MODIFICA SOSTANZIALE
I m p i a n t o d i r e c u p e r o d i r i f i u t i s p e c i a l i p e r i c o l o s i e n o n p e r i c o l o s i a u t o r i z z a t o e x a r t . 2 0 8 d e l D . L g s . 1 5 2 / 2 0 0 6
0 2 A P R I L E 2 0 2 1
BONAVENTURA S.R.L.
V i a G e n e r a l e C a r l o A l b e r t o D a l l a C h i e s a N . 8 P r e g a n z i o l ( T V )
PEC: [email protected] – N. di telefono: 0422 633124
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Rev. 01
TECNICI DI RIFERIMENTO
Enrico Zanardo – Tel. 348 7380590 Marco Gobbo – Tel. 338 6983780 Pietro Succol – Tel. 328 9374689 Silvia Bettega – Tel. 347 2904744
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SOMMARIO
1. PREMESSA... 4
2. PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (PTRC) REGIONE VENETO ... 5
3. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) PROVINCIA DI TREVISO ... 9
4. PIANO REGOLATORE COMUNALE (PRC) COMUNE DI PREGANZIOL ...18
4.1. PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (PAT) COMUNE DI PREGANZIOL ...18
4.2. PIANI DEGLI INTERVENTI (PI) COMUNE DI PREGANZIOL ...21
5. PIANO REGOLATORE COMUNALE (PRC) COMUNE DI MOGLIANO ...25
5.1. PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (PAT) COMUNE DI MOGLIANO...25
5.2. PIANO REGOLATORE GENERALE (PRG) COMUNE DI MOGLIANO ...35
6. P.A.I. – PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO ...37
7. P.T.A. – PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE ...37
8. ZONIZZAZIONE ACUSTICA COMUNALE ...41
9. RETE NATURA 2000 ...43
10. PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI ...44
11. CONCLUSIONI ...46
Pag. 4 di 47 1. PREMESSA
La Ditta Bonaventura S.r.l. è specializzata nella realizzazione e manutenzione di opere ferroviarie, reti ed impianti elettrici, nonché di riparazione di veicoli ferroviari e industriali.
In un’ottica di economia circolare, la Ditta ha scelto di affiancare alle proprie attività principali anche quella di recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi al fine di selezionare e reimpiegare i materiali tipici dell’attività ferroviaria derivanti dalle proprie manutenzioni quali cemento, ferro, acciaio e legno.
Dal 2009 la Ditta è autorizzata dalla Provincia di Treviso all’esercizio di un impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi presso la propria sede in via Gen. C.A. Dalla Chiesa, 31022 Preganziol (TV).
Nel 2019 è stata fatta richiesta di rinnovo per l’autorizzazione di cui sopra e contestualmente presentata istanza di screening V.I.A. ai sensi dell’art. 13 della L.R. 04/2016 ottenendo parere favorevole dalla Commissione V.I.A. della Provincia di Treviso.
Sulla base dell’esperienza maturata e delle nuove necessità operative la Ditta è ora intenzionata ad espandere la propria attività di recupero rifiuti nell’area di proprietà collocata a est dell’attuale impianto.
Il progetto prevede l’estensione dell’impianto nel comune di Mogliano Veneto (TV).
Nell’area di nuova realizzazione, allo stato di progetto è prevista la costruzione di 3 edifici adibiti a magazzino, di aree scoperte da impiegare per il deposito di materiali e rifiuti inerti e di un’area coperta dedicata allo stoccaggio e al trattamento dei rifiuti.
La presente relazione ha lo scopo di verificare e valutare i vincoli presenti nell’area di espansione al fine di determinare la fattibilità dell’opera in accordo con gli strumenti urbanistici adottati dalle Amministrazioni territoriali competenti.
Figura 1: Area d'impianto attualmente autorizzata SDF (in azzurro) e area di espansione SDP (in giallo)
Lo studio è stato effettuato considerando le tavole messe a diposizione dal PTRC della Regione Veneto, dal PTCP della Provincia di Treviso e dei PRC dei comuni di Mogliano e Preganziol nonché mediante l’utilizzo del software QGIS e delle mappe del Geoportale della Regione Veneto.
Dall’analisi degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica in vigore, si riporta quanto emerso in merito alle classificazioni dell’area su cui è insediato l’impianto di recupero rifiuti in relazione ai singoli “PIANI” che di seguito vengono riportati nel dettaglio.
Pag. 5 di 47 2. PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (PTRC) REGIONE VENETO
Tabella 1: Quadro sinottico in riferimento al PTRC Regione Veneto
TAVOLA DEL PTRC VINCOLO NOTE
Tav1 1992 – DIFESA DEL SUOLO E DEGLI INSEDIAMENTI Nessun vincolo - Tav2 1992 – AMBITI NATURALISTICO-AMBIENTALI E
PAESAGGISTICI DI LIVELLO REGIONALE Nessun vincolo -
Tav3 1992 – INTEGRITÀ DEL TERRITORIO AGRICOLO Nessun vincolo Ambiti a compromessa integrità
Tav4 1992 – SISTEMA INSEDIATIVO ED INFRASTRUTTURALE
STORICO E ARCHEOLOGICO Nessun vincolo Principali itinerari di valore
storico e storico ambientale Tav5 1992 – AMBITI PER LA ISTITUZIONE DI PARCHI E RISERVE
REGIONALI NATURALI ED ARCHOLOGICI ED AREE DI MASSIMA TUTELA PAESAGGISTICA
Nessun vincolo Limiti dei piani di area Laguna ed area Veneziana (P.T.C.P) Tav6 1992 – SCHEMA DI VIABILITÀ PRIMARIA – ITINERARI
REGIONALI E INTEREGIONALI Nessun vincolo -
Tav8 1992 – ARTICOLAZIONE DEL PIANO Nessun vincolo
Piani di area contestuali al primo P.T.R.C.
Principali Aste fluviali Fasce di interconnessione dei sistemi storico ambientali Tav9 1992 – AMBITI PER LA ISTITUZIONE DI PARCHI E RISERVE
REGIONALI NATURALI ED ARCHOLOGICI ED AREE DI MASSIMA TUTELA PAESAGGISTICA
Nessun vincolo - Tav10 1992 – VALENZE STORICO-CULTURALI E
PAESAGGISTICHE-AMBIENTALI Nessun vincolo -
Tav1a – GIUNTA DEL SUOLO Nessun vincolo Area agropolitana
Tav1 b 2009 – GIUNTA DEL SUOLO – ACQUE Nessun vincolo
Area vulnerabile ai nitrati Comune con falde vincolate per l’utilizzo idropotabile Area di primaria tutela quantitativa degli acquiferi Tav1 c – USO DEL SUOLO – IDROLOGIA Nessun vincolo Superficie irrigua
Tav2 2009 – GIUNTA BIODIVERSITÀ Nessun vincolo -
Tav3 2009 – GIUNTA ENERGIA Nessun vincolo
Alto inquinamento elettromagnetico
Inquinamento da Nox: 40-50 30Tμg/m3
Tav4 – MOBILITÀ Nessun vincolo Prossimità
autostrada/superstrada Tav5a 2009 – GIUNTA SVILUPPO ECONOMICO PRODUTTIVO Nessun vincolo -
Tav5b 2009 – GIUNTA RICETTIVO TURISTICO Nessun vincolo Presenza nel territorio di numerose ville venete Tav6 2009 – GIUNTA CRESCITA SOCIALE Nessun vincolo Ambito per l’istituzione di
nuovi parchi regionali
Tav7 2009 – GIUNTA MONTAGNA Nessun vincolo -
Tav8 – CITTÀ MOTORE DEL FUTURO Nessun vincolo Archi verdi metropolitani
Pag. 6 di 47 Tav3 1992 – INTEGRITÀ DEL TERRITORIO AGRICOLO
Per gli “ambiti con compromessa integrità del territorio agricolo”, le politiche urbanistico-ambientali da attivare debbono essere particolarmente rispettose dell'uso delle esistenti risorse naturali e produttive, in modo da non provocare ulteriori forme di precarietà dell'agricoltura che potrebbero avere conseguenze sulle risorse presenti. Debbono essere predisposti piani di settore riguardanti forme di riordino e aggregazione fondiaria, atti a migliorare lo stato strutturale ed organizzativo del settore e ad indicare le direttive per il riuso dell'edilizia rurale.
