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Giacomo. Biffi. discorso. Breve. La fede in Cristo

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Academic year: 2022

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Anagogia

4

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(4)

B iffi

La fede in Cristo

G iacomo

discorso

B reve

Il

iffi

reve

(5)

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(6)

I

n dIc e

Il PrImo e l’UltImo (Apocalisse 1,17)

estremo invito al cristocentrismo

Un’affermazione stupefacente 15

e una stupefacente disattenzione 16

la consapevolezza della cristianità apostolica 17

Due categorie manifestative 18

Cosa intendiamo per cristocentrismo? 19

la preistoria della questione cristocentrica 20

l’apporto di Scoto 21

oltre Scoto 22

la manifestazione della misericordia 23

Il pensiero di sant’Ambrogio 24

I nessi tra Cristo e l‘universo 25

Causalità esemplare 26

Causalità finale 26

Causa efficente 27

Il pancristismo 28

Il peccato nel disegno di Dio 29

Natura della causalità efficiente di Cristo 30 l’enigma della «preesistenza» di Cristo 31 Il mistero illuminante dell’Ascensione 33 rilevanza pastorale del cristocentrismo 34

(7)

Io CreDo

Breve esposizione della dottrina cattolica

AvverteNze 39

Dichiarazione di intenti 39

Struttura 40

Sigle 40

rimandi 41

Il canto della Sposa 41

PArtePrImA

Il KérygmA

Il contenuto essenziale dell’annuncio

CAP. 1 - geSù CroCIfISSo vIvo eSIgNore 47

1. «Non è qui, è risorto» 47

è risorto 47

è risorto dai morti 49

è risorto come aveva detto 51

è risorto per la nostra giustificazione 53 2. «è stato costituito Signore e messia» 56

gesù è Signore 56

gesù è il Cristo 58

Benedetto colui che viene 60

3. «l’unigenito Dio» 62

Alla destra del Padre 62

Il figlio del Dio vivente 64

mio Signore e mio Dio 67

CAP. 2 - Il PADre DelSIgNore NoStrogeSùCrISto 71

1. «Dio lo ha risuscitato dai morti» 71

2. «Dio, creatore dell’universo» 73

6

(8)

3. «Il Padre mio e Padre vostro» 74

CAP. 3 - lo SPIrIto DelSIgNore 78

1. «Diede lo spirito» 78

2. «Dio ha mandato lo Spirito del suo figlio» 80

3. «Un solo Corpo, un solo Spirito» 81

CoNClUSIoNe 85

Nel nome del Padre e del figlio e dello Spirito santo 85

PArteSeCoNDA

lA CAteCheSI

la rassegna delle verità da credere

CAP. 1 - Io CreDo 93

1. Io 93

2. Credo 96

CAP. 2 - INDIoPADre oNNIPoteNteCreAtore Del CIelo

e DellA terrA 100

1. Dio trino e uno 100

2. Dio creatore 103

CAP. 3 - e INgeSùCrISto SUo UNICofIglIo

NoStroSIgNore 109

1. la predestinazione in Cristo 109

2. Il peccato 112

CAP. 4 - Il qUAle fU CoNCePIto DISPIrIto SANto,

NACqUe DAmArIAvergINe 116

Il mistero dell’incarnazione 116

CAP. 5 - PAtì SottoPoNzIoPIlAto, morì e fU SePolto. Il terzo gIorNo rISUSCItò DA morte,

SAlì Al CIelo, SIeDe AllA DeStrA DelPADre. DI là verrà A gIUDICAre I vIvI e I mortI 121

7

(9)

1. la passione e la morte 121

2. la glorificazione 124

3. la nuova venuta 125

CAP. 6 - CreDo NelloSPIrIto SANto Che hA PArlAto

Per mezzo DeI ProfetI 128

la rivelazione 128

CAP. 7 - CreDo NelloSPIrIto SANto, CreDo IN UN Solo BAtteSImo Per Il PerDoNo DeI PeCCAtI 133

1. I sacramenti 133

2. Il battesimo e la cresima 136

3. l’eucaristia 139

4. la penitenza e l’olio degli infermi. Il purgatorio 143

5. l’ordine e il matrimonio 146

CAP. 8 - CreDo NelloSPIrIto SANto Che èSIgNore

e Dà lA vItA 150

la vita di grazia 150

CAP. 9 - lA SANtAChIeSA CAttolICA 154 CAP. 10 - ASPetto lA rISUrrezIoNe DeI mortI

e lA vItA Del moNDo Che verrà 158

1. la risurrezione 158

2. l’inferno 160

3. la vita eterna 161

PArteterzA

lA DIDAChè

la comprensione del disegno di Dio

CAP. INtroDUttIvo- lA ComPreNSIoNe DI feDe 167

Necessità della comprensione 167

I fondamenti della comprensione 168

8

(10)

In conclusione 169

CAP. 1 - lA glorIA PASqUAle 170

le molte luci dell’unica gloria 170

eterna attualità di una «storia» 171

CAP. 2 - IlSIgNore DellA glorIA 174

Il culmine di tre storie 174

gesù, l’Uomo 175

gesù, il Cristo 176

gesù, il redentore 179

CAP. 3 - Il mAle 184

la sofferenza e la morte 184

l’errore 186

Il peccato personale 186

Il peccato universale 187

Il peccato originale originato 188

Il peccato originale originante 188

Il demonio 189

CAP. 4 - lA reDeNzIoNe 191

gli atti salvifici 191

la ragione salvifica 191

Il nesso originario tra Cristo e gli uomini 193

CAP. 5 - IlmeDIAtore 197

I fondamenti della mediazione di Cristo 197

Cristo mediatore sostanziale 198

le funzioni mediatrici 198

Il sacerdozio 199

CAP. 6 - SIgNore eDIo 202

Signore 202

Dio 203

9

(11)

