E>
1
M 5l74m
C
i
9
VI
NOTIZIE
DEL BENEMERITO FIORENTINO
DOMENICO MELANI
Tofie in
luce eDedicate
Al Nobilissimo
Sig.Marchese
ALAMANNO
BARTOLINI SALIMBENI
ClAMBERLANO
DELLACHIAVE
d'ORO
DELLEMM.
Imp. EA A. RR.
E
Luogotenente per SuaALTEZZA REALE
di Toscana ALLA DIREZIONE DEL TEATRO DEGL*INFUOCATI.
* K i
Oi
M5/7fvn 3
NOBILISSIMO
$ÌG* MARCHESE
El
darV
ultimamano
a quefle Notizie, che fanno vedere come la Pro/elione della Mujica abbia fatto onore alla nojlra Patria ,mi
/ovvenneiofto la Profapia Bartolini Salìmbeni, e in /pecie la Perfona di
V
. Sig. Nobili//ima, ered*della vir- tù degliAvi
fuoi, poiché /correndo i Fafli , che ho tramano
dellafleffa Famiglia , vidi quanto leScienze, e unitamente le belle, e buone Arti pro- fittarono in quejlo mede/imo /ecolo per il virtuo/o comunicabile genio dello Zio/uo il Sig. Giovani- iatifta Bartolini Salimbeni .
E
9 viva lamemoria
p chequeftoCavalierecori nobil di/pendio le Lettere>il Di/egno, e la Muftca tanto/avori ,che conduffe
a
fer/ezione ,/ragli altriDomenico
Pala/uti ,uno de9 celebri Pro/ef/ori di Suono , cheFirenze abbiaa/coU tatogiammai
. Spero perciò ,chel'accogliery che la gentilezza/uà
è per /are di quejl"Operetta, faràuna
riprova di quel, che iomi
fino per/ua/o, e Kdntopiù atte/o /' onore , che godo di ejferePI V. SIC
NOBILISSIMA
Umili/fimo Servitore
Domenico Al. Manni.
716587
SIGILLO
I.IN GONG. D. THOMAS
AQ; FLOR.
SIGILLO II
LAMBENDO
FIGURAT#Eflermi pervenuto alle
mani
il pri-mo
di quefti due Sigilli, e in fuf-feguente
tempo V
altro , ciòmi
fa aver vaghezza di ragionare
d'un
eccellente benefattore dell' Ofpizio di S.
Tommafo d'Aquino
inVia
della Per- gola, e poi d'altridue Luoghi
Pii , fenza ri-petere ciò, che il Padre
Giufeppe Richa
ha fcrit- to nelle fue Lezioni; bensìcon
rifpigolarequel- lo,che
alla frcttolofa falce di lui è sfuggito.E
ben fuiprincipio accennarmi
piacecome
quello di S.
Tommafo
fu fondato per ricevervii Pellegrini oltramontani, attefo il configlio del noftro
Domenicano
Religiofo FraSanti , figliuo- lo diGirolamo
diCino
Cini , di S:Marco
,che
fu ilprimo
Direttore di tal PioLuogo. Parche
fia da aggiugnere
qualmente
per beli'ornamento
fece quivi alcune pitture il valorofo
Cofimo
Uli- velli , echeCuftodc
diqueir Ofpizio , eCongre-
gazione vi ebbe il venerabile Sacerdote , e Pitto- re Francefco Bofchiuomo
digran pietà , di cui favella il Baldinucci .Cofa più
movente
l'erudita curiofità de*noftri è peravventura ,
che
quivi frequentavail
Conte Domenico
Melani: Fiorentino, dive-nuto uomo
di gran vaglia.Edo
tanto di fervo- re , e di divozione fi accefe , che in SanTom-
mafo
d'Aquino
fpefe de' fuoi acquiftati guada- gni alquante centinaia di feudi affine di abbel- lire , e fhbilire cosi facroLuogo;
infra Taltret.
xxn. A
3 cofe6
cofe vi ha chi conta
un
Oflenforio per il San-t-iffimd d'argento di libbre orto, e quattr'
once
, t-éinpedate,,e carico di gioie, e pietre preziose ;con animo
di fpender ivimolto
di più. Senoa che non
trovandoli eglipienamente d'accordo con
quei Fratelli dellaCongregazione
d'allora 5 voltò lo fplendidoanimo
fuo, ezelante , verfo laCompagnia
della 'Purificazione inVia
diS.Gallo,
come
a fuo luogodiremo
in aggiunta pu*e al P.^Richa; il qualeavendo
dato ragguaglio de*'primi
Gentiluomini
diS.Tommafo,
fiabene
arro- gerqui,che
ai 13. diLuglio del 1568, fuvvi poftalà
prima
pietra da Monfig.Arcivefcovo Anto-
nio Àlfoviti , e oonfacratafi la Chiefa da luine
12. di Luglio 569.Ne
è da ometterli ( acciònon
refti nell'oblio ) la feriedi alcuni altridiediuomini, che
fi trovanorammentati
nel partito de' 14. di Agofto del 1588. ( all'Archiviono-
ftro Generale ) cioè nell'atto di coftituire fra loro in grado di
due
Procuratori per gPintereffi dellaCongregazione Sigismondo
d'Antonio
Nefi,e
Baftiano diJacopo
delTurco. V
intervenne- ro pertanto il Magnifico, ed EccellenteMef£
Raffaello di Federigo
Aminoti Avvocato
Fioren- tino , il Magnifico , edEccellente DottoreJacopo
di Cefare Anfaldi, Francefco diSimone
France- fchi , Giuliano di Francefco Serragli , Francefco diGirolamo
Paoli ,Lorenzo
di Spinello Spinel- li,Geri
di Raffaello Ciofi,Giovanni
diMarco
Benedetti, Orazio di Francefco
Cacari,
Santi diTito
de' Tiri,che
fuArchicelo
di eflb pioImo-
1 Luogo
, 6 Pittore d'alcun* opere ivi, FilippodiGiovanni
de'Medici
, Lelio diBernardo Leon-
cini,
Damiano
diNapoleone
Aldobrandini ,Gio-vanfimone
diLorenzo
Altoviti, eGiovanni
diBernardo Al
coviti.Ma
per parlarecon maggior
precifione delmenzionato
benefattorediquefto Ofpizio, e di fi- zniliLuoghi
, ove la Criftianaofpitalicà , elami-
féricordia fi efercitano , verfo
Pan.
