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La Cisl chiede spazio per i lavoratori nei Cda. Carraro: «Non è il momento»

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14-01-2020

IL GAZZETTINO 15

La Cisl chiede spazio per i lavoratori nei Cda. Carraro: «Non è il momento»

0L CONVEGNO

TREVISO «Il numero in aumento di imprese venete acquisite da società o fondi di investimento stranieri sta modificando gli as- setti produttivi della nostra re- gione ma, soprattutto, ha un forte impatto sul lavoro e sulla rappresentanza del lavoro. Oc- corre pensare ad una rivoluzio- ne delle relazioni industriali a cominciare dal nodo della par- tecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende». Se per Gianfranco Refosco, segretario generale della Cisl Veneto, gli

"anni `20" di questo secolo do- vranno essere quelli di un pro- fondo mutamento dei rapporti tra le parti sociali il neo presi- dente di Confindustria Veneto Enrico Carraro gela le aspettati- ve del sindacato: «Non sono pre- giudizialmente contrario - dice - ma in questa fase non vedo le condizioni per vedere i lavora- tori sedere nei consigli di ammi- nistrazione delle nostre impre- se». Il dibattito ha preso vita nel corso del convegno, organizza- to ieri dalla Cisl e Mogliano e dal titolo "Aziende globali, azio- ni locali".

Il modello che da quasi un de- cennio è il cavallo di battaglia della Cisl non solo in Veneto è quello della cosiddetta "coge- stione" alla tedesca delle azien- de di capitali: cda in cui oltre ai

CISL Gianfranco Refosco

rappresentanti degli azionisti siedano anche i lavoratori, chia- mati a dire la loro sulle scelte strategiche.

LO SCENARIO

Sullo sfondo il nuovo scena- rio dell'economia territoriale, caratterizzato dalla penetrazio- ne di capitali stranieri che en- trano, o acquistano in toto, le nostre aziende. Nell'ultimo de- cennio si contano 1.880 opera- zioni portate a termine, di cui solo poco più di 400 sono di ac- quisizione completa mentre ne- gli altri casi si tratta di uno sbar- co a colpi di capitale di mino- ranza o fusioni. «Il fatto che il nostro tessuto produttivo at- tragga capitali stranieri è un ele- mento positivo - ha spiegato Re- fosco - ma allo stesso tempo gli stimoli e le sollecitazioni che ci vengono dagli investitori inter- nazionali, in maggioranza tede- schi. ci dicono che dobbiamo fa- re di più sul piano delle rifor- me».

Per la Cisl del Veneto non ser- vono continue modifiche alla le- gislazione sul mercato del lavo- ro ma certezza, così come oc- corre porsi il problema del siste- ma fiscale. «Troppo complicato - sottolinea Refosco - il proble- ma non è quante tasse si paga- no ma l'overdose di adempi- menti e burocrazia». Ma poi c'è anche il nodo delle regole. «Una volta arrivati in Italia - insiste il numero uno della Cisl regiona- le - una delle criticità è rappre-

sentata dalle relazioni indu- striali. Da parte nostra non dob- biamo cadere nel tranello di guardarci indietro, ad esempio con vecchie battaglie sull'artico- lo 18, ma spostare in alto l'asti- cella».

La ricetta per Refosco è an- che andare avanti con graduali- tà ma decisione lungo la strada che porta al modello partecipa- tivo. «Vedo altre questioni da af- frontare e risolvere prima - è stata la risposta tranchant del numero uno degli industriali veneti Carraro - ad esempio l'ar- retratezza delle infrastrutture, la burocrazia, quel mix di ineffi- cienze che fanno sì che i nostri talenti migliori vadano all'este- ro nella oramai tanto discussa fuga dei cervelli». Per Carraro

«è condivisibile la richiesta del sindacato di maggiore informa- zione e condivisione in azienda tra il management e i lavorato- ri. Ad esempio nel percorso di uscita dalla crisi della mia im- presa è stata presa la scelta di condividere tutto con i lavorato- ri e renderli protagonisti delle strategie di rilancio». «Alla do- manda su di chi sia l'impresa - ha concluso Carraro - la mia ri- sposta è che l'impresa è un valo- re aggiunto del territorio a cui trasferisce ricchezza. Ma non vedo ancora le condizioni per vedere i rappresentanti dei lavo- ratori seduti al tavolo dei consi- gli di amministrazione».

Denis Barea

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