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GIOVEDÌ 17 LUGLIO 1958

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(1)

C C C L X X X I I S E D U T A

(Pomeridiana)

G I O V E D Ì 17 L U G L I O 1958

Presidenza del Vice Presidente MONTALBANO

I N D I C E

Com m em orazione d e l G e n e ra le G iu lio I n g ia n n i:

GRAMMATICO . . . .

BONFIGLIO, A ssesso re al la v o ro , alla c o o p era ­ zione ed alla .p r e v id e n z a sociale . . , . PRESIDENTE . . • ...

Com unicazioni d e l P r e s i d e n t e ...

Com unicazione d i ric o rs i d e l C o m m issario dello Stato av v erso le g g i d e lla R eg io n e sic ilia n a

Com unicazione d i se n te n z e d e lla C o rte C o stitu ­ zionale su ric o rs i d e l C o m m issario d i S tato avverso le g g i d e lla R eg io n e s ic ilia n a .

Consiglio c o m u n a le ( C o m u n ic az io n e d i d e c a ­

denza) . . . . . .

P ag.

2779 2779

In te rp e lla n z a :

(A n n u n z io d i p re s e n ta z io n e ) . (P e r lo s v o l g i m e n t o ) ...

COL A J A N N I ...

P R E S ID E N T E

LO G IU D IC E, V ice P r e s id e n te d e lla R e g io n e e d A sse sso re a l b ila n c io , a lle fin a n z e e d al d e ­ m a n io . . . ...

I n te rr o g a z io n i (A n n u n z io ) . .

2777 2777

2777

S u i la v o ri d i c o m m issio n i sp e c ia li:

M A N G A N O ...

O V A Z Z A ... ...

LO G IU D IC E , V ic e P r e s id e n te d e lla R e g io n e ed A ssesso re a l b ila n cio , a lle fin a n z e e d al d e ­

m a n io . . . . . . .

N IC A STR O . . . . . . . .

P R E S ID E N T E . ...

2779 2779

2780 2780 2780

Congedi . . . . . . . 2776

disegno di legge (A n n u n z io d i p re s e n ta z io n e ) .

Disegno d i le g g e : « S t a t i d i p re v is io n e d e ll’e n ­ tra ta e d e lla sp esa d e lla R eg io n e sic ilia n a p e r l’esercizio fin a n z ia rio d a l 1° lu g lio 1957 a l 30 giugno 1958 » (470) (S eg u ito d e lla d iscu ssio n e generale : r u b r ic a « L a v o ro , c o o p e ra z io n e e p revidenza so c ia le ») :

p r e s i d e n t e... 2780

b u t t a f u o c o . . . . . 2780

d e n a r o ... 2786, 2796 IMPALA’ M I N E R V A ... 2794 Re n d a ... 2796 BONFi g l i o, A ssesso re al la v o ro , alla c o o p era ­

to n e ed alla p r e v id e n z a sociale . . . . 2796

La seduta è aperta alle ore 18,10.

MAZZOLA, segretario, dà lettura del pro­

cesso verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro­

vato.

Comunicazioni del Presidente.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione ha fatto conoscere di non poter partecipare alla seduta odierna perchè tr a t­

tenuto a Roma per ragioni di forza maggiore.

R esoconti, f. 391 700

(2)

CCCLXXXII SEDUTA

Congedi

PRESIDEN TE. Comunico che gli onorevoli V arvaro e D ’A gata hanno chiesto congedo dal 16 al 24 luglio, dovendo partecipare, a Stoc­

colma, al Congresso m ondiale p er la coopera­

zione internazionale e il disarmo.

Non sorgendo osservazioni, i congedi si in ­ tendono accordati.

Comunicazione di decadenza di Consiglio co­

munale.

PRESIDENTE. Comunico che la Presidenza della Regione ha trasm esso, a norm a d ell’a r ­ ticolo 53, ultim o comma, del D.C.P.R.S., 29 ot­

tob re 1955, num ero 6, copia del decreto p re ­ sidenziale num ero 166/A del 5 luglio scorso, concernente la declaratoria di decadenza del Consiglio comunale di Santa Flavia.

Annunzio di interrogazioni.

PRESIDENTE. Prego il deputato segretario di dar le ttu ra delle interrogazioni presentate alla Presidenza.

MAZZOLA, segretario:

« Al P residente della Regione, p er cono­

scere:

1) lo stato del ricorso, avanzato, in linea ctraordinaria, dal Consiglio comunale di T ra­

pani avverso le decisione della Commissio­

ne di controllo, relativ am en te alla delibera­

zione del Consiglio comunale di Trapani', v o ta­

ta all’unanim ità, per la costruzione di una nuova officina del gas in sostituzione della vecchia la cui gestione è risu ltata antiecono­

mica e, comunque, inadeguata per la sua ve­

tu stà alle accresciute esigenze della popola­

zione trapanese;

2) il pensiero del Governo sulla im portan­

te questione di generale interesse di quel ca­

poluogo. » (1502) (L ’interrogante chiede la ri­

sposta scritta)

D ’ Anton i.

