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Estratti da Marino

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Academic year: 2021

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Estratti da Marino

1 Strane

Bellezze del Marino Canto I

2 Canto II

Tu discerni colei, se me discerni, Cui cede ogn’altro Nume i primi onori, Imperatrice degli Eroi superni,

Consorte al gran Motor Re de’ motori. Vedi il più degno infra i suggetti eterni, Che ’l Cielo ammiri, o che la terra adori, Innanzi ai raggi della cui beltade Lo Stupor di stupor stupido cade. Sta 87.

[...]

Il Sol ritenne il corso al gran viaggio, Inutil fatto ad illustrare il Mondo, Perché vide offuscato ogni suo raggio Di splendor più sereno, e più giocondo. Volea scendere in terra a fargli omaggio, Ambizioso pur d’esser secondo;

Poi tra sé si pentì dell’ardimento,

E d’ammirarlo sol restò contento. Sta 126.

[...]

Che non potran la face, e l’arco d’oro? Qual cor non fia dalle lor forze oppresso, Se ’l sacro olivo, e ’l sempiterno alloro Inducono a sprezzar Paride istesso, E l’umil mirto ei preferisce loro? Anzi piuttosto il funeral cipresso,

Poiché ’l suo nome onde si canta, e scrive Per tante morti immortalato vive. Sta 177

3 Canto III

Volgesi agli occhi, e dice. Un degli ardenti Vostri lampi, occhi cari or mi consoli, Occhi vaghi e leggiadri, occhi lucenti, Occhi de’ miei pensieri, e porti, e poli, Occhi dolci e sereni, occhi ridenti, Occhi de’ miei desiri, e specchi, e Soli. Finestre dell’Aurora, usci del die Possenti a rischiarar le notti mie. Canto 3. ott. 86. Sol quelle luci tue rapaci, e ladre, Ch’involando da petti i cori vanno, Parto furtivo di furtiva madre

T’accusan nato, e con furtivo inganno. Or se membra sì belle, e sì leggiadre Fur concette di furto, e furar sanno, Non ti maravigliar se voglio anch’io Che chi mi fura il cor sia furto mio. [...]

(2)

Ma stimolando i musici corsieri.

Parla dei Cigni al Carro di Venere. – Canto 4

[...]

Scioglie, ciò detto, le canute guide.

Parla di Venere, e del suo Carro. – Canto 4.

[...]

Quel sovr’uman sovraddivino oggetto. Canto 4. [...]

Chi può senza morir mirar l’eccesso Di sì belli occhi? – Canto 4. ott. 44.

4 O macelli de’ cori, occhi spietati,

Di chi morir non puote anco omicidi, Voi, voi possenti a soggiogare i Fati, Siate le sfere mie, siate i miei nidi. In voi l’arco ripongo, e i dardi aurati, Che se poi contro me saranno infidi, Più cara (in tali stelle è la mia sorte) Dell’immortalità mi fia la morte.

Canto 4. ott. 45. [...]

Raccoglie già con querulo ululato La bella Psiche un cataletto oscuro, Lo qual non sa fra tanti orrendi oggetti Se ’l talamo, o se ’l tumulo l’aspetti.

Canto 4. ott. 53. [...]

Van padre e madre il nuzial feretro Accompagnando. – Canto 4. ott. 54.

Parla delle nozze di Psiche, e de suoi genitori

[...]

Rigida sì, che appena s’assicura

D’abitarvi l’Orror con la Paura. Canto 4. ott. 65

Parla d’una selva oscura.

[...]

Sì tremante, sì smorta, e sì gelata,

Che appena avea nel cor l’anima viva. Canto 4. ott. 69. [...]

Chi sol vive al dolore et al tormento E suol vita aborrir morte non teme; A chi mal vive, il viver troppo è greve;

Chi vive in odio al Ciel viver non deve. Canto 4 ott. 75

5 Tornan da capo alla medesma guisa

L’ascose ancelle et aprono i balconi, E della sua verginitate uccisa Motteggian seco etc.

Si leva, e lava et ode a mensa assisa etc. Canto 4. ott. 100. [...]

Non l’ascoltar; se d’ascoltarle brami, Pensa ascoltar delle Sirene il coro, Dal cui dolce cantar tenace, e forte

Mascherata di vita esce la morte. Canto 4. ott. 105. [...]