Alla sorgente dello Spirito 205 CAP. 7 - l’effUSIoNe DelloSPIrItoI –Il«SANto» 209

la grazia attuale 210

la fede, la speranza, la carità 210

l’inabitazione dello Spirito santo 211

la grazia abituale 212

la giustizia 212

l’incorporazione a Cristo 213

Il santo 213

CAP. 8 - l’effUSIoNe DelloSPIrItoII –Il«SACro» 217

la missone apostolica 217

I sacramenti 218

la Sacra Scrittura 220

I carismi 220

Il «sacro» e il «santo» 221

CAP. 9 - l’effUSIoNe DelloSPIrItoIII –lA PrImIzIA

DellAChIeSA 224

la radice della Chiesa 224

maria, figura e primizia 225

la «figlia di Sion» 225

Primizia e anticipazione 226

Sposa e madre 226

mistero di sacralità e di santità 227

CAP. 10 - l’effUSIoNe DelloSPIrItoIv –lAChIeSA 230

Natura della Chiesa 230

Composizione della Chiesa 231

Note caratteristiche 233

Prerogative vitali 234

CAP. 11 - verSo Il trAgUArDo 238

10

(12)

la tensione escatologica 238

l’itinerario della vita di grazia 238

l’itinerario sacramentale 239

l’itinerario penitenziale 239

Cristo, traguardo e giudice della storia 240

la comunione dei santi 241

la vita ecclesiale come ritorno al Padre 242 CAP. 12 - Il rIvelAtore Del mIStero DIDIo 245

Un abisso colmato 245

la rivelazione del Creatore 246

la rivelazione della vita trinitaria 246

la rivelazione del Dio inconoscibile 247

INDICe DeI teStI lItUrgICI 251

APPeNDICe- UNA letterA Che mI hA CommoSSo 253 11

(13)

Il prImo e l’ultImo

(Apocalisse 1,17)

Estremo invito al cristocentrismo

(14)

Nell’ultimo libro ispirato, quasi a confidarci finalmen- te quale sia il vertice e il compendio della Ri ve la zio ne divina, Gesù dice di sé: «io sono il primo e l’ultimo e il vivente. io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi» (Ap 1,17-18).

«io sono il primo e l’ultimo». l’espressione, si sa, è desunta dalle profezie di isaia (cf. Is 44,6; 48,12): quella relazione con l’intera storia umana, anzi con l’universo creato preso nel suo complesso, che in isaia è presentata come una caratteristica esclusiva del Dio d’israele, qui è esplicitamente riconosciuta al Kyrios; vale a dire, al Cro - cifisso del Golgota, al Redivivo di Pasqua, all’Uomo che (come dice san Paolo) «non muore più; la morte non ha più potere su di lui» (Rm 6,8). Viene dunque «riferito a Cristo quel predicato di perfezione suprema che la conce- zione anticotestamentaria e profetica riservava a Dio»1. Un’affermazione stupefacente

«io sono il primo e l’ultimo», e «nulla è anteriore al primo, nulla è posteriore all’ultimo» (S. AmbRoGio, In Lucam ii,11: «Nihil ante primum, nihil ultra novissimum»).

l’affermazione è stupefacente, perché prospetta una misteriosa eccedenza di Gesù di Nazaret sulla finitezza della dimensione temporale: eccedenza che si invera tanto nel versante del «prima» quanto nel versante del «dopo».

Cristo crocifisso e risorto è collocato sia all’origine del mondo sia alla sua consumazione: egli avvolge da ogni

1G. KittElin Kittel, Ed. it. i,5.

15

(15)

parte (per così dire) la volubile realtà extradivina, presen- ziando e presiedendo simultaneamente agli inizi del suo esistere e al conseguimento del suo destino.

in questo passo dell’Apocalisse si richiama e si chiarisce con sobrietà e con finezza che l’impresa salvifica sviluppata da Cristo nel tempo (impresa compiutasi con la sua croci- fissione ed estesa di là dal tempo con il suo ingresso nella gloria) si iscrive in modo inalienabile entro il mistero non solo della sua splendente sopravvivenza ma anche del suo assoluto predominio nel progetto eterno del Padre.

E una stupefacente disattenzione

«io sono il primo e l’ultimo»: detta da uno che è nato nel tempo, che nel tempo è morto ed è tornato alla vita, tale asserzione della parola di Dio è davvero stupefacente.

ma forse ancora più stupefacente è la disattenzione e il disinteresse della riflessione teologica nei confronti di que- sta locuzione neotestamentaria.

Che cosa essa propriamente significhi, e particolarmente che cosa significhi che Gesù di Nazaret (nato sotto Augusto e morto sotto l’impero di tiberio) sia il «primo», non pare sia stato sufficientemente approfondito; ed è tuttora im mer - so in una nebbia che non ci si cura troppo di diradare.

l’appunto non è per sé rivolto agli esegeti, la cui bene- merita attività è subalterna e intrinsecamente funzionale alla contemplazione totalizzante della «res»; di quella «res»

che, secondo l’illuminante sentenza di san tom ma so2, è l’approdo ultimo dell‘atto di fede e quindi l’oggetto tipico, essenziale, ineludibile dell’esplorazione teologica propria- mente detta.

16 «ilPRimo E l’Ultimo» (Apocalisse 1,17)

2«Actus fidei non terminatur ad enuntiabile sed ad rem», Summa Theologiaeiia-iiae, q.1, a.2, ad 2.

(16)

La consapevolezza della cristianità apostolica

Che cosa dunque vuol dire che Gesù di Nazaret croci- fisso e risorto è il «primo»?

la cristianità dei tempi apostolici – come si evince da diverse pagine che testimoniano un evidente sforzo di

«pensare» la fede professata – si dimostra invece ben con- sapevole della rilevanza di un interrogativo come questo.

E «legge» la signorìa del Kyrios in modo da non ricono- scerle limite alcuno né sull’interna consistenza delle cose né riguardo la serie dei momenti a partire dal momento ini ziale dell’avventura mondana: come non c’è ombra d’es sere che sfugga a tale misteriosa egemonia, così non c’è istante che sia autonomo da Cristo e lo anteceda.

l’inno della lettera ai Colossesi è a questo riguardo esemplare. Si è colpiti dall’esuberante inventiva terminolo- gica che è posta al servizio dell’enunciazione e della com- prensione di un dato concettuale così arduo: un’inventiva che attesta la coscienza dell’importanza del tema, oltre che della sua difficoltà, e suppone il travaglio di una lunga e laboriosa ricerca speculativa.

la connotazione di «pròtos» («primo») attribuita a Ge sù dall’Apocalisse qui è variamente tradotta e interpretata:

Cristo è il «primogenito dell’intera creazione» (Co l 1,15); è

«prima di tutte le cose» (Col 1,17); è «in tutto il primeggiante»

(Col 1,18: «en pasin autòn protèuon»).