« Al P resid en te della Regione ed all’Asses­

sore al bilancio, alle finanze ed al demanio p er sapere:

1) se siano a conoscenza del grave atteg­

giam ento intim idatorio assunto dai gestori dell’E sattoria com unale di C atania contro gli im piegati stessi in sciopero per m otivi sinda­

cali aziendali (assunzione di lavoratori straor­

dinari al difuori delle garanzie contrattuali e di legge, violazione della lib ertà di sciopero, violazione della legge sulla stab ilità di impie­

go); atteggiam ento che si è concretato in una diffida al rie n tro in servizio, pena denunzia a ll’A utorità giudiziaria, inviata ad ogni sin­

golo im piegato in sciopero il 5 luglio, la quale viene ad accrescere, per la sua p atente ille­

gittim ità anticostituzionale, tu tte le persisten­

ti responsabilità della gestione S.A.R.I.;

2) se non ritengano di in terv en ire con ur­

genza p er agevolare, nel risp etto dei diritti dei lavoratori esattoriali, la normalizzazione di una situazione che legittim am ente minaccia di aggravarsi. » (1504) (Gli interroganti chie­

dono lo svolgim ento con urgenza)

Marraro - Renda - Ovazza.

PRESIDENTE. Le interrogazioni testé an­

nunziate saranno iscritte all’ordine del gior­

no p e r essere svolte al loro turno; quella per la quale è sta ta chiesta la risposta scritta è già stata inviata al Governo.

Annunzio di interpellanza.

PRESIDENTE. Prego il deputato segreta­

rio di dar le ttu ra della interpellanza presen­

ta ta alla Presidenza.

MAZZOLA, segretario:

« Al Presiden te della Regione, per sapere se intenda rend ersi in te rp re te della viva preoccupazione del popolo siciliano per il gra"

ve pericolo di g u erra determ inato dalla inva­

sione am ericana del Libano, d iretta contro i moto di liberazione del mondo arabo, o se

(3)

intenda e sp rim e re la so lid arietà dei siciliani al popolo lib an ese ed a t u tti i popoli a ra b i che lottano p e r la p ro p ria in d ip en d en za. » (345)

CoLAJANNI - MaCALUSO - OVAZZA - Cortese - Nicastro - Marraro.

Per lo svolgimento di una interpellanza.

COLAJANNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COLAJANNI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la nostra interpellanza testé a n n u n ­ ziata, si riferisce ai gravi avvenim enti che si stanno svolgendo in questo m omento nel Me ■ diterraneo; avvenim enti tragici si accavalla­

no, si susseguono, m inacciando la pace del mondo.

PRESIDENTE. Onorevole Colajanni ! COLAJANNI. Io ritengo che l’Assemblea debba esprim ere i suoi sentim enti e debba di­

re una parola per la salvezza della pace. Io non intendo certo illu strare adesso le ragioni che stanno a fondam ento della nostra in te r­

pellanza, m a penso che il Governo v orrà di­

scuterla con la urgenza che è resa m anifesta dalla gravità stessa degli avvenim enti, che, lo ripeto, si accavallano come le ondate di un Ware tem pestoso nel nostro M editerraneo, m i­

nacciano la pace del mondo, comportano un gravissimo, attu ale pericolo di guerra.

PRESIDENTE. Onorevole Colajanni, ai sen­

si del regolam ento, lei può chiedere che l’in ­ terpellanza venga svolta subito o nella seduta successiva.

COLAJANNI. Io chiedo che sia svolta su ­ bito, se il G overno è d’accordo, o, in via su­

bordinata, che sia svolta domani con la p re ­ senza dell’onorevole La Loggia.

LO GIUDICE, Vice Presidente della Regio- ne ed Assessore al bilancio, alle finanze ed al demanio. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LO GIUDICE, Vice Presidente della Regio­

ne ed Assessore al bilancio, alle finanze ed al demanio. Signor Presidente, onorevoli colle­

ghi, potrei, a titolo personale, rip etere quan­

to ho già avuto occasione di afferm are altre volte, a proposito di consimili interrogazioni o interpellanze e cioè che, a mio parere, la m ateria è estranea alla com petenza dell’As­

semblea. Non esiterei a riafferm are oggi q ue­

sto mio convincimento, se fosse in sede il P re ­ sidente della Regione ed a ll’uopo me ne auto­

rizzasse; ed invece, come è noto, il P residen­

te della Regione, che doveva rie n tra re oggi a Palerm o, non ha potuto farlo, a causa dello sciopero del personale dell’A litalia e quindi sarà in sede solo domani. Ritengo, pertanto, che una questione tanto delicata, non p er il risultato conclusivo, finale (convinto come sono che l’Assemblea regionale, con i suoi voti, non possa determ inare u n indirizzo degli avvenim enti ricordati, in un senso o n ell’al­

tro, o meglio così come sarebbe n ell’auspicio di tu tti coloro che amano il bene della pace c della serenità del mondo), m a perchè non ritengo che una decisione possa prendersi in assenza del P residente della Regione.

