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STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNO A VOLARE Il pericolo è in agguato! SECONDA PARTE CLASSE PRIMA

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Academic year: 2022

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(1)

STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNO’ A VOLARE

“Il pericolo è in agguato!”

SECONDA PARTE

CLASSE PRIMA

(2)

Diderot viveva in un posto abbastanza difficile da descrivere, perché a prima vista poteva sembrare un disordinato negozio di ogge9 strani, un museo di bizzarrie, un deposito di macchine inservibili, la biblioteca più cao;ca del mondo, o il laboratorio di qualche do=o inventore di aggeggi impossibili da definire. Ma non era niente di tu=o questo, o meglio, era molto di più.

Il posto si chiamava “Harry. Bazar del porto”.

“Terribile! Terribile! È successa una cosa terribile!” miagolò Diderot quando li vide arrivare.

“Cos’è successo?” domandò Segretario.

“È terribile! Terribile!…

(3)

Quei danna; topi si sono mangia; un’intera pagina dell’atlante”.

Leggo io!

(4)

“Ti daremo una mano, Diderot, ma ora siamo qui perché abbiamo un grosso problema e, visto che tu sai così tante cose, forse puoi aiutarci” miagolò Zorba, e subito gli narrò la triste storia della gabbiana.

“Che storia terribile! Terribile! Vediamo, fatemi pensare: gabbiano… petrolio…

petrolio… gabbiano… gabbiano ammalato… Ci sono! Dobbiamo consultare l’enciclopedia!” esclamò esultante.

“La cosa?!” miagolarono i tre ga9.

“La en-ci-clo-pe-dia. Il libro del sapere” spiegò deciso Diderot.

Ma ciò che l’enciclopedia diceva dei gabbiani non fu di grande aiuto.

(5)

DOMANDE

Cos’era questo Bazar del Porto? Cosa c’era dentro?

Cosa consulta Diderot per sapere così tante cose? Cos’è questo grande libro?

(6)

Leggo io!

I qua=ro ga9 balzarono dal te=o sul balcone e capirono

immediatamente di essere arriva; troppo tardi.

(7)

Colonnello, Diderot e Zorba osservazono con rispe=to il corpo senza vita della gabbiana.

Mentre la muovevano, scoprirono l’uovo bianco a macchioline azzurre.

“L’uovo! È riuscita a deporre l’uovo!” esclamò Zorba.

“Ti sei cacciato in un bel pas;ccio, caro guaglione. In un bel pas;ccio davvero” lo avverY Colonnello.

“Che farò con l’uovo?!” si chiede Zorba angosciato.

“Con un uovo si possono fare molte cose. Una fri=ata, per esempio” propose Segretario.

“Non se ne miagola neanche! Zorba ha promesso a quella povera gabbiana che si sarebbe preso cura dell’uovo e del piccolo. La parola d’onore di un ga=o del porto impegna tu9 i ga9 del porto, quindi l’uovo non si tocca” dichiarò solennemente Colonnello.

(8)

Leggo io!

Zorba rimase sul balcone, accanto all’uovo e alla gabbiana morta.

(9)

Con grande a=enzione si sdraiò e si avvicinò l’uovo alla pancia. Si sen;va ridicolo.

Pensava a quanto lo avrebbero preso in giro.

Ma una promessa è una promessa, e così, al tepore dei raggi del sole, si addormentò con l’uovo bianco a macchioline azzurre ben stre=o contro il suo ventre.

(10)

DOMANDE

Zorba e gli altri ga< cosa decidono di fare allora con l’uovo che hanno trovato?

Come cova l’uovo Zorba?

(11)

Per mol; giorni il ga=o nero grande e grosso rimase sdraiato accanto all’uovo, proteggendolo e riavvicinandolo con tu=a la delicatezza delle sue zampe pelose ogni volta che con un movimento involontario del corpo lo allontanava di un paio di cen;metri.

La sera del ventesimo giorno Zorba stava dormicchiando, e perciò non si accorse che l’uovo si muoveva, lentamente, ma si muoveva, come se volesse me=ersi a rotolare per l’appartamento.

(12)

Leggo io!

Lo svegliò un solle;chio alla pancia.

(13)

Aprì gli occhi e non poté evitare un sussulto quando si accorse che, da una crepa nel guscio, appariva e scompariva una pun;na gialla.

Zorba prese l’uovo fra le zampe anteriori e così vide che il pulcino beccava fino ad aprirsi un varco a=raverso il quale fece capolino la sua minuscola testa umida e bianca.

“Mamma!” stride=e il piccolo gabbiano.

“Mom! Mom! Mom, I’m hungry!” stride=e beccandogli la pelliccia.

