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DISCORSO SOPRA IL Giuoco del Calcio.

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Academic year: 2022

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DISCORSO SOPRA IL Giuoco del Calcio .

JD et puro ^Accadèmico Alterato.

E Noi vfiamo con ragione ap- pellareacqua morta quella, che da fé non corre, e non è da altri attinta, ne agitata: perochenó operaje nongioua : mà fi cor¬

rompe, e trifte cole ingenera;

con molta piu ragione appelle remo huomini morti coloro, che vita oziofa, e corrotta me¬

nando, meritano d’tfi'ere àgui fadicadaueriabbominati, è fuggiti. Come bene e fottilmé te faltando l’Arche, Guido Gaualcanti rimprouerò à M.

BettoBrunellefchi, &àgli altri di fua brigata huomini di buon tempo. Idioti, & in niunafcienza, o virtuofo habito efercitati. Horafegreffercizi; dell’animo fanno l’huomo viuo fecondo il parer di Guido,, che fu buon fiiofofo de té pifuoi. Che diremo noi Serenifsimo Gran Duca, di quel li del corpo ì Elsi certamente non pux e i nociui humori, chedafuperchiocibo, oda trillo fono generati, col calo¬

re di lor mouimenti confumano: mai cattiui penfieri, che l’otio, e le morbidezze producono Vegliandoci, e qua fi fpoltrendoci, conuertonoin defiderij di virtù,e di laude*

Di qui e nata quella gran diligenza, e cura, chenoi veggia- mohauerhauutafempre l’antichecittà bene ordinate di tenerei popoli occupati, e trattenuti ne’ giuochi, e ne’vari efercizij. Sparta infino che feguiledureleggi di Ligurgo, ctrauagliòin afprifsime fatichei corpi giouenili; fi manten A 2- ne, &

v filiti del Cai*

ciò.

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Ciouen- tà Fio=

remino.

fempre esercita ta.

4 Decorso Sopra II Givoco ne, & accrebbe fenza altre mura, che quelle de’durami P A deiJJ(?!c!ttadJin,‘ 1 Perfiani mentre che feguirono

!ìii d,rC,PI,nf fi C,ro’ eff«dP auuezzi alle d!re fati-

‘^^^Lenanteal Ponente^ edalla tramon- L r^d"rIer°V,nCend°- IMacedoni fatto A?

Jeliandro il Grandedmenutiperioelfercizio prodi, e fero ci, ruppero con l’impeto loro i Darij, e qualunque altro

fZok &neUe" fa 77°' 1 R°mani memie «elle c udc&nelleipaleftrefi «fermarono furfiroburti, che I So’S’ ^fa5amÌnando>e8,,a««>^terr nelle ar*

miftando, diftefero fenza termini l’Imperio; e piu torto

CoHe R

1 MTd0,nhe efsiLalMondo * Moftrano an*

cor le Reliquie, o tre alle antiche fritture, quanti magni, fm JCatr >etr ''rc.hi> e Mete, e Therme, & altre luperlf- fane moli flirterò in Olimpia, in Ifthmo, inAthene, Ro, ma e per tutta Raha edifica te; I°l° per efercitare, e man te- df n p- or glouentu feroce, e gagliarda; e noi ancora oggi di in Firenze veggio i veftigi dell’Arophiteatro fatto da quelli antichi noftn tondaton, e dell’antica difciplina Ro¬

mana Imitatori, per l’antica giouétù Fiorentina efercitare.

I ei oche quella vortra.citta tenendo le medefimevie, che tennero ì Romani, non ha mancatogiamai in/ino à qui d’¬

occupar lagiouentu in efercizi; nobilumi, tempo, per tS po . La pnmauera nella palla, e nel pome : la «afe nel nuo to Autunno nelle cacce, &il verno nel fai tare à cauallo nel lottare, e nel calcio, & in altri pregiati efercizij, com!

ne gì oca rea arme,e nel caualcare : ma perche di quelli due e ì tutti gli altri cofi fatti, homai s’ha da noi piena contez- Tj per VJAdfg i amm,aeflramenti, che li fcritton ne hanno ,Dd caIao’che°ggièpropriogiuoco noflro Fio¬

rentino,^, cui ninno, eh’iofippia infino à bora ha tratta¬

to, m, volgerò a ragionare; à fine, che le la maluagità delie po vnqua facete, che egl, fi perderte,come è dell’arte iiìno

aLÌf'IMn,-deiì4|.in?» dV Rithmi> del,a muficaanri/

, della Magia, e della Cabala, e di molte altre arti, e feien

t zeè

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Dei Gaicioì $ ze èauuenuto, almeno ne rimanga quello mio libretto co me vn picciolo monimentoà coloro, che dopo noi verran.

no,fe però il libro aura tanta vita. Dico adunque che gli antichi foleuanaaccenderealla virtù non pure con la feue-' rità delle leggi, econ gli ammaeftramenti della Filofofia : ma con laPoefia, con la Mufica, e con diuerfe arti piaceuo- li, e giuochi allegri, intrai quali quello della Palla dai La¬

cedemoni; ritrouato,e di cuiTimocrate Lacedemonio fcrif Origine fe alti volumi,eranobiiilsimo :&àqueflololoponeOme tmtica ro hauere quegliHeroigiuocato; in quello hebbero fama, . Ca ~

e

grido Demotele Iratello di Theognideil Sauio , & vn Cl0‘

Cherefane, & vn Ctesbio, Filofofo. E gli Atteniefi fece*

ro Ior cittadino Aniionico Cari dio, e rizzatogli vna ftatua per la fua eccellenza in quello giuoco, ilquale truouò elle re flato da Greci, detto Feninda,

» Efèrcita il Fenìndacon Fenefleo-

E bifognaua, che il medelìmo folTe, ò molto lomigliante al nollro calcio perle parole di An tifane Poeta.

w Prefe la Pallate fumo ratto, e chellc-J

» E le ~Voci ri.andai liete alle Stelle..j •

& vn’altro.

» Nel prenderla, ò nel darle iljriouin Cotr, v Facea leuar *Vw lieto alti fimo ohob.

Apprelìo deRomani fi può credere, chefufsi in vlo il prò Calcio prio calcio Fiorentino; poiché Giulio Polluce nella prò- “pprejfo pria forma lo defcriue in vno deTuoi libri indrittoà Gom- * Roma*

modolmperadore,elo chiamaEpyfciro; cofidicendo. Il m’

giuoco Epyfciro figiuoca da vna moltitudine di giouanii quali fatta nel mezo d’vna piazza vna linea chiamata Scyro, emef-

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6 Di SCQ'R $0: S.o P.R A It Gl Vòco

e mefìaui Copra vna palla; /Idiuidono pan contro à .pati, e con tendono farla pacare ol tre àgli au uerfan; loro di là da vn altra linea deicntta dietro alJhmaparre,&all’altra. Que Ih Romani e dà credere (auuenga che certa memoria n^n ce ne fiacche quando polero la colonia Fiorentina , ci por¬

tafiero quefto g,Uoco, come 1 altre nollre imitationi, &

Camn;dRar 3nej n" x andòrl®S8* ci re^no i nomi del Campidoglio, edellejerme, e degli Acquidotti, Sci velli/

gì; del Theatro, & il Tempio dtMarte bello, & intero * Quinci fi prouamamfellamentela fua nobiltà: pofeia, che hno da gl Antichi Greci riconolce l'origine, & dai Roma- m tu come ottimo receuuto, e poi portato à noi. Oltre al*

J antichità e nobililsimo quello giuoco per Jo foggetto per ded’Fm eiPer r, 'ta' l,lrjgge”° fuo etano le perone degI Fioi jequahcomesedettoaquellofol0, come piu nobile degli altri, e piu degno giuoco, s’efercita nano; e noi firn,(mente il fiore della Nobiltà, come à luo luogo dire, moa quello Vegliamo. Quanto alla natura, cialcheduna cola tanto e piu nobile, qnanto è piuvniuerfak, e piu co Ce lotto di seordinate a fine di lei, Se quali à luo feruigio com- n Che à ? Tir * ?°blI,fs,ma> eheàniuna altra cofa fuo- T om1irm^-fo01rd,.nata-!?eferue: J1 Corfo, il Salto, la Lotta^d Difco, il Pugilato, chef piupregiati erano dagli antichi, il Nuoto, il Pome, ,1 Gauallo, il Saracino, la She*- ma, e Gioftra, e Sbarra, che quali fono i piu viari da noi;

tutti (chi ben rimira, e vuole fenza animofità giudicare^ fo no del Calco aiuti, e (lomenti, e quafi fu a famiglia, e fer- uigiali. Perci ochequanto alli antichi, lo Inatte? adoperà a vdocita de piedi, la deflrezzadel lottare, e del falcare, e la prederà del pugno * Lo fondatore la lotta, & il pu¬

gno. Il Datotela palla corre, & con forrifsime date la fpin ge quanto puotepiu alto, elontanoin vece dello auuenta- re, cheli faceua del Difco, il quale (Ce bene in forma di Ro¬

te, e pefante, doue la noftra Palla, e Globo, e leggiero ) fi come con l’efler maria tratto le braccia, e le fpalle asforza- ua, c

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Del Calcio, 7 ua, e fnodaua; cofi la palla noftra di fopra, e di fotto mano percofTa, & altrefi all’aria mandata Io effetto medefimo ado pera, fi cheti calcio noftrodell’antica inuenzione miglio*»

rata fi ferue. Quanto àgli efercizij moderni, come la pai la piccola, e gl’al tri detti di fopra; tutti quanti pare che fia- no ftari trottati per principi;, e dirozamenti del calcio, &

quali fono antipafti della Tua cena. Conciofia cola, che fi come difficilmente, verrà valente in qual fi voglia faenza, carte colui, cheprimanon harà bene apparati i principi;, e gli elemenzi di quella; cofi difficilmente potrà ben giuoca- real calcio colui, ilquale ne’detti giuochi bene elèrcitato non fia : anzi nel calcio fopra tutte l’altre cofe fi richiede, e mafsimamenteal datore effere in tutti quelli pei fetto:per che male làprà pigliare vna palla ò rimetterla, ò ben darle colui, chenon harà gran tempo di palla, & d’ogni lorte.