Di più, si asserisce che questa qualifica di «primo» com- porta altresì una partecipazione al nascere delle creature e perfino un’efficacia permanente entro il loro essere stesso, sicché si arriva ad ammettere quasi una misteriosa imma- nenza in Cristo di ogni realtà: «in lui sono state create tutte le cose» (Col 1,16); «tutte sussistono in lui» (Col 1,17); «in lui piacque di far abitare ogni pienezza» (Col 1,19). «in lui»

(«en autò»): tutto come si vede tro va posto e ragion d’esse- EStREmo iNVito Al CRiStoCENtRiSmo 17

(17)

re in colui «per opera del quale ab biamo la redenzione, la remissione dei peccati» (Col 1,14).

il prologo di Giovanni afferma che «in principio era il logos» (Gv 1,1). Nell’inno dei Colossesi si preferisce invece dire che il Cristo – il quale nasce, muore, lascia il sepolcro vuoto entro la nostra cronologia – è il principio («estin archè»). è una sfumatura verbale che forse mette conto di considerare: probabilmente si preferisce mettere così in primo piano il convincimento che l’universo intero e l’inte- ra storia degli uomini derivano ontologicamente da lui e mutuano da lui la loro sussistenza e il loro valore.

Due categorie manifestative

la parola di Dio (a leggerla con diligenza) autorizza e anzi sollecita gli indagatori del «disegno eterno che Dio ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore» (cf. Ef 3,11) ad avva- lersi – per cogliere al meglio la collocazione in esso del Salvatore crocifisso e risorto – di due categorie o, se si vuole, di due immagini: la categoria o immagine «quasi spaziale» (ricorrendo alla nozione di «centralità») e la cate- goria o immagine «quasi temporale» (ricorrendo alla no - zio ne di «primarietà» o «antecedenza»).

è una dualità di schemi rappresentativi che si reincon- tra poi nel dibattito teologico, il quale parla tanto della

«questione del primato» di Cristo quanto della «questione del cristocentrismo». Si intuisce agevolmente che non sono due interrogativi sconnessi e nemmeno adeguatamente separabili: costituiscono piuttosto lo stesso interrogativo diversamente declinato.

Per semplificare noi scegliamo di parlare di «cristocen- trismo», ben persuasi tuttavia che è inclusa in esso anche la prospettiva del «primato».

18 «ilPRimo E l’Ultimo» (Apocalisse 1,17)

(18)

Che cosa intendiamo per cristocentrismo?

Sul cristocentrismo bisogna però che preliminarmente ci intendiamo, perché il vocabolo è oggi adoperato con ac - ce zioni differenti3.

il cristocentrismo di cui vogliamo trattare noi è il con- vincimento che nel Redentore crocifisso e risorto – pensato e voluto per se stesso entro l’unico disegno del Padre – è stato pensato e voluto tutto il resto; sicché, sia per quel che attiene alla dimensione creaturale sia per quel che at tiene alla dimensione redentiva ed elevante, ogni essere de sume da Cristo la sua intima costituzione, le sue intrinseche pre- rogative, la sua sostanziale e inesorabile vocazione.

è appunto la prospettiva che ci pare di rinvenire nel Nuovo testamento. in esso – e segnatamente nella vertigi- nosa esplorazione che l’apostolo Paolo arrischia tra i segre- ti della Divinità – non c’è traccia di un piano antecedente a questo e comunque diverso. Come non c’è l’idea, neppure ipotetica, di qualche angolo della realtà che non sia ordina- ta a colui nel quale tutte le cose sono state «riconciliate»

(cf. Col 1,20).

EStREmo iNVito Al CRiStoCENtRiSmo 19

3«Da più parti viene oggi così denominata la concezione che ritiene Ge - sù Cristo il Salvatore unico e necessario per ogni uomo, il Ri ve la to re im paragonabile della verità eterna, il reale e definitivo ingresso di Dio nel la storia… Questa posizione è naturalmente doverosa per ogni di - scepolo di Gesù degno di questo nome… ma non è evidentemente in questo senso che noi usiamo la parola “cristocentrismo”. in altri con - testi poi si trova usato il termine “cristocentrismo” per indicare una esaltazione volontaristica – o addirittura devozionale – del Si gno re Gesù, della sua rilevanza nella vita personale e sociale dell’uomo, della preziosità del suo esempio e del suo insegnamento. è un at teg - giamento encomiabile. ma nemmeno questo è il valore che noi dia mo qui al vocabolo» (G. biffi, La Sposa chiacchierata, milano 1998, pp. 34 ss.).

(19)

in sintesi e per attenerci al linguaggio tecnico che do - vrebbe essere familiare nelle scuole della «sacra doctrina»:

noi intendiamo per cristocentrismo la visione della realtà che ravvisa nell’umanità del figlio di Dio incarnato il prin- cipio oggettivo (anzi ontologico) dell’intera realtà extradi- vina, in tutti i suoi livelli e le sue dimensioni.

La preistoria della questione cristocentrica

l’inchiesta sull’esatta collocazione di Cristo entro il di - segno eterno del Padre nella teologia latina è stata a lungo racchiusa e quasi mimetizzata sotto due pseudoproblemi:

la così detta «questione ipotetica» («senza il peccato di Adamo il Verbo si sarebbe incarnato?») e la questione del

«motivo primario dell’incarnazione».

è noto che su ambedue le questioni sono andate emer- gendo due posizioni fondamentali, convenzionalmente attribuite una alla scuola francescana e l’altra alla scuola domenicana. Ci sarebbe molto da precisare in proposito4.

Qui mi limito a segnalare che proprio i grandi maestri dei due indirizzi appaiono su questi argomenti abbastanza circospetti e disincantati, quasi intuendo l’impertinenza e la vacuità di siffatte domande. Sulla questione ipotetica, dopo aver esposto le due risposte (negativa e positiva) san tommaso conclude: «Huius quaestionis veritatem solus ille scire potest qui natus et oblatus est quia voluit»

(iii Sent. d.1, q.1, a.3: «la verità su questa questione la può sapere soltanto colui che è nato e si è offerto perché ha voluto»). in merito alla questione dei «motivi», san bo na - ven tura elenca i vari pareri e alla fine osserva: «Quis autem horum modorum dicendi verior sit, novit ille qui pro nobis incarnari dignatus est» (iii Sent. d.1, q.2, a.2: «Quale di

20 «ilPRimo E l’Ultimo» (Apocalisse 1,17)

4Cf. Approccio al cristocentrismo, milano 1994, pp. 17-31.

