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"Portualità Triestina tra luci ed ombre". Una riflessione di Brunello Zanitti

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Academic year: 2022

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Portualità Triestina tra luci ed ombre.

LUCI, finalmente lo Scalo Triestino ha trovato dei conduttori adeguati a quelle che sono le sue aspettative di crescita, nelle persone del Presidente dell'Autorità del Sistema Portuale dell'Adriatico Orientale Zeno D'Agostino egregiamente coadiuvato dal Segretario Generale Mario Sommariva, i quali sono sistematicamente impegnati nel cercare soluzioni e correttivi per riuscire ad ottimizzare l'assetto funzionale/operativo della macchina Amministrativa e nel contempo incrementare anche la visibilità del nostro Scalo a livello Internazionale, organizzando numerosi incontri e visite per far conoscere le nostre particolari "peculiarità/potenzialità" a quanti siano essi Investitori Operatori o Armatori direttamente impegnati negli scambi commerciali tra i Paesi dell'Oltre Suez e la Piattaforma Continentale Europea, e nel contempo anche interessati allo sfruttamento delle potenzialità sia del Corridoio Baltico Adriatico che delle Nuove Vie della Seta, intenso lavoro promozionale per evidenziare sia la strategicità dell'Alto Adriatico nei confronti dei flussi merceologici in transito nel Mediterraneo, che l'esistenza dei vari e moderni Interporti presenti sui Territori della Regione F.V.G. e sull'efficienza dei collegamenti/gomma/rotaia sia Nazionali che Internazionali e sull'elevata profondità dei fondali del Golfo di Triestino.

Questo molto apprezzato impegno ha prodotto già significativi risultati, che oltre ad aver notevolmente migliorato la nostra immagine/visibilità a livello Internazionale, ha anche finalmente consentito sia di razionalizzare l'espletamento delle manovre Ferroviarie migliorando i tempi ed i costi gestionali, che la messa in sicurezza ed il rilancio di alcune Società partecipate e la costituzione dell'Agenzia del lavoro Portuali, tutte operazioni che hanno di fatto generato notevoli investimenti ed incrementato il numero della forza lavoro, di rilevante importanza va pure menzionato il lavoro svolto di concerto con Francesco Russo e Debora Serracchiani per apportare significative modifiche al Regime di Porto Franco presente in varie zone del Territorio Triestino, che ora si può finalmente sia spostare che eventualmente ampliare, Regime che se ben gestito sarebbe in grado di supportare sia la Logistica di Retroporto che lo sviluppo di svariate attività Imprenditoriali.

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OMBRE, le perplessità sono generate dalla mia consapevolezza che il nostro datato assetto infrastrutturale non sarà in grado di far si che in futuro si possano realmente materializzare gli apprezzabili sforzi di Zeno D'Agostino e Mario Sommariva costantemente impegnati nella non facile opere finalizzata all'incremento della nostra visibilità per generare nuovi stimoli/interessi a livello Internazionale nei confronti del nostro Scalo, poiché se nel prossimo decennio non saremo in grado di realizzare nuove opere per ammodernare la datata l'architettura infrastrutturale del Porto Nuovo, andando a recuperare ampi spazi al mare e poter quindi aumentare notevolmente le nostre attuali potenzialità, rischiamo che il giorno in cui avremo raggiunto la nostra massima capacità operativa "che purtroppo non credo sia molto lontano" saranno dolori poiché non avendo ammodernato l'esistente o realizzato quell'indispensabile insieme di nuove opere infrastrutturali "banchine piazzali e collegamenti" che ci avrebbero consentito di'incrementare notevolmente le nostre potenzialità operative, non saremo mai in grado di materializzare quello che è sempre stato un nostro giustificato sogno, "spostare un po' più a sud il baricentro del sistema Trasportistico Comunitario".

Ambita operazione di spostamento, che se realmente riuscisse darebbe certamente una significativa mano alle nostre economie, poiché più consistenti saranno i traffici che approderanno ai nostri sbocchi al mare e maggiori conseguentemente saranno le probabilità che qualche Imprenditore scelga "la nostra Regione per insediare/sviluppare le sue Imprese" per eseguire operazioni, di trasformazione, lavorazione, assemblaggio, sfruttando in parte anche le merci in transito.

Penso che se non saremo in grado di ridimensionare almeno in parte il notevole gap infrastrutturale/tecnologico che abbiamo accumulato nel tempo nei confronti della Portualità Nord Europea, le notevoli ed opulente possibili opportunità di crescita dei traffici in transito nel nostro Scalo offerte sia dal Corridoio Baltico che dalle Nuove via della Seta, che logicamente date le distanze in gioco dovrebbero interessare principalmente il Comparto delle merci containerizzate "rimarrebbero per noi un puro e semplice miraggio"

poiché saremmo come quel pescatore che in presenza di ampi banchi di pesci vorrebbe catturarli ma non si è procurato ne l'esca e nemmeno le attrezzature adeguate, o il contadino che vorrebbe raccogliere i frutti ma non ha ne arato ne seminato il campo.

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Purtroppo data la complicata situazione derivante "dall'attuale irrazionale distribuzioni delle varie attività/concessioni all'interno del Comprensorio del Porto Nuovo" non sarà certamente facile pianificare e poi realizzare le opere necessarie per far si che la Portualità Triestina possa diventare uno dei fulcri di riferimento per i flussi merceologici in transito nel Mediterraneo, poiché in aggiunta alle scontate difficoltà per reperire gl'indispensabili finanziamenti pubblici/privati e convincere poi gl'investitori siano essi Terminalisti o Armatori per farli approdare in forze a casa nostra, dovremmo prima mettere un po' d'ordine in merito alla fruizione/distribuzione degli spazi presenti sul nostro frontemare, operazione che dovrebbe logicamente contemplare anche lo spostamento forzato di alcune concessioni per cercare di razionalizzare le loro collocazioni in funzione sopratutto delle varie vocazioni e delle più o meno elevate singole esigenze in fatto di fondali.

Un chiaro esempio dell'attuale irrazionalità della Portualità Triestina sono la opinabile collocazione dei vari "Terminal Ro/Ro dei Traffici delle Autostrade del Mare" che attualmente hanno praticamente monopolizzato ed occupato gran parte di

"banchine/piazzali/assi viari del Porto Nuovo" dove ci sono fondali naturali molto profondi ed anche adeguatamente protetti da tre Dighe Foranee e che chiaramente essendo di ben 18 m sarebbero molto più indicati per lo sviluppo dei Traffici delle Merci Containerizzati "ma se però per varie motivazioni" non saremo in grado di spostare detti Traffici Ro/Ro "nel Golfo di Muggia nelle Aree Ex Aquila o Ex Esso" dove ci sono spazi e collegamenti gomma/rotaia adeguati e sopratutto fondali molto più consoni alle loro modeste esigenze "non penso sia il caso di farsi molte illusioni" poiché risulterà molto difficoltosa se non impossibile "la realizzazione in Porto Nuovo di un nuovo e moderno Terminal Contenitori" che sfruttando le vasche di Riva VI° e VII° comprese trai Moli V° e VII° sia per dimensioni attrezzamento e potenzialità realmente in grado di movimentare annualmente qualche milione di teu., e che ci consenta quindi di poter sfruttare senza affanni le notevoli opportunità di crescita dei Traffici che sia il Corridoio Baltico che le Nuove via della Seta sarebbero certamente in grado di generare.

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Rimarrebbero comunque ancora due opzioni per rinnovare l'assetto Infrastrutturale del Porto Nuovo, la prima suggerita dall'attuale Terminalista sembra preveda soltanto l'allungamento del Molo VII° per incrementare le sue potenzialità, mentre la seconda potrebbe contemplare il raddoppio del Molo VII° andando a recuperare ampi spazi al mare con il parziale interramento della vasca di Riva VII°, questa soluzione risulterebbe certamente più impegnativa per costi/tempi di cantierizzazione ma consentirebbe l'arrivo di un nuovo importane Terminalista di caratura Internazionale.

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Poi per la Portualità Triestina ci sarebbe anche l'opzione "Scalo Legnami e Area Italsider"

in questo Sito potrebbe sorgere "il Molo VIII°" un nuovo Terminal Contenitori tecnologicamente molto avanzato, chiaramente questa soluzione avrebbe elevatissime potenzialità operative ma potrà essere pianificata/realizzata soltanto se si risolveranno alcune gravi criticità in tema di collegamenti presenti nell'area, cercando d'individuare delle soluzioni valide e realmente percorribili che consentano la realizzazione di ampi piazzali e collegamenti gomma/rotaia opportunamente dimensionati, per poter gestire senza affanni l'operatività e la Logistica di Retroporto di un moderno Terminal Contenitori, ma dovremmo essere tutti ben coscienti che se rimarrà attiva tutta l'attuale Area a Caldo relativa agli Altiforni difficilmente si potranno creare le condizioni minimali per assicurare al nuovo Terminal un polmone Retroportuale e Collegamenti gomma/rotaia adeguati.

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Per concludere penso che sia sperabile che le "LUCI" rimangano tali e che la fattiva ed ambiziosa opera dell'ottima accoppiata Zeno D'Agostino e Massimo Sommariva riescano ad attenuare o ancor meglio cercare di eliminare "in tema di inadeguatezze Infrastrutturali"

almeno alcune delle "OMBRE" che rendono incerto il futuro dello Scalo Triestino, poiché purtroppo il mare Adriatico diversamente dal Tirreno non è lambito dai grandi flussi merceologici in transito nel Mediterraneo, e quindi se vogliamo realmente cogliere gli appetitosi frutti in tema di notevole incremento dei Traffici che "Le Nuove Vie della Seta"

sarebbero in grado di genera, bisogna rendersi conto che dobbiamo creare le condizioni ottimali per generare significativi interessi per far si che " l'Armamento " sopratutto in merito ai traffici delle Merci Containerizzate, decida di far massicciamente risalire l'Adriatico ai suoi sempre più capienti Vettori e quindi di trasportare annualmente verso i nostri sbocchi al mare diversi milioni di Teu. "chiaramente per materializzare questo risultato bisogna far si che nell'Alto Adriatico si possa realizzare un nuovo moderno Terminal Contenitori" che per dimensioni e potenzialità sia davvero in grado di competere ad armi pari e quindi affanni con i nostri antagonisti vicini/lontani.

Nuova Infrastruttura che sfruttando le innovazioni tecnologiche "in tema di automazione"

ormai già da tempo ampiamente utilizzate più o meno intensamente un po' in giro per tutto il mondo "per eseguire / razionalizzare / velocizzare" le varie operazioni di - sbarco - imbarco - movimentazione - stoccaggio - dei Contenitori nei Terminal, sia realmente in grado di gestire i citati massici volumi di Traffico che "le Nuove Via della Seta" sarebbero certamente in grado di generare, e poi ottimizzando le enormi potenzialità del Corridoio Baltico Adriatico poterli anche adeguatamente smaltire/distribuire nella Piattaforma Continentale Europea verso quelli che sono i nostri mercati naturali di riferimento.

Brunello Zanitti Giuliano http://sceltemancate.trieste.it

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