Tav4 1992 – SISTEMA INSEDIATIVO ED INFRASTRUTTURALE STORICO E ARCHEOLOGICO
Figura 2: Estratto sistema insediativo ed infrastrutturale storico e archeologico
PRINCIPALI ITINERARI DI VALORE STORICO E STORICO AMBIENTALE
La Regione promuove la formazione del sistema degli itinerari e della viabilità di interesse storico ivi compreso il censimento del ricco repertorio di attrezzature di transito (con riferimento alle scansioni degli itinerari, segnalazioni, punti ed attrezzature delle stazioni di posta, punti di guado, ecc.). anche al fine di giungere alla definizione di una “tipologia”
delle funzioni viarie storicamente accertabili nell'area veneta e alla loro evoluzione nel tempo.
Il P.T.R.C. individua nella tav. di progetto n.4 gli itinerari di interesse storico-ambientale nelle tav. nn.4, 5 e 9 il Parco dell'antica strada d'Alemagna Greola e Cavallera. Nella tav. n.8 sono indicati i percorsi da sottoporre prioritariamente ad appositi Piani di Settore al fine di recuperare e valorizzare i percorsi anche inserendoli in circuiti culturali attrezzati.
Le Province, in sede di formazione del P.T.P. e i Comuni in sede di redazione o revisione degli strumenti urbanistici, provvedono all'identificazione dei percorsi minori di interesse storicoambientale e delle strutture di supporto ed accessorie, formulando proposte per il recupero, l'utilizzo funzionale, l'inserimento in circuiti culturali attrezzati, dettando norme per la loro salvaguardia, anche al fine di favorire l'incentivazione dell'agriturismo.
Pag. 7 di 47 Tav1a – GIUNTA DEL SUOLO
Figura 3: Estratto giunta del suolo
AREA AGROPOLITANA
Le Norme Tecniche prevedono per tale area che:
1. Nelle aree agro-politane in pianura la pianificazione territoriale ed urbanistica viene svolta perseguendo le seguenti finalità:
a) garantire lo sviluppo urbanistico attraverso l’esercizio non conflittuale delle attività agricole;
b) individuare modelli funzionali alla organizzazione di sistemi di gestione e trattamento dei reflui zootecnici e garantire l’applicazione, nelle attività agro-zootecniche, delle migliori tecniche disponibili per ottenere il miglioramento degli effetti ambientali sul territorio;
c) individuare gli ambiti territoriali in grado di sostenere la presenza degli impianti di produzione di energia rinnovabile;
d) prevedere, nelle aree sotto il livello del mare, la realizzazione di nuovi ambienti umidi e di spazi acquei e lagunari interni, funzionali al riequilibrio ecologico, alla messa in sicurezza ed alla mitigazione idraulica, nonché alle attività ricreative e turistiche, nel rispetto della struttura insediativa della bonifica integrale, ai sistemi d’acqua esistenti e alle tracce del preesistente sistema idrografico-naturale.
Nell’ambito delle aree agropolitane i Comuni stabiliscono le regole per l’esercizio delle attività agricole specializzate (serre, vivai), in osservanza alla disciplina sulla biodiversità e compatibilmente alle esigenze degli insediamenti.
Data la struttura dell’impianto che si intende realizzare e considerato che non sono previsti ulteriori vincoli in tal senso nelle tavole comunali (analizzate di seguito) non si rilevano motivi ostativi alla realizzazione dell’opera in riferimento agli ambiti evidenziati in questa tavola.
Pag. 8 di 47 Tav1 b 2009 – GIUNTA DEL SUOLO – ACQUE
Figura 4: Estratto giunta del suolo – acque
L’area oggetto di studio viene individuata quale:
- Area vulnerabile ai nitrati
- Comune con falde vincolate per l’utilizzo idropotabile - Area di primaria tutela quantitativa degli acquiferi
Data la struttura dell’impianto che si intende realizzare e considerato che non sono previsti ulteriori vincoli in tal senso nelle tavole comunali (analizzate di seguito) non si rilevano motivi ostativi alla realizzazione dell’opera in riferimento agli ambiti evidenziati in questa tavola.
Pag. 9 di 47 3. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) PROVINCIA DI TREVISO
Tabella 2: Quadro sinottico in riferimento al PTCP
TAVOLA DEL PTCP VINCOLO NOTE
Tav. 1.1.B Aree soggette a tutela Nessun vincolo -
Tav. 1.2.B Pianificazione di livello superiore Nessun vincolo
Perimetro Piani di Area approvati e/o adottati.
Mogliano: Piano di area PALAV Tav. 1.3.B Aree naturalistiche protette Nessun vincolo -
Tav. 1.4.B Vincoli militari e infrastrutturali Nessun vincolo (*)
Elettrodotto 380kV – Metanodotto Tav. 2.1.B Aree soggette a dissesto idrogeologico e fragilità
ambientale Nessun vincolo -
Tav. 2.2.B Fragilità Nessun vincolo
(*)
Elettrodotto 380kV – Metanodotto
Tav. 2.3.B Rischio di incidente industriale rilevante
Zona
incompatibilità ambientale assoluta
Si veda PRC Parco del Terraglio
Tav 2.4.VIII Carta delle aree a rischio archeologico Nessun vincolo -
Tav. 2.5 Fasce filtro Nessun vincolo -
Tav. 3.1.B Carta delle reti ecologiche Vincolo
edificazione
Area di connessione naturalistica Fascia tampone Corridoio ecologico secondario Tav. 3.2.B Livelli di idoneità faunistica Nessun vincolo -
Tav. 4.1.B Schema insediativo infrastrutturale Aree produttive non ampliabili
Area con superficie
<50.000mq
Area non ampliabile Tav 4.4.XII Carta delle Ville Venete, Complessi di Edifici di pregio
architettonico di interesse provinciale Nessun vincolo -
Tav. 4.5 Mobilità sostenibile – Ambiti urbano rurale
Vincoli alla realizzazione di impianti
Area Nucleo di
completamento corridoi principali e secondari Fasce tampone Tav. 4.6 Percorsi turistici individuati dal Piano Territoriale
Turistico Nessun vincolo -
Tav. 4.7 Il sistema dei parchi Vincolo
edificazione
Parco del Terraglio Fascia tampone Corridoio ecologico secondario Tav. 5.1.B Carta geomorfologica della Provincia di Treviso e
Unità di Paesaggio Nessun vincolo Dosso fluviale
(*) Le amministrazioni comunali, in sede di redazione del PAT, dovranno effettuare una ricognizione del proprio territorio al fine di individuare e localizzare tutti gli elementi che determinano tali tipi di vincoli, tenendo in debita considerazione la presenza di essi ai fini dell’eventuale disciplina di tutela.
Pag. 10 di 47 TAV. 1.2.B PIANIFICAZIONE DI LIVELLO SUPERIORE
Figura 5: Estratto pianificazione di livello superiore
PALAV - Articolo 21: Aree di interesse paesistico-ambientale
Le aree di interesse paesistico-ambientale, come individuate negli elaborati grafici di progetto, costituiscono ambiti preferenziali per la realizzazione di parchi territoriali; esse sono da considerarsi prioritarie nell'applicazione delle direttive C.E.E. relative a interventi di piantumazione finalizzati al miglioramento ambientale.
I Comuni, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici al presente piano di area:
- individuano le aree di recente bonifica di affaccio lagunare da destinare al lagunaggio e alla formazione di laghi e/o paludi, anche a scopi ricreativi e/o produttivi di acquacoltura. Tali interventi sono in ogni caso subordinati all'approvazione, da parte delle autorità competenti, di specifici progetti di intervento che ne verifichino il corretto inserimento ambientale e la compatibilità idraulica;
- predispongono, tenendo conto anche di quanto disposto dal Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio Rurale in materia, una puntuale disciplina dell'ambiente rurale e regolamentano l'attività edificatoria individuando gli interventi consentiti, ivi comprese le serre, compatibilmente con la legislazione vigente e con quanto disposto dal presente piano di area;
- identificano e salvaguardano sia gli edifici che il complesso degli elementi costituenti documenti significativi del paesaggio agrario (ponticelli, chiaviche, salti d'acqua, cippi, tratturi, fossati, ecc.);
- riconoscono e tutelano i biotopi esistenti (emergenze floristiche, corpi idrici, boschetti, zone umide, ecc.) e prevedono interventi finalizzati all'inserimento, al miglioramento e/o incremento di quinte arboreo-arbustive, lungo il perimetro delle zone umide, dei corsi d'acqua e delle zone coltivate, onde pervenire ad una maggiore articolazione della vegetazione che permetta la ricostruzione di biocenosi associate al paesaggio agrario. A tal fine possono essere previsti interventi di riutilizzazione di aree a ridosso delle zone urbanizzate mediante la realizzazione di orti di città, parchi campagna, etc;
Pag. 11 di 47 - al fine di consentire la fruizione collettiva a scopo ricreativo e didattico - culturale delle aree di cui al presente articolo, individuano idonei percorsi a collegamento di emergenze storico - naturalistiche presenti e di manufatti di particolare pregio ambientale e prevedono il recupero di strutture esistenti e l'eventuale realizzazione di nuove strutture da destinare ad attività di supporto, in prossimità delle quali individuare congrui spazi ad uso collettivo;
- individuano gli agglomerati urbani che presentano particolari situazioni di degrado ed intervengono con appositi strumenti attuativi. finalizzati alla riqualificazione dei luoghi, e all'eliminazione degli elementi detrattori; gli interventi previsti sono soggetti alle disposizioni di cui al successivo punto b) del presente articolo;
- definiscono le tipologie, le caratteristiche e materiali delle insegne e dei cartelli indicatori consentiti, ai fini di un loro corretto inserimento ambientale.