(3)

Così dalla memoria smemorata L’avviso mio ti cadde in un momento?1 Quest’è l’amor, quest’è la fè giurata? Dunque tu paglia al foco, io foco al vento? Tu dunque onda allo scoglio, io scoglio all’onda? Io stabil tronco, e tu volubil fronda? Canto 4. ott. 168. [...]

L’ire degli amator fidi, e veraci,

Non son, se non d’amor mantici, e venti, Che de’ freddi desir destan le faci,

E le fiamme del cor fan più cocenti. Canto 4. ott. 183. [...]

D’ogni calamità sia calamita. Canto 4. ott. 282. [...]

Timon ch’è dato a regolar con legge De la nave dell’alma il dubbio corso. Chiave ch’apre i pensier, man che corregge De la mente gli errori, e del discorso; Penna e pennello che con note vive

E con vivi color dipinge e scrive. Canto 5. ott. 1.

Parla della lingua

6 Canto V

Un mezzano eloquente un scaltro messo Paraninfo di cori innamorati,

Che viene, e torna, e patteggiando spesso Delle compre d’amor tratta i mercati; Con le parole sue fa quell’istesso Nei rozzi petti, e nei desir gelati, Che suol ne’ ferri far la cote alpina, Che non ha taglio, e le coltella affina. [...]

Trafigge, uccide, e del mordace dente, Benché tenera, e molle, è più pungente.

Canto 5. Sta 1.3.5

[...]

La contempla e saluta, e tragge, ahi folle! Da mentito sembiante affanno vero. Egli amante, egli amato, or gela, or bolle, Fatto è strale, e bersaglio, arco, ed arciero. [...]

E geloso del bene ond’egli è privo, Suo rival sulla riva appella il rivo. Mancando infin lo spirto all’infelice Troppo a se stesso di piacer gli spiacque. Depose appiè dell’onda ingannatrice La vita, e morto in carne, in fior rinacque: L’onda che già l’uccise or gli è nutrice, Perch’ogni suo vigor prende dall’acque, Tal fu il destin del vaneggiante, e vago Vagheggiator della sua vana imago.

Parla di Narciso Canto 5. Sta 26. 27.

7 Canto V

Beltà del Cielo, e Ciel d’ogni beltade. Parla di Venere Canto 5 Sta 30

[...]

(4)

[...] Il popolo volante

Parla degli uccelli Canto 5 Sta 34.

[...]

Cade, e in vermiglio umor versa la vita. Sta 51. parla d’un Cervo2

[...]

Ombran la fronte sua piante selvaggie Quasi dell’aspra testa ispido crine. Per l’occhio d’un canal distilla, tragge Lagrime, inargentate cristalline: Apre un antro3 le fauci appiè del fonte,

Quasi gran gola, e fa la bocca al monte.

Parla d’una rupe. Sta 86.

[...]

Ahi, che sugge ella umori, Ati faville Quantunque abbiano in ciò fonte diverso. De la mano, e dagli occhi a poco a poco, Mentre ch’ella bev’acqua4, ei beve foco.

Favola d’Ati. Sta 90.

[...]

Tosto alle furie infuriata, e stolta

Ricorre. parla dello stesso. Sta 94.

[...]

La feconda radice, ond’uom germoglia, E l’un e l’altro suo pendente peso Rei del suo mal, dal suo furore indutto Miser, di propria man tronca del tutto. Sta 95.

Parla d’Ati.

[...]

In quieta quiete aspro riposo. Sta 100. [...]

Contumaci del Sol, foreste oscure.

Imprecazione di Venere Sta 102.

[...]

Sfrondi il crin, sfiori i fior, spianti le piante.

Seguita l’imprecazione contro le selve. Sta 103.

8 Canto V

Fiamma di questo cor, Sol di quest’occhi, Vita della mia vita, alma dell’alma, Sappi, ch’un raggio sol de’ tuoi sembianti Può romper marmi, e calcinar diamanti. Sta 104. [...]

Canto VI E tu, che col pennel vinci gli intagli,

E i duo vicini sì famosi, e noti

Di Verona, e Cador non pure agguagli, Palma ma lor di man la palma scuoti. E tu, Baglion, che con la luce abbagli Dell’ombre tue, ch’han sensi, e spirti, e moti.

Sta 56.

[...]

Reni, onde ’l maggior Reno all’altro cede. Sta 57.

Parla di Guido Reni Bolognese.