(20)

Ma, a condurre il lavoro alla perfezione dovuta, è indi- spensabile uno stato in cui sia ancora possibile purificarsi ma non sia più possibile contaminarsi. Per questo lo Spirito del Signore dispone anche una purificazione ultra- terrena, nella quale il suo fuoco d’amore possa definitiva- mente bruciare ogni scoria: è il mistero del purgatorio che pone l’uomo morto in grazia di dio nella giusta condizio- ne di entrare nella gloria eterna.

cristo, traguardo e giudice della storia

[3.88] così lo Spirito conduce la chiesa al suo compi- mento e al suo approdo, che è cristo. a cristo termina la storia del mondo e la storia del singolo.

e poiché è lui l’esemplare, nel quale tutte le cose sono state pensate, gli uomini, arrivando di fronte a lui, lo vedo- no e si vedono nella maggiore o minore distanza da lui;

e così sono perennemente giudicati (cf. At 10,42; 1 Pt 4,5;

2 Tm4,4).

Niente e nessuno potrà sottrarsi a questo giudizio, che conclude ogni avventura e appaga ogni pellegrinaggio (cf. Mt 25,35-46; 1 Cor 4,5; 2 Cor 5,10).

Se il nostro destino è cristo, il nostro compimento – e quindi il nostro premio – sarà la perfetta conformità a lui:

nella gloria del corpo risorto, nella luce della chiara contem- plazione del Padre, nella partecipazione all’amore infocato della divina carità, nel coinvolgimento gioioso della vita tri- nitaria (cf. 1 Cor 15,16-20; 1 Cor 13,9-12; 1 Gv 3,2).

[3.89] analogamente – e inversamente – va concepita la condanna eterna. è opportuno che l’uomo consideri la realtà dell’inferno non in rapporto agli altri ma in rapporto a sé: è una vera e concreta possibilità per me, dalla quale

240 ParteIII – La dIdachè

(21)

mi è data la speranza di essere salvato per la misericordia del Padre.

L’inferno consiste essenzialmente in una smentita alla natura umana come esiste in questo concreto ordine di provvidenza: il dannato continua a essere orientato a cri - sto, dal quale è, per così dire, irreparabilmente divelto;

continua ad avere nella comunione con dio la ragione del - la propria felicità, pur avendola irrimediabilmente perdu- ta; patisce la pena dell’esclusione dall’irradiamento dello Spi rito che libera e unifica, e soffre, quale contraccolpo di que sta esclusione, di un tormentoso asservimento alla ma - teria e di uno stato spaventoso di solitudine (cf. Mt 25,41;

Ap22,15; Mt 13,40-42).

La comunione dei santi

[3.90] coloro che sono radunati dallo Spirito nell’unica chiesa del Signore risorto, vivono in uno stato di reciproca comunione, che non può essere insidiata o menomata nep- pure dalla morte. La morte perciò non interrompe i legami di carità e le possibilità di reciproco aiuto. di qui la convin- zione che noi possiamo e dobbiamo amare i nostri defunti e, pregando per loro, possiamo e dobbiamo soccorrerli nell’o- pera penosa dell’ultima purificazione. di qui anche la con- vinzione che noi siamo aiutati da loro nelle nostre difficoltà.

In particolare, coloro che hanno vissuto santamente e sono morti nella pace del Signore possono da noi essere onorati e pregati. è sempre il mistero di cristo risorto che, mediante lo Spirito, ci raduna tutti – di qua e di là dalla barriera della morte – in una famiglia di persone libere e consapevoli.

caP. 11 – VerSo IL traguardo 241

(22)

La vita ecclesiale come ritorno al Padre

[3.91] Non ci resta che rivedere in sintesi l’intrinseco movimento, secondo il quale il progetto di dio procede verso la perfetta attuazione.

Il Padre ci raggiunge ponendo in opera l’azione reden- trice del Figlio suo unigenito che, crocifisso e risorto, dal segreto di dio effonde sul mondo lo Spirito santo.

Lo Spirito santo in tutto il dispiegarsi della sua fecon- dità nella creazione mira a portarci gradualmente tutti al perfetto vitale inserimento nel cristo glorioso, che – dive- nuto christus totus, cioè organismo di unità del redentore e dei redenti – donandosi al Padre, tutto riconduce alla prima sorgente. così escatologicamente, dio sarà tutto in tutti (cf. 1 Cor 15,28).

come si vede, il nostro destino è inseparabilmente con- nesso con «i tre» che sono i protagonisti della storia di sal- vezza: il Padre, il Figlio e lo Spirito salvandoci si rivelano, così come rivelandosi danno l’avvio alla vicenda salvifica.

[3.92] Lo Spirito del risorto infonde nel popolo nuovo la tensione a camminare senza pause verso l’incontro pieno e aperto con cristo.

così noi progrediamo lungo l’itinerario della penitenza,

della crescita sacramentale, della vita di grazia, verso il regno di dio.

La purificazione che ogni cristiano insegue nella penitenza ecclesiale

raggiunge il suo compimento

242 ParteIII – La dIdachè

(23)

solo nella purificazione perfetta disposta dallo Spirito oltre la barriera della morte.

ogni uomo e ogni storia

si concludono ai piedi del Signore gesù, unico giudice dei vivi e dei morti.

La condanna eterna proietta il dannato in una assurda lontananza dal Padre, da cristo, dallo Spirito.

Il premio eterno apre al beato

la comunione di conoscenza, di amore, di gioia con i tre protagonisti della vicenda salvifica

e con tutti i felici abitanti del cielo.

[2.80-2.85]←

[2.180-2.204]←

Il canto della Sposa Implorazione al Giudice oh! non velare il tuo volto di padre, quando tremante al tuo cospetto, o dio, nell’inesorabile luce

contemplerò la mia vita.

Se il Figlio tuo per me si fece carne, fu crocifisso e rivisse,

non mi vinca il potere della morte né mi derubi a te.

caP. 11 – VerSo IL traguardo 243

(24)

So che per me è finito

il lungo tempo della tua pazienza;

pure, o dio di giustizia,

guardami ancora con occhi pietosi.

gesù, Signore, potente, immortale, che sei risorto dai morti

e accanto al Padre regni, abbi pietà di me.

tu che la morte hai vinto, accoglimi tra i santi

nella regione di luce e di pace dove non c’è più affanno.

