a la popolazione. È vicina nella preghiera: l’ap- puntamento con il Rosario in famiglia pro- mosso per il giorno di San Giuseppe è solo un esempio di una preghiera che si eleva continua. Televisioni, radio, pia>aforme di- gitali sono ambienti che – se non potranno mai sostituire la ricchezza dell’incontro personale – rivelano potenzialità straordi- narie nel sostenere la fede del Popolo di Dio.È una Chiesa, la nostra, presente, anche in questo frangente, nella carità: siamo edi- ficati da tanti volontari delle Caritas, delle parrocchie, dei gruppi, delle associazioni giovanili, delle Misericordie, delle Confra-

ternite… che si adoperano per sollevare e aiutare i più fragili.

“I cristiani non si differenziano dagli altri uomini – osserva la le>era A Diogneto -: vi- vono nella carne, ma non secondo la carne.

Vivono sulla terra, ma hanno la loro ci>a- dinanza in cielo”.

È con questo sguardo di fiducia, spe- ranza e carità che intendiamo affrontare questa stagione. Ne è parte anche la condi- visione delle limitazioni a cui ogni ci>a- dino è so>oposto. A ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la mas- sima a>enzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sani- tarie potrebbe danneggiare altre persone.

Di questa responsabilità può essere espressione anche la decisione di chiudere le chiese. Questo non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta a un virus di cui ancora non cono- sciamo la natura né la propagazione.

I sacerdoti cele- brano quotidiana- mente per il Popolo, vivono l’adorazione eucaristica con un maggior supple- mento di tempo e di preghiera. Nel rispe>o delle norme sanitarie, si fanno prossimi ai fratelli e alle sorelle, specialmente i più bi- sognosi.

Da monasteri e comunità religiose sap- piamo di poter contare su un’orazione con- tinua per il Paese.

Con questo spirito, viviamo i giorni che abbiamo davanti: quelli fino al 25 marzo (termine dell’a>uale decreto), quelli suc- cessivi, nei quali resta in vigore il decreto precedente (fino al 3 aprile), quelli che tra- guardano.

Giorni, tu>i, intrisi di fiducia nel Mistero pasquale.

La Presidenza della CEI

UNA CHIESA DI TERRA E DI CIELO 8xmille

Dieci milioni alle Caritas diocesane

per fronteggiare l’emergenza

La

Presidenza della Confe- renza Episcopale Ita- liana, per sostenere le Caritas diocesane nella loro azione di supporto alle persone in difficoltà a causa dell’emergenza “coronavirus”, ha deliberato lo stanziamento di 10 milioni di euro provenienti da dona- zioni e dall’otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica.

Saranno le 220 Caritas diocesane, distribuite in tutta Italia, a individuare gli interventi più urgenti, territorio per territorio, dando priorità a forme di so- stegno economico destinato alle fami- glie già in situazioni di disagio, all’acquisto di generi di prima neces- sità per famiglie e persone in difficoltà (viveri, prodotti per l’igiene, farmaci..), ad attività di ascolto (es. numero verde diocesano) destinate ad anziani soli, persone fragili, etc., e al manteni- mento dei servizi minimi per le per- sone in situazione di povertà estrema:

mense con servizio da asporto, dor- mitori protettiO

«Questo stanziamento straordinario della CEI – spiega il Direttore di Cari- tas Italiana, don Francesco Soddu – si pone per le Caritas diocesane come un segno concreto di speranza e conforto. Le Chiese locali, in questo modo, continueranno a non far man- care il dinamismo forte della Carità».

Caritas Italiana rinnova l’appello a tutti alla solidarietà invitando a soste- nere – direttamente o per suo tramite – le iniziative e gli interventi mirati delle Diocesi e delle Caritas locali in favore delle persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie.

La

Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, acco- gliendo una richiesta di soste- gno della Fondazione Banco Alimentare Onlus, ha deciso oggi lo stanziamento di mezzo milione di euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, in favore delle attività di una rete che comprende 21 Banchi in tutta Italia.

“L’attuale contingenza – dichiara il presi- dente della Fondazione, Giovanni Bruno – ci sta mettendo a dura prova e presto po- trebbero risentirne le oltre 7.500 strutture

caritative con noi accreditate che sosten- gono circa 1.500.000 di persone. Le nostre spese per far fronte alla situazione aumen- tano. Se continuerà così, saremo messi in grave difficoltà e costretti, presumibilmente, a ridurre l’attività”.

Il sostegno della Chiesa italiana vuol es- sere un segno concreto di prossimità, oltre che un invito a tutti a non cedere alla paura e alla diffidenza verso il prossimo. La fede, la speranza e la carità ci chiamano a una nuova fantasia, con cui affrontare insieme l’emergenza e le sue conseguenze.

CEI: mezzo milione di euro per il Banco Alimentare

(7)

ATTUALITÀ

N

ei giorni 2 e 3 Marzo 2020, si è riunita presso il Seminario “S.

Pio X” di Catanzaro la Confe- renza Episcopale Calabra (CEC).

Dopo un momento di riflessione offerta da Don Gaetano Di Palma, ordinario di Sacra Scri>ura presso la PFTIM, alle ore 16:00 hanno avuto inizio i lavori con la preghiera e il ricordo grato di S.E. Mons.

Andrea Mugione, già Vescovo di Cassano all’Jonio dal 1988 al 1998 e Arcivescovo di Crotone dal 1998 al 2006, che il 26 feb- braio u.s. si è addormentato nel Signore. Il Presidente, S.E. Mons. Vincenzo Berto- lone, con tu>i gli altri Vescovi, ha ricor- dato la mitezza, la generosità e l’amore del presule, nonché il diligente servizio come Segretario della CEC ed ha espresso particolare vicinanza ai familiari, implo- rando dal Signore il dono della consola- zione.

