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L ASSESSORE DEL TERRITORIO E DELL AMBIENTE

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D.D.G. n. 141

Repubblica Italiana

Regione Siciliana

ASSESSORATO REGIONALE TERRITORIO E AMBIENTE Dipartimento Regionale dell’Urbanistica

L’ASSESSORE DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE

VISTO lo Statuto della Regione Siciliana;

VISTA la Legge 17 Agosto 1942, n° 1150 e successive modifiche ed integrazioni;

VISTI i DD.II. 01 Aprile 1968, n° 1404 e 02 Aprile 1968 n° 1444;

VISTA la Legge Regionale 27 dicembre 1978, n° 71 e successive modifiche ed integrazioni;

VISTA la L.R. n. 19 del 13/08/2020

VISTO l’art. 3, comma 4 della L. n. 241 del 07/8/1990;

VISTO l'art. 68 della legge n. 10 del 27 Aprile 1999;

VISTO l’art. 5, L.R. n. 28 del 22 dicembre 1999, nonché il successivo D.P.Reg. di attuazione del’11 luglio 2000;

VISTO il T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazioni per pubblica utilità, approvato con il D.P.R. n. 327/01 e modificato dal D.L.vo n. 302/02, reso applicabile con l’art. 36 della L.R. n. 7 del 02 agosto 2002 come integrato dall’art. 24 della L.R. n. 7 del 19 maggio 2003;

VISTO il D.lgs. n.152/06 “Norme in materia ambientale” e successive modifiche ed integrazioni;

VISTO l’art. 59 della Legge regionale14 maggio 2009, n. 6, così come modificato dall’art. 11 comma 41 della Legge regionale 9 maggio 2012, n° 26, recante “disposizioni in materia di valutazione ambientale strategica” nonché la deliberazione n. 200 del 10 giugno 2009 con la quale la Giunta Regionale ha approvato il modello metodologico procedurale della valutazione ambientale strategica” nonché il D.P.R.S. 08 luglio 2014, n. 23;

VISTA la Legge Regionale 5 aprile 2011, n.5;

VISTO il comma 5 dell’art.68 della Legge Regionale. 12 agosto 2014, n.21, così come sostituito dal comma 6, dall’art. 98 della Legge Regionale 15 maggio 2015, n.9;

VISTO l’art. 103 del D.L n. 18 del 17/3/2020 modificato ed integrato dall’art. 37 del D.L. n. 23 del 8/4/2020;

VISTO il D.P.R.S. n. 2800 del 19/06/2020, in esecuzione della Delibera di Giunta Reg.le n. 257 del 14/06/2020, con il quale è stato nominato Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Urbanistica l’Arch. Calogero Beringheli;

VISTO l’art. 53, comma 1, della legge regionale n. 19 del 13/08/2020 sul regime transitorio della pianificazione urbanistica in cui rientra l’iter approvativo del PRG del Comune di Sciacca;

VISTO il P.U.C. n. 6 approvato con D.P.R.S. 7/A del 13/01/1973, strumento urbanistico del Comune di Sciacca;

VISTO il D.A. n. 177/GAB del 28/05/2018 (V.A.S. - VINCA), con il quale l’Assessore Regionale per il Territorio e l’Ambiente, ha rilasciato “parere motivato” con prescrizioni, ai sensi dell’art.

15, comma 1, del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., riguardante il Piano Regolatore Generale del Comune di Sciacca;

VISTA l’istanza prot. n. 10276 del 08/11/2018, assunta al protocollo di questo Dipartimento al n.

19160 del 09/11/2018, con la quale il Comune di Sciacca ha trasmesso, in duplice copia (più copia su supporto digitale), gli atti e gli elaborati relativi al Piano regolatore generale comunale, adottato con delibera del Commissario ad acta con i poteri e le attribuzioni del Consiglio comunale n. 16 del 20/04/2015;

VISTA la dirigenziale prot. n. 9979 del 27/05/2019 con cui questo Dipartimento ha richiesto

integrazioni documentali;

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VISTA la nota prot. n. 5778/URB del 20/06/2019, in riscontro alla nota di questo Ufficio, con la quale il Comune di Sciacca ha trasmesso alcune integrazioni alla documentazione già trasmessa in precedenza;

VISTA la documentazione amministrativa e tecnica relativa al P.R.G. in oggetto complessivamente pervenuta al Dipartimento Urbanistica dell’ARTA;

VISTA la nota prot. n. 5297 del 01/04/2020, con la quale l’U.O. 2.2 del Servizio 2/DRU, di questo Assessorato ha trasmesso al Consiglio Regionale dell’Urbanistica, unitamente agli elaborati, in duplice copia, e al fascicolo amministrativo, la proposta di parere n. 08/S2.2 del 27/03/2020, resa ai sensi dell’art. 68 della L.R. 10/99, che di seguito parzialmente si trascrive:

Premesso che:

Con nota prot. n. 10276 del 08/11/2018, assunta al protocollo di questo Dipartimento al n.

19160 del 09/11/2018, il Comune di Sciacca ha trasmesso, in duplice copia (più copia su supporto digitale), gli atti e gli elaborati relativi al Piano regolatore generale comunale, adottato con delibera del Commissario ad acta con i poteri e le attribuzioni del Consiglio comunale n. 16 del 20/04/2015;

Con nota prot. n. 5778/URB del 20/06/2019, in riscontro alla nota di questo Ufficio prot. n.

9979 del 27/05/2019, il Comune di Sciacca ha trasmesso alcune integrazioni alla documentazione già trasmessa in precedenza;

Non risulta pervenuta la relazione con la quale i progettisti del Piano hanno attestato che nel territorio del Comune di Sciacca non sono presenti stabilimenti e/o aree classificabili quali attività soggette a rischio d’incidente rilevante, ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. 17/08/1999, n. 334. Tale relazione/attestazione più volte richiesta per le vie brevi, deve essere acquisita anche in sede di audizione del Comune da parte del CRU;

Visti i seguenti atti amministrativi:

Delibera di C.C. n. 37 del 19/04/1994, con la quale sono state approvate, ai sensi di quanto previsto dall’art. 3, comma 7, della l.r. 30/04/1991, n. 15, le direttive generali da osservarsi nella stesura del P.R.G.;

Delibera di C.C. n. 19 del 22/02/1999, avente per oggetto: “Adozione determinazioni sullo schema di massima del P.R.G. del Comune di Sciacca ed individuazione ambiti delle prescrizioni esecutive”, con la quale è stato approvato lo schema di massima del P.R.G.;

Nota prot. n. 5521/05 del 06/11/2007 con la quale è stato trasmesso dall’Ufficio del Genio Civile di Agrigento, ai sensi dell’art.13 legge 64/74 (oggi art. 15 l.r. n. 16/2016), il parere favorevole con prescrizioni n. 1453/07;

Nota prot. n. 188822 del 29/05/2013 con la quale è stato trasmesso dall’Ufficio del Genio Civile di Agrigento, ai sensi dell’art.13 legge 64/74 (oggi art. 15 l.r. n. 16/2016), il parere favorevole con prescrizioni n. 1732, relativo alla conferma del precedente parere n. 1453/07, ed all’aggiornamento, adeguamento ed integrazione del P.R.G. di Sciacca a seguito della delibera di G.M. n. 221/10;

Verbali di verifica sullo stato di consistenza delle aree destinate a servizi ed attrezzature pubbliche secondo le previsioni del Piano Regolatore Generale, a firma congiunta dei Responsabili dell’Ufficio tecnico comunale e dei Progettisti del Piano, in data 27/04/2011, con il quale è stato attestato lo stato di consistenza attuale delle suddette aree;

Delibera del Commissario ad acta con i poteri e le attribuzioni del Consiglio comunale n. 16 del 20/04/2015, avente oggetto “Adozione Piano Regolatore Generale Comunale e delle Norme Tecniche di Attuzione ad esso annesse, del Regolamento Edilizio Comunale ai sensi dell’art. 2 della l.r. 27 dicembre 1978, n. 71 e ss.mm.ii. Presa d’atto della Valutazione sul Rapporto Ambientale e sugli esiti della consultazione relativa alla procedura V.A.S. con annessa V.inc.A., ai sensi dell’art.

14 e segg. Del D.Lgs. 3 aprile 2006,n. 152 e ss.mm.ii., e dell’art. 5 del D.P.R. n. 357/97 e D.A.