P er questi motivi, signor Presidente, io chie­

do che sia consentito al Governo di fa r cono­

scere direttam en te dal suo Presidente, q u an ­ do il Governo stesso è pronto a discutere la interpellanza.

PRESIDENTE. A llora si dovrebbe sospen­

dere la decisione fino a ll’arrivo del P re sid e n ­ te della Regione. Onorevole Colajanni, è di accordo ?

COLAJANNI. Sono d ’accordo.

PRESIDENTE. Così resta dunque stabilito.

Comunicazione di ricorsi del Commissario dello Staio avverso leggi della Regione siciliana.

PRESIDENTE. Inform o che con nota in data 14 luglio scorso, la Presidenza della R e­

(4)

gione ha com unicato che addì 11 luglio scorso è stato notificato alla P residenza stessa il r i­

corso alla Corte Costituzionale proposto dal Commissario dello Stato per la Regione si­

ciliana avverso il decreto legislativo presiden­

ziale: « Norm e p e r il funzionam ento del ser­

vizio di liquidazione del tra tta m e n to di quie­

scenza sp ettan te al personale d ell’A m m ini­

strazione regionale ».

Comunicazione di sentenze della Corte Costitu­

zionale su ricorsi del Commissario dello Sta­

to avverso leggi della Regine siciliana.

PRESIDEN TE. Comunico che la Corte Co­

stituzionale, con sentenza del 25-27 giugno 1958, ha dichiarato che la com petenza a d e te r­

m inare le tariffe nei trasp o rti in concessione r egionali in Sicilia, nonché ad autorizzare m u ­ tam enti successivi di esse, spetta alla Regione siciliana, salvo il potere di coordinam ento ge­

nerale dei prezzi a ttrib u ito agli organi dello Stato, e che tale sentenza è stata emessa a se­

guito dei giudizi promossi dal P resid ente della Regione, rispettivam ente, in d ata 11 ottobre 1958 a ll’oggetto autolinee u rbane di M essina;

in data 18 ottobre 1957, all’oggetto autolinee e filovie di Palerm o, T rapani e Catania; in data 23 novem bre 1957, all’oggetto abbonam enti sulle autolinee di Palerm o e di Trapani.

Annunzio di presentazione di disegno di legge.

PRESIDENTE, Comunico che è stato p re ­ sentato dal Governo, in data 16 luglio scorso, il disegno di legge: «Provvidenze in favore dei comuni della Regione per im pianti ele t­

trici » (532).

Commemorazione del generale Giulio Ingianni.

GRAMMATICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRAMMATICO. Desidero comm emorare brevem ente il generale Giulio Ingianni, ex se­

n atore della R epubblica e P resid ente del Con­

siglio superiore della m arina m ercantile, dece­

duto a Roma la scorsa settim ana.

Dai lontani albori della carriera nelle capi­

tanerie di porto, seppe distinguersi come emi­

n en te studioso di diritto e di economia m arit­

tim a, tan to da essere chiam ato, giovanissimo, con i m assim i lu m inari del jure, nella Commis­

sione per la riform a dei codici, nella quale d e tte validissim o contributo per la elabora­

zione del Codice della navigazione.

Al term in e della prim a g u erra mondiale, fu chiam ato come tecnico, assieme al D ’Amelio, al Pilotti, al G iannini e ad altri, a partecipa­

re ai lavori della conferenza p er la pace a P arigi e della Commissione p e r le riparazio­

ni a Londra. Rivelatosi abilissimo diplomatico e strenuo difensore degli interessi italiani, contribuì in modo decisivo a sventare le me­

ne da p a rte della Jugoslavia per*, l’assegnazio­

ne di un m ilione e 300mila tonnellate di na­

viglio e x austro-ungarico, che, m algrado tu t­

te le congiure internazionali e il generale ri­

lassam ento della politica italiana, rimase

"riestino.

D irettore generale della M arina mercantile nel 1924, potenziò e increm entò la flotta mer­

cantile italiana, conducendola, fra l ’altro, alla conquista del più am bito trofeo: il nastro az­

zurro.

Al m om ento della m orte, ricopriva alcu­

ne pubbliche funzioni tra le più delicate; fra l’altro era Presiden te del Consiglio superiore della m arina m ercantile, la cui ultim a seduta presiedette il 3 luglio, pochi giorni prim a del­

l ’estrem o trapasso. Fino a pochi mesi fa par­

tecipò intensam ente e sem pre ascoltatissimo alle riunioni della N.A.T.O. in Europa ed in A m erica e fu, in seno ad essa, fra coloro che più validam ente contribuirono a scongiurare la crisi di Suez.

Lascia monografie di profonda dottrina; fra le altre, quelle scritte per l’Enciclopedia ita­

liana, per il Nuovo, p er il Nuovissim o Dige~

sto italiano, p er la R ivista M arittim a e per a ltre pubblicazioni tecniche. Collaborò anche alla stam pa quotidiana, con lucidi, documen­

tatissim i scritti p er il Globo e 24 Ore.