16*31. nac-que
di baffi genteil benemeritoDomenico Me-
lania, figliuolaeffendo
d'un
tal Santi. Quefti nella fua adolefcenza flette per fattorino in alcune bot- teghe di barbiere ,uno
de' qualiarteficifervendoi Religiofi diS.
Croce
diquella Città, pertalmez- zo
il fanciullo fu eonofeiuco effèr dotato di buo-na
voce dauno
degli fteffi ReligiofiMufico
di profeflione, il qualecon buone maniere
loper- fuafe a caftrarfi ,promettendo
di pagare per ciò le fpefè occorrenti,come
fece, e di levarloda
bottega ,con
infegnarli la Mufica , loche
del tuttoadempì.
Si diede l'accidente, che
dopo
qualchetem*
pò
il Religiofo Francefcano fuo Maeftro ebbe ad andare inGermania;
quindi lo eondufle feco, e trovandoti in Saflbnia, quelDuca
Gio.Gior-
gio,che
nel 16*56. divenne Elettore, datafi l'oc- casione fentì cantare il Melani , gli piacque, e fecegli intendere, che lo prenderebbe al fuo fer- vizio . In ciò fare portandoli il giovane affai be-ne come
morigerato , ed offequ
iolo , eh1 egliera >e di molta prudenza fornito , wenxiG tra
poco
in8
in
grande
grazia di quelSovrano,
perlochène
riportò larghi , e frequenti doni;ma
quel che è più , fervi ad efTo in dar corlfiglimaggiormen-
te che in cantare. In breve
divenne
fuo favo- rito, riportandoneuna
opulentaCornea accom-
pagnata da altri beni ftabiii . In sìfatta guifa dive-nuto
ricco,feguì ,che
effbDuca
di SaiTonia allora Elettoreebbe
a fpedireun
InviatoalGranduca
diTofcana
, per trattarenon
fo quale affare ; eperdecomre,
ed onorare femprepiù il Melani, in lui fi feceh
fpedizione..,con
avere il titolo diConte:.
Quefta forfè fu la
prima
volta,che
eglido- vette venire decorofiffimamente alla Patria ,con
gran confolazione de\fuoi di cafa, e confan- guinei , tra'quali Jamadre, una
forella perno^
me
Caterina,,ed un'altra parente appellatadipoiD. Domenica Diamante
de' Melani ,che
nel Testa-mento
di lui èMonaca
Profeffa nelMonafterò
di
Boldrone
; e fimilmenteun
fuo , credo io ni- poteDon Domenico Meloni
, il quale leggo,che
profefsò in Ceftellocome .Monaco
Cifter- cienfe a' 22. di Luglio del 1683.In quella
venuta
alla Patria concepì egli fperanza di potereun
dì rimpatriareaffatto /in- debolita per altro dal ritegno,,ch'.eifempreave*
di
domandare
a tantoPerfonaggio,e sìliberale fe-co,
un
difpiacentecongedo non
facile ad otte- nerli per ifpontanea condefcendenza.Giunto
a Firenzecon
quel treno,che
ad\\n Inviato di quel Principe era conveniente;fu
ri-
p
ricevuto dalGranduca Gofimo
III. e trattatocoi titolo d' Illuftriffimo , econ
farlo coprire; e dipiù col vantaggio d' eflere flato
anche
perlavan-ti confederato daelfo
Granduca per uomo
di molta faviezza , e di capacitànon
ordinaria, fperimen- tata in altro Minifterio altrove.Terminato
feli-cemente T
affare,(Itornòalfervigio delfuo Signor te, e diquando
inquando
prefe a venirqua»
portando feco
buone lomrae
di doble,colle qua-li
comprò
de' beni Itabili in quella Patria, in aggiunta -dell' acquiftato in Saflònia.Morto
poi l'Elettore , dal Succeflbrefem*
brò
dapprima
dinon
efler troppoben
veduto,comecché
era in gran pofto;ma
quegli nel trat-tare
intimamente
feco per informarli degli affa- ri delloStato ,sìbeneilyideportarli, econ
sì&tt*
cfattezza,
non che
fedeltà , dar conto di tutto;che
fé avverfionevi foflemai
Hata , ficangiò in ac- crefcimentod'amore
. Allora fu,che
ilMelani con buona
maniera chiefeil defiatocongedo,
del quale compiaciutovenendo,
pu*wj: *iv>«buona
v^u- gliagli fuconceduto.