30/03/2007”, con la quale è stato adottato il P.R.G.;

Atti relativi alla procedura di pubblicazione: certificazione pubblicazione avviso sull’albo pretorio online dal 12/06/2015 al 13/07/2015 e dal 19/06/2015 al 19/07/2015 dell’avviso di rettifica di deposito atti presso la Segreteria Generale, manifesto murale in data 12/06/2015, stralcio quotidiano

“La Repubblica” del 12/06/2015, stralcio GURS, parte II, n. 24 del 12/06/2015, stralcio GURS, parte II e III, n. 25 del 19/06/2015 (rettifica deposito atti);

Attestazione in data prot. n. 1014 del 29/07/2015, a firma congiunta del Segretario Comunale e del Responsabile del V Settore, dalla quale si evince il deposito degli atti di adozione del PRG e la pubblicazione del relativo avviso sull’Albo Pretorio online del Comune per 20 giorni consecutivi + 10 a partire dal 19/06/2015 (pubblicazione avviso di rettifica), e l’avvenuta presentazione di n. 322 (trecentoventidue) osservazioni e/o opposizioni entro e fuori i termini di legge;

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Osservazioni pervenute, trasmesse dal Comune di Sciacca, in duplice copia, unitamente alla relazione in data 01/02/2018, a firma dei Progettisti del P.R.G., alla relazione a firma del Responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, e a n. 4 planimetrie di visualizzazione delle osservazioni;

D.A. n. 177/GAB del 28/05/2018 (V.A.S. - VINCA), con il quale l’Assessore Regionale per il Territorio e l’Ambiente, ha rilasciato “parere motivato” con prescrizioni, ai sensi dell’art. 15, comma 1, del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., riguardante il Piano Regolatore Generale del Comune di Sciacca.

Visti i seguenti atti progettuali:

P.R.G.

NTA - Norme Tecniche di Attuazione R - Relazione Generale

Relazione Aggiuntiva

Tav. 1- Inquadramento Territoriale - scale. 1/100.000 - 1/400.000 L1/SF - Legenda delle tavole di stato di fatto - (rif. Tav. 2 e 3) Stato di fatto

vincoli di tutela e salvaguardia, servizi ed attrezzature, viabilità Tav. 2a - scala 1:10000

Tav. 2b - scala 1:10000 Tav. 2c - scala 1:10000 Tav. 2d - scala 1:10000 Stato di fatto

Edifici pubblici - servizi ed attrezzature - manufatti industriali - proprietà pubbliche - immobili soggetti a tutela monumentale o paesaggistica - aree sottoposte a vincolo di tutela e salvaguardia - aree a rischio geologico - piani attuativi e progetti in itinere

Tav. 3a - scala 1:2000 Tav. 3b - scala 1:2000 Tav. 3c - scala 1:2000 Tav. 3d - scala 1:2000 Tav. 3e - scala 1:2000 Tav. 3f - scala 1:2000 Tav. 3g - scala 1:2000 Tav. 3h - scala 1:2000 Tav. 3i - scala 1:2000 Tav. 3l - scala 1:2000 Tav. 3m - scala 1:2000

L1/P - Legenda tavole di progetto - (rif. Tav. 4 e 5) Tavole di progetto

Planimetria di progetto del territorio comunale contenente la suddivisione in zone territoriali omogenee che disciplinano l’uso del suolo e degli edifici

Tav. 4a - scala 1:10000 Tav. 4b - scala 1:10000 Tav. 4c - scala 1:10000 Tav. 4d - scala 1:10000 Tavole di progetto

Planimetria di progetto del territorio comunale contenente la suddivisione in zone territoriali omogenee che disciplinano l’uso del suolo e degli edifici

Tav. 5a - scala 1:2000 Tav. 5b - scala 1:2000 Tav. 5c - scala 1:2000 Tav. 5d - scala 1:2000 Tav. 5e - scala 1:2000 Tav. 5f - scala 1:2000 Tav. 5g - scala 1:2000 Tav. 5h - scala 1:2000 Tav. 5i - scala 1:2000 Tav. 5l - scala 1:2000 Tav. 5m - scala 1:2000 Regolamento Edilizio Studio Agricolo - Forestale Relazione;

Tavole alla scala 1/25.000:

Tav. n.1.1 - Copertura vegetale ed uso agricolo;

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Tav. n.1.2 - Infrastrutture agricole;

Tav. n.1.3 - Riconoscimento dei tipi podologici;

Tav. n.1.4 – Vincoli;

Tav. n.1.5 - Evoluzione delle principali colture;

Tav. n. 2 - Unità di paesaggio;

Tavole alla scala 1/10.000:

Tav. n. 3 - Aree di potenziale espansione;

Tav. n. 3.1 - Morfologia delle aree di potenziale espansione;

Tav. n. 3.2 - Copertura vegetale ed uso del suolo delle aree di potenziale espansione;

Tav. n. 3.3 - Infrastrutture agricole delle aree di potenziale espansione;

L’adeguamento alla LR. 13/99 è stato integrato con:

Relazione;

Carta delle coltivazioni agricolo-forestali alla scala 1/25.000;

Carta delle aree boscate alla scala 1/10.000;

Tav. 1.1 Copertura Vegetale ed uso del Suolo scala 1/10.000;

Tav. 1.4 Vincoli scala 1/10.000;

Tav. 2 Unità di Paesaggio alla scala 1/10.000.

Studio geologico composto dai seguenti elaborati:

Relazione Geologica;

Relazione Geologica Integrativa;

Carta geologica Tavola I;

Carta geomorfologia Tavola I;

Carta idrogeologica Tavola I;

Carta delle pericolosità geologiche Tavola I;

Carta geologica Tavola II;

Carta geomorfologia Tavola II;

Carta idrogeologica Tavola II;

Carta delle pericolosità geologiche Tavola II;

Carta geologica Tavola III;

Carta geomorfologia Tavola III;

Carta idrogeologica Tavola III;

Carta delle pericolosità geologiche Tavola III;

Carta geologica Tavola IV;

Carta geomorfologia Tavola IV;

Carta idrogeologica Tavola IV;

Carta delle pericolosità geologiche Tavola IV;

Studio Geomorfologico Integrativo;

Relazione Aggiuntiva 1;

Tav. 5b;

Tav. 5d;

Tav. 5h.

1.1. Direttive Generali, Obiettivi, e Schema di Massima

Con delibera consiliare n. 37 del 19/04/1994 sono state approvate, ai sensi di quanto previsto dall’art. 3, comma 7, della l.r. 30/04/1991, n. 15, le direttive generali da osservarsi nella stesura del P.R.G., finalizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

Centro storico:

o rivedere la delimitazione del C.S. con particolare attenzione alla città murata, alle espansioni ottocentesche, al quartiere marinaro e alla zona “Gaie di Garaffe”;

o perseguire la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ove possibile, individuare nuovi insediamenti abitativi dove non è possibile la riqualificazione dell’esistente;

o individuare contenitori e aree per soddisfare la domanda di servizi assenti nel centro storico, anche con valenza territoriale;

o reintrodurre nel centro storico attività produttive compatibili (artigianali, commerciali, turistiche e terziarie in genere).

Turismo e Termalismo sociale:

o Mantenimento delle z.t.o. C.2 già previste dal P.C. n. 6 tranne quelle interessate da colture specializzate e intensive, introducendo norme atte a tutelare il bacino idrotermominerale, stabilendo il numero massimo di elevazioni consentite, il rapporto di copertura, la tipologia costruttiva, ed il lotto minimo;

o Rivedere, a tutela del bacino idrotermale, ogni ulteriore scelta insediativa nella z.t.o. C.2.1 (c.da Isabella) sotto il profilo dell’impatto ambientale;

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o Rivedere la normativa delle z.t.o. I (insediamenti turistici) al fine di avere insediamenti meno intensivi in prossimità della costa e tutelare le zone interessate da colture specializzate e intensive;

o Recupero ambientale e potenziamento della viabilità secondaria esistente (ex S.S. 115) negli ambiti delle zone C e I;

o Individuazione di un parco attrezzato territoriale nelle aree inutilizzate dall’intervento ex SITAS (z.t.o. T).

Attività marinare:

o Individuazione nell’ambito della zona portuale delle aree da destinare alla cantieristica navale, all’attività ittico- conserviera (solo se compatibile con le norme vigenti in materia) ed alla commercializzazione del pescato.