Silenzioso quanto operoso, non presentò mai

(5)

a nessun G overno il conto delle sue opere, pago sem pre di servire la P a tria con dedizio­

ne e intelletto d ’amore. Io ritengo che l’As­

semblea debba esprim ere il suo cordoglio per tanta perdita.

BONFIGLIO, Assessore al lavoro, alla coo­

perazione ed alla previdenza sociale. Il G over­

no si associa alla commemorazione.

PRESIDENTE. La P residenza si associa alle parole pronunciate d all’onorevole G ram ­ matico.

Sui lavori di commissioni speciali.

MANGANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANGANO. Onorevole Presidente, onore­

voli. colleghi, nella no stra m odesta azione po­

litica, noi non pensiam o certam ente di po r­

tare i deputati dell’Assem blea alla valutazio­

ne delle circostanze e dei p atti di carattere internazionale sui quali nessuna possibilità c’è di deviare il corso degli eventi. Siamo più pratici e siamo più affezionati, vorrei dire profondamente attaccati, ai nostri problem i urgenti, i problem i che riguardano la vita eco­

nomica e sociale della nostra Sicilia. E ’ per questo motivo, onorevole Presidente, che ho chiesto di parlare.

Dai giornali del m attino abbiam o rilevato che il M inistro dell’agricoltura ha aum entato di 50mila quintali il contingente di ammasso Per il grano duro.

PRESIDENTE. Onorevole Mangano, po­

trebbe presentare al riguardo u n ’interpellan- Za o una mozione.

MANGANO. Siamo perfettam ente d ’accor- d°- 50mila quintali, sta scritto sul giornale;

se è errato, ed io me lo auguro, anche 5Ornila ireb bero pochi. L ’aum ento di 50mila q uin­

tali costituisce una derisione al popolo sici- ,lan°> un oltraggio ai coltivatori di Sicilia, agii agricoltori di questa nostra terra. Il gior­

nale vantava tale dato a titoli di scatola come una conquista d erivata e determ inata dallo sforzo compiuto dai più autorevoli deputati della Dem ocrazia cristiana.

BONFIGLIO, Assessore al lavoro, alla coo­

perazione ed. alla previdenza sociale. 150mila quintali.

MANGANO. Non potevo trascu rare di le­

vare una voce di protesta, a nome del mio Gruppo, nella nostra Assemblea, con l ’augu­

rio che arrivi al Governo nazionale affinchè non continui a tra tta re la questione del g ra­

no duro con quel distacco che ad un certo m om ento ci m ette nella condizione di ripen ­ sare a noi stessi e a quelli che potrebbero essere gli atteggiam enti da tenere n e ll’im m e­

diato futuro. Noi siamo ancora tanto m al con­

siderati dal Governo nazionale: 50mila q uin­

tali costituiscono una elemosina. Ora io dico che gli agricoltori di Sicilia debbono respin ­ gere questo oltraggio, questa ingiuria ed è per questo, è p er protestare che ho chiesto ( he il Presid ente dell’Assemblea mi autoriz­

zasse a parlare.

OVAZZA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

OVAZZA. Data l ’im portanza del problem a relativo al grano duro, io consiglierei di esa­

m inare l’argom ento in questa A ula appena to rn ata la Commissione parlam entare rec a ta ­ si a Roma. Riferisca la Commissione a questa nostra Assemblea sui risu ltati della sua m is­

sione, poiché quelli che la stam pa ci ha an ­ nunziati non sono certam ente tali da soddi­

sfarci. L ’aum ento del contingente di 50mila quintali nulla modifica rispetto al contingen­

te di 500mila che oggi abbiam o assegnato. E, se non ci tranquillizza rispetto all’attuale campagna granaria, tan to meno ci offre pro­

spettive per la nostra agricoltura ove questo problem a non venga rivendicato e rilanciato e nella nostra Assemblea e dagli agricoltori siciliani.

Faccio, quindi, richiesta form ale perchè,

(6)

non appena la delegazione sarà rie n tra ta , la Assem blea sia posta in grado di conoscere i risu ltati della sua m issione e discuterne al riguardo.

PRESIDEN TE. Qual è il p arere del Go­

verno.

LO GIUDICE, Vice P residente della Regio­

ne ed Assessore al bilancio, alle finanze ed al demanio. Io ritengo che l’Assem blea debba occuparsi al più presto di questo im p o rtan tis­

simo problem a. D ’altronde, sono convinto che, senza le nostre sollecitazioni, il Presid ente dell’Assemblea, che è capo della Commissio­

ne recatosi a Roma p e r p ero rare i no stri d i­

ritti. av v ertirà l’esigenza di riferire a noi tu tti, anziosi di sapere, come si è conclusa la missione stessa. Non m i associo, p ertanto, alla richiesta dell’onorevole Ovazza perchè r i­

tengo che il P residen te dell’Assem blea non abbia bisogno di partico lari sollecitazioni per riferire all’Assemblea.

NICA3TRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICASTRO. Desidero ricordare al P re si­

dente dell’Assemblea che in m olte sedute ven­

ne deliberato di inviare all’esame di una com- m isione speciale il disegno di legge p er le elezioni dei consigli comunali. Ebbene, q u e ­ sta Commissione da molto tem po ha già desi­

gnato il P residente, il Vice P residente, il Se­

gretario, m a atten d e ancora di essere riunita.

