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IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

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IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

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IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI Pubblicazione curata da Ufficio Relazioni Istituzionali e Comunicazione U.S.S. Comunicazione, Relazioni esterne e Stampa Consiglio regionale della Lombardia © 12 ottobre 2021

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Il Comitato Europeo delle Regioni

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Indice

Comitato Europeo delle Regioni pag. 7

● Organizzazione e composizione pag. 9

● Le delegazioni nazionali pag. 13

● La delegazione italiana

ATTUALE RIPARTIZIONE DELLA DELEGAZIONE ITALIANA

pag. 13

● Gruppi politici pag. 18

Struttura del Comitato Europeo delle Regioni pag. 19

► Commissioni pag. 19

► Sessione plenaria pag. 20

► Sede e personale pag. 20

Attribuzioni pag. 21

● Rinvio alla Corte di Giustizia della UE pag. 23

● Rapporti con il Parlamento Europeo pag. 24

● Rete di controllo della sussidiarietà - SMN e REGPEX pag. 25

Priorità (2015-2020) pag. 26

Allegati:

Allegato 1: Tabella delle competenze delle Commissioni Allegato 2: Membri della delegazione italiana

Allegato 3: Membri supplenti della delegazione italiana Allegato 4: DPCM 9 gennaio 2015

pag. 29

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Il Comitato Europeo delle Regioni (CdR)1 è l’assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'Unione europea.

Si tratta di un organismoa carattere consultivo composto da 329 membri (rappresentanti delle collettività regionali e locali) provenienti dai 27 Stati membri dell'UE istituito con il trattato di Maastricht nel 1992 e diventato operativo nel marzo 1994.

A partire da questa data, le regioni e gli enti locali degli Stati membri hanno ottenuto un riconoscimento ufficiale all’interno della legislazione comunitaria ed una sede “ad hoc”

nell’ambito della quale poter contribuire al policy-making comunitario in modo diretto e formalizzato.

A parte piccole modifiche apportate dai trattati successivi, la natura dell’organismo aveva poteri limitati fino al Trattato di Lisbona (2009) che, attraverso l’introduzione di cambiamenti significativi, ha formalmente rafforzato il ruolo del CdR nella governance europea.

Questi includono:

il coinvolgimento del Comitato in tutte le fasi del processo legislativo;

la consultazione obbligatoria del CdR da parte del Parlamento Europeo in tutti gli ambiti o politiche in cui essa è prevista anche per la Commissione e il Consiglio: coesione economica e sociale, istruzione, formazione professionale gioventù, cultura, sanità pubblica, reti trans-europee di trasporti, telecomunicazioni ed energia2;

il diritto del Comitato di adire la Corte di Giustizia dell’Unione Europea a tutela dei suoi poteri e di richiedere l’annullamento di qualsiasi atto legislativo dell’UE che violi il principio di sussidiarietà o che non rispetti le competenze regionali e locali. (Il diritto di adire la Corte di Giustizia è una prerogativa tipicamente attribuita alle istituzioni comunitarie. Riconosciuto questo diritto al CdR, sebbene in un

1 Il sito internet è consultabile all’indirizzo web: http://cor.europa.eu

2 Artt. 165, 167, 168, 175, 177 e 178 TFUE.

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ambito circoscritto, l’organo di rappresentanza regionale e locale acquisisce una maggiore dignità istituzionale).

Attraverso il CdR, gli enti regionali e locali dell'UE possono avere voce in capitolo sugli sviluppi della legislazione europea che incide sugli enti regionali e locali.

Fin da quando è stato istituito, più di 20 anni fa, il CdR si adopera per avvicinare i cittadini all'Unione europea.

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Organizzazione e composizione

Il Comitato delle Regioni si compone di 329 membri e di altrettanti supplenti che si riuniscono per discutere di priorità politiche e adottare pareri ed opinioni sulla legislazione europea.

I membri devono essere “titolari di un mandato elettorale nell'ambito di una collettività regionale o locale, o politicamente responsabili dinanzi ad un'assemblea eletta”3.

Essi sono nominati dal Consiglio dell’UE4 - su proposta dei governi nazionali - ogni cinque anni ed esercitano le proprie funzioni senza vincolo di mandato imperativo, in piena indipendenza dai governi nazionali e nell’interesse generale della Comunità5.

Al vertice del CdR vi è un Presidente eletto – insieme al primo Vicepresidente - in assemblea plenaria tra i suoi membri per un periodo di due anni e mezzo6.

PRESIDENTE attuale Apostolos Tzitzikostas

Nato il 2 settembre 1978, Apostolos Tzitzikostas ha studiato Pubblica amministrazione e Relazioni internazionali alla Georgetown University di Washington (USA). Dopo essersi laureato nel 2000, ha fatto le prime esperienze lavorative presso l'ufficio del presidente della commissione Affari esteri del Congresso degli Stati Uniti. Nel 2002 ha conseguito un master in Politica ed economia pubblica europea presso lo University College di Londra. Una volta completati gli studi, è diventato imprenditore fondando un'azienda nel settore della produzione, della trasformazione e della standardizzazione dei prodotti lattiero-caseari che opera nel rispetto delle norme biologiche.

Nel 2007 è stato eletto al parlamento greco per il partito Nea Demokratia (PPE) nel primo collegio di Salonicco. Nelle elezioni regionali del novembre 2010 è stato eletto vicepresidente della regione della Macedonia centrale e presidente dell'area metropolitana di Salonicco.

3 Art. 300 del Trattato sul Funzionamento dell’UE, TFUE.

4 Il Consiglio delibera all'unanimità su proposta degli Stati membri che indicano i loro rappresentanti locali e regionali (articolo 305 TFUE).

5 Art. 2 del Regolamento interno del CdR.

6 Art. 32 Regolamento interno del CdR.

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Nelle elezioni regionali del maggio 2014 è stato eletto presidente della regione della Macedonia centrale, carica nella quale è stato confermato nella tornata elettorale del maggio 2019. Nel novembre 2019 è stato eletto presidente dell'Associazione delle regioni greche.

