36 EMERGENZA Coronavirus IL CASo
CORRIERE DELLO SPORT - STADIO CORRIERE DELLO SPORT - STADIOIL CASo EMERGENZA Coronavirus 37
SABATO 4 APRILE 2020 SABATO 4 APRILE 2020
Vi raccontiamo le storie di chi lavora nello sport e adesso si è ritrovato di colpo senza stipendio
Noi, gli esclusi dei 600 euro
Nessun paracadute per i collaboratori sportivi, circa il 10-15%, di federazioni, enti di promozione sportiva, società dilettantistiche
LE TESTIM ONIANZE
di Giorgio Marota
S
ROMAono i dimenticati dal bo- nus, rischiano di passare alla storia come “il popo- lo dei 600 euro negati”. Nei giorni del Coronavirus un paracadute per far fronte alla crisi esiste quasi per tutti. Parti- te Iva, lavoratori dipendenti, au- tonomi... tranne per loro: i colla- boratori sportivi che guadagna- no più di 10 mila euro annui. Se- condo le stime, sono tra il 10 e il 15% di chi opera a vario titolo in federazioni, enti di promozione sportiva, società e associazioni dilettantistiche. Sono quelli che vivono di sport e che non fanno altri lavori, guadagnando in me- dia più di 833 euro al mese. Non sono mica nababbi, direte voi, eppure pagano le tasse (a diff e- renza dei colleghi che restano sotto alla soglia) per ogni euro che sfora quota 10 mila e oggi vengono tagliati fuori dal prov- vedimento del Governo. In tanti cercano di far sentire la loro voce via social. «Abbiamo solo questa entrata e paghiamo le tasse. Non ho parole, abbia- mo meno diritti anche di chi la- vora in nero», dice Valentina. Li- cia la consola: «Sono nella tua stessa condizione, io che sforo di poco non ho diritto a un sus- sidio sacrosanto». Vi raccontia- mo alcune delle loro storie. LODI. Mario Lodi è uno dei piùconosciuti preparatori atletici nel panorama italiano. Ha ini- ziato a esercitare la professione nel 1991 (nella società Romu- lea, dove oggi collabora suo fi - glio Giulio), poi è passato alla Roma. Nelle stagioni 2003-04 e 2004-05 ha assistito tecnici come Capello, Prandelli, Voe- ller e Delneri. Ha collaborato anche con la Nazionale univer- sitaria. Oggi si dà da fare nel- la scuola calcio giallorossa e in una palestra della zona. Supe- ra la soglia dei 10 mila euro «e con lo sport fermo non posso la- vorare. Io ci vivo, diventa dura andare avanti così».
MASINI. Classe ’59, Andrea Ma-
sini ha calcato i palcoscenici di Serie A e Serie B di alcune delle più blasonate società di basket italiane. Si narra che il palaz- zetto di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo, alla fi ne degli anni Settanta sia stato co- struito con i soldi della sua ces-
sione alla Stella Azzurra Roma. L’ultima esperienza da allenato- re non è fi nita bene: a novem- bre è stato sollevato dall’incari- co dal Basket Scauri. «E da quel giorno non ho ricevuto più un euro, nonostante io abbia un re- golare contratto. Non essendo professionisti, i nostri accordi sono in realtà scritture private e hanno il valore di una colla- borazione sportiva. Tanti colle- ghi vivono la mia stessa situa- zione, siamo completamente ab- bandonati. Sia dalle società che dallo Stato».
ANTONUCCI. Matteo Antonuc-
ci è un allenatore di pallavolo. Guida la formazione di Serie C del Volley Life Viterbo ed è se- lezionatore del Centro di Qua- lifi cazione FIPAV Lazio. Avreb- be dovuto portare i suoi ragaz-
zi al Trofeo delle Regioni, che è stato annullato causa Covid-19.
«Di fronte a questa emergenza la categoria dovrebbe essere tu- telata – ci racconta – Tanto più nella pallavolo, dove non esiste il professionismo come modali- tà di lavoro riconosciuta. Per far allenare le squadre "a distanza" noi tecnici stiamo continuando a lavorare. Svolgiamo anche un ruolo sociale perché cresciamo centinaia di ragazzi e ragazze, ma in questo momento siamo invisibili».