Nè potrà il buono Innanzi, nè il buono Sconciatore bene la palla co’pieditrouare, ne etiamdio bene guidarla, fenon harà di effa gran giudizio, in oltre non potrà egli colebrac eia sfallare i rincontri, che con gl’innanzi farà le non larà e- fercitato in maneggiar l’armi,- ne la palla correre lungamen te, fe non harà fatto la lena nel pome,e nel nuoto, ne cauar la de’pericoli fenon harà deffrezza di fallare : Vedefi co^

me tutti gl’altri gi.uoehilòno eleméti, e,principi} del calcio e lui come lor fine rilguar'dano;&egli niunoaltro giuoco rifguàrda; ma di tutti,come Archi tettonico, e generai mae ffrofilcrue. Eli come tutti gl’altri giuochi che altro non fono che Battaglie da fcherzo fono ordinate, eleruono per efercitij del calcio, cofi egli con tutta la fua gente, e mafna da, cioè con tutti gli altri giuochi di efferci tio, è ordinato, e ferue all’arte nuli tare, auuezzandoci alle fatiche & à’pre- mij di quella. E quinci nafcela fua grande vtilitade, che fulaterzanobilifsimalaudechenoi proponemmo, Con- ciofiacofa, che nel calcio fono come s’è dimoftrato tutu gli agitamenti, e tutte le fatiche dell’animo,edel corpo che jmai potette infegnare tutta l’arce Gimnaftica,e però quei tanti

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* .. D1 scorìo Sopra II Givoco

” L’oura che l buon Romano ourariamo ama

” I rut ti fuoam apporta

» uiU Vna,, alle Membra, & alla Fama.

sMSEggSnss fessS?*

Copranomi, cheperiormeriti ' -'nideg^uominilono conuerfando. ? me™,o dementi sacrano in

* Voi cittadini mi chiamale Ciacco <

* Per la damo fa colpa della gola : &c,

®S»p%~ré!i a&ssfi&sxtisiz

no del nome di queJJa cofìT^r ? 6 P,°efie sVn riroIa~

Ja è]’iinnnrfar ^ r ,0PerPona3 che di tuttala fauo-

mmm

giama i

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Del Calci'oì 9 giamai trarla,e {cagliarla non lice, e di Caldo co! piede lefida.rade volte. Adunque ragion voleuanominar quello giuoco il pugno, piu tollo che il Calcio : ma egli non fu cofi,a fine,.che non pardTe.cognominato dal fa¬

re allepugna(chein lui è un difetto accidentale,^ altro- ue vno fpettacolo principale) e coli folle,quefto giuoco fi nobile,e fi gentile per altro frantelo. Dal Calcio aduli que,ilquaIelolo oltre al pugno può dare alla palla, e far- ( la (opralo {leccato elfere: fi fu nominato. Che colà Ila il Calcio,& la loftanzafua diffiniremo coli, Il Calcio è Biffini*

un giuoco publico di due (chiére di Giouani a piede, e fione dpi fenza arme, che gatteggiano piaceuolmente di farpalà Calcio.

faredi polla oltre allo oppofto termine,vn mediocre pai Ione a vento a fine d’honore. 11 campo dotte egli fi ha a fare, vuole efterevna piazza principale d'vna città a fine chelenobilidonne, & i popoli pofsino meglio Ilare a vederlo, della qual piazza s’ha da fare vno (leccato lun*

gobraccia 172,. largo braccia 86. alto braccia due . Gli huomini eletti per lo Calcio deono eflèrecinquan- taquattro diuilì in due fchicre eguali di numero, e di ^m**

valore; la qualità de’ quali l’illelfa natura humana de- catQrfU terminatperche non tutti gli huomini fono atti ad vno efercitio tale,non eftendo tutti quanti fatti dalla natura per quello-, e però difte Vergilio

„ Tutti nonpofsidm noi tutte le cofè.

Per tanto non l’età puerile : perche è troppo tenera , non la fenile ; perche è troppo.afciutta., nè puofotìfrire i (udori, e durare le.fatiche, lequali correndo.,;Vrtandp , p ercotendo .è forza (offrir eSnèanch e dell a età- gioueriile lonoauuenenti coloro,quali,ò (partiti,ò brutti, cornei Bardnci,ò Scrignu ti,ó Zoppi,ò ciechi, o in qualche mo¬

do ftroppiati,òcontraf3tti,farebbono di lemoftra ridii!

B cola

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IO Discorso Sópra Ir Gtvoco cola in Tùia piazza.Oltre a di ciò , fi comelOlimpiade non ammettala ogni forte d’huomini : ma i padri delie Jor patrie,e Regni,coli nel Calcio non è da comportare ogni gentame, non Artefici, non ferui,non ignobili, nò inrami,ma faldati honorati, gentdhuomihi, Signori, e 1 nncipi Saranno dunque eletti per fare alCalcio,igen- tilhuominid annixvii;. fino allixlv. òdi pm,ò di meno, iecondo la comp!efsione,&bene armonizati,cioè belli, aranti,<& prò della perfona,&di buona fama, afine,che tali campionifiano da ogni bandaragguardeuoli, egra- Stagione r l & oltreaa°m tuttiglieferciti;',dequa!i nelproemio da gius- 1 ,ce H^Wone ammadirati. Di che tempo giuocare al care al falcio fi deggiaiil Sole padrone dell’hore, & Duce dell- Calcio. anno n am maeftra:perche fi come non ogni ftagione par torifcei vaghi fiori:cofi non ogni tempo inulta i Gioua- ni ai piaceri del Calciofimperoche eflendo quello amo- co di eftrema faticala non lìpotrebbecommodamen- tédurare fuori della frédda flagione. . Dalle calende di Gennaio , infine al Marzo diftenda il corfo fuo, e poi fi ripx>fi,per tòrnaréogpi"annoanoi,comefail Solealme defimo punto. Ma perche il Calcio è uno fpettacolo, che tanto piu è bello, di quanto piu Ipettatori è fornito fra gli altri giorni, quell i delle felle di Baccho, cioè Car/

nouale,fiano al Calcio dedicati per piuiòlennù In oltre;

Conciofia che tutte lezuffenon altrimenti, che vn’arco Bando gran tempo tèlo fi. fneruano, e fi fiaccano : non può durare dalla mattina alla fera: ma come il Sole cala i ràggi in verló l’Óccidente cominciare, & quando tramo t a n d o egli Hefp er o 1 u c e , alla venente notte cedetegli conuiéne,efarepofa: Imperoche vna,& altra bora puote eglia penalòllenere tanti fudori,tantiimpieti,e'tate per- Habito f°^e * Deonogli habiti d’ogni giuocatoreeflere quan^

del giuo to piu polTono brieui,efpedici:però nonconuiene al no- catore. Bro hauere altro che calze,giubbone,berretta e fcarpe t j Sfotti;

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I) li L ' G SUI L C I O* : J l.t!

fottilhperehe quanto eglifarà màcoimpedito, tanto piu potrà egli atteggiarli,& ualerfi dell e membra Tue, &eD fere agile nel corlo. Sopra tutto fi ingegni ciafcuno di hauère gli habiti belli, e leggiadri , & che gli ftiano in dofTo affettati, e graziofi ; perchehauendo d’intorno a vedergli le piu vaghe Dame,& i principali gentilhuomia ni della Città. Chiunque vi comparile male inarnefe, dadi le brutta moftra,emal grado n’acquifta;e tanto piu fi deono sforzare diiconaparn e adorni, ebenein punto nel giorno folenne della Làurea: perche in taldìilThea- tro è piu che mai pieno digenti,&fianoaméduelefchie re del Calcio di colore diuerfo, o fiarafo,o velluto,© tela?

d oro , fecondo che a i Maeftridel Calcio fatti da Voftrà Altezza piacerà. Hora perche il modo di farealCalcioè quella co(a,chegli da laforma : fa di meftieri direfottiD mente,come egli procede parte per parte, a fine che li pre cettf iquali fe ne daranno , lo rapprelentono quali viuo dinanzi a gli occhi di chiunqueleggeiàilprefentelibret to. Primieramente adunque fi dirà del modo del diuia dereiCampioni del Calcio, & poi perche il Calcio ri¬

chiede quattro forti digiuocatori, cioè li Innanzi, quali corrono la palla,gli Sconciatoli,iquali rattengono i detti Innanzi, quando la palla accompagnano, e dallo (con¬

ciò,che e danno loro fono cofi detti,i Datori innanzi, i*

quali danno gagliardi, e dritti colpi alla palla : i Datori a dietro,che dietro à qlli ftano quafi alle rifcofie:Perche di co il Calcio richiede quelle quattro forti di giuocatori.-fa di meftieri dire di che forte deono e (fere gl’huomini fcel trper ciafcuno di detti vfficij : Imperoche importa affai