Pertanto meflbeh*egliebbe
in ficuro quant'egli lafciava là, e moltafomma
di danari , e di gioie
conducendo
{eco,venne
a Firenze ,dove
trovò de'fuoi la forellademen-
te, la quale gli fu
d'uopo
collocare nello Spe- dale di S. Dorotea de' Pazzerelli al canto alla mela; e indi trattennefi piùtempo con
occuparli in quell1opere di gran pietà ,che
noiin appreflòdimoftreremo
.
Dopo
deporto il penfiero di beneficare ulte-t, xxvi.
B
rior-ir
riortìéntcro^izIò^lS^ Tommafo d'Aquino,
!q ferriolo la'fui devozione ad erigere fplendi-
aa^eht^^r^htl
nel 1685.nuovo
Ofpizio i e Spedale\ dVèiJè làCompagnia
dellaPurificazione ,é
& £anobi
jdetta da 5.Marco
inVia
diS. Gallo (celebre tr^V
altreper fa bontà di vita di alcunifUóiGu^diàrìi) dove
fi ricoveraflero in fpecie i Fèltògrini Oltramòritani poveri1che
di Firenze -parlandocerèanòdove
albergare,e reficiarfi ,e tan-ta
Cattolici,che
Protefianti ,• i fecondide
7 quali col buono,eferripiodiCriftiana ofpitalità ,che
quidoveva
regnarejpotevano
edificarli,e talora.con- vertirvi\come
pare ;che
feguiffe alcuna fiaja.Per ciò effettuare,
cominciòcon
quelMemo-
riale ,
che
afferifceil PadreRicha
, prefentato ai Fratelli dell*anticafuddettaCompagnia
dellaPu-
rificazione,
chiedendo
loro facoltà dicomprare
,ed
atterrare cafe vicine ad eflaCompagnia
per fabbricare la magnifica abitazione,che
il mede/i-mo
Padre defcrive ,avendone
già ottenuto ilconfenfo dal
^ranauca
medeirma.' Alla lettura di talMemoriale
72.furonoi Fratelli ,che
v'inter-vennero
; ed il lor partitomandato
in girone' 23.Dicembre
i6%$. a voti fegreti, da tuttivenne
accordato quanto'dalMelani
fidomandava
;ilqua-le fubito diede
mano
allacómpra,
ed alla fab- bricacof
dilegno di Carlo Marcellini , edificioche
fi! fcritto efler coftato molte migliaia di feudi.
Io tengo le Coftituzioni originali fatte per quefta
nuova Congregazione
unita allaCompa-
gnia
gnia;
con
quefta titolò* : Capitai, > Coftifufì^ni ,
&
Statini della devota , e inclita Congrega- zione nuovamente eretta da 33. Fratelli fiondato*ri y chia?nati i Servi de'Poveri di Crijlo fiotto la protezione della SS. Converfiatone di
Gesù *Ma~
ria, e Giufeppe ;quali' fi radunane nel
moderno
Qfpizio fabbricato per i poveri Pellegrini. , e per*l
y
efiercizio dell' Opere di mìfiericordia corporali, contiguo alla Venerabil
Compagnia
della Purifica- zione diMaria
Verg.da
S.Marco
inVia
diS*Gal^
lo in Firenze .
Tra
quefti Capitoli vi fiframifchiauna
Notificazione della concezione avuta dalla SacraCongregazione
de*Vefcovi ,^Regolari
perBreve
fofcritto dal CardinalGafpero Carpegna
^ed autenticato da Monfig. Panciatichi Segretaria di quella Congregazione ne* 15. diFebbraio 1#S<$..
di tenere
Tempre
il.- Santiffioio in Chiefa , di efporlo velato nel Ciborio per tre. giorni in oc- cafione di qualche agonizzantefrate!io de' 33.de*'quali veniva compofta la Congregazione
nuova;
e di fare Tefpofizione, e funzione il Giovedì, Santo delSepolcro . v1ufqggp
czùudi»
la Coltìtu-T zione didover
ricevere ogni altra psrfona ,che
avelie
combattuto
contra ilTurco
,benché
fiaIta- liana , enullameno
quelli > chefodero (tatiSchia- vi , e finiilmente i Frati, e Religiofì , chenqn
avellerò
Convento
in Firenze, .Incominciata così la fabbrica.-materiale da*
fondamenti
,acui ilGranduca Co
(ùntofommini-
ftrò ferramenti , e legnami, /labilità
venne
la for-male
delle Coftjtuzionicomponendoli
di 32. fra-B
2 telli,11
telli, e 33. còti lui ftefFo ,
che
éran quafi tutti Nobili (diftinguendofi dagli antichi nel colordel*la verte ) e quelli ampliati poi fino in 150.pagar
dovevano
ditalkuna
doppiaV anno
permantenere
il
Luogo,
fupplendoilMelania
tutto il reftante .Il Sacerdote Filizio Pizzichi Cappellano dei
Gran
Princ.Ferdinando
de'Medici
^Dottore deli*Univerfità
de'Teolog^uomo
attivo,intraprenden- te,ed impegnofo
,che
eraunp
de* Fratelli,
voi
ehda moderare
, e correggere ciò,che
avevalaudevolmente
ftabilitoilCo. Melani ,venne eoa
lui a qualche contefa . Il
Melani
di ciò die-de
parte alGrand.
CofimoIII. il quale, affinchènon
r^daffe difguftato sì liberale benefattoreda
tralafciar l'opera,
come
era feguito in S.Torn- mafod' Aquino
,ordinò,che
ilPrete Pizzichinon
mettefle più piede in quefto
Luogo.