[...]

Il Tauro è nave, e gli fa vela il velo. / Ratto d’Europa. Sta 625.

[...]

2 Tutto il rigo è di mano di Alfieri 3 Ms un’antro.

4 Ms vev’acqua.

(5)

Non tener più le luci al Sole ascose,

Le luci emule al Sol, del Sol gemelle. Sta 78. [...]

[...] emulator del prato Fa di se stesso ambiziosa mostra L’occhiuto augel [...] [...]

Dilettoso spettacolo a chi ’l mira Un più vago giardin dietro si tira. Sta 79.

[...]

[...] delle sue ricche bende Il superbo gemmajo in giro aperse. Sta 80.

Parla del pavone.

[...]

Tornaro al copular di due stagioni

I secchi dumi con stupor vermigli. Sta 109.

[...]

Descrizione anatomica, e fisica del naso da Sta 116 a tutta la 1206.

[...]

Trecce di canne, e reti, e gelosie

Alle ben larghe Lee tesson le coste. Sta 123.

[...]

In te verdeggi il fior, fiorisca il verde. Sta 130.

[...]

Arde la rosa di vermiglio foco;

L’odor sospiro, e la rugiada è pianto, Sta 132

9 Canto VI

Benedicati il Cielo e chi lo scrisse O sacro fior, che tanta gloria godi; E i fiori, in cui de’ Regi i nomi disse Leggersi antica Musa, or più non lodi. Chi vide mai, che ’n prato alcun fiorisce Primavera di spine, e lance, e chiodi? E che tra’ mostri al Redentor rubelli Pullulasser co’ fiori i suoi flagelli? Sta 139. [...]

Favonio ognor con la compagna Clori Della bell’ombra tua gli odori adori. Sta 143.

[...]

Chi non vide giammai serpe tra rose Mele tra spine, o sotto mel veleno; Chi vuol vedere il Ciel di nebbie ombrose Cinto quand’è più chiaro, e più sereno, Venga a mirar costui, che tiene ascose Le grazie7 in bocca, e porta il ferro in seno.

Lupo vorace, in abito d’agnello Fera volante, e corridore augello. [...]

Lince privo di lume, Argo bendato Vecchio lattante, e pargoletto antico, Ignorante erudito, ignudo armato, Mutolo parlator, ricco mendico; Dilettevole error, dolor bramato, Ferita cruda di pietoso amico, Pace guerriera, e tempestosa calma;

La sente il core, non l’intende l’alma. Sta 172. 173.

6 Da delle sue ricche fino a 120 di mano d’Alfieri. 7 Ms grazzie.

(6)

Volontaria follia, piacevol male Stanco riposo, utilità nocente, Desperato sperar, morir vitale, Temerario timor, riso dolente, Un vetro duro, un adamante8 frale, Un’arsura gelata, un gelo ardente, Di discordie concordi abisso eterno, Paradiso Infernal, Celeste Inferno. Sta 174.

10 Canto VI

Quel teschio scarno, e nudo di capelli, Quella rete di coste, e di giunture, Delle concave occhiaje i vuoti anelli, Del naso monco le caverne oscure Delle fauci sdentate i duo rastelli, Del ventre aperto l’orride fessure, De’ secchi stinchi le spolpate fusa Amor mirar non seppe a bocca chiusa. [...]

Onde pugna crudel tra lor successe,

Vibrando ella la falce, egli la face. Sta 203. 204.

Amore incontrando la Morte9.

[...]

Chi crederà, che forze accoglier possa Animetta sì piccola cotante?

E celan tra le vene, e dentro l’ossa Tanta dolcezza un atomo10 sonante?

O ch’altro sia, che da liev’aura mossa Una voce pennuta, un suon volante? E vestito di penne un vivo fiato,

Una piuma canora, un canto alato? Sta 73 parla del Rusignolo.

[...]

Caso in un memorando, e lagrimoso

Da far languir di tenerezza un scoglio. Sta 40.

[...]

Scopre il Punico stelo il bel tesoro Degli aurei pomi di rossor dipinti. Apre un dolce sorriso i grani loro Ne’ cavi alberghi in ordine distinti; Onde fa scintillar dal guscio d’oro Molti rubini, e teneri giacinti, E quasi in picciol11 Iride commisti

Sardonici, balassi, ed ametisti. – Sta 104.

[...]