‘auuertirè in ogni cofa all’attitudine.Dòppo queftocon/:

uerràefporrecome ciafcunafchiera deggia ordinare in •l Calcio campo la fua battaglia. Facendofi dunque al Calcio fen- jen^ali ZaLiureafuonino iTamburi,eleTofcaneTrombe,in- uitando allegramente ogni gentilhuomo.e Signore v a B x far

(14)

r% Dise orso Sopr a li* Gì voco far cerchio,e corona nel mezzo del campo comparendo- ui con giubbone,e calze in quella guifa, chedifoprahab biamodetto : di tutta quella corona elegganfi due capi fra quelli che fanno al Calcio i piu intendenti, e per giu dizio, eper pratica: perche hauendo a fare lafcelta deo¬

ro hauere piena contezza di tutti quanti i giouani della Gittà,efapere la natura,eil valore di ciafcuno, Quelli primieramente riuoltino gli occhi,e la mente fquadran- do tutti quanti, e fi ne. fcelgano quattro Datori innanzi per ciafcuna banda,e prima vno che regga illato,ouero corno della feda,&vno quello del muro, Si poi gli altri due,cbefì;iano nel mezzo: doppo quelli facciano fcielta di Datori a dietro , iquali hanno a edere treper banda:

Cogliono i Datori innanzi edere i piu gagliardi, e di mag gior perdona, e foura tutto gagUardifsimo eller dee quel lo del muro,& di fmifurato colpo : ma quello della foda di grande agili tà, & di gran tempo di palla. Per Datori 3dietro conuieneadocchiare,& eleggerei piu veloci cor ridorme di alto coraggio,e di gran colpo per le ragioni, le quali;®mano,a mano s’allégheranno ♦ Diuifi, & eletti tutti i Datori facciali la fcelta di cinque Sconciatoli per banda gagliardi huomini,egrandi,e fieri,e nerboruti, e di molto lapere. Se loura tutti l’vltimo cui tocca a guar¬

dare quella parte del campo,che èlungoilmuro : vuole eflereil piu membruto,e poderofo huomo della partita fchiera : ma quegli che rienequel lato del campo,cheli dice la folfa d'agilità,& dedrezza, e di buon tempo di pai la fia forni tifsimo. A quegli del mezzo fa di medi eri haT uere buona'gamba, gli altri duoi bifogna, che perlera- gionijlequali poi fi diranno fianoferccilsimi. Diuidanfi poi gli Innanzi auno, aunoiniìno a quindici perbada;

quelli fiano giouani: Veloci,corridori digràlena, &mol to animo fi. Partite intotal guifale due lchiere,ciafcuno de’capi sjngegn era di mettere in ordinatala fua in quer

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Del Calcio» 13 fla forma.Prima fermerà li cinque Scodato» da lui eletti Ordinan lungi dallo (leccato eftremo, che è loro dietro alle (palle %a della braccia 61.e dittanti l’uno dall’altro braccia l<S.mali;due batta*

da'lati faranno vicini allo (leccato braccia 11» Dietro a |llA del quefti nella feconda fila metterà i Datori innanzi difco- a Cl0' fio dalli Sconciatori braccia 18. e dittanti runodall’ab?

tro braccia 2 1. & quelli dai lati uicini allo (leccato brac eia 11. e mezzo. Dietro ai detti quattro Datori innan¬

zi metterà per vltimi i tre Datori a dietro , dittanti dai Datori innanzi braccia 18. & dallo (leccato, che è l’e- flremo termine braccia 25. &ìontani l’uno dall’altro braccia 30, & li dui da i lati uicini allo (leccato brac*

da i 3. Quella ordinanza delle tre file del Calcio fi ve/

de che fu tratta;dall’antica battaglia Romana, polcia che il primo ordine delli Sconciatori è il piu (Retto,-il fecon¬

do è piu largo di quello: il terzo è piu rado d’amenduh tal che facendo di meflieri ; la prima fila delli cinque Sco datori; nella feconda de’quattro Datori innanzi; e que fìa nella terza de’ tre Datori a dietro,fi può ritirare. Do¬

po quello diuideràciafcuno di detti capi li fuoi quindici Innanzi in trefquadre ; l’vnadellequalifi ponga dauan- ti al fuo Sconciatore della,folla oppotta allo Sconciatore aduerfario, ra'ltra dauanti allo Sconciatore del muro fi«

tnilmente fi ri(lringa,&;contraila allo Sconciatore, che gli éoppoftoj la terza dia bene vnitanel mezzo, laquale s’auuertilca,che contenga in fe Giouani di gran gamba,

&lena per quello chepoi fidirà . Giàsordinauano gli Innanzi in altro modo; cioè, tutti in una fila dal mezzo del campo infino al muro; quando fi battea la4PaIla, poi (enetraeuapo fuori due per banda, che fi diceanogiun¬

care alle rifcolfe ,■ darjdofi licenza a ciafeunó di loro di giuocare,battuta che folle la palla a fiio piacimento : ma noi trouiamo che va pin ferrato il giuoco a partire gli Innanzi in tre fquadrejfeconda che s’è diuifato j perche

; ' fono

(16)

Moflra delCaU ciò a Li- urea,

i4 Discor so Sopr'à

II

Givo co’

fono piu pronti a rompere qualunchepalla, ouada nel mezzo,o dalle bande.

Per tanto nel prefente libro,fi uedrà difegnata la for¬

ma dell’ordinanza vecchia,&à cantoà quella quefta che noi vfiamo hoggidì,e crediamo che fia la vera antica, &

da ogn’vno s’appruoua per la migliore:perche in fomma gli Innanzi,!! come già negli elerciti antichi de Romani ifunditori,&hoggidine i moderni gli Archibufieri at¬

taccano le fcaramuccie,fonoi primi à dar dentro,&à vi;*

cenda affrontano li Sconciatori auuerfi. Ma facendoli il Calcio à' 1 iurea quella diuifione non fi fa in lu la piazza:

ma in cafa d’alcuno de principali gentilhuomini della cittàjdoue concorrono i migliori giuocatori, e con ma?

turo difcorlbfi fa la fcelta:& talhora con lebandejdi due colori li pruouano vna,o piu fiate,& coli viene caratta- to il valore di ciafcuno;& come il Calcio fi vede bene ag giuftato fi publica la giornata:ma prima fi creano Alfie?

ri duegiouanettideipiuragguardeuoli della città, & la mattina del deputato giorno lolenne ciafcunofi uefte della fualiurea adornandole berrette con penne, econ imprefeà fuo talento;perchenel rimanente non fi addi¬

ce che habbiano,ne piu,ne meno degli altri,ben è ragion ne,checiafcuna parte vada àcauar di cala l’Alfier luo,&

corteggiandolo perla città fi diportfiperche l’vno, & i’al tro la poi alla fuafchiera vn beiconuito, dopoilquale prefa Tlnfegna con le Trombe, & con Tamburi dalla me delfina Liurea ne vanno al campojdoue ragunatifi,e giu cata la men diritta l’vno con l’altro Alfiere, e i luoghi del Soles’accoppiano,emuouonfic6 quefta ordinanza:pri¬

ma elcono i Trombetti con la Liurea, dopo i Tamburi/

ni,&poicomincionoàveniregl’Innazi piugiouanipre fi per mano,di maniera chea guifa di Scacchiero nella pri ma coppia à man dritta farà l’Innanzi bianco,- nella fecon da verrà ilroftb,& cofi nella terza il bianco feguendo di mano

(17)

Del Calcio» i y mano in mano in tal diuifajDopo tutti gl’Innanzii vano gli Alfieri dinanzi^ quali marciano! Tamburi della me defima Liurea;appogli Alfieri feguano li Scooaton,die¬

tro a i quali procedono li Datori mnazi, de 1 quali quelli del muro,come piu degni portano in mano la palla della Liurea, & per vi ti mi vengono in capo i Datori à dietro, douegirata vna voltala piazza ciafcuno Alfiere fi parte co la Tua fchiera alla volta del Tuo padiglion fècodo,ch’e- gii bara vinto,o perduto il Sole:Ma innanzi che fiano le due ichierecóparfein càpo,fianoaffunti, & mefsià fede re fopra vn’horreu0le,& rileuato feggio,perciò fabbrica to nel mezzo dell’vnode lati della piazza fei getiihuomi ni giuocatori antichi,iquali giudizio diano,(opra qualu- quecontrouerfianafcere vi poteffeulche fatto fi dia nel¬

le trombe metendo à ordmela battaglia, fecondo che di fopra fi è detto, e diali cominciamento al Calcio,dtlo,ua leappreìTo fi ragionerà particolarméte, óc dirafsi fquilita métel’vffizio di ciafcuno giucatore. llprincipio.de fieri mouiméti del Calcio é il batterla palla;ilchefivfa far nel mezo del capo da quel lato,chemuro fi chiama dou e po Ilo alcuno legno, o di marmo,o d’altro, ilqualeil mezzo a puto dimoltri.quefto battere è uffizio del pallaio,ilqua le veftito d’améduei colori della Liurca,comehuomo di meiogiuftamente la palla batte nel detto marmo fi dirli to,e fi forte,eh è fubito rifiliti fra le due fquadre de gl’ini»

nanzi,che corrono al muro : alquale ancora tocca di te¬

nere il campo fornito di quante palle fa di meftieri, cofi dico s’vfa batterla palla:maio Crederei, ehe piu beilo fof fe nel proprio córro del campo,cioè nel mezo della piaz' za,e non del muro, piantare il marmo, equiui batterla nel mezzo de gl’innanzi circonftanti : fi che in alto rifai- talfe, & cadette, perche farebbe piu bel vedere , il luo¬

go farebbe piu ragioneuolé,& piu perfetto, &ndur- remmoci ^ila ufanza antichi onde trafcorfi fiamo ,

