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Meno soccorsi

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Academic year: 2022

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Fisco

Cartelle esattoriali 1,5 mld di tesoretto dalla rottamazione

FATIGANTEA PAGINA8

Kenya

Caos dopo il voto Decine di morti negli scontri politici

FRASCHINIKOFFIA PAGINA11

Stati Uniti

Suprematisti bianchi Disordini e vittime al corteo in Virginia

MOLINARIA PAGINA11

Banche

Sindacati contrari a modifiche al Fondo per gestire gli esuberi

MAZZA A PAGINA15

Q u o t i d i a n o d i i s p i r a z i o n e c a t t o l i c a w w w. a v v e n i r e . i t

ANNO L n° 191 1,50

Domenica 13 agosto 2017

Beato Marco d’Aviano sacerdote Opportunità di acquisto in edicola:

Avvenire

+ Luoghi dell’Infinito 4,20

Meno soccorsi

E D I T O R I A L E

DATI DEMOGRAFICI SEMPRE PIÙ GRAVI

IL VERO DEFICIT ITALIANO

G

IAN

C

ARLO

B

LANGIARDO

arlare di demografia attorno alla metà del mese d’agosto, quando i ritmi della vita rallentano e si vor- rebbe assaporare il piacere del meritato riposo, sembra un acca- nimento che solo Giovanni Sartori, con le sue vivaci (e francamente spesso discutibili) con- siderazioni sui temi della popolazione, si po- teva permettere. Tuttavia, il recente aggior- namento del bilancio demografico della po- polazione italiana, fornito dall’Istat per il pri- mo trimestre del 2017, offre spunti che indu- cono a travalicare gli scrupoli nel proporre u- na riflessione impegnativa pur in presenza di un clima agostano e vacanziero.

Alla luce dei nuovi dati, ciò su cui conviene innanzitutto soffermarsi non è tanto il pro- sieguo della tendenza a perdere popolazio- ne – altri 57mila residenti in meno tra il 1°

gennaio e il 31 marzo 2017 che si aggiungo- no agli oltre 200mila persi nel biennio 2015- 2016 – quanto le modalità con cui tale ri- sultato è andato concretizzandosi. Ci tro- viamo infatti in presenza di un quadro sta- tistico che anticipa la prospettiva di un nuo- vo anno contraddistinto da record negativi su tutti i fronti.

Partiamo dalle nascite. La loro frequenza nel primo trimestre del 2017, pari a 112mila u- nità, è inferiore del 2,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Anno in cui – è bene ricordarlo – si era già registrato il più basso numero di nati dai tempi dell’Unità Nazionale (1862-1916). Se dovessimo estra- polare su base annua il dato parziale di que- sto inizio 2017 avremmo un bilancio finale di 461mila nascite. Un valore che, stando ai più recenti scenari previsionali diffusi dall’I- stat, ben si concilia con una prospettiva di ulteriore estremo regresso sul piano della vi- talità demografica del nostro Paese, lascian- do intendere un calo di quasi 3 milioni di a- bitanti nel prossimo ventennio e una disce- sa del peso relativo della componente più giovane (i residenti in età 0-14 anni) dall’at- tuale 13,5% al 10,9%.

Ma il messaggio più impressionante che ci consegnano le statistiche di questo primo scorcio del 2017 è quello relativo alla fre- quenza dei decessi. Ne sono stati conteggia- ti 192mila nel trimestre in oggetto: il 14,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Con persino una crescita del 2% rispetto ai primi tre mesi del 2015, un anno che – come è ben noto – si era distinto negativamente per una sorprendente impennata della mortalità (a suo tempo messa tempestivamente in luce proprio sulle colonne di "Avvenire"). Siamo dunque in presenza di un nuovo improvviso peggioramento dei livelli di sopravvivenza della popolazione italiana, e soprattutto del- la sua componente più anziana e fragile?

P

Una doppia, terribile, discriminazione colpisce le minoranze religiose – cristiana e indù – e le fa- sce più povere della popolazione pachistana, ar- rivando a coinvolgere un "esercito" di 2,3 milio- ni di persone. Sono gli "schiavi per debito". Il meccanismo – che li condanna ad abusi e ves- sazioni, alla mercé di padroni senza scrupoli – è

inesorabile. Si inizia con un prestito da parte dei datori di lavoro. Restituirlo richiede in media due anni, durante i quali si è ridotti in una condizio- ne servile. Senza diritti, costretti a turni massa- cranti. In molti casi, il lavoratore non ce la fa, non riesce a ripagare il debito. Inizia, così, un calva- rio che spesso si conclude solo con la morte.

