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J],;, 1-
f\'*~'~~ .a. /.
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\ x-^'":'L A D A M O
COMPONIMENTO
DA CANTARSI
NELL'ORATORIO DE* PADRI DI
S. FILIPPO NERI
DI ROMA
La Sera della Fefta BELLA
SS/" ANNUNZIATA.
IN ROMA
Nella Stamperia di Antonio de' Roflì .
m
de ex x xv.CON LICENZA D£' SUPERIORI
INTERLOCUTORI.
ADAMO.
EVA.
ANGELO.
LUCIFERO.
LJMVSICA
Del Signor Giovanni Coftanzi Romano Virtuofo deirEminentiftìmo Signor Cardinale Otthoboni
.
IMPRIMATUR^
Si videbitur Reverendifs. P. MagiftroSacri Palatii Apoftolici .
JV. Baecarìus Epìfcopm Bojanen. Vicefgcrem
IMPRIMATUR.
Fr.Joachim Pucci Sac.TIi. Mag.
&
Socius Riìii p. Sacri PalatiiApoft.Mag. Ord. Prsd,
A
2PRLMA
, . >> V./ J.
r.
5'
PRIMA PARTE
E'va^ Lucifero,
Adamo.
Ngannata, Eva
infelice.La
tua colpa è la tuapenaj
l^è fperarmai
più ti liceQuella pace , che ferena
L'Innocenza
aTe donò
.
Da
sì dolce , e bel ripofoLungi
, e mifera , i lamentiE
de' Figli, e dello Spofo,
Fra
fudori, affanni, e (tenti.Fin ch'io viva afcolterò
.
Ingannata &c.
Trionfa
almio
cader llnfernoaudace,
E
dellemie
fventure,
Come
di fua vittoriaVanta
l'Umanità rcfacompagna
.
Ma
potrai ,Sommo Dio
,
Per quefto fallo
mio
Abbandonar
di tua fupernamano
A
?Que-
Quefta ingrata bensì ,
ma
nobil'opra?l^uc.
Or va
fuperboAdamo
: il pregioadopra
Della raffomiglianza al tuo Fattore.
Guarda
te fteffo, la tua Spofa , e '1 piantoAfcondi pur
, fé puoiDe'
meftilumi
tuoi ;E
penfa,con vergogna
, a quella forte,
Ch'oggi
t'efpone a inevitabilmorte
.^d. Penfo ,
non
allamorte
: ilmio
delittoM'empie
d'orrore , e di penofo affanno iEd
algrave tormento
La
fconofcenzamia raddoppia
il pefo.
Penfo d'aver offefo
Il
mio
Signore : odio ilfunelb
inganno.In cui m'involfe la tua invidia ultrice;
E mi chiamo
infelice.Sol perche fon ingrato
A
chi , tratta dal nulla,
Col
divino fuo fiatoAnimò
quefta falma,
Ch'oggi
tu privi dir^ofo
, ecalma
.Non cado
ribelleDal
Ciel , dalle Stelle,
Né quanto
l'EternoGran Rege
fupernoPretendo
efferRe
.
Conofco
ilmio
errore,
Lo piango,
emi
pento^
E
foffro il doloreDel mio
pentimento,
Che
lungi èda
te.
Non cado &c.
Angelo , e detti.
Ang. Quefìo
non
è per voi luogo , né afilo,
Oltraggiofi Mortali .
Or
or ne udifteLa
La
giufta irrevocabile fentenzaDalla voce di
Dio
.Ramingo
il piede Portate in altraTerra
; altro confine V'attende5 ivi il terreno.Tutto ingombro
di fpine,Vi
fiad'immenfa pena
-, ivi co' voflriSudor
bagnate il fuolo : il fuol , che fcarfoDi
meffe vi darà tanto alimento,
Quanto
faràda
voifpremuto
, e coltoA
forza d'inceflante, afpra fatica.
E
tuDonna nemica
Airuman germe,
eairuom
primier conforte.Partorirai con (tento •.
Il frutto del tuo feno , e genitrice Sarai ,
ma
con dolor -, ne la tua proleAprirà
i lumi al SoleSenza
irrigar di lagrimofe ftilleQuella ferena luce
,
Che prima
fi prefenta alle pupille.Eva,
Tante ad un tempo
foloSon
le noftre fventure,
Che
le confonde il duolo;Ne
fo , Spirto beato ,ove
m'afconda.
