DISCORSO
SUL
DISEGNO
DI
FRANCESCO ALBÉRI
PRONUNZIATO DA DUI MEDESIMO NBl.f.A REGIA UNIVERSITÀ* DI PADOVA.
E RISTAMPATO PER CURA ni COSTANZO ANGELINI
DAMA
STAMPERIA DI CARIA) CATANKO1840
.DigitizedbyGoogle
AGLI ORNATISSIMI SIGNORI
P R 0FESS0R1
DELLA REGIA UNIVERSITÀ’ DI PADOVA
Sono dieci anni, che lagovernativa Munificenza mi destinò ad impiega
*
re F opera mia a prò della pubblica istruzione
.Negli ultimi tre innanzi al decimo ad onta dellapicciolezzd de’mieitalenii, ebbi F onore disedere fra poi dottissimie chiarissimi Pro"
fessori in questa sempremai illustre
Università
*Ad un tale onore, di cui
sempre andrò superbo, si unì a mag-
giore mia gloria e consolazione
ilge- nerale amor nostro perso di me
,che interessando
ilmio cuore alla più dovuta e sincera gratitudine
,mi fece desiderare di rimanere in perpetuo con voi. Ma
ilDecreto segnato
il 15
novembre
1808
,in virtù del quale sono rimaste soppresse nelle Regie Università varie Cattedre comprese quelle del Disegno, distrusse
lemie lusinghe, ed inutili rese
ivoti miei.
Dovendo pertanto seguire quel de- stino che la benefica intenzione del Governo sarà per fissarmi
,io ben vedo celeberrimi Professori, che for- se in breve dovrò portarmi lungi da
questo suolo per tanti rapporti a me
carissimo. V oglio ciò nonostante lu-
singanni di godere, mercè la fer-
*' b
mezza del vostr animo, anche sol -
t\
altro cielo
ilvostro affetto
.Pria però ch’io parta, gradite che vi con- sacri un mio tenue lavoro,
ilmio Di-
*
scorso cioè
isulla necessità ed utili- tà del disegno,* lavoro in vero non
corrispondente ai meriti vostri, alla vostra virtù, ma che vi consacro al solo oggetto, che quando v’accada
di rivolgere ad esso lo sguardo vi rammentiate
,che chi lo scrisse
manterrà viva in ogni tempo e luo-
go la riconoscenza che vi deve
,e che alle frasi del labbro unisce la schiet- tezza del cuore.
A vvalori intanto l’eterna Sapien- za le instancabili cure vostre a van-
taggio della studiosa gioventù j
giammai si sciolga quel nodo di
concordia e dipace
,che a gran be- ne della pubblica istruzione
tuttipi unisce in amorevole fratellanza, e vivete felici
.Padova 8 agosto 1810.
* #>•
FRANCESCO ALBERI
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SULLA NECESSITA^ ED UTILITÀ’
DEL DISEGNOPRATICO
E QUAL SIA IL VERO ED ESSENZIALE DISEGNO
AL QUALE PRIMIERAMENTE APPLICARE SI DETONO GLI ARTISTI TUTTI
E SINGOLARMENTE GLI ARCHITETTI
NON CHE OGNI GENERE DI COLTE PERSONE
DISCORSO
DI FRANCESCO ALBÈRI
PROFESSORE EMERITO DI DISEGNO DELLA REGIAUNIVERSITÀ’DIPADOVA
LETTONELL’ ACCADEMIADiSCIENZELETTERE ED ARTI DELLA STESSA CITTA9
NELLA SEDUTA DELLI XXVIII GIUGNO
IX
PROEMIO DELL'AUTORE
Tutti convengono essere
ildisegno pratico
ilprincipale
fondamento di tutte le arti,
ilmezzo più efficace alla perfetta intelligenza di molte scienze
,ed
ilpiù bello
, ilpiù utile
,il
più necessario ornamento delle persone facoltose e cospicue.
Avendo però
ildisegno molte diramazioni
,non pochi sono
ai dì nostri
idispareri insorti sull'ordine e metodo da tenersi in questo studio, abbisognan- do a chi un tal ramo di dise-
gno
,a chi un altro a norma
delle arti o scienze rispettive}
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X
quindi io mi propongo di far manifesto col presente Opuscolo qual sia
ilvero ed essenziale disegno che primieramente de-
vesi studiare dagli Artisti tutti
,
e segnatemente dagli Architetti,
non che da tutti quelli che di disegno qualunque abbisognano o pel compimento delle scienze che esercitano, o per giugnere
alla cognizione del bello
,e sa- perne giudicare. Quando iò con- seguisca T intento, e le mie pa- role vengano secondate dal fatto,
potrò lusingarmi di aver por- tato al pubblico un qualche vantaggio
,che è
1’unica meta
alla quale aspiro. Essendo però
la mia professione la Pittura
,
c non
1’Oratoria, ho luogo a
r
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XI
temere di presto divenir nojoso a quel lettore che in ogni scrit- to avidamente ricerca eleganza ed ornamento. Vorrei peraltro sperare
,che le istoriche noti- zie
ida me raccolte
'sul divisato
argomento, e riportate alcuna volta in questa mia breve ope-
retta colle istesse parole degli scrittori nominati, possono an- cora ai gentili animi e delle belle arti affettuosi
,recare un
qualche diletto, e proccurare con
ciò una specie di compenso alla mancanza di quel leggiadro stile che suole tal volta per sè solo
innammorare. A mia scusa di- rò
,che mi proposi sempre la chiarezza c la dimostrazione del mio assunto.