Canto VII

Le stanze12 tre volte13 sdrucciole sono la 118 fino a tutta la 122 del canto Settimo

[...]

Ecco spunta la fronte a poco a poco

Già l’acque a’ duo begli occhi ardon di foco. Sta 135.

Nascita di Venere. [...]

8 Ms un’adamante. 9 M- su m-. 10 Ms un’atomo. 11 Ms picciol’. 12 Segue con dep.

(7)

11 Canto VII

Insieme con la Diva innamorata Adone alla gran mensa il piè converse. Amor paggio, e scudier l’onda odorata Sulle man bianche in fonte d’or gli asperse, Amor scalco, e coppier d’esca beata In cava gemma, e il buon licor gli offerse. Amor del pasto ordinator ben scaltro

Pose a seder l’un Sole a fronte all’altro. Sta 160

[...]

E per farlo di Dio divenir Bue

Nel dolce arringo entrarono ambidue. Sta 201.

Parla di Marte, e Venere.

[...]

Fa delle proprie infamie oscena scena. .– Parla di Vulcano. Sta 204. [...]

La colpa non è mia dunque se guasti Del piede i nervi, e le giunture ho rotte: Se rozzo, e senza pompe, e senza fasti Tinta ho la faccia di color di notte. Tu sei, che colaggiù mi confinasti Abitator delle sicane grotte:

Ma se ancor quivi io ti ministro, e servo, Non meritai di trasformarmi in cervo

Querele di Vulcano a Giove. Sta 209.

[...]

Deve per tutto ciò negli altrui deschi Cibo cercar la meretrice infame Dovunque il figlio a satollar l’adeschi Dell’ingorda libidine le14 brame?

Io pur al par de’ più robusti, e freschi Credo vivanda aver per la sua fame, Che dove un membro è difettoso, e manca,

Altra parte supplisce intera, e franca. – Segue Vulcano Sta 211.

[...]

Ma le corna che ascose io porto in grembo

Vo’ pormi in fronte manifeste, e chiare. – Segue 214. [...]

Canto VIII Traslato è in terra il Ciel. Venga chi vuole

In aquario quaggiù vedere il Sole.

Adone vedendo Venere nel bagno. Sta 83.

[...]

Ora il sen se ne spruzza et or la fronte E fa d’alto piacer piangere il fonte

Venere nel bagno Sta 81.

[...]

Canto IX E se v’ha stilla di purgato inchiostro

Prende sol qualità dal nero vostro. –

Invocando gli occhi della sua bella Sta 1

12 Canto IX

E mi vomita in man perle lucenti.

Parla d’un’anguilla magica. Stª 49.

[...]

(8)

Girò l’infausta chiave, e le sue strane Volgendo intorno, e spaventose rote, Abbassar fe la testa la fero cane, Che ’n bocca tien la formidabil cote Sì che toccò le macchine inumane, Onde avvampa il balen che altrui percuote; E con fragore orribile, e rimbombo Avventò contro me globi di piombo.

Parla d’un’archibujata che ebbe l’autore in Torino. Stª 84.

Canto X Ceder l’ombre notturne ai fiati d’oro – Levar del Sole Stª 7. [...]

E con perpetuo orror per l’alta mole Di fera in fera in tra le sfere il Sole. Stª 173 [...]

Né stanco posa, né ferito langue

Fatto scoglio di ferro in mar di sangue. Stª 190. [...]

Vedil vibrando a prova il brando, e ’l ciglio Ferir col brando, e spaventar con gli occhi [...]

Dal guardo è pria che dalla spada ucciso,

E chi fugge la man non campa il viso. – Parla d’Enrico 4. Stª 191. [...]

Veggio per l’onde placide, e tranquille

Sfavillar lampi, e lampeggiar faville. – Stª 204. [...]

Pur nell’alba medesma, Alba è sorpresa. – Parla d’Alba Città. Sta 232. [...] Il soldato [...]

Suscita l’oro ch’è sotterra accolto

E seppellisce poi chi l’ha sepolto. – Segue la presa d’Alba. [...]

Ricca, ma più talor suo pregio accresce,

Ch’i rubin tra’ diamanti il sangue mesce – Parla d’una spada Stª 241. [...]

A pena omeri quasi ha il mar bastanti Il peso a sostener di tanti pini. Stª 266. [...]