È membro del Comitato europeo delle regioni dal 2015, e nel luglio 2017 è stato eletto capo della delegazione greca e vicepresidente del CdR. Parla correntemente inglese e francese e pubblica frequentemente articoli su riviste e giornali greci e stranieri.

VICE PRESIDENTE attuale Vasco Alves Cordeiro

Nato nelle Azzorre il 28 marzo 1973, Vasco Alves Cordeiro, avvocato, sposato con due figli, è il presidente della giunta regionale delle Azzorre, regione autonoma del Portogallo e regione ultraperiferica dell'UE.

Prima di essere eletto per la prima volta presidente della regione Azzorre (2012), Cordeiro ha ricoperto vari incarichi nel governo di tale regione: assessore all'Economia (2008-2012) e alla Presidenza della regione (2004-2008), e in precedenza assessore agli Affari europei ed esterni e all'Agricoltura e alla pesca (2003-2004).

Nell'ottobre 2016 è stato rieletto presidente della regione Azzorre.

Nel 1996 Cordeiro è stato eletto per la prima volta consigliere regionale delle Azzorre e, tra il 2000 e il 2003, dopo essere stato confermato come consigliere, ha ricoperto l'incarico di capogruppo del partito socialista in seno al consiglio regionale.

Nell'esercizio delle sue funzioni, Cordeiro ha rappresentato le Azzorre a livello europeo e internazionale in qualità di membro di organizzazioni come il Comitato delle regioni, l'Assemblea delle regioni d'Europa o il gruppo R20 (Regioni dell'azione per il clima).

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È stato eletto presidente della Conferenza delle regioni marittime e periferiche d'Europa per la prima volta nel

2014 in Svezia, ed è poi stato confermato nella carica nel 2016 a Ponta Delgada (Azzorre, Portogallo) e riconfermato nel 2018 a Funchal (Madera, Portogallo).

Convinto sostenitore della necessità di affrontare con urgenza la questione del collegamento dei cittadini con il progetto europeo, Cordeiro si è adoperato anche per una maggiore coesione sociale, economica e territoriale nell'Unione europea e si è battuto per politiche europee che rispondessero in maniera efficace agli interessi e alle ambizioni dei cittadini, rafforzando il ruolo delle regioni come roccaforti della democrazia interna dell’Unione.

SEGRETARIOGENERALE attuale: Petr Blížkovský

L'Ufficio di Presidenza può essere considerato il motore politico del CdR in quanto ne elabora il programma politico all'inizio di ciascun nuovo mandato e sovrintende alla sua attuazione e in genere coordina l'attività delle sessioni plenarie e delle commissioni.

Dato il suo ruolo, l'Ufficio di Presidenza deve riflettere il pluralismo, in special modo il pluralismo politico, esistente all'interno del Comitato.

Esso si compone:

di un Presidente;

di un primo vicepresidente;

di un vicepresidente per ogni Stato membro;

di altri 26 membri;

dei presidenti dei gruppi politici.

I seggi dell'Ufficio di presidenza vengono ripartiti come segue: Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna tre seggi; Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Svezia e Ungheria due seggi; Cipro, Estonia, Lettonia, Lussemburgo, Malta e Slovenia un seggio.

Come il Presidente, l'Ufficio di presidenza resta in carica due anni e mezzo.

Se un membro titolare non può partecipare a una sessione plenaria, a una riunione di commissione o a qualsiasi altra riunione, può essere rappresentato da un altro membro o da un

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supplente. Un supplente, o un membro facente funzione di supplente, può sostituire un solo membro. Durante la riunione in questione ne esercita tutte le funzioni e i diritti.

Il numero di rappresentanti varia da Paese a Paese in base alle dimensioni della loro popolazione:

● 24 per la Francia, la Germania, l'Italia;

● 21 per la Polonia e la Spagna;

● 15 per la Romania;

● 12 per l'Austria, il Belgio, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Grecia, i Paesi Bassi, il Portogallo, la Svezia e l'Ungheria;

● 9 per la Croazia, la Danimarca, la Finlandia, l'Irlanda, la Lituania e la Slovacchia;

● 7 per la Lettonia, l’Estonia e la Slovenia;

● 6 per Cipro e Lussemburgo;

● 5 per Malta.

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Le delegazioni nazionali

I membri di un Paese costituiscono una delegazione nazionale7 che riflette gli equilibri politici, geografici, regionali e locali del proprio Paese.

Ciascuna delegazione ha una propria organizzazione interna, che include tra l’altro la nomina di:

● un capo delegazione;

● un coordinatore nazionale con il compito di facilitare ai membri l’esercizio del loro mandato (collegando l’amministrazione del CdR con i membri delle delegazioni nazionali).

Il CdR offre i seguenti servizi alla delegazione nazionale:

● Utilizzo del servizio di registrazione;

● Collegamento con i coordinatori delle altre delegazioni nazionali;

● Organizzazione di incontri, prima o durante le sessioni plenarie e utilizzo delle aule;

La delegazione italiana

La delegazione italiana presso il CdR è composta da rappresentanti delle autorità regionali e locali, titolari di un mandato elettorale e politicamente responsabili davanti ad un’assemblea legislativa.

Le attività della delegazione italiana sono supportate dagli organismi nazionali di rappresentanza regionale e locale, e segnatamente dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative, dall’Associazione dei Comuni Italiani (ANCI), così come dall’Unione delle Province Italiane (UPI). Queste associazioni, insieme al coordinatore nazionale, compongono il segretariato della delegazione e ne forniscono le linee-guida politiche.

La legge n. 234 del 24 dicembre 2012 (art. 27) disciplina la nomina dei membri della delegazione italiana, del capo delegazione e del coordinatore8.

Formalmente è il Consiglio dell’Unione Europea che nomina i membri del CdR, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri.