(18)

ì6 Discorso Sopra II Givoco allaquale ritorneremo ancor piu,fé la palla in vece di bat terla fi ponefiein fui marmo. Si li trenta Innanzi la cir¬

conda fiero in cerchio largo,& perfetto, & ai legno da*

to:a lei come linee dalla circonferenza al centro correde¬

rò: liquame principio di battaglia harebbein fe chi ben ri mira ogni forte di perfettione,e di vaghezza. Poichela palla e battuta,e le Trombe, e i Tamburi per tutto rim¬

bombano , dee il buono Innanzi mebtre cheil popolo del Theatro rimiratili quella parte,& chi quella fauo- reggiando.-fare ogni sforzo d’acquillar campoin fu l’ad- u e ria ri a parte : ilche di leggieri gli verrà, fatto.fe di que¬

lli miei precetti,che a mano,a mano per addur fono,da me perefìermim quello giuocomoltianniefercitato, apprefi,&approuati dagli antichi,& moderni giuocato*

n piu eccellenti,farà capitale. Dico adunquechelubito chela pallafarà battuta, rimanendoilpiu delle uoltefra z Officio i piedi delle fquadre del muro, debbeciafcuna di elle in- dcUiln= 8s8nar^ di metterlafi in mezzo, & di quella acuì uerrà nanxì’ corlafi dinanzi fra i piedi;! duoi Innanzi piu gagliar di con lo aprire, & con l’urtare , degli altri tre dietro a quelli due guidandola co’ piedi fi sforzinodi condurla alla uolta delli Sconciatori, & a i Datori pattarla: ma per che quella fquadra da vno della Sconciatori aduerfilarà afpettata,& dall’altro in tràuerfo vrtata,è necefiàrio,che delli due Innanzi piu gagliardi l’vno vada ad inuettirelo Sconciatore,chedi tràuerfo uerrà,Paltto incontri quello, che per’diritto l’attende; ilche facendo gli altri tre co gri¬

de commodità potranno di là dallo Sconciatore la palla trapalare * Inoltre.perche qual s’è luna delle due parti molla dagran difio di vittoria,potrebbe in vn tratto ma- dare due,e forfè tutte tre le fquadre fue alla volta del mu roTubilo che è battuta la palla,ecofi corre alla fprouilla gli auuerfari; ènecettario,che quante fquadre manderà*

no verbi grazia i Rofsilà douela palla fi batte,altrettante ne

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D e i. C alci o * 17 nc macino eziadio i bianchi,perche bifogna,che ciafcu^

na delle parti faccia ogni sforzo per non perder punto di campo in fui principio: perche il principio èia metà del fa tto. Ma perche fpelTe volte interuien.q.che a gl’Innanzi il lor dilegno non ricfce,perche li Datori,de quali è uffi- zioil fàluare |a palla, aiutatida 1 loro Sconciatori confa/

gacitàla pigliano,& di fopra , o di lotto mano dandole in mano allo aduerlario Datore la rimettonojDee il buo no Innanzi con velocitàgrande tornare in giuoco-, cioè nel mezo,che è fj-a l’vna,& l’altra fila delli biachi,& rol¬

li Sconciatori, accogliendoli.cialcuno alla fualquadra9 cioè,oà quella della folla,oà quella del mezzo, oà quel la del muro :perlcheeffendo la zuffa ridotta in tal termi»

ne piu non eonuiene, che lelquadre fi mefchino infietf me,perche dato chela fquadra della folla infiemecol’al tra fu a-del mezzo fimefcoIi,o quella del mezzo con l’al¬

tra del muroipiucómodamentedar potràil Datóre deb»

]a fQffa,che harà gli Innanzi aduerlanj piu lontani, &

il Datore del mezzo aItrefi,nonhauendo gli aduerfarii, che poffano correre ad impacciarlo,fenza punto difcos?

ciò potrà dare alla palla. In fomma la {quadra del mezzo (fecondo che poco innanzi detto s’è)vuole effere fornita di giouani di gran gamba,e gran lena , & facendo gran prò per la lua fchiera viene à effere neceffarijfsima, per¬

che il fuo vffizio è il correre per diritto filo alle palle,che à i Datori del mezzo vanno,e per trauerfo à q uelle, che alla folla,& al muro fi conducono . Ma perche Je palle, lequali toccano à giuocareà gli Innanzi fono di due for¬

ti • cioè quelle, che rimangono nel mezzo, & quelle che dall’vno all’altro Datore foruolandouanno . hauendo già dettoci quelle che reftano fra lipiedi degli Innanzi, dico che à quelle,lequali per l’aria uanno,gli Innàzi deo- no effere molto auuertiti,& principalmente quelli, che per l’eccellenza di loro intendimelito,& prodezza : fari- G no

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IS Discorso Sopra 11 Givoco no itati eletti capi di fquadrerperche Ci conuiene,che efsi s intendano con gli loro Datori,di maniera, che à i loro voti,&defiden; corrifpondano le date, & gli idefsi ltv nanzi,in quel verfo nell^uerfario campofia per darei!

mano, Sgabbiano del colpo di ciafeuno Datore quan- to egli porti Junge,giudizio,e pratica , & auuertenza, che a palla fe verfo il Cielo andrà percofladi torto mano a bell agio cadrade colpita di Copra mano di punta voie- ra neUe mani dell’auuerfario Datore, &iiano predi à nfoluerfi d’andare o dare, e gouermnfi in tutto con giudizio , perche delle due forti di palle porterànno,co.

me piu dolacene pru pericolo di fconcio quelle ’che adai poggiando verfo il Cielo, quafi à piombo fopra il Datore auuerfario cadranno : Per tanto il buon capo di Iquadra^hedee mgegnarfi di fiancare il meno,che pof- iibileha lafquadrafua; andrà con tal giudizioà palle tali,che appunto auSti,che à quelle habbia il Datore da¬

to, vi giunga Et fe il Datore del muro,o quello,chegl’d a lato dara coro al] auuerfa feda,in quello,danti, ch’esii le data muoua il drappello della foda, & li due Jnnàzita dano ad affrontare vno Sconciatoreper vno, cioèl’vno que io bconciatore,che dà come targa dinazr a] Datore e J aitro in ueda q u eli a Jero Scon datore,ch’era à la to allo ocociarore della foifa, & có impeto viene pertrauerfoad vrtare la già moda fquadraMn tato gl’altn tre co la mag*

gior velocitachepoifano volino alla volta dell’auuerL rio Datoreuna perche egli haràintédimemo,& andrà m coieruamdemecogl’altn Datori d, fuafchiera, &fopra tutto quello chegl’e a lato andrà à foccorrérlo col parar- ft dinanzi àlui, & rompere l’impeto degUnnanzi, fa di medierfehe in quedo tépo la fquadra del mezzo pafsi al la volta del Datore per trauerfo per quei varchi;, iquali daranno lafciato di fe voti lo Scon eia toro, & il Datore, che

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D E L C A t C I Ò. I9 che erano à lato à quelli della folfa per dare , comefi è detto foccorlo à i loro compagni: perche Te fi mouerd i le verràpalfatoà luogo,& a tempo,& fenzafallofeon cieràairauuerfario Datore la palla, & pian piano con*

ducendola fra i piedi arriue.rà molto prefìb alla vitto¬

ria: peròdubito , che la fquadra del muro vedrà le ami¬

che fquadre andare con la palla rotta innanzi acquiftan- do mài lemprecampo,dee poffare anch’ella gli auuerfa- rij Sconciatori,auuertendo di Ilare continuamente al pa ri della palla a fine che le gli auuerfari; per ultimo Icam- po la attrauerlalfero alla volta del muro dia fra i piedi ad efsi, che al pari della palla fi troueranno,i&in fu lo {lec¬

cato ferrata tener la potranno.IImedefimo precetto,che fié dato alla Iquadra dellafolfa s’m tenda eziandio dato a quella del muro ; perche andando la palla peraria alla volta del murOjla detta fquadra è tenuta a correre col me defimo ordine ad affrontare gli auuerfari; Datori, &