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.«<
)
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1
t
DISCORSO
Ogni
qualvolta iomi pongo ad
esaminarecome
si esercitavanole arti tutte ne’secolian- dati, ecome
al presente, riconosco essere lemedesime
all’infanzia pressocchè ritornate, e scarsissimo ilnumero
diquegliartistiche im-
pieghino lodevole opera a sostenerne il deco- ro, e a rimetterle nel lustro primiero.Ma
seimprendo ad
indagarela causa diuna
talde- cadenza,ben
prestom’accorgo
eh’essaderiva dagli artistimedesimi
, i qualiabbandonate
le traccie de’ loro predecessorinon mirano
piu alla natura e all’ essenzacomune
di tutte le arti, cioè al disegno, unica e infallibileguida checonduce ad
eseguire operedegne
di sti-ma;
Conosco anzi, e con
sommo rammarico
,prevalere oggigiorno in tanti artisti la massi-
ma
, quantocomoda,
altrettanto pregiudicialeche
lo studio del disegno siaun perditempo
per chi si applica alle artimeccaniche
, nè siavvedono cheil
perditempo
è quello di appli- carsi, alle artisenza studiare il disegno.E che
tale
massima
sia inessiradicala lo si raccoglieDigilizedbyGoogle
2
assai facilmentedall*osservar?;
che
gli Orefici*gliArgentieri, gl*Intagliatori
,gli Stuccatori,i
Ricamatoli, gl’Indoratori* i Fonditori di
me-
talli
, gliOttonari,ètanti altri faticano elavo^
rano
meccanicamente
più per abitoche
per arte, sicché rade volteconducono
a termine lavori degni di pregio,non avendo
amente
iprincipj regolatori del disegno.
Per
provare la necessitae1’utilità del dise-gno
,dellequaliintendoparlare,diamo
un’oc- chiata ai lavoriche
si facevano ne’ beitempi
della Grecia e diRoma
; osserviamocome
si lavoravanoi capitellidellecolonne, le basi* le cornici, i rosoni, lemetope
e gli altri orna- menti dell’ Architettura,Come
i candelabri, le are, itripodi,lepatere,ivasi*le tazze,lelu- cerne, le armaturemilitari,gliornamenti
mu-
liebri,
ed
ogni altro arnese odi servizio o dipompa
, evedremo
setutto ciùavrebberoque-
gli artefici potuto eseguiresì dottamente, csì elegantementesenza essere nel disegno fondati.
Osserviamo
come
le arti istesse risorseroanuo-
valuminosavitainItalia*neisecoliXV
eXVI.
Guardiamo
gl’intaglidique’ tempiinlegname*
in
marmo*
in bronzo*ed
inqualunque
altra materia eseguiti,
ponghiamo mente come
sila- torava di tarsie,
come
diricamo,come
dimo-
o
bilie cTogni genere, e
dovremo
confessare,che
agrande
distanza i nostri artefici sono rimasti addietro ai loro predecessori; la qualedistan- za d’altronon
derivache
dallamancanza
del disegno.Nè
il bello solamente,che pure
èlameta somma
delle arti nostre, riceve scapito e oltraggioda
quellamancanza
,ma
gli artisti eziandione
portano la meritatapena
faticando più assai,che
altrimentinon
seguirebbe, cri- traendoneun
lucro assai minore.Vi
sono alcuni però i qualicredono diave- re abbastanza studiato ildisegno, essendosioc- cupati qualchetempo
incopiare de’frutti, dei fiori, delle fòglie, deglianimaiucci,dei
mean-
dri, degli arabeschi e cosesimili.
A
questi talinon
sipuò
veramente rispondere,che
assolu- tamente s’ingannino, perchèildisegnouniver- salmente inteso
, altro
non
èche un composto
di linee, collequalis’imitaqualunque
oggetto prodottodallanatura, esidimostrano que’
con-
cetti
che
si sono nellamente
formati,ed im-
pressinell’idea;allequali linee se
vengono ag-
giunti i chiari e gli oscuriche
fingono il ri- lievo, risulta piùperfettoildisegno.Ma
sipuù
dire bensì
che
essendosi ristretti allo studio dellenominate
cosenon hanno
studiatoilve- roed
essenzialedisegno;poichéildisegno vero
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4
cd
essenziale è quellodi figura* cioèdelcorpoumano,
delquale dovrà intendersieh
5iounica-mente
parlo,quando non
v’aggiungaaltradi- stinzione.Non
v’ha dubbio
,che
lecose tutte dallana-
tura prodotte sieno maravigliose e difficiliad
imitarsi dall’arte,
ma
ilcorpoumano che
ara- gione vien reputato il complessodelle maravi- glie della naturamedesima
, eche
ipiu dotti Greci lochiamarono microcosmo
,cioè picciolmondo,
tutte le signoreggia e le sorpassa in artifizio, in bellezza,in grazia,inproporzioni
,
che
di piùnon
possiamo,nè
immaginarci,nè
intendere;ond’è che da qualunque
artista sideve
studiare primieramenteildisegnodique-
sta sorprendente
macchina
, la qualeappunto
per le tante bellezze,che
insèraccoglie,sesirende
la più difficilead
essereimitata,ese ri- chiede in chi la studiamoltecognizionied
in- tensa attenzione, facilita ed abbreviagrande- mente
la stradaall’intelligenzaed
imitazionela piùperfetta diqualunque
altrooggetto,ed apre
la fantasia a
vaghe
e pellegrine ideeche giam-
mai non
potranno risvegliarsia chi in tale stu- dionon
siasi applicato, e moltomeno
esegui- re si potranno conbuon
esito. Inoltre tuttele opereche
sono suscettibili di figure, allorché5
I
b molto, o poco
che
visiano inirodottediven-gono
assai più pregevoli.Che
il disegno di figura abbia un’assoluta superiorità su diqualunque
altroramo
<di di- segno, eilesiailmaestroeillegislatoreeviden- tementepuò
riconoscersi. Siaviuno
de’ migliori artistidiornato, di paesaggio, difiori,difrutti,
di pesci di uccelli
,d’ognialtraqualità d’ani^- mali, o d'arnese
qualunque, che non mai
siasi applicato al disegno delcorpoumano
« Siaviun
giovaneche
soloda
alcuni annistudii,ed
an-che
con mediocreprofitto,la figura.Sipropon-
ga ilprimo
di divenire figurista, edilsecondo di darsi alle facoltà delprimo
; succederàche quando
quello sia giunto alla mediocrità del giovane, questo avràgiàsuperata con gigante- schi progressi la virtù di quello negli ornati, ne’fiori,ne’fruttine’ paesaggi, negli animalid’o- gni specie.Vedrà
ilprimo, che
perdisegnareil corpo
umano
essendo necessariauna som- ma
esattezza c precisione e riflessionigrandis- sime, diniun
vantaggio gli saranno gli sludj anteriori, poiché fatti sopra oggetti diassaimi-
nor perfezione,•che non
obbliganoad una
imi- tazionetanto scrupolosa,ed una
talquallibertà accordano all’artista di essere anorma
deld
iluigenio variati.