7 Artt. 7-8 del Regolamento interno del CdR.

8 La norma prescrive che la proposta dei criteri definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri vada adottata d'intesa con la Conferenza unificata. Il decreto assicura la rappresentanza delle assemblee legislative regionali, nonché la corrispondenza tra ciascun membro titolare e il rispettivo supplente. In caso di decadenza in corso di mandato di uno dei membri l'indicazione del sostituto è comunicata dall'organismo competente Dipartimento per gli affari regionali ai fini della proposta al Consiglio dell'Unione europea presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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Nel dettaglio, le nomine dei rappresentanti regionali sono elaborate in seno alla Conferenza delle regioni e delle province autonome e alla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative.

Le nomine dei rappresentanti delle autorità locali (province e comuni), invece, sono avanzate rispettivamente dall’UPI, dall’ANCI e dall’UNCI (Unione Nazionale dei Comuni Italiani), secondo i criteri definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato d'intesa con la Conferenza unificata (art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281).

Ripartizione e nomina della rappresentanza italiana

23 membri effettivi 23 membri supplenti

Regioni

e Province autonome di Trento e Bolzano

14

(di cui 4 devono essere rappresentanti delle assemblee

legislative)9

10

(di cui 4 devono essere rappresentanti delle assemblee

legislative)

Province 3 3

Comuni 6 10

I membri sono indicati:

- per le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, dalla Conferenza delle regioni e delle Province autonome;

- per la rappresentanza delle assemblee legislative regionali, dalla Conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome;

- per le Province, dall'Unione Province d'Italia;

- per i Comuni, dall'Associazione nazionale comuni italiani.

Candidabilità:

Possono essere designati quali membri titolari o supplenti del Comitato delle Regioni i Presidenti delle regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, i rappresentanti delle assemblee regionali, i Presidenti delle province, i sindaci nonché i componenti dei rispettivi consigli o giunte.

La delegazione si riunisce a Bruxelles prima delle sessioni plenarie.

9 I 4 rappresentanti delle assemblee legislative sono da intendersi come membri nominati dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative all'interno delle nomine complessive del CdR. Non è prescritto che siano necessariamente Presidenti del consiglio regionale: nel tempo potrebbero essere stati nominati anche semplici consiglieri.

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ATTUALE RIPARTIZIONE DELLA DELEGAZIONE ITALIANA

(PER APPROFONDIMENTI vedere gli allegati 2 e 3 - pag. 27 e seguenti)

Di norma, la delegazione italiana dovrebbe essere composta da 24 membri e da 24 supplenti.10 Attualmente i membri sono 23 e i supplenti 23.

Mentre ogni membro aderisce a due commissioni, un supplente può partecipare ai lavori delle commissioni solo nel caso in cui riceva dal primo una delega. La delegazione italiana, però, in via informale ha deciso che ogni membro può delegare un supplente a partecipare ad una delle due commissioni di cui fa parte in modo permanente, creando di fatto dei “supplenti permanenti”.

A livello politico, l’attuale configurazione della delegazione italiana è composta da membri aderenti ai seguenti gruppi politici:

Ripartizione dell’attuale rappresentanza italiana

Gruppi politici 23 membri effettivi 23 membri supplenti

Partito del Socialismo Europeo (PSE) 9 6

Partito Popolare Europeo (PPE) 6 8

Conservatori e Riformisti Europei

(CRE) 7 5

Renew Europe // 1

European Alliance (EA) // //

Non aderisce ad alcun gruppo 1 3

► Coordinatore della delegazione italiana: Costantino Condorelli (sede a Roma).

Non rappresenta un’associazione in particolare, ma ciascuna associazione gli attribuisce un mandato.

► Capo delegazione: Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto.

10Con il DPCM 9/01/2015 (G.U. n°26) è stata adottata la nuova ripartizione tra le collettività regionali e locali fissando il numero dei componenti italiani all’interno del CdR (come previsto dall’art. 236 del Trattato della Comunità Europea). In attesa di composizione definitiva, si attende la nomina di un ulteriore membro effettivo e di un membro supplente.

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Nella Delegazione italiana ci sono attualmente 46 membri: 23 titolari e 23 supplenti.

Membri della delegazione italiana

23 membri effettivi Aggiornato al 12 ottobre 2021

23 membri supplenti Aggiornato al 12 ottobre 2021 Regioni

e Province autonome di Trento e Bolzano (di cui 4 membri

rappresentanti delle

assemblee legislative)

10

CASTELLI Guido (Assessore regionale Marche)

CIRIO Alberto

(Presidente della Regione Piemonte) EMILIANO Michele (Presidente Regione Puglia)

GIANI Eugenio (Presidente Regione Toscana) KOMPATSCHER Arno (Presidente della (Provincia Autonoma di Bolzano, Presidente dell’euroregione Tirolo-Alto Adige-Trentino) MARSILIO Marco

(Presidente della Regione Abruzzo) MUSUMECI Sebastiano (Presidente Regione Sicilia)

TESEI Donatella (Presidente Regione Umbria)

ZAIA Luca

(Presidente della Regione Veneto)

ZINGARETTI Nicola (Presidente Regione Lazio)

6

ARMAO Gaetano

(Vicepresidente e Assessore all’Economia della Regione Sicilia)

BARDI Vito

(Presidente Regione Basilicata) CAPUTO Nicola (Assessore Regione Campania)

CAVERI Luciano Emilio (Assessore Regione Val d’Aosta)

SOLINAS Christian (Presidente Regione Sardegna)

TOMA Donato (Presidente Regione Molise)

4

CAPONE Loredana (Presidente CR Puglia) CIAMBETTI Roberto

(Presidente del Consiglio regionale del Veneto) FERMI Alessandro (Presidente del Consiglio regionale della Lombardia)

IRTO Nicola

(Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria)

4 MEDUSEI Gianmarco

(Presidente del Consiglio regionale della Liguria)

PAIS Michele

(Presidente del Consiglio regionale della Sardegna)

PORZI Donatella

(Consigliere regionale Umbria) ZANIN Piero Mauro

(Presidente del Consiglio regionale del Friuli- Venezia Giulia)

Comuni

6 BIANCO Vincenzo

(Consigliere Comune di Catania)) CACI Sergio

(Sindaco di Montalto di Castro – VT)