Qualora i Comuni debbano prevedere nuove zone di espansione la localizzazione di esse non deve interessare aree di interesse paesistico-ambientale, salvo che, per limitate espansioni ad uso residenziale, turistico e per servizi, purché tale espansione sia individuabile esclusivamente all'interno di tali aree, nonché previa comprovata motivazione e predisposizione delle integrazioni richieste alla lettera b) del presente articolo.
Per gli interventi di nuova edificazione è fatto obbligo, attraverso apposita convenzione, di mettere a stabile dimora specie autoctone per una superficie pari a una volta e mezza la superficie di terreno occupata dal nuovo intervento, anche utilizzando le aree in fregio a viabilità o percorsi rurali.
Finché i Comuni non provvedono ai sensi delle direttive della lettera a) del presente articolo, sono vietati interventi di nuova edificazione, salvo che per l'adeguamento di opere pubbliche o di interesse pubblico esistenti, nonché per nuovi interventi relativi a infrastrutture e impianti tecnologici a servizio del sistema insediativo esistente o per attraversamenti dell'area indispensabili alla continuità delle reti sul territorio.
Pag. 12 di 47 TAV. 2.3.B RISCHIO DI INCIDENTE INDUSTRIALE RILEVANTE
Figura 6: Estratto rischio di incidente industriale rilevante
1. Secondo quanto disposto dalla L.R. 11/2004, il P.T.C.P. ha come obbiettivo la verifica della compatibilità tra l’urbanizzazione e la presenza degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante al fine di:
- garantire l’incolumità dei cittadini;
- garantire la protezione delle risorse naturali ed ambientali;
- aumentare i livelli di sicurezza sul territorio in ossequio ai principi di precauzione.
2. Il PTCP individua con apposita grafia le aree a rischio di incidente rilevante. Lo strumento urbanistico comunale, nel recepire e precisare gli ambiti di cui al presente articolo, dispone apposita normativa finalizzata al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con l’uso di determinate sostanze nel rispetto della vigente normativa.
[…]
4. Il PAT nella valutazione di compatibilità territoriale per la localizzazione di nuovi impianti dovrà tenere in considerazione la tav. 2.3 del PTCP in cui sono indicate le aree di incompatibilità assoluta; la localizzazione dovrà essere individuata all’interno delle aree industriali definite ampliabili e nelle nuove aree produttive dal PTCP che risultino esterne alle aree di incompatibilità assoluta e comunque l’ubicazione dello stabilimento dovrà risultare compatibile con gli usi del territorio circostante.
5. Le aree di incompatibilità assoluta non dovranno di massima essere interessate dalle aree di danno degli impianti.
[…]
7. Ampliamenti di stabilimenti esistenti soggetti alla normativa sul rischio di incidenti rilevanti e già localizzati in aree di incompatibilità assoluta potranno essere ammessi dal PRC, fatto salvo quanto disposto dall’art. 15, solo a condizione di non incrementare il livello rischio esistente.
La TAV. 2.3.B del PTCP della Provincia di Treviso individua l’area oggetto di studio come facente parte delle zone di incompatibilità ambientale assoluta, demandando ai Comuni (nel caso Mogliano Veneto e Preganziol) il compito di determinare nel PAT l’effettiva compatibilità del sito sulla base della suddetta Tavola.
Si rimanda la valutazione di compatibilità ai PAT dei relativi Comuni di Preganziol e Mogliano Veneto.
Pag. 13 di 47 TAV. 3.1.B CARTA DELLE RETI ECOLOGICHE
Figura 7: Estratto carta delle reti ecologiche
Area di connessione naturalistica – fascia tampone
1. Nelle fasce tampone e nelle aree di potenziale completamento della rete ecologica site al di fuori delle aree urbanizzate possono venir opportunamente ammesse dallo strumento urbanistico comunale, compatibilmente con le previsioni del PTCP:
a) attività di agricoltura non intensiva;
b) attività agrituristiche;
c) centri di didattica ambientale;
d) attività ricreative e per il tempo libero a limitato impatto;
2. Salvo motivata eccezione, non sono ammesse nuove edificazioni ad alto consumo di suolo e/o fortemente impattanti.
3. Gli strumenti urbanistici comunali perimetrano in maniera definitiva le fasce tampone, indicando le aree di idoneità faunistica comprese in esse e dettando norme differenziate in relazione al livello di idoneità, in analogia a quanto disposto per le aree faunistiche comprese nelle altre aree della rete ecologica.
4. Per i corsi d’acqua gli strumenti urbanistici prevedono interventi di tutela e conservazione/riqualificazione degli stati in atto, con ricostruzione delle fasce di vegetazione ripariale in particolare in corrispondenza degli innesti nelle aree nucleo.
[…]
Pag. 14 di 47 Corridoi ecologici secondari
All’interno dei corridoi ecologici e delle stepping zone la necessità della valutazione d’incidenza è decisa dall’autorità competente in relazione alla prossimità delle aree SIC/ZPS; nel caso in cui essa non si renda necessaria dovrà essere redatta un’analisi che dimostri comunque la compatibilità dell’opera con i luoghi.
2. All’interno di tali aree è fatto divieto, salvo che in motivate situazioni particolari da assoggettare comunque valutazione d’incidenza con esito positivo, di:
a) illuminare i sentieri a distanza superiore a 500 metri dal perimetro dei centri abitati, ed a 200 metri b) dalle case sparse e dai nuclei abitati;
c) formare nuovi sentieri;
d) realizzare nuove edificazioni sparse;
[…]
4. Interventi di ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo, preferibilmente localizzati nelle aree marginali della rete, sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati compatibili dalla valutazione di incidenza, e comunque, soggetti a misure compensative a compenso d’ogni riduzione della qualità ecologica complessiva dell’area.
[…]
6. Le prescrizioni di cui al presente articolo decadono per le parti di territorio non più interessate da ambiti di rete ecologica a seguito dell’adeguamento del PRC alle disposizioni di cui all’art. 41 delle presenti Norme Tecniche.
L’area oggetto di studio è definita dalla tavola 3.1.B del PTCP della Provincia di Treviso quale “Fascia tampone” e
“Corridoio ecologico secondario”.
Come si evince dalle Norme Tecniche Attuative relative al PTCP, in tali aree non è ammessa, salvo specifiche e motivate eccezioni, l’edificazione di nuovi edifici.
Tale direttiva rappresenta un significativo vincolo alla realizzazione dell’opera allo stato di progetto, il quale necessita imprescindibilmente di aree coperte e di pavimentazione.
Premesso che il corridoio ecologico inizialmente concepito dal PTCP della Provincia di Treviso risulta oggi interrotto dal ramo autostradale costituito dalla A4 Torino-Trieste, per valorizzare il relativo vincolo, la Ditta si propone di riservare una lingua verde ad est dell’impianto per garantire il passaggio di piccoli vertebrati e di allestire al termine della stessa un’oasi costituita da uno specchio d’acqua (che servirà da bacino di laminazione per l’invarianza idraulica) e da una serie di alberature (in parte già presenti).
Tale area verde manterrà anche il ruolo di “fascia tampone” limitando l’accesso della fauna locale all’autostrada collocata a sud.
