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La dichiarazione è di Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu ed è una risposta alle conclusioni dell’articolo di Milena Gabanelli, Mario Gerevini, Simona Ravizza,

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T R I B U N A

14 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVIII numero 7 - 2021

Intanto i 7 miliardi di euro del Recovery Fund disponibili per migliorare l’assistenza territoria- le rischiano di essere buttati al vento se i medici di famiglia non si convin- ceranno ad andare a lavorare dentro le 1.288 nuove case della Comunità previste entro il 2026”. Questa è la conclusione dell’articolo a firma di di Milena Gabanelli, Mario Gerevini, Simona Ravizza, apparso sul Corrie- re della Sera dal titolo: “Medici di ba- se, inchiesta sulla loro lobby di pote- re”. Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu, non entra in polemi- ca con quanto asserito nell’articolo, ma proprio non ci sta a lasciar passa- re il concetto che i medici di medicina generale saranno gli artefici dello spreco di risorse e del fallimento delle Case di Comunità. Pur sottolineando a M.D. che: “Oggettivamente il pro- blema di come verranno utilizzate i fondi del Recovery Fund per le Case di Comunità è un problema reale”, tiene a precisare che al momento c’è il rischio che queste diventino le en- nesime ‘cattedrali nel deserto’.

Il potenziamento delle cure primarie non può più passare attraverso for- mule e slogan, basti pensare alle Ca- se della Salute, che in alcuni casi so- no rimaste rimaste dei contenitori vuoti o addirittura non sono neppure state avviate. “Ci si continua a con- centrare sulle strutture fisiche, anche

nel Recovery Fund - precisa Esposito - ma sono ancora da chiarire gli aspet- ti operativi e la gestione delle risorse umane. Come verranno utilizzate tali strutture è un fattore determinante, visto che entro il 2026 la riconversio- ne degli studi dei Mmg dovrebbe es- sere cosa fatta. C’è poi un problema di personale e su questo fronte tutto tace. Al momento, vista la carenza futura dei Mmg non c’è ancora nes- suna indicazione di un aumento delle borse di studio per la MG, così come non si aumenta il numero delle spe- cializzazioni paramediche e infermie- ristiche per poter avere operatori suf- ficienti da inserire nelle CdC”.

!Il nodo delle forme organizzative dei Mmg

“Inoltre, da un punto di vista orogra- fico - continua - il nostro Paese crea delle difficoltà oggettive alla realizza- zione delle Case di Comunità in pic- cole comunità montane, con il ri- schio che il bacino di utenza di quel territorio non abbia l’assitenza territo- riale di cui oggi gode, vista la capilla- rità degli studi medici. Si rimane le- gati alla mera divisione numerica del- la popolazione senza tenere conto delle caratteristiche del territorio e della popolazione stessa che vi abita.

Non si prende in considerazione qua- le paziente e con quale modalità ope- rativa il team mutidisciplinare lo pren-

derà in carico e quale sarà la sua arti- colazione. Motivo per cui in primis bi- sogna affrontare il nodo delle forme organizzative dei Mmg attraverso una riforma delle forme associative della Medicina Generale. Una volta stabilite, allora si può andare a pen- sare come inserire strutturalmente i Mmg nelle Case di Comunità”.

Per Esposito le CdC hanno molte cri- ticità e troppe similitudini con le Case della Salute che hanno avuto risultati scadenti in termini di obiettivi di risul- tato, come gia ben hanno evidenzia- to i dati pubblicati da Agenas. “Nel nostro Paese - tiene infatti a sottoli- neare il segretario nazionale Fismu - abbiamo degli esempi lampanti di co- me molte riforme che hanno riguar- dato la ristrutturazione dell’assisten- za territoriale non siano state applica- te. Basti considerare le Case della Salute e lo stato dell’arte a macchia di leopardo dell’Uccp e delle Aft. Bi- sogna poi tener presente che mentre il Recovery Fund graviterà sulla spe- sa comunitaria, per quanto concerne il personale, il loro costo graviterà sul Bilancio dello Stato”.

La dichiarazione è di Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu ed è una risposta alle conclusioni dell’articolo di Milena Gabanelli, Mario Gerevini, Simona Ravizza,

pubblicato sul Corriere della Sera che accusa la professione di essere una delle principali artefici del fallimento o del successo delle Case di Comunità

“Il destino delle CdC

non è solo nostra responsabilità”

Attraverso il presente QR-Code è possibile ascoltare con tablet/smartphone il commento di Francesco Esposito

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