Lungi da
quefta fpondaAndrò inerme
,ed
afflitta -, e fofpirandoAl
caro Spofo accanto,
Farò,
coi piantomio. Eco
al fuo pianto.Chiare fonti , aure ferene 1
Vaghi
fiori ,ameno
prato,
.
Io vi lafcio.
Oggi
convieneCangiar
loco , cangiar flato,
Finch'il Ciel fi placherà
.
Sì: quel
Dio
, che tutto puote,
La
ferita.Che
minaccia lamia
vita,
Con
laman
, chemi
percuote,
Forfè
un
dì rifanerà.
Chiare &c.
A 4
^«'^'"8
Lucifero^ /angeloy y^.^amo
.
Lue.
Va
pure .E
tu che fai ftupido , e lentoMarito
troppo credulo , e feguaceDi
moglie fconfigliata , enon
curante.Per
un vano
delio,
Di
quanto ilMondo aduna?
Segui la rea fortuna
,
Di
cui fei refo mifero trofeo.
Rivolgi il
guardo
intorno,
Mira
quanto perdetti -,Mentr'io, di
palme, adorno
Dettino incenfi , e altariAl mio gran nome
,• e i Figli tuoi faranno,
Che Tempj,
e Simulacri ame
daranno.Sarò Giove
fulminante,
E
almio
piede umil, tremanteTutto
ilMondo
fcorgerò.
Né
Lattandoun
foloNume
Al
volubile coftumeDelle Genti, a
me
feguaci.Con immagini
fagaci MilleNumi
inventerò.
Sarò &c.
Ang.
Taci
fuperbo , e con tuo fcorno onoraQuel gran Dio
, che refpinfeIl temerario tuo
mal
nato orgoglio.
Ei folo tiene il Soglio
Del
Cielo . dellaTerra
:Inutile è la guerra
A
cui sfidi lamano
onnipotentejNé
TacciecataGente
Potrà
giammai
per cultoempio
, e profanoI voti offrirti, che
non
groffra invano.
Lue. Il
primo
onor foftenniDegr
Angelici fpirti ; alla natura Imperfetta delfUom
laprima
fedeGene-
9
Generofo negai; dipura
iuccNoi
fiam compofti : eglida
fangoimmondo
Traffe il natal.
Ma
che più dico ? AfpettaQual
farò poi de' torti miei vendetta.
^f}g.
Opra pur quanto
fai : tutte le forzeDel
nero abiflb unifci in tua difefa,
Che
oppreffonelHmprefa Morderai
difperato.Fremendo
ogn'or ladura
tua catena.
Eva
ingannarti ;ma
verrà quel giorno,
Che
con tua rabbia, e fcornoPiegar dovrai Taltera tefìa al piede
Di
forteDonna
.Odi
l'annunzio , etrema
:E
al fiero fuon della minaccia, e a quella Alta luceimmortai
, chemi
circonda,
Manchi
il tuo folle ardire, e fi confonda.
Lo
fplendor, che fpargo intorno,E
lafiamma
, chem'avviva
;L'uno,
e l'altra inme
derivaDall'Autor
, chemi formò
.
Pronto ogn'ora al
cenno
foloScendo
in terra, e torno al polo:E
fé parto , e fé ritorno,
Altra sfera, altro foggiorno
,
Che
in lui folo, avernon
so.Lo
fplendor, &c.Lucifero ,
E^a.
L«r.
Donna, non
parti ancor?E'va.Vur troppo io fono
Col
pie fovra il confine DellaTerra
felice.
Lue.
Nò, non temer,
teco fon io.Eva.Tu meco?
Lue. Sì, né ingrato farò.
Eva.Tu
la cagioneA
5D'ogni
IO
D'ogni mio danno
a prò dime
favelli? 1Lue. Se cedi al
mio
configlio,
Da
cosìduro
efiglio [T'additerò il fentier di
nuova
pace.|
£1;^.T'allontana
da me:
troppo fagace fM'ingannafti
una
volta.
\
Lue.
Amico
orvengo.
Per renderti quel
ben
, che t'involai.
£mTua nemica
perfempre, empio,
m'avrai.Lue.
II
y^no. Il tuo volere
.
yd£
Io folo!E come
polfoConflifo, fconfigliato.