(Inno dei vesperi secondi dei defunti)

244 ParteIII – La dIdachè

(25)

capitolo dodicesimo

IL rIVeLatore deL MIStero dI dIo

[3.93] gesù, crocifisso e risorto, è il grande rivelatore del dio invisibile (cf. Gv 1,18): chi contempla lui, contem- pla il Padre (cf. Gv 14,9).

anche nella sua incarnazione egli resta il «Logos»

(Gv 1,14), il Verbo con cui dio si esprime dall’eternità, la Parola sostanziale con cui si è fatto conoscere da noi.

Nel redentore glorioso tutto il piano di salvezza è leg- gibile; e nel piano di salvezza si offre alla nostra intelligen- za il dio nascosto che in esso si è manifestato per quello che è: un oceano senza confini di luce e di amore.

un abisso colmato

[3.94] dio resta l’inaccessibile (cf. 1 Tm 6,16), colui che è così diverso da noi, che i nostri processi mentali lasciati a sé soli non arrivano ad afferrarlo positivamente: arrivano solo a capire che senza di lui l’uomo, con tutto l’universo di cui egli è il fastigio e la somma, non è soltanto mistero, è assurdità, contraddizione, non senso.

tra dio e noi esiste un abisso che è da parte nostra assolutamente incolmabile. Ma non da parte sua: l’abisso è grande, ma non più grande della misericordia infinita che ha liberamente deciso di comunicarsi.

di fatto è stato valicato due volte: nel mistero della creazione, quando per mezzo del Figlio sono state fatte tutte le cose e il prodigio dell’esistenza è giunto fino a noi, che eravamo delle pure e vuote possibilità; e nel mistero della redenzione, quando il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda tra noi e lo Spirito vivificante è stato

245

(26)

effuso sulla distesa di ossa inaridite che ricoprivano il mondo (cf. Ez 37,1-28).

Sono due distinte donazioni dell’essere divino che, essendo luminose ed eloquenti, fondano due diverse e complementari rivelazioni del mistero di dio.

La rivelazione del creatore

[3.95] In esse dio si è manifestato come «creatore», cioè come colui che, essendo tutto l’essere, è la fonte di tutto ciò che esiste.

La mano onnipotente di dio trae ogni creatura dall’a- bisso del nulla, verso il quale tutte le cose finite restano attratte.

tutta la creazione è dunque un lontano riflesso della bellezza e della grandezza di dio (cf. Sap 13,3-5), che oggi noi possiamo più facilmente decifrare dal momento che troviamo ogni bellezza e grandezza creata raccolta e unifi- cata nella natura umana di cristo.

e se «dalla creazione del mondo, le perfezioni invisibili di dio possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute» (Rm 1,20), questa contemplazione è diventata per noi molto più agevole, più limpida, più gioiosa da quando è brillata davanti ai nostri occhi la pre- ziosa immagine del Signore risorto.

La rivelazione della vita trinitaria

[3.96] Nel mistero di cristo si è però aperto alla nostra vista annebbiata anche il mistero della vita segreta di dio:

manifestandosi come figlio unico ed eterno, gesù ci dice che c’è nella natura divina una «Paternità», e quindi una

246 ParteIII – La dIdachè

(27)

relazione ineffabile di donazione; unito al Padre nell’essere sorgente perenne di un amore increato, egli ci ha fatto conoscere lo Spirito santo, che è l’approdo e il sigillo di tutte le operazioni vitali della divinità e diventa – nella libe- ra e sorprendente decisione di effondersi sulle creature – inizio e fonte della rinnovazione del mondo.

Questi misteriosi «tre» – Padre e Figlio e Spirito santo – che, senza identificarsi tra loro, possiedono tutta la divina realtà ciascuno così perfettamente da identificarsi con essa, sono come s’è visto i protagonisti della vicenda che ci ha salvato, ma prima ancora sono i protagonisti della eterna e trascendente vita dell’essere infinito e assoluto.

La rivelazione del dio inconoscibile

[3.97] Poiché si è manifestata in una concreta storia d’a- more, noi possiamo attingere la trinità più con una rispo- sta d’amore che con l’indagine speculativa. tuttavia, poi- ché la trinità amando si è davvero rivelata, noi amando possiamo davvero conoscerla.

di più, solo la conoscenza del mistero trinitario, quale riluce dalla gloria di cristo risorto, ci fa positivamente conoscere l’inconoscibilità di dio.

Se di dio ci limitiamo ad affermare che è ignoto, inaf- ferrabile, inesprimibile, senza mai intravvedere la positiva ragione di questa incomunicabilità, noi – per quanto la cosa possa sembrare a prima vista paradossale – finiamo con l’assopire il nostro spirito in una rappresentazione per così dire «omogeneizzata» dell’ineffabile che, non facendo violenza alle nostre categorie concettuali, risulta in conclu- sione accettabile senza drammi, come qualsiasi altra cono- scenza proporzionata alla nostra mente. Proprio la rivela- zione dell’incomprensibile mistero trinitario ci fa verificare

caP. 12 – IL rIVeLatore deL MIStero dIdIo 247

(28)

la «diversità» divina, che aprioristicamente siamo indotti a proclamare in un modo troppo facile e troppo indolore.

La viva fede nel Padre, nel Figlio, nello Spirito santo – unico dio che vive in tre distinti soggetti reciprocamente cor relativi – ci salva dal sottile e troppo comodo razionali- smo di chi si accontenta di affermare astrattamente l’in co - no scibilità dell’essere infinito.

Questa fede appunto costringe la nostra piccola mente al confronto drammatico e salutare con una realtà davvero eccedente. Solo dopo questo confronto – e quindi dopo l’accoglimento del mistero trinitario – si può parlare con qualche serietà di dio come di colui che è il «diverso», l’in- comprensibile, il totalmente «altro». dopo che l’ab bia mo conosciuto in cristo, dio ci appare davvero come l’incono- scibile.

a questo punto il silenzio è veramente salvifico.

[3.98] In gesù, crocifisso e risorto, noi conosciamo il Padre e lo Spirito:

così l’unico dio

che si è rivelato nella creazione di tutte le cose e nella missione del Figlio e del Paraclito si offre alla nostra intelligenza e al nostro amore.

Noi lo adoriamo creatore, causa totale e perenne dell’universo,

poi che abbiamo ricevuto da lui il dono dell’esistenza.

Noi lo adoriamo oceano di vita ineffabile, poi che siamo stati ammessi

alla comunione gioiosa con la trinità beata.