Quindi V
artistaavvezzoad
oc-6
cuparsi in cose di
minor
bellezza, cda potere*senza
commetter
errore, oalmeno
errorgrave, cangiar in parte,
quando
lovoglia,idintornie le forme degli oggettiche
d’imitar sipropone,o
d’inventareque’ capricciche
più gliaggrada,niun
capitale si sarà formalo peravanzarsicon più
sollecitudine neldisegnodi figura;anziper
la libertà alla quale avvezzòla
mano
nelle pri- miere sue occupazioni7non
potrà forse senon con
fatica frenarla ne’ limitiche
gli sarannò prescrittida un
hello superiore.All’ oppostoil figurista assuefatto alla contemplazioneed
allo studio di tale superiore bellezza,e di tutto ciòche
arenderlatalecontribuisce,allorchési
ap-
plica a cose minori trascorre con franchezzailcampo
, e giugnoveloceallameta
prefissa.Che
più? ritorni il
primo
all’esercizio dell’ornato, delpaesaggio,de’fiori,de’frutti,degli animali,e
si riconoscerà divenuto in queste cose miglior professore. Si rimetta il secondoalla figura
,
e
si accorgerà di
non
avere perquestaacquistato nulla con gli altri studj,ma
diavere anzide- teriorato, resalamano
dissuhhidiente, emeno
sa- gace l’intelletto.Chi mai
megliodegli scolali del granRafaello(lasciandoaparteilMaestro) ha
inventato, disegnato,odipinto ornatid’ogni genere, fiori, frutti,animali,trofeimilitari ,
e
7
quant’altroda umana mente
;idear si poteva?,Molti
hanno consumata
la lorovitaimitandoli sempre,ma
restandoglisempre
inferiori,
perche non
incominciarono,come
quelli fecero, laloro carriera dal disegno del corpoumano.
Ài
veroed
essenziale disegno pertanto,cioè al disegno di figura,
padre
universale di tutte le arti, sì applicarono primieramente in altri tempi gliartistida me
ricordati, emolti inmo- do
vi si applicarono, etaliprogressivi fecero,che
chiamati agloriamaggiore,abbandonando
i loto mestieri di Orefici,d’intagliatori,difa- legnami,
che
in grazia ditalestudio eccellen-Atementeesercitavano,sivolseroallaPittura
,al- laScultura,oall’Architettura,
ed una
granpane
in tutte e tre questebelleartidivennero singo- lari malestri:talifurono
Andrea
delPollajuolo,\Andrea
del Vcrocchio, Antonio cGiovannida
Sangallo, Benedettada Ma
jano,Bacciod’Agno-
lo, Lorenzo Gbiberti,
Maso
Finigucrra,Miche-
lozzo Micbelozzi,
Sandro
Bolticelli, Sintonc dello ilCronaca,Andrea
delSarta,Benvenuto
Celimi, Francesco Francia, Agostino Caiacci
,
Landò da
Siena,Masolinoda
Panicale,cmol-
tissimi altri
,
che
in graziadiessersiapplicalial disegno di figura per apprendere le artimec-
caniche, poterono salire
ad
eminente gradodi»8
gloria nello arti nobili. Se atlualincnic
come
nei
tempi
-andati si riconoscesse la necessità e1’utilità di tal disegno, e i padri lo facessero studiare ai loro figli
che ad
artequalunque
destinano,non
si vedrebberotanti lavori sìmal
pensati, e peggio eseguiti, e chi sa quanti su- blimi ingegni si scoprirebbero alti a divenire
il decoro di loro
medesimi
, de’ genitori, del-
la famiglia, della patria, se per
tempo
fossero istruitinell’arteimportantissimadi clicioparlo.In vista
adunque
di tanti beniche
dal di- segno di figura derivarpossono,
niuno
sistan- chi d’inculcarne lo studio.É
forzaperò
con- fessare,che bene
spessoallamiglior intenzione de’padrimancano
imezzidiprocacciarl’istru- zione ai lor figli omancano pure
imaestrime-
desimi. Sarebbe però cosa lodevole assai,
che
in ogniComune
diqualche ampiezzavifossero scuole pubbliche di disegno sostenute dai piu capacied
abili Professori.Le Comuni dovrete
bero prendersisomma
curadiun
sìimportanteramo
d’istruzionenon meno
necessario diqua-
lunque,anzipiònecessariodi molti, e dalquale
ne
ritrarrebberoe
decoroed
utilegrandissimo sotto molti rapportianche
d'interesse,poiché
dove
si esercitanobene
le arti vièun perenne
fonte dicommercio
, c le artinon
lepuò
eser-9
citar
bene
chinon
istudia,
come
conviensi,ildisegno.
Conosciuta la necessita
che hanno
di tale studio le arti suaccennate el’utileche da
essone
deriva, passiamoad
artipiùnobili,anzisu- blimi, dico alle artibelle^Pittura, Scultura
ed
Architetturafiglieprimariedeldisegno; aquel- le arti cioè,che anche
conuna
loro solpro-
duzione capaci sono di eternareilnome
diuna
città, e
che
mediantetantipregichein sèstesse racchiudono furono tenutesempre
ingrandissi-ma
stima daliecolteNazioni,cosicché il
nome
di barbare rimase a quelle
che non
giunseroa conoscerne il merito.Secondando
però, ilmio
assuntonon ho
luogo a parlare della necessitàche hanno
del disegno ledue prime,
cioè la Pittura e la Scultura,mentre
queste,
benché
figlie del disegno,sipossonochiamare il dise-
gno medesimo
; ond’è,che
se volessi, parlare del disegno relativamente a loro,mi
conver- rebbe ragionare(locchè farò in altromomen-
to) delle prerogative
che
il bellone
costui*^,scono, cioè delle proporzioni, dell»uniformità del carattere, dellasceltadelle
forme
,dell’ele- ganza;duopo
èperciò.che mi
restringaallane-cessità
che ha
del disegnodi figura,ed
alvan- taggioche
neritraelaterza, sorella, la mirabile:\ò
Architettura, a cui si c data ragionevolmente
*
la denominazione di capo-maestra,
che che ne
dica il signor Milizianelsuo Saggio diArchi-
tetturapremessoalle vitedegli Architettida
lui scritte, il quale alCap. IV.Art. I.quasi bur- landosi di taledenominazionelachiama
solen-ne spampanata
.Lo
sarebbeinfattisesivolesse pretendere conciò,chel’Architettura superiore fosse alla Pitturaed
alla Scultura dalle quali essa riceve,come vedremo,
grande alimento*e che
oltre alla maggiore difficolta dieseguire*
le loro opere, tendonoapiùaltooggetto
,qual
è
non
solod’ imitareiprodigj tuttidellanatura,ma
intalqualmodo
di perfezionarli: dirappre- sentarci,per quanto può mente umana
conce- pire,P immagine
dello stesso Creatore, c tutte quelle coseche
sono invisibili, e solo cono- sciute dal senso interno, e dall’ intellettosol- tanto : di farcipresentii lontani:dimantenere
colleimmagini
de’nostri cari parentied
amici trapassatimaggiormente
viva ne’ nostri cuorila gratitudine e la riconoscenzache ad
essidob- biamo
, e di metterci sott’occhi l’aspettode-
gli eroi, e la tanto giovevole rappresentanza di quellevirtuose azioni,collequali trionfarono del vizio> per incitare noi
pure
col lorocsem-
pion
fargli guerra,ed
opprimerlo, ea battereAl
coraggiosi ilcammino
dell’onore e della glo- ria. Questied
altri pregi della Pittura eScul- turahan
fatto sì,che
inognitempo
sianostate all’Architettura preferite, senzaperòche que-
sta nulla vi perda del suo gran merito,come non
lascia di essere prezioso il rubino e lo smeraldobenché
altregemme
visiano dimag-
gior valore.