MINOTTI. «Io mi sento fortuna-
to… ma altri colleghi sono in ba- lia degli eventi. Sono padri e ma- dri di famiglia in seria diffi coltà. Sarebbe giusto dare i 600 euro a tutti». È il pensiero di Christian Minotti dell'Acqua Aniene, al- lenatore di Simona Quadarella (oro mondiale nei 1500 m sti- le libero). «Il nuoto è uno sport individuale, ma c’è tanto lavo- ro di squadra dietro. Noi tecni- ci non lavoriamo solo in piscina, per i ragazzi siamo un punto di riferimento 24 ore al giorno». CAMPOCCIO. Lo chiamano “l’uo- mo dei terzi tempi”. Senza di lui, l’Amatori Rugby Napoli perde- rebbe forse quello spirito di fa- miliarità che la contraddistin- gue da anni. «Mi chiamo Ni- cola Campoccio e organizzo i
momenti di convivialità a fi ne partita. Mi vanto di calare 40 kg di pasta a settimana» dice col sorriso. Per la società, Cam- poccio è in realtà un tutto fare: pulisce gli spogliatoi, risponde al telefono, gestisce le consegne. Fa da segretario, organizzatore e referente di decine di attività.
«Io ci vivo con la mia collabora- zione sportiva» dice. Supera la soglia consentita, nemmeno lui avrà i 600 euro.
ZORA. Monica Zora è di Palermo
e vive a Milano. «Ci vogliono al- meno 1500 euro al mese per so- pravvivere in questa città». Lei li guadagna come collaboratrice sportiva in una palestra in zona Corvetto, l’Accadueo. È una con- sulente commerciale. «Sono pre- occupata – ci racconta – a me il bonus servirebbe per campare,
per le spese vive di tutti i gior- ni. Pensi che la mia famiglia è in Sicilia, ma non l’ho raggiunta. Non sono scappata dalla Lom- bardia come hanno fatto altri». Poteva assaltare un treno e ave- re al suo fi anco almeno gli aff et- ti più cari. Ha rispettato le ordi- nanze e senza bonus rischia di non avere più un futuro. PALOMBI. Si vedeva già a Tokyo 2020 l’allenatore Simone Palom- bi, responsabile tecnico della so- cietà Tiro a Volo Nuoto. Il suo prodigio si chiama Federico Bur- disso, classe 2001 di Pavia, me- daglia di bronzo agli Europei del 2018 nei 200 m farfalla. «Forse è arrivato il momento di dare dignità alla nostra professione. Io alleno un ragazzo che rappre- senta una grande speranza per lo sport italiano e sono equipa- rato a chi fa dei corsi in pisci- na una tantum per arrotonda- re dopo l’università. Anzi, loro prenderanno i 600 euro perché non superano la soglia dei 10 mila. A me, che vivo di questa professione, non restano nem- meno le briciole. Vi pare giu- sto?».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Dopo lo stop forzato dovuto al Coronavirus, lo sport diff uso rischia di soff ocare economicamente LAPRESSE
Mario Lodi, preparatore atletico di calcio
Andrea Masini, allenatore basket
Matteo Antonucci, allenatore di pallavolo
Christian Minotti, allenatore di nuoto
Monica Zora, fi tness
Simone Palombi, allenatore di nuoto
Nicola Campoccio, collaboratore di rugby
Dotazione governativa limitata, suddivisione per fasce: lo sport di base rischia il tracollo
LA RINCORSA
DEGLI SPORTIVI PER IL BONUS
Più di 500mila collaboratori chiedono un aiuto allo Stato, però i fondi stanziati sono capienti per appena 83mila persone
Monica di Palermo lavora a Milano
«Potevo scappare anche io in Sicilia e non l’ho fatto, quel bonus mi servirebbe per campare»
Simone: «Alleno Burdisso, speranza italiana ma sono equiparato a chi fa corsi in piscina. Vivo di questo e ricevo solo le briciole» Matteo (volley)
«Stiamo lavorando a distanza. Abbiamo un ruolo sociale cresciamo tanti ragazzi, ma ora siamo invisibili»
di Marcel Vulpis
È
corsa disperata per il bo- nus da 600 euro per più di 500mila “collabora- tori sportivi”. Lavoratori che chiedono allo Stato un aiu- to economico per sopravvivere in questo periodo di quarante- na obbligatoria. Nonostante le rassicurazioni del ministero del- lo Sport, il fondo da 50 milio- ni di euro, previsto per questa specifi ca categoria di lavorato- ri, non è suffi ciente per tutte le richieste (evase, tra l’altro, per ordine cronologico di presenta- zione). Oltre a ciò vi è una di- stinzione per fasce di reddito.Benefi ciari del provvedimento infatti sono solo i soggetti con
“rimborsi” fi no a 10mila euro, mentre restano fuori quelli com- presi tra 10mila e 30.658 euro e coloro al di sopra di questo tet- to. Anche nel caso della prima fascia la dotazione governativa può rispondere ai bisogni eco- nomici di non più di 83mila per- sone, mentre la platea di que- sto 1° livello di contribu- zione è di circa 400mila unità. Un problema vi- sto che, a breve, arrive- ranno migliaia di richie- ste di bonus sulla pec di
“Sport e Salute” (ex Coni e Servizi).