D esidererei che sia sollecito il P residente della Commissione ad indire al più presto una riunione, onde il disegno di legge sia esam i­

n ato nel più breve tem po possibile e venga all’esame nostro.

PRESIDENTE. Solleciterò il P resid ente della Commissione speciale al riguardo.

Seguito della discussione del disegno di legge :

« Stati di previsione dell’entrata e della spesa della Regione siciliana per l’anno finanziario

dal 1" luglio 1958 al .30 giugno 1959 » (470).

PRESIDENTE. L ’ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge:

« S tati di previsione d ell’e n tra ta e della spesa della Regione siciliana per Tanno finanziario dal 1° luglio 1958 al 30 giugno 1959 ».

Dichiaro ap erta la discussione generale sulla ru b rica « Lavoro, cooperazione e previ­

denza sociale ».

E ’ iscritto a p arlare l’onorevole Buttafuoco.

Ne ha facoltà.

BUTTAFUOCO. Signor P residente, onore­

voli colleghi, ho avuto modo, nelle preceden­

ti discussioni sui bilanci preventivi, di pren­

dere la parola sulla ru b rica del lavoro e della previdenza sociale. Se oggi torno a chiedere di p arlare sulla stessa m ateria non è perchè da p a rte m ia si possa, con som m ario giudizio, dire che i problem i, i v ari problem i del com­

plesso m ondo del lavoro, siano stati del tutto risolti (o del tu tto non risolti) m a perchè tali problem i m eritano particolare richiam o all’at­

tenzione dei signori colleghi e dei componenti del Governo. Oggi si profila tu tta un a nuova epoca per il mondo del lavoro, p er i partico­

lari avvenim enti che si presentano a ll’atten­

zione di noi tu tti. Mi riferisco principalmente alla legge sull’industrializzazione che noi ab­

biam o votato, a ll’attuazione delle nuove di­

rettiv e della politica agraria, e soprattutto al M ercato com une europeo. Q uesti tre aspetti nuovi, di particolare im portanza, io desidero oggi sottolineare a ll’attenzione dell’onorevole Assessore relativ am ente a quella che è la po­

litica espressa nei capitoli 741, 742 e 746 del nostro bilancio di previsione. In questo nuovo quadro politico-economico, il problem a socia­

le dei lavoratori siciliani si inserisce con tinte che potrem m o definire fosche, da fare assu­

m ere a quel quadro stesso u n aspetto deso­

lan te se si guarda a quell’angolo che è desti­

nato alla no stra nazione.

E ’ noto a tu tti che l ’Italia, con un milione

■917mila disoccupati, pari a ll’8.9 p e r cento del­

le forze del lavoro nazionali, rappresenta il 50 p e r cento, circa, della m assa di disoccupati dei sei paesi m em bri della Com unità euro­

pea.

In considerazione di questa precaria situa­

zione dagli organi del M ercato comune euro­

peo è stato concesso un periodo di cinque anni per l’allineam ento della nostra manodopera nel quadro della circolazione generale. EVI dentem ente, se noi in questi cinque anni non

(7)

dovessimo riuscire ad inserire i n ostri lavo­

ratori nella circolazione della m anodopera europea, rischierem m o di v enire soffocati dal­

l’iniziativa economica degli altri paesi e di perpetuare da noi il fenom eno della disoccu­

pazione. Poiché la m aggiore p ercentuale di disoccupati è d ata dai lavoratori dell’agricol­

tura, in prevalenza n e tta nelle regioni m eri­

dionali, non vi è alcun dubbio che il verifi­

carsi di q u ell’evento sarebbe fatale p er noi, perchè pregiudicherebbe lo sviluppo in d u ­ striale ed agricolo della Sicilia.

Quando n e ll’im m ediato dopoguerra ci si mise all’opera per la ricostruzione di tu tto quanto era stato travolto da quegli avveni­

menti funesti, il prim o problem a ad em ergere fu quello im pellente del Mezzogiorno e delle isole. E da allora ad ora, senza contare gli ctudiosi che, m olto prim a, furono sensibili alle tristi vicissitudini delle popolazioni del M ez­

zogiorno, una fiorente le tte ra tu ra ricca di no­

mi illustri è ven uta fuori intorno alla q u e­

stione e, quasi a volere sottolineare l ’urgenza dei problemi, si sono ad d irittu ra coniati dei termini che sintetizzano la triste situazione.

Le varie regioni sono state suddivise in r e ­ gioni sviluppate e in regioni sottosviluppate.