Industria e Artigianato:

o Riproposizione dell’area industriale di c.da Santa Maria anche se in atto priva di idonei assi di collegamento alla viabilità principale e individuazione come prescrizione esecutiva.

Attrezzature e Servizi;

o Individuazione di aree da destinare a piccoli insediamenti ricettivi a servizio del nuovo ospedale;

o Soddisfacimento degli standard urbanistici con particolare riguardo al verde urbano ed extraurbano;

o Redazione di un Piano urbano del traffico al fine di coordinare la localizzazione delle aree da destinare a parcheggio in modo che le stesse siano collegate alla viabilità esterna così da consentire la perimetrazione di aree urbane pedonali e di zone a traffico limitato;

o Adeguata motivazione sotto il profilo urbanistico e tecnico amministrativo dell’imposizione di nuovi vincoli.

Nuovi insediamenti abitativi:

o L’eventuale individuazione di zone di espansione C.1 deve derivare da una rigorosa analisi del patrimonio edilizio esistente da recuperare e riqualificare, nonché dei vani utili disponibili;

o Le suddette zone devono essere ubicate lungo le direttrici di sviluppo già servite da opere urbanizzazione primaria e integrate il più possibile col tessuto urbano esistente;

o All’interno delle suddette aree dovranno essere localizzati gli interventi per l’edilizia economica e popolare.

Valorizzazione zone agricole:

o Disciplina delle zone di verde agricolo per regolare in dettaglio l’applicazione dell’art. 22 della l.r. n. 71/78 (impianti a servizio dell’agricoltura);

o Salvaguardia e tutela ambientale del verde agricolo e del patrimonio storico architettonico ivi esistente, rimboschimento delle zone incolte o particolarmente degradate.

Con delibera consiliare n. 19 del 22/02/1999, avente per oggetto: “Adozione determinazioni sullo schema di massima del P.R.G. del Comune di Sciacca ed individuazione ambiti delle prescrizioni esecutive”, è stato approvato lo schema di massima del P.R.G. costituito dai seguenti elaborati:

1. Relazione generale dello Schema di Massima del P.R.G.;

2. n. 2 tavole di inquadramento territoriale, in scala 1:10000 e 1:250000;

3. n. 6 tavole dello stato di fatto , in scala 1:10000;

4. n. 6 tavole del progetto delle schema di Massima;

5. n. 3 tavole di indicazioni normative in centro storico, in scala 1:2000;

6. n. 1 tavola di individuazione dei beni monumentali diffusi;

7. n. 6 schede illustrative delle tematiche di progetto.

Con la suddetta delibera lo Schema di Massima è stato adottato, con alcuni emendamenti tendenti ad integrare le direttive generali e a recepire le osservazioni dell’U.T.C. sono stati inoltre individuati i seguenti ambiti da sottoporre a Prescrizioni esecutive:

n. 3 sub-ambiti per gli insediamenti produttivi;

n. 4 sub-ambiti per le residenze ed i servizi;

n. 3 sub-ambiti per le attrezzature ricettive per il turismo.

1.2. Inquadramento geografico e territoriale

La città di Sciacca, sviluppatasi a seguito dell’assetto territoriale medievale consolidatosi con il precedente quadro insediativo greco - romano ha assunto nel tempo un ruolo centrale di riferimento rispetto ai centri urbani esistenti nel territorio circostante: Menfi, Montevago, S. Margherita di Belice, Sambuca, Giuliana, Chiusa Sclafani, Burgio, Villafranca, Lucca Sicula, Calamonaci, Ribera, Cianciana, Cattolica Eraclea.

Tale assetto comprensoriale ha definito una configurazione territoriale contrassegnata, ad est, dal fiume Platani, ad ovest dal fiume Belice, a nord dai Monti Sicani, e a sud dal Mare Mediterraneo. È interconnesso mediante un asse costiero (ex SS 115) che si sviluppa lungo l’intero territorio di parte dei Comuni interessati e da una serie di strade di penetrazione che, dipartendosi da questo, collegano i centri urbani della costa con gli altri centri, sia del comprensorio che della Provincia e

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della Regione. La natura delle interconnessioni della rete viaria evidenzia l’esistenza di un sottosistema di mobilità che ha quale polo di generazione ed attrazione dei flussi proprio la città di Sciacca, che,nel tempo, ha assunto il ruolo di “centro di convergenza” rispetto ad un’area territoriale molto vasta e che esorbita anche dei confini comprensoriali, anche in virtù della presenza di un sistema portuale, di servizi ed attrezzature, di un rilevante patrimonio storico, culturale ed ambientale.

Posta a terrazza sul mare e dominata a nord-est del Monte S. Calogero (Kronio) (m 386 s.l.m.), Sciacca è situata a m 60,00 s.l.m. ed ha una popolazione di n. 40.899 abitanti, rilevata con l'ultimo censimento anagrafico (2011).

Il centro storico è esteso mq 362.271,00, mentre l’intero territorio comunale risulta complessivamente esteso Ha. 19.101,00.

Topograficamente è individuato nella cartografia I.G.M. ai Fgg. 266 IV S.E. e 266 IV S.O. e catastalmente è costituito da n.167 fogli di mappa con relativi allegati.

Sorge sul tratto di costa sud-occidentale del Canale di Sicilia e si affaccia sul Mar Mediterraneo lungo una linea continua di costa che si estende per circa Km. 33,00. Delimitato ad ovest del fiume Carboj, ad est dal fiume Verdura, comprende nella parte a nord parte del lago artificiale Arancio.

Oltre a detti corsi d’acqua, sono presenti alcuni torrenti e valloni che segnano il territorio da nord a sud.

È la più antica località termale della Sicilia ed uno dei maggiori centri presenti nel tratto di costa sud - occidentale ed il tipo di turismo praticato è stato principalmente finalizzato per le cure termali, per il soggiorno e la balneazione.

È, infine, il secondo maggior porto peschereccio della Sicilia ed il primo nel comprensorio di Porto Empedocle, a cui fa riferimento, per numero di natanti (circa 160) ed addetti (circa 810 unità) e per il commercio e la lavorazione del pescato (n. 30 aziende per circa 750 addetti).

1.3. Quadro vincolistico

Il territorio comunale è classificato come zona sismica di II categoria

L’intera fascia costiera, per una larghezza di m 150,00 dalla battigia, è sottoposta a vincolo paesaggistico da parte dell’Assessorato Regionale ai BB.CC.AA. e P.I., ai sensi della L. 29 giugno 1939, n.1497, e ad inedificabilità assoluta, ai sensi della L. 8 agosto 1985, 431, e della L.R. 76/1978.

La fascia costiera da Capo S. Marco alla foce del Fiume Carboj è stata specificatamente dichiarata di “notevole interesse pubblico” e con D.A. del 13/01/1999 sottoposta al medesimo vincolo paesaggistico ex L. 1089/39.

Sulla fascia costiera, che delimita a sud il territorio comunale, sfociano, ad ovest il fiume Carboj e ad est il fiume Verdura, oltre ad una serie di corsi d’acqua minori compresi nell‘elenco delle acque pubbliche,

Con D.P n. 276/Serv. 5°/S.G. del 02.07.2007 e con successivo D.P. n. 313/Serv. 5°/S.G. del 16.07.2007, pubblicati sulla G.U.R.S. n. 47 - parte prima - del 5.10.2007, sono stati approvati rispettivamente il piano stralcio di bacino per l’assetto idrografico del fiume Carboj e dell’area territoriale tra il bacino idrografico del fiume Belice e quello del fiume Carboj e del Piano Stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico (P.A.l.) dell’area territoriale tra il bacino idrografico del fiume Carboj e quello del fiume Verdura (Sez.058, 059, 060, 061) e delle relative Unità Fisiografiche nn. 11 (Capo S. Marco - Capo Rossello), 12 e 13 (Capo S. Marco - Capo Feto).

Sul territorio comunale sono stati individuati, ai sensi delle Direttive nn. 92/43/CEE e 79/409/CEE, n.

4 siti di importanza comunitaria (S.I.C. e Z.P.S.), giusto D.A. n. 46 del 1.02.2005, come riportati nell’elenco allegato al Decreto A.R.T.A. 5 maggio 2006: ITA040004 - Foce del Fiume Verdura;

ITAO40006 - Complesso Monte Telegrafo e Rocca Ficuzza; ITAO40009 - Monte S. Calogero;

ITAO40012 - Fondali di Capo S. Marco. All’interno di quest’ultima è stata individuata un’ulteriore area, posta su parte dell’arenile di C.da S. Marco-Maragani, destinata a Zona Speciale di Conservazione inserita nella Rete Ecologica Natura 2000, di cui alla Direttiva Habitat 92/43/CEE.

attraverso il progetto LIFE 2003NAT/IT/000165 denominato “Riduzione impatto attività umane su Caretta e Tursiope e loro conservazione in Sicilia”.