Fugaci olimpi, e vagabondi Atlanti, Alpi correnti, e mobili Appennini Pajon svelti da terra, e sparsi a nuoto

I gran vascelli, alla grossezza al moto. Stª medª.

13 Canto XI

Solcan laceri tutti il proprio sangue. – Descrizione di morto in battaglia Stª 123 [...]

E tanta luce, e tanta gloria serra

Ch’appo quel Cielo ogn’altro Cielo è terra. – Parla d’un pianeta Stª 19 [...]

Indorerà con luce ardente, e chiara, E del secolo il ferro, e di ferrara. Sta 57. [...]

Volge l’arciere e sagittarie ciglia. Stª 63. [...]

Beltà che far potrebbe in forme novembre Spuntar le corna, e nascer l’ali a Giove Stª 78. [...]

Fa beato l’Inferno il suo bel viso, E pon le pene eterne in Paradiso. Stª 79.

(9)

[...]

Ma per quanto comprendo ai rai celesti È la dea Caterina alma sovrana, Ch’in se romita, e da lo stuol divisa

Fa di se sol gioir Giojosa, e Guisa. Stª 82. Parla di Caterina de Medici15 [...]

Anna obliar di Suesson non deggio Ornamento, e stupor della mia corte. [...]

E veggio al nascer suo nascer la morte. Stª 83. [...]

Enrichetta Vandoma intento mira, E duo d’amor Luciferi vedrai, Che ’n vece d’occhi la sua fronte gira. Duo giardini di fior non secchi mai

Veston le guance onde dolc’aura spira. Stª 84. Ride la bocca, onde puoi ben vederle

In ostel di rubin chiostri di perle – Ibidem. [...]

Per crear questa luce il Ciel si svelle

Del destro lume l’unica pupilla. – Lode d’una donna. Stª 86. [...]

Quel vivo Sole, alla cui chiara lampa

Senna senno non ha se non avvampa. Stª 108. [...]

Mar di prodezza, e di fortezza scoglio

Degli scogli, e del mar vince l’orgoglio. Stª 151. [...]

Canto XII Piangono i fonti, e in flebile concento

Sospira, e spira ancor spavento il vento. Stª 9 descrive il palazzo della Gelosia. [...]

Il crudo Re che tiranneggia i venti, Spoglia le selve, e disonora i prati [...]

Saccheggia i monti, e discapiglia i boschi. Stª 39. [...]

[...] L’artefice vi pose

Note assai note [...] Stª 45. [...]

14 Canto XII

E con le brume, onde sovente agghiaccia Lega all’Istro il timor l’umide braccia. Stª 66. [...]

Ella asciugando con pietosi gesti16

Degli occhi molli il liquido cristallo, Che strani modi di venir son questi, Carco (dicea) di sangue, e di metallo? Ben ti conosco, incredulo, credesti Con qualche drudo mio trovarmi in fallo.

Parla Venere a Marte Stª 85.

[...]

E dalla luce sua percosse, e sgombre Facea svenir le stelle, e svanir l’ombre

Parla del levar del Sole Stª 102.

[...]

E con l’avorio della mano intatta

15 Medici in interl. su Medic dep. 16 Segue degli dep.

(10)

Pur d’avorio movea rastro dentato17.

Piovon perle dall’oro, e mentre il tratta Semina di ricchezze il verde prato, Mentre i biondi capei pettina, e terge

Tutto di gemme il suol vicino asperge. Stª 171. [...]

Mira, e non sa che mira, e mira molto. Stª 176. [...]

Ma se questo è pensier, deh, perchè penso? Crudo pensier perchè pensar mi fai? Perché se al proprio mal penso, e ripenso, Torno sempre a pensar ciò ch’io pensai? Perché mentre in pensar l’ore dispenso, Non penso almen di non pensar più mai?18 Penso, ma che pens’io? se penso, invero La colpa non è mia, ma del pensiero. Stª 200

Questa e le seguenti fino a 208, tutte stravaganti al par:19

[...]

In queste note alla profonda pena,

Trangugiando un silenzio apre la vena Stª 216. [...]

Bellezza in gioventù, grazia amorosa, Ma non goduta, in donna avara, e stolta È qual vermiglia, ed odorata rosa, Che dal bel cespo in sua stagion non colta Cadendo arida poi, vedesi alfine

Di sue ricchezze impoverir le spine. Stª 236.

