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Sacerdote nell'abito bersagliere nell'anima - Daniela Bernardini, Luigi Puccini

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Academic year: 2022

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Don Cascioni un mito dai valori autentici

Di don Pietro Cascioni ho sempre sentito parlare fin da quan- do ero in Seminario: una figura che, nei racconti di molti, quasi si dipanava tra cronaca, storia e leggenda; una figura non di rado mitizzata come emblema di un mondo ormai scomparso, ma che richiamava valori autentici, nel solco di una tradizione religiosa e civile dove non c’erano separazioni o cesure, ma dove la fede so- steneva la vita sociale e dove questa, nella sua autenticità, non doveva e non poteva essere in contrasto con l’esperienza di in- contro con Dio.

Il periodo storico vissuto da don Pietro tra la fine dell’otto- cento e l’intera metà del novecento, con l’esperienza diretta e tragica delle due guerre mondiali, collegate in qualche modo tra loro dall’avventura del regime fascista, è denso di stravolgimenti epocali che segnarono non solo lo scorrere della grande storia, ma anche la vita della gente di paese nei suoi ritmi e nelle sue manifestazioni quotidiane. Anche Buti, di cui è pievano don Ca- scioni, vive questi mutamenti; anzi, proprio a Buti essi lasciamo delle tracce ancora più profonde data la natura del paese: non un paese di transito, non sulle vie di grande comunicazione, ma chiuso tra i suoi monti ricchi di ulivi e di boschi di castagni che rappresentavano anche la sua ricchezza e insieme, fino a quel momento, l’orizzonte stesso della sua vita economica e sociale, insieme alla Chiesa e al suo parroco, punto di riferimento per tutti, nessuno escluso.

Un piccolo mondo, Buti, ma insieme segnato dalle stigmate degli avvenimenti che agitavano il grande mondo della politica e delle più diverse temperi e culturali; con un cuore, la grande chiesa pievania e le sue feste, e tutta quella serie di appuntamen- ti religiosi che con le scadenze del calendario liturgico avevano ritmato lo scorrere dei secoli. Se il cammino cristiano, con i suoi

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contenuti di fede e con le sue celebrazioni liturgiche, pur nei ne- cessari adattamenti ai tempi che mutano, rimane sempre lo stes- so, tuttavia negli anni del ministero pastorale di don Cascioni si trova ad essere messo a dura prova dagli avvenimenti del mon- do, così come viene messo a dura prova lo stesso stile pastorale incarnato dal Pievano.

Leggendo il prezioso studio di Bernardini e Puccini, ci si ac- corge come questi due aspetti, la fedeltà all’eterno e l’attenzione ai tempi che mutano, siano stati sempre coniugati con grande senso di discernimento da don Cascioni, dando prova di capacità di lettura critica delle mode politiche e culturali che via via si so- no avvicendate, avendo come riferimento sicuro la parola del Vangelo e il Magistero della Chiesa: due punti fermi dai quali il suo animo sacerdotale non si è mai allontanato, e che sono stati per lui luce sicura per saper discernere nel contingente e nella mutevolezza della vita quotidiana, dove stava il vero, il buono e il giusto anche se molti non erano capaci di comprendere la grande saggezza del Pievano.

Finalmente ci viene offerta una biografia di don Cascioni che non soltanto delinea in maniera documentata il suo percorso di vita, ma lo contestualizza nel suo tempo fra luci e ombre che progressivamente vanno precisandosi sempre più anche in quelle zone grigie che solo la ricerca storica depurata da passioni ideo- logiche, spesso fuorvianti, permette di leggere con maggiore og- gettività e completezza.

Mentre esprimo i miei complimenti agli Autori di questo stu- dio, desidero pure ringraziadi, perché ancora una volta, abbiamo la possibilità di avvicinare una splendida figura di sacerdote che innamorato di Dio e della sua gente, come tanti altri preti, in tempi di forti passioni e di contrasti roventi, ha sempre voluto essere e rimanere il prete di tutti perché, prima di tutto, sacerdo- te per il suo Signore.

Pisa, 2 agosto 2010

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