Si rileva, ancora, che l’area S.I.C. ricadente nella Foce del Fiume Verdura presenta una diversa delimitazione rispetto a quella effettivamente indicata nel precitato D.A. ed interessata dall’insediamento turistico - alberghiero della Soc. Rocco Forte.

Sull’area come delimitata è stato approvato in via definitiva il Piano di gestione “Foce del Fiume Verdura” che interessa l’omonimo sito, approvato con D.A. n. 750 del 14.11.2011.

L’area termale urbana e extraurbana a valle del Monte Kronio è interamente assoggettata a vincolo idrotermale, giusta D.A. n. 183/A del 15.04.1975.

Il Monte Kronio e le aree ad esso circostanti sono gravate da vincolo del demanio forestale tutelato dall’Azienda Demaniale delle Foreste di Agrigento, con D.A. n. 2530 del 27.08.1992. In tale ambito si sovrappongono ulteriori aree e siti vincolati: la Zona Archeologica del Monte Kronio, giusto D.A.

dell’Assessorato per i BB.CC.AA. e la P.I. n. 2636 del 16.06.1977; l’area di protezione “A” (Riserva

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Naturale), istituita con D.A. del Demanio Foreste n. 366/44 del 26.07.2000; l’area di interesse naturalistico S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario) 140009 sopra citata, D.A. n.46 del 21.02.2005.

L’intero ambito territoriale è oggi ricompreso nella disciplina relativa alle norme sui parchi e le riserve di cui alla LR. n.16/96 e succ. L.R. n. 13/99.

Nella parte nord-orientale del territorio sono state delimitate n. 5 sezioni, indicate con numeri romani, sottoposte a vincolo Idrogeologico, ai sensi dell'art.1 - Titolo 1 dei R.D.L. 267 del 30.12.1923 e ss.mm.ii., nonché nel relativo regolamento di esecuzione approvato con R.D. 16.05.1926, la cui tutela e affidata all'Ispettorato Dipartimentale delle Foreste di Agrigento. Una vasta area della C.da Pierderici è stata occupata dal Demanio Forestale per la realizzazione del “Progetto di sistemazione idraulico-forestale” per il consolidamento della collina, versante Nord-Est di Sciacca, giusta D.A.

n.484 del 22.04.1988. In data 05.07.1990 è stato emesso il decreto espropriativo dei terreni interessati, a seguito del quale è stata disposta l’esecutività dei P.P. d’Esproprio. I terreni risultano, comunque, sottoposti a vincolo idrogeologico, ai sensi del R.D.I. n. 3267 del 30.12.1923.

Nell’ambito dei parchi naturali regionali è stato istituito un sistema nazionale delle Z.P.S. della Regione Sicilia, una Zona di Protezione Speciale (ZPS) denominata IBA 215 - “Monti Sicani, Rocca Busambra e Bosco Ficuzza” (Important Bird Areas) che, rispetto all’inventario 2007 (Rete Ecologica Natura 2000 di cui alla Direttiva Habitat 92/43/CEE - cd. Direttiva Uccelli), ha accorpato due precedenti IBA 159 - “Rocca Busambra" e 160 - “Monti Sicani” in un’unica IBA 215 intercomunale, in quanto rappresentanti dal punto di vista ornitologico un unico comprensorio. in tale perimetro, esteso Ha.88.724, ricade una vasta area del territorio comunale limitata, lungo il lato ovest, dalla S.S.V.

Castelvetrano - Agrigento ex S.S. 115, sul lato sud-est, dall’area ospedaliera e dalla strada provinciale per Caltabellotta.

Con verbale della Commissione Provinciale per la Tutela delle Bellezze naturali e panoramiche n.

71 del 22.11.2002 è stato sottoposto a vincolo paesaggistico il Centro Storico, comprendendo la zona portuale, e da questo al Monte Kronio, ai sensi della L. 29.06.1939, 1497. il Decreto Ass.le dei BB.CC.AA. della P.I. 8 aprile 2004, pubblicato sulla G.U.R.S. n.23 del 28.05.2004, ha escluso dal vincolo paesaggistico l’intero Vallone Cansalamone, dalle origini sino alla foce.

La Soprintendenza dei BB.CC.AA. di Agrigento ha trasmesso il Piano Paesaggistico degli Ambiti 2, 3, 6, 10, 11 e 15 ricadenti nella Provincia di Agrigento, all’interno dei quali è inserito il territorio comunale (ambito 10), come approvato con D.A. n. 07 del 29.07.2013 dall’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, ai fini della sua adozione ai sensi del D.Lgs. n.42/04 e s.m.i., nonché del Regolamento n. 1357/40.

Sono stati sottoposti a vincolo con provvedimenti emessi dall’Assessorato Regionale BB.CC.AA.

attraverso la Soprintendenza di Agrigento territorialmente competente, oltre i siti inclusi nell’Ambito 10 - Colline della Sicilia centromeridionale, le seguenti aree di interesse archeologico e manufatti di interesse storico-artistico:

- Monte Nadore, con D.A. n.2926 del 20.11.1984 e succ. D.A. n.496 del 22.03.1985 di modifica;

- Monte Grattavoli, con D.D.S. n.5578 del 23.03.2004;

- Cozzo Ferraro, proposta di vincolo diretto ed indiretto con nota prot. n.1022 del 09.02.1998, ai sensi della L. n.1089/39;

- Loc. Tranchina, con D.A. n.5469 del 06.04.2000; - Loc. Monterotondo. con D.D.S. n.7994 del 14.11.2007; - Loc. Verdura, con D.D.S. n.7022 del 08.07.2008;

- Fortezza di Mazzallaccar, ai sensi della L. n.1089/39;

- Villa Mariannina, con D.A. n.6733 del 27.06.1997;

- Chiesa della Raccomandata, con D.A. n.50 del 26.01.1990;

- Chiesa di S. Marco Evangelista, con D.A. n.7054 del 03.09.1997;

- Complesso architettonico della Badia Grande, con D.A. n.6333 del 01.07.1998;

- Torre Makauda, con D.A. n.7135 del 08.08.1985;

- Torre del Pardo, con D.A. n.7138 del 08.08.1995;

- Torre Verdura, con D.A. n.7390 del 09.09.1995;

- Ex Posto di Guardia, con D.A. n.845 del 08.11.1995;

- Torre di avvistamento Ragana, con D.A. n.6147 del 28.05.1999;

- Torre Bellante, con D.D.S. n.8462 del 04.12.2007;

- Mulino Saccense, con D.A. n.5754 del 12.06.1992;

- Terme Selinuntine, con D.A. n.7524 del 09.11.1999;

- Stabilimento-Albergo delle stufe di S. Calogero in Loc. S. Calogero/M. Kronio, con D.D.S. n.5218 del 25.02.2008.

- Palazzo Licata, con D.D.S. n.219 del 14.11.2011;

- Ex Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, con D.D.S. n. 331 del 21.02.2014.

Principali edifici di carattere storico - monumentale

Dall’elenco dei monumenti rilevati, anche tenendo conto dell’elenco degli edifici vincolati dalla Soprintendenza ai Beni Monumentali di Agrigento in riferimento alla L. 1 giugno 1939, n° 1089,

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sostituita dall’ art. 2 del Testo Unico sui Beni Culturali, approvato con D.P.R. n..42/04 del 22.01.2004 (Codice del Beni Culturali e del Paesaggio), si evidenzia la molteplicità e l’importanza del patrimonio storico-monumentale che caratterizza la città di Sciacca e il territorio extraurbano.