La
Pittura poiha sempre
occupatoil
primo
seggio inmodo
,che
iGreci,stimatipure
i savj e prudenti delmondo,
la posero nelprimo
grado delle arti nobili, eproibirono con perpetuo editto,che non
s’insegnasse ai servi.E che
ditalepreminenza
siasempre
stata riconosciutadegna
,siprova ancorariflettendo, clic allorquando s’incominciòin Italia,e fuori
ad
istituireAccademie
di belleartifuronoque-
stechiamate
Compagnie
de’ Pittori,enon de-
gliScultori, emolto
meno
degli Architetti,ben- ché
gli uni e gli altri vi avessero egualparte.Si osservi di più,
che
inque*tempiiPittorie gli Scultori eranoimigliori Architetti,eppure
loro piacevadi comparireprima che
Architetti, Pittori , o Scultori. Il signor Miliziaadunque
doveva persuadersi,che
la denominazione di Capo-maestra,che
sièdataall’Architetturanon
deriva dal volerla superiore a tutte
quante
le arti,nè
dalla presunzionedi rivolgereP
anticacomune
opinione dalla quale è stata collocala nel terzoposto delleartibelle,ma che
glicon-
viene bensì avendo,come
egli stesso confessa* molte arti soggette, cioè quelle delmuratore, del falegname, del fcrrajo, dello scarpellirio alle quali presiede, e
comanda
per conseguireil suo oggetto, vale a direlacostruzionedelle fabbriche.
Riguardo
lostudiodel disegno dicuil’Archi- tettura indispensabilmente abbisogna perdive-:nire perfetta, diceVitruvio,
che non può
fabbri- ca alcuna chiamarsibene
e artistamentecom-
posta, se
non
siamodellala su quellemedesime
proporzioni c simetrie
che
tanto siammirano
,
e tanto piacciono nella bellissima fabbrica di
un
corpo
umano
ben formato.Parlandoposciadei primiinventori degliordinid* Architetturacifa riflettere,che
per farlinon
solo attiareggere peso,ma
anco belli a vederli, risolvettero diprendere
le misure dal corpoumano
; e per far conoscerequanto
gliAntichivalutasserotali proporzioni, avverte,che
diedero allemisureinomi
dellemembra
del corpomedesimo
,cioèpalmo,
piede, cubito,dito.Vuole
peròche
l’Ar-
chitetto siase
non
pittorecome
Apelle , espertoalmeno
nel disegno.L’ autorità di sì grand’
uomo
saiebbe sjifli-i3
ciente per convincerechiunque, che
ildisegno di figura èla base principale dell’Architettu- ra;pure
a maggior sostegno di tale verità, e per provare evidentementeP
utileche P
Arclii-rlettura dal disegnoriceve
, farò osservare,
che
finoda
epoca remotissima della Grecia , pro- vincia in cui le arti salirono al piùalto grado dj perfezione, gli Architetti de’più magnifici edificj furono pittori, o scultori.Qui
giovari- cordare quelloche
sannotuttiglieruditi nella storia delle arti,
che
iprogressi della Pittura e Scultùrahanno sempre
precedutoquellidel-P
Architettura , cquando
esse sono decadute l’Architetturaha pur
dovuto soccombere,
nè
mai
è risorta seprima
ledue
sorellenon
siso-no
riavute.E
questasiapure
un’altraevidentis- simaprova, che
la pitturaelascoltura, nelle quali la virtù tuttadel disegnoraccogliesi,so-no
quelleche danno
alle opere architettoni-che anima
e vita.Che
se cosìnon
fosse,eie
sole
matematiche
senza il disegno bastassero a formareun
perfetto architetto, ilbuon
gusto dell’architettura avrebbe dovuto,almeno
in qualche epoca, preceder quello della pittura c scoltura
,
ma non
si èmai
dato questocaso.Veniamo
intanto a ciòche mi
son proposto di far rilevare.J4
Uno
de’primi greci architetti, dei quale la storia ci ricorda ilnome
, fuDedalo che
vi- veva125o
anni avanti l’era volgare. Eglieresse molte fabbriche inMenfi
consomma
soddisfa- zione degli abitanti; costmsse il labirinto nel»V
isola di Creta; fece altri edeficj in Egitto,inAtene
, in Creta, inItalia, esoprattutto iuSi- cilia ove visse lungo
tempo
in corte delRe
Cocalo.
Fu
perito in tutte le artichecondu- cono
al disegno:siesercitò nell’Architetturana- vale,ma
si distinseparticolarmente nellascul-tura.