10 ANCARANI Alberto

(Consigliere Comune di Ravenna) DELMIGLIO Elia

(Sindaco di Casalpusterlengo - LO)

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CENSI Arianna Maria (Consigliere Comune di Milano) MEROLA Virginio

(Sindaco di Bologna)

POGLIESE Salvatore Domenico Antonio (Sindaco di Catania)

RAGGI Virginia (Sindaco di Roma)

GUARENTE Mario (Sindaco di Potenza) MARINI Nicola

Sindaco di Albano Laziale (RM) MARSILI Alessio

(Membro del Municipio XIII Comune di Roma)

MILANA Guido

(Consigliere Comune di Olevano Romano - Roma)

PACENTE Carmine

(Consigliere Comune di Milano) PELLA Roberto

(Sindaco di Valdengo - BI) ROSSI Enrico

Assessore del Comune di Signa (FI) VARACALLI Giuseppe

(Consigliere Comune di Gerace - Reggio Calabria)

Province 3

LEONI Michela

(Consigliere Provincia di Novara) MAGLIOCCA Giorgio

(Presidente Provincia di Caserta) MENESINI Luca

(Presidente Provincia di Lucca)

3 BORGNA Federico

(Presidente Provincia di Cuneo) GIROLAMI Mariadele

(Consigliere Provincia di Ascoli Piceno) ROMOLI Alessandro

(Consigliere Provincia di Viterbo)

Attualmente Regione Lombardia è rappresentata dal Presidente del Consiglio Regionale, Alessandro Fermi (membro effettivo).

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Gruppi politici

Ciascun membro può anche scegliere di far parte di un gruppo politico in seno al CdR.

Attualmente esistono cinque gruppi politici che riflettono affiliazioni diverse:

Partito Popolare Europeo (PPE): è la famiglia degli schieramenti politici di centro-destra. Il partito può contare sui gruppi al Parlamento Europeo e al CdR e ha come mission la difesa e la promozione di valori della democrazia, della trasparenza e dell’efficienza, andando ad incidere sulle politiche europee comuni e mettendo al primo posto il ruolo dei cittadini.

Partito del Socialismo Europeo (PSE): mette insieme socialdemocratici, socialisti, laburisti e progressisti delle rappresentanze locali e regionali all’interno dell’Unione Europea.

Renew Europe: rappresenta i rappresentanti locali e regionali di area liberal-democratica.

Alleanza Europea (AE): il gruppo mira a riformare l’Unione Europea alla luce delle sfide politiche, economiche e ambientali e delle necessità legate alla sicurezza dei cittadini

Conservatori e Riformisti Europei (CRE): il gruppo rappresenta le correnti euro-realiste e di centro-destra.

Qualora i membri decidano di non far parte di un partito politico, entreranno a far parte del gruppo misto.

Ogni gruppo ha il proprio Segretariato. I gruppi in generale si riuniscono prima delle sessioni plenarie. Potrebbero poi organizzare due ulteriori incontri straordinari all’anno.

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Struttura del Comitato Europeo delle Regioni

Il Comitato delle Regioni:

designa tra i suoi membri il Presidente e l'Ufficio di presidenza (per una durata di due anni e mezzo);

stabilisce il proprio regolamento interno e lo sottopone all'approvazione del Consiglio.

I lavori del Comitato si svolgono in seno a sei commissioni specializzate, che elaborano i progetti di parere e di risoluzione sulle nuove proposte legislative pubblicate dalla Commissione europea. Tali atti vengono poi sottoposti all'approvazione del Comitato in seduta plenaria.

Il Comitato delle Regioni tiene di regola sei sessioni plenarie all'anno.

Le commissioni

Le competenze delle diverse commissioni rispecchiano le politiche principali del CdR, che, a loro volta, sono allineate alle priorità della Commissione Europea e del Parlamento Europeo.

Le sei commissioni:

► CIVEX Cittadinanza, governance, affari istituzionali ed esterni

► COTER Politica di coesione territoriale e bilancio dell'UE

► ECON Politica economica

► ENVE Ambiente, cambiamenti climatici ed energia

► NAT Risorse naturali

► SEDEC Politica sociale, istruzione, occupazione, ricerca e cultura

(Per approfondimenti vedere l'allegato 1 a pag. 25)

La composizione di ogni commissione rispecchia, a sua volta, la composizione politica e nazionale del CdR. All’interno di ciascuna commissione è possibile creare dei gruppi di lavoro su questioni specifiche.

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Sessione plenaria

Presieduta dal Presidente dell'assemblea11, la sessione plenaria ha come compiti principali:

● adottare pareri, relazioni e risoluzioni;

● adottare i progetti di stato di previsione delle spese e delle entrate del Comitato;

● adottare il programma politico del Comitato all'inizio di ogni mandato;

● eleggere il Presidente, il primo vicepresidente e gli altri membri dell'Ufficio di presidenza;

● istituire commissioni specializzate all’interno del CdR;

● stabilire e rivedere il Regolamento interno.

Sede e personale

Il Comitato delle Regioni ha sede a Bruxelles. Per ragioni di efficienza, il Comitato condivide alcuni servizi del suo segretariato permanente di Bruxelles con il segretariato del Comitato economico e sociale europeo.

11 Articolo 306 TFUE.

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Attribuzioni

La Commissione europea consulta il Comitato delle Regioni sin dalle fasi iniziali nel processo legislativo europeo relativo a politiche che riguardano direttamente gli enti locali e regionali.

► Il CdR in questa fase coopera con la Commissione Europea nella valutazione d’impatto, analizzando gli effetti che un atto legislativo può avere a livello regionale e locale.

► Il CdR può inoltre agire proattivamente, adottando una posizione in merito a un determinato tema sotto forma di parere d'iniziativa.

► La Commissione europea poi consulta nuovamente il CdR nel momento in cui la proposta legislativa viene adottata. Il CdR in questa fase coopera con i Parlamenti nazionali e regionali, nel rispetto del principio di sussidiarietà.

La proposta legislativa è esaminata dalle istituzioni dell’Unione Europea: il Parlamento europeo e il Consiglio. Queste a loro volta consultano il CdR.