Pag. 15 di 47 TAV. 4.1.B SCHEMA INSEDIATIVO INFRASTRUTTURALE
Figura 8: Estratto schema insediativo infrastrutturale AREE PRODUTTIVE NON AMPLIABILI
Direttive per le aree produttive non ampliabili
1. Per le aree produttive la cui consistenza edilizia in atto il P.T.C.P. non consideri ampliabile a fini produttivi, il P.A.T.
sulla base di accurata analisi, ne definisce la riconversione prevedendo:
a) se la zona è prossima a nuclei abitativi, la riconversione a destinazione prevalente residenziale, integrata da servizi per la popolazione;
b) se la zona non è prossima a nuclei abitativi esistenti o previsti, ma adeguatamente collegata o collegabile alla rete viaria esistente, la riconversione a:
b.1) servizi pubblici o di interesse generale;
b.2) attività economiche del settore terziario;
b.3) magazzini e depositi, o simili;
c) se la zona non è prossima a nuclei abitativi esistenti o previsti, né adeguatamente collegata o collegabile alla rete viaria esistente, la riconversione a:
c.1) nuclei residenziali in territorio extraurbano;
c.2) attività agricole, con prevalenza di allevamenti e serre;
c.3) installazione di centrali fotovoltaiche;
c.4) ogni altra destinazione compatibile con la zona agricola, salvo il rispetto dei vincoli.
Pag. 16 di 47 2. Per le aree produttive a prevalente destinazione terziaria la cui consistenza edilizia in atto il P.T.C.P. non consideri ampliabile a fini produttivi, il P.A.T. verifica ed incentiva la riconversione delle stesse nelle sole destinazioni di cui al comma 1, lett. b).
3. Spetta al PAT e al PI, anche tenendo conto delle verifiche effettuate in sede di monitoraggio, indicare i criteri per delimitare gli ambiti di riconversione, disporne i tempi, i contenuti ed i modi per l’attuazione della prescritta riconversione, anche inglobando aree adiacenti.
4. Per le aree di cui al presente articolo, il PRC provvederà a disporre in ogni caso apposita normativa destinata a disciplinare l’uso delle aree, in conformità alle prescrizioni di cui al successivo articolo 15, sino alla loro effettiva riconversione disposta ai sensi del precedente comma.
Area critica per la viabilità
gli strumenti urbanistici comunali verificano, e se necessario modificano, le previsioni del PTCP concernenti i tracciati viari, sia esistenti che di nuovo impianto, tenendo conto non soltanto delle condizioni di equiaccessibilità al territorio che le caratterizzano, ma anche dei requisiti di sicurezza e di aperta fruizione visiva dell’intorno.
“L’area critica per la viabilità” evidenzia situazioni di particolare complessità in relazione ai collegamenti viari; per tali ambiti risulta necessario procedere a specifiche verifiche e valutazioni di tipo economico ambientale e funzionale, da attuarsi secondo le procedure di legge con la partecipazione dei comuni territorialmente interessati garantendo comunque il coinvolgimento delle rispettive cittadinanze e delle loro forme associative.
Per quanto concerne il vincolo legato alle aree produttive non ampliabili segnaliamo che la destinazione d’uso dell’area oggetto di ampliamento è compatibile con le limitazioni previste dal vincolo.
Non sono previste variazioni alla viabilità.
Pag. 17 di 47 TAV. 4.5 MOBILITÀ SOSTENIBILE – AMBITI URBANO RURALE
Figura 9: Estratto mobilità sostenibile – ambiti urbano rurale
Direttive per la tutela delle aree nucleo, aree di completamento delle aree nucleo, corridoi ecologici, stepping zone 1. Con riferimento alla specifica tutela delle aree nucleo (zone SIC-ZPS, IBA, biotopi, aree naturali protette) 1) la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti tecnici è subordinata a misure di mitigazione mirate alla
ricostituzione della continuità della permeabilità biologica nei punti critici di passaggio, ed inoltre con l’inserimento di strutture utili all’attraversamento faunistico e con la costituzione di aree di rispetto formate con elementi arborei ed arbustivi finalizzate alla conservazione della biodiversità;
2) la gestione dell’agricoltura in queste aree deve essere indirizzata, anche mediante interventi di incentivazione e sostegno tecnico e finanziario, al mantenimento delle componenti di interesse ecologico e della biodiversità complessiva;
3) le aree individuate come critiche per presenza di infrastrutture, aree insediative e corridoi ecologici nei siti della Rete Natura 2000 devono essere considerate dalla normazione tutelare degli strumenti urbanistici comunali come ambiti prioritari verso i quali convergere gli interventi di riorganizzazione mediante azioni di mitigazione e compensazione.
Fasce tampone
Si veda TAV. 3.1.B CARTA DELLE RETI ECOLOGICHE e quanto già esposto in riferimento alla stessa.
Pag. 18 di 47 4. PIANO REGOLATORE COMUNALE (PRC) COMUNE DI PREGANZIOL
4.1. PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (PAT) COMUNE DI PREGANZIOL Tabella 3: Quadro sinottico in riferimento al PAT
TAVOLA DEL PAT VINCOLO NOTE
Tavola 1 Vincoli Nessun vincolo Fascia tutela inquinamento acustico B e A Vincolo sismico O.P.C.M. n. 3274/2003 zona 3
Tavola 2 Invarianti Nessun vincolo -
Tavola 3 Carta delle fragilità Nessun vincolo Area idonea a condizione Tavola 4 Carta delle trasformabilità Nessun vincolo Urbanizzazione consolidata
TAVOLA 1 VINCOLI
Figura 10: Estratto vincoli
Inquinamento acustico derivante dalle infrastrutture stradali e ferroviarie – Fasce di tutela Disposizioni generali
Per tali fasce di tutela valgono le normative di riferimento per l'inquinamento acustico, cioè il D.P.R. 18.11.1998, n.459 per le infrastrutture ferroviarie e il D.P.R. 30.3.2004, n.142 per le infrastrutture stradali.
Pag. 19 di 47 Indicazioni operative per il Piano degli Interventi
Il Piano degli Interventi provvederà alle modifiche dell’ampiezza delle fasce di cui sopra a seguito dell’emanazione di disposizioni legislative e normative specifiche. Il Piano degli Interventi prescriverà che gli interventi di protezione acustica siano realizzati nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia.
Vincolo sismico
Le prescrizioni di questo articolo s’applicano all’intero territorio comunale classificato in zona sismica 3 con D.C.R.V. n. 67 del 03.12.2003, in attuazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20.03.2003 n. 3274, “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona sismica”
Disposizioni generali
S’applicano le norme tecniche di cui all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20.03.2003 n. 3274 e di cui al D.M. 14.9.2005 e successive modificazioni ed integrazioni.
Gli interventi di demolizione di costruzioni legittime, rispetto alle verifiche tecniche da effettuarsi su edifici e opere strategiche o importanti, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 2 dell’OPCM n. 3274/2003, determinano la formazione di credito edilizio, secondo quando previsto all’articolo 36 della legge regionale 11/2004, da sviluppare nel medesimo lotto del fabbricato preesistente.
Poiché non sono previsti interventi edilizi all’interno del Comune di Preganziol (l’espansione dell’impianto coinvolge il comune di Mogliano Veneto) dalla Tavola in esame non si rilevano vincoli.
Pag. 20 di 47 TAVOLA 3 CARTA DELLE FRAGILITÀ
Figura 11: Fragilità Aree idonee a condizione
Includono quasi tutto il territorio comunale ove è necessario che in tutte le fasi di utilizzo edificatorio si proceda ad accurate verifiche al fine di dimensionare adeguatamente le opere di fondazione, definire le modalità di regimazione e drenaggio delle acque, indicare l’entità del possibile rischio idraulico (sempre comunque minore), verificare la eventuale necessità di procedere al rialzo del piano di campagna di riferimento o alla realizzazione di altre misure volte a ridurre il rischio citato.
Indicazioni operative per il Piano degli Interventi Il Piano degli Interventi dovrà predisporre una normativa e prevedere azioni, di concerto con le autorità idrauliche competenti atte a ridurre progressivamente il rischio idraulico presente nel territorio Comunale a partire dalle situazioni di maggiore livello.
Nel caso in cui le autorità competenti procedano con la realizzazione delle opere idrauliche ritenute necessarie per le zone suddette, il vincolo di “aree idonee a condizione” decade automaticamente.
Poiché non sono previsti interventi edilizi all’interno del Comune di Preganziol (l’espansione dell’impianto coinvolge il comune di Mogliano Veneto) dalla Tavola in esame non si rilevano vincoli.