"Nessuno sia più schiavo" è la campagna che

"Avvenire" lancia, assieme a Focsiv e Iscos, per combattere il fenomeno degli "schiavi del debi- to". Un impegno che si fonda su una certezza: le catene della schiavitù, in qualsiasi forma venga- no mascherate, non sono più tollerabili. Posso- no e devono essere spezzate.

Medici senza frontiere an- nuncia la sospensione delle operazioni di ricerca. Save the children sta vagliando l’i- potesi. Lo stop dopo nuove minacce da parte della Libia, che vuole estendere il limite delle acque territoriali. La Ong contesta pure la muta- zione della missione italiana:

da soccorso a contenimento dei flussi, con detenzione in carceri disumane. L’Onu de- nuncia i legami tra Guardia costiera libica e trafficanti.

continua a pagina 2 PICARIELLOA PAGINA6

L'alba della mezzanotte/17

La vera profezia

non ha mai incentivi (Le parole di ora)

LUIGINOBRUNI

Travaglio è uno dei nomi del lavoro. Tra- balho, travail, trabajo, dal latino trepalium, che era un giogo per animali. Una trave di legno sagomata, con funi e lacci. Ricorda- va il braccio orizzontale di una croce. Col tempo, il giogo è diventato simbolo di sot- tomissione di animali e di persone, di schiavitù. I popoli hanno conquistato...

A PAGINA3

L’ipotesi dei 4 anni

Studi superiori brevi Maneggiare con cura la sperimentazione

ROBERTOCARNERO

Ma insomma quella del "liceo breve", cioè della scuola secondaria superiore di 4 an- ziché 5 anni, è una buona idea oppure no?

La firma da parte della ministra dell’I- struzione Valeria Fedeli di un decreto che apre la sperimentazione a 100 classi in al- trettante scuole a partire dall’anno scola- stico 2018-19, ha riaperto la questione.

A PAGINA3

A 100 anni dalla nascita

Pellegrini sui passi del beato Romero da tutto El Salvador

LUCIACAPUZZI

«La Chiesa è come una processione».

Negli ultimi tempi, Gregorio Rosa Chá- vez, vescovo ausiliare di San Salvador e neo-cardinale, ha ripensato spesso alla metafora tanto cara a Óscar Ar- nulfo Romero. «Monseñor, come lo chiamiamo noi salvadoregni, lo diceva spesso».

A PAGINA13 I N O S T R I T E M I

Msf sospende le operazioni: minacce dalla Libia

Accusa Onu: legami tra Guardia libica e trafficanti

Letteratura

Alberto Manguel:

«Quei labirintici legami tra Borges e Dante»

MASIA PAGINA16

Analisi

Web e politica

La lingua del populismo ha le sue leggi

ZACCURIA PAGINA17

Musica

La bella rivelazione dei Frequenze Retrò, band tutta acustica

PELLEGRINIA PAGINA19

L’iniziativa. Restituire la libertà alle famiglie e la dignità ai lavoratori forzati del Pakistan: parte la campagna di Avvenire, Focsiv e Iscos

D’ANGELO, LIVERANI ESCAVOALLE PAGINE6 E7

Intervista

Gozi: sfruttiamo i fondi europei per l’integrazione

cchi azzurri e capelli biondi, dicevano che il ragazzo fosse il futuro del rock italiano. E come da aspettative la sua canzone ancheggiava guardando a «cieli infiniti», dicendo di «vestiti di luce», spronando a ballare la vita, «Tu mi piaci, brilli come me…». C’era anche il disincanto del saper leggere fra le pieghe del vivere, quando quel ragazzo sorridente ammiccava «Re di denari, non si vive senza te! Dama di cuori, tu fai centro… E re di picche, quanto gusto tu ci dai…». Solo che il ragazzo non ha potuto diventarlo, il futuro del rock italiano: se n’è andato presto. E l’ha fatto dopo aver capito sin troppo bene, quanto fosse difficile

per i più lasciargli passare il seguito di quell’inno: un inno che alla fine non giungeva all’alibi "sesso droga e rock’n’roll", bensì a incitamenti ben diversi. «Per una volta, mettiti a pregare! Per una volta sola, prova…

Alza quegli occhi e lasciati un po’

andare…». Solo così, lui cantava, si può sperare di vivere sul serio:

«Rischi di non farlo mai più… Per una volta, mettiti a pregare, per una volta sola prova!». Chissà che effetto farebbe oggi, il canto di quel ragazzo:

di quell’Alessandro Bono che del rock italiano, sì, era il futuro più

luminoso. E forse, pure il più rivoluzionario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

O

Andrea Pedrinelli

PER UNA VOLTA

anzoni da leggere

Liberiamoli dalla schiavitù

MIELE A PAGINA5

Riferimenti

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