Dopo la le>ura e l’approvazione del verbale della seduta prece-

dente, il Presidente ha relazio- nato sul Servizio Regionale per la Tutela dei Minori, di cui è stato approvato il Regolamento Regionale da parte del Servizio Nazionale; la CEC ha poi no- minato: per un triennio, come coordinatrice del Servizio, la sig.ra avv. Rot. Manuela De Sensi, i membri diocesani del sudde>o servizio e don Davide Imeneo come portavoce. Essi si a>erranno, nell’esercizio delle loro funzioni, alle indicazioni del Vescovo referente, dei Ve-

scovi della Regione Ecclesiastica Calabra, nonché delle linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Conferenza Episcopale Italiana (24 giu- gno 2019).

I Vescovi hanno quindi incontrato don Francesco Spadola, responsabile regio- nale del Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale. Significativo è stato il con- fronto sulla nuova identità che il MEIC deve acquisire nel cambiamento d’epoca, dinanzi alle grandi sfide antropologiche, culturali e tecnologiche, a>ivandosi con- cretamente nelle scelte pastorali delle par- rocchie, dei movimenti e delle associazioni.

Si è approfondita, poi, la riflessione già iniziata nella precedente sessione della CEC, con don Giacomo Panizza (Proge>o Sud) e Vincenzo Linarello (Cooperativa Goel), sul proge>o “Ri–Calabria”, idea-

zioni per il cambiamento. È stato presen- tato un modulo completo di proge>o per una comunità. Si è puntualizzato l’obiet- tivo di “Ri-Calabria” che è quello di diffondere in Calabria la cultura della sussidiarietà e della democrazia parteci- pativa. Il proge>o di animazione sociale territoriale è rivolto ai ci>adini che sa- ranno coinvolti e alle associazioni già ag- gregate.

Tu>i i vescovi si sono dichiarati dispo- nibili a sostenere tale proge>o coinvol- gendo gli uffici Caritas, di Pastorale Giovanile e di Pastorale del Lavoro.

La CEC ha inoltre:

- elevato il Santuario di San Francesco di Paola, in Paola, a Santuario Regionale;

- nominato don Massimo Riganello, della Diocesi di Crotone-Santa Severina, Responsabile dell’Ufficio Regionale Vo- cazioni; il diacono permanente Giuseppe

Grandine>i della Parrocchia San Raffaele della Diocesi di Lamezia Terme, economo del seminario “San Pio X”. Ha ringraziato il signor Caliò Francesco che per se>e anni ha svolto con competenza, sacrificio e generosità questo servizio.

Ha, poi, approvato il bilancio del Tri- bunale Interdiocesano di Reggio Calabria e del Tribunale diocesano di Cosenza.

Significativo è stato l’incontro con S.E.

Mons. Claudio Giuliodori, Assistente ec- clesiastico generale dell’Università Ca>o- lica del Sacro Cuore, che, in preparazione al centenario dell’istituzione della stessa università, ha ricordato l’avvio dell’a>i- vità dell’Università Ca>olica del Sacro Cuore, il 7 Dicembre 1921, con 67 studenti e 2 facoltà. A>ualmente circa 1000 stu- denti calabresi frequentano l’Università Ca>olica del Sacro Cuore nelle diverse sedi: Brescia, Cremona, Milano, Piacenza

e Roma. I Presuli calabresi, dialogando con l’Assistente ecclesiastico generale, hanno proposto l’istituzione di una sede dell’Università Ca>olica in Calabria non- ché la possibilità che venga data voce al Sud nelle riviste edite dalla stessa Uni- versità, come “Vita e Pensiero”, “La Rivi- sta del Clero”.

A seguire, incontrando Don Andrea Al- bertin, responsabile nazionale della F.U.C.I., e Tindaro Santospirito segretario nazionale, i Vescovi calabresi, li hanno incoraggiati ed invitati a cu- stodire il seme del patrimonio della tradizione fucina e ad impegnarsi in una testimonianza credibile, au- torevole e a>ra>iva.

Il moderatore dell’Istituto Teolo- gico Calabro “San Pio X”, S.E.

Mons. Francesco Milito, e il Diret- tore dello stesso, monsignor Gae- tano Currà, hanno presentato la stru>urazione del corso del bien- nio di specializzazione in “Teolo- gia dell’Evangelizzazione”

dell’ITC “San Pio X” di Catanzaro, che costituisce il piano di studio per la Licenza in Teologia dell’Evangeliz- zazione.

Contestualmente, la Cec ha discusso ed approvato le proposte tematiche del corso 2020/2021 su “La chiesa di fronte alla

‘ndrangheta” per favorire il risveglio e la formazione delle coscienze come resi- stenza alla rassegnazione e al fatalismo.

In particolare, i Vescovi hanno anche dato mandato al Presidente Cec di elabo- rare delle linee guida per un sentire co- mune contro la ‘ndrangheta rivolte ai parroci, agli operatori pastorali, agli inse- gnanti ed a tu>i coloro che hanno un ruolo educativo.

Infine, la CEC augura buon lavoro a p.

Pietro Amendola per la sua conferma a Ministro Provinciale dei Cappuccini.

I lavori sono terminati alle ore 13:00 del 3 Marzo 2020, dopo la preghiera dell’An- gelus.

I LAVORI DELLA CONFERENZA EPISCOPALA CALABRA

Il Santuario di Paola elevato a Santuario Regionale

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CHIESA

L’

inizio dell’o>avo anno di pontificato di Papa Francesco cade in un momento dram- matico per l’umanità intera, chiamata ad affrontare la pandemia del COVID-19. Il richiamo, forte e per tu>i, a tenere lo sguardo fisso su ciò che è essenziale im- pone che anche questo anniversario sia celebrato in modo diverso da come lo è stato negli anni precedenti. In questi giorni difficili, mentre ciascuno di noi è messo drammaticamente di fronte alla precarietà dell’esistenza, Papa Francesco ha scelto di accompagnarci con la pre- ghiera, con l’affidamento a Maria e con la celebrazione quotidiana dell’Eucari- stia nella Messa a Casa Santa Marta, ec- cezionalmente trasmessa in dire>a ogni ma>ina e diffusa in tu>o il mondo gra- zie allo streaming.

