Cagliari – Pag. 23 25 ottobre 2009
Polaris, adesso servono gli investimenti
CAGLIARI. Cinquecento ricercatori, soprattutto giovani laureati sardi, sessantanove imprese impegnate fra cui Ibm, Engineering e Centro sviluppo materiali (Csm) e sedici piattaforme all’avanguardia nei settori della tecnologia dell’informazione, della comunicazione e delle biotecnologie. Con questi numeri il parco scientifico Polaris è pronto ad attirare gli investimenti delle imprese estere. Nei giorni scorsi c’è stato nella sede di Pula un forum di due giorni cui hanno partecipato, oltre a rappresentanti di aziende e di enti, delegazioni provenienti da quattordici paesi esteri, fra cui quelle di Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Cina e Emirati Arabi Uniti: «Siamo pronti ad offrire i nostri spazi e la nostra tecnologia all’avanguardia ad imprese estere disposte a fare investimenti in Sardegna - ha detto il responsabile marketing e relazioni esterne di Polaris, Walter Songini - e nella struttura sono stati già programmati più di duecento incontri fra aziende non italiane e locali». Soprattutto con il Dubai, di cui era presente al forum una folta rappresentanza, guidata dal sottosegretario al ministero della salute Amin Al Miri, è concreta la possibilità di una collaborazione nell’ambito dell’applicazione alle medicine delle scoperte biotecnologiche. Altri due settori di ricerca per i quali Polaris è all’avanguardia nel mondo sono la telemicroscopia, cioè il controllo del funzionamento delle componenti elettroniche via web da remoto, e gli studi sul genoma umano: «Un super microscopio del nostro laboratorio è in grado di raggiungere risoluzioni prossime al nanometro - ha spiegato la ricercatrice Simona Podda - e permette di analizzare le componenti elettroniche fino ad un livello atomico, individuando in modo preciso eventuali malfunzionamenti». Vanno avanti anche gli studi sul genoma dei sardi: «La nostra ricerca è ancora in una fase sperimentale - ha spiegato il responsabile del laboratorio Andrea Angius - ma finora abbiamo già caratterizzato circa 2000 Dna di sardi sani. Il passo successivo sarà confrontarli nel dettaglio con quelli di persone malate e con i dati del Sanger center di Cambridge, all’avanguardia nel mondo. Il nostro obiettivo è comprendere le ragioni dell’alta incidenza sul territorio di alcune patologie autoimmunitarie, come il diabete di tipo uno e le disfunzioni della tiroide, e riuscire a sconfiggerle». Fra le imprese che utilizzano le tecnologie di Polaris alcune già commercializzano i loro prodotti, in particolare quelle che vendono integratori alimentari:
«La nostra azienda, che lavora nel parco scientifico di Polaris - ha detto Mario Manunta, ricercatore di Bionor Research - distribuisce da due anni in tutta l’isola il Nurax, un
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integratore a base di estratti di piante officinali sarde. E stiamo per lanciare in tutta Italia un nuovo prodotto». L’assessore regionale all’Industria Andreina Farris si è detta molto soddisfatta per il successo che sta ottenendo il progetto, gestito da Sardegna ricerche:
«Polaris è una gran bella realtà - ha affermato - che darà presto grossi risultati, grazie all’interazione con la realtà locale e al coinvolgimento di altri paesi disposti a investire nella ricerca».
(p.c.)