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Provincia Sulcis – Pag. 25 09 marzo 2007

SARDEGNA RICERCHE SCOMMETTE SULLA PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS PUNTANDO SULLA SPERIMENTAZIONE DI NUOVI MATERIALI, ENERGIA E AMBIENTE

Valorizzare le risorse per lo sviluppo

Il Polo scientifico e tecnologico del Sulcis Iglesiente è ufficialmente realtà. Il nuovo distretto, parte integrante del Parco Tecnologico Sardegna Ricerche che ha sede a Pula, sarà un "parco diffuso", che punta a divenire centro d'eccellenza di livello nazionale per ciò che riguarda la ricerca e la sperimentazione nell'ambito delle Scienze dei materiali, delle energie rinnovabili, dell'ambiente e delle georisorse. Nel convegno inaugurale svoltosi ieri presso i locali dell'Ausi (associazione per l'Università del Sulcis Iglesiente) a Iglesias, sono stati presentati i primi corsi e si è parlato delle strategie che i diversi enti e centri di ricerca coinvolti intendono perseguire al fine di innescare quello che è stato definito «un meccanismo virtuoso» in grado di rilanciare l'economia, l'ambiente, e di valorizzare le risorse presenti nel territorio. L'individuazione dell'area sulcitana come terreno ideale per lo sviluppo di tali strategie non è un caso, e ha finalità ben precise.

Nelle intenzioni di Sardegna Ricerche (l'ex Consorzio 21), infatti, i protagonisti dei progetti non saranno soltanto i centri di ricerca e formazione ubicati nei compendi di Serbariu e Monteponi, ma anche le imprese sparse per il territorio, che potranno avvalersi dei frutti delle ricerche e, nel contempo, fornire ad esse gli ambiti concreti di sperimentazione. In questo senso il Sud-ovest sardo diventerà una sorta di laboratorio a cielo aperto, e le imprese che vi operano potranno trarre enormi benefici dal trasferimento di conoscenze e tecnologie che deriverà naturalmente dalla stretta sinergia con il Polo scientifico. Tutti gli intervenuti, dal Presidente di Sardegna Ricerche Giuliano Murgia, a quello dell'Ausi Giorgio Piccaluga, hanno sottolineato questo importante aspetto, rimarcato anche da Franco Meloni del Crs4 e da Paolo Randaccio e Pierpaolo Manca dell'Università di Cagliari. Questi ultimi, nel presentare i nuovi corsi che verranno attivati a Monteponi, hanno posto l'accento sulla particolare valenza che le tematiche trattate rivestono per il Sulcis. Su tutte quella delle Tecniche per l'utilizzo degli scarti industriali e delle materie prime secondarie: secondo Manca infatti - considerata l'incidenza dei fenomeni d'inquinamento nella zona e le cifre esorbitanti (si parla di almeno mezzo miliardo di euro) necessarie per le bonifiche - l'individuazione di nuove tecnologie per il riuso dei materiali di scarto, influirà sensibilmente sull'economicità dei processi di ripristino ambientale. Con simili finalità sono stati concepiti anche gli altri progetti presentati, che ineriscono le nuove tecnologie di rilevazione idrogeologica, la radioattività nei materiali da costruzione, e le energie rinnovabili. Ma le possibili ricadute sullo sviluppo di un territorio fra i più inquinati d'Italia, affamato di energia e desideroso di scommettere sull'ambiente per il proprio futuro, non hanno fatto trascurare prospettive più ampie. Si è infatti ricordato come uno dei principali obiettivi del distretto sia costituito dall'internazionalizzazione dello stesso, attraverso progetti finalizzati al trasferimento tecnologico a favore dei Paesi dell'area mediterranea, come quello, citato dagli studiosi presenti, recentemente realizzato proprio a Monteponi dal Consorzio Forgea. La nuova sede del Polo si occuperà inoltre di animazione e promozione culturale, in sinergia con gli enti locali e col Geoparco.

Paolo Mocci

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