In fondo, proprio queste Messe, le ce- lebrazioni quotidiane del Papa “par- roco” che predica a piccoli gruppi di fedeli raccontando loro ciò che ha susci- tato in lui la meditazione sulla Parola di Dio proclamata quel giorno, rappresen- tano una delle novità più significative del pontificato. Un accompagnamento giorno per giorno, divenuto appunta- mento confortante per tante persone che in questi se>e anni hanno cercato e le>o la sintesi dell’omelia di Santa Marta of- ferta dai media vaticani. Ora questo ac- compagnamento semplice e concreto da parte del Papa che celebra la Messa nella cappella della sua residenza offrendo il sacrificio eucaristico per chi soffre, per i malati, per i loro parenti, per i medici, gli infermieri, i volontari, gli anziani soli, i carcerati, le autorità, è diventato ancora più evidente e confortante.

Il Mercoledì delle Ceneri, quando an- cora l’emergenza Coronavirus non era percepita in maniera così evidente, il Successore di Pietro aveva de>o: “Ini- ziamo la Quaresima ricevendo le ceneri:

‘Ricordati che sei polvere, e in polvere ri- tornerai’. La polvere sul capo ci riporta a terra, ci ricorda che veniamo dalla terra e che in terra torneremo. Siamo cioè de- boli, fragili, mortali. Nel corso dei secoli

e dei millenni siamo di passaggio, da- vanti all’immensità delle galassie e dello spazio siamo minuscoli. Siamo polvere nell’universo. Ma siamo la polvere amata da Dio. Il Signore ha amato racco- gliere la nostra polvere tra le mani e sof- fiarvi il suo alito di vita. Così siamo polvere preziosa, destinata a vivere per sempre. Siamo la terra su cui Dio ha ri- versato il suo cielo, la polvere che con- tiene i suoi sogni. Siamo la speranza di Dio, il suo tesoro, la sua gloria”. Il Papa concludeva la sua omelia con queste pa- role: “Lasciamoci riconciliare per vivere

come figli amati, come peccatori perdo- nati, come malati risanati, come vian- danti accompagnati. Lasciamoci amare per amare. Lasciamoci rialzare, per cam- minare verso la meta, la Pasqua. Avremo la gioia di scoprire che Dio ci risuscita dalle nostre ceneri”.

Proprio per testimoniare questo sguardo di speranza e questo abbraccio rivolto a tu>i, il Papa che ci guida ac- compagnandoci, martedì 10 marzo, all’i- nizio della Messa a Santa Marta, ha voluto pregare in particolare per i sacer- doti, perché in questo momento abbiano la forza per accompagnare, confortare ed essere vicini a chi soffre. E, pur pren- dendo tu>e le precauzioni possibili, ab- biano “il coraggio di uscire e andare dagli ammalati, portando la forza della Parola di Dio e l’Eucarestia e accompa- gnare gli operatori sanitari, i volontari”

nello straordinario servizio che stanno svolgendo. vaticannews.va

*Andrea Tornielli

L’ ANNIVERSARIO DI UN P APA

CHE CI GUIDA ACCOMPAGNANDOCI

L’inizio dell’ottavo anno di ministero petrino di Francesco cade nel mezzo della crisi causata dalla pandemia coronavirus: “Siamo polvere, ma polvere

preziosa, amata da Dio, destinata a vivere per sempre”

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CHIESA

“Il

Santo Padre ci dà l’esempio di ‘reimpaginare’ la nostra agenda, cioè di disponibilità ad ada>arci alle situazioni e in definitiva alla volontà di Dio”. Padre Raniero Canta- lamessa, predicatore della Casa Pontificia, descrive così al Sir il se>imo anniversario di pontificato di Francesco. “Non sta in- ventando nulla per il beneficio delle teleca- mere: Bergoglio è così!”, le prime parole pronunciate dal religioso subito dopo l’ele- zione al soglio di Pietro. Parole che suo- nano come il bilancio di uno stile di vita ancora oggi, se>e anni dopo. Per capire la sua opera di riforma, secondo Cantala- messa bisogna avere il coraggio

di uscire dagli stereotipi.

- I se1e anni di pontificato di Francesco cominciano con una Quaresima particolare, vista l’e- mergenza sanitaria in a1o. La scelta del Papa di “reimpaginare”

la sua agenda è all’insegna della condivisione…

Ci apprestavamo a celebrare con gioia il se>imo anniversario dell’elezione del nostro Papa. Il 13 marzo doveva essere un giorno di festa in Vaticano e di ferie per i dipendenti, com- preso il predicatore della Casa

Pontificia che era dispensato dal tenere la solita predica quaresimale. La vacanza ci sarà, ma di un genere ina>eso.

Il Santo Padre ci dà l’esempio di “reim- paginare” la nostra agenda, cioè di dispo- nibilità ad ada>arci alle situazioni e in definitiva alla volontà di Dio.

La mancanza di festeggiamenti esterni sarà uno stimolo in più per unirci al Santo Padre nel ringraziare Dio per le tante cose positive portate a termine in questi se>e anni e per le tante prove superate con la grazia di Dio.

- A fine gennaio, il Santo Padre ha cominciato un nuovo ciclo di catechesi sulle Beatitudini, come “carta di identità” del cristiano. Come re- cuperare, in questi tempi difficili, il senso della gioia, che è una delle parole-chiave di questo pontificato?

Nella sua esortazione apostolica sulla santità, Gaudete et Exsultate, papa France- sco presentava già le beatitudini come la carta d’identità del cristiano. L’insistenza sullo stre>o rapporto che c’è tra santità e fe- licità è uno dei punti in cui l’esortazione e le catechesi del Santo Padre portano una ven-

tata di aria nuova nel discorso sulla santità cristiana.