Si sono definite zone sviluppate quelle econo­

micamente progredite in v irtù di un progres­

so tecnico, dove sono le fabbriche dove sono le miniere, sviluppati i mezzi di comunicazio­

ne, l’agricoltura m eccanizzata e specializzata e sono altissim i i red diti medi. E ’ stata, in v e­

ce, indicata come zona sottosviluppata quella in cui l’agricoltura si trov a allo stato a rre ­ trato, ove scarseggiano i mezzi di com unica­

zione, ove son insoddisfacenti le condizioni igieniche delle popolazioni, bassi i redditi m e­

di e alte le p ercentuali dei disoccupati. Gli economisti m oderni, fau tori del progresso te ­ cnico, hanno voluto dare una base scientifica e quindi universale alla teoria da essi p ropu­

gnata fino al punto di volere porre una misu- ra nel progresso tecnico. Hanno definito la produttività la m isura del progresso tecnico

?d hanno sentenziato ponendo ad d irittu ra co- principio fondam entale dell’economia li- bera che « un aum ento della prod u ttiv ità è les° possibile da uno . sviluppo tecnologico il quale abbasserà il costo dei beni e aum enterà d livello della popolazione ». Se noi accettas­

sero — s{c sim plìciter — questi principi inorandone i lim iti e le eccezioni che ogni

assunto praticam ente ed am bientalm ente po­

ne, dovrem m o concludere che p er una regione sottosviluppata, come è la Sicilia, sarebbe su f­

ficiente uno sviluppo industriale ed agricolo per g uarirla di tu tti i m alanni economici e sociali che l’affliggono. Ciò sarà vero solo se m isuriam o la pro d u ttiv ità generale con il ra p ­ porto tra prodotto regionale netto reale e la q u an tità di lavoro im piegata dalla Regione; il solo indice che più d irettam en te esprim e il rapp orto esistente tra l’attiv ità economica e il benessere della società.

Ed allora, a questo punto, dobbiamo porre i seguenti lim iti che condizionano la rinascita della Sicilia:

1) nel campo d ell’attiv ità a cui si in d iriz­

za lo sviluppo industriale;

2) la destinazione del prodotto della te rra e dell’industria;

3) interferenza dei due grandi ram i di a t­

tività, agricoltura e industria;

4) la capacità di assorbim ento delle forze del lavoro n e ll’uno e .nell’altro ram o in un equilibrio tale da non provocare sfasature;

5) conseguente capacità dello sviluppo agri- colo-industriale di elevare il reddito medio pro-capite. In fa tti è cosa facile aum entare la p ro duttività a spese della produzione, con la conseguenza che lungi dal determ inare un au ­ m ento del potere di acquisto dei redditi di la­

voro si finirebbe col rid u rlo e invece della di­

m inuzione dei prezzi otterrem m o un aum en­

to dei profitti. Non si può consum are ciò che non è stato prodotto; si deve produrre ciò che da tu tti si può consumare. Nel nostro ca­

so, il campo di attiv ità del nostro sviluppo in­

dustriale dovrebbe tendere ad in dustrializ­

zare i prodotti della terra, a dare a ll’agricol­

tu ra i mezzi meccanici e chimici, e quest’ul- tim a a pro du rre p revalentem ente quanto poi è necessario alla industria. Bisognerà so prat­

tutto, e la cosa è stata già avvertita, una r a ­ dicale trasform azione delle colture isolane, rese possibili soltanto da un vasto piano di trasform azione fondiaria che comporta la co­

struzione di dighe, di canali di irrigazione, di strade e di bonifiche. I presupposti di tu tto ciò nelle chiare cifre del bilancio vi sono, m a sono soltanto dal lato economico, perchè m an­

cano del tu tto o sono irrilevanti, dal punto di vista sociale, i correttivi delle ripercussioni che essi recano nel campo dei lavoratori.

Quale sarà la capacità di assorbim ento delle

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forze del lavoro da p arte dell’in du stria e del­

la agricoltura specializzata e m eccanizzata ? Dalle statistiche regionali relativ e al 1956 si rileva che su u n m ilione 350mila di lavoratori occupati; 597mila sono dediti a ll’agricoltura (nel 1955 erano 602mila); 333mila dediti al­

l ’industria (362mila nel 1955); 425mila de­

diti ad altre a ttiv ità (410mila nel 1955). Di contro abbiam o un indice di produzione, per l’anno 1956, di 127,8 (base 1953 = 100). L ’esa­

m e di queste cifre m ette in luce sorprendenti risu ltati: abbiamo, infatti, u n aum ento della produzione industriale, m a un -forte calo dei lavoratori (29mila in meno) addetti a ll’in d u ­ stria che fa luce piena sui lim iti che abbiam o posto circa la capacità di assorbim ento della m anodopera; che la meccanizzazione della agricoltura, lo scorporo delle te rre della r i ­ form a hanno operato un esodo di 5mila un ità di lavoratori ad detti all’agricoltura e che di questi 34mila lav orato ri in m eno (29mila in m eno nell’industria, più 5mila in m eno in agricoltura) soltanto 15mila hanno trovato lavoro in altre attività, diverse d a ll’agricol­

tu ra e dall’industria. Gli indici della disoccu­

pazione potrem m o quasi dire che sono stazio­

nari. E ’ stato rilevato da uno studioso, il pro ­ fessore Tagliacarne, che, nonostante i pubbli­

ci in terv en ti, le zone ricche dal 1952 ad oggi hanno continuato ad arricchirsi e quelle po­