Pag. 21 di 47 4.2. PIANI DEGLI INTERVENTI (PI) COMUNE DI PREGANZIOL
Tabella 4: Quadro sinottico in riferimento al PI
TAVOLA DEL PI VINCOLO NOTE
TAV 1 Primo Piano degli Interventi SAU-SAT 2013 Nessun vincolo - TAV 2S Primo Piano degli Interventi zonizzazione intero
territorio comunale 2013 Nessun vincolo Zona D3 del Terraglio
Tav 3.8 Primo Piano degli interventi zone significative:
zonizzazione Boschetta 2013 Nessun vincolo Zona D3 del Terraglio
Tav 4S Piano degli Interventi Vincoli e Tutele 2013 Nessun vincolo -
Tav 5S Piano degli Interventi Zonizzazione e vincoli 2013 Nessun vincolo Zona D3 del Terraglio TAV 1. Zonizzazione e vincoli 2019 Nessun vincolo Zona D3 del Terraglio TAV 2.8 Zone significative: Boschetta 2019 Nessun vincolo Zona D3 del Terraglio TAV 3.S Vincoli intero territorio comunale 2019 Nessun vincolo -
Pag. 22 di 47 TAV 1. ZONIZZAZIONE E VINCOLI 2019
Figura 12: Estratto zonizzazione e vincoli Zona D3 del Terraglio
[…]
Nelle aree così classificate non sono ammessi i seguenti usi:
Funzione residenziale: uso R, salvo quanto disposto al precedente comma 1 per le funzioni accessorie Funzione produttiva: usi P1URB, P2
Funzione direzionale: uso DIR3
Funzione commerciale: usi COM2-2, COM3 Funzione agricola: usi A1, A2
3. Nelle aree così classificate l’edificabilità è espressa in funzione dei seguenti parametri:
Indice fondiario (If) massimo: 1,00 mc/mq;
Superficie coperta (Sc) massima: 40% Sf fatta salva la possibilità di mantenere l'attuale superficie coperta qualora superiore a detto parametro;
Altezza (H) massima: 14,00 m, pari a n. 4 piani fuori terra;
Superficie drenante (SD) minima: 30% del lotto fatta salva la compatibilità con le norme antinquinamento o documentate esigenze tecnologiche;
Distanza dai confini (Dc) minima: 5,00 m e comunque non inferiore a H/2 fatta salva la possibilità di allineamento con il fronte esistente in caso di ampliamento e nel rispetto delle distanze vigenti per legge;
Distanza dal Terraglio: non è consentito ridurre l'attuale distanza dei fabbricati dal Terraglio ad eccezione degli edifici con destinazione ricettivo alberghiera esistenti all'adozione del PI;
Pag. 23 di 47 Per le nuove costruzioni da realizzare nella ZTO D3/15 si prescrive l’allineamento con il fronte degli edifici esistenti posti a nord.
Distanza dalla strada (Ds): le distanze minime dei fabbricati dalle strade sono quelle stabilite dal D.M. 1444/1968 o quelle stabilite dal D.Lgs. 285/1992: "Nuovo Codice della Strada" per gli interventi esterni ai centri abitati o interni ai centri abitati stessi localizzati lungo strade del tipo A e D - Parcheggi privati: come indicato al successivo art. 43 delle presenti norme;
Qualora siano previsti interventi di conversione da produttivo a terziario il parametro di conversione da utilizzare è determinato moltiplicando la Superficie Coperta esistente o autorizzata (Sc) per l'altezza massima consentita al momento dell'autorizzazione a edificare divisa per una altezza convenzionale di piano pari a 4,00 ml (Sc x Hmax/4,00).
4. Per gli edifici esistenti alla data di approvazione del P.A.T. con usi non compatibili, sono consentiti gli interventi di cui all'art. 3, comma 1, lettere a), b) e c) e d) del D.P.R. 380/2001 e modesti interventi di ampliamento calcolabili nell'aumento del 10% del Vdr esistente.
5. In queste zone non si applica la normativa prevista dall’art. III.IV.10 “Disposizione relative alle aree di pertinenza”
del REC adeguato al RET.
6. Dovranno essere previste idonee barriere, possibilmente vegetali, a confine con le zone di tipo B e C con funzione di separazione e protezione da eventuali agenti inquinanti atmosferici (chimico-fisici /gas-rumori) specialmente per le nuove realizzazioni.
7. La parte produttiva dovrà essere sottoposta a verifica di assoggettabilità Ambientale ai sensi del DLgs n.156/2006 e smi di cui all’art.12 (Parere motivato VAS n.179 del 04.11.2019).
FUNZIONE RESIDENZIALE (R)
Nel P.I. si intendono come funzione residenziale R quella abitativa e come parte integrante della funzione residenziale R le destinazioni d’uso relative ad attività connesse e/o a servizio della stessa quali, a solo titolo esemplificativo, l’attività professionale all’interno della propria abitazione, gli spazi destinati ad attività artigianali compatibili con la residenza, gli spazi per attività comuni, le attività di Bed&Breakfast, a condizione che per caratteristiche edilizie e strutturali i relativi spazi siano materialmente e funzionalmente collegati alla funzione residenziale.
P1URB
Si intendono le attività di produzione di beni e/o servizi alle attività urbane in genere (comprese le attività di servizio all’auto quali, a titolo esemplificativo, gommisti, meccanici, elettrauto) compatibili con la residenza
P2 Attività produttive
Si intendono tutti i tipi di attività produttive di beni e/o servizi di carattere artigianale e industriale.
Comprendono inoltre le Strutture della logistica e cioè gli spazi e i locali destinati all’organizzazione, pianificazione e realizzazione della movimentazione e dello stoccaggio di beni e manufatti
DIR3 Centri per il tempo libero
Si intendono le attività direzionali per il tempo libero organizzate in centri a grande afflusso di autovetture quali, a solo titolo esemplificativo, cinema, sale da ballo, sale giochi, bowling, etc.
COM2 Medie strutture di vendita
Pag. 24 di 47 COM2-1 Si intendono l’esercizio commerciale singolo o l’aggregazione di più esercizi
commerciali in forma di medio centro commerciale con superficie di vendita compresa tra 251 mq. e 1500 mq
COM2-2 Si intendono l’esercizio commerciale singolo o l’aggregazione di più esercizi commerciali in forma di medio centro commerciale con superficie di vendita compresa tra 1501 mq. e 2500 mq.
COM3 Grandi strutture di vendita
Si intendono l’esercizio commerciale singolo o l’aggregazione di più esercizi commerciali in forma di grande centro commerciale o di parco commerciale con superficie di vendita complessiva superiore a 2501 mq.
A1 Abitazioni agricole
Si intendono le abitazioni agricole all’interno di una azienda agricola, funzionali alle esigenze abitative dell’imprenditore agricolo e degli addetti dell’azienda agricola nonché le strutture abitative per le attività agrituristiche.
A2 Fabbricati di servizio
Si intendono i fabbricati a servizio dell’attività agricola e necessari allo svolgimento della stessa
Poiché non sono previsti interventi edilizi all’interno del Comune di Preganziol (l’espansione dell’impianto coinvolge il comune di Mogliano Veneto) dalla Tavola in esame non si rilevano vincoli.
Pag. 25 di 47 5. PIANO REGOLATORE COMUNALE (PRC) COMUNE DI MOGLIANO
5.1. PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (PAT) COMUNE DI MOGLIANO Tabella 5: Quadro sinottico in riferimento al PAT
TAVOLA DEL PAT VINCOLO NOTE
Tav. 1A Carta dei Vincoli e della pianificazione
territoriale Classe sismica 3 Classificazione sismica (zona
3)
Tav. 1B Carta dei Vincoli e della pianificazione
territoriale Vincolo edificabilità
Fascia di servitù idraulica relativa all’idrografia pubblica Fasce di rispetto stradale Fascia di rispetto elettrodotti Fascia di rispetto metanodotti Vincolo aeroportuale M. Polo VE
A. Canova TV
Tav. 2 Carta delle Invarianti Vincolo edificabilità
Itinerario ciclabile (invarianti di natura paesaggistica) Corridoio ecologico di rilevanza Provinciale
Tav. 3 Carta delle Fragilità Indagini geologiche/
geotecniche/idrogeologiche
Terreni idonei a condizione di tipo a) – Condizione generale Tav. 4 Carta delle Trasformabilità Nessun vincolo Infrastrutture verdi
Tav. A07 Carta dei servizi Ecosistemici Nessun vincolo Bassa rilevanza significativa
Tav. A09 Carta dei Servizi Nessun vincolo -
Tav. A01 Carta litologica Nessun vincolo
Materiali alluvionali a tessitura prevalentemente limo-argillosi
Tav. A02 Carta Idrogeologica Nessun vincolo Falda freatica a prof.
Compresa tra 0 e -2m dal p.c.