248 ParteIII – La dIdachè

(29)

Noi lo adoriamo mistero incomprensibile, poi che nella contemplazione delle tre Persone

che sussistono nell’unica natura divina la nostra mente si salva dalla sua povertà

e da ogni falsa luce, naufragando nell’infinito.

[2.19-2.38]←

Il canto della Sposa Avvolta dal mistero Madre d’amore, chiesa pellegrina nella valle del pianto,

canta di gioia: il re

ti ammanta della sua gloria.

Splendono le sue vesti come neve e la sua luce fino a te discende;

tu dalla cima del monte rifulgi ormai nei secoli.

odi: la voce dei profeti antichi parla di croce e di morte, dal cielo la voce del Padre esalta l’unigenito.

tale, Sposa fedele, è la tua sorte:

lacrime e sangue ti rigano il volto, ma divina bellezza

arcanamente ti adorna.

caP. 12 – IL rIVeLatore deL MIStero dIdIo 249

(30)

Su cristo si posa lo Spirito, un solo mistero vi avvolge:

lucida nube vi cela all’incredulo sguardo.

Lode a gesù Signore trasfigurato sul monte,

al Padre lode e allo Spirito santo canti gioiosa la chiesa in eterno. amen.

(Inno della Trasfigurazione)

250 ParteIII – La dIdachè

(31)

INdIce deI teStI LIturgIcI Il canto della Sposa

I al redentore crocifisso

Inno di terza della domenica 69

al Padre che ci ha amati

Prefazio della XII domenica per annum 76

La verità, l’esuberanza, la comunione

Prefazio della messa per i battezzati di Pentecoste 84 II

Il dono della luce

Prefazio del III sabato di Quaresima 99

Lode al creatore

Inno all’Ufficio delle letture di martedì 107 una misericordia più grande

Prefazio della XVI domenica per annum 114 Il gigante dalle due nature

Inno del vespero di Natale 119

alla gloria del redentore

Canto alla com. della domenica delle Palme 127 Le antiche voci

Prefazio della II domenica dopo il Natale 132 Preghiera del commensale

Canto dopo il Van. della messa «in coena Domini» 149 La nostra dignità

Inizio del Cànone della messa «in coena Domini» 152 La missione di Pietro

Prefazio della festa della cattedra di S. Pietro 157 Preghiera del ritardatario

Canto allo spezzare del pane del lunedì santo 164 251

(32)

III Il Fratello glorioso

Inno dell’Ascensione 172

La gloria si manifesta

Inno del vespero dell’Epifania 182

Preghiera del peccatore incorreggibile

Canto alla comunione della terza settimana di Quaresima 190 Il giorno del riscatto

Inno al vespero di Pasqua 195

Il pontefice eterno

Prefazio della messa per i battezzati del sabato

dell’ottava di Pasqua 200

o sole vero, irràdiati!

Inno della domenica di lodi 207

da te ci viene la vita

Prefazio del V lunedì di Quaresima 215

Lode del sacro

Inno dei vesperi della dedicazione della chiesa 222 o porta di salvezza!

Inno del comune della B. V. Maria 228

Sposa e regina

Pref. della messa della dedicazione del duomo 236 Implorazione al giudice

Inno dei vesperi II dei defunti 243

avvolta dal mistero

Inno della Trasfigurazione 249

252 INdIce deI teStI LIturgIcI

(33)

appendice

Una lettera che mi ha commosso

Trascrivo integralmente una lettera che mi ha rallegrato e colmato di gratitudine: mi è stata inviata da monsignor enrico Galbiati, dottore della Biblioteca ambrosiana, indi- menticabile docente di scienze Bibliche nel Seminario di Venegono.

Milano, 8 marzo 2000 eminenza,

è la prima volta che Le scrivo e sono imbarazzato non avendo il coraggio di darLe del tu, come al mio discepolo di un tempo.

Ma urge il dovere della riconoscenza per l’invio del Suo ultimo libro Canto Nuziale. Ho aspettato a ringraziare dopo averlo meditato totalmente.

Ora riprenderò la meditazione perché è veramente ori- ginale. è riuscito a unificare tutto l’essenziale della Ri ve la - zio ne partendo dalla “Sofia”.

a proposito, devo confessare che finalmente ho capito che cosa è la Sofia di cui scrive Solov’ev.

Ho notato con piacere che attribuisce a san paolo la Lettera agli Efesini e ai Colossesi, che esegeti moderni riten- gono paoline di serie B.

per me è chiaro che Colossesi è spedita, o meglio, è por- tata ai destinatari da Timoteo con Onesimo e porta i saluti della stessa lettera autentica a Filemone, cioè epafra, Marco, aristarco, dema e Luca.

(34)

Quanto agli Efesini, essa è in realtà la lettera gemella diretta ai Laodicesi. Quando fu intitolata agli efesini, ven- nero tolte tutte le menzioni e i nomi delle persone. è infatti incomprensibile nessuna allusione personale ai membri di una comunità nella quale san paolo aveva lavorato per tre anni.

Grazie ancora. Questo libro mi ha consolato.

chiedo scusa per la scrittura. è cambiata in seguito a una ischemia nella testa. devo stare attento per non sba- gliare. Ma il pensiero è lucido, con i miei 86 anni.

Mi raccomando alle Sue preghiere.

Sac. enrico Galbiati

254 appendice

(35)

A n n o t a z i o n i

(36)

a n n o t a z i o n i

(37)

a n n o t a z i o n i

(38)
(39)

Dello stessoAutore pressoesD

Il discorso breve. La fede in Cristo pp. 272 2014 L’ABC della fede,

Proposta sintetica per l’Anno della fede,3aed. pp. 24 2013 La fortuna di appartenergli

Lettera confidenziale ai credenti, 2aed. pp. 24 2012

L´eredità di santa Clelia pp. 104 2010

Lo Spirito della verità

Riflessioni sull´evento pentecostale pp. 234 2009 Incontro a colui che viene

Discorso ai giovani, 2aed. pp. 152 2008

La rivincita del Crocifisso

Riflessioni sull´avvenimento pasquale pp. 320 2008 Colpa e libertà nell´odierna condizione umana pp. 330 2007

Il quinto evangelo, 11aed. pp. 96 2007

La donna ideale

Riflessioni sulla Madre di Dio pp. 328 2007

Quando ridono i cherubini

Meditazioni sulla vita della Chiesa, 2aed. pp. 110 2006

Un Natale vero?, 2aed. pp. 184 2006

(40)
(41)

CollAnA

«AnAgogiA» Biffig., Il discorso breve. La fede in Cristo

BArzAghig., Lo sguardo di Dio. Nuovi saggi di teologia anagogica CArBoneg. M., Ma la più grande di tutte è la carità

Biffig., Colpa e libertà nell’odierna condizione umana

(42)

CollAnA

«le freCCe» toMMAso D’Aquino, La virtù della prudenza toMMAso D’Aquino, La virtù della speranza loMBArDoC., Sulle Alte Vie del Tor des Géants

CArBoneg. M., L’embrione umano: qualcosa o qual cu no?, 4aed.

sChooyAnsM., Evoluzioni demografiche. Tra falsi miti e verità toMMAso D’Aquino, La virtù della fede

toMMAso D’Aquino, La legge dell’amore. La carità e i dieci comandamenti puCCettir. - CArBoneg. - BAlDiniV., Pillole che uc ci do no.