Sconciatori : Et la fquadra del mezzo co’fuoi velo¬

ci corridori feelti dee parimente darle foccorlb, & q uel- la della folla altresì palfare al pari della palla, fenza me- Icolarfi con le altre : ma llando infieme leparata da quelle, a fine , che gli auuerfari; attrauerlando la pal¬

la per quella bandafaluar non la pollano. Dee ezian¬

dio la'fquadradelmezzoforuolandola palla il capofilo per lo mezzo del campo conia medefima maellriain- uellireloauuerfario Sconciatore per palfaré al Datore, chegli è dietro : nel medefimo modo ancora le fqua' dre amiche de amenduei lati deono,pallata che è quel¬

la del mezzo palfare. Soura tutto gli Innanzi habbias no grande auuertenza quando haranno rotto la palla , e co’piedi la condurranno, di guidarla pian piano, si che poco dal piede la fi allontanino : perche altrimen*

rifacendo farianoferuigio , &darianoallegrezza al*

la Ichiera nimica , laquale altro non contende, e briga

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io Discorso Sopra 11 Grvoco (e non chela palla (cappi fuori della moltitudineperpo terlaghermire,&correre,o in altro modo faluare:fopra tutto vuoili da gli Innanzi auuertire di tenere la palla Tet¬

tata quandol’haranno in fu lo (leccato condotta. Que^

(lo degli yffizi loro è il piu importante; perche trafcuran do quello vltimo atto fariano, come folli cultori, iquali tutte quan te l’altre (lagioni dell’anno in arare,in fermna- re,in farchiareduraffero faticheefìreme, & poi la (late in (ul buono della ricolta (e la perdefiero , abbandonan¬

do i campi,& ad altro attédendo,& come cacciatori, che hauefferoi veltri sboccati, & non potettero in fui giu/

gnere la fiera azzannare. Oltreà diciò uuole il buono Innanzi non meno con cèrta ragione, che con graziola,

& leggiadra auuenentezza il giuocofuogiuocare ; delie gli potrà riu(cireageuolmente,fe in tutti i muouimenti,

& atti fuoi procederà moderatole lenza (lizza, laquale è vn brieue furore,che.fuole caualcare , & per beftia fare feorgerecolui,che no’l frena . Però ciafcuno non penfi ad.ahro^che àcondur la palla in fu l’aduerfa fronte dello (leccato,& àfarla pattare oltre,che è l’eftremo termine,&

il defiatofinedellafuafchiera.PertantociafcunoInnan- ziinueftendo per diritto, o per trauerfo , qualfi voglia Sconciatore,o Datore non tiri mai pugna; ma tenendo lebraccia.di(le(è,douunque meglio li uerrà,faccia il rin contro.Non dico giàper quello che alcuno deggia mo¬

lliate vilrà,& che elfendogli (cortefia fatto,eflo fatto no fenerifenta,euaglia:con poderofepugna ; ma dico, che fubito.,che egli è (partito corra alla palla,& il giuoco (e<

gua.Oltre à diciò non fi qonuiene, chel’vno Innanzi co l’altroaduerfariogarreggi, (enon quandolapalla nelli mezzi fi troua,perche.in tal calò ciafcuna (quadra cól’al¬

tra auuerfaria contenda, per padroneggiare.Ja palla,e te nendolafi fra i piedi legua pur la uittoria . In altro non contédano infieme,fe non, (e quando; la. palla in vna del-

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Del Calcio» ai le tette dello {leccato condotta folTe, perche alito ef- fendo grande il periglio, deono gli Innanzi, che ftar.no per perdere la cacci! con gli Innanzi aduerfan; mefco- Jarf^a quanto pedono impedirli,chela palla foura il lo¬

ro {leccato non pafsi,auuertendo pero, che tre, o qua t¬

tro di loro rimanghmo in fu gli auùerfar.; Sconciatoti, a fine che fe la palla.o da i Datori,o da altri fofle loro del la fila caudta,filano predi à farsi, che Sconciatore, o Da¬

tore della nimica {chieranonla poffa fare edere, e non rimanga vincitore della caccia. In tal calo apporterebbe giouamento grande alla fua bada vn giocatore gagliar do, ilquale alla palla delle di piglio, e tenendola ftretta con vna fi otta de Tuoi vrtando facefte ogni sforzo per racquiftare qualche parte della piazza perduta. Quefto ho uedutogid io far molte volte ad alcuni buoni giucca tori con gran profitto,& riuoltar di fortuna,che e la bel¬

lezza maggiore no pure d’ogni giuoco: ma delle cornea die,delle tragedie, & dogni forte di poetica compofi- tione . Perrordinario non iftabene,che quella forte di giuocatori,cioè gli Innanzi prendano inai la palla io ma¬

no,fenon per dirizzarlafi fra i piedi, fe già non ui.fi tro- uafle qualchuno tale,quale mi rimembra giàhauerve' duto,cheeflendogagliardi{simo,deftrifsimo, & velocif- fimo corridore ftaua sbraheato alquanto dagli Innanzi per trauerfoal luogo doueegli la palla vedeua, & quan¬

do punto, punto ella vlciua,ei la carpila, efèrpèggian*

do correria,& fi faceua, che inlu lofteccato conducen*

dolafquando manco fperarfi poteua)apportaua alla fua parte la uittoria cori quella glòria, & appiano, che ha- rebbe un foldato,ilquale mentre con tintele forze al pa diglione delfuo Re dì combattefte , ri Re nimicoTettare ! fenza guardia auuertifle, è lui là correndo prendefie... M A tali Innanzi s’auuiene il pigliare m mancia palla,e no ^ à certiiiquali pigliandolainfinO allo Sconciatore a pena

n r ° coi

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a* Discorso Sopra II Givoco corrono,&iui cadérla fi lafciano ai piedi , empiendo il Theatro di rifa della lor dappocagine,oltre a! danno,che alla parte loro ne rifulta ; perche molto meglio fi paffa oltre la palla, come fi è detto co guidarla pian piano fra i piedi;fichein andàdojdimanoinmano acquiflidel ca*

po,molto meglio dico in quella guifà laquale la palla in terracadédo,iuiin un tratto, comedi mortefubitana morta rimane. L’Innazi fi come ogn’altro giucatorefo/

pra tutto fi guardi dal fallosiqual fi cornette ogni volta, che la palla fi fa di polla paffar lo {leccato della foflfa , &

ogni volta ch’ella è (cagliata. In sì fatto errore caggiono hoggidì molti giouani inefperti,iquali in vece di lafciarfi la palla prefa chel’hanocader fra piedi,enella loro (qua¬

dra addirizza ria,la (cagliano innazi 4. braccia, o fei con difpiacereinfinito de vecchi giucatori ammaeftrati, eco fci; del giuoco.Per lo|contrario vfanoi buoni Innanzi al cuna volta p vnacotal vaghezza, erifioriméto delgiuo co in affrontando qualchegrande,e groffo Scociatore,o Datore co leggiadra lotta traboccarlo in terra co gradilsi me rifa del popolo,chefi rallegra,eimpara ueggédo, co me con fi poca fatica poffa effer fatto vnfimile quali tor- rion rouinare. Ancora il buono Innanzi fi guardi di non illare addoffo fitto in fu li Tuoi Scodatoli noiandoli, e to gliédo loro le palle,lequali efii facédofi paffare fra le gàbe manderiano ai lor Datori: ma s’ingegni di flar’vnito con la (quadra fua lempredi trauerfo al pari della palla.a fine ch’egli(occorrédo) polla correre alla volta de Datori a#

Ofizio uuerfàrijfenz’altrointoppojchedelli Sconciatoli: Det- ddliSco tol’vffiziodegli Innanzi conuienedireal prefente quel datori, delli Sconciatori, a quali liauer conuiene (opra tutto tre principali intendimenti.il primo è, che le palle condotte trai piedi della moltitudine da gli Innanzi auuerfarij ac¬

compagnate no pafsino in guifa,chei propri; Datori dar lor nó pofsino.il fecondo è,che le palle mandate per aria

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Del Calcio,

dal nimico all’amico Datore non glifianoda gliauuer- farij Innanzi fconcie,& impedite. Il terzo è ferrare il giuoco,e far impeto quando la loro fcliiera fi troua con vantaggio di campo,e ritirarli vniti infieme,efoftener la carica,quando la medefima fi troua có difauatàggio: co ciofiacofa, che gli Sconciatori fanno in quefto giuoco , quello che faceuano nelle antiche battaglie gli Elefanti,e la groffaCaualleria fa nelle moderne. In quato al primo in tèdi mento, fe la fquadra della folla códurrà la palla fra piedi cótro à colui eh e quiui ftà per ifconciare;lo Scon*

ciatore,chegli è alato trouadofi feroce,e gagliardo, co¬

me quegli che quafi percommune fianco dato fu allo Selciatore dalla folla,& à quello del mezzo: vadia ad vr- tare per trauerfo coloro chela palla conducono fra pie- di:&perche fecondo che di fopras’è detto,vno 'degl’In¬

nanzi piu forti lo uerrà ad inueftire bifogna,ch’egli nel*- l‘vrtarlofaccial’eftremo di fua polla, & nella frotra,che guidala palla ilfofpinga,& cofiinfieme con elio entri nella contraria turba,&sbaragliandola con un calcio le*

ui loro da i piedi la palla , & contro a gli auuerfàrij fuoi affai lungela fpinga, & fe ogni fuo sforzo per auuentu- ra riufciffeindarnOp rimarrà la fquadra auuerfa almeno difordinata in guifa , che 1’ amico Sconciatore della folla potrà , o con uno calcio mandare la palla contro alla nimica fchiera , ouero facendola!! pattare lotto le gambe , o pure {fingendola da vno de lati a qual¬

che uno de fuoi Datori mandarla ; &cofi con deftrez- za diperfona , & d’ingegno faluarla* Nel modo me- defimo,che detto s’è di quelli della foffa fi hanno à difen*

dere li'duoi Sconciatoridel muro dall’impeto dell’ad- uerlà fq uadra,che conduca à i lordannila palla fi-a i pie- dj.Parimente lo Sconciatore del mezzo. Trouandofi nel la medefima ma ni era, che gli altri già detti affiorato: nel medefimo modo con l'aiuto di quelli da ilari gouernifi * Quanto