Tav. A03 Carta Geomorfologica Nessun vincolo Dosso Fluviale (*)
Tav. A04 Carta delle coperture del suolo agricolo Nessun vincolo Seminativi in aree irrigue Filiare
Tav. A05 Carta della Superficie Agricola Utilizzata Superficie agricola utilizzata Zona agricola
(*) Nelle zone interessate da dossi fluviali a frazione sabbiosa prevalente dovrà essere stimato caso per caso lo spessore dell’orizzonte sabbioso in relazione al piano di posa delle fondazioni e valutate le relative considerazioni di carattere geotecnico.
Pag. 26 di 47 TAV. 1A CARTA DEI VINCOLI E DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
Il comune di Mogliano Veneto è classificato in zona 3 ai sensi dell’O.P.C.M. 3274/2003 e successive integrazioni, di cui vanno rispettate le specifiche prescrizioni. I riferimenti normativi sono inoltre la D.C.R. n. 67 del 3/12/2003, l’O.P.C.M. 28 aprile 2006, n. 3519, e la Dgr n. 71 del 22/1/2008 e Dgr 1572/2013.
La progettazione e la realizzazione delle opere edili dovrà tenere conto della classe sismica e delle Norme tecniche stabilite dall’O.P.C.M. 3274/2003.
TAV. 1B CARTA DEI VINCOLI E DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
Figura 13: Estratto carta dei vincoli e della pianificazione territoriale
FASCIA DI SERVITÙ IDRAULICA RELATIVA ALL’IDROGRAFIA PUBBLICA
Il PAT recepisce i corsi d’acqua pubblici sottoposti a servitù idraulica, ai sensi del R.D. 368/1904 e del D. Lgs. 152/06, costituiti oltre che dagli idronomi principali di cui all’elenco seguente, da tutti i corsi d’acqua pubblici: […]
Vincoli
Si applicano le disposizioni specifiche di cui al R.D. 368/1904 che stabiliscono una fascia di rispetto di ml. 10 dal piede degli argini per i corsi d'acqua arginati e dal ciglio per i corsi d'acqua non arginati. Tutti gli interventi all'interno di tale fascia di rispetto dovranno essere valutati e autorizzati dall'ente gestore. Gli interventi negli ambiti soggetti a fascia di servitù idraulica relativa a tutti i corsi d'acqua pubblici dovranno essere specificamente autorizzati a titolo precario, fermo
Pag. 27 di 47 restando l'obbligo di tenere completamente sgombera da impedimenti una fascia di almeno ml. 4, misurati come sopra.
Si richiamano altresì le disposizioni contenute nella Valutazione di compatibilità idraulica allegata al PAT.
Per il patrimonio edilizio esistente, ad esclusione degli edifici storico testimoniali, localizzati all'interno della fascia di rispetto idraulico di ml. 4 di cui all'art. 133 del R.D. 8 maggio 1904, n. 368, sono ammessi la demolizione con ricostruzione, con recupero integrale del volume con mantenimento della destinazione d'uso, in area adiacente ma esterna alla fascia di rispetto stessa nel caso l’area sia a destinazione trasformabile e nei limiti di quanto previsto dal Titolo V della L.R. 11/2004 nel caso sia zona agricola. È consentita la realizzazione d’itinerari ciclopedonali lungo le sponde.
Ove è possibile in relazione ai requisiti di sicurezza ed incolumità pubblica è consentita la realizzazione di itinerari ciclopedonali lungo le sponde, fatta salva la preventiva acquisizione di tutti i pareri e le autorizzazioni degli enti competenti.
FASCE DI RISPETTO STRADALI
Si applicano le disposizioni specifiche del D. Lgs. n. 285/1992 e s.m.i. Non sono consentite nuove edificazioni. Nel rispetto delle disposizioni per gli edifici con valore storico-testimoniale di cui al successivo Art. 10 c. 1 lettera c), all’interno della fascia di rispetto stradale sono consentiti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente nei limiti di cui all’art. 3, c. 1 lettere a), b), c) d) del D.P.R. 380/01. La ristrutturazione, mediante demolizione e ricostruzione è consentita purché l’edificio nel rispetto delle distanze venga spostato fuori dalla fascia di vincolo nel caso l’area sia a destinazione trasformabile e della medesima proprietà, nei limiti di quanto previsto dal Titolo V della L.R. 11/2004 nel caso sia zona agricola. Nelle fasce di rispetto delle strade è consentita:
- la realizzazione di nuove strade o corsie di servizio, l'ampliamento o l’adeguamento di quelle esistenti, la costruzione dei manufatti di attraversamento, innesti stradali, sovrappassi e sottopassi, percorsi pedonali e ciclabili, nonché l'attivazione di parcheggi pubblici o privati;
- la costruzione, a titolo precario, di impianti al servizio della circolazione veicolare (distribuzione carburanti, assistenza automobilistica ecc.);
- la realizzazione di fasce vegetali autoctone, accumuli di terra, barriere fonoassorbenti, al fine di mitigarne gli impatti negativi;
- La realizzazione delle barriere per il contenimento dell’inquinamento acustico è considerata misura di mitigazione e compensazione ambientale
A norma dell’art. 37 della L.R. 11/04, sono consentite compensazioni che permettano ai proprietari di aree ed edifici oggetto di eventuale vincolo preordinato all’esproprio, di recuperare adeguata capacità edificatoria, anche nella forma di credito edilizio su altre aree e/o edifici, previa cessione all’amministrazione procedente, dell’area oggetto di vincolo.
FASCE DI RISPETTO DEGLI ELETTRODOTTI
Il PAT individua i tracciati e le distanze di prima approssimazione (DPA) delle linee di alta tensione che attraversano il territorio comunale determinate da TERNA S.p.a. secondo le modalità di calcolo definite dal Decreto Ministeriale 29 maggio 2008 pubblicato sul Suppl. Ordinario n. 160 alla G.U. n. 156 del 5 luglio 2008 e s.m.i.
Vincoli
Nelle fasce di rispetto degli elettrodotti non è consentita la costruzione di edifici o servizi che costituiscano luoghi di permanenza superiore alle quattro ore giornaliere; le distanze indicate potranno variare in rapporto all'ottimizzazione delle linee, a piani di risanamento o modifiche legislative che potranno intervenire.
Eventuali discordanze tra la situazione reale e quella indicata in grafia dal PAT, relativamente al tracciato degli elettrodotti, si risolvono a favore della situazione di fatto documentata.
Pag. 28 di 47 FASCE DI RISPETTO DAI METANODOTTI
Il PAT individua i tracciati dei metanodotti che attraversano il territorio comunale, determinando una fascia di rispetto, a partire dall’asse, variabile dagli 8 mt. ai 16 mt. da entrambi i lati in funzione della pressione di esercizio, del diametro delle condotte e in alcuni casi, di accordi privatistici con le proprietà private e/o di particolari accorgimenti tecnici.
Vincoli
All’interno della fascia di rispetto dai metanodotti si applicano le disposizioni di cui al Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 17 aprile 2008 (G.U. 8.05.2008, n. 107, Suppl. Ordinario n.115).
La Tavola TAV. 1B “carta dei vincoli e della pianificazione territoriale” del P.A.T. del comune di Mogliano Veneto individua per l’area oggetto di studio 4 vincoli determinati da:
- Fascia di servitù idraulica relativa all’idrografia pubblica
Tale fascia di rispetto prevede un vincolo a tutti gli interventi di 10 ml;
- Fascia di rispetto stradale
Nella fascia di rispetto stradale è vietata la realizzazione di qualsiasi opera edile che non sia a servizio del traffico veicolare o a mitigazione acustica;
- Fascia di rispetto degli elettrodotti
Nella fascia di rispetto degli elettrodotti non è consentita la costruzione di edifici che costituiscano luoghi di permanenza superiore alle quattro ore giornaliere;
- Fascia di rispetto dai metanodotti
Il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 17 aprile 2008 (G.U. 8.05.2008, n. 107, Suppl. Ordinario n.115) determina sulla base della pressione e del tipo di condotta e sulla base della natura del terreno le distanze minime dagli edifici.
La collocazione degli edifici e delle aree di attività allo Stato di progetto è stabilita rispettando i succitati vincoli.