Era
parimenti scultore abilissimoTeodoro
diSamo, che
fioriva700
anniavanti l’era volgare.Riedificò questi nella suapatriail famoso
tem-
piodiGiunone. RiferisceVitruviodiavervedu-
touna
descrizioneesattamentefattada Teodoro
sopra queltempio
ch’era d’ordine dorico, e sulmodo da
lui tenuto inquella costruzione.Fece
parimenti inSamo un
labirintoche
Pli- nio preferisce a quello diCreta,efinanche
a quello d’ Egitto. InLacedemone
eresseun
edi-ficio detto
alF ombra che
sarò stato forseun
qualche bel portico.
Callimaco di Corinto inventòilcapitello
che
prese ilnome
dalla dilui patria.Era
Callima- coun
eccellente scultore cheviveva 55o
anniI l
i5 avanti
P
era volgare. Si pretendeeh
1egli fosseanche
pittore. Dagli AteniesierachiamatoCa-
tatechos cioè
primo
Artefice.Il famoso ponte costrutto sul Bosforotracio,
o
sia sullo stretto diCostantinopoli per ordine di Dario re di Persia , acquistò grannome
aMandrocle che ne
fuV
architetto.Era
talponte
formato di battelli così ingegnosamente, econ
tantafortezza uniti,che
vipassòsopradall’Asia inEuropa
lanumerosa
armata persiana.Per
conservare lamemoria
di un’operacosìsingo- lare,ma
insiemedellapiubreve durata,Man-
drocle rappresentò in
un quadro
il Bosforo, ilponte, il re assiso sul trono in
mezzo
alpon- te e l’esercitoche
vi sfilavasopra. Questa pit- tura fu collocata nel tempio diGiunone
aSa- mo,
dove Erodoto asserisce averla vedutacon
questa iscrizione:Mandrocle dopo avere
co-«
struttail
ponte
dibarche
sulBosforo per
or-dine
delreDario, dedicò a Giunone
questomonumento che fa onore a Samo sua patria
e gloria allartefice.Ecco adunque,
cheMan-
drocle ascritto fra gliantichi architetti era
un
pittore; e così sara stalo di altri
che
sotto il«
nome
di puri architetti siriconoscono. All’op- postonon
riconoscerestiino 1’ eccellentissimo scultore JFidia per architetto se Plutarconi?Il9Digitizedby Google
i6
vita di Pericle
non
ci dicesse,che
quel prin- cipe allorchéfece innalzare tantestupende fab- briche inAtene ne
affidò la sopraintendenza assoluta a Fidia, eche
nulla facevasi senza ilsuo consiglio.
Un
teatroed un
tempio fabbricatida Po-
licleto d’
Argo
per gliEpidauricirca4ao an-
ni avanti l’era volgare sorpassavano, secondo Pausania, tutte le magnificenze romane,cPo-
licleto era
uno
de’ più famosi scultori.Il tempio di Diana detta Alea rifabbricato nella cittàdi
Tegea
circa 56o anni avantil’era volgare passava pel piu famoso delPelopon-
neso.Questa riedificazione fu eseguitada Sco- pa
scultore diprima
classe, opera del qualesicrede la tanto.rinomala favola di Niobe,
che
si
ammira
in Firenze.Gli scultori Briasse,
Timoteo,
Leocare,ed
il detto
Scopa
edificarono il mausoleo che pas- sava peruna
dellesettemaraviglie delmondo
,fatto innalzare da Artemisia regina di Caria al di lei consorte Mausolo. Gli stessi artefici,cia- scuno in
uno
dei lati, vi scolpirono istorie inmarmo.
Si potrebbe forse credere, che isud-
detti
non
eseguissero altroche
lesculture, co-me
è opinione diqualcuno, ma
Plinio dice,che
fecero ilmausoleo, nè nomina
di questa*»7 fabbrica altro architetto;
aggiungendo
poi,che
vi fu il quinto artefice il quale appareggiòal- 1’altezza della superiore piramide la inferiore.
Era
senzadubbio
scultore Dinocrate, poiché,da quanto ne
scrive Vitruvio, si presentòad
Alessandro ilGrande
dicendogli di avermo-
dellata l’idea diformaredel
monte Atoungran
Giganteche
nella sinistramano
tenesseuna
gran città, e nella destra
una
tazzapercuisi versassero inmare
tuttiifiumiraccoltidalmon-
te. Alessandro
che non
accettò tale progetto, impiegò Dinocrate nella fondazione della cittàd
’Alessandria.Poco
si sa degli architetti che operarono inRoma
intempo
dei re e della repubblica; trovo peraltro in Plinio fattamenzione
de’due scultori Sauro e Baltraco lacedemoni, iquali a spese proprie fabbricarono in quellacittà al- cuni tempj, e
non
essendolorostatopermesso di apporvi i proprinomi,
incisero ne’capitelli delle colonne, ocome
altri vogliono nelleba-
si,
una
lucertolaed una
rana,
che
in grecohanno
gli stessinomi
deidue
scultori.Si è quasi ineguale'oscuritàdegli architetti
.
del
tempo
diAugusto che
èstaloper lescien- ze c per le arti ilsecolod’oro;sappiamo ben-
sì ,
che
laSculturaclaPitturaeranoinquellai8e
citta in uso
ed
in istima fino dai primi anni*della sua fondazione, e
che
poidopo
levitto- rie di Lucullo, diPompeo
e dellostessoAu-
gusto molti pittori e scultori greci vi concor- sero,
e
vi operarono;
onde
senon
ci vienfattamemoria
deinomi
degli architetti, possiamo persuaderci,
che
letante sontuose fabbrichein que’tempi colè innalzate fossero opera degli stessi pittori e scultori, perchèabbiamo
osser- vatoche
in allora i pittori egliscultorierano architetti, eche
in loroV
Architettura eraquasiuna
conseguenza delledue
artiprimarie,come vedremo
essere accaduto nei secoli a noi pii vicini.Che
sepure
sinominano
alcuni antichi architetti senza ricordare,che
nellaPittura o scultura si esercitassero,da
quanto ne
dice Vi- truviodobbiamo
assicurarci ,che almeno
nel disegno fossero assai ammaestrati.Dopo
lametà
del terzo secolodell*eravol- gare cioèdopo
1’imperatore Alessandro Se- vero, incominciarono le belle artiadecadere,ed
in progresso mostruose divennero;ma
an-che
quest’epoca calamitosa mostrache
ildise-gno
èlo spiritodell’Architettura, essendostata sostenuta alla meglio da’varj pittori e scul-tori,
benché
picriola cosa fosseronella Pittura, 0o Scultura
che
scelta avevano per loro prin-*9 cipale professione.