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*4 Discorso Sopra II Givoco Quanto al fecondo intendimento dello Sconciatore fe la palla farà mandata dal nimico all’amico Datore * il buono Sconciatore ponga mente s’ella va di puntali che- io Innanzi non ui polla giugnereà tempo, o fe da alto cade,che lo Innanzial pandi lua caduta polla al Datore cffereaddoflo*; perche andandola palla di punta nobi- fogna affaticarli : ma torna meglio lafciar palfare gli In¬

nanzi àlor polla aline,che eglino in damo braccandoli poi nei maggior bifogno non pollano la fatica:ma vene doelladaalto.alJhorafadi meftieri mettere in opra,&

l’ingegno,&la forza iperche inrta'l cafo fopraftàpenicola grande.Per tanto volando la palla da alto inuerfo il Da- toredel muro, hi fogna cheli duoi Sconciatori in un trac toveggiano d’inuelìirequegli Innanzi, iquali elfendo di miglior gamba,& maggior forza polfono dloro Da¬

tore piu danneggiareuna non però in quelli due occu¬

parli tanto,che gli altri lenza alcuno ritegno trapalsino:

perche l'vffizio dello Sconciatore contro àgli Innanzi non è il tenerli:ma beneil trattenerli vrtàdo un pò que¬

llo, un pò quello jlicheil Datore fuo habbia tempo à dar di piglio alla palla,& darle , o almeno dalla furia de gli Innanzi làluarlatpurehabbianoauuertenza urtan¬

doli di non cacciarli tanto auanti,chelafcino ilor Dato¬

li abbandonati ; perche quello farebbe un’erroregride.

Quello precetto dato alli Sconciatori del muro/intédà eziamdio per quelli della folfa: In oltre perche à fi fatte palle alle volte fuole correreper trauerlo la Iquadra del mezzo,aiutigli allhora lo Sconciatore del mezzo gagliar damente,andandoli ad unire horacon quelli della folla, bora con quelli del muro,efe per lo mezo q uali dal Cie loandraa piouer la palla al Datore , che gli è dietro, di maniera che l'auuerfafquadra del mezzo con gra piena corra à fconciarla,gouernili nel mede/imo modo,che pii altri dettile uaglialì del foccorfo di quelh,che da i lati gli fono.

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Del Calcio»

fono. Quanto al terzo auuedimenroà tutti i cinqueScó eia-tori s’appartiene mantener Icmprela Ior fiia ben’or- din.rta,& principalmenteàquello del muro, & à quello della folla fi richiede : perche eg!inoionocomegenera- li-, che guidano, e códuconala battaglia. Per tanto deono fopra fu tro por mente d'hauere quando fi battela palla, piantato lì bene la loro ordinanza, che la cocraria fchiera non habbia guadagnato punto di campo. Dopo quella auuertenza ftiapo fempre accinti à tenere ferrato il giuo¬

co,& con tali ftrettefeguirela vittoria; ogni volta chele loro fquadre acquifteranno in fui campo vantaggio : &

quando auuerrà,ehela palla in fu la fronte dell’auuerfo fìeccato fi conduca allhora conuiene fare ogni sforzo in tener gli auuerfarij in fu lo {leccato ferrati, & ingegnarli il piu che fi a polsibile di mandare la palla adietro à .uno de luoi Datorijilquale dandole di leggieri guadagni la cac¬

cia. Quello certo è vno de piu bei rratti,chefar polfa lo Sconciatore; Mafela fortecoHringeràla filaàritirarli, faccia fempre tutte le lue ritirate co] vifo volto verlò il nimico» Inoltrefiano auuertiti tutti li Sconciatori,che fralalor fila,e quella de lorDatori, innanzi nelfun del*

la nimica fchiera rimanga mefcolato: perche fegPInnazi non tornano incontinente, chefaranno in vano pallati à fconciare vna palla,bordine delCalcio vien guallo:per tanto quegli Innanzi d’ogni forte di feortefia faran de^.

gni,che non vorranno alliloro tornarfenepreftaméte ;

& quelli altresì, che troppo da prefio allo Sconciatore a- uuerfo giocheranno con troppo van taggio.Per lo con trario portinfi li Sconciatori cortefemente,in uerfo colo ro,che fenza frode giuocheranno del giuoco la diritta ra gione, e mafsimamente quelli, che fono difmifurata for*

za ; perche altrimenti facendo , il Calcio dalla lor banda freddo,e folo fi ri marra: perche contro à loro,come villa¬

ni giocatori non vorrà correr veruno. Il buono Scoo/

5

D ciaf

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16 Discorso Sopra 11 Givoco datore non ha mai à dare alla palla, eccetto quello della fotta,alquale Ila bene il rimetter quelle palle, lequali per trauerfo venendo nello {leccato, che gli éà lato vano fra li fpettatori à morire.Oltre à diciò non iflà bene,che Sco datore veruno tocchi le palle con mano,eccetto quelle, che pian piano venendo p terra hanno bifognod edere co mano aiutate,& madate fotto le lor gàbe a i lor Dato- ri.Degni di grabiafimo fon qlli, iquali io fletto ho vedu to quàdo la palla và p aria alla volta del Datore, ch’è lor dietro,far vn lalto,& p aria pararlacó mano, e farla/ì ca « derà piedi co gì a pericolo della lor parte, &qlli ancora,i quali andado forte la palla p terra.co’piedi la rincorrano che pafferebbeal Datore.In fontinaàciafcun Scóciatore fi richiede il far feudo al Datore,chegl’è dietro,& inge¬

gnarli co ogni fludio,& arte,che’l Datore fuo fràcheggia to retti,si che fpedito,efciolto da’ laberimidegl’auuer- farij,a piu palle,che pofsibil fia,e col Calcio,e col pugno Offhfa dia forteméte.Dalli Scodato» trapaffaa’Datori la palla, de Dato- oni^e d noftro dire anch’egli dall’vffizio di qlli,a qllo di riinnan* qdi trapalerà,Aqfti pare,che a gl’alcri fi riferitala palla del calcio. Cóciofiache fpintada lor colpi fi moua,& fi gouerni,& alla fine al termine foprauoli. Per Datori In- nazifecodo ch’è detto fi fcielgani piu gagliardi, edimag giorpfon3pqfte ragioni,prima perche efsi bainoà valere quafi p fecondi Sconciaton perfaluargiuda lorpofl'a,le palle a’lor Datori à dietro: poi pchevenédo quali il piu dellevolte la palla allelor mani fai ano forza ti efsia darle có maggior difagio per l’impaccio di qualche nimico in/

nanzi,che tutta'via trapela,&loro aI,collo,oueroad vn braccio s’auuéta. Al muro fi mette quel Datore, che di vi ta,e di forza,e di colpo,gl’altri Datori auanza perche pé dendo fempre l’vna, e fai tra fchiera’per ifchifare ifalli,in quella parteharà egli tuttauiamaggior furia cótro, che alcuno de gl’altri. Alla foffa vupleftare quegli,che di de- flrezza^e di tòpo di palla fia ecceilentifsimo, rifpetto a i

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Del Calci t>. a7 falli,e per amore delle palle,,lequali in cjuel luogo per Io piu végono mozze,e per la fua deftrezza fi «epurano, e dal luo buon tépo fenza pericolo di fàllo:Ia onde venero fi rimettono. A lato al Datore del muro fi mette il prnga gliardo,&sbardellato,perche s’egliàlatoàquel della fof fa fieli e ogni volta che palla toccatte correrebbe rifehio di fallo. A lato «tl Datore della folla fta quello che piu fi'/

curo,& diritto colpo alla palla dà: pche à darle fpefTo gli tocca,& la ragione del campo cofi vuole;Ma due fòrti di palle vano a’ primi Datori,l'vna jp terra,l’altra per aria,&

l’vna,el’altra in duemaniere procede.Perchele paileehe vanno per terra pottono tenereil lorpedeftre viaggio, o da gl’Innanzi fpinte,&accopagnare,ouero dalli Scóciato ri lafciate,& aiutatepaflare:ma quelle,che vano |> aria;

ouero di punta volano al Datoreicomefaetta che fiede, ouero da alto caggiono,come razo di fuoco quando egli fcoppia.Laonde per dar coqualche efiempio d’intorno à tali cali ammaeftramenti gioueuoli, dico che fe la palla verrà p terra códotta da’ piedi de gl’Innanzfiiquali hab^

bianoplor molto fapere pattato lo Scóciatoreal Datore della fo{Ta,cóuieneche‘l Datore da lato vi ti gl’Innanzijp trauerlo,&egli fletto tenti fe può pigliarla in mano,e dar le,quanto che no mandilafi fra le gambe al fuo Datore a dietro,& ancora egli Aedo vrti gl’Innanzi,che co la palla faranno:perche per auuen tu ragli arrefterà,da tanti,eco figraui rincontri faranno flati quali invn tempo rem-' pellati, & il Datore adietro le potrà dare,&calo chee- gli vedette, che queftonon riufdtte, sforzili di fpinger- laauanti con un calcio, odi attrauerlarla alla volta del muro. In quello modo medefimo fi gouernmo i Dato¬

ri,che'in tal termine fi trouerranno ai muro: e le la palla accompagnata dalle medefime gambe andaflealla volta del Datore eh e à lato à quello della folla, o à quello del muro,prendano colfoccorfo di quelli il medefimo para to, che già s’èdetto.Mafe la palla verrà £ terra al Datore, D a manda-