Pag. 29 di 47 ZONE DI VINCOLO AEROPORTUALE
Ai sensi dell'art. 707 del Codice della Navigazione e del Dispositivo Dirigenziale n. 012/IOP/MV del 06.12.2011 dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile – ENAC – il Comune di Mogliano Veneto è interessato dalle zone di vincolo dell’aeroporto di Treviso e di Venezia. All'interno di queste zone sono previste le limitazioni degli ostacoli così come indicate dal Regolamento ENAC per la Costruzione e l'esercizio degli Aeroporti. Tipologia, attività o costruzione da sottoporre a limitazione sono riportati nella rispettiva documentazione sottoindicata e s.m.i.:
a) Aeroporto “A. Canova” di Treviso: mappe di vincolo, limitazioni relative agli ostacoli ed ai pericoli per la navigazione aerea (art. 707 commi 1,2,3,4 codice della navigazione) – in ottemperanza a quanto richiesto dalla nota ENAC prot.0034982/AOC/DIRIGEN del 31/05/2007. La redazione delle mappe di vincolo è stata suddivisa da ENAC in due successive fasi strettamente interconnesse tra loro. Gli elaborati della prima fase sono stati approvati da ENAC con Prot-N 52021/PROT del 19/05/2014.
→(da tavola) incompatibilità assoluta per installazione impianti eolici
b) Aeroporto “Marco Polo” di Venezia: mappe di vincolo, limitazioni relative agli ostacoli ed ai pericoli per la navigazione aerea (art. 707 commi 1,2,3,4 codice della navigazione) - decreto di approvazione definitiva n° 006/cia del 19/10/2012
→ (da tavola) limitazione per costruzione di discariche e fonti attrattive di fauna selvatica, parchi eolici sottoposti a valutazione ENAC
Figura 14: Estratto zona di vincolo aeroportuale
Pag. 30 di 47 TAV. 2 CARTA DELLE INVARIANTI
Figura 15: Estratto invarianti
CORRIDOIO ECOLOGICO DI RILEVANZA PROVINCIALE
Gli interventi ammessi (infrastrutture, opere di arredo, ecc.) non devono interrompere o deteriorare le funzioni eco- sistemiche garantite dai corridoi ecologici. In particolare, le recinzioni devono assicurare il passaggio dei vertebrati di piccole dimensioni. Si applicano le prescrizioni di cui all’art. 39 delle Norme Tecniche del PTCP della Provincia di Treviso.
Articolo 39 - Prescrizioni di tutela per aree nucleo, aree di completamento delle aree nucleo, corridoi ecologici, stepping zone
1. Nelle aree nucleo e nelle aree di completamento delle aree nucleo come individuate dal P.T.C.P. i progetti che implicano modificazione di usi, funzioni, attività in atto sono soggetti a valutazione di incidenza (VINCA) ai sensi della normativa statale e regionale in materia. All’interno dei corridoi ecologici e delle stepping zone la necessità della valutazione d’incidenza è decisa dall’autorità competente in relazione alla prossimità delle aree SIC/ZPS; nel caso in cui essa non si renda necessaria dovrà essere redatta un’analisi che dimostri comunque la compatibilità dell’opera con i luoghi.
2. All’interno di tali aree è fatto divieto, salvo che in motivate situazioni particolari da assoggettare comunque a valutazione d’incidenza con esito positivo, di:
a) illuminare i sentieri a distanza superiore a 500 metri dal perimetro dei centri abitati, ed a 200 metri dalle case sparse e dai nuclei abitati;
c) formare nuovi sentieri;
d) realizzare nuove edificazioni sparse;
3. In dette aree sono ammessi solamente:
Pag. 31 di 47 a) riconnessione di parti discontinue della rete ecologica, con interventi di rivegetazione ovvero con opere
infrastrutturali (idonei by pass per la fauna selvatica, opere di mitigazione …);
b) dotazione di idonei sistemi per l’attraversamento della fauna per le strade esistenti o di nuova realizzazione;
c) riqualificazione degli ecosistemi esistenti in riferimento ai criteri di conservazione degli habitat;
d) interventi forestali che prevedano la riconversione dei boschi cedui in fustaia e la progressiva sostituzione delle specie alloctone;
e) interventi per il mantenimento dei pascoli e delle praterie naturali;
f) realizzazione di interventi di ingegneria naturalistica finalizzati al miglioramento dell’assetto idrogeologico;
g) realizzazione di siepi e fasce boscate.
4. Interventi di ampliamento di consistenze edilizie esistenti ed interventi di trasformazione nel territorio agricolo, preferibilmente localizzati nelle aree marginali della rete, sono ammessi esclusivamente per usi agricoli confermati da programmi aziendali approvati e giudicati compatibili dalla valutazione di incidenza, e comunque soggetti a misure compensative a compenso d’ogni riduzione della qualità ecologica complessiva dell’area.
5. Non sono consentite le coltivazioni in serra fissa di qualsiasi genere. Sono incentivate le coltivazioni tradizionali dei prodotti tipici legati a luoghi e paesaggio.
6. In ogni caso, per parchi, aree protette e SIC/ZPS deve essere fatto riferimento alle specifiche normative rilevanti; in particolare nelle aree SIC/ZPS valgono le seguenti prescrizioni:
- nelle previsioni di mitigazione degli impatti, per recuperare e/o incrementare il verde, ai fini di impedire possibili colonizzazioni di specie esotiche e quindi di un possibile inquinamento genetico, siano utilizzate esclusivamente specie autoctone e non siano utilizzate specie alloctone invasive;
- la conservazione delle formazioni vegetali estese o secolari lungo i fossi e i corsi d'acqua.
7. Le prescrizioni di cui al presente articolo decadono per le parti di territorio non più interessate da ambiti di rete ecologica a seguito dell’adeguamento del PRC alle disposizioni di cui all’art. 41 delle presenti Norme Tecniche.
INVARIANTI DI NATURA PAESAGGISTICA Componenti scenico-percettive lineari
Itinerari: Il PAT individua la rete degli itinerari d’interesse naturalistico, paesaggistico e storico testimoniale progettata come strumento di conoscenza valorizzazione e rigenerazione paesaggistica in modo tale da:
- sovrapporsi al sistema della viabilità storica e agli assi strutturali del territorio ristabilendone le relazioni e consentendone leggibilità e riconoscibilità;
- mettere in rete i valori e le emergenze territoriali consentendo una loro valorizzazione ai fini turistico- ricreativi;
- collegare tra loro capoluogo e frazioni con un sistema di mobilità lenta alternativo a quella carrabile.
La rete individuata dal PAT è strutturata rispondere ad un criterio di Multifunzionalità, ovvero funzionale da un lato alla valorizzazione turistici/ricreativa dall’altro idonea agli spostamenti locali ed organizzata per Dorsali, Itinerari fluviali, Collegamenti locali:
- DORSALI, sono i rami principali della rete che attraversano l’intero territorio comunale nelle due direzioni mettendo in rete le principali polarità urbane, paesaggistiche ed ambientali;
- ITINERARI FLUVIALI sono i percorsi che si muovono in fregio ai corsi d’acqua;
- COLLEGAMENTI LOCALI sono itinerari che si sviluppano nell’immediato intorno dei principali nuclei insediativi;
Direttive per il PI
Il PI dovrà meglio definire i tracciati indicati predisponendo una disciplina per la realizzazione dei percorsi e delle opere complementari a supporto della mobilità ciclabile. In particolare, dovranno essere adottate misure finalizzate a:
Pag. 32 di 47 - Individuare una fascia di pertinenza figurativa degli itinerari all’interno della quale mitigare e/o allontanare gli elementi detrattori che compromettono la qualità ambientale dei luoghi e la percezione del paesaggio;
[…].
TAV. 3 CARTA DELLE FRAGILITÀ
Terreni idonei a condizione tipo a) (condizione generale)
Terreni in cui le condizioni complessive possono presentare elementi di riduzione delle caratteristiche di idoneità alla edificazione a causa della presenza di terreni con modeste caratteristiche geotecniche o di superficie freatica in prossimità del piano campagna. Nell’ambito dei singoli P.I. in queste zone dovranno essere effettuate indagini di tipo geologico che permettano di definire e caratterizzare localmente gli elementi precedentemente indicati nell’area direttamente interessata dagli interventi medesimi e nelle zone limitrofe.
In particolare, dovranno essere approfonditi gli aspetti relativi alla presenza di paleoalvei ed alle relative condizioni idrogeologiche statiche e dinamiche, mentre nelle zone interessate da dossi fluviali a frazione sabbiosa prevalente dovrà essere stimato caso per caso lo spessore dell’orizzonte sabbioso in relazione al piano di posa delle fondazioni e valutate le relative considerazioni di carattere geotecnico.