E
fu allora,che
il Pizzichiemulando,
fi die-de con
altri Preti inficine a fabbricare per lo Spedale de* Preti oltramontani Pellegrini, eme-
diante l'aiuto del
Gran
Principe,che
a lui do-nò
fimilmente tutti 1 ferramenti, è legnami bi- fògnevoii ,venne condotto
quefto altro pioLuogo
a perfezione , allatoappunto
allaCongre-
ga maggiore de'Preti,
qualmente anche
all'efter-no
fi ravvifa »Finalmente tornando
allaCongregazione
no- ft^a, efla fu finita di edificare, e adornare fplen-didamente Panno
1687.con
fauftoaccadimento, come
fi vedrà più fotto nel riferire alcuni la- feiti, che ilConte Melani
fece allamedefima.
Frat-
»3 Frattanto
venuto
l'anao 1(589. il dì 2&- di Febbraio dall'Incarnazione giunfe in Firenze a ore 2t. il Principe Elettorale Gio. Giorgio di Saflònia primogenito di quell'Elettore, e ven-ne
afmontare
alla Cafa delConte Domenico Melani
fuoAgente
, nellaVia
delCocomero
, adove
erano già arrivati in parte i fuoiGen-
tiluomini, e dodici altre perfbne di fuo fcrvi- 2Ì0, fenza. quelli rettati indietro
con
alquante loro robef ed a tutti quelli dalConte Melani
fu dato^ quartiere. Il dì feguente fu trafmeflb ivi il regalomandato
dalGran
Principe Ferdi-nando
,dimagro
, poichéeradi Quarefima, che a portarlo erano 30.uomini,
fénza le ftanghe,
che conducevano
il vino, ed il ghiaccio .E
di piùlì
medefimamente
permodo
fegretofa manda-
to dal
G.
Principe fteflo di grado-con
confettu- re, frutte , ed altro.Era
di camerata del Saflbneun
figliuolo naturale delRe
diDanimarca
,che
paflava di qui aLivorno, onde
tre carrozze diCorte
lepiù belle dettero al Urvìiìo di efli non. folo,
ma un
bel QuartierefuaddobbatoUmilmente
per loro in Cafa delDuca Antonino
Salviati ;febben queftonon
fu voluto accettare dal Principe di Saf- fonia: a prendere il quale fi portarono le dette carrozze ne' dì feguenti, ne' quali fu compli-mentato
dalGran
Principe yfendovi il Salviatiyed
il MelaniAgente con
loro.Nella Cafa del
Conte
Melani abitòpure
il Principe di SafTonia al fuo ritorno da
Roma
,che
14
che
fu il dì tt.d'Aprile
1690. 'con feiCava-
lieri , e fervitù; alla quale portoffi
anche
ilGranduca
inun
de'giorni furfegucntidopo
la folita viiìta alCorpo
di S.Antonino
in S.Mar- co
;accompagnato
da tutta la fua fervitù alta , e baila : liccome fece in altro giorno ilG.
PrincipeFerdinando
,quiviriconducendo
il Sereniffimodi Saffonia,eh?
era flato aun
grandiofopranzo
al- la Villa di Pratolino : e fìmilmenté ad elfo abita- zione del Melanivenne
il Princ.Gio.Gallone
per dare ilbuon
viaggio almedefimo
,che
partì diFirenze
ildì 25.XL'Aprile per Venezia,con
lafcia- re allamadre
deiConte Melani
cinquecentotol- leri, ecento
altri alla fervitù della Cafa di lui.Né
qui difeonviene il porT
occhio per trarne notizieopportune
fopra alcuna parte del fuolungo
te(lamento .Nel
dì 12.delmefed'A-
gofto
Tanno
1690. portatofi egli fuor di Firenzeal
Convento de
7 PadriCappuccini
diMontughi
,
fece ivi la fua difpofizione ultima per i rogiti di Ser
Giovanni
diGiufeppe
LapiNotaio
Fioren- tino, laquale fi trova nel noftroArchivio Gene-
rale
con
quefto principio:U
llluftriff.Sìg*Dome-
nico del quond. Sig. Santi de'
Metani
Marefcìal-lo della Sereniffìma Elettrice , e Minijìro del Se- reniffimo Elettore di Saffonia a tutti i Sereniffimi Principi dell'Italia . Nella quale , oltre all'eleg- gere la fepol tura
(morendo
in Firenze ) nella fua diletta Confraternita della Purificazione ridotta&
Chiefa , ordinò , chedopo morte
gli fofiero fìtte celebrare Mefie400.
nella Chiefa de'Cap-
P
uc-*5 puccini di
Montughi,
300. in S.Marco,
200.nella Chiefa di S. Erancefco alla Doccia, 200.
in S.
Giufeppe
, e 100.In
S.Àgoftino fulla Cofta .Ordinò, che
in perpetuo fi face(Te la limo- fina a*Padri Cappuccini,ed ognianno
foffer date loro libbre 12. di cera lavorata.Volle
che
ai Pellegrini bifognofi fi defle ca- micie, calze, e {'carpe , giuda la lor neceflità .Lafciò ducati quattro il
mefe
alla Signora Caterina Melani fua forelta durante la di lei vi- ta, la qualfomma
foffe data al Cuftode de' Paz-zerelli,
dove dimorava
effaCaterina,efeudi quin- dici ognianno
per il fuo veftiario.Fece
alcuni altri lafciti , alM.
K&v.Padre Domenico
de'Melani Monaco
Ciftercienfe , eallaM.
Rev.Madre D. Domenica Diamante
de' Me**lani
Monaca
Profeffa inBoldrone
.