Papa Francesco è riuscito a “declericaliz- zare” sia la parola santità che la parola beato. Nel linguaggio di Gesù “beato”

(makarios), non indica certo il gradino che precede la canonizzazione e il titolo di santo; significa semplicemente felice. Certo si tra>a di una felicità diversa da quella cantata da Beethoven nell’inno alla Gioia.

Quella è una gioia sele>iva riservata a chi

“ha avuto in sorte una buona moglie e co- nosce il piacere di bere un bicchiere di vino in compagnia di amici”; questa è una gioia aperta a tu>i, anzi in modo speciale ai po-

veri, agli affli>i, agli affamati, ai miti e ai tri- bolati. Dobbiamo essere grati al Santo Padre perché con la sua insistenza sulla gioia contribuisce a tener viva nel popolo cristiano una certezza di fede fondamen- tale. La gioia cristiana ha per orizzonte l’e- ternità, ma comincia già in questa vita. E non solo la gioia spirituale, ma ogni piacere onesto, anche quello che l’uomo e la donna sperimentano nel dono reciproco, nel ge- nerare la vita e nel vedere crescere i propri figli o i propri nipoti, il piacere dell’arte e della creatività, della bellezza, la gioia del- l’amicizia, del lavoro felicemente portato a termine, della contemplazione del creato.

Sono tu>e cose che papa Francesco non si stanca di ricordare a tu>i con le sue parole e i suoi gesti.

- C’è una parola-chiave del pontificato – riforma – che in genere viene declinata dagli os- servatori solo in termini di riforma delle strut- ture interne alla Curia Romana. Ma c’è un altro tipo di “riforma” che ricorre nel pontificato di Francesco, quella dei cuori: perché se ne parla così poco?

Chi conosce la vita di Bergoglio, prima di

diventare papa Francesco, non si stupisce del posto che la parola “riforma” occupa nel suo pontificato. Essa ha informato tu>a la sua vita, come superiore religioso, come vescovo e adesso come papa.

Bisogna fare uno sforzo per uscire dagli stereotipi che siamo soliti associare a que- sta parola. Quasi sempre, nella storia della Chiesa, con essa si intende riforma delle stru>ure e della Curia romana: in ogni caso riforma degli altri. Papa Francesco la in- tende primariamente come riforma che co- mincia da se stessi e come riforma che parte dall’interno per cambiare l’esterno, non il contrario.

Chi conosce gli “Esercizi spiri- tuali” di sant’Ignazio di Loyola scopre quasi ad ogni passo l’in- flusso del metodo del Fondatore nel figlio diventato papa.

- Se1e anni sono un tempo biblica- mente significativo per fare bilanci.

Possiamo azzardare una “sintesi” di questi primi se1e anni di pontificato?

Ebbi l’incarico di tenere una delle due esortazioni che i cardinali de- vono ascoltare prima di entrare in conclave. Rivedo ancora il cardi- nale Bergoglio seduto in ultima fila nell’aula del Sinodo. Nessuno, tanto meno lui, credo pensasse a quello che sarebbe diventato di lì a poco quell’uomo così defilato. Quando lo vidi, in televisione, affacciarsi dal balcone di San Pietro, salutare la gente con il “Buona sera!” e chiedere di essere benede>o dal popolo, io che avevo predicato due volte gli esercizi al suo clero (l’ultimo l’anno pre- cedente) e lo conoscevo, dissi a chi mi stava intorno: “Non sta inventando nulla per il beneficio delle telecamere. Questo è l’uomo. Bergoglio è così!”

In questi se>e anni da quel giorno la mia stima (e con essa la gratitudine a Dio) è cre- sciuta in modo esponenziale. Nel mio in- tervento al conclave avevo so>olineato, tra le altre cose, la necessità di dare nuovo im- pulso alla collegialità e all’ecumenismo.

Non ce n’era bisogno: il cardinal Bergoglio era andato da tempo ben oltre le mie aspet- tative, nelle idee e nella pratica. Incontran- domi pochi giorni dopo, uno dei cardinali ele>ori, visibilmente compiaciuto dell’esito del conclave, mi chiese: “Abbiamo fa>o un buon lavoro?”. Sì, risposi, un o>imo lavoro, voi e lo Spirito Santo!

M.Michela Nicolais

Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, rilegge per il Sir i sette anni del pontificato di Francesco

P APA F RANCESCO CI INSEGNA A REIMPAGINARE LA NOSTRA AGENDA

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SPIRITUALITÀ

È

una giornata di preghiera e di di- giuno voluta giorno 11 dalla dio- cesi di Roma per l’Italia e per il mondo. Culmine di questa giornata è stata la Messa, presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis presso il San- tuario della Madonna del Divino Amore senza la presenza dei fedeli per motivi di sicurezza e in dire>a televisiva. La cele- brazione è stata preceduta da un video- messaggio di Papa Francesco. Il Santo Padre affidato il mondo alla protezione della Madre di Dio.

Preghiera di Papa Francesco

O Maria, tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di spe- ranza. Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede. Tu, Salvezza del popolo romano, sai di che cosa ab- biamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova. Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, a1raverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen.

So1o la Tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le sup- pliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e bene- de1a.

Uniti nella preghiera

"Ci siamo tu>i, c’è realmente tu>a la Chiesa, c’è la Chiesa di Roma", ha de>o il cardinale De Donatis durante l'omelia.

"Maria è qui con noi e chiediamo la sua intercessione potente". "Siamo qui ai tempi del coronavirus - ha aggiunto il porporato - con tanta fede, ma anche con tanta angoscia". "La vediamo nei volti

delle persone, ma la sentiamo anche nel nostro cuore". Un’angoscia, ha spiegato il vicario del Papa per la diocesi di Roma, provata da Gesù stesso, prima della Pas- sione. "Alle tue mani affido il mio Spi- rito": le ultime parole di Gesù sulla croce, ha affermato il cardinale De Donatis, sono

"una consapevolezza permanente nel cuore di Gesù, e ci dicono che nessuno ha il potere di strapparci dalle mani di Dio".