Il percorso che porta all’elaborazione di un parere si compone di tre fasi:

discussione, elaborazione e votazione.

Più nel dettaglio, l’iter è il seguente:

Il Presidente del CdR assegna un dossier alla commissione interna competente del CdR.

Un membro del CdR è nominato relatore. Il relatore elabora un progetto di parere e lo presenta affinché sia discusso, eventualmente emendato e adottato dai membri della commissione competente.

Il CdR effettua, inoltre, consultazioni con le associazioni che rappresentano gli enti locali e regionali e con i partner della Rete di controllo della sussidiarietà.

Il progetto di parere viene presentato e discusso nella successiva sessione plenaria.

Una volta adottato dai membri del CdR in sessione plenaria, il parere viene inviato a tutte le istituzioni dell'UE.

Nel caso in cui una proposta legislativa della Commissione Europea venga modificata in modo significativo da altre istituzioni, il CdR adotta un parere rivisto.

Il CdR può formulare diverse tipologie di pareri:

● formulare un parere di propria iniziativa;

● formulare pareri su richiesta di altre istituzioni;

● rispondere ad una consultazione obbligatoria;

● rispondere ad una consultazione facoltativa.

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Il CdR può inoltre emanare risoluzioni su questioni politiche di attualità.

In generale il CdR può esprimere un parere ogni qualvolta lo ritenga utile.

A titolo d’esempio, il Comitato ha emesso pareri di propria iniziativa nei seguenti settori:

piccole e medie imprese (PMI), reti transeuropee, turismo, fondi strutturali, sanità (lotta contro la droga), industria, sviluppo urbano, programmi di formazione, ambiente.

La consultazione del CdR da parte del Consiglio e della Commissione Europea durante il processo legislativo è obbligatoria nelle seguenti materie:

● istruzione, formazione professionale e gioventù (articolo 165 TFUE);

● cultura (articolo 167 TFUE);

● sanità pubblica (articolo 168 TFUE);

● reti transeuropee di trasporti, telecomunicazioni ed energia (articolo 172 TFUE);

● coesione economica e sociale (articoli 175, 177 e 178 TFUE).

Inoltre, qualora lo ritengano opportuno, la Commissione, il Consiglio e il Parlamento possono consultare il Comitato delle Regioni su qualsiasi altra materia (consultazione facoltativa).

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Quando una delle tre istituzioni suddette consulta il Comitato delle Regioni (a titolo sia obbligatorio che facoltativo), essa può fissare un termine per la risposta12. Qualora il termine scada senza che sia stato emesso un parere, essa può procedere facendo a meno del parere.

Rinvio alla Corte di Giustizia

Per svolgere meglio il suo ruolo, il CdR ha aspirato per lungo tempo ad acquisire il diritto di adire la Corte di Giustizia in caso di violazione del principio di sussidiarietà (controllo giurisdizionale ex post). In seguito all'entrata in vigore del trattato di Lisbona nel 2009, esso ha ora tale diritto13.

Il Comitato può proporre ricorso dinanzi alla Corte di giustizia al fine di salvaguardare le prerogative che gli sono conferite14. In altre parole, può adire la Corte di Giustizia ove ritenga di non essere stato consultato mentre avrebbe dovuto esserlo o se le procedure di consultazione non sono state applicate correttamente.

Il protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità rafforza il controllo giurisdizionale della Corte di Giustizia in materia di sussidiarietà, estendendo al Comitato delle Regioni il diritto di adire la Corte.

Tale diritto di proporre ricorso consente al Comitato di chiedere alla corte di accertare se un atto legislativo che rientra nella sua sfera di competenza sia conforme al principio di sussidiarietà

12 Non inferiore a un mese (a norma dell'articolo 307 TFUE).

13 Art. 8 del protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità.

14 Art. 263, terzo comma, TFUE.

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Rapporti con il Parlamento Europeo

Sulla base del regolamento del Parlamento europeo15, la commissione per lo sviluppo regionale (REGI) è competente per le relazioni con il Comitato delle Regioni, con le organizzazioni di cooperazione interregionale e con le autorità locali e regionali.

In virtù dell'accordo di cooperazione tra il Parlamento europeo e il CdR (concluso il 5 febbraio 2014):

Il CdR elabora relazioni di impatto sulle proposte legislative dell'UE, che trasmette al Parlamento in tempo debito prima che abbia inizio la procedura di modifica (tali valutazioni di impatto affrontano dettagliatamente il funzionamento della legislazione vigente a livello nazionale, regionale e locale e contengono pareri sul miglioramento delle proposte legislative);

Un membro del CdR è invitato a tutte le riunioni di commissione pertinenti del Parlamento. Tale relatore o portavoce presenta i pareri del CdR (a loro volta, i relatori del Parlamento possono partecipare alle riunioni di commissione del CdR).

La cooperazione legislativa generale e il programma di lavoro sono discussi due volte l'anno dal presidente della Conferenza dei presidenti di commissione del Parlamento e dal suo omologo al Comitato delle Regioni.

15 Allegato V, punto XII.

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Rete di controllo della sussidiarietà - SMN e REGPEX

Tra le attività del CdR vi è la “Rete di controllo della sussidiarietà” (The Subsidiarity Monitoring Network – SMN)”, uno strumento fondamentale per accrescere la responsabilità democratica ed ampliare la partecipazione degli enti locali e regionali al processo legislativo europeo.

La Rete si propone di agevolare lo scambio di informazioni tra gli enti locali e regionali e le istituzioni dell'Unione europea sui documenti e le proposte legislative della Commissione europea che hanno un'incidenza diretta sugli enti locali e regionali.

In particolare, la Rete:

consente la partecipazione politica degli enti locali e regionali al controllo del rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità;

fa opera di sensibilizzazione riguardo all'applicazione pratica dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità;

tiene i relatori e i membri del CdR al corrente dei contributi provenienti da soggetti locali e regionali;

contribuisce a individuare le misure necessarie per legiferare meglio, oltre che a una maggiore conoscenza e accettazione delle politiche europee da parte dei cittadini.