15 Canto XII

E se l’oro è Re grande oltre i più grandi A chi comanda all’or vo’ che comandi

Falsirena a Adone Stª 249

[...]

Fu del gran pianto che in sul foglio sparse Sola mercè, se co’ sospir non l’arse.

Un amante che legge una lettera della sua amorosa Stª 138.

[...]

Lo Dio del ferro ormai gli parve poco, Se non facea gelar lo Dio del foco. Stª 169. [...]

Canto XIII Con questi detti a vendicar quel torto

Il torto Dio20 perfidamente induce. Stª 179.

[...]

Onde, mentr’ei facea senz’armi ignudo Alla bella nemica amiche offese, Era il limpido acciar del terso scudo

Specchio lucente alle sue dolci imprese. Marte con Venere Sta 190.

[...]

[...] nella fontana Possente a riformar la forma umana. Stª 217. [...]

Fioccano i colpi ovunque ei vien passando

Grandinan d’ogni intorno, e braccia e teste. Stª 117. Tuona col grido, e fulmina col brando,

Sono i fulmini suoi piaghe funeste. Ibidem

17 Segue Stª 171 dep.

18 A marg. e comincia a Stª 198 a delirare, di mano d’Alfieri. 19 Nota di pugno d’Alfieri.

(11)

Bravure d’Orgonte.

[...]

Cinta d’un mar vermiglio, in alto sorge Del corpo giganteo l’isola viva. Stª 118. [...]

Ancor cedendo il fier pugna, e minaccia, E spaventato, in vista altrui spaventa, E fugace, e seguito, e combattuto,

È tal, che ’l suo timore anco è temuto. Stª 126.

Segue (sc. Bravure ecc.)

[...]

Non la bombarda, eccesso de’ tormenti, Non il monton cozzante, e furibondo, Non il furor de’ più crucciosi venti, Non il fragor dell’ocean profondo, Non il fulmin terror degli elementi, Non il tremoto scotitor del mondo,

Non d’Etna, o d’Ischia il fremito, e il fracasso, Si pareggi al romor che fe quel sasso. Stª 151. [...]

Ferri spietati, che que’ lumi belli Sotto tenebre indegne avete ascoso Per cancellar con rigidi cancelli Di celeste beltà raggi amorosi,

16 Canto XIII

Se ai fedeli d’amor siete rubelli [...]

Che non cedete mai libero il loco Di chi si piega al fervido desio? E come a tanto, e sì cocente foco

Ancora intenerir non vi vegg’io? Stª 181-185 [...]

Vien l’Indo, e ’l Perso alla Città del Sole; Città vera del Sol, tra le cui mura

Abitava quel Sol che ’l Sole oscura. Stª 197.

Canto XIV

Descrizione del gioco degli scacchi. Comincia da Stª 120, e

Canto XV O Dea, gloria immortal delle mie pene,

E pena eterna delle glorie mie. Stª 226.

Adone a Venere.

[...]

Chiuse sonno tranquillo oblio profondo Mill’occhi in terra, e mille in Ciel ne aperse: Forse fur di que’ duo le luci belle,

Che spento il Sole, illuminar le stelle. Stª 237. [...]

[...] formano intanto Versi diversi, e con diverso canto. Stª 43. [...]

Canto XVI Là dove chiude amor, rare a vederle

Fra due sponde di rose un mar di perle. Stª 91. [...]

Ferve in guisa colà l’estiva arsura, Che quasi incarbonir gli uomini puote; Onde porta ciascun di notte oscura

(12)

Dal diurno splendor tinte le gote, E ’l Sol vicino a terra oltre misura Gira sì basse le lucenti rote,

Che poco men che con le mani istesse Si potrebbe toccar se non ardesse. Stª 111. [...]

Pongon le dolci corde21 ai fiumi il morso

Danno le dolci note ai monti il corso. Stª 128

17 Canto XVIII

Misero Adon, tu pien di morte il viso Versi l’anima fuor languido e stanco: Porta piagato a un punto, e porta inciso Venere il core, e il bell’Adone il fianco. Il fianco (oimè) del bell’Adone ucciso, Più del dente, che ’l morse è bello, e bianco. Raddoppiate co’ pianti alto i lamenti, Piangete o fiumi, e sospirate, o venti. Sta 136

[...]