L’elenco riguarda strutture edilizie monumentali di diversa configurazione tipologica e compositiva, di diversi caratteri storico-stilistici, tutti, in ogni caso, di rilevante importanza architettonica che, solo ai fini conoscitivi della consistenza e della natura dei beni, si possono descrivere raggruppandoli in diverse categorie. l complessi edilizi più rilevanti, come grandi aggregati architettonici, determinano la formazione di importanti centralità urbane, come nel caso:

- degli antichi Monasteri e dei Conventi: ex Collegio dei Gesuiti, Monastero delle Giummare, Convento di S. Francesco, Badia Grande, Convento di S. Domenico;

- degli edifici di particolare pregio architettonico che, oltre ad essere importanti testimonianze storiche, concorrono ad arricchire il carattere culturale ed artistico della città, come nel caso della Chiesa di S. Nicolò la Latina, la Chiesa Madre, S. Margherita, S. Antonio Abate, San Michele;

- dei complessi edilizi ed edifici religiosi minori che, pur non configurando particolari pregi storico- architettonici, hanno determinato e concorrono ancora oggi, per la loro significanza alla costruzione di centralità di riferimento per l’intero tessuto urbano, come la Chiesa di Loreto, di S. Giuseppe, del Purgatorio, eccR;

- dei palazzi signorili privati che, sebbene non possiedano una spiccata monumentalità, oltre ad essere importanti testimonianze storiche e modelli stilistici ed architettonici per tutta la cultura siciliana, concorrono a definire l'identità della città, come nel caso dello Steripinto, di Palazzo Perollo, eccR;

- dell’edilizia militare, consistente nell’ampia cerchia muraria e nei due più importanti fortilizi del Castello Vecchio e del Castello Luna;

- delle case e dei casali rurali, consistenti in complessi edilizi a corte (baglio) che per la loro memoria storica e per la loro forte identità stilistica ed aggregativa costituiscono punti di riferimento e di caratterizzazione per le varie contrade del territorio agricolo.

1.4. Cenni storici

La prima struttura insediativa era inizialmente caratterizzata come piccolo borgo di vasai provenienti da Selinunte, detto del Figuli, il cui primo impianto venne localizzato nell’odierna area posta a sud est della rocca di Cammordino, oltre la Porta dei Bagni, coincidente oggi con l’attuale Piazza Saverio Friscia, divenendo nel periodo romanico porto di riferimento e di collegamento tra l’isola e I’Africa. La presenza dell’insenatura tra Cammordino e la rocca S. Paolo favorì agevoli condizioni per gli attracchi delle navi. Assunse rilevanza quale centro idrotermale tant’è che i romani la indicarono col nome di Therme Selinuntinae.

Mantenne nel tempo tale ruolo ed in esso venne istituita una stazione postale.

La dominazione araba, nell’840 D.C., generò un nuovo assetto territoriale ed una nuova configurazione dell’abitato, identificato dagli arabi con il nome di Al Saqqah, che si consolidò in assoluta autonomia insediativa rispetto all’originario borgo dei Figuli, strutturandosi quale area chiusa e fortificata, e ponendosi in posizione intermedia e contigua all’asse territoriale Mazara- Agrigento che decorreva parallelamente allo sviluppo costiero. Il perimetro della cinta muraria lasciò all’esterno il quartiere dei Figuli e l’area portuale.

Nel perimetro delle mura furono previste quattro porte che caratterizzarono gli accessi ed i collegamenti della città con l’esterno: Porta Bagni e Porta Mazara, che individuavano gli attraversamenti della città dall’asse Mazara-Agrigento; Porta S. Elmo, a sud, che costituiva il collegamento con l’ambito portuale; Porta S. Nicolò, che connetteva il quartiere arabo con quello dei Figuli.

La configurazione degli spazi, tipica del mondo islamico, determinò una rete urbana contraddistinta da unità abitative raccolte intorno a cortili, chiudibili o ciechi (vicoli-cortili), garantendo riservatezza, aerazione e difesa. Gli interventi normanni, del fine XI secolo, ripercorsero le linee di sviluppo consolidatesi nel periodo arabo, mantenendo l’organizzazione del vicolo. In particolare, la costruzione della Chiesa di S. Nicolò la Latina e della Chiesa Madre all’interno della città murata, costituirono punti di riferimento dei due quartieri centrali, il Rabato e la Ruccera, caratterizzati rispettivamente da insediamenti arabo, il primo, e normanno, il secondo. Entrambi formarono, in seguito, l’ambito insediativo denominato Terra Vecchia. La costruzione della chiesa di S. Salvatore (oggi Chiesa del Carmine) e di quella di S. Maria delle Giummare con l’annesso monastero, edificati all’esterno della cinta muraria, costituirono gli elementi fondanti delle successive fasi di sviluppo.

La rilevante crescita demografica registrata tra il XIII e il XV secolo, determinata da fenomeni di centripetazione delle periferie verso la città, diede luogo alla costituzione di nuove aggregazioni abitative: l’etnia di origine ebraica si stanziò in un nuovo borgo ad ovest della città, al di fuori delle mura, denominato Cadda, costituito da piccole unità disposte prevalentemente a schiera, in posizione ortogonale alla linea di massima pendenza del suolo con piccole e ripide strade di penetrazione sull’asse nord-sud e con più ampie strade di collegamento sull’asse est-ovest; un

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gruppo di varia origine si aggregò alle stanzialità esistenti, determinando una nuova espansione fuori l’ambito della Terra Vecchia e dando origine al quartiere di Mezzo, che seguì il percorso della viabilità di maggior transito, lungo l’asse a partire dalla Porta Mazara e fino al Convento dei Carmelitani.

L’intero sistema urbano, differenziato e costituito dall’insieme di borghi, venne unificato quando Federico II d’Aragona (1350) decretò di cingere la città con nuove mura, il cui tracciato ripercorre l’attuale cinta muraria ancora fruibile, inglobando i borghi della Cadda e di Mezzo, ed il pianoro roccioso situato a nord (S. Michele).

Mentre la città bassa divenne sempre più espressione del potere legato alla famiglia di origine normanna Perollo, la città alta, ed in particolare il quartiere di San Michele, divenne espressione del nuovo potere feudale rappresentato dalla famiglia Peralta, di provenienza Catalana.

La prima si caratterizzò per la costruzione di alcuni importanti edifici religiosi, quali il Monastero di S.

Maria dell’Itria e la Chiesa di S. Michele, che, contestualmente al tracciato delle mura nord della città, definirono lo spazio urbano dell’attuale Piazza Gerardo Noceto, e, intorno al 1380, il Castello Luna, situato in posizione emergente e dominante rispetto alla città, a far da avamposto all’unico collegamento viario che connetteva la città bassa con il nuovo quartiere.

La fondazione dei castelli in Sicilia costituisce spesso la premessa per un nuovo insediamento.

La famiglia Perollo iniziò, nel medesimo periodo, la costruzione del Palazzo Arone che costituì, assieme alla vicina Torre del Pardo - da un lato - ed al Convento dei Carmelitani - dall’altro - un importante fronte per la definizione urbana della Via Incisa.

Per ordine di Carlo V, nella prima metà del XVI secolo fu elaborato da Gabrio Sorbelloni un nuovo progetto di restauro e di riorganizzazione del precedente sistema difensivo federiciano attraverso la edificazione di nuove mura lungo il versante nord, la ricostruzione di Porta S. Salvatore, l’apertura di Porta Palermo e di Porta S. Calogero e l’edificazione di bastioni nelle parti strategicamente più rilevanti.

A partire dalla seconda metà del XVI secolo e fino agli inizi del XVIII furono realizzati importanti interventi che riguardarono soprattutto la costruzione di edifici a carattere religioso, quali il convento dei Domenicani e dei Gesuiti, o la trasformazione e la demolizione di estese aree ed il riuso degli edifici esistenti, che modificarono l’assetto medievale costituito per quartieri, al fine di acquisire prestigio dalla posizione determinata dai nuovi assi viari principali e dalla favorevole esposizione verso il mare, condizioni che modificarono un’area, originariamente di transito, nel nuovo baricentro urbano.

Tale assetto, destinato a permanere fino alla prima metà del XIX secolo, venne mutato con la nuova fase di crescita della città che - da un lato - iniziò ad occupare spontaneamente le aree vuote lungo le mura e - dall’altro - determinò le nuove direttrici di espansione verso i due lati estremi di Porta Palermo e Porta Bagni, abbattuta nel 1861. Una bipolarità che determinò consistenti interventi di sventramento del centro storico, la più importante, mediante l’apertura della via Giuseppe Licata, che si pose come attraversamento viario alternativo della città lungo l’asse est-ovest.

Il nuovo asse consentì la connessione delle diverse realtà urbane attraversate proiettando la città verso il territorio esterno, dando così luogo alla costruzione della palazzata ottocentesca, fuori Porta Bagni, che avrebbe costituito il fronte principale dell’ampio viale (oggi Viale della Vittoria) attestato nel Convento di S. Agostino, e i primi insediamenti abitativi, fuori Porta Palermo, che costituirono le premesse per il successivo e più moderno sviluppo urbano.