Quello che nessuno ti dice sulla contraccezione, 2aed.

toMMAso D’Aquino, Credo. Commento al Simbolo degli apostoli sAlVioliM., Bene e male. Variazioni sul tema

toMMAso D’Aquino, La preghiera cristiana. Il Padre nostro, l’Ave Maria e altre preghiere

BArzAghig., L’intelligenza della fede. Credere per capire, sapere per credere ArnoulDJ., Caino e l’uomo di Neanderthal. Dio e le scienze

BArzAghig., Lo sguardo della sofferenza

pAner., Liturgia creativa. Presunte applicazioni della riforma liturgica, 2aed.

sChooyAnsM., Conversazioni sugli idoli della modernità roCChig., Il caso Englaro. Le domande che bruciano gABBil., Confessioni di un ex manager. Quale etica d’im pre sa?

ClAVeriep., Un vescovo racconta l’Islam

MAzzoniA. (ed.), Staminali. Possibilità terapeutiche

MAzzoniA. - MAnfreDir., AIDS esiste ancora? Storia e prevenzione AnAtrellAt., Felici e sposati. Coppia, convivenza, matrimonio sChönBornC., Sfide per la Chiesa

pertosAA., Scelgo di morire? Eutanasia e accanimento terapeutico roCChig., Il legislatore distratto. La legge sulla fe con dazione artificiale CArBoneg. M., Le cellule staminali, 2aed.

CArBoneg. M., La fecondazione extracorporea, 4aed.

(43)

CollAnA

«itinerAri DellA feDe»

pAner., Il Credo parola per parola. Spunti per la riflessione e per la catechesi BonApArten., Conversazioni sul cristianesimo. Ragionare nella fede BArzAghig., La Somma Teologica di san Tommaso d’Aquino in un soffio peDerzinin., Sposarsi è bello!, 6aed.

peDerzinin., Gli angeli camminano con noi

Biffig., L’ABC della fede. Proposta sintetica per l’Anno della fede, 3aed.

peDerzinin., Mettere ordine, 19aed.

sChönBornC., Sulla felicità. Meditazioni per i giovani

Biffig., La fortuna di appartenergli. Lettera confidenziale ai credenti, 2aed.

peDerzinin., Làsciati amare, 9aed.

peDerzinin., La solitudine peDerzinin., Stai con me, 4aed.

sChönBornC., Abbiamo ottenuto misericordia. Il mistero della Di vi na Misericordia MAstroserion., Il giubileo

CAVAlColig., La buona battaglia peDerzinin., Ave Maria, 3aed.

CArpinA., La catechesi sulla penitenza e la comunione eucaristica CostAr., CostAg., Lascerà suo padre e sua madre

peDerzinin., La vita oltre la morte, 6aed.

peDerzinin., Lo Spirito Santo, 5aed.

peDerzinin., Il sacramento del perdono, 6aed.

peDerzinin., Riscopriamo l'eucaristia, 5aed.

peDerzinin., Il sacramento del battesimo, 4aed.

Biffig., L’eredità di santa Clelia

Biffig., Lo Spirito della verità. Riflessioni sull’evento pentecostale Biffig., Incontro a colui che viene. Discorso ai gio va ni

Biffig., La rivincita del Crocifisso. Riflessioni sull’avvenimento pa squ a le Biffig., Il quinto evangelo, 11aed.

(44)

SOURCESCHRÉTIENNES

Edizione italiana

Collana presieduta da Paolo Siniscalco

La collezione francese Sources Chrétiennes, fondata nel 1942 a Lione da De Lubac e Daniélou, offre testi cristiani antichi, greci, latini e nelle lingue del Vicino Oriente, che, per qualità e per numero, sono universalmente riconosciuti come eccellenti. Dal 2006 le Edizioni Studio Domenicano promuovono la traduzione di questa collana in italiano in stretto e proficuo contatto con la

“casa madre” di Lione.

L’edizione italiana, da parte sua, si caratterizza specificamente per la scelta di titoli importanti, letterariamente, dottrinalmente e spiritualmente, per la cura con cui è aggiornata la bibliografia in modo completo e sistematico, per le eventuali note aggiuntive o le appendici concernenti problematiche emerse nel campo degli studi dopo la pubblicazione dell’edizione francese, per una loro semplificazione. L’edi zio ne italiana delle Sources si propone, infi- ne, di contenere, per quanto possibile, i prezzi di ogni volume.

1. CIPRIANO DICARTAGINE, L’unità della Chiesa

2. CIPRIANO DICARTAGINE, A Donato; e La virtù della pa zien za 3. MANUELEII PALEOLOGO, Dialoghi con un mu sul ma no.

4. ANONIMO, A Diogneto

5. CIPRIANO DICARTAGINE, A Demetriano 6. ANONIMO, La dottrina dei dodici apostoli

7. CIPRIANO DICARTAGINE, La beneficenza e le elemosine 8. CLEMENTE DIROMA, Lettera ai Corinzi

9. ORIGENE, Omelie sui Giudici 10. GIUSTINO, Apologia per i cristiani 11. GREGORIO DINISSA, Omelie su Qoelet

12. ATANASIO DIALESSANDRIA, Sant’Antonio Abate. La sua vita 13. DHUODA, Manuale per mio figlio

Di prossima pubblicazione:

GREGORIO DINISSA, Discorso catechetico GIOVANNICRISOSTOMO, Commento a Giobbe

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I TALENTI

Collana diretta da Moreno Morani già diretta da Marta Sordi

La collana «I Talenti», edita da Edizioni San Cle men te e Edi zio - ni Studio Domenicano, ospita testi fondamentali che sono all’origine delle tradizioni culturali d’Orien te e d’Occidente, cristiane e non cri- stiane, integrando e completando l’edizione dei Padri della Chiesa. Si riporta il testo critico in lingua originale, la traduzione italiana e un apparato di introduzioni, note e commenti con cui il let tore moderno potrà finalmente apprezzare queste ope re, vere pietre miliari e auten- tici «talenti» della cultura umana universale.