vere continuano a rim anere povere; al red d i­

to medio pro-capite di lire 491mila (il più alto) di Milano, fa riscontro il reddito di 89mila di C altanissetta (inferiore di lire 8mila al più basso d’Italia) ; al reddito di Aosta (416mila) fa riscontro quello di Enna (97mila) e di A grigento (91mila). Se questo è il re d ­ dito medio pro-capite delle n ostre tre pro ­ vince più depresse d ’Italia, dobbiamo conclu­

dere che vi sono individui che vivono in Ita ­ lia disponendo solo di lire 54 al giorno e ciò so p rattu tto nelle nostre zone. E ’ qui, onore­

voli colleghi, che bisogna fare il punto della situazione, di quella situazione così triste dei lavoratori della nostra regione. Dobbiamo approfondire la nostra ricerca sulle cause che determ inano la povertà dei nostri lavoratori, la loro attiv a presenza nel processo evoluti­

vo della nostra economia è messa in chiara evi­

denza dalle statistiche. Noi ben sappiam o che i benefici che possiamo atten d ere dai piani di sviluppo dall’economia siciliana sono a lu n ­ ga scadenza, m entre la maggior p a rte dei la­

voratori esige, al contrario, dei risu ltati im­

m ediati, che oggi non siamo in grado di dare m a che vorrem m o quanto m eno intravedere.

Ben conosciamo gli ostacoli che possono im­

pedire o notevolm ente rita rd a re il migliora­

m ento delle condizioni di v ita dei nostri la­

voratori, m a abbiam o il santo dovere di cer­

care i mezzi p er rim uovere questi ostacoli.

Tacerò sulle cause — note p eraltro a tu tti — della povertà dei lavoratori dei braccianti in ispecie, perchè sarebbe come rifare la storia, piena di lo tta e di incom prensione, del lavo­

ro dei siciliani, e mi lim iterò invece ad illu­

stra re le cause che determ inano e ancor più in avvenire potranno d eterm inare l ’esclusio­

ne dei no stri lavoratori sia dai piani di svi­

luppo interno che da quello europeo. In tutte le economie in via di industrializzazione è stato n otato il fenom eno dell’abbandono del­

le campagne. Non c’è motivo di riten ere che dom ani ciò non avvenga anche in Sicilia. An­

zi dovrebbe avvenire in m aggior m isura, al m om ento che n e ll’isola, accanto alla fase in­

dustriale è stato predisposto il piano di svi­

luppo dell’agricoltura. Il quale ultim o, come dicevo prim a, m igliorando perm anentem ente il fondo, bonificando e meccanizzando, deter­

m ina nuove colture alle quali non sono pre­

p a ra ti tecnicam ente i lavoratori e una mag­

giore disoccupazione nel settore anche per lo esodo che viene provocato dalla presenza del­

la m acchina. P revisto il fenom eno, è neces­

sario che si vada alla ricerca dei rimedi. E’

opinione generale di tu tti gli economisti che gli investim enti più p ro d u ttiv i in una agri­

coltura a rre tra ta come la nostra — tutto ciò ''he noi abbiam o fino ad ora realizzato non et consente purtroppo ancora di chiam arlo diver­

sam ente — sono quelli che, contemporanea­

m ente alla pratica di nuove colture, tendono a d are una nuova preparazione tecnica ai la­

voratori che vi si dedicano. Nella nostra Iso­

la, ad esempio, è stata sperim entata, e pare con u n certo successo, la coltura della barba- bietola. che ha dato v ita ad uno stabilimento industriale a M otta S. A nastasia per la produ­

zione dello zucchero. Orbene, onorevole As­

sessore, agricoltori e braccianti si sono tro­

vati’ difronte a problem i tecnici di rilevante portata; i prim i, alm eno dalle m ie parti non so cosa sia avvenuto in a ltre parti — n°”

sanno come procedere alla estirpazione deJ nreziose radici e tem ono che il ricorrere ai

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H Legislatura CCCLXXXII SEDUTA 17 Luglio 1958

secondi privi di ogni esperienza e di ogni co­

noscenza di questa determ inata coltura, po­

trebbe pregiudicare la in teg ralità della radice stessa.' E non hanno torto, se si pensa che la cura delle piantine è stata fatta dai n ostri braccianti seguendo i m etodi tradizionali di coltura delle fave e delle altre leguminose.

Poiché si tra tta di una iniziativa destinata al successo, sarebbe opportuno che l’Assessorato per il lavoro, d ’accordo con quello per l’agri­

coltura, per questo campo, e con gli enti b a r­

babieticoli e con gli ind ustriali interessati, predisponesse un piano di corsi di qualificazio­

ne per gli ad d etti a questa determ in ata col­

tura. Questo solo semplice esempio basta a vedere come sia disastroso il panoram a dal punto di vista della qualificazione della m ano­

dopera. E noi che ci stiamo occupando, con una certa serietà e con un determ inato im ­ pegno, di sviluppo economico, abbiamo il ti­