Per
esempio; lo scultoreAntemio
di Traili città di Libia nell’Asiami- nore, edificò per ordinedell’ImperatoreGiu-
stiniano il famoso tempio di SantaSofìa inCo- stantinopoli.Ma
lasciando l’antico avviciniamociai tempiche
ci sonomaggiormente
cogniti, ede’ qualiabbiamo
più recentimemorie
, ele ocularite- stimonianzeper megliochiarirsisullaveritàdel
mio
assunto.Il rinomato campanile disan
Marco
inVe-
nezia fu opera eseguita nel
n 54 da Buono
scultore il più abiledelsuo
tempo, che
inNa-
poli costrusse il Castel
Capuano
, oggi detto la Vicaria,ed
ilCastellodell’ovo: a Pistojala Chiesa di sant’Andrea
,ed
altreopere fecein Firenzeed
in Arezzo.Bonanno
eTommaso entrambi
scultoripisanisi occuparono nel
1174
nell’edificazione del«
tanto celebre campanile di Pisa.
Marchione
scultore aretino fu sceltoda Papa
Innocenzo III per costruire inRoma
la chiesa e l’ospitale di Santo Spirito in Sassia:alzò la chiesa di sanSilvestro
Torre de
Conti,
ed
in santaMariaMaggiore
lacappella delPro
sepio.
Nicola Pisano rinomatoscultorede’ suoitem- pi, edificò lachiesa econvento de’
Domenicani
20
in Bologna. Fece nella sua patria diverse fab- briche : in
Padova
sulfiniredelXIII
secolo lagran
chiesa di sant’Antonio: a Venezia quella de’FratiMinori*emolte ancora fabbrichein al- tre cospicue citta d’Italia.La
maestosa Basilica di santa Giustinanella detta città diPadova
,che
èuna
delle piuma-
gnifiche d’Italia,e
che
formaP
ammirazione dichiunque
lavede,
sia ono
intelligente, fuin cominciata neli52i
sulmodello
diAndrea
Briosco, detto ilRiccio
*
padovano
, bravissimo scultore discepolo del Vellano * e sopraintese all’innalzamento AlessandroLeopardo vene-
ziano parimenti scultore e fonditore dime-
talli.
L’arcivescovato diNapoli è operadelloscul- tore
Masuccio
di quella città,
che nacque
nel ia3o.Terminò
egliCastelnuovo,ed
eressemolti palazzi.Margaritone dìArezzo,
che
fupittore escul- tore, architettò il palazzo de*Governatori,c la chiesa di san Ciriaco in Ancona.0
Arnolfo di
Lapo da
Colle di Valdelsa nato ùell23a
fu il più applauditoscultoredelsuo tempo
, e riuscìanche
molto megliodeglialtri in Architettura. Edificò lemura
diFirenze,e
le guernì di torri
; fece nella stessa città la
piazza detta
Or
san Michele; lapiazza de’Prio-*ri ; la Badia , e la granchiesa di santaCroce.
Diede
il modello della chiesa di santaMaria
del Fiore,che
è ilduomo
di quella città.U
disegno del granCampo-santo
di Pisa cominciato l’anno1278
è dello scultoreGio-
vanni Pisano,come
lo è quello della facciata delduomo
di Siena.Giotto fu pittore
che
silasciòaddietroquan-
ti pittorierano finallora stati.
Fu
impiagatoin costruir fabbriche, e vi riesci con gran lode, per quanto lo permetteva il gusto di allora.Eresse il maraviglioso campanile del
duomo
di Firenze.
Essendo
inLucca
fece il disegnoed
il modello del castellodella Giusta.IlBai-
dinucci nella vita dello stesso Giotto così siesprime.
Non
sifermò
la virtùdiquestogran-
di
uomo
ne' solitermini dellaPittura
,
perchè fu ancora
eccellentissimo scultoreed archi-
tetto
;
nè
di ciòalcuno
simaravigli
,perchè procedendo
tutte queste belleartida un
so-lo principio,
che
è il disegno,è
forza
,che
chiha
ottimogusto nel primo
, lo
abbia an- cora
inognuna
di quelle coseche ad
essoappartengono
.Erano
scultori Agostino eAgnolo
fratelli Sanesi quali furono scelti in qualità d’archi-3
22
tetti per sopraintendere a“li edificj pubblici della loropatria. InAssisi, in Orvieto,in
Arez-
zoed
inBologna
fecero diverseopere diScul- tura e di Architettura.Molte fabbriche civili e di fortificazioni di Firenze furono condotte dallo scultore
Andrea da
Pisa discepolo di Giotto. Si pretendeche
facesse
anche
il disegnodell’arsenale diVene-
zia. Nell’Architettura fusuperato dalsuo
con-
discepoloTaddeo Gaddi
, il quale superòan- che
il maestro nella Pittura.La
grandiosa fabbrica della Certosa di san Martino c la chiesa di sant’ErmoaNapoliso-no
opere del secondo Masuccio scultore.Fu
pittore e scultore FiorentinoAndrea
diGone
Orgagna. I disegni diquestoarteficefu- rono preferiti allorché si trattò d’ingrandire a Firenze la piazza avanti alpalazzo, eperun
edificio della zecca.
Altri pittori e scultori italiani
ed
esteri po- treinominare che
siesercitarononell’Architet- turaprima
del secoloXV, ma
litralascioper
giugnere più presto a parlare dique’ luminari delle beile Arti,che
totalmentene
ristabiliro-no
ilbuon
gusto in Italia.L’epoca delrisorgimento della
buona Archi-
tetturavienefissata in FilippoBrunelleschifio-23
remino
nato nel 1377. Brunellescliida fanciul- lo fu posto al mestieredell’ orefice,indi passò alla Sculturache
esercitòcononore, finalmen- te applicossi all’Architettura.Una
delleprin-cipali sue operazioni fu 1’innalzamento della gran cupola di santa
Maria
del Fiore inFiren-ze.Sidistinse ancoranell’Architetturamilitare, disegnò laFortezza diVico Pisano;lacittadella di Pisa
; fortificò il ponte a Jmare, e fece il
modello della fortezza di Pesaro.