Per essere liberati dall’angoscia, ha so>o- lineato infine il cardinale De Donatis, dobbiamo "affidarci alle mani di Dio: nes- suno può strapparci da lì, neppure la morte". "L’unica cosa autentica e utile in questo tempo di coronavirus – ha con- cluso il porporato – è me>ersi in ginoc- chio, alla presenza di Dio dentro noi stessi. Dio custodirà la nostra umanità, ci porterà a stringerci gli uni agli altri". Con la Messa di oggi si è inaugurata la cele-

brazione eucaristica quotidiana delle 19.00. La diocesi di Roma ha inoltre lan- ciato una raccolta fondi straordinaria a sostegno di medici, infermieri, operatori sanitari.

Da Pio XII a Francesco

La preghiera di Papa Francesco con l'affidamento a Maria ricorda quanto af- fermato da Pio XII l’11 giugno 1944 nella chiesa di Sant’Ignazio. Il Pontefice, in quell'occasione, chiese alla Madonna del Divino Amore protezione e salvezza du- rante la ritirata delle truppe naziste.

Aprilo, o Maria, questo Cuore divino, e ri- versane su questi tuoi figli, spesso tanto infe- lici, i tesori di misericordia e di bontà, che Egli tiene riservati per chi si accosta a Lui con umiltà sincera e con fede incrollabile. Custo- disci la tua Roma e preservala anche nell'av- venire dagli estremi mali, nelle persone, negli averi, nei monumenti della sua storia religiosa e civile, unica al mondo; ma sopra1u1o difen- dila dal male dei mali, dal peccato, che solo rende veramente miseri gli uomini e i popoli.

Possa questa Roma dalla dura esperienza di tante sventure aver luce e forza per una mi- glior vita personale, familiare, colle1iva, e, mercé tua, ritornare esempio alle genti di vera civiltà cristiana per la fede, vissuta in opere di giustizia e in umile amore.(Discorso di Pio XII ai fedeli in pellegrinaggio alla Ma- donna del Divino Amore, 11 giugno 1944).vaticannews.va

Amedeo Lomonaco

Papa Francesco: O Maria, noi ci affidiamo a te

IN PREGHIERA PER IL PAESE

In

questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana pro- muove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comu- nità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), sim- bolicamente uniti alla stessa ora:

alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un pic- colo drappo bianco o una candela accesa.

TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta.

“A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fi- duciosi invochiamo il tuo patroci- nio, insieme con quello della tua santissima Sposa”. (Leone XIII)

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SPIRITUALITÀ

Quaresima e Coronavirus:

ma la Parola di Dio non è incatenata!

“Ma

la Parola di Dio

non è incate- nata!” (2 Tm 2, 9).

Così gridava per le>era San Paolo, al contempo sfogandosi con il suo disce- polo Timoteo e sfidando coloro che in- catenando lui pensavano di aver messo fine all’annuncio.

Questo grido, pieno di giusta ira con- tro il male che vorrebbe frenarci e fer- marci, e pieno di gioia esplosiva che ci perme>e di risollevare al contempo noi e i nostri fratelli, noi preti possiamo farlo nostro più che mai oggi, “ai tempi del Coronavirus”, come ormai si suol dire.

Abbiamo dovuto chiudere le chiese, perché il nostro Dio non è il dio magico dei pagani, che dovrebbe ricompensare la nostra incuria e la nostra spocchia rendendoci immuni dai limiti della no- stra povera fragile natura, ma non ab- biamo certo smesso di pregare, di adorare, di celebrare.

Come tu>i i miei confratelli, in que- sti giorni sto celebrando la Messa a porte chiuse, e posso assicurare che mai come ora sto sentendo la potenza con- creta e tangibile dello spirito e dello Spirito: la forza di conta>o e comu- nione degli animi, e l’efficacia della pre- senza e dell’azione, in questi rapporti, dello Spirito Santo di Dio. Da sabato sera mando in streaming la Messa sulla pagina Facebook della parrocchia, e ogni giorno cresce il numero di persone che seguono quotidianamente la litur- gia, ascoltano la Parola, e nel deserto di giornate recluse e svuotate di tu>o il transitorio, si prendono un tempo per stare con Dio, uniti moralmente, inte- riormente, ma anche direi telematica- mente con tanti altri loro fratelli e sorelle. “Virtuale” è un termine ina- da>o, perché sa di fi>izio, ipotetico, parziale. Qui invece si tra>a di reale compresenza, di una reale partecipa- zione, sebbene mediata da quanto la rende possibile.

E non si tra>a di spiritualismi astra>i, perché la CARNE c’è eccome: ogni giorno la consacro e la me>o sull’altare, ogni giorno è elevata ed esposta, me- diante una telecamera, agli occhi di cre- denti e non credenti e sedicenti

credenti, come fu sul Calvario, perché ogni giorno all’altare siamo sul Calva- rio, e come avviene anche in ogni Messa “live”, perché in ogni Messa vengono (e mangiano) credenti e non credenti e sedicenti credenti.

La Carne c’è, perché per noi Cristiani è la Carne il perno dello Spirito.

E da questo a>o che si compie qui e ora, il qui e ora del mistero, tu>i quelli che vogliono possono a>ingere inte- riormente, moralmente e spiritual- mente le grazie che circolano nell’intero Corpo.

Forse saremo costre>i per un po’ a ri- manere chiusi in casa, a distanziarci, a non vederci, a non toccarci, a non ra- dunarci, a non mangiare insieme…

Proprio ieri, il Presidente del Consi- glio concludeva il suo discorso, in cui giustamente ha decretato ulteriori mi- sure restri>ive per comba>ere l’epide- mia, dicendo: “Rimaniamo distanti oggi, per abbracciarci con più calore, per correre più veloci domani”.