Nel caso di edificazione di nuovi edifici o di interventi su edifici esistenti che modifichino quantitativamente e qualitativamente la distribuzione dei carichi sul terreno, all’interno di queste aree, dovranno essere svolte indagini geologiche, geotecniche e idrogeologiche che permettano di determinare in modo preciso la situazione idrogeologica e la caratterizzazione geotecnica dei terreni di fondazione. Le indagini geotecniche potranno prevedere l’utilizzo di tecnologie indirette o dirette come prove penetrometriche statiche o dinamiche, e nel caso di edifici di particolare importanza volumetrica o di carico dovranno essere realizzati sondaggi con l’esecuzione di prove fondo foro e/o raccolta di campioni per la realizzazione di specifiche prove geotecniche di laboratorio.
La relazione geologica dovrà inoltre verificare la compatibilità degli eventuali cedimenti differenziali stimati con le tipologie costruttive previste in conseguenza ai sovraccarichi ipotizzati sui terreni a granulometria fine e, in taluni casi, poco consolidati e prevedere le opere fondazionali più opportune in base alle condizioni geologiche, idrogeologiche e geotecniche riscontrate localmente.
Nel caso di presenza di terreni con caratteristiche geotecniche scadenti potranno essere adottate soluzioni per i manufatti di fondazione che prevedano la distribuzione del carico, la diminuzione del carico stesso o l’utilizzo di fondazioni profonde o indirette tramite l’utilizzo di pali, da prevedersi in relazione alla tipologia costruttiva ed all’importanza dell’edificio stesso.
A solo titolo esemplificativo si possono citare fondazioni continue o a platea, materassi con materiale arido avvolti in geogriglia, fondazioni profonde o compensate; in casi specifici, in cui possono essere previsti cedimenti differenziali del terreno, potrà essere previsto anche il sovraccarico temporaneo del terreno.
In riferimento alla soggiacenza della falda la trasformabilità è condizionata alla preventiva progettazione di sistemi e/o interventi relativi ai singoli edifici che considerino la presenza della falda stessa in prossimità del piano campagna. La presenza della falda dovrà essere valutata anche in fase di cantiere considerando che le modalità di scavo o di abbattimento della falda stessa potrebbero interagire con gli edifici eventualmente presenti in prossimità dell’area di intervento.
Nelle situazioni di maggiore penalità di tipo idrogeologico è sconsigliata la realizzazione di volumi sotterranei e, in ogni caso, dovranno essere previste soluzioni specifiche finalizzate alla possibilità di realizzare volumi al di sotto del piano campagna e garantire questi ultimi da allagamenti causati dalle acque di falda o da eventi meteo che possano determinare allagamenti o ristagno idrico. Tale situazione dovrà essere specificamente presa in considerazione nell’ambito del PI con precise indicazioni progettuali e valutazione del rischio di allagamento, sollevando l’amministrazione ed i tecnici da qualsiasi richiesta di danno o di risarcimento per eventi legati a fenomeni idrogeologici o idraulici.
L’edificazione di nuovi edifici nell’area prevede lo svolgimento di indagini geologiche, geotecniche e idrogeologiche al fine di determinarne la compatibilità con il terreno.
Pag. 33 di 47 Tale vincolo è superabile considerando che l’intero piazzale verrà pavimentato al fine di salvaguardare il suolo e il sottosuolo da ogni possibile nocumento. Le edificazioni riguarderanno esclusivamente l’installazione di prefabbricati coperti con struttura metallica e pareti in lamiera a “sandwich”.
TAV. 4 CARTA DELLE TRASFORMABILITÀ INFRASTRUTTURE VERDI
Il PAT sulla base della stima e mappatura dei servizi ecosistemici del territorio comunale cui all’allegato alle NDA R04.3 QUADERNO DEI SERVIZI ECOSISTEMICI Individua le Infrastrutture verdi, quali: “reti di aree naturali e seminaturali pianificate a livello strategico con altri elementi ambientali, progettate e gestite in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici”.
All’interno del territorio comunale le infrastrutture verdi individuate dal PAT sono costituite da sistemi continui di aree articolate lungo i principali “assi strutturali” del territorio ( Dese, Zero, Fossa Storta, Cave, terraglio), con l’obiettivo di mettere a sistema ed integrare all’interno di una disciplina unitaria le aree con maggior valore (attuale o potenziale) dal punto di vista della fornitura di servizi ecosistemici e quindi prioritarie e strategiche per il mantenimento ed incremento della “resilienza” territoriale:
− aree agricole periurbane, lungo i corsi d’acqua principali;
− aree per servizi pubblici;
− le aree di interesse paesistico ambientale tutelate ai sensi dell’art.21 del PALAV;
− le aree di interesse naturalistico ed i corridoi ecologici di rilevanza provinciale;
− i parchi delle ville tematizzati come stepping stones dal PTCP;
− I contesti figurativi delle emergenze storico monumentali;
− Il parco delle cave
Tali aree devono essere progettate gestite e potenziate secondo i principi di sostenibilità di cui al precedente ART. 4., per poter svolgere specifici servizi ecosistemici, come l’assorbimento della CO2 e degli inquinanti atmosferici, per ridurre le isole di calore, per migliorare l’assorbimento delle acque meteoriche, per ridurre i costi della depurazione delle acque, per supportare diffusione della mobilità ciclopedonale, per migliorare qualità e prestazioni del patrimonio immobiliare. In particolare, tutti gli interventi all’interno dell’infrastruttura verde dovranno essere realizzati secondo le buone pratiche riportate nel PRONTUARIO PER LA QUALITÀ ARCHITETTONICA e MANUALE DELLE BUONE PRATICHE di cui ai precedenti art. 4.1 e 4.2
Direttive per il PI
Il PI sulla base di specifici elementi analitici potrà meglio definire il perimetro delle infrastrutture verdi provvedendo inoltre all’allargamento dei tratti che attraversano i tessuti consolidati, comprendendo ove necessario parte degli stessi al fine di rigenerare le aree di pertinenza degli scoli minori e ripristinare le condizioni di sicurezza e permeabilità dei tessuti urbani.
Al fine di mantenere o implementare l’attuale valore ecosistemico detta inoltre la disciplina per l’attuazione degli interventi all’interno delle infrastrutture verdi:
− provvedendo ad estendere all’intero sistema delle infrastrutture verdi i contenuti dei Masterplan già predisposti dal PAT per i Progetti di Rilievo Metropolitano di cui all’ART. 18
− dettando una specifica disciplina per le diverse aree in relazione al loro ruolo/potenziale ecosistemico: miglioramento della qualità e delle funzionalità ecologiche del territorio, la messa in rete della città pubblica, il contenimento dei danni derivanti dal dissesto idrogeologico ed innalzamento delle temperature, il riequilibrio e qualificazione delle matrici ambientali, aria, acque, suolo, la tutela e valorizzazione dell’identità locale in termini culturali e paesaggistici, la promozione della multifunzionalità in aree agricola, il rinforzo della fruizione turistico/ricreativa degli spazi agricoli periurbani.
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− definendo i criteri ed i parametri di ammissibilità per gli interventi di nuova costruzione, riqualificazione, rigenerazione, mitigazione, compensazione assumendo come riferimento il “manuale di buone pratiche” di cui al precedente ART.4.2
I progetti di ampliamento dell’impianto, qualora approvati, dovranno tenere in considerazione i dettami delle NTA relativamente alle Infrastrutture Verdi.
Pag. 35 di 47 5.2. PIANO REGOLATORE GENERALE (PRG) COMUNE DI MOGLIANO
Tabella 6: Quadro sinottico in riferimento al PRG
TAVOLA DEL PRG VINCOLO NOTE
Tavola 13.1.1a PIANO REGOLATORE GENERALE Zona non idonea Zona E2 Agricola di primaria importanza
19TTav1.NO – TAVOLA OPERATIVA DEI VINCOLI 8T19T Vedi PAT
19T Fascia di rispetto stradale (19T30Td.l.19T30T 285/1992 art 16 commi 2 e 3)
19T Fascia di servitù idraulica relativa all’idrografia pubblica
TAVOLA 13.1.1A PIANO REGOLATORE GENERALE
Figura 16: Estratto Piano Regolatore Generale
E2 Zona agricola di primaria importanza
In questa sottozona sono ammessi gli interventi previsti dalla L.R. 24/85.
L.R. 24/85: Art. 11
Nelle sottozone E2) sono consentiti gli interventi di cui agli artt. 3, 4, 6 e 7 della presente legge; le nuove edificazioni dovranno essere collocate in aree contigue a edifici preesistenti e comunque entro ambiti che garantiscano la massima tutela dell'integrità del territorio agricolo.