LE PAROLE. «Nella video conferenza di martedì scor- so con gli Enti di promozio- ne sportiva, il ministro Vin- cenzo Spadafora ha forni- to rassicurazioni sul soste- gno allo sport di base, ma molti nodi restano. Società e associazioni rischiano di morire prima di poter attin- gere alle risorse promesse», ha spiegato al Corriere del- lo Sport, Bruno Molea (presi- dente dell’ente Aics, una realtà con più di 1,1 milioni di associa- ti). «Sui bonus oggi contiamo, solo tra gli Eps, circa 300mila collaboratori sportivi, dai qua- li vanno tolti quelli che perce- piscono altri redditi ma vanno aggiunti quelli di Federazio- ni (Fsn) e Discipline associate
delle Finanze) non ha ancora pubblicato i parametri per ri- chiederli. Siamo ormai al 4 apri- le e parliamo di 500mila perso- ne che non prendono un euro da 40 giorni. In secondo luogo è importante prendere coscienza del fatto che il fondo da 50 mi- lioni coprirà solo una parte mi- nimale del bisogno reale. Que- sto fondo va ampliato in tre di- rezioni. La prima è aumentarlo già nel mese di marzo, la secon- da è allargarlo anche a chi per- cepisce un reddito superiore e la terza è prevedere un sostegno economico nel mese di aprile».
LUNGAGGINI. Ci sono poi i tem- pi che si stanno allungando. Ciò crea ulteriori dubbi sulla pratica- bilità dell’operazione in esame.
IL VULNUS. «Il Decreto n.18 del 17 marzo scorso rimanda al re- golamento del Mef, atteso en- tro 15 giorni dall’emanazione di queste norme. Di fatto, i tem- pi sono già scaduti e ci trovia- mo, come operatori del setto- re, di fronte ad un vero e pro- prio buio normativo» ha conclu- so Damiano Lembo presidente dell’US Acli (più di 300mila as- sociati) e commercialista nel- la vita professionale. «Il mini- stro Spadafora ha anticipato sui social la nascita di questo fon- do. È sicuramente una notizia positiva, ma poi, senza regola- mento, è diffi cile dare applica- zione a quanto previsto… Que- sta fase di emergenza potrebbe, tra l’altro, accelerare il proces- so di riforma del sistema spor- tivo. Proprio nei decreti attua- tivi (nella parte ancora incom- piuta) si potrebbe iniziare ad in- trodurre le misure più idonee.
È una occasione che speriamo non vada persa».
