Cagliari– Pag. 1 16 gennaio 2008
VERTICE TRA RETTORE, IMPRESE E SINDACATI:«SINERGIA PER LO SVILUPPO DELLA SARDEGNA»
Ateneo e parti sociali: «Insieme si cresce»
PASQUALE MISTRETTA «TERREMO CONTO DI TUTTI I SUGGERIMENTI»
CAGLIARI. Alberto Scanu, presidente di Confindustria per la Sardegna meridionale, scambia il suo bigliettino da visita con Franco Nurzia, prorettore dell’università, competente sui rapporti con il territorio e le istituzioni. Sembra un dettaglio e invece è la conferma che, al di là dei convenevoli, l’incontro di ieri mattina tra i vertici dell’ateneo e le parti sociali è servito a qualcosa. Perché - sembra incredibile - non era mai accaduto che mondo accademico, imprenditoriale e sindacale si trovassero tutti insieme per discutere dello sviluppo economico e sociale. A introdurre la discussione è stato il rettore Pasquale Mistretta, che ha spiegato come dal prossimo anno accademico sarà rivoluzionato l’ordinamento didattico, per poi precisare che i risultati di queste riunioni faranno parte intergrante del documento di programmazione 2008-1010. Subito dopo la parola è passata a Scanu, che nel suo intervento ha parlato di internazionalizzazione, processo «che deve riguardare gli studenti, i laureati, la ricerca e la mobilità dei docenti». Dalla Confindustria sono state indicate come prioritarie l’area del bacino del Mediterraneo e quella dell’Estremo Oriente, con particolare riferimento alla Cina e all’India. Obiettivi in perfetta sintonia, quindi, con quanto proposto dall’ ateneo cagliaritano, particolarmente impegnato verso tali zone. «Un altro aspetto che ci soddisfa particolarmente - ha aggiunto il rappresentante di Confindustria - è la collaborazione tra università, Sardegna Ricerche e mondo delle imprese, che comunque va intensificata».
Scanu, infine, ha voluto evidenziare come il tema della valorizzazione delle facoltà umanistiche, oltrechè di quelle tecniche, sia un progetto assolutamente condivisibile. «In tale ottica - ha spiegato - la Confindustria cagliaritana ha recentemente costituito un gruppo di lavoro nel quale sono rappresentate aziende operanti nel settore del turismo, della cultura e dell’agroindustria». Tutto perfetto? Non proprio. Il confronto di ieri è entrato nel vivo soprattutto quando Mistretta ha divulgato alcuni dati che evidenziano le ombre dell’università cagliaritana. Ad esempio quelli relativi ai corsi triennali, che stentano a sfornare professionisti in grado di inserirsi in tempi brevi nel sistema lavoro.
Piuttosto duro, a questo proposito, il segretario della Cisl Fabrizio Carta, che - parlando anche a nome di Cisl e Uil - ha parlato di «fallimento». Carta, ha poi sottolineato che il sindacato confederale di Cagliari mette tra i primi obiettivi quello di avere un’università di qualità che, intanto dia risposte in termini culturali ai giovani, perché acquisire una cultura è essenziale anche per il mondo del lavoro. «Vogliamo - ha aggiunto il
Cagliari– Pag. 1 16 gennaio 2008
rappresentante della Cgil - un’università che non sia chiusa in se stessa ma che attragga studenti e fruitori anche da altre parti del mondo e dell’Europa». Da questo punto di vista, infatti, sono stati giudicati positivi i contributi istituzionali che consentono ai giovani di andare all’estero a studiare e perfezionarsi. Il problema, però, è il ritorno a casa.
«Perché le aspettative e le ambizioni coltivate - ha spiegato Carta - non trovano quasi mai soddisfazione nella nostra regione». I rappresentati sindacali hanno poi toccato un altro argomento scottante: l’ateneo diffuso. «Il decentramento dell’università - ha detto ancora Carta - non può essere visto solo come il modo attraverso il quale i ragazzi nuoresi o iglesienti studiano a dieci metri da casa loro. Tuttavia un percorso del genere ha senso solo se l’università decentrata diventa polo di eccellenza e di attrazione per residenti e non residenti, per italiani e non italiani. Altrimenti è soltanto fonte di sprechi e di particolarismi locali». L’intervento dei sindacalisti, ovviamente, non poteva trascurare l’aspetto dei costi d’istruzione. «È importante cercare di acquisire la maggior quantità di risorse - ha concluso Carta - anche perché far studiare un giovane sta diventando impossibile per una famiglia media di operai, impiegati o pensionati». Per quanto riguarda gli obiettivi di questi incontri, Carta ha sottolineato che il sindacato punterà molto sullo sviluppo dell’industria, compatibile con l’ambiente e di qualità, per il rilancio dell’occupazione e dello sviluppo. Per i rappresentanti sindacali «i rapporti tra mondo della ricerca e forze sociali non devono essere occasionali, «perché bisogna definire insieme le competenze e i profili necessari al mercato del lavoro». Non solo, quindi, un processo di consultazione, ma di collaborazione fattiva nei progetti, nella individuazione di obiettivi, ma anche e soprattutto nella verifica dei risultati.
Andrea Massidda