Lafciò a Jacopo Fortini , e fuoi figliuoli il
piano della Cafa donato in vita , e
che
elfigode- vano
dì prefente, polla nel popolo di S.Mìehsl
Bertelde,o degliAnùnuii
. L,afcìò alP.Gio. Ba-tifta Canini fuo Maeltro dùcati 12. per
una
fol volta.Ai
Padri fuddetti di S. Franceicoogni an-no
libbre 6. di cera . AllaMaddalena
fua ferv&- ducati io. Alla Margherita figlia di- dettaMad-
dalena, che fi trovava al ferviziofuofeudi 25. per
una
volta da darli a lei nell'atto del fuoma-
trimonio. Alla Maria de' Melani giàTurca,
ed oggi ,come
ivi fi dice , battezzata , e che è alfuo fervizio , feudi $0. da darlefi nell' atto del ma->trimonio .Coftei
panni
, chefofleunadi quelle 26.fchia-
1<S
fchiave
comprate
già aLivorno
da! Venerabil Servo diDio
Filippo Franci per toglierle dal-la Religione di
Maometto.
Lafciò al Dottor Frtncefco
Maria Ambro-
gi
una
catenad'oro,
e chiave colla reliquia della SantaCroce, che
elfo Teftatore portavasi collo..
Diede
ordine,che
ai Pellegrini, nel!'ufeir dallo Spedale fofle datoTempre
lireuna per
ciafeheduno, e dato aimedefimi
ilpane
feeon*do
il folitoTempre
.Che
da tutti i Fratelli dellaCompagnia, che non
foffero a fpecchio, fi difpenfaffe deli*eredità del Teftatore ogni
anno
nel giorno di S.Giufeppe
runalimofma,
la qual difpenfaffe cia-feheduno
di loro apovere
famiglie.Comandò
,che
in perpetuo alle-donne ,che vengono
co' Pellegrini , enon
poflbno riceve- re Tofpitalità neir Ofpizio , fi deflepane,
evino,
ed un'adeguata porzione di pietanza ,o
in difetto
una
limofina di danaro,fendo
proibi- to dalle CoftituzioniT
introdurdonne
.
E che
da i fuoi Efecutori, ed eredinon
fimettefie in detto Ofpizio
memoria, né arme
del Teftatore.La
cifra in elfoè$efus ,Maria
yjofepb . Lafciò al Servo pròtempore
di xlettaCom-
pagnia della Purificazione feudi 6. ogni
anno.
Defiderando faviamente il
medefimo
,che
la Chiefa della
Congregazione
folle fervitacon
ognimaggior
decoro, a queft'effetto or-dinò, che
fi continui a fare affifteredue Che-
tici
.
I7
rici in detta Chiefa coti
una
molto propria re-munerazione
.Ordinò, che
fi continuafTero ognianno
nella Chiefa di detto Ofpizio gli Oratorj in
Mu.
fica, e vi fi facefiero gli Efercizj Spirituali
.
In
modo
fimigliante fi vedeordinato,che
dai Fratelli della Congregrazione fi doni a fpefe della fua eredità ioidi 6. e dan. 8. per ciafche-
duno
de* tre poveri , ai quali in ciafchedunme-
fé fecondo il folito fé gli dà da definare.
Ordinò, che
degli effetti,che rimarranno
nella di lui eredità, /ubico feguita ladilui
mor-
te, fi coflituifieun fondo
in luogo cauto , e fi-euro
,che
renda tanto frutto per lafomma
di feudi 40. ognianno,
acciò colla detta entrata lìfaccia celebrare
una
Mefla quotidiana nella det- ta Chiefa, eCongregazione
, ed ogniLunedì
di-ciafeuna fettimana all' Altare privilegiato
.
Venne anche
ordinato,che ognianno
inper- petuo fi liberino dalle StinchegY
infraferitripri- gioni de i più bifog.nofì ,purché
il loro debi- tonon
ecceda feudi 4. per ciafeheduno.
Nel
giorno deiVenerdì
Santonum.
5.pri- gionicon
isborfare feudi 20.Nel
giorno della Feftività della SS.Vergine Annunziata
tre altri prigionicome
fopra.
Nel
giorno della Santa Converfazione altri ere prigioni,con
riveftire inoltre tre poveri ignudi , e fpendere in ciafchedun veftito ducati quattro.Nel
giorno della SS.Trinità altritre prigioni..1. xxvi.
C Nel
i8
Nel
giorno del Patriarca SanDomenico
al- tri tre.Nel
giorno di SanTommafo
d'Aquino
al- tri tre.Nel
giorno di S. Francefco tre altri.
Nel
giorno della Purificazione della Bea-.tiflima
Vergine
altri tre prigioni nellamaniera medefima
.Lafciò finalmente, oltre tutto ciò, allaCafe Pia del Refugio di S. Filippo
Neri
di Firenzelafomma
di feudi 200. peruna
volta tanto perbe-»nefizio de*Poveri di effa Pia Cafa .
Era
quefta ( dicafi per chinon ne
fotte in-formato
appieno ) quelLuogo chiamato
Cafa Pia del Refugio , conofeiutooggi fottoil volgarnome
drQuarquonia,
inftituito nel dì i. diNov.