DIRETTORE AGENZIA SPORTECONOMY.IT
Manca ancora il regolamento attuativo: c’è forte preoccupazione
Vincenzo Spadafora 46 anni, già sotto- segretario con delega alle Pari opportunità, è stato nominato ministro per le Politiche giovanili e per lo Sport
Distinzione in base alle fasce di reddito
DA 0 A 10.000 EURO
PERSONE CHE RISCHIANO DI RESTARE FUORI
IN 1ª FASCIA PLATEA
POTENZIALE DEI BENEFICIARI DA 10.000
A 30.658 EURO
LE PERSONE ESCLUSE PROVVEDIMENTODAL NUMERO
BENEFICIARI TOCCATI DAL FONDO
VALORE ECONOMICO DEL FONDO PER
“COLLABORATORI SPORTIVI”
OLTRE 30.658 EURO
VALORE DEL BONUS (UNA TANTUM)
1ª
316 .700 500 .000
2ª
100 .000 83 .300
milioni 50
3ª
600
(Dsa). Il fondo da 50 milioni di euro per i bonus da 600 euro (a testa) basteranno a una platea di appena 83mila persone: ov- vio che molti resteranno fuori (non meno di due lavoratori su tre) e tra i nostri collaboratori serpeggia già la paura. Inoltre, il decreto “Cura Italia” precisa che le pratiche verranno istrui- te secondo l’ordine di presenta- zione. La corsa disperata al bo- nus è ciò che preoccupa di più i nostri associati, che, da setti- mane, ci inviano messaggi per tenersi informati sull’attivazio- ne prevista sulla piattaforma di Sport e Salute».
LA PAURA. Il timore che si possa arrivare a una stato di iniquità, all’interno dell’universo dei col- laboratori sportivi (a causa del- la suddivisione per fasce), è più
che fondato e anche le diri- genze degli Enti di promo- zione sportiva sono aller- tate, oltre che seriamen-
te preoccupate.
L’INTERVENTO. «È fondamentale riba- dire che ci sono an- cora molti aspetti, di importanza cruciale, che il precedente decreto non re- gola o che tocca, purtrop- po, solo in modo parziale.
Ad esempio il famoso tema dei 600 euro. Sono di cer- to un sostegno, anzi, non ho dubbi che sia davvero tutto quello che il Gover- no Conte potesse fare in una prima fase» ha sotto- lineato Marco Perissa, pre- sidente dell’Opes (più di 800mila associati). «Ma pri- ma di tutto bisogna cam- biare passo sui tempi di ge- stione ed erogazione. Il Mef (ministero dell’Economia e
36 EMERGENZA Coronavirus IL CASo
CORRIERE DELLO SPORT - STADIO CORRIERE DELLO SPORT - STADIOIL CASo EMERGENZA Coronavirus 37
SABATO 4 APRILE 2020 SABATO 4 APRILE 2020
Vi raccontiamo le storie di chi lavora nello sport e adesso si è ritrovato di colpo senza stipendio
Noi, gli esclusi dei 600 euro
Nessun paracadute per i collaboratori sportivi, circa il 10-15%, di federazioni, enti di promozione sportiva, società dilettantistiche
LE TESTIM ONIANZE
di Giorgio Marota
S
ROMAono i dimenticati dal bo- nus, rischiano di passare alla storia come “il popo- lo dei 600 euro negati”.Nei giorni del Coronavirus un paracadute per far fronte alla crisi esiste quasi per tutti. Parti- te Iva, lavoratori dipendenti, au- tonomi... tranne per loro: i colla- boratori sportivi che guadagna- no più di 10 mila euro annui. Se- condo le stime, sono tra il 10 e il 15% di chi opera a vario titolo in federazioni, enti di promozione sportiva, società e associazioni dilettantistiche. Sono quelli che vivono di sport e che non fanno altri lavori, guadagnando in me- dia più di 833 euro al mese. Non sono mica nababbi, direte voi, eppure pagano le tasse (a diff e- renza dei colleghi che restano sotto alla soglia) per ogni euro che sfora quota 10 mila e oggi vengono tagliati fuori dal prov- vedimento del Governo.
In tanti cercano di far sentire la loro voce via social. «Abbiamo solo questa entrata e paghiamo le tasse. Non ho parole, abbia- mo meno diritti anche di chi la- vora in nero», dice Valentina. Li- cia la consola: «Sono nella tua stessa condizione, io che sforo di poco non ho diritto a un sus- sidio sacrosanto». Vi raccontia- mo alcune delle loro storie.