Secondo
il Vasari l’ospitai maggiore diMi-
lanocon
tutti gli cdificjche
loaccompagna- no
per servizio degl’ infermi, fu architettatoda
Antonio Filarete scultore, discepolo diDo-
natello.
La nuova Guida
diMilano
però, stam- pata nel1795
, lo dice inventatoda
AntonioAver
ulino, ecita1’autoritàdelConte Giacomo
Carrara bergamasco.Ma
siapure
dell’Averu-
linoilquale
come
il Filarete eraun
bravoscul-’tore e fonditore di metalli.
Miclielozzo Michelozzi fu parimenti sculto- re condiscepolo del Filarete;siapplicòall
Ar-
chitettura e vidivenne celebre.
Fece
ilmodel-
lo del palazzo di
Cosimo
de’MedicidettoP a—
ter
Patriae
, il qualepalazzo fu fabbricalo coL
modello medesimo.
Fece in Firenze molte al- tre fàbbriche rispettabilissime,ed
è disuodi-, segnoinPerugia la]Gtudella vecchia.H
Giuliano
da Majano
nato nel 1577 fuan-
ch’egli scultore, indi architetto.Si distinse in Napoli nel magnifico palazzo di Poggio Reale innalzato col suo disegno pel re Alfonso , e più nel palazzo e nella chiesa di sanMarco
in
Roma.
A
sublimare1’Architetturanacque
nel1598 Leon
Battista Alberti dettoilVitruvioFioren- tino.Se
questi fosse pittore,ecome
intendes- se quest’ arte,
non che
laScultura, ce lomo-
strano i trattati
che
sopra le arti stesse ci la*sciòscritti.
Imparò
l’Architettura coll’osservare e misuraregli edificjantichi,per vedereiquali intraprese molti viaggi.Qual
architettosiasta- toT
Alberti a tutti è noto.La
chiesa di san FrancescoinRimini,che
fufattainnalzare cir- ca lametà
delXV
secolo daSigismondoPan-
dolfo Malatesta signore, di quellacittàcondise-
gno
dell’Alberti,ha poche
pari inItalia.Questa
chiesa, anziilsoloesterno diessa,che
piùgran-
diosoe nobilenon può
idearsi, bastaperampia- mente
dimostrarel’esimia virtù delsuo autore.Bernardo
Rossellino scultore fiorentino fuinRoma
impiegatoda
NiccolòV
in grandi fab- briche civili e militari.Fu
pittore di meritoBramantino da Mila-
no; applicatosi all’Architettura l’esercitòmolto
iti patria, dove è di suo diseguo la chiesa di san Satiro.
É
incerto l’autore del famosopalazzo de’du-
chid’Urbino
; 1’opinione piùcomune
però si è, che sia stato innalzato coldisegno diFran
• cesco di Giorgio abile scultore, e dilettante di Pittura nato in Siena nel 1423. Si vuole
che
la
buona
architettura siaad
esso luimoltode-
bitrice.
Ipiùeccellentiarchitetti dell’ impareggiabile tempio di san Pietro in
Roma
furonotuttipit- tori o scultori. Ilprimo che
ne fece lapianta, eche
incominciò 1’ innalzamentofuBramante
Lazzari nato nel 14*4 in Castel Durante, villa vicina ad Urbino. Dal padrefu postoper tem-po
a studiare la Pittura, ed ilLomazzo
nella tavola de’nomi
degli artefici, posta infine al suo trattato della Pittura, dice chiaramenteBramante da Urbino
sapiente pittore e ar- chitettouniversale. Dipinseeglialcune cose in san Giovanni Laterano ,che
piùnon
esistono.Dopo
lamorte
diBramante,Raffaelloda Ur-
bino fu architetto della stessa basilica.Fu
pittoredimolto merito Baldassarre Peruz-zi
da
Volterra,che nacque
nel 1481. Portato-si a
Roma
siapplicòancora all’Architettura, e fu anch’egli scelto architetto della chiesa di
san Pietro. In
Roma medesima
innalzòmoke
belle fabbriche, alcune delle quali
adornò
al di fuori di sue pittureachiaroscuro,e parti- colarmente quellache
fece per AgostinoChi-
gi,
che
vienchiamatalaFarnesina.L’opera nel- la quale più si distinse fu il palazzoMassimi
per la difficoltà del luogo in cuidovette fab-bricarlo.
Michelangelo Buonarroti subentrò architetto in capo della stessa gran fabbrica di san Pie-
tro.
Quando
Michelangelosi applicò all’Archi- tettura era di circa4 o
anni,nè
altri maestri egliebbe
in questa professione],che
ildisegnocon
cui aveva e dipinto e scarpellato così ec- cellentemente, e le osservazioni fatteda
lui sulle fabbriche dellabuona
antichità.In
ciònon
vi è niente diquel
mirabile ( diceMi-
lizia )
che
alcunihan
creduto.Un uomo dì
talento,pittore, coll ajuto di Vitruvio e
di Leon
Battista Alberti,inRoma
,di40 anni
,aveva
bisogno dimaestri per apprendere V
architettura ?Quest’arte
ha
eterne obbligazionialVigno-
la, il quale studiò in
Bologna
laPittura, ina conoscendo dinon
riescirvisivolse all’Archi- tettura, e furono in questa i suoi maestrigli avanzi preziosidegliediiicj antichi,che
inRo-
2 ?
ma
misurò esattamente, e disegnò piò volte.Non
doveva peròesserenella Pittura tantoad-
dietroquant’egli forsesistimava,poichéil
Bor-
ghininel suoriposo lochiama
pittore, e rife- risce,cheglifu discepoloBarlolommeo
Passe- rotti, le di cuiopere moltosi pregianoepar- ticolarmente i disegni. Il Vignola riprese in
Roma
ipennelli,ma
siccomelostudiodell’Ar-
chitettura nulla influisce per divenire miglior pittore, gliabbandonò da
capo.Fu
eglipure
impiegalo nella costruzione della chiesa di san Pietro.
L’ innalzamento della sorprendente cupola della stessa basilica Vaticana fu eseguito,
ben-
ché sul disegno di Michelangelo ,da Giacomo
dellaPorta milanese famososcultore,del qualenon
sonopoche
inRoma
le belle opere ar- chitettoniche.Sortirono eccellentissimi architetti ifratel-
li Giuliano e Antonio
da
Sangallo,che
furono impiegati in Firenze, inRoma
, in Ostia*, in Napoli, a Loreto, aSavona
, inMontefiascone
ed
altrove in grandi fabbriche civili e milita-ri. Essi esercitarono in gioventù Parte d’inta- gliare in legno, eciò bastaper assicurarci
che
sapevano disegnare, perchèinque’tempi chi a tali professioni si dedicava incominciava dal-a8
T
imparare il disegno; infatti Antonio fece d»
legno bellissimi Crocifissi.