1653.fbttilmejite per ppcra di
un
tale Ipolito Fran- cini Occhialaio inun
miferabilmagazzino da mercanzie
nel vicolo di Ser BiviglianoBaroncelli per toglier Ha* pericoli, per educare Criftianamen- te , per nutrire, e in fine per medicare dallo/fchifo malore della tigna quei ragazzi oziofi, va- gabondi, e fenza guida,
che
fpiritualmentc, e corporalmente aveanouopo
di fovvenimento,' e di cura •E
quimi
vald'occifione l'aver io il bron- co del Sigillo ,che
fino fui belprimo
della tenaifliaia fondazione di effaQuarquonia
fece per imprefa , e fi tuttora lamedefima,
con- tenente un* orfa ,che
colla lingua dàforma
ai fuoi partii
mi
vale >dico,
arimembrare
con-19
con non Importuni
digreflione, che cflbRicove- ro di San Filippoeracominciato ,e tuttavia fufli- fte di limoline,e dipuro
accatto, ficcome fipuò comprendere
dalprimo primo
fuooftello, apertoli affai avanti che fi penfaffeTanno
1672. a poter forfè condurre talimendichi
figliuolia S.Gio. Ba-tifta della Calza , e
prima
altresì ,che
crefciuticffi in copia , veniffero pofti l'anno 1676.
dove
fon di prefente,mediante
la diligente, e pieto- fa attenzionedell'uomodiDio
ilSacerdote Filippo tranci Convittore nell'Oratorio di S. Firenze.La
mendicitàdi quelloLuogo
,che
era tale«ziandio nel 1691. fi
prova con una
letterapreffodime, che
trafmife ilchiarifiìmoDott.FranccfcoRedi
al Dottore StefanoBonucci
in quella guifa;Jllu/lrijf. Sig. Sig. Padr. Colendijf.
Il Sig. Filippo Franci
mi ha ferina una
let- tera , nella qualemi domanda
4tn pocodilimofinaper
i fuoi poveri. PregoV.
Sig. a voler portar*gli
una
piaflra in mionome
.E
quando V. Sig.rifeuote di nuovo la
mia
/olita provvifione fé la ripigli .Mi
feufi di quefto ìnuvmudv, che leporto, emi
comandi. Stia allegramente. Fifa 25. Gcn<*naio 1691. ab ine.
Di
V. Sig. IlluJIrifDevotifJ. Serv. vere Francefco Redi.
^Nel
tempo adunque
di così mendicare,fervi dì gran fuflidio inmorte
delConte
Melani lagenerofa limofinadi 200. feudi; nella maniera
che in
vita fu di grangiovamento
qijiviuna
fua affi-C
2 ften-io
ftenza in perfona
quando
egli erauno
del nu-mero
di quelli altri 33. adonore
degli anni diG.
Crifto colnome
di Protettori, i quali tra Sacerdoti, e fecolari ftanno algoverno
dital Refugio; anziché era ancora effo
Melani
tra loro quello § che fi appella Provveditore al-lorquando
fcrifle di Pifa ilGranduca Cod-
ino III. a luicome
Provveditore dellaCa-
ia Pia.
Sodenne
perciò eglimedefimo
tale primaria ingerenza fino altempo, che
la fopra narratt occupazione/non meno
pietofa di quefta, il ri-chiamò
, cioè delP Ofpizio diVia
di S. Gallo PAccedendo
qui Provveditore nella fua partenzail dèvotiffimo Carlo
Gianni
„Io
non ho
tantoinmano
da afferirequando appunto
ilVener.
Filippo Francicon
glialtrifuoi Colleghi nel Pio Refugio fi rifolverono di af- fègnare in eflbun
rabitazione di ritiro per ledonne
gravide pericolanti di fare aborto , fé ilConte Domenico Melani
ebbe in ciòincumben-
ze dal
Sovrano medefimo
, e foffe ancora de' 33.Protettori .
Lo
Scrittore della Vita del Franci ilSacerd.
Niccolò
Bechidi eflb raccontaquanto
ap- preflb:Avendo
egli offervato particolarmente effereinfuni in quéi tempi formidabili abufi intorno al procurare gli abortì\ ondeficommettevano orribili misfatti in tal materia con poco fcrupolo della genfe > che abitava tanto per le
campagne
,quan-
to p?r le Cittì; con
pavé maniera
il Franci ai Può prò fimo affato in qttefii gravifalli , porgevaPitti*
li benignamente la
mano
per /allevarlo,an
tiandòallefuefpirituali , e terrenemiferie opportunori-
faro ; avvegnaché anche in perfine di non ordina- ria condizione accadevafornente, che ft ritrova- vano alcune fanciulle, e vedove cadute in vergo- gnosi errori ec. e vinte dal rojfore ec. adoperava- mo ogni arte per abortire con perdita irreparabi- le di quelle innocenti creature, e con offe
fa
gra-vìfftma di
Dio
( tuttoché leproibizioni, eie Sco-muniche
de'Sommi
Pontefici ciò vietaflero.)La-
mde
per ovviare a quefto sì perniciofomale
,pen-so ilnoflro Filippo di ritrovare il
modo
per for-mare una
Cafa di ritiro, la qunle allora non era in Firenze,per potervi ritenere con tutta la fe- gretezza pofjìbile sì fatte donnefin tanto che non fi foffero totalmenteJ
gravate decloro portati. Se-gue
por a narrare eflb Scrittoremede/Imo
co-me
nella Cafa Pia,che
è il luogoprefente , era un'affaiampia
, e fpaziofa abitazione , e chenella parte fuperiore virimaneva un
appartamento a£»fai capace; perlochèil diede
mano
a riparareidi- fordinicon fermo
regolamento dai Protettori.Ma
conciofliachèchi fcrivenon
affegni Y epoca ,Iadubbiezza
non
fipuò
togliere del tutto . Si rile-va bensì ,
che
ilConte
Melarli erauno
di queifacultofì , che in Firenze ftudiavanfi inognigui- fa di condurre a
Dio
leanime
pofte in cattivo flato .ErafI
una
fiata portato in perfona a Livor-no Y amico
fuo Filippo Franci per provvedereuna
quantità di lino da fervir di lavoro a que-fto
11
fto Refugio , ed Ofpizio de' fanciulli ,
quando
eiTendo
un
giorno alMolo
dieflbPorto , egli vide approdati unanave
foreftiera, dentro alla quale erano ventifeifemmine Turche
fatte fchiave, eipofte ivi alla pubblica vendita.Commoflbegli
a pietà di quelle
mefchine
, lecomprò
tutte a 26. per fareuno
fpirituale opportuniffimo ne- gozio; e condottele a JFirenze , ed inftruendole e da fé , e permezzo
d'altriSoggetti nellaSanta vEede , ebbero tuttequaiu&T acqua delBattefimo;e avutala ,-lediftri-buì alleFarniglìe,<cuiandavano
del pari le facilità , e lapietà , le quali(com'
era il co-ftume) imponevano
ad effefemmine
il lor cogno-me.La
Sereniffima VittoriadellaRovere madre
delGranduca
volle fubito rimborfarlo dello fpefo, e tutti quei Signori,che
dal Frane!vennero
fa- voritid'una
Sciviava,o
di più, a luicon
largamano
corrifpofero.