Regger
ilmio
voler! Jng.Lo
regge il CieloCon
quellume,
chebafìa.Perche
liberoTuom
faggio fi renda,
E
voglia il giufto,onde
fiapremio
ildono Dovuto
all'opre fue .Gran campo
or s'apreIn
quellaTerra
,ove
tu volgi il piede.
Armati pur
diFede
,
E non temer
, ch'ilpentimento
iftefiòDi
tua caduta , in merito fi cangia,
E
divien feudo al generofo core,
Per
vincer delnemico
il rio furore ,Con ferma
coftanza,
Con
bella fperanzaVedrai
con tua gloria.La
certa vittoria,
Che
il Ciel ti darà.Dall'alto del
Trono Mai nega
ilperdono
L'offefo Signore;
E
tofto il rigore Si cangia in pietà ,Con
ecc.M Dunque
poflb , fé voglio ìOh me
beato,
Se chi
mi dà
il poter,mie
voglie affrena ì Sivada pur
l'ingratoTerreno
a coltivarj la giuftapena
S'incontri , e s'obbedifca j e le più
dure
Minacciofe acerbiffime fventureConfondino
il penfiero jChe mai
del Cielnon
fmarrirò il fentiero.Miro
12
Miro
già su Taltamole
Per me
farfi ofcuro il Sole:Per mia
pena, emio
fpaventoVeggo
armarli ogn'elemento.
Mi
fan guerraCielo ,
Terra
,Averno
infieme;Pur non manca
inme
laIpeme
,
Pur non
poffo paventar.
Ad un guardo
delmio Nume
Spariranno le moiette
Rie
tempefte ;E vedrò
ferenacalma In
queft'almaRitornar.
Miro &c.
Fine
dellaPrima Vane
.PAR-
13
X,
SECONDA PARTE
E'va,
Adamo.
Eva.
!'1^^g^:^LV"
' ''!Ran Dio
delle vendette,
Frettami le faette
Contro
chim'ingannò
.
Ma nò.
Accrefci in
me
il doloreDel
giàcommeflb
errore :Così lo vincerò
.
Gran
&c-Ahi
chimi
dà coraggio?Chi
m'ifpiraFoco
di nobiriraContro
Tufurpator d'ognimio
bene?Non godo
più leamene
Sicure fpiaggie-, la
Divina
vocePiù
non
afcolto ;abbandonata
il paflbNon
fodove mi
volga i efempre vede
Uintimorito ciglioNella
prima
caduta altro periglio.
Ad. Conforte a che ti lagni ? e che fon quelli
Tuoi
dolorofi accenti,
Se
non
grazie del Ciel , che a noicomparte
ì\Quefta ineffabir arte
Ufa
14 ?
lì
Ufa
ilfupremo Autor
, che afpettaamante,
\
Che
volontari a luivolgiam
le piante.
X'incolta terra aprica Per divenir feconda
Attende
Taura , eTonda
,
E
i caldi rai del Sol.
Ualma
caduta, al pari.Molle
di caldo pianto,Darà
frutti sì rari,
Che
diverrà fuo vantoLa
caufa del fuo duol . Uincolta &c, E-va yAdamo
.f Lfic'^feeo.
Eiv/.Adamo,
ecco ilNemico
.yici.
Vedi, come
1
In fembiante piacevole fi appreffa.
|
Lue. Sventurati, a voi torno,
"
MolTo
a pietà de' voftri mali.
Eva.
Altrove
ruggiamo
caro Spofo :un
folmomento Non
fi afcolti coftui.
Lue. Se fé preftate
A'
detti miei , cangerò Taifanno In pace , e in gioja .y^d.
Al
conofciuto ingannoNe
pur rifpondo . Fidamia Compagna
Vien meco.
E^a. Tu
qui reflaEmpio, mendace,
alteroA
nudrir di tua rabbia il tuo penfiero.
Lucifero.
Lue.
Non mancheran
teforiPer
faziar l'ingorda plebe avara.
Darò Troni
a i fuperbi ; e dolci affettiDi
gioventude al fiore . Incendj, fangue.Tradimenti
, ruine , inganni , e mortiMan-
1
Manterranno
il furorj che più ? ogni ccceflb Inun
Cielo fuppofto avrà il fuoNume;
E
qualDivin
coftun:ie,1la Rito, e Sacrifizio il fallo iftcffo
.