more che venga ad essere trascurato il f a t ­ tore uom o-lavoratore, sperando forse che lo aumento della p ro d u ttiv ità possa operare il miracolo della elevazione del tenore di vita dei lavoratori. Se fosse necessario porre una condizione acchè la speranza divenga realtà, essa sarà questa : i lavoratori siciliani tra r ra n ­ no beneficio dallo sviluppo economico degli anni futuri, p er quelli che sono i provvedim en­

ti isolani, per quelli che sono i provvedim enti nazionali, p e r quelli che saranno i p rov v ed i­

menti n ell’am bito del M ercato comune, nella misura che qualitativam ente, con cognizioni tecniche e pratiche precise, essi saranno ca­

paci di inserirsi nel processo evolutivo. A ltri­

menti i braccianti resteranno per sem pre di­

soccupati, e non ci sarà cantiere di lavoro, onorevole Assessore, altro pannicello caldo che potrà sanare la piaga della disoccupazio­

ne, Con quale danno per tu tti è facile p r e ­ vedere, perchè ristagneranno i consumi e una buona parte dei redd iti di lavoro continue- l’anno ad a ttrav e rsa re lo S tretto di M essina Per arrotondare quelli già pingui del Nord.

® in questa situazione non vi è chi non veda jenorme im portanza che assumono: la scuo­

ia professionale, che dovrebbe essere anche ni vostra competenza, onorevole Assessore, e 'corsi di qualificazione e di specializzazione, don è la prim a volta che io mi occupo di que- sto argomento. L ’anno scorso, l’onorevole as- sessore Napoli mi diede delle soddisfacenti Esposte. La m ia tesi ebbe la v e n tu ra di e s ­

sere riconosciuta opportuna e felice per quel­

la che è la situazione che è v enuta a crearsi in seno alla nostra Regione, p er questa, o r­

mai annosa e tanto foriera di conseguenze n e­

gative, m ancanza di m anodopera qualificata.

Di recente, a questo proposito, l’Assem blea r e ­ gionale ha cercato di dare una organica siste­

m azione alle poche scuole professionali n el­

l’Isola. Ed è di alcuni giorni la notizia che il M inistero della pubblica istruzione ha au­

torizzato la istituzione di tre nuove scuole nella mia provincia, a Leon forte, Villarosa e V alguarnera. Mi auguro che il Governo re ­ gionale possa intensificare questa attività di istitu ire istitu ti con scopi di preparazione p ro ­ fessionale, perchè la preparazione professio­

nale ha veram ente una enorm e im portanza ai fini sociali, ai fini di u na società fu tu ra che possa veram ente garan tire un avvenire m i­

gliore a tu tti i nostri cittadini. Bisogna dare a queste scuole, a questi istitu ti, l ’indirizzo più idoneo alle necessità presenti e alle n e ­ cessità fu tu re, costituendo commissioni di studi, osservando quali possono essere le e s i­

genze attuali, quali quelle futu re, perchè noi abbiamo il sacrosanto dovere di pensare a noi, m a so p rattu tto di pensare alle generazioni fu - tu re perchè dicano di noi, che si è fatto da parte nostra tu tto il nostro dovere p er potere p rep arare u n ’avvenire sociale migliore. E q u e ­ sto è uno degli investim enti, onorevole Asses­

sore, più p ro du ttivi che ci è consentito fare, in questa fase iniziale dello sviluppo. I gio­

vani che verranno fuori da queste scuole ci assicurano per dom ani il personale tecnico di cui avrem o bisogno. Quello che avviene oggi, nella costruzione di dighe e di altre opere ri­

levanti, è scoraggiante: q u anti e quanti ope­

rai sono chiam ati dal Nord per venire a con­

trib u ire alla costruzione di quei determ inati lavori, perchè qui non abbiam o la possibilità di avere personale specializzato, di avere ope­

rai che conoscano quei determ inati aspetti tecnici per la costruzione di tali opere? Io cre­

do che sia a conoscenza, oltre che degli onore­

voli colleglli e del signor Presidente, degli onorevoli assessori quanti di questi casi si ve­

rificano in ogni zona, in ogni provincia, dove sono state costruite le dighe: nella zona di Troina, nella zona di Pozzillo, gran parte del personale, la m aggior p a rte del personale è venuta dal fuori, è venuta dal Nord, ap­

punto perchè qui m anca questo personale spe-

Resocoriti, I. 392 (700)

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cializzato e a noi è stato soltanto riservato quel lavoro di massa, quel lavoro al quale sono abituati, al quale sono stati indirizzati i nostri operai. Bisogna poi vigilare affinchè in queste scuole insegnino uom ini di provato valore; che si abbandoni l ’aspetto politico in questi casi, p er tu tti, p e r coloro che stanno al Governo, per coloro che lo appoggiano, per coloro che sono a ll’apposizione. Si ten ga p re ­ sente che in quegli istitu ti debbono andare insegnanti tecnicam ente p rep arati, perchè la responsabilità è enorm e e non si può, p er fa­

vorire un determ inato p artito o un d eterm i­

nato uomo, m andare ad insegnare la tecnica un addetto al m ulino per la m acinazione della farina, così come è avvenuto ed avviene in d eterm in ati pasti