Successivamente all’ultimo conflitto mondiale si registrano le nuove espansioni edilizie, che si caratterizzano anche per la forma e le trame del tessuto urbano.

Durante la prima fase, i fenomeni espansivi - di natura spontanea - interessarono le immediate adiacenze alla città murata, attraverso aggregazioni che polarizzavano le strutture insediative ai lati delle viabilità di maggior flusso che dipartiva dalle antiche porte di accesso.

La viabilità extraurbana, utilizzata per l’accesso ai fondi agricoli, ripercorreva la rete trazzerale storica, successivamente rappresentata con la costituzione dell’impianto catastale del periodo post- borbonico, a partire dall’unificazione dello Stato italiano.

L’approvazione del Piano Urbanistico Comprensoriale n. 6 indicò le nuove direttrici di espansione residenziale privata sui lati ovest ed est della città consolidata, non risolvendo in maniera funzionale gli allacci viari di collegamento.

La localizzazione destinata all’edilizia residenziale pubblica venne invece affidata, a mezzo di interventi speciali di edilizia abitativa agevolata (INA-Casa, I.A.C.P.), sulla direttrice ovest, attraverso la realizzazione di complessi residenziali a tipologia aggregata e/o con moduli ripetitivi, a volte di notevole qualità tipologica e formale.

2.1. Incremento demografico.

La relazione generale del Piano riguardo all’evoluzione demografica registrata dal Comune di Sciacca, propone tre modi per analizzare i dati demografici di lungo periodo, al fine di ottenere le possibili linee di tendenza.

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Attraverso il primo metodo, quello lineare, si prevede un crescita demografica di Sciacca di poco oltre i 42.000 abitanti, mentre per il secondo e terzo metodo, polinomiale ed esponenziale, la crescita raggiungerebbe rispettivamente i 52.000 e 56.000 abitanti.

Vengono successivamente analizzate tre fasi di crescita, avvenute tra il 1958 e il 2002.

- dal 1958 al 1970, periodo del primo sviluppo economico, si è registrato un aumento della popolazione di n. 2.400 abitanti, pari a circa I’8%;

- nel 1971 è stato rilevato un decremento demografico di n. 2.302 abitanti, dovuto probabilmente agli effetti migratori indotti dagli eventi sismici del ’68, effetti estesi anche all’intera Valle del Belice;

- l’inversione di tendenza si delinea dopo il 1972 e fino al 1990, coincidente con la seconda fase di sviluppo globale, durante il quale la popolazione aumenta di n. 9.032 nuovi abitanti, con un incremento complessivo pari a circa il 29% ed un incremento tendenziale annuo dell’1,50%;

- nel 1991 si è rilevata una netta caduta tendenziale determinata, probabilmente, dall’effetto indotto dalla crisi economica nazionale;

- la ripresa si evidenzia nel periodo successivo, dal 1991 al 2011, anno relativo all’ultimo censimento. In tale arco temporale gli abitanti aumentano di n. 2.643, pari a circa il 6,90%.

Considerando l’istogramma riportato nel Movimento anagrafico, si rileva un saldo migratorio negativo negli anni 1964 - 1968, mentre si registra un saldo positivo di tipo immigratorio e naturale negli anni 1983 - 1992 - 1999.

I risultati di questa analisi della popolazione nell’arco temporale considerato evidenziano un andamento demografico della città, dal 1958 al 2011, in continuo aumento, così come negli ultimi tre decenni - dal 1981 al 2011 - nel cui periodo la popolazione è cresciuta da n. 36.229 a n. 40.899 con un incremento pari a n.4. 670 e, in termini percentuali, del 12,89% circa.

A partire dalla seconda metà del XX secolo si registra, per quanto sopra, un costante aumento annuo della popolazione dello 0,87%, registrando una flessione soltanto nel periodo 1961-1971.

Dall’istogramma del Movimento migratorio dal 1958 ai 2002, si rilevano sensibili movimenti migratori (dati A.I.R.E.), registrati nel 1963 e nel 1965, rispettivamente di n. 1.026 e n.1.376 emigrati, coincidenti con le crisi economiche nazionali, e i flussi in uscita per fenomeni naturali ed imprevedibili, come nel 1968, connessi con gli eventi sismici nella Valle del Belice, o per migrazione indotta da nuove esigenze lavorative verso il nord ed oltre i confini nazionali, che ha interessato una popolazione di n. 1.376 unità.

A questi movimenti migratori in uscita è sempre corrisposto un movimento immigratorio in entrata non indifferente, come rilevato nel 1965, per n.769 immigrati, riferibile probabilmente a migrazioni interne provenienti dall’immediato hinterland. A partire dal 1972 al 1983, rispettivamente con n. 804 e n. 1126 immigrati, e nel 1999, con n. 743 immigrati per l’arrivo di extracomunitari.

Considerando l’istogramma riportato nel Movimento anagrafico, si rileva un saldo migratorio negativo negli anni 1964 - 1968, mentre si registra un saldo positivo di tipo immigratorio e naturale negli anni 1983 - 1992 - 1999.

La proiezione di questa percentuale prefigura nel prossimo ventennio, secondo quanto riportato nella relazione illustrativa del PRG, una crescita con andamento lineare di circa 53.500 abitanti con un aumento di 12.500 abitanti.

Queste ipotesi previsionali sulla consistenza demografica vengono dedotte da osservazioni sui trend evolutivi degli eventi demografici che concorrono a determinare la consistenza di una popolazione. I dati utilizzati sono stati altresì riscontrati non soltanto nel Piano Strategico TERRE SICANE 2005 - 20215 ma anche nelle Linee Guida del Piano Territoriale Regionale che indica per il sistema locale una dinamica demografica in crescita.

L’ultimo censimento nazionale (2011) ha registrato, infatti, una popolazione di n. 40.899 abitanti, mentre il triennio (2005/2007), registra un leve decremento, e precisamente n. 41.025 nel 2005, n.

41.006 nel 2006 e n. 40.992 nel 2007, probabilmente imputabile ad un consistente aumento dei prezzi degli immobili.

Considerazioni dell’Ufficio

Dai dati ISTAT riportati nel grafico e nella tabella sottostante, si osserva che le ipotesi poste a base del dimensionamento del Piano, forse a causa della crisi economica e di quella demografica (calo delle nascite ed emigrazione giovanile) non sembrano essere state suffragate dalla realtà, poiché la popolazione dopo un lieve incremento negli anni successivi al 2010 mostra una tendenza al decremento tale che al 31 dicembre 2018 la popolazione complessiva ammontava a n. 40.341 abitanti. Si può pertanto ritenere, con sufficiente approssimazione, che anche, ipotizzando la messa in atto di politiche socio economiche in grado di invertire l’attuale corso negativo, l’aumento della popolazione possa essere stimato al massimo nel 10% degli attuali abitanti, cioè in circa n. 4.000 nuovi insediati.

Andamento demografico della popolazione residente nel comune di Sciacca dal 2001 al 2018.

Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno.

(11)

La tabella in basso riporta il dettaglio della variazione della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno. Vengono riportate ulteriori due righe con i dati rilevati il giorno dell'ultimo censimento della popolazione e quelli registrati in anagrafe il giorno precedente.

Anno Data rilevamento Popolazione

residente

Variazione assoluta

Variazione percentuale

Numero Famiglie

Media componenti per famiglia

2001 31 dicembre 40.289 - - - -

2002 31 dicembre 40.599 +310 +0,77% - -

2003 31 dicembre 40.758 +159 +0,39% 14.719 2,76

2004 31 dicembre 40.854 +96 +0,24% 14.794 2,76

2005 31 dicembre 40.868 +14 +0,03% 14.792 2,76

2006 31 dicembre 40.849 -19 -0,05% 14.745 2,76

2007 31 dicembre 40.835 -14 -0,03% 14.751 2,76

2008 31 dicembre 40.929 +94 +0,23% 14.892 2,74

2009 31 dicembre 41.023 +94 +0,23% 15.040 2,72

2010 31 dicembre 41.066 +43 +0,10% 15.198 2,70

2011 (¹) 8 ottobre 41.108 +42 +0,10% 15.334 2,68

2011 (²) 9 ottobre 40.899 -209 -0,51% - -

2011 (³) 31 dicembre 40.923 -143 -0,35% 15.351 2,66

2012 31 dicembre 41.110 +187 +0,46% 15.335 2,68

2013 31 dicembre 41.132 +22 +0,05% 15.245 2,69

2014 31 dicembre 41.082 -50 -0,12% 15.227 2,69

2015 31 dicembre 40.928 -154 -0,37% 15.808 2,58

2016 31 dicembre 40.713 -215 -0,53% 15.851 2,56

2017 31 dicembre 40.488 -225 -0,55% 15.898 2,54

2018 31 dicembre 40.341 -147 -0,36% 15.932 2,53

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2.2. Patrimonio abitativo e struttura dei Servizi

La consistenza del patrimonio edilizio esistente evidenzia una molteplicità di aspetti che dipendono da diverse circostanze e condizioni identificabili e consolidati in particolari contesti insediativi.