Già macchiato ho
il fior primiero Della vileUmanità
,
Che
farà , fé nel fentieroDella terra in cui rifiede
Muove fempre
incerto il piede ìFacil
preda
ame
farà.
Già
&c,angelo .
^ng.
Qual
feroce mafìino In duri lacci avvintoPuò
latrare coftuijma non
ferire.Se non
chi,non curando
il propriodanno.
Vuol
preftar fede airinimico inganno.
Vm
9 che vanta ilMoftro
orribileFiere voci , ed orgogliofe
,
Alta
forza , ed inviJibile Dalle sfere luminofeSempre
inme
fi accrefcerà,
In cuftodia
de
i viventiSe fian d'uopo
anche
i portentiOprerò;
finche difciolti.Li
rivegga al Ciel rivolti,
Dove
è il fonte di pietà. Più, che&c.
yldamo^
Eva^
Angelo,Ad, Spirto beato , cara Spofa io fento
,
Che
inme manca
il vigore; affai più ftanco Per l'agitatamente
, che dal pefoDella
nuova
fatica . 11 Sol già cede Alla vicina notte , e il Ciel s'imbruna;Ma
più del Ciel fi ofcuran gl'occhi miei.Non ho
piùmoto
; il pie vacilla; in braccioA
voimi
affido; chiudo il labro , e taccio.Ei;<?.Efanimato,
oh Dio
Veggo
i6
Veggo
lo Spofomìo
.Di me
, che fiaMilera
,abbandonata
!jing.
Non
temere :Il fonno
non
èmorte
-, anzi è foUievo Neceflario alMortale
.Nel
primieroSonno
del tuo ConforteDio
tiformò
:Chi
fa, che dal fecondoSopor
, che tifgomenta
,un maggior
beneNon
forga , e dia la pace alle tue pene ìEva.
Tutto
convien fperare . Alle tue vociProvo un
piacer , chenon
intendo ancora.
Intanto al mefto Spofo
Non
turbino il ripofoImmagini
del dì lìere , e moiette.
Vegga
le fue tempefte,
Cangiate
incalma
s e più fereni i giorni,Quando
fi defta, a rimirare ei torni. ^IAure
del Ciel beate|
Volate
liD'intorno al
mio
Conforte:Rendetelo
più forte.Se
deve
ancorpugnar
.
Ormai
lagrimò tanto,:
Che
balìa il fuogran
pianto Più fecoli a bagnar.
Aure &c.
Lue.
Eva
, fé ti lufinghi,
Che
ionon
poffa,fognando
,
Formar
larve baftantiA
dillurbarTaddormentato Adamo
,
Invan
lo penfi .Ha
tante furieA
verno.Che
prendere fapran diverfi afpetti Lufinghieri , e funefti , chedaranno
Più fieriflìmi affalti al di lui cuore.Ang.
Quanto
faràmaggiore
Il tuo furor j
maggior
la tuavergogna
Si renderà,
quando
farai coftrettoAbbandonar
della battaglia ilcampo.
Vinto
17
Vinto
della ragione al chiarolampo
.
Eva.
La
tua difefaimploro
Mio
cuftcde fedele.
yirìg. In lui,
che dorme
Quefte
importune
vociPenetrar
non potranno
i e tu fuperboVa
ben lungida
noi.
Lue.
Del
tuocomando
Nulla
paventarci. Altro piià forteMi
fpinge altrove:né
per queiìo ioperdo
Il folito potere ;
E
fin che duri ilMondo
Sarò di
nuove Imprefe
ogn'or fecondo :Di
qual fui, qualoggi
io fono,
La memoria mi
flagella-,Mai non
ceffa , efempre
è quella.Che
alimenta ilmio
furor.Né
Speranza, néPerdono
Più conofcoj difperatoTento rUom
per farlo ingrato,
Come
io fono, almio
Fattor.Di &a
yìdamoy
Eva,
/ìngeloiAd. Pietà
mio Dio,
Spirto Celefteaita,Eva
foccorfo!Eva.W
dolce tuo ripofoChi
sì pretto turbòP Ad. Schiera infinitaDi nuove
avverfità.
Ang.
Teco
fonaloA
tua difefa eletto.Ad.
O
del fallo PaternoFigli infelici eredi
.
£u4.Spiega Taifanno interno.
Narra
ciò che vedetti ,o
ancor tu vedi.Ad.