(30)

*8 Discorso Sopra U Grvoco

rnnpdfttrda,fU°SC01ìCÌat/re,,’ngegnifidica '•P'rl^edar- f 7/ Caf°che gl‘ Innan^ auuerfi gii foileio addolfo,# emon ppteflfe:mandtJa aifuo Datore a dietro,come d. fopnr detto fi è,& cerchi di attrau^iar- la Quaoto aiJe pacche volano per aria,fedi punta,n5 vi fadi meftiendi troppa maeftria : perche venendo alle mam del fuo Datore fenzazarad’alcunolnnàzi le potrà (pighandola)dare in qual modo,&in qual verfobengli

\ erra, le g,a non vorrà fare come certi, che affogano od¬

ia bonaccia,perche volendone troppo,e troppo indug¬

iando^ troppo auanti correndo, perdonola palla con rmfnSna- °r0,&idtrnagS1° dllor Ghiera, laquale per t oppa agiatezza del fuo Datore ogni fuo pafTo, mcon- tro, & sforzo haraperdutoAfaticato indarno . Maiale medefimepalle,che per l’aria volano.-andrannoda alto a cadere in mano al Datore, come che grande aiuto eh porgano i iuoi Sconciatori, nondimeno s’egli vede sl’In- nanzi auuerfiin vn medefimo tempo comparimi; ferrei perpmficuro tratto per lui il rimetterla,ouero pigliane dola coni aiuto del fuo Datore correre vn pòcoin tra- uerfo,o pure innanzi con laTcortà del fuo Sconciatore e ingegnarli di darle m qualunque modo gli uerrà deliro, in queflo cafo folo fi concede licenza alla prima fila d el¬

fi Datori innanzi di correre la pallajilche fatto torni eia- jciin ratto,come vn vento al fuo luogo . Sopra tutto il buon Datore innanzi, mai à dietro per la palla non tor¬

ni, perche! huomo in ritirandoli piu debile fi ritroua, &

nceuepm carica,# oltre à diciò fa gran torto al fuo Da¬

tore a dietro . Pero lo elortoà non ritirarli à dietro g,à mai,non chealtro vn palio,enon andare à torre palla ve runa,che a fuoi cópagni Datori s'afpetti,sì perche il V0*

lei e quellojche no è fuo,è Tempre vizio: si perche ragion r ^ aiUc° nel g- trauaglio il fuo copagno,face- dogli vffizio di Sconciatore. Vegga eziandio il buó Da*

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Del Calcio» 29 tore oltre al fuggire il fallo, di non mandare fra i popoli mai la palla: perche non comparendo quella nel campo, il Calcio fi raffredda. Ingegnili di darle colpi grandi, &

talhora palleggiarla con alcuno degliauuerfarij Datori, perchedelle belle dategran piacerefi prende ilTheatro,

& fepure e vorrà dare il meglio che può in prò degli Innanzi fuoi,diagrancolpi,&alto:maditrauerfo: Ver a bi grazia i Datori del muro in verfo quelli della folla,& i Datori della folla inuerfo quelli del muro;. Stia molto auuertito, &al fuo Sconciatore vicino quando farà la pallain fu l’altrui fteccato condotta;perche il detto Scon datore s’ingegnerà caparla della baruffa,& à lui màdar- la Vuoleil Calcio procedereTempre con ragione, e Tem¬

pre buon gouerno richiede : ma fe mai tempo è dado*

.praruiJ’ingegno,eil valore,allhora l’vno,e l’altro u'imv pieghi la parte, cheli troua con difauantaggio ,vedens»

doli la palla condotta in fu lofteccato: perche ogni at- ro,ogni momento le può dare il tracollo, & queftopiu cheadogn’altròal Datore appartiene:Per tanto trouan- dofi in tal terminéjfe vuole liberar lalua parte di peri¬

glio, e ricourareil campo perduto, venendogli la palla ,

•mai non lediate non ècerto,&ficuro d’allontanarla col fuo colpo li lunge, che non pollano con un colpo farla efferegliauuerlarij Datori, & fepure le vnoledare in ogni modo,diale almeno fantoinalto, che in quel me#

defimo tempo,che cadrà,vi polfano gli Innanzi Tuoi ef- fereancora,. Quello feruaperamnneftramento ezian¬

dio al Datoreàdietro, delqUale poco dopo fi ragione,#

rà.In oltre il Datore non jdee mai andare à pigliar palla oltrealli Sconciatori, neanche hauendola prela dietro ad efsi,doue è il luogofuo,trapàflare loro dinanzi à dar- leimaprefìo pretto menare le braccia, e colpire: perche il giuocare pretto da dife bella moflra,ene’pericoli è vti hfsimo, ne anche fi conuiene il darle fi piano,ch’ella ne‘

niezi

(32)

Officio de Dato>

*° .. DlSCORSO Sopra It Givoco tirai delli Sconciatoririmanga:perche

ddle’ 77" fhe fra '■ ^i^nan^Tfre C piglila in mano, & diale

&T

V

U1 3

p3,Ia Per terra

^iqWnpeASStetSCOn,e3,C7Ì,Ì"i‘

tre, dietro,tempo è,che di loro

G

„«• mani de Datori a eftremij & facendo Je Ior proue n^ÌoX é t ^ pencolo^ veramente^poLo dtreddCalcio &P' p,U

& morte,& perciò come fi edotto vogliono'fie’rel I'"" ’ porrameroefticro fcelti fra ratti gli alfrioneir i . m dorati di piu ficuro colpo,di piu veloce*corfò'* & d!°l3°

ardito cuore. Enerrhp-Ì ^,,1/1 j (Xdl pm le,o per terra, operar!*^ dinto™30^0!3 jVen^ono ^ cetti rhpn.it oi r ,d Stoino a ciò daremo quei ore

coraggi0,&con defìrezzaf& veJociSfn Vu ? §ran tatlaa&sforaarfidifaluarla’ptv d ”17 eT' Io in quello il Tuo Datore Innanzi f f

5

aiutando-

farli (gallai vno all altro in correndo la palla “,7 ponghamocafo, cheil Datore à dietro della'fiSr, 7 siala palla di frale gambcdegliauuerlarii

7

uoi # &

da *

(33)

Del Calcio*

da per faluarla alla uolta del muro : li Datore del mez¬

zo gli ha a fare /palla urtando ne gli Innanzi, che Io vorranno tenere, &cofiquel del muro : & /e quello non gli verrà fatto, veggia almeno d’attrauerfarJa, o co la mano, o col piede inuerfo l’amica fchiera, cauan- dola da i piedi della nimica . Ma fe la palla verrà per ■ terraforte, fi che non l’accompagnino glilnnanzi, o- nero ne fianodontani alquanto , di leggieri potrà pi¬

gliarla, e darle, & non fare come ho veduto alcuni po*

co pratichi , squali per timoredegli Innanzi per torto leuarlifi dattorno non voglionopigliarela pallainma/

no,come portail douere: ma le danno vn calcio, & fra glilnnanzi auuerfarijla cacciano, facendo perdere ah la loro parte il giuoco * Ma s’ella uerrà per aria harà .poca clifficultà , perche uerrà di tanto lontano, cheha- fa agio a darle tanto piu, perche haranno a partare due file peruenirea trouarlogli auuerfarii Innanzi:&le pu¬

re venifie tanto da alto,cheui potefsino edere .vegga di rimetterla,o pigliarla, fcanfandogli auuerfarii, e^or- rendo in luogo ficuro darle . Ilpiugraue errore, che polla fare il Datore a dietro, èftare uicino a fuoi Da¬

tori Innanzi ; perche ciò facendo ha bene fpertoa coro rere dietro alla palla , che di polla lo palla con molto brutto vedere,& danno della fua parte . Ne in quello termine potrà mai a un bifogno faluarla. Però ftia in luogo, che piu torto habbia a uenire quattro braccia a * uanti a pigliarla,che ritirarli indietro un parto. Quan¬

do la palla farà in fui loro fteccato condotta, gouermnfi con quei medefimi precettile a i Datori innanzi fi die- donoideila maggior parte de quali conuiene, che quella fila de Datori,oltre ai già dettifiuaglia.Inlinoa qui mi pare affai fufficientemétehauer parteper parte trattato5 inerti degli villici di cialcuna forte di campioni, edi tutti i ino- memige di,che danno al Calcio la forma . Hora di alcuni n ecci- nerali,

farii

(34)

Dtteo&so Sa.rr. a Li .Givoco farii auuett meninthe itutti quanti.n unm«f.l..pp.r tengono ragicneió, Le pugna nelCalcio tnteruengono non conte proptiedi quello: ma come confcguent, da oli ; Ideiti de gli humani animi cagionate, & aggiunte.