Anche
di tal altrobenefìzio fpeciale vi fi bra-merebbe
lanotiziadélFarmo. Puoffiperaltro con- getturare dadue
lettere originali inedite delVe-
nerabil Filippo ,
che hanno
la data, fentte di Firenze aLivorno
al SenatorCammillo
diGi- no Capponi,
ecomunicate
ame
gentilmente daun
Cavalier Fiorentino>che
le poflkde, efono
llluftrijf. Sig e
Padron
-ColendifiLa
copio/a elemofina, che V.fSig. llluftrifima fi è compiaciuta compartirea
quegli poverini ,farà
fucila , che le impetrerà dal Signore abbondanti/- finta la retribuzione; e tanto piùefendo avvalora- ta dalle orazioni de'poveri medefimi. lo pertantonon
-•1
*3 tton mancherò di tenerla raccomandata a
Dio
nel-le
mie
, benché fredde preghiere.
Circa quelle creature, che V. Sig. Illujlrif.
mi
ha avvifato vogliono venire alla Santa Fede>ella pigli quella rifoluzione , che più ftima efpe~
diente:fé gli pare, che io deva venire apigliar- le,
me
lo avvifi; fé le vuolemandare
lei mede- fima , le potrà inviarea
quefti Catecumeni, per- chè ne ho di già parlato con la llluftriff. SignoraMarche
fé Medici , et è contenta . Starò attenden- do ifuoi cenni, e le bacio con vivo affetto lema*
vi. Firenze i$. Gennaio 1675.
Devotijf. et Obbligatijf. Servitore Pr. Filippo Franci
.
In fequela della quale
dopo
cinque giorni fcrif- fé queftallluftriff. Sig. e
Padron
mio Colendìff.Affettava io ordine
da V.
Sig. llluftrijfima dì quanto doveva fare in caufa di quella donna% che e in Lazzeretto ,ma
non havendo veduta al- trafua ,e
fentito dal Sig.Andrea C
orfini^ qua-le fi trova
gravemente
indifpojlo per caufad
yun
ffbito accidente accadutoli, per il quale non fon»
venuto coflì in perfona , che ella gli aveva detto, che io venifi\ ovvero
manda
/fiper effa ; il che h»fubito efeguit* confpedire- il latore di quefta
mia*
che
farà
il Reverendo Prete AntonioMozzi mio Compagno
, afui ella potrà farla confegnareficu*r
amente
\ efenttndoy che vi fieno dueMore
Cri*ftiane , prego
V
. Sig. Jilu/lriff. voglia operarenm
fi perdiney t
fépotejfi inviarle per
U
prejenteoc- ca-24 canone
^farebbelene .
Et
offerendomelefempr
e,ba- cio a V. Sig. lllufiri/f. lemani.
Firenze 30/Gfjf-mìo
\6ji. Devottffi et Obblig. Servitore Pr. Filippo Fratte* .Bel invero
rammentandoci
la particola delTesta-mento
del noftro, la Schiava, che erto avea te-nuca in Cafa, e che aveva avuto nel fuo Batte-
llo!o il
nome
diMaria
de'Metani
,mi
fa fo- fpettare, ch'ella foffe di quelle ; tanto maggior-»niente eh' ei le lafciava cinquanta feudi allor
buona
dote per maritar/!.Il termine poi del
Testamento medeflmo
è,che
erede univérfale di tutto il fuo avere in- ftituiva laCompagnia
de' Poveri di Crifto nel fuo Ofpizio diGesù
,Maria
, eGiufeppe
, e inelfo le molte Reliquie; in fpecie il
Legno
della SantaCroce
inun
Reliquiario ricchiflimos l'ar-genteria , i preziofiarredi facri , ne' quali
venivaa comprefe una
pianetacon
piviale, e tonacelledi colornero
di fupefbo lavoro, fatte delmanto
abruno
dell'Eleuor
di Saflbnia ,che
alConte
l'ave-va donato. *• \ ' *A
Ed impiegando
gli altri tre anni di vita,
che
gli rimafero ,in affiftere colla vigilante fua perfona agli efereizj continui di devozione,e
di mifericordia,che
vi fi facevano, pafsò all'eternità in fua Cafa nel Popolo del
Duomo
il dì 12. di Luglio dell'anno 1693. a ore 15,
prevenendo
di pochi mefi il paffaggio al Cielo del fuo Collega il Pr.Erahci, eia vedovanzadel-ia .Cafa del Refugio.