LODI. Mario Lodi è uno dei più
conosciuti preparatori atletici nel panorama italiano. Ha ini- ziato a esercitare la professione nel 1991 (nella società Romu- lea, dove oggi collabora suo fi - glio Giulio), poi è passato alla Roma. Nelle stagioni 2003-04 e 2004-05 ha assistito tecnici come Capello, Prandelli, Voe- ller e Delneri. Ha collaborato anche con la Nazionale univer- sitaria. Oggi si dà da fare nel- la scuola calcio giallorossa e in una palestra della zona. Supe- ra la soglia dei 10 mila euro «e con lo sport fermo non posso la- vorare. Io ci vivo, diventa dura andare avanti così».
MASINI. Classe ’59, Andrea Ma-
sini ha calcato i palcoscenici di Serie A e Serie B di alcune delle più blasonate società di basket italiane. Si narra che il palaz- zetto di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo, alla fi ne degli anni Settanta sia stato co- struito con i soldi della sua ces-
sione alla Stella Azzurra Roma.
L’ultima esperienza da allenato- re non è fi nita bene: a novem- bre è stato sollevato dall’incari- co dal Basket Scauri. «E da quel giorno non ho ricevuto più un euro, nonostante io abbia un re- golare contratto. Non essendo professionisti, i nostri accordi sono in realtà scritture private e hanno il valore di una colla- borazione sportiva. Tanti colle- ghi vivono la mia stessa situa- zione, siamo completamente ab- bandonati. Sia dalle società che dallo Stato».
ANTONUCCI. Matteo Antonuc-
ci è un allenatore di pallavolo.
Guida la formazione di Serie C del Volley Life Viterbo ed è se- lezionatore del Centro di Qua- lifi cazione FIPAV Lazio. Avreb- be dovuto portare i suoi ragaz-
zi al Trofeo delle Regioni, che è stato annullato causa Covid-19.
«Di fronte a questa emergenza la categoria dovrebbe essere tu- telata – ci racconta – Tanto più nella pallavolo, dove non esiste il professionismo come modali- tà di lavoro riconosciuta. Per far allenare le squadre "a distanza"
noi tecnici stiamo continuando a lavorare. Svolgiamo anche un ruolo sociale perché cresciamo centinaia di ragazzi e ragazze, ma in questo momento siamo invisibili».
MINOTTI. «Io mi sento fortuna-
to… ma altri colleghi sono in ba- lia degli eventi. Sono padri e ma- dri di famiglia in seria diffi coltà.
Sarebbe giusto dare i 600 euro a tutti». È il pensiero di Christian Minotti dell'Acqua Aniene, al- lenatore di Simona Quadarella (oro mondiale nei 1500 m sti- le libero). «Il nuoto è uno sport individuale, ma c’è tanto lavo- ro di squadra dietro. Noi tecni- ci non lavoriamo solo in piscina, per i ragazzi siamo un punto di riferimento 24 ore al giorno».
CAMPOCCIO. Lo chiamano “l’uo- mo dei terzi tempi”. Senza di lui, l’Amatori Rugby Napoli perde- rebbe forse quello spirito di fa- miliarità che la contraddistin- gue da anni. «Mi chiamo Ni- cola Campoccio e organizzo i
momenti di convivialità a fi ne partita. Mi vanto di calare 40 kg di pasta a settimana» dice col sorriso. Per la società, Cam- poccio è in realtà un tutto fare:
pulisce gli spogliatoi, risponde al telefono, gestisce le consegne.
Fa da segretario, organizzatore e referente di decine di attività.
«Io ci vivo con la mia collabora- zione sportiva» dice. Supera la soglia consentita, nemmeno lui avrà i 600 euro.
ZORA. Monica Zora è di Palermo
e vive a Milano. «Ci vogliono al- meno 1500 euro al mese per so- pravvivere in questa città». Lei li guadagna come collaboratrice sportiva in una palestra in zona Corvetto, l’Accadueo. È una con- sulente commerciale. «Sono pre- occupata – ci racconta – a me il bonus servirebbe per campare,
per le spese vive di tutti i gior- ni. Pensi che la mia famiglia è in Sicilia, ma non l’ho raggiunta.
Non sono scappata dalla Lom- bardia come hanno fatto altri».
Poteva assaltare un treno e ave- re al suo fi anco almeno gli aff et- ti più cari. Ha rispettato le ordi- nanze e senza bonus rischia di non avere più un futuro.