Ma se i nostri cuori lo vorranno, ben prima di quel domani di cui parla Conte, i nostri spiriti potranno correre veloci sulle ali dello Spirito e, come d’altronde fanno sempre gli angeli nella liturgia, potremo radunarci invi- sibilmente lì dove il Corpo continua a manifestarsi nel pane e nel vino, così da continuare a essere una cosa sola in Cristo. sir

Alessandro Di Medio

"Chi ci separerà?".

La nuova piattaforma online della Cei

Un sito, online da giovedì, pensato come un vero e proprio «ambiente digi- tale che raccoglie e rilancia le buone prassi messe in atto dalle nostre dio- cesi, offre contributi di riflessione e ap- profondimento, condivide notizie e materiale pastorale». È la piattaforma

“Chi ci separerà?” (tratto da un verso delle Lettere di San Paolo ai Romani) lanciata dalla segreteria della Confe- renza episcopale italiana per essere vi- cina a tutti i fedeli che in queste settimane dell’ emergenza Coronavirus non possono andare in Chiesa per la Messa e, da giovedì, neanche per pre- gare visto che molte diocesi.

Celebrare e pregare in tempo di epidemia

L’Ufficio Liturgico della Cei ha pre- parato un sussidio che di settimana in settimana si arricchirà di testi e rifles- sioni. Ogni domenica verrà proposta una scheda per la preghiera e la ri- flessione personale o familiare in sin- tonia con la liturgia del giorno.

Saranno inoltre offerti altri testi per la preghiera. Si suggerisce fin da ora di utilizzare la Liturgia delle Ore, usu- fruendo – se lo si ritiene opportuno – dell’App Liturgia delle Ore della CEI, scaricabile gratuitamente, che con- tiene tutti i testi e la possibilità dell’a- scolto audio.

La Via Crucis con le meditazioni del card. Martini

“Compassione” è il titolo del sussi- dio per la Via Crucis con le medita- zioni del card. Carlo Maria Martini preparato dalla Cei. “Percorrendo con Gesù la Via della Croce, vogliamo es- sere vicini con la preghiera alle per- sone che soffrono per l’attuale epidemia di coronavirus e a tutti co- loro che se ne prendono cura”, si legge nel testo. “Chiediamo per tutti – è l’invocazione – a capacità di vivere questo momento difficile con la forza della fede, la certezza della speranza e il fervore della carità. Il tempo di Quaresima ci aiuti a dare tutti un senso evangelico anche a questo mo- mento di prova e di dolore”.

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TERRITORIO

Bollettino del 13 marzo Effettuati 422 tamponi

Le persone risultate positive al Coro- navirus sono 38, quelle negative sono 384. Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

- Catanzaro: 6 in reparto; 1 in riani- mazione

- Cosenza: 6 in reparto; 2 in rianima- zione; 2 in isolamento domiciliare.

- Reggio Calabria: 6 in reparto; 6 in isolamento domiciliare; 1 guarito.

- Vibo Valentia: 3 in isolamento domi-

ciliare.

- Crotone: 5 in isolamento domiciliare I soggetti in quarantena volontaria sono 3668, così distribuiti:

- Cosenza: 1200 - Crotone: 195 - Catanzaro: 450 - Vibo Valentia: 373 - Reggio Calabria: 1450.

Le persone giunte in Calabria negli ul- timi quattordici giorni, dopo aver sog- giornato in zone a rischio epidemiologico, che si sono registrate al sito della Regione Calabria sono 5672

CORONAVIRUS. La presidente Santelli ha incotranto le forze politiche

È

stato un confronto serio e co- stru>ivo quello che si è tenuto oggi con tu>e le forze politiche regionali, per discutere l’emergenza sa- nitaria che stiamo vivendo e per condi- videre le misure da ado>are.

Hanno partecipato: Pippo Callipo (Io resto in Calabria), Nicola Irto (PD), Li- bero Notarangelo (PD), Walter Rauti (Lega), Francesco Talarico (Udc); pre- senti in collegamento telefonico France- sco Aiello (5Stelle), Wanda Ferro (FdI) e Carlo Tansi (Carlo Tansi Presidente).

È emersa la necessità, a>raverso una politica condivisa, di fare fronte co- mune all’emergenza per dare sicurezza ai calabresi.

Successivamente a quanto verrà sta- bilito dal Governo, sarà necessario l’in- tervento regionale, a>raverso una rimodulazione dei fondi PAC e POR. È già iniziata, infa>i, l’interlocuzione con il Governo e la Commissione Europea,

per una applicazione più flessibile degli aiuti di stato.

Tra gli altri, Pippo Callipo ha chiesto particolare a>enzione alle imprese e al se>ore produ>ivo, mentre Nicola Irto, oltre a soffermarsi sulle problematiche dell’emergenza sanitaria, ha chiesto che venga considerata anche l’emergenza economica.

“Ho apprezzato molto - ha de>o Jole Santelli a margine dell’incontro - lo spi- rito costru>ivo emerso dalla riunione che, d’altronde, ho constatato nell’inter- locuzione costante che sto avendo con tu>e le forze politiche e con tu>i i con- siglieri regionali. L’unità della politica, in un momento particolarmente serio della nostra regione e del nostro Paese, è un importante segnale di serietà. Ci sono momenti in cui è necessario essere tu>i coesi e senza protagonismo, nel- l’interesse della Calabria e dei cala- bresi”.

"A

rriverà anche in Cala- bria il farmaco in fase sperimentale che avrebbe effetti benefici sui pazienti affetti da Coronavirus. Il “tocilizu- mab”, questo il nome del farmaco, è prodotto dall'azienda farmaceu- tica Roche, è nato per curare l'ar- trite reumatoide e si è scoperto essere in grado anche di ridurre i problemi polmonari dei soggetti colpiti dal Coronavirus.