REGPEX

Il CdR ha inoltre realizzato il REGPEX, uno strumento online destinato alle regioni con poteri legislativi che comprende anche una carta interattiva di tali regioni e profili analitici di ciascun parlamento regionale.

Il CdR si è assunto il compito di monitorare a monte le iniziative dell'UE in tema di sussidiarietà e, in tale contesto, il REGPEX è lo strumento idoneo a mettere a disposizione un modulo standard in inglese per la sintesi delle analisi della sussidiarietà.

Per valutare l'esperienza del sistema di allerta precoce e diffondere gli esempi di buone pratiche, il CdR ha anche pubblicato “The Subsidiarity Early Warning System of the Lisbon Treaty – the Role of Regional Parliaments with Legislative Powers and Other Subnational Authorities “(Il sistema di allerta precoce del Trattato di Lisbona - Il ruolo dei parlamenti regionali con poteri legislativi e di altre autorità subnazionali). Lo studio mette a confronto e valuta il coinvolgimento nel sistema di allerta precoce dei parlamenti regionali con poteri legislativi e di altre assemblee regionali e soggetti interessati dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, descrivendo i meccanismi di cooperazione e catalogando le buone pratiche.

Il Consiglio regionale della Lombardia – in qualità di membro del Comitato delle Regioni – partecipa alle reti sulla sussidiarietà del Comitato delle Regioni.

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Priorità (2020-2025)

Il neoeletto Presidente del Comitato delle Regioni, Apostolos Tzitzikostas, ha definito in occasione della 138ª sessione plenaria del febbraio 2020, le priorità politiche che guideranno i lavori quinquennali del Comitato.

L'UE più vicina ai cittadini e ai territori

Per garantire che l'Unione Europea sia sempre al servizio dei suoi cittadini, il Comitato deve indirizzare il proprio lavoro all’elaborazione di politiche a carattere regionale e locale che abbiano un impatto diretto sulla vita della cittadinanza europea.

Tali politiche dovranno essere incentrate sui seguenti punti:

- sostegno alla coesione, attraverso la garanzia di mezzi finanziari adeguati e di un loro effettivo assorbimento;

- impulso all'economia locale e regionale e all'occupazione a lungo termine, grazie a forti sistemi imprenditoriali, all'innovazione e alla ricerca d’avanguardie e alla specializzazione digitale delle città e delle regioni europee;

- assicurare impatti positivi delle reti di trasporto dell'Unione Europea a livello locale;

- garantire che l'Unione Europea crei più canali per un'efficace politica di occupazione giovanile.

Rispondere alle transizioni demografiche, ambientali e digitali a livello locale

Il Comitato delle Regioni porrà specifica attenzione alla comprensione degli effetti che le profonde trasformazioni attese dalle attuali rivoluzioni verdi, digitali e demografiche comporteranno per le comunità locali europee.

Per quanto concerne la politica ambientale sarà fondamentale tradurre il Green Deal in una concreta azione a livello locale, assicurando che l'Unione Europea garantisca i necessari investimenti verdi in ogni regione e città al precipuo scopo di realizzare la transizione sostenibile.

In riferimento all'era digitale, la competitività dell'Europa sulla scena mondiale dipenderà anche dalla capacità di intraprendere il cambiamento tecnologico.

A tal fine l’attenzione del Comitato delle Regioni si concentrerà maggiormente su:

- riduzione del gap digitale locale, in termini soprattutto di digitalizzazione dei servizi pubblici subnazionali nei settori dei trasporti, delle comunicazioni, dell'istruzione, della sanità e dell'innovazione;

- sfruttare al meglio gli investimenti e i programmi offerti dall'UE per garantire a tutti i cittadini europei di beneficiare della banda larga ad alta velocità, incoraggiando l'innovazione, il lavoro transfrontaliero, gli investimenti nelle start-up e nelle tecnologie intelligenti;

- favorire l’imprenditorialità riducendo il carico amministrativo e stimolando la crescita delle economie locali.

Infine, dato il rischio concreto di spopolamento per centinaia di migliaia di piccole e medie città, il cambiamento demografico influisce negativamente sul lavoro e le vite dei cittadini europei.

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Tale sfida mette in discussione la capacità di una corretta organizzazione dei servizi sociali e sanitari, della sostenibilità delle finanze pubbliche e dell'equità intergenerazionale.

Nello specifico, sarà prioritario tracciare una mappa degli effetti delle attuali sfide demografiche nelle città e regioni europee identificando, allo stesso tempo, le risposte locali alle sfide attuali e future.

Modernizzare la democrazia europea

Il Comitato delle Regioni intende esaminare il meccanismo democratico europeo e il suo ammodernamento, allo scopo di infondere più forza alle autorità regionali e locali e dotare l'Unione Europea di risposte più efficienti e vicine alle esigenze dei cittadini.

Per raggiungere tale scopo bisogna garantire il corretto funzionamento di una triplice legittimità democratica lavorando in sinergia con tutti e tre i livelli della politica: locale-regionale, nazionale ed europea.

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Allegati

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Allegato 1: Tabella delle competenze delle Commissioni

COMMISSIONE COMPETENZE

CIVEX:

Cittadinanza, governance, affari istituzionali ed esterni

La Commissione CIVEX è responsabile del coordinamento dei lavori del Comitato delle Regioni sulle questioni che comprendono giustizia e affari interni, diritti fondamentali e libertà, la regolamentazione intelligente e la riduzione degli oneri amministrativi, la cittadinanza e più ampie questioni istituzionali, come la governance e la devoluzione. La Commissione si occupa inoltre della dimensione esterna dell'Unione, concentrandosi sui paesi limitrofi e l'allargamento e sulla cooperazione decentrata per lo sviluppo.