Un primo ambito può identificarsi con il patrimonio storico consolidato, riferito agli insediamenti abitativi più antichi della città, corrispondenti a quelli che il PRG individua e localizza come “Centro Storico”.

Un secondo ambito può identificarsi con il patrimonio edilizio riferibile alla prima espansione urbana – anni 50/60 - composto prevalentemente da case unifamiliari a due/tre elevazioni fuori terra, edificate su lotti di piccola dimensione e posti all’interno di una maglia urbana regolare.

Un terzo ambito può identificarsi con il patrimonio abitativo riferibile alla seconda espansione urbana - durante gli anni 70/90 -, composto prevalentemente da edifici condominiali nelle zone urbane (Zone B) o in villette singole all'interno di lotti edilizi di ridotte estensioni, diffuse in tutto il territorio.

Un ulteriore ambito nei molteplici caseggiati rurali e produttivi (bagli, casali, palmenti) sparsi nelle contrade più fertili e pianeggianti del territorio agricolo.

Il patrimonio edilizio esistente offre, per quanto sopra, diversificate ed eterogenee possibilità ed opportunità abitative, con la sola eccezione delle zone A del centro storico antico, poco abitato a causa dello stato fatiscente delle abitazioni e dell’angusta trama viaria, che non consente un facile accesso veicolare, ma che può recuperarsi attraverso azioni puntuali di riqualificazione del tessuto edilizio, anche per comparti edificatori, di integrazione infrastrutturale, di valorizzazione del patrimonio culturale in esso insistente coordinati nell’ambito di una rigenerazione complessiva della città.

La condizione abitativa complessiva derivante dal rapporto tra popolazione residente e abitazioni, risulta molto equilibrata: n. 40.983 abitanti risiedono in n. 14.026 abitazioni, rispetto a una disponibilità di n. 25.341 abitazioni.

Il rapporto medio è, pertanto, di circa n. 3 vani per abitazione.

Considerazioni dell’Ufficio

Dalle considerazioni sopra espresse in merito al dimensionamento demografico discende che il patrimonio abitativo esistente sia in linea di massima sufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione attuale e di buona parte di quella futura.

Adeguamento agli standard urbanistici di cui al D.I. n. 1444/68

A seguito dell’aggiornamento, integrazione e degli adeguamenti territoriali oggetto di pianificazione attuativa introdotti nel nuovo PRG, (che hanno considerato gli aggiornamenti e le integrazioni dei Piani dl Lottizzazione assentiti, i piani attuativi di C.da Isabella e di C.da Ferraro. le aree P.E.E.P., gli insediamenti produttivi in variante speciale, l’inserimento delle nuove Opere Pubbliche, le nuove aree asservite all’uso pubblico, ecc.) i progettisti hanno ritenuto necessario riverificare gli originari dimensionamenti in precedenza calcolati per adeguarli agli standard prescritti dal citato D.I.

n.1444/68 in relazione ai fabbisogni già soddisfatti, alla prevista crescita demografica futura ed alle zone di nuova espansione (zone “ C” e “C.3”), con il conseguente nuovo

dimensionamento del fabbisogno di nuove abitazioni nonché alla riverifica degli standard.

L’incremento demografico prevedibile, rapportato al fabbisogno di nuovi vani per il ventennio 2010- 2030, è stato determinato in circa n. 4.833 vani, realizzabili anche attraverso l’incentivazione di azioni di recupero e di incremento delle zone territoriali omogenee già abitate, e in circa n. 7.694 ulteriori vani prevedibili nelle nuove aree edificabili.

Le azioni di recupero possono interessare circa n. 1.500 vani nel centro storico (z.t.o. “A”) come ridelimitato, per ulteriori n. 500 vani nelle aree residuali di zona “B” e, ancora, i rimanenti, nei tessuti consolidati posti a margine del centro storico e delle zone di espansione “C”.

Il range considerato risulta, pertanto, compreso fra i n. 7.694 e i n. 12.527 nuovi vani in considerazione dei potenziali completamenti ancora possibili nelle varie z.t.o.

Assumendo il dato ISTAT della popolazione censita al 2010, pari a n. 40.983 abitanti, e stimando una popolazione prevedibile al 2030 pari a n. 53.510 abitanti, il dimensionamento degli standard è stato calcolato, tenendo conto della suddivisione fra le varie zone territoriali omogenee, della loro articolazione rispetto alle Norme Tecniche di Attuazione del PRG, delle nuove zone di espansione, delle aree sottoposte a Prescrizioni Esecutive, eccR

Le quantità delle aree per standard sono state suddivise per singola dotazione identificando nelle tavole del PRG per ciascuna area (“Is n”, “Ss n”, “Co n”, “Vs n”, Vp n”, “V n”, “Vd n”. “P n”. “P* n”, Osp e altre identificazioni specifiche).

La verifica degli standard esistenti (D.I. 02/04/1968, n. 1444) ha dato i seguenti risultati dal punto di vista puramente dimensionale:

Stato di Fatto

Aree per l’istruzione mq 173.541,00

Attrezzature d’interesse collettivo mq 197.514,00

Spazi pubblici attrezzati mq 692.990,00

(13)

Aree per parcheggi mq 79.448,00 Progetto

Aree per l’istruzione mq 420.646,00

Attrezzature d’interesse collettivo mq 408.315,00

Spazi pubblici attrezzati mq 2.325.473,00

Aree per parcheggi mq 259.468,00

Rispetto al fabbisogno previsto (53.510 abitanti) emergono pertanto i seguenti dati:

Aree per l’istruzione mq 4,5 x 53.510 = mq 240.795,00 (+179.851,00)

Attrezzature d’interesse collettivo mq 2,0 x 53.510 = mq 107.020,00 (+301.295,00)

Spazi pubblici attrezzati mq 9,0 x 53.510 = mq 481.590,00 (+1.843.883,00)

Aree per parcheggi mq 2,5 x 53.510 = mq 133.775,00 (+125.693,00)

Sommano mq 963.180,00 (+2.450.722,00)

Dalla comparazione dei dati riepilogativi emerge il pieno soddisfacimento degli standard minimi inderogabili prescritti dal D.I. 2 aprile 1968. n. 1444, con valori notevolmente superiori ai minimi obbligatori.

Nel computo dimensionale non sono state considerate:

- le superfici destinate ad attrezzatura ospedaliera (Ospedali Civili Riuniti “Giovanni Paolo II” in C.da Seniazza);

- le attrezzature pubbliche territoriali non normate, delle aree verdi. riserve naturali e zone S.I.C - Z.P.S. di proprietà regionale (parco in c.da Pierderici - parco Monte Kronio - Foce del Fiume Verdura, al netto della superficie interessata dall’intervento turistico-alberghiero SRFF - parco Monte Telegrafo e Rocca Ficuzza, per le superfici ricadenti nel territorio comunale), di uso non pubblico;

- le aree per parcheggi privati (ex art.41-sexies della L. 17 agosto 1942, n.1150 e 3,12 della L. 24 marzo 1989, n.122).

Considerazioni dell’Ufficio

Considerazioni analoghe a quelle già espresse per le abitazioni possono essere fatte anche per quanto riguarda la struttura dei Servizi, che, in generale, appare sovradimensionata anche in relazione al numero di abitanti previsto dal Piano, specie per quanto riguarda gli spazi di verde attrezzato e le attrezzature d’interesse collettivo.

2.3. Viabilità di collegamento

L’asse stradale principale più importante, di valenza interprovinciale ed a cui si collega la città, è la S.S.V. Castelvetrano - Agrigento (ex S.S. 115). Non esistono in tale area collegamenti autostradali diretti, anche se la ex SS 115 consente l’immissione del flusso veicolare nella autostrada A 29 Trapani - Palermo.