^onciofiaco^a;chenoftia natura airlcai& a gh altri tot»

bid. mouimenti dell’animofia tantofbgget tacche jbjt«

cofamuna di quelle,che noi lvno, qon i akro tramam,, fi fornifee fenza-mefcolamento di alcuno meno che ia gioneuole mouimcnto . La ondeaWcampionrdg Calcio fianco Datore Sconciatole« Innanzi, fTendo fpronati,efpinti da collera , o dainuidia, o da alt a o pafsione,& giuocando fuori del douere conmod. vtUla ni,& fcortefi,è forza che gli altri non effendo * fcffo.ne facciano nfemimento,&cefi vengono alle pugna,all raconuiene, chequalunche iui fiapm uicinoh diuid

.

& non dee ad alcuno d, ehi la «.m montarloTdegnarf, n effer troppo tolto dalla zuffa diuelto, comefequiut a

SS»“^^™ffònÒAnito,eMdi«s».-no«

offendere .perche egli fapeuacheniutiopuoelfere da al- tri.che da fe (le®) offefo, ne d altro, chedt Ina colpado- lerfi. Adunque ìafeifi alle brutte fierelo imbizzatireper le nercolle del corpo . In oltre a G.uocatore huomo d.

rnrattnio & di virtù fi difdice alcun pugno menai e in dt uidenfotii perche al compagno fuoi farebbe g'»> «'to anonlafciarlo(comedapocofofie)faredaieiu t ta,laquale in quantunche minima cola non fi uuole di- fprezzare:perchele cole piccole fono delle grand, mot.

Sra.&faggio, & acbi uuole fare hab.to nella ertez¬

za , conuiene in ogni azzione; benché fKOjh-H

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Db'l Cucio*

Ararla . Non vieto già io, che il compagno da i tor¬

ti non fi difenda , e bagnando non fi foccorca , &

faccianfi due, e tre man, di pugna, tre con tre, & quat, tro con quattro, & tutti con tutti : Ben e degno di biafimo grande colui,checon brutto, e maligno amm

fànafcerea ogni poco l’occafione, & porge a» gioueni, o cui fangui ribollono )l’efca, e il focile delire la riffa*

& d’accender il fuoco dell’Ira, &con le troppe mani di pugna il Calcio d.flrugge. Oltre» dicio

che§in facendoli alle pugna, l’vna,e 1 aitra federa ab ^ doni la palla,e corra à vedere:perche quello, che al 1 hea tro fi difdirebbe,s’auuiene molto manco a ì campioni, e ouelli,che ciò fanno fon limili à quei foldati,che Iafcano il c6battere,& corrono à veder i feriti,& allo alloggiarne tocodurli.-pietàcertameteintépeftiua,&pilofa. Giano fo vedevo d'onde cola fi brutta babbi» tratto l’origine, fenon fe forfèdall’hauere ammeflo alcuni ti oppo gioua ni nel Calcio,iquali poco pratichi, e meno (calta, e nel m6do nouelli da ogni cofa fi lafciano menomifsima fol*

leuare.Per lo córrano fon degni di lode tutti quanti i gm calori del Calcio: poiché per pugna,che fi tocchino, op qualunche forte di feortefia, che in qual fi voglia modo fi riceuano,conto alcuno non ne tengono,anzi i mede- fimi come fon fuori del Calcio,cenando in compagnia, otròuandofi ne luoghi publici , l’uno all’altro nel v,lo guardandoli le percofle riceuute piaceuolmente fi mo- flrano,e ridonfi infieme,atto neramente nobile -, perche fecondo che difopras’è detto l’huomo d’honorenon fi deelafciare,come Fera traportare dal dolore di quelle p- cofìe lequali in parte nelfuna l'honore non gli toccano.

Quello principalmente fi richiede nel Calcio: perch e ien za quella pace non farebbe vn carreggiamento piaceuo ledi gentilhuomini:ma zuffa rabbiofa di matte belile,&

chialtrimenti facelTe rimarrebbe da tute, x nobili della E Citta

(36)

34 Discorso Sopra II Grvoco Città dishonorato. Il fecondo vniuerfale auuertimen/

to farà,che a tutti quanti gli Innanzi,Sconcia tori,e Da¬

tori di quella fchiera, chefi troua in pericolo di perdere la caccia,hauendo la palla in fulfuo {leccato s’appartie¬

ne metterli là per dare alla communeperdita, commune foccorfo; eccetto però due,o tre Sconciatol i, &alquanti Innanzi,come di fopra s’è detto,e poi che faranno al fòc corfo concorfi, fi hanno a infegnare di tenere la palla balla, & non la laflarein modo neflun alzare :cofa che potràloro dileggiai riufcire,effendo efsi ( benché da molto affanno forprefi)molto piu numero infìeme, che gli auuerfarij non faranno : perche la battaglia di quelli Non fi tremandoli con uantaggionon efciedegli ordini,enon deono Vimefeola,e manda fe non gli Innanzi.Horaperche hog stracciar gjdìnei Calci àl.iureas’vfa il piu delle volte,-anzi quali le Infe* fempre]da un certo tempo in qua flracciare le Infegne.

%ni" Dico,cheil fine del Calcio non è altro, che il far pafsare la palladi polla,oltreall’auuerfa teda dello fleccato.Però quella fchiera,ch e piu volte ciò fatto harà, farà vincitri¬

ce. Per effempio.J Rofsi faranno paffare tre uolte la palla oltre lo (leccato de Bianchiti Bianchi due,oltrelo flec cato deRofsi,per quello i Bianchi vinti, & i Rofsi n’an*>

dranno uinci tori, che duna caccia gli auanzanoj, laquale uoce caccia non vuol dire altro, che la palla vna volta fuori dello (leccato di polla cacciare:Ma perche i falli an cera apportano la uittoria,& la perdita ; dico, chele i Rofofponghiam figurà)faranno fallo, perderanno mez- 7.acaccia,& 1 Bianchi l’auanzeranno. Per fi facte perdite, Se vittorie èneceffario ogni volta,che fi fa fallo, o fi con- ducea fine una caccia,cambiare il luogo del campo. In quello cangiamento di luogo fi richiede-,'che l’Alfiere della uinta fchiera tenga la Infegna rauuolra,&chinataj fi che moda qualche fegno di cedere al uincitore;ilqua- le per lo contrario con la bandiera alta,e (piegata, quafi

(37)

Del Calcio* 51 eloriofo Triomphatore ad occupare gli alloggiamenti deluintoprocede; quando no’l faccia, dàoccafionealla fchiera uincitriced’auuentarfi a quella Infegna,& itrac- ciarla innanzi che il Calcio finifca, & la fchiera perdente quali ferita fiera generofa,che rnoftra 1 denti,& nuolge- fi; il medefimo ftrazio corre à fare dell’Infegna vittorio- fa, quantogiuftamenteellafe’lfaccia nondifputo: ma il fatto auuiene pure cofi,& mentre ciafcun rabbiofame - tecontendeper iftrappar qualche brano della Infegna nimica,tra i calci,e tale pugna,e vrtate, e cadute riman- p0n tutti fi fianchi,e pefti, e liuidi,einfranti,che no poi*

fono piu per quel giorno far cofa che’debbiano.Deuria no dunque mantenerli le Infegne intere sì perleuar que fio difordine ; sì ancora perche hauédofi a mutateli cam po ad ogni caccia,& a ogni fallo, l’vna, di l’altra fchiera rimato vedoua delle Infegne fa brutto uedere,& male fi difcerne dalla vinta la vincitrice,anzi lo ftracciare, &lo sbranare, che fi fa dell'Infegne, che è egli altro per vero dire,chevno ftrazio del Calcio,& vnofcempio? Come la fera ponfine^lletatiche,eall,ire,&a tutti gli altri tra*

uagliamenti del Calcio:cofi l’ombra del tedio, che per ta ti precetti,& fi minuta trattationehara forfè troppo no iato L’A. V. S. porrà fine al mio ragionare, Quefto lo*

loaggiugnerò,che quellohonore, checiafchedun defi- dera giocandoacquiftare,non fi riftringe ne Ioli termini di e fio giuoco; cioè d’effer tenuto vn giucatore folenne, e perfetto: ma à piu alto fine trapafta, cinedi effere da V* A. S. ueduto,e lodato, e conofeiuto per ualorolo, e prode,& atto a feruirla ancora nei graui, & alti affari : per quefto corrono, per quefto s’affrontano, per quefto fi battonol'vno l’altro,& s ammazzano difauca,efercita dofi nel Calcio campioni sì ualorofi.e fi gentili;, e in tale contefa fi fannocoraggiofi, e forti, & atti a metterli a or gni imprefa,& confeguire ogni vittoria* La onde la gio*

(38)

36 Discorso Sopra 11 Givoco uentù Fiorentina tutta quanta infieme fupplicheuolme tela prega, ches’ellagia perloamore portato al Calcio fi fpogliò del fuo Manto Reale, & andò nel mezzo del campo, e trale'fchiere , e corfe,&ludò, & vrtò, &

fpinfe, & vinte: HoggicheilReggimentodiTofca- na forfè fare il medefimo laimpedifcei Si degni almeno volgere in uerfo di tali fatiche fuegli occhi fereni,& da¬

re animo altrui di maniera,che molla dal tuo fauore non folamente Fiorenza fua : ma ogni altra Città fe*

guendole veftigia di lei faccia quello utile al Mondo di esercitare i corpi, egli animi con quefta Illullregara, • rendergli gloriofì,& inuitti.

IL FINE.

IN FIRENZE.

Nella Stamperia de’ Giunti.

M D L X X X.

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