Andrea
Contucci delMonte
Sansovino na- to nel1460
fuun
celebre architetto,
ma
fuprima uno
de’più celebri scultori.È
noto ilvalore nell’ ArchitetturadiGiovan
Maria Falconetto veronese nato l’anno 1458.La
suaprima
applicazione fu la Pittura.Girolamo Genga da Urbino
fubuon
pitto- re, ebuon
architetto.Bartolommeo
suofiglio si distinse particolarmentenell’Architettura mili- tare.Non
si diceche
fosse pittore o scultore,ma
si sache
ebbe permaestriil padre,ilVa-
sari e
Y Ammanati,
i quali lo avrannoalmeno
nel disegnoben
istruito.Raffaello
daMontelupo
dicuisonovariescul- ture nella Chiesadi Loreto,chiamaloa
Roma da
Tiberio CrispoCastellano disant’Angelo
fu architetto di quella granfabbrica,
che aumen-
tò di molte comodità, e vi fece considerevoli riattamenti.
Lavorò
inoltre disua mano
l’an- gelo alto cinque braccia , che fuposto incima
al torrione di mezzo.
Fu
in Orvieto architet-«
to della chiesa di santa Maria
, e di
un Tem-
pio d’ ordine corinto fuori di città.
Eccellente scultore fu Jacopo Tatti detto il
Sansovino nato in Firenze nel 1479*
Avendo
$
DigitizedbyGoogle
2
9
molto genio per 1’ Architettura vi si applicò, senzaabbandonare
la primiera professione, e divenneun
luminare di tal arte. Cosi fossero piùrispettatele bellissime sue fabbriche.Giulio
Romano
pittore egregio, ilpiùeccel- lente discepolo di Raffaello
da Urbino
,sireseegualmente
illustre nell’Architettura.Ilduca
diMantova,
al serviziodelquale Giuliostettemol-ti anni, ordinò
che
ninno potesse inMantova
fabbricare senza il dilui disegno.Sebastiano Serbo architetto bolognose stu- diò il disegno sotto la direzione del nominato Baldassarre Peruzzi pittore.
Giorgio Vasari
che
fubuon
pittore emi-
glior architetto, anzi al detto di Palladio, ar- chitetto raro,parlandodi quest’arte nel princi- pio della vita di Bacciod’
Agnolo
cosisiespri-me. E pur
èveroche non
sipuò
esercitareV
Architetturaperfettamente
senon
seda
co- loroche hanno
ottimo giudizio ebuon
dise-gno
oche
in pitture, sculture o in cose dilegname abbiano grandemente
operato.Per
cose di
legname
perònon
sidevono
intende- re le arti delfalegname o dell’ intagliatoreco-me
si esercitano a’ nostri giorni,ma come
si esercitavano inqu
e’tempida
maestriperitissi-mi
nel disegno; e lo era sopra molti altri ilv)0
detto Baccio d’
Agnolo,
il qualeapplicossida
principio all’artedel falegnameed
intagliato- re in legno,
che
lavorò eccellentementedi ri- messi; indistudiòTArchitetturanellaquale ave- va nobilissime commissioni,ed
era spessocon-
sultato.
Ad
onta però della stima grandissimache
si era acquistato nell’Architetturanon
vol- lemai abbandonare
la bottega nella qualenon
si ricusavano di unirsi aconversare,
massima- mente
nel verno, i piùegregiartistidiallora,
iraiqualiilgran Raffaello,ilSansovino, il
Ma-
jano, ilCronaca,ifratelliSangallo,ilGranaccio, c
qualche
voltaanche
Michelangelo, assieme con molti altri buoni ingegni fiorentini e fo- restieri.
Palladio a ragione vienechiamatoilRaffael- lo dell’Architettura; si raccogliedallavita
che ne
scrisse ilGualdo che
era scultore.Vincenzo Scamozzi,
come
riferisceilTeman-
za, studiò il disegno sotto la direzione di
suo padre
ilqualel’ istruìanche
nell’Architettura.Lo
stesso Scamozzi ne’ suoi scritti architettoni- ci si diffonde molto sulle proporzioni delcor-po umano
a benefìzio degli Architetti.Illustrescultore fu
Bartolommeo Ammanati
,
che
solo di5g
annisiapplicòall’Architettura.Per
saperecome
vi riuscì,basterebbe osservareDigitizedby Google
3i
il
pome
di santa Trinila a ‘Firenzeda
luifab- bricato, il più belloche
siasi costruttoda
chesi èrimessa la
buona
Architettura. Col suo di- segno fuinnalzatoilpalazzoPitti.Compose
egliun
libro di Architettura nelqualefiguraun’am-
pia e perfetta città, facendone vedereindise- gni ( e sopra essi ragionando) ilpalazzo reale con tuttelesue appartenenze,gliufiicj ,itein- pj, learti, lecase de’ nobili equelledegliartie- ri, lepiazze
,lestrade, lebotteghe
, lefontane e tutte le altre cose appartenenti
ad una bene
intesa città
; passando poscia al disegno
ed
al- la descrizione diuna
villa realeallaqualenon manchino
giardini, comodità civilie rustiche, c quanto
può mente umana
desiderare.Era
gran pittore Pellegrino Pellegrini dettoil Tibaldi
, sulle opere del quale feceroi
Ca-
racci molti studj.Ad
ontaperòdi tantasua ec- cellenzavedendo
dinon
ricavaredalla Pitturache
pochissimovantaggio, sivolseall’Architet- turaavendo
anch’egli40
anni, cben
prestosi acquistò tantonome
,che
fu dichiaratoarchi- tetto della gran fabbrica delduomo
di Milano,ed
ingegnere maggiore dello Stato.Domenico
suo figlio fu parimenti rinomato pittoreed
ar- chitetto. Innalzò varie fabbriche inBologna
sua patria, fra le quali il palazzo
Magnani
,
ora del cavaliere
De-Luca.
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