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SIVEMP IL DOTTOR ALDO GRASSELLI, SEGRETARIO NAZIONALE DEL SINDACATO ITALIANO VETERINARI DI MEDICINA PUBBLICA, CHIARISCE MOLTI PUNTI RIGUARDANTI IL COVID-19

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A CURA DI SIVEMP

I

l 9 gennaio 2020 l’Organizza- zione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato che le au- torità sanitarie cinesi hanno individuato un nuovo ceppo di Coronavirus mai identificato pri- ma nell’uomo, provvisoriamente classificato ufficialmente con il nome di Sars-CoV-2. Il virus ha manifestato la sua patogenicità in un focolaio di casi di polmonite umana registrati a partire dal 31 dicembre 2019 nella città cinese di Wuhan. L’11 febbraio l’Oms ha chiamato l’epidemia Covid-19. Il 30 gennaio, l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha confermato i pri- mi due casi di infezione in Italia e il 21 febbraio ha confermato il primo caso autoctono nel nostro Paese.

WET MARKET

L’11 marzo l’Oms ha dichiarato la pandemia da Sars-CoV-2. In po- che settimane un virus animale ha potuto fare il salto di specie e infettare tutto il globo e larga parte dell’umanità, ora, si trova asserragliata in casa per evitare

di essere contagiata e rischiare di morire a causa di una “zoonosi”, cioè di una malattia di origine animale. Questo evidenzia, co- me spiega il dottor Aldo Grassel- li - segretario nazionale Sivemp (Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica) e presiden- te onorario di SIMeVeP (Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva)- che la salute dell’u- manità dipende anche dalla sa- lute animale, e che l’azione pre- ventiva della medicina veterina-

ria è un’importante pedina nello scacchiere della salute pubblica e dell’equilibrio socio economico del mondo intero. La pandemia da Sars-CoV-2 è una zoonosi, una malattia che colpisce l’uomo ma che nasce da un serbatoio ani- male. In questo caso non sappia- mo se gli animali serbatoio siano affetti da una patologia o se siano solo i serbatoi asintomatici di un virus. Lo “spill over”, il salto di specie e l’adattamento del virus da pipistrelli e pangolini all’uo- mo si è probabilmente verificato in un wet market. Questi ultimi sono tipici del sud est asiatico, della Cina in particolare, e sono bombe a orologeria.

INTERFACCIA UOMO-ANIMALE Questi mercati umidi sono una costante fonte di pericolo che de- riva in parte dal sangue, dalle vi- scere, dalle squame e dall’acqua che bagnano e contaminano i pa- vimenti e le bancarelle. Un am- biente altamente inquinato da ogni sorta di germi, dove gli ani- mali delle specie più imprevedi- bili vengono ammassati per esse-

re venduti e spesso macellati sul posto infrangendo qualsiasi nor- ma igienica e di tutela del benes- sere animale. In questi ambien- ti, sono totalmente assenti la vi- gilanza e il controllo veterina- rio, e un virus animale può pas-

sare all’uomo, come in questo ca- so, o colpire duramente perché l’umanità è per la prima volta a confronto con un’entità pato- gena sconosciuta contro la qua- le non ha memoria immunitaria utile. È del tutto evidente che ver-

so i pericoli che possono deriva- re dall’interfaccia uomo animale per troppo tempo si è agito con scarsa lungimiranza nonostan- te i servizi veterinari di molti pa- esi e l’Oie( Organizzazione mon- diale della sanità animale) segna-

lino costantemente l’emergere o il riemergere di patologie molto gravi. Contro le infezioni di origi- ne animale (anche quelle di origi- ne alimentare) si dovrebbero atti- vare sistemi di sorveglianza sem- pre più incisivi per evitare disastri mondiali ed epocali come quello che si sta profilando e che ci ter- rà in scacco per parecchio tempo, sia sul piano sanitario sia su quel- lo economico. Più dei due terzi delle malattie infettive umane so- no di origine animale. Basta que- sto per capire che il ruolo dei me- dici veterinari è essenziale per la salute animale, e quello dei me- dici veterinari di sanità pubblica è fondamentale per la salute ani- male e per quella umana.

ANTIMICROBICO RESISTENZA Un altro capitolo che emergerà al termine di questa pandemia è l’antimicrobico resistenza. Un fenomeno che avanza, renden- do inutilizzabili un numero sem- pre maggiore di antibiotici e pro- vocando quindi indirettamen- te decessi per infezioni incurabi- li e il rischio concreto di un arre- tramento, se non addirittura l’an- nullamento , di molte conquiste della medicina e della chirurgia umana. Anche questa è una sfida importante per la salute dell’u- manità nella quale ha un ruolo fondamentale la medicina veteri- naria, visto che anche i milioni di animali allevati necessitano cicli- camente di terapie per la loro sa- lute e il loro benessere. Analogo discorso si deve fare per gli ani- mali da compagnia che vivono nelle nostre case che, anzi, sono quelli con i quali maggiormente condividiamo la flora batterica.

In questo momento cruciale, in cui ci sono milioni di italiani iso- lati nelle loro case per evitare l’in- fezione da Coronavirus (oltre un miliardo nel mondo) si manife- sta qualche problema nella con- vivenza stretta con gli animali do- mestici.