COMPETENZE:

Libertà, sicurezza e giustizia; Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea; Cittadinanza attiva; Politica europea di comunicazione; Decentramento; Affari costituzionali; Governance multilivello; Governance locale e regionale; Legiferare meglio (compresi la riduzione degli adempimenti amministrativi e l'adeguatezza della regolamentazione); Sussidiarietà e proporzionalità; Politica in materia di immigrazione, asilo e visti;

Relazioni esterne; Allargamento; Politica di vicinato; Partenariato orientale; Politica mediterranea dell'UE; Cooperazione decentrata allo sviluppo; Cooperazione amministrativa esterna e sviluppo della capacità amministrativa; Trattati e negoziati internazionali;

Terrorismo internazionale e controlli alle frontiere.

COTER:

Politica di coesione territoriale e bilancio dell'UE

La politica regionale e la politica dei trasporti sono al centro delle preoccupazioni delle autorità locali e regionali di tutta Europa.La Commissione COTER permette ai rappresentanti degli enti locali e regionali di discutere la pianificazione e l'attuazione di tali politiche e assicurare che le loro preoccupazioni siano prese in considerazione dalle altre istituzioni europee.

COMPETENZE:

Coesione economica, sociale e territoriale; Fondi strutturali; Assetto territoriale; Politica urbana; Edilizia abitativa; Trasporti, comprese le reti transeuropee di trasporto; Macroregioni; Cooperazione territoriale;

Statistiche e indicatori regionali.

All’interno della commissione COTER è stato istituito il gruppo di lavoro sul BILANCIO che si occupa di: Bilancio annuale UE;

Quadro finanziario pluriennale; Finanze locali e regionali.

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31 ECON:

Politica economica

Gli enti locali e regionali dovrebbero svolgere un ruolo centrale sia nella formulazione che nell'attuazione della politica economica e sociale nell'Unione europea. La Commissione ECON permette ai rappresentanti delle autorità locali e regionali di discutere della politica economica e sociale e di scambiarsi le migliori pratiche in questi settori.

COMPETENZE:

Politica industriale; Politica in materia di PMI; Politica economica e monetaria; Governance economica e semestre europeo; Mercato interno;

Commercio internazionale e dazi; Politica in materia di concorrenza e di aiuti di Stato.

ENVE:

Ambiente, cambiamenti climatici ed energia

Gli enti locali e regionali svolgono un ruolo centrale nell'attuazione della politica per l’ambiente, il cambiamento climatico e l’energia dell'Unione europea. La Commissione ENVE permette ai rappresentanti degli enti locali e regionali di discutere la formulazione di tali politiche e di promuovere le migliori prassi in questi campi.

COMPETENZE:

Adattamento ai cambiamenti climatici e attenuazione dei loro effetti;

Energie rinnovabili; Politica ambientale; Reti transeuropee nel settore dell'energia; Nuove politiche energetiche; Politica spaziale per lo sviluppo territoriale (Galileo, GMES/Copernico e questioni collegate).

NAT:

Risorse naturali Le autorità locali e regionali sono una pietra miliare nell'attuazione delle politiche agricole, sanitarie e marittime dell'UE. All'interno della Commissione NAT i loro rappresentanti deliberano su questi temi, forniscono un contributo locale e regionale per le decisioni dell'Unione Europea e scambiano le migliori pratiche in questi settori.

COMPETENZE:

Sviluppo rurale e PAC; Pesca; Produzione alimentare; Politica marittima;

Salute pubblica; Protezione dei consumatori; Settore forestale; Protezione civile; Turismo.

SEDEC:

Politica sociale, istruzione, occupazione, ricerca e cultura

COMPETENZE:

Politica dell'occupazione; Politica sociale e protezione sociale; Mobilità;

Pari opportunità; Istruzione e formazione; Innovazione, ricerca e tecnologia; Agenda digitale; Società dell'informazione dell'UE, comprese le reti transeuropee di telecomunicazione; Industria audiovisiva e tecnologie dei media; Gioventù e sport; Multilinguismo e promozione delle lingue minoritarie; Cultura e diversità culturale.

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Allegato 2: Membri della delegazione italiana

(aggiornato al 12 ottobre 2021)

NOMINATIVO e RUOLO ISTITUZIONALE GRUPPO

POLITICO COMMISSIONI

BIANCO Vincenzo

Consigliere comunale di Catania. PSE CIVEX

SEDEC

CACI Sergio

Sindaco di Montalto di Castro - VT PPE NAT

SEDEC

CAPONE Loredana

Assessore Regione Puglia PSE ENVE

CIVEX CASTELLI Guido

Assessore Regione Marche CRE

CENSI Arianna Maria

Consigliere Comune di Milano PSE COTER

ENVE

CIAMBETTI Roberto

Presidente del Consiglio regionale del Veneto CRE NAT SEDEC

CIRIO ALBERTO

Presidente della Regione Piemonte PPE NAT

COTER

KOMPATSCHER Arno

Presidente Provincia autonoma di Bolzano, Presidente Regione Trentino Alto Adige

PPE

EMILIANO Michele

Presidente Regione Puglia PSE

FERMI Alessandro

Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia PPE CIVEX ENVE GIANI Eugenio

Presidente Regione Toscana PSE

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33 IRTO Nicola

Vice Presidente Consiglio regionale della Calabria PSE COTER ECON

LEONI Michela

Consigliere Provincia di Novara CRE CIVEX

NAT MAGLIOCCA Giorgio

Presidente Provincia di Caserta PPE NAT

SEDEC

MARSILIO Marco

Presidente della Regione Abruzzo CRE COTER

ENVE

MENESINI Luca

Presidente Provincia di Lucca PSE ECON

ENVE

MEROLA Virginio

Sindaco di Bologna PSE CIVEX

NAT

MUSUMECI Sebastiano

Presidente Regione Sicilia CRE COTER

SEDEC

POGLIESE Salvatore Domenico Antonio

Sindaco di Catania PPE ECON

SEDEC

RAGGI Virginia

Sindaco della Città di Roma NESSUNO CIVEX

ENVE

TESEI Donatella

Presidente Regione Umbria CRE

ZAIA Luca

Presidente della Regione Veneto CRE

ECON NAT

ZINGARETTI Nicola

Presidente Regione Lazio PSE

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Allegato 3: Membri supplenti della delegazione italiana

(aggiornato al 12 ottobre 2021)