Il farmaco sarà disponibile per tutti gli ospedali della Calabria, sia hub, che spoke e di montagna e sarà distribuito, a seguito di appo- sita richiesta, dalle strutture di rife- rimento per ciascuna provincia:

l’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio per le strutture comprese nel territorio dell’Asp di Catanzaro;

l’Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria per la provincia di Reggio Calabria; l’Asp di Cosenza per il territorio cosentino e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domin per le province di Crotone e Vibo Valentia.

Voglio ringraziare la casa farma- ceutica Roche che ha messo a di- sposizione gratuitamente il farmaco. Uno strumento che può certamente aiutarci nella situazione di emergenza che ci troviamo ad affrontare". Così Jole Santelli, pre- sidente della Regione Calabria

FARMACO ROCHE ARRIVERA’ ANCHE

IN CALABRIA

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TERRITORIO

N

el pomeriggio del 6 marzo, nei locali della Curia dioce- sana, l’Arcivescovo Mons.

Vincenzo Bertolone, ha incontrato gli assistenti diocesani e il nuovo consiglio dell’Azione Ca>olica ele>o lo scorso 16 febbraio; nell’occasione l’Arcivescovo ha ufficializzato la nomina del nuovo presidente diocesana, Iolanda Tassone (in foto) avvocato che succede a Fran- cesco Chiellino. In un clima familiare e cordiale, l’incontro è stato vissuto da tu>i come un “dono” di grazia e occa- sione propria per arricchire lo spirito di appartenenza alla Chiesa.

L’Arcivescovo Bertolone ha voluto in- contrare l’Azione Ca>olica me>endosi in un a>eggiamento di ascolto e di con- divisione, facendo trasparire col suo sorriso la gioia dell’incontro. Oltre alle formalità richieste dall’occasione, ha dialogato con i neo consiglieri, il presi- dente e i presbiteri diocesani che rive- stono il compito di assistenti dell’associazione, sulla missione che l’Azione Ca>olica è chiamata a vivere nella Chiesa diocesana di Catanzaro – Squillace. Mons. Bertolone ha ricordato ai presenti la necessità e la consapevo- lezza di essere laici impegnati a vivere, ciascuno “a propria misura” ed in forma comunitaria, l’esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità. L’impegno alla reciprocità e alla corresponsabilità con i pastori, a promuovere la formazione umana e cri- stiana, all’interno della comunità par-

rocchiale e diocesana rende l’Azione Ca>olica, secondo l’insegnamento di Paolo VI, insostituibile nella vita della Chiesa perché è la Chiesa stessa che at- traverso il suo agire si fa presente nella vita delle donne e degli uomini del no- stro tempo.

L’Arcivescovo, rifacendosi proprio allo stile montiniano, ha espresso la vo- lontà di curare la funzione e l’incre- mento dell’Azione Ca>olica ammirando lo spirito che da sempre, nella Chiesa italiana fa di questa asso- ciazione, a>raverso la sua l’organizza- zione e la sua pedagogia, una fucina di crescita alla luce del Vangelo, che conti- nua ininterro>amente, da centoses-

sant’anni a produrre ricchissimi fru>i di vita cristiana.

Mons. Bertolone ha preannunciato la volontà di indirizzare ai parroci, ai reli- giosi, alle catechiste e agli insegnati di religione della Diocesi una le>era affin- chè sia favorita e accolta la proposta di Azione Ca>olica in tu>e le realtà par- rocchiali.

Con queste parole l’Arcivescovo ha espresso gratitudine a Francesco Chiel- lino, che in questi anni ha guidato il so- dalizio: “"Ti sono grato, Francesco, per tu>o quello che hai seminato. Forse i fru>i qualcun altro li raccoglierà: non importa! siamo felici lo stesso, non è vero? Sappiamo di essere dei “servi inutili” e di aver fa>o tu>o quello che il Signore ci ha chiesto di fare… davvero felici perché lo abbiamo fa>o con amore, per amore, solo per amore di Cristo Gesù".

A conclusione dell’intervento, l’Arci- vescovo ha voluto conoscere personal- mente e salutare uno per uno i nuovi consiglieri divisi per se>ori: ragazzi, giovani, adulti e famiglie.

Il Collegio degli assistenti, rimarrà in- variato: don Mario Spinocchio, assi- stente unitario; don Pantaleone Greco, assistente unitario emerito; don Ferdi- nando Fodaro, assistente adulti; don Vincenzo Schiavello, assistente giovani e, infine, don Nicola Ierardi, assistente dell’Azione Ca>olica dei ragazzi.

L’appello dell’Arcivescovo al nuovo Consiglio diocesano dell’AC

Mons. Bertolone :“Sogno l’AC in ogni parrocchia!”

“Se

si sceglie l’AC, tanto raccomandata dal Magistero fin dalle sue origini - ha detto l’Arcivescovo Bertolone -, è perché, in essa c’è qualcosa che attrae, che arricchisce la vita, allena al rispetto, alla democrazia ed offre una finezza spirituale ed ecclesiale che il laicato difficilmente potrebbe avere altrove.

Essa risale al 9 giungo 1867 quando Mario Fani-Ciotti e Giovanni Acquaderni diedero vita alla “Società della Gioventù Cattolica Italiana”, primo nucleo di quella che molti anni dopo sarà l’Azione Cattolica. Il motto che sostenne il loro impe- gno, “preghiera, azione, sacrificio”, racchiude il programma cui ispirarsi ancora oggi: la devozione alla Santa Sede, lo studio della religione cattolica, la testi- monianza di una vita cristiana operosa ed apostolica, l’esercizio della carità e della prossimità verso i deboli, gli ultimi, gli scartati e le creature indifese del pia- neta Terra, nostra casa comune. Questi valori sono validi anche nel secolo XXI, che si è aperto con una carica di novità e con una forte tensione verso il rinno- vamento dell’Associazione. Durante l’Assemblea straordinaria del 2003 fu ap- provato lo Statuto aggiornato perché fosse più efficace l’impegno educativo e pastorale, sollecitando le domande di vita degli uomini e delle donne al nuovo millennio”.