(14)

Leggo io !

Cosa poteva dargli da mangiare?

(15)

Zorba corse in cucina e tornò indietro facendo rotolare una mela.

Il piccolo becco giallo toccò la buccia, si piegò come fosse stato di gomma e, quando poi si raddrizzò di nuovo, catapultò il pulcino all’indietro facendolo cadere.

“I’m hungry” Mom, I’m hungry!”

Zorba tentò di fargli beccare una patata, qualche croccan;no. Fu tu=o inu;le.

Uscì sul balcone e aspe=ò pazientemente che una mosca arrivasse a ;ro delle sue grinfie.

Non tardò a ca=urarne una e la consegnò all’affamato.

Il piccolo prese la mosca nel becco, strinse, e chiedendo gli occhi la ingoiò.

(16)

Leggo io!

“Buona pappa! Ancora, mamma, ancora!”

(17)

Zorba saltava da una parte all’altra del balcone.

“Ho sonno, mamma” stride=e.

“Sen;, mi dispiace, ma io non sono la tua mamma” miagolò Zorba.

“Certo che sei la mia mamma. E sei una mamma molto buona”.

Quando arrivarono Colonnello, Segretario e Diderot, trovarono il piccolo addormentato accanto a Zorba.

“Congratulazioni! È un bellissimo pulcino”.

“Mamma, chi sono ques;?” stridete il piccolo indicando i ga9.

“Mamma! Ti ha chiamato mamma! Ma è terribilmente tenero!” esclamò Diderot.

“Bene, caro guaglione, hai tenuto fede alla prima promessa e stai mantenendo la seconda, ; resta solo la terza” dichiarò Colonnello.

“La più facile: insegnargli a volare” miagolò Zorba ironico.

“Ci riusciremo. Sto consultando l’enciclopedia, ma il sapere richiede il suo tempo!”

“Mom! I’m hungry!” li interruppe il piccolo.

(18)

DOMANDE

Perché l’uovo sembrava che rotolasse per l’appartamento?

Come mai la piccola gabbianella chiama il gaBo nero grande e grosso “Mamma” anche se diverso da lei?

Zorba cosa prova a dare da mangiare alla gabbianella? E cosa

riesce a mangiare alla fine la piccola?

(19)

Mentre i ga9 miagolavano, il pulcino faceva una passeggiata.

All’improvviso un animale con gli occhi rossi, che non era affa=o imbalsamato, gli sbarrò la strada.

“Mom! Help me!” stride=e disperato.

Il primo ad arrivare fu Zorba, e appena in tempo, perché in quel preciso istante un topo di fogna stava allungando le zampe anteriori verso il collo del pulcino.

Quando vide Zorba, il ra=o fuggì dentro una fessura del muro.

“Mi voleva mangiare!” stride=e il piccolo a=accandosi a Zorba.

Zorba si avvicinò alla fessura. Dentro era molto buio, ma riuscì a scorgere gli occhi rossi del ra=o.

“Voglio vedere il tuo capo” miagolò Zorba.

“Sono io il capo dei topi”.

“Se tu sei il capo, allora valete meno degli scarafaggi. Avvisa il tuo capo”.

“Questa è bella. Guardate un po’ chi ci fa visita. Il ga=o ciccione” squib il capo dei topi.

“Ciccione! Ciccione!” fecero coro dozzine di ra9.

“Voglio che lasciate in pace il pulcino”.

“E così i ga9 hanno un pulcino. Lo sapevo. Si raccontano molte cose nelle fogne. Si dice che sia un pulcino saporito. Molto saporito. Hi hi hi!”

“Quel pulcino è so=o la protezione dei ga9” miagolò Zorba.

“Che bru9 modi hai. Va bene. Niente purè di ga=o e niente purè di pulcino. Si può negoziare su tu=o nelle fogne” acce=ò il topo.

“Cosa chiedi in cambio per rispe=are la vita del pulcino?”.

“Passo libero nel cor;le”.

“D’accordo. Potrete passare nel cor;le, ma di no=e, quando gli umani non vi vedranno”.

(20)

DOMANDE

Chi vuole mangiare la gabbianella?

Cosa fa Zorba? Chi incontra?

Quale paBo fanno i ra< con Zorba?

(21)

Ora tocca a voi…

QUALE PARTE MI è PIACIUTA DI PIU’?

COSA è SUCCESSO?

Scrivi 2/3 frasette che raccontano la tua parte preferita e perchè.

Se vuoi puoi abbinare un disegno anche con delle paroline in inglese.

ALLA PROSSIMA PUNTATA!

https://www.youtube.com/watch?v=VuzRgflh3io

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