1. TERTULLIANO, Difesa del cristianesimo (Apologeticum) 2. ELISEO L’ARMENO, Commento a Giosuè e Giudici 3. BARDESANE, Contro il Fato (Peri heimarmene) 4. ANONIMO, Libro dei due Principi

5. ELISEO L’ARMENO, Sulla passione, morte e risurrezione del Signore 6. DIONIGI, I nomi divini

7. DIONIGI, Mistica teologia e Epistole I-V 8. TERTULLIANO, Il battesimo

9. TERTULLIANO, La penitenza

10. TERTULLIANO, Questione previa contro gli eretici 11. TERTULLIANO, Alla sposa

12. TOMMASO D’AQUINO, L’unità dell’intelletto, L’eternità del mondo 13. GIOVANNIDAMASCENO, Esposizione della fede

14. MATTEORICCI, Catechismo

Di prossima pubblicazione:

TOMMASO D’AQUINO, Commento a La generazione e la corruzione TOMMASO D’AQUINO, Commento a Il cielo e il mondo

GIROLAMO, Contro Giovanni

(46)
(47)

OPERE DITOMMASO D’AQUINO edite da ESD*

Catena aurea, Glossa continua super Evangelia

vol. 1, Matteo 1-12, introd., testo latino e trad. it., pp. 992;

vol. 2, Matteo 13-28, testo latino e trad. it., pp. 1016;

vol. 3, Marco, testo latino e trad. it., pp. 656.

Commento ai Libri di Boezio, Super Boetium De Trinitate,

Expositio Libri Boetii De Ebdomadibus, introd. e trad. it., pp. 320.

Commento ai Nomi Divini di Dionigi, Super Librum Dionysii de Divinis Nominibus

vol. 1, Libri I-IV, introd., testo latino e trad. it., pp. 584;

vol. 2, Libri V-XIII, testo latino e trad. it., comprende anche De ente et essentia, pp. 568.

Commento al Corpus Paulinum, Expositio et lectura super Epistolas Pauli Apostoli

vol. 1, Romani, introd., testo latino e trad. it., pp. 1024;

vol. 2, 1 Corinzi, introd., testo latino e trad. it., pp. 928;

vol. 3, 2 Corinzi, Galati, introd., testo latino e trad. it., pp. 928;

vol. 4, Efesini, Filippesi, Colossesi, introd., testo latino e trad. it., pp. 760;

vol. 5, Tessalonicesi, Timoteo, Tito, Filemone, introd., testo latino e trad. it., pp. 720;

vol. 6, Ebrei, introd., testo latino e trad. it., pp. 784.

Commento al Libro di Boezio De Ebdomadibus.

L’essere e la partecipazione, Expositio Libri Boetii De Ebdo ma di bus, introd., testo latino e trad. it., pp. 152.

Commento al Libro di Giobbe, Expositio super Job ad litteram, introd., trad. it., pp. 528.

*Le Opere sono ordinate secondo il titolo dell’edizione italiana. Al titolo dell’edizione italiana segue il titolo della tradizione latina consolidata, segnalato in ca rattere corsivo. Cf. TORRELLJ.-P., Amico della verità. Vita e opere di Tom ma so d’Aquino, ESD, Bologna 2006.

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Commento all’Etica Nicomachea di Aristotele, Sententia Libri Ethi co rum vol. 1, Libri I-V, introd. e trad. it., pp. 672;

vol. 2, Libri VI-X, trad. it., pp. 608.

Commento alla Fisica di Aristotele, Sententia super Physicorum vol. 1, Libri I-III, introd., testo latino e trad. it., pp. 640;

vol. 2, Libri IV-VI, testo latino e trad. it., pp. 776;

vol. 3, Libri, VII-VIII, testo latino e trad. it., pp. 704.

Commento alla Metafisica di Aristotele, Sententia super Me ta phy si co rum vol. 1, Libri I-IV, introd., testo latino e trad. it., pp. 800;

vol. 2, Libri V-VIII, testo latino e trad. it., pp. 840;

vol. 3, Libri IX-XII, testo latino e trad. it., pp. 848.

Commento alla Politica di Aristotele, Sententia Libri Politicorum, introd., trad. it., pp. 464.

Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, Scriptum super Libros Sententiarum

vol. 1, Libro I, dd. 1-21, introd., testo latino e trad. it., pp. 1104;

vol. 2, Libro I, dd. 22-48, testo latino e trad. it., pp. 1056;

vol. 3, Libro II, dd. 1-20, testo latino e trad. it., pp. 1000;

vol. 4, Libro II, dd. 21-44, testo latino e trad. it., pp. 1120;

vol. 5, Libro III, dd. 1-22, testo latino e trad. it., pp. 1176;

vol. 6, Libro III, dd. 23-40, testo latino e trad. it., pp. 1088;

vol. 7, Libro IV, dd. 1-13, testo latino e trad. it., pp. 1024;

vol. 8, Libro IV, dd. 14-23, testo latino e trad. it., pp. 1016;

vol. 9, Libro IV, dd. 24-42, testo latino e trad. it., pp. 912;

vol. 10, Libro IV, dd. 43-50, testo latino e trad. it., pp. 1000.

Compendio di teologia, Compendium theologiae, introd., trad. it., pp. 384.

Credo. Commento al Simbolo degli apostoli, introd., trad. it, pp. 128.

Fondamenti dell’ontologia tomista. Il Trattato De ente et essentia, introd., commento, testo latino e trad. it, pp. 320.

I Sermoni e le due Lezioni inaugurali, Sermones, Principia “Rigans mon tes”, “Hic est liber”, introd., commento e trad. it., pp. 368.

La conoscenza sensibile. Commenti ai libri di Aristotele:

Il senso e il sensibile; La memoria e la reminiscenza, Sentencia Li bri De sensu et sensato cuius secundus tractatus est De memoria et reminiscencia, introd., trad. it., pp. 256.

Riferimenti

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