(14)

TERRITORIO

Si

è svolta a Catanzaro, presso il Seminario regionale, l’As- semblea della Delegazione regionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC), per il rin- novo degli incarichi per il prossimo triennio. L’assemblea è stata presieduta dal prof. Salvatore Misiano (in foto), de- legato regionale, che ha introdo>o i la- vori assembleari con una relazione tesa a illustrare le a>ività svolte e fornire una le>ura del triennio appena conclu- sosi.

Erano presenti i vice delegati regio- nali Lucia Bellassai e Luigi Bulo>a e i rappresentanti dei gruppi di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Palmi.

Dopo i saluti e gli interventi del Dele- gato regionale e della Vice Delegata re- gionale, Lucia Bellassai, si è aperto un confronto tra i gruppi.

E’ emersa da parte di molti presenti la necessità di riaccendere con urgenza le relazioni in modo significativo con l’Azione Ca>olica e la FUCI, che da sempre hanno costituito i vivai più si- curi per il futuro del MEIC.

La sensibilità, il metodo, lo stile delle prime due realtà associative prede>e costituiscono infa>i un continuum che, come nel passato, dovrebbero accom- pagnare gli iscri>i di Azione Ca>olica dall’infanzia fino all’età adulta e al rag- giungimento di certe competenze e co- noscenze lavorative, che potrebbero essere messe a disposizione della so- cietà civile tu>a a>raverso la loro con- divisione per il tramite dei canali che il MEIC offre.

Ci si è chiesto, però, se tu>o questo abbia ancora rilevanza agli occhi dei Vescovi italiani o se il tu>o sia stato, nella loro sensibilità, sostituito da mo- vimenti ed esperienze associative nuovi.

Centrale, nel corso del diba>ito, è stata la riflessione del rappresentante del gruppo di Cosenza, Professor Erco- lino Cannizzaro, il quale, nel soffer- marsi sull’azione di riforma della Chiesa avviata da Papa Francesco, fon- dante resti sempre il tornare alla Parola, allo studio e alla scoperta della Parola che determina azioni e fa>i nuovi, de- clinati so>o la cifra evangelica.

Rilevante l’intervento del Do>or Teo- baldo Guzzo, del gruppo di Catanzaro, il quale si è soffermato sull’urgenza di curare la comunicazione in modo che tu>o ciò che il MEIC calabrese fa possa essere reso noto alla pubblica opinione.

Altre>anto rilevante la le>ura del- l’Avvocato Leonardo Iamundo del gruppo di Palmi, il quale, nel soffer-

marsi sulle difficoltà dei gruppi MEIC, ha so>olineato come diversa sia la vita di quei gruppi che vivono in zone po- polose e centrali, della Calabria, dotate di atenei rispe>o a quella dei gruppi che vivono in zone molto meno abitate e prive di stru>ure universitarie.

Interessante intervento anche dell’av- vocato Antonio Nania del gruppo di Catanzaro il quale ha messo in evi- denza lo scollamento esistente tra le or- ganizzazioni laicali a causa di mancanza di comunicazione, di parte- cipazione a percorsi comuni, come in effe>i manca tra Fuci e Meic che do- vrebbero stare in continuo conta>o. Ha poi ribadito l’importanza di una auten- tica testimonianza dei valori evangelici che purtroppo manca e ciò crea assenza di comunione, scarsa condivisione fa- vorendo, invece, divisioni e a volte anche rancori e incomprensioni.

Apprezzato anche l’intervento della do>.ssa Maria Pia Faga, sempre del gruppo di Catanzaro, che si è soffer- mata sull’uso distorto dei social che sta avendo effe>i negativi sul tessuto so- ciale e dovrebbe spingere il MEIC a ri- vitalizzarlo con interventi mirati perché si torni a cammini più umani, più so- stenibili, più cristiani. In tal contesto é necessaria una programmazione stu- diata e incisiva, perché la vera emer- genza di oggi, che é la fame culturale che svuota i sentimenti, possa essere guidata dalla Luce di Cristo che è sem- pre uguale a ieri e lo sarà anche do- mani.

Alla fine del diba>ito, al termine del quale si è indicata la necessità di ren- dere più frequenti i conta>i tra i vari gruppi, si è proceduto alle votazioni per il rinnovo degli incarichi. L’assem- blea, all’unanimità, ha confermato la delegazione uscente che, pertanto, con- tinuerà ad essere guidata da Salvatore Misiano, quale Delegato regionale per il prossimo triennio e dai vice delegati Lucia Bellassai e Luigi Bulo>a. Tra i consensi di tu>i, il Professore Misiano ha ringraziato i presenti per la fiducia accordata e ha dato loro un saluto e un arrivederci ad Assisi per l’assemblea na- zionale del Movimento.

Luigi Bulo+a

Incontro del MEIC regionale a Catanzaro

L’assemblea presieduta dal prof. Salvatore Misiano ha riconfermato le deleghe

Comunicazione dell'ufficio Caritas Diocesana

Visto l'ultimo decreto del 11 marzo il centro di ascolto è costretto a chiudere. Rimane comunque aperta la "porta della carità" con nuove modalità.

L'ufficio segreteria è attivo, basta chiamare al numero 0961 723018 (si continuerà al vivere la caritativa, ma a porte chiuse per il rispetto di entrambi). Basta telefonare.

In caso di urgenze, chiedere ai parroci (che già in questi

giorni hanno ricevuto un email a riguardo) e saranno loro poi a comunicare alla segreteria e direttore, il come poter procedere.

Solo le urgenze. Bollette e altro, si valuteranno dopo il 3 aprile.

Riguardo alla spesa alimentare, tutte le parrocchie della diocesi, già nei primi giorni di marzo, sono stati forniti di vari alimenti e altro...

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