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Data l’eziopatogenesi variegata, il primo approccio di una coppia con diffi coltà al concepimento dovrebbe essere di tipo ambulatoriale con un ruolo fondamentale, in questo primo screening,

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C O N G R E S S I

46 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIII numero 4 - maggio 2016

Come Mmg sono molto preoc- cupata per i dati drammatici del recente rapporto dell’ISS sulla dena- talità in Italia. Dati confermati dalla realtà nel mio ambulatorio, perché sempre più spesso arrivano coppie alla ricerca di un consiglio, di un orientamento o coppie che già han- no iniziato un percorso autonoma- mente, spesso ricco di ostacoli e di delusioni, magari dopo aver consul- tato Internet e gli innumerevoli siti web, ma anche coppie che vengono già con la lista dei costosi farmaci da prescrivere perché arrivati ‘all’ultima spiaggia’”. L’affermazione è di Anna Rosa Marchetti, Mmg di Verona e organizzatrice, tra gli altri, del Conve- gno “Infertilità: determinanti ambien- tali, stili di vita e problematiche clini- che” (Verona, 11 maggio 2016).

L’infertilità, intesa come incapacità di una coppia di concepire dopo un an- no di rapporti non protetti, è un pro- blema che affl igge più di 180 milioni di persone nel mondo e che nelle società occidentali sta mostrando una drammatica accelerazione.

“Stimolati dai dati epidemiologici e dal Piano nazionale per la Fertilità del 2015 del ministro della Salute Loren- zin, che prevede attività formative/in- formative multilivello (cittadini, Mmg, specialisti, medici in formazione, ecc) il ‘Gruppo per lo studio e la promozio- ne della salute individuale e collettiva negli ambienti di vita e lavoro’ attivo presso l’Ordine dei Medici di Verona

ha organizzato l’evento scientifi co.

Grazie alla collaborazione dell’Univer- sità di Verona e dell’AO, è stato coin- volto un eccellente gruppo di esperti”

- evidenzia Marchetti. Il gruppo, attivo dal 2013, aveva già affrontato il tema dell’Inquinamento dell’aria e dell’ac- qua e le ricadute sulla salute pubblica.

“Come gruppo di lavoro, non ci sia- mo limitati a trattare il problema da un punto di vista specialistico gine- cologico o andrologico (la PMA è un punto di arrivo di un percorso, non di partenza), ma di allargare il campo allo studio dei determinanti della in- fertilità legati all’ambiente in cui vi- viamo e al luogo di lavoro (rispettan- do in questo il mandato ideale del nostro gruppo) per cui ampio spazio è dato ai colleghi epidemiologi, igie- nisti e della medicina del lavoro”.

È ben noto che l’eziopatogenesi del- l’infertilità è multifattoriale, con asso- ciazione di fattori genetici, ambientali, dietetico-comportamentali e lavorativi.

I fattori legati alla presenza di inqui- nanti negli ambienti di vita e di lavo- ro, senza dimenticare le radiazioni mediche, sono sempre più spesso chiamati in causa quali responsabili di una quota non trascurabile di casi di infertilità non altrimenti spiegabili.

 Ruolo del Mmg

“Spiace leggere che secondo alcune ricerche, solo una minima parte delle coppie (meno del 4%) si rivolge in

primis al medico curate, ma vien sorpassato dal ricorso diretto allo specialista e tutti e due ancor di più sorpassati da ‘Google’ - continua AR Marchetti. Il primo approccio di una coppia con diffi coltà al concepimen- to dovrebbe essere di tipo ambulato- riale con un ruolo fondamentale, in questo primo screening, del Mmg.

Dovremmo riappropriarci di questo ruolo, ma anche di quello di supervi- sori del percorso della coppia. Do- vremmo tenere alta l’attenzione nei riguardi dei nostri pazienti, per esem- pio ricercando sistematicamente il varicocele nei giovani o ancora attra- verso il counselling personalizzato ri- volto alla prevenzione di fattori di ri- schio noti, anche in un’ottica di pre- venzione delle malattie sessualmen- te trasmesse. Auspico che si riesca a realizzare un’utile sintesi delle buo- ne pratiche cliniche - utili e scientifi - camente provate - per tutelare la fertilità a partire dai più giovani e per inviare ai centri di primo o secondo livello le coppie con una preventiva valutazione anamnestica, clinica e laboratoristica già orientativa” - con- clude AR Marchetti.

La coppia infertile e il medico di famiglia

Data l’eziopatogenesi variegata, il primo approccio di una coppia con diffi coltà al concepimento dovrebbe essere di tipo ambulatoriale con un ruolo fondamentale, in questo primo screening,

del Mmg. È quanto emerso dal convegno “Infertilità: determinanti ambientali, stili di vita e problematiche cliniche” svoltosi a Verona

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Attraverso il

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presenteQR-Code è possibile ascoltare con tablet/smartphone l’intervista a

Anna Rosa Marchetti

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