Un altro importante asse viario di derivazione dalla ex S.S. 115 è la ex SS 188/b Palermo - Sciacca (Fondo Valle) che consente di collegarsi direttamente con il capoluogo di regione.

La variante esterna, parte dell’ex S.S. 188/b, che dello svincolo in C.da Foggia si collega alla S.S.V.

Castelvetrano - Agrigento, delimita il territorio urbano del centro storico e delle sue espansioni esterne ad esso immediate, convogliando il traffico veicolare delle reti di collegamento principali all’esterno dell’abitato. Il tratto della variante, posto all’ingresso nord-ovest della città, è stato declassificato in strada comunale con deliberazione consiliare n. 245 del 22.12.1988.

Il nuovo P.R.G. ha previsto un sistema infrastrutturale della grande viabilità, che dipartendosi dallo svincolo a raso sul Fiume Verdura, si congiunge e ripercorre, adeguandola la strada intercomunale Caltabellotta-Sciacca, dalla fine del rettifilo di C.da S. Maria all’innesto nello svincolo ANAS di C.da S. Bartolo. Tale ultimo tratto era stato oggetto di variante al PUC n. 6 approvato con deliberazione commissariale n. 30 del 28.04.1999.

Sul percorso sono state intercettate ed innestate n. 6 reti trazzerali demaniali oltre le strade comunali Piana Scunchipani, Bordea, Portolana, la S.P. Sciacca—Caltabellotta e la S.S.V. Castelvetrano - Agrigento (ex S.S. 115), che dovranno assicurare l’integrazione viaria di accesso alle varie parti territoriali.

Lo sviluppo verso le zone residenziali stagionali e per gli insediamenti ricettivi della città è stato riassegnato alle direttrice est, verso il Fiume Verdura. inglobando le ex zone di tipo “C.2.2” e le zone

“I” già indicate con le previsioni programmatiche contenute nel Piano Stralcio. ed oggi inquadrate fra le zone territoriali omogenee di tipo “C.3” e “D.2.3”.

È stata assunta una nuova direttrice di espansione di tipo “C4”, verso il Fiume Carboj, area non pianificata con il P.U.C. n.6.

Sono state assegnate ai due principali sistemi di collegamento viario, la strada di collegamento Porto-Scorrimento Veloce verso la S.P. Sciacca-Caltabellotta e l'area A.S.I. di c.da Santa Maria, la funzione di asse direzionale a supporto delle attività previste lungo i suoi lati (residenziali miste.

commerciali, produttive compatibili con le residenze e i servizi), e alla S.S.V. Castelvetrano - Agrigento (ex S.S. 115). la funzioni di supporto veicolare alle attività produttive e commerciali esistenti e di nuova previsione.

(14)

All’interno della pianificazione urbana sono state inserite anche le zone interessate da fenomeni di abusivismo edilizio (C.da Foggia; C.da Perriera; Loc.tà Belvedere; C.da Tabasi - Seriazza; Viale Siena; Fondo La Seta; C.da Ferraro; Via delle Begonie-Via S. Agata dei Goti; contrada Cutrone) o non normate (Via Lido Esperanto), assorbendole ed integrandole all'interno della pianificazione ordinaria, al fine di portare a conclusione la vicenda della sanatorie edilizie e pervenire eventualmente al recupero degli insediamenti abusivi.

L'ex circonvallazione esterna, che contorna il centro abitato, ha assunto la funzione di strada per i collegamenti veicolari, di tipo radiale, verso la città e le zone di espansione, a cui si dovranno connettere attraverso la creazione n.3 di rotatorie stradali e la previsione di ulteriori nuovi accessi (verso la C.da Ferriera e verso la C.da Isabella).

Considerazioni dell’Ufficio

Le previsioni afferenti la viabilità appaiono in linea di massima condivisibili in quanto finalizzare alla razionalizzazione ed al potenziamento della viabilità esistente. Tuttavia, si deve osservare che la viabilità afferente le zone territoriali omogenee non condivise (di cui ai paragrafi seguenti), non può ovviamente trovare attuazione.

2.4. Edilizia residenziale e Servizi

Il numero di abitanti stimati alla fine del ventennio considerato (2010 – 2030), alla luce delle analisi sopra descritte è di n. 53.500 (+12.500).

La problematica dei fabbisogni futuri interessa due diversi aspetti:

- il fabbisogno di abitazioni;

- il fabbisogno di servizi:

Per quanto attiene il fabbisogno di nuovi vani per il ventennio 2010-2030 in generale si può dire che l’incremento prevedibile è definito da circa 4.833 vani producibili attraverso azioni di recupero e di incremento delle zone territoriali omogenee (Z.t.o.) già abitate, e altri 7694 nuovi vani prevedibili in nuove aree edificabili. Analizzando comunque i dati, va considerato che le Z.t.o. già di fatto in buona parte costruite sono anche alcune delle Z.t.o. C, oltre alle Z.t.o. A e B. Infatti, ampie aree C sono oggetto di Piani urbanistici attuativi (Pue) in cui vi sono ancora edifici in costruzione o lotti edificabili.

L’entità di questa potenziale costruzione si può stimare in circa tremila vani. Attraverso azioni di recupero possono essere definiti circa 1.500 vani nelle Z.t.o. A. interessanti aree del centro storico, mentre altri 500 nuovi vani possono essere definiti attraverso nuove costruzioni nelle Z.t.o. B, ovvero nelle aree della città consolidata differente dal centro storico. Queste considerazioni consentono di definire che il fabbisogno futuro - determinato per il prossimo ventennio (2011-2031) sarà soddisfatto prevalentemente dalle nuove costruzioni nelle Z.t.o. C del Piano non interessate da pianificazione esecutiva operante. Tale misura di fatto è definita da 7.694 nuovi vani che possono essere sommati ai 2.000 vani prevedibili attraverso azioni di recupero. Le previsioni complessive pertanto sono collocabili in un ambito compreso tra circa 12.527 e 7.694 nuovi vani a seconda se si considerano o meno i potenziali completamenti nelle varie Z.t.o. C del PRG.

Considerazioni dell’Ufficio

Dalle considerazioni già espresse circa il dimensionamento del Piano discende con tutta evidenza un sostanziale ridimensionamento del fabbisogno di nuovi vani che dovranno essere allocati nelle zone già interessate dall’attuale pianificazione senza prevedere ulteriori aree d’espansione residenziale, fatte salve quelle necessarie a soddisfare la riserva di legge per l’edilizia economica e popolare, e quella convenzionata.

Per quanto attiene il soddisfacimento degli standard di cui al DM 1444/68 si è proceduto al rilievo dei servizi esistenti e all‘integrazione con servizi di progetto per le zone territoriali omogenee (Z.t.o.) «A»

e «B». ai fini del raggiungimento dei numeri prescritti dalla legge. Nel merito delle Z.t.o. «C» il soddisfacimento degli standard. in materia di servizi, sarà definito dai Piani urbanistici esecutivi (Pue) anche se per alcune Z.t.o. «C» sono state indicate aree da destinare a servizi o perché già a tale funzione impegnate, o perché di proprietà comunale o ancora per ragioni di carattere meramente funzionale. Ovviamente queste aree ricadenti nei perimetri delle Z.t.o. «C» non sono state computate ai fini del soddisfacimento degli standard per le Z.t.o. «A» e «B». Inoltre va precisato che per i due Piani urbanistici attuativi di contrada Isabella e contrada Ferraro, attualmente ancora operanti, si è proceduto ad un conteggio che tiene conto delle aree destinate a servizi di standard dagli stessi Piani esecutivi.

Considerazioni dell’Ufficio

Anche le dotazioni di aree per servizi, alla luce del sovradimensionamento già evidenziato, dovranno di conseguenza essere ridimensionate, escludendo tutte quelle afferenti alle z.t.o. non condivise.

2.4.1 Il soddisfacimento del fabbisogno di abitazioni

La popolazione al censimento ISTAT 2001 del Comune di Sciacca era di 40.289 abitanti allocati principalmente nel centro abitato, mentre nel 2010 era di 40.983 abitanti.

Nelle Z.t.o. «A» del centro storico (A1, A2, A3, A4) è stata calcolata dai progettisti del Piano, sulla base della consistenza del patrimonio edilizio esistente, una presenza di circa 5.169 abitanti. Si

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