Salta da l’aria, e vede apertamente Adone a duro termine condotto. Vede dalla lunata arma pungente Il vago fianco fulminato, e rotto, E ’l bel collo sugli omeri cadente, E la bocca che langue, e non fa motto. E ’n veggiendo levar luci sì vaghe22

Lente apronsi nel cor profonde piaghe. Stª 150. [...]

Dunque andran quelle luci innamorate Nel sen di morte a suscitar gli amori? Quelle man bianche, e quelle chiome aurate Ad imbiancare23, ad indorar gli orrori?

Quelle labbra fiorite et odorate Dentro le tombe a seminare i fiori? Dunque andrà lo splendor di quel bel viso A portar negli abissi il Paradiso? Stª 158. [...]

Ma volse forse la maligna fera De’ tuoi chiusi pensier costanti, e fidi, E della fiamma tua pura e sincera Curiosa spiar l’interni nidi. Ah! che farmi vedere uopo non era

(Che chiaro ognor ne’ tuoi begli occhi il vidi) Per mostrarmi il tuo amor securo e certo

Sviscerato il bel fianco, e il core aperto24. Stª 179

[...]

Perché per dura et immutabil sorte

Mortalar l’immortal non può la Morte ? Stª 18325

[...]

E dalla bocca esangue e scolorita

In vece di mia vita, uscì la vita. Stª 185. Morte d’Adone.

21 In interl. su note dep.

22 A marg. Venere veggendo Adone moribondo. 23 Ms inbiancare.

24 A marg. Venere che piange Adone moribondo. 25 A marg. segue il pianto di Venere.

(13)

18 Canto XVIII

Par che per gli occhi fuor voglia in tant’acque Versar tutto quel mar d’ond’ella nacque. Stª 212

Venere che piange Adone morto.

Canto XIX Sasselo il giusto sasso, e sassel questa

Del torto mio vendicatrice mano [...]

Oltre di ciò non poco io mi consolo, Che la mia luce in tenebre si cange Però che avvezzo al pianto, e nato al duolo Altro non so, che trar dagli occhi un Gange; Or l’occhio inteso ad un ufficio26 solo,

Più non s’occupa in risguardar, ma piange, E piangerà finchè col pianto unita

Stillandosi, per l’occhio esca la vita27. [...]

Suonan le gemme dei fregiati arnesi,

E suda l’oro, e si disfà l’argento. – Parla del rogo d’Adone 399. [...]

O peregrin che passi, arresta il passo Al marmo, se non hai di marmo il core. Giace sepolto Adone in questo sasso, E giace seco incenerito Amore. Nel cener freddo, e nel sepolcro basso Spento28 il lume è però, non già l’ardore.

E che sia ver tocca la pietra un poco,

Che senz’altro focil n’uscirà foco. – Epitaffio d’Adone. Stª 403. [...]

Canto XX L’arco guerrier [...]

[...]

Di vario smalto, e di color diverso Sì com’Iride in Ciel tutto è dipinto; Iride sì perocché in guerra, o in caccia

Sempre pioggia di strali altrui minaccia. Stª 49. [...]

Tutti congiunti allor costor ch’io dico Fan di se l’un sull’altro un groppo estrano, Et ergendo di membra eccelse mura

Fan di corpi tessuti alta struttura. Stª 67 parla di ballerini.

19 Canto X

Sembra torre sensibile e spirante, Sembra viva montagna alla statura [...]

Così dismisurata è la misura. Stª 130 [...]

Già si veggion passar paggi, e scudieri, [...]

E portan quinci e quindi armi et antenne, Bandiere, e bande, e pennoncelli, e penne. [...]

Intanto il Sol s’inchina, e fa passaggio

26 Ms un’ufficio.

27 A marg. lamento di Glauce. 28 In interl. su basso dep.

(14)

D’esperia a visitar l’estremo lito E stanco peregrin, del gran viaggio Avendo il minor circolo fornito,

Carta è il Ciel, l’ombra inchiostro, e penna il raggio, Onde cancella il dì ch’è già compito,

E ’l fin del lungo corso a lettre vive D’oro celeste in occidente scrive. – [...]

Sentì facendo a sì bel Sol passaggio29

Sotto clima gelato estremo ardore, E giunto presso a quel celeste raggio

Se dianzi ardeva, incenerì d’amore. Sta. 421. –

[...]

Che giammai quercia il suo robusto busto, Non piantò sì nel più profondo fondo. Stª 489.

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