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Conferenza stampa di apertura Forum Internazionale di Conftrasporto

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Academic year: 2022

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Conferenza stampa di apertura Forum Internazionale di

Conftrasporto

Intervento del Presidente Carlo Sangalli

Cernobbio, 21 ottobre 2019

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Benvenuti e grazie per avere accolto l’invito a seguire i lavori della quinta edizione del Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio.

Un appuntamento che testimonia sempre di più il valore e l’importanza dei trasporti e della logistica all’interno di Confcommercio che è la casa comune delle imprese del terziario di mercato.

Oggi stiamo vivendo una fase di stagnazione della nostra economia e il 2020 sarà ancora un anno molto difficile.

Diamo atto al Governo di aver concentrato le poche risorse disponibili e gli stretti margini di flessibilità sull’obiettivo fondamentale di disinnescare gli aumenti dell’Iva.

Ma occorre rafforzare le azioni per la crescita: anzitutto mobilitando decine di miliardi di risorse disponibili (europee e nazionali) e trasformando così capitoli di bilancio in cantieri aperti ed in opere utili e realizzate in tempi ragionevoli.

Quanto ai pagamenti elettronici, giusto incentivarli senza però penalizzare il legittimo ricorso al contante. E meriterebbe un approfondimento il suggerimento del Presidente dell’ABI, Patuelli, circa un’armonizzazione europea dei tetti di circolazione del contante. Il miglior incentivo alla diffusione della moneta elettronica resta la riduzione di costi e commissioni. Ecco qui occorre che la prossima legge di bilancio faccia chiarezza. Perché ad oggi sono certe le sanzioni per la mancata dotazione del Pos, ma non vi è nulla di definito circa la riduzione dei costi e delle commissioni a carico tanto dei consumatori quanto delle imprese.

Il nostro Ufficio studi prevede per il prossimo anno Pil e consumi a +0,3%, frutto di una revisione al ribasso di stime precedenti già per nulla ottimistiche.

Previsioni che non si discostano molto da quelle di altri enti e organismi nazionali e internazionali.

Il potenziale riacutizzarsi del protezionismo condiziona negativamente lo scenario internazionale. Al di là dell’incremento delle restrizioni agli scambi, il clima di incertezza generato dalla minaccia di ritorsioni riduce la crescita del commercio mondiale, già molto esigua per l’anno in corso e solo in leggera ripresa nel 2020.

Le maggiori preoccupazioni per il nostro Paese vengono, però, dal versante interno che sconta le conseguenze della prolungata assenza di crescita, a causa dei deficit strutturali che frenano la competitività del Paese, intrappolandone le migliori energie.

Tornare subito a crescere è, dunque, una strada obbligata.

A partire dai trasporti e dalla logistica che rappresentano una grande opportunità per il rilancio dell’Italia ma che sono penalizzati dall’eccesso di burocrazia e fiscalità che ancora oggi bloccano troppi cantieri.

Basti pensare che lo sblocco delle opere infrastrutturali porterebbe un incremento di Pil del 2,5% e la creazione di 300mila posti di lavoro.

Anche perché l’anno scorso oltre la metà degli stanziamenti approvati non è stata spesa.

Si deve, pertanto, spendere tutto quello che è stato stanziato e investire meglio, rilanciando in Europa il negoziato sulla possibilità di non computare nel deficit il cofinanziamento degli investimenti strategici.

In ogni caso, la vera scommessa, anche nei trasporti, riguarda il nostro ruolo nel Mediterraneo e in Europa.

Perché, nonostante la centralità del nostro Paese nell’area mediterranea, rischiamo di rimanere fuori dalle principali rotte di merci che sono sempre più attratte non solo dai tradizionali scali nord europei ma anche dalla crescente aggressività e competitività degli altri porti del “Mare Nostrum”.

E i traffici stradali con l’Europa non godono di miglior salute. Infatti, le politiche di contingentamento ai valichi alpini adottate unilateralmente e senza valide alternative, come i

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provvedimenti austriaci di limitazione alla circolazione dei mezzi pesanti al Brennero, rischiano di isolarci ancor di più.

Occorre, dunque, una strategia integrata europea per il completamento del disegno delle reti prioritarie di trasporto e per un’accessibilità più sostenibile in termini ambientali, economici e sociali.

E qui non esistono ricette miracolose o scorciatoie.

Le parole d’ordine sono connessioni e intermodalità.

Ricordando che in Italia, come è emerso dall’analisi che abbiamo appena presentato, il

“bistrattato” trasporto su gomma ha sensibilmente migliorato le proprie prestazioni in campo ambientale.

Un impegno per la sostenibilità che coinvolge a pieno titolo anche la filiera marittimo-portuale e l’economia del mare.

C’è bisogno di accrescere la competitività delle imprese del settore, per contrastare la concorrenza sleale dall’estero, per garantire adeguate misure di sostegno anche per il rinnovo del parco circolante e delle flotte, velocizzando e ottimizzando, così, il flusso delle merci e dei passeggeri.

Insomma, c’è bisogno di un sistema dei trasporti efficace ed efficiente, più sicuro e più sostenibile, per un Paese più accessibile e pienamente integrato con i corridoi logistici europei.

Grazie.

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