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17/3/2017 Rapporto Adapt, a tracciare la strada sono ancora le grandi imprese del nord http://www.ildiariodellavoro.it/adon.pl?act=doc&doc=63393#.WMukd1XhBhF 1/2 0

CONTRATTAZIONE

Rapporto Adapt, a tracciare la strada sono ancora le grandi imprese del nord

Argomento: Lavoro Autore: Tommaso Nutarelli

Le  relazioni  industriali  come  espressione  di  quel  diritto  vivente,  distante  da  quello  insegnato  nelle  aule  universitarie,  ma prossimo  ai  luoghi  di  lavoro  e  capace  di  cogliere  al  momento  le  trasformazioni  del  mercato  del  lavoro.  L'importanza  e  la centralità delle relazioni industriali, da sempre riconosciute e esaltate nei lavori del professor Marco Biagi, si devono al fatto che esse rappresentano l'arena più autentica nella quale nasce e si concretizza il vero dialogo tra le parti sociali.

È  con  questo  spirito  e  questa  attenzione  che  la  fondazione  Adapt,  creata  da  Biagi  nel  2000,  ha  presentato  il  suo  terzo rapporto sulla contrattazione collettiva nazionale,  in occasione del ricordo del giuslavorista bolognese ucciso quindici anni fa dalle Brigate Rosse.

La  panoramica  sulla  contrattazione  collettiva  nazionale  ci  restituisce  una  realtà  estremamente  dinamica  e  complessa,  nella quale le relazioni industriali sono attraversate da un profondo pluralismo, che però si articola e si orienta sempre nel rispetto delle normative contenute nei diversi contratti collettivi nazionali. Il rapporto prende in considerazione 24 CCNL, 22 contratti territoriali e 370 aziendali.

Tre sono stati gli highlights indagati e discussi nel corso della presentazione: salario, orario di lavoro e welfare. La retribuzione è ancora l'istituto maggiormente regolato dalla contrattazione, dove si registra un forte aumento del salario variabile. Tuttavia il  limite  che  colpisce  quest'ultima  modalità  è  il  suo  essere  legato  ancora  ad  una  logica  meramente  redistributiva,  e  non incentivante.  Riguardo  alla  retribuzione  minima,  il  rapporto  evidenza  un  aumento  dell'1,2%  rispetto  al  2015,  e  una diversificazione degli strumenti per la determinazione dei  livelli minimi.

Una grande dinamicità emerge nella gestione dell'orario di lavoro, con numerose forme di flessibilità pensate prevalentemente nell'ottica della conciliazione tra vita e lavoro. Una pluralità di istituti  sempre in linea con le indicazione dei CCNL.

Infine  il  welfare  aziendale,  che  acquista  progressivamente  spazio  nelle  dinamiche  contrattuali,  ma  che  si  sviluppa maggiormente sul versante quantitativo piuttosto che su quello qualitativo. Un numero crescente di imprese dichiara infatti di avere introdotto misure di welfare, ma molto spesso si tratta di interventi definiti in modo unilaterale, senza monitorare i veri bisogni dei lavoratori. Tra i servizi maggiormente contratti troviamo quelli per il work­life balance (17%), i buoni pasto (14%), seguiti dall'assistenza sanitaria (12%) e la previdenza complementare (10%).

Ultimi  due  elementi  riguardano  la  dimensione  aziendale  e  la  collocazione  geografica.  Sono  ancora  le  imprese  di  grandi dimensioni a guidare il carro per quel che concerne gli aspetti più interessanti e innovati della contrattazione, soprattutto al livello  aziendale.  Infatti  il  50%  dei  contratti  è  stato  siglato  in  aziende  con  più  di  500  adetti.  Permane  inoltre  un'ampia sperequazione tra le varie zone del paese, con il centro­nord che vede una diffusione molto più ampia della contrattazione, a tutti i livelli, rispetto al sud e alle isole.

Tommaso Nutarelli 16 Marzo 2017

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