NOMINATIVO e CARICA ISTITUZIONALE GRUPPO

POLITICO

ANCARANI Alberto

Consigliere Comune di Ravenna PPE

ARMAO Gaetano

Vicepresidente e Assessore all’Economia della Regione Sicilia

PPE

BARDI Vito

Presidente Regione Basilicata PPE

BORGNA Federico

Presidente Provincia di Cuneo PSE

CAPUTO Nicola

Assessore Regione Campania

CAVERI Luciano Emilio Assessore regione Valle d’Aosta

DELMIGLIO ELIA

Sindaco di Casalpusterlengo CRE

GIROLAMI Mariadele

Consigliere Provincia di Ascoli Piceno PPE

GUARENTE Mario

Sindaco di Potenza CRE

MARINI NICOLA

Sindaco di Albano Laziale (RM) PSE

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35 MARSILI Alessio

Membro del Municipio XIII Comune di Roma

MEDUSEI Gianmarco

Presidente Consiglio regionale della Liguria CRE

MILANA Guido

Consigliere Comune di Olevano Romano (Roma) PSE

PACENTE Carmine

Consigliere Comune di Milano PSE

PAIS Michele

Presidente del Consiglio regionale della Sardegna CRE

PELLA Roberto

Sindaco di Valdengo (BI) PPE

PORZI Donatella

Consigliere regionale Regione Umbria PSE

ROMOLI Alessandro

Consigliere Provincia di Viterbo PPE

ROSSI ENRICO

Assessore Comune di Signa (FI) PSE

SOLINAS Christian

Presidente Regione Sardegna CRE

TOMA Donato

Presidente Regione Marche PPE

VARACALLI Giuseppe

Consigliere comunale di Gerace (RC) RENEW

EUROPE ZANIN Piero Mauro

Presidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia EPP

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Allegato 4:

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

9 gennaio 2015

Nuova ripartizione tra le collettività regionali e locali del numero dei componenti italiani del Comitato delle Regioni, di cui all'articolo 263 del Trattato CE. Annullamento e sostituzione del decreto del Presidente del

Consiglio dei ministri 19 dicembre 2006. (15A00676) (GU Serie Generale n.26 del 2-2-2015)

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Visto il trattato del 25 marzo 1957 e successive modifiche con il quale viene istituita la Comunità europea;

Visto l'art. 263 del citato Trattato del 25 marzo 1957, con il quale viene prevista l'istituzione di un Comitato a carattere consultivo, designato "Comitato delle Regioni", composto da rappresentanti delle collettività regionali e locali;

Visti in particolare i commi terzo e quarto del citato art. 263, che assegnano allo Stato italiano il compito di proporre al Consiglio dell'Unione europea ventiquattro membri titolari e ventiquattro membri supplenti del predetto Comitato delle Regioni;

Visti gli articoli 300 e 305 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

Considerato che i membri da designare da parte dello Stato italiano devono rappresentare sia le collettività regionali che quelle provinciali e comunali;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 dicembre 2006, recante "Nuova ripartizione tra le collettività regionali e locali del numero dei componenti italiani del Comitato delle Regioni di cui all'art. 263 del Trattato C.E. Annullamento e sostituzione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2006";

Visto l'art. 27 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, recante "Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea";

Vista l'intesa della Conferenza unificata sancita nella seduta del 18 dicembre 2014, repertorio atti n. 161/CV, ai sensi dell'art. 27, comma 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234;

Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante "Disciplina dell'attività' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri", e successive modificazioni;

Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, recante "Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59", e successive

modificazioni;

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Visto il decreto del Presidente della Repubblica 21 febbraio 2014, con il quale la dott.ssa Maria Carmela Lanzetta e' stata nominata Ministro senza portafoglio;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 febbraio 2014 con il quale al Ministro senza portafoglio, dott.ssa Maria Carmela Lanzetta, e' stato conferito l'incarico per gli affari regionali;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 aprile 2014, con il quale al Ministro senza portafoglio, dott.ssa Maria Carmela Lanzetta, e' stato, altresì, conferito l'incarico per le autonomie;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 aprile 2014, recante "Delega di funzioni in materia di affari regionali e autonomie al Ministro senza portafoglio dott.ssa

Maria Carmela Lanzetta";

SUPROPOSTADELMINISTROPERGLIAFFARIREGIONALIELEAUTONOMIE, DECRETA:

Art. 1

1. Ai fini della proposta di cui all'art. 263, comma quarto, del Trattato che istituisce la Comunità europea, i membri titolari del Comitato delle Regioni sono così ripartiti tra le Autonomie regionali e locali:

a) regioni e province autonome di Trento e Bolzano 14, di cui:

rappresentanti delle assemblee legislative 4;

b) province 3;

c) comuni 7.

2. I membri del Comitato delle Regioni sono indicati per le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano dalla Conferenza delle regioni e delle Province autonome, per la rappresentanza delle assemblee legislative regionali dalla Conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome, per le province dall'Unione Province d'Italia (UPI), per i comuni dall'Associazione nazionale comuni italiani (ALACI).

3. Con le modalità di cui al comma 2 sono altresì indicati ventiquattro membri supplenti, secondo la seguente ripartizione:

a) regioni e province autonome di Trento e Bolzano 10, di cui:

rappresentanti delle assemblee legislative 4;

b) province 3;

c) comuni 11.

4. Possono essere designati quali membri titolari o supplenti del Comitato delle Regioni i Presidenti delle regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, i rappresentanti delle assemblee regionali, i Presidenti delle province, i sindaci nonché i componenti dei rispettivi consigli o giunte.

5. Il presente decreto annulla e sostituisce il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 dicembre 2006, recante "Nuova ripartizione tra le collettività regionali e locali del

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numero dei componenti italiani del Comitato delle Regioni di cui all'art. 263 del Trattato C.E.

Annullamento e sostituzione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2006".

Roma, 9 gennaio 2015

Il Presidente del Consiglio dei ministri Renzi Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Lanzetta

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39 Stampa:

CENTROSTAMPA

Consiglio regionale della Lombardia

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