Vidi
: ahi vifta crudele! Per lunga ferie d'anniMacchiati i Figli ,
ed
iNepoti
noftri_
Di
,i8
Di
sìenormi
delitti,
Che Dio,
pentito di averTUom
creato»Sommergerà
con effo i Bruti ancora Sottoun
Diluvio portentofo , eTacque
S'inalzeranno più di ogn'altoMonte
.
Eva.Mz.
ilMondo
finirà?^d.
Non
avrà fine,
Che un
Giulio, la Famiglia, ed ogni fpecieDi Animali
farannoRinchiufi in
cavo
legno -, e al lor confineTornando
TA eque
, falvi ne ufcirannoA
popolare il rinovatoMondo
.
Altro Padre
fecondo,Di Noi
più avventurofo.Vedrai
fuoi Figli in tanta copia, quanteSono
le fìelle in Cielo, e inMar
le arene5
E dopo
lunga età , con altra legge.Che
diNatura,
dalla Stirpe Eletta,Di
Patriarchi, Sacerdoti, eRegi Avrà
fuacuna
laGran Donna Ebrea
:^.
Donna
, fra TaltreDonne
benedetta,
^'^ Vergine
, e GenitriceDel
Figliuolo diDio
, chea
noi defìina Per Patria il Ciel. .^«^. Quefta è la
mia Regina.
Vidi
nel Soglio eternoIl feggio deftinato
,
Dove
colRe
fupernoNel
dì per noi beato Affifa poferà.Di
Stelle io vidi il ferto.Vidi
ilReale ammanto Co'
rai del Sol coperto,E
dellaLuna
il vanto.Che
bafe al pie farà.
Vidi &c,
^d.
Quanto
palefi èun'ombra
Di quanto
or fcuopro de' futuri eventi.:'"1
Per
19 Per
volere fupernoSpiega le aurate penne
Un
Meflaggiero alato , e giuntodove
La
deftinata SpofaSolitaria ,
ed
afcofaStava con l'alma tutta in Cielo aflbrta.
Si
ferma
, la faluta, e la conforta.
Eva.'E qual conforto afpetta.
Se già pofiiede ogni virtù Celefte?
M.
Attenta afcolta .Luminofo
, e fofcoAvea
il penfier la cartaDonna
, e pia,
E
diìTe : IoMadre
ìE come
quefto fia,
Che mai
pofla feguirs'Uom non
conofco?y^w^.Eva felice!
A dubbio
sì profondo.Odi
che aggiunfe il Meffaggier facondo.
y1^.
Vergine
, replicò tutto fereno,
Dal
cor gelofo ogni timordifgombra.
Sopraverrà nel tuo fecondo feno
Aura immortale
,ed
ineffabiroinbraDeHo
Spirito Santoj e intatta allora Sarai del Sole Eterno, eternaAurora
.
EtvT.Siegui, poiché
tormenta Ogn'indugio
ilmio
core,
Avido
di fentir s'Ella acconfenta.
A}g.
Non opra
invanoOnnipotenza
, eAmore
.
Ad.
Umile quanto
bellaChinò
le luci, e diffe:Ecco
diDio
TAncella :Facciafi in
Me quanto
diMe
prefifTe.Eva.^
chimi
appretta TalePer gire incontro a quell'età beataì
Ai Fede, Speranza, Amore,
Per
voiva
incontro ilCore Al
fuo promeffo ben.In
onta degli affanni.Col
trapaffar degl'anniDi
pace avrà il feren.
^tàt
&cc.^ Ma
20
Ma pur non
è baftanteun
tal desiò.Paffar conviene
con
penfier più forteDal
tuo peccato, emio
Al Divin
Figlio,condannato
a morte.'Z^^'
>
a 2.Di Clemenza
, e diAmor
fublime ecceflb . Eva.}Ad,
Ma
vinta alfin la fteffamorte
, e oppreflbDel crudo Averno
Tinimico orgoglio,
Con
fpoglie trionfaliS'inalzerà verfo l'Empireo Soglio,
E
agrefuli mortaliSpalancherà, in virtù de' merti fuoi.
L'alte Porte del Ciel, già chiufe a noi.
Quanto
fugrave
Terrore,
Ang.'^ Dallo fteflb
Redentore
M. ^
<? 3-Lo argomenti
chi peccò.Eva.J
Che
la colpa fia felice,