Avea
già egliordinatod'ef-fer
fer fe-polto
come
fa , dov*erano le fue maggiori delizienella Chiefamedefima
della Congregazio-ne. Molto venne compianto,
ed acclamatoda chiunque
eziandiofolo per fama il conofceva* Per fine la fera mediante V aflociazione de' Fratelli,
e de* Cappellani di S.
Lorenzo
fu condotto allaChiefa l'addetta,
dove
poi flette efpoilo il dì ve- gnente ai folenni fuffragj.
Le
fue Efeouieconfermarono
;quanto
dTfo- pra ioho trovatole
di più ancoraaggiungono
alcuaa cofa , imperciocché fulla porta dellaCon-
gregazione fu in intelligibilforma
affiflb quefto Elogio.
DOMIN1CUS DE MELANlS
FLORENTIAE
CUNAS
ACTUMULUM DOMINICO CAETERA
5>EBET FLORENTIA .QyANTAE
NOBILITATO IN EQ VIRTUS EFFULSERITHmC
HOSPESH
ADE. U'TAUGUSTISSiMUS CAESAR
j. PRIMAE
NOTAE
:NOi3ILEM DIX'IT .QUAM
RELIGIOSEPRUDENS
INAULA ROHANAM
FIDEM ITA IN SAXONIA SERVAYITUT
MER1TISAPUD DEUM
t
T1TUU6
AC CENSUAPUD
PRINCIPIAI MAGIS IN D1ES CUMULARiETUR.ì •
Ql/ID
M1RUM?
REGIAE DELTCIAS- AC FASTUS tfOCTURNIS LAGRYMIS COMPESCERATDURIS
ATTEREBAT
FLAGELLIS .LUSATIAE MAJORIS
PRAEFECTUM
1LECTRIC1S MATRISMARESCALLUM
ELECTORIS.
NON
SEMELAp
JfcJKGESLEGATUM
AGENSqr, xxvi.
D
pò-16
POPULOS REXIT ÉXEMPLO . SAPiENTIA REGESc
QUANTA REGNORUM ARCANA CUM
IPSO SEPULTA JACENT!JNGENIUM
CHR1STIANAE CARITATIS ADDISCE.IPSE
FUTURAM
INQUlRENSPERMANENTEM MÀNSIONEM
PIEPEREGRINANT1BUS CONDIDIT.
SACRAM
MUNIFICENTÌAM ALITEftNEMPE SATURARE NON POTERAT
QUAM
PLURESSACRO HOSPITIO
COMPLECTENDO
NATIONES AETERNITATIS 1MPATIENSHEREDES
NUNQUAM
PERITUROS 1NSTITUIT . -OyÀLlS DOMIN1CUS FUERITQUEM
IPSEMUTUM
VOLUlT UNIVERSO ORBI PER SAECULA LAPISDE
PARIETECLAMABIT
*Ed
ilNobil Giovane Abate Anton Maria
Salvini di multiplice erudizione fornito , col più culto dire
Tofcano
com'pofè , e recitò la.bella
Orazione
Funerale ,che
fi trova, data al- le ftampe >ponendo anch
1 elfo in veduta le rareprerogativedel fuo Defunto,infrale qualinon
fu l'ultima l'effere flato tanto caro ai Principi , e
Monarchi
. Quello però ,che mólto
più è va- lutabile', ilDottò
i1
Giufeppe Maria Brocchi am- mirando
leCriftiane virtùnon
ha dubitato po-fcia di appellare
Domenico Melani
uno de1Vene-
rabili Servi del Signore, morti in concetto di Santità , o almeno di Jìróordinaria bonth di vita nella
Tua Opera
deJ Santi FiorentiniTomo
I.U
*7
Il ritrattodi fédi eccellente pittura , che fi
mira
dentro al pioLuogo,
vi è (lato collocato conerà il fuo volere, ecomando, qvem
ipsemv- tvm
voluit, dalla grata ricordanza di quei Fra-telli, che
han
conofeiuto eflere (lata da lui tanto doviziofamente arricchita di pregi laCompa-
gnia .
Mediante
poiun Motuproprio
di S.A. Reale del dì 7. diGiugno
1773. *n
cu* ^u fopprefla la Congregazione,venne
ordinato,che
i beni di efla fervirdebbano
in altro pio, eneceflarioufo a benefizio della Patria ,con
paflare in depofitoal Regio Spedale di S.
Maria Nuova
, ficchè ilCommiflario
di efla 1' amminiftri : e dipoicon
altro
Motuproprio
èflatocomandato
,che
i beni fuddetti afeendenti adima
cofpicuafomma
fianoammenfati
a quelli dello Spedalemedefimo
col pefo d'alcuni faggiprovvedimenti
per le par- torienti povere, ed'un opportuno
ioccorfopeT
Confervatorio diOrbatello, e co'pefi della
con-
tinuazione d'alcuni obblighi ingiunti dalConte
JMelani nelTeftamento
fopraccitato.
D
2ii
.
!
UNIVERSITYOFILLINOIS-URBANA
3