PALOMBI. Si vedeva già a Tokyo 2020 l’allenatore Simone Palom- bi, responsabile tecnico della so- cietà Tiro a Volo Nuoto. Il suo prodigio si chiama Federico Bur- disso, classe 2001 di Pavia, me- daglia di bronzo agli Europei del 2018 nei 200 m farfalla. «Forse è arrivato il momento di dare dignità alla nostra professione.
Io alleno un ragazzo che rappre- senta una grande speranza per lo sport italiano e sono equipa- rato a chi fa dei corsi in pisci- na una tantum per arrotonda- re dopo l’università. Anzi, loro prenderanno i 600 euro perché non superano la soglia dei 10 mila. A me, che vivo di questa professione, non restano nem- meno le briciole. Vi pare giu- sto?».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Dopo lo stop forzato dovuto al Coronavirus, lo sport diff uso rischia di soff ocare economicamente LAPRESSE
Mario Lodi, preparatore atletico di calcio
Andrea Masini, allenatore basket
Matteo Antonucci, allenatore di pallavolo
Christian Minotti, allenatore di nuoto
Monica Zora, fi tness
Simone Palombi, allenatore di nuoto
Nicola Campoccio, collaboratore di rugby
Dotazione governativa limitata, suddivisione per fasce: lo sport di base rischia il tracollo
LA RINCORSA
DEGLI SPORTIVI PER IL BONUS
Più di 500mila collaboratori chiedono un aiuto allo Stato, però i fondi stanziati sono capienti per appena 83mila persone
Monica di Palermo lavora a Milano
«Potevo scappare anche io in Sicilia e non l’ho fatto, quel bonus mi servirebbe per campare»
Simone: «Alleno Burdisso, speranza italiana ma sono equiparato a chi fa corsi in piscina. Vivo di questo e ricevo solo le briciole»
Matteo (volley)
«Stiamo lavorando a distanza. Abbiamo un ruolo sociale cresciamo tanti ragazzi, ma ora siamo invisibili»
di Marcel Vulpis
È
corsa disperata per il bo- nus da 600 euro per più di 500mila “collabora- tori sportivi”. Lavoratori che chiedono allo Stato un aiu- to economico per sopravvivere in questo periodo di quarante- na obbligatoria. Nonostante le rassicurazioni del ministero del- lo Sport, il fondo da 50 milio- ni di euro, previsto per questa specifi ca categoria di lavorato- ri, non è suffi ciente per tutte le richieste (evase, tra l’altro, per ordine cronologico di presenta- zione). Oltre a ciò vi è una di- stinzione per fasce di reddito.Benefi ciari del provvedimento infatti sono solo i soggetti con
“rimborsi” fi no a 10mila euro, mentre restano fuori quelli com- presi tra 10mila e 30.658 euro e coloro al di sopra di questo tet- to. Anche nel caso della prima fascia la dotazione governativa può rispondere ai bisogni eco- nomici di non più di 83mila per- sone, mentre la platea di que- sto 1° livello di contribu- zione è di circa 400mila unità. Un problema vi- sto che, a breve, arrive- ranno migliaia di richie- ste di bonus sulla pec di
“Sport e Salute” (ex Coni e Servizi).
LE PAROLE. «Nella video conferenza di martedì scor- so con gli Enti di promozio- ne sportiva, il ministro Vin- cenzo Spadafora ha forni- to rassicurazioni sul soste- gno allo sport di base, ma molti nodi restano. Società e associazioni rischiano di morire prima di poter attin- gere alle risorse promesse», ha spiegato al Corriere del- lo Sport, Bruno Molea (presi- dente dell’ente Aics, una realtà con più di 1,1 milioni di associa- ti). «Sui bonus oggi contiamo, solo tra gli Eps, circa 300mila collaboratori sportivi, dai qua- li vanno tolti quelli che perce- piscono altri redditi ma vanno aggiunti quelli di Federazio- ni (Fsn) e Discipline associate
delle Finanze) non ha ancora pubblicato i parametri per ri- chiederli. Siamo ormai al 4 apri- le e parliamo di 500mila perso- ne che non prendono un euro da 40 giorni. In secondo luogo è importante prendere coscienza del fatto che il fondo da 50 mi- lioni coprirà solo una parte mi- nimale del bisogno reale. Que- sto fondo va ampliato in tre di- rezioni. La prima è aumentarlo già nel mese di marzo, la secon- da è allargarlo anche a chi per- cepisce un reddito superiore e la terza è prevedere un sostegno economico nel mese di aprile».
LUNGAGGINI. Ci sono poi i tem- pi che si stanno allungando. Ciò crea ulteriori dubbi sulla pratica- bilità dell’operazione in esame.
IL VULNUS. «Il Decreto n.18 del 17 marzo scorso rimanda al re- golamento del Mef, atteso en- tro 15 giorni dall’emanazione di queste norme. Di fatto, i tem- pi sono già scaduti e ci trovia- mo, come operatori del setto- re, di fronte ad un vero e pro- prio buio normativo» ha conclu- so Damiano Lembo presidente dell’US Acli (più di 300mila as- sociati) e commercialista nel- la vita professionale. «Il mini- stro Spadafora ha anticipato sui social la nascita di questo fon- do. È sicuramente una notizia positiva, ma poi, senza regola- mento, è diffi cile dare applica- zione a quanto previsto… Que- sta fase di emergenza potrebbe, tra l’altro, accelerare il proces- so di riforma del sistema spor- tivo. Proprio nei decreti attua- tivi (nella parte ancora incom- piuta) si potrebbe iniziare ad in- trodurre le misure più idonee.
È una occasione che speriamo non vada persa».
DIRETTORE AGENZIA SPORTECONOMY.IT
Manca ancora il regolamento attuativo: c’è forte preoccupazione
Vincenzo Spadafora 46 anni, già sotto- segretario con delega alle Pari opportunità, è stato nominato ministro per le Politiche giovanili e per lo Sport
Distinzione in base alle fasce di reddito
DA 0 A 10.000 EURO
PERSONE CHE RISCHIANO DI RESTARE FUORI
IN 1ª FASCIA PLATEA
POTENZIALE DEI BENEFICIARI DA 10.000
A 30.658 EURO
LE PERSONE ESCLUSE PROVVEDIMENTODAL NUMERO
BENEFICIARI TOCCATI DAL FONDO
VALORE ECONOMICO DEL FONDO PER
“COLLABORATORI SPORTIVI”
OLTRE 30.658 EURO
VALORE DEL BONUS (UNA TANTUM)
1ª
316 .700 500 .000
2ª
100 .000 83 .300
milioni 50
3ª
600
(Dsa). Il fondo da 50 milioni di euro per i bonus da 600 euro (a testa) basteranno a una platea di appena 83mila persone: ov- vio che molti resteranno fuori (non meno di due lavoratori su tre) e tra i nostri collaboratori serpeggia già la paura. Inoltre, il decreto “Cura Italia” precisa che le pratiche verranno istrui- te secondo l’ordine di presenta- zione. La corsa disperata al bo- nus è ciò che preoccupa di più i nostri associati, che, da setti- mane, ci inviano messaggi per tenersi informati sull’attivazio- ne prevista sulla piattaforma di Sport e Salute».
LA PAURA. Il timore che si possa arrivare a una stato di iniquità, all’interno dell’universo dei col- laboratori sportivi (a causa del- la suddivisione per fasce), è più
che fondato e anche le diri- genze degli Enti di promo- zione sportiva sono aller- tate, oltre che seriamen-
te preoccupate.
L’INTERVENTO. «È fondamentale riba- dire che ci sono an- cora molti aspetti, di importanza cruciale, che il precedente decreto non re- gola o che tocca, purtrop- po, solo in modo parziale.
Ad esempio il famoso tema dei 600 euro. Sono di cer- to un sostegno, anzi, non ho dubbi che sia davvero tutto quello che il Gover- no Conte potesse fare in una prima fase» ha sotto- lineato Marco Perissa, pre- sidente dell’Opes (più di 800mila associati). «Ma pri- ma di tutto bisogna cam- biare passo sui tempi di ge- stione ed erogazione. Il Mef (ministero dell’Economia e