Salute: bene comune per umani e animali

SIVEMP IL DOTTOR ALDO GRASSELLI, SEGRETARIO NAZIONALE DEL SINDACATO ITALIANO VETERINARI DI MEDICINA PUBBLICA, CHIARISCE MOLTI PUNTI RIGUARDANTI IL COVID-19

CONTRO LE INFEZIONI DI ORIGINE ANIMALE SI DEVE ATTUARE UNA MAGGIORE SORVEGLIANZA

I CONTROLLI VETERINARI SONO ESSENZIALI L’EFFETTO ANTIBIOTICORESISTENZA

S

e ad oggi non esiste alcuna evidenza che gli anima- li domestici giochino un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2, che ha nel contagio interumano la via principale di trasmissione, non è saggio con- siderare il problema con superfi- cialità. La sorveglianza veterina- ria e gli studi sperimentali sugge- riscono che gli animali domestici siano, occasionalmente, suscet- tibili a SARS-CoV-2. È quindi ne- cessario proteggere gli animali di pazienti affetti da Covid-19, limitando la loro circolazione per evitare che si comportino da vet- tori sani su altre persone e su altri animali.

Ad oggi, a fronte di circa un mi- lione e mezzo di casi confermati nel mondo di Covid-19 nell’uo- mo, sono solamente quattro quelli documentati di positività da SARS-CoV-2 negli animali da compagnia: due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Bel- gio.

In tutti i casi, all’origine dell’in- fezione negli animali vi sarebbe la malattia dei loro proprietari, tutti affetti da Covid-19. Essendo SARS-CoV-2 un virus sostanzial- mente nuovo, la sua conoscenza è in costante evoluzione, pertan- to occorre intensificare anche la sorveglianza veterinaria sulla

eventuale comparsa di malat- tie sospette nei nostri animali da compagnia. In questa fase è necessaria, comunque, una ri- gorosa gestione sanitaria degli animali di proprietà di pazienti affetti da Covid-19 da parte della medicina veterinaria pubblica.

NO ALL’ABBANDONO

Gli organismi internazionali rac- comandano inoltre di applicare con rigore anche le misure igie- niche che andrebbero sempre te- nute, come il lavaggio delle mani prima e dopo essere stati a con-

tatto con gli animali, con la let- tiera o la scodella del cibo. E in particolare, quando si portano a spasso i cani, non bisogna in- frangere le regole di distanzia- mento anche tra il nostro cane e altri cani o altre persone. Infi- ne, è necessario un monito acco- rato a non abbandonare gli ani- mali. Indubbiamente la convi- venza forzata in alloggi non sem- pre grandi a sufficienza compor- ta stress e complicazioni a chi ha in casa uno o più animali.

Ma in un momento molto critico come quello che stiamo attraver-

sando l’abbandono di un anima- le sarebbe un gesto ancora più condannabile di quanto non lo sia già normalmente.

Oggi sarebbe anche un problema in più per i comuni, per i volon- tari e per i servizi veterinari che sono già pesantemente impe- gnati su altri fronti per arginare l’epidemia di Covid-19. Quest’ul- tima sta infatti mettendo in gi- nocchio il Paese e sono necessa- ri i controlli medico veterinari e l’approvvigionamento dei mer- cati di derrate alimentari sane e sicure.

I comportamenti da seguire per tutelare i nostri amici

LA GESTIONE È NECESSARIO PROTEGGERE CANI E GATTI DEI PAZIENTI AFFETTI DALL’INFEZIONE DA CORONAVIRUS

Non tutti gli italiani sanno che ogni giorno la loro salute ha un difensore “occulto” che si occupa di proteggerla. Questo è il Servizio sanitario nazionale (Ssn).

Se sta parlando continuamente in questi giorni a causa del Coronavirus. Ma ogni giorno il lavoro di migliaia di medici e veterinari è passato sotto silenzio perché la prevenzione primaria ha funzionato bene. Evitare rischi alle persone non fa notizia.

Mantenere sani gli individui è molto importante, come l’aria, e come l’aria è invisibile. I veterinari del Ssn si occupano della salute degli animali, del loro cibo, dei loro farmaci, del loro benessere e certificano inoltre la salubrità dei loro prodotti e delle loro carni, nazionali o importate, che diventano il nostro cibo. Questo non è molto noto, e non è un lavoro semplice.

Richiede competenze sempre più specialistiche e la capacità di

fare sintesi tra tutte. La sicurezza alimentare e la salute degli animali sono fondamentali per la nostra società e iniziano con la buona salute dell’ambiente.

Il concetto basilare di difesa della salute dei cittadini, in un mondo globalizzato in cui circolano persone, merci, cibi, stili di vita, portando con loro pericoli sempre nuovi e rischi sempre maggiori e più frequenti, sta nella formula

“One World-One Health-One Medicine”. Un solo mondo; una sola salute: dell’ambiente, degli animali e dell’uomo; una sola medicina: ambientale, umana e veterinaria. I medici veterinari del Servizio sanitario nazionale sono ogni giorno impegnati a presidiare questa realtà tridimensionale.

Questa situazione dolorosa e di profonda crisi economica dimostra ancora una volta che il Ssn e la prevenzione costituiscono una gigantesca barriera protettiva che va mantenuta alta e solida.

Ssn, il nostro difensore “occulto”

OPERA QUOTIDIANA

I wet market, da

dove probabilmente

è partita l’infezione,

sono luoghi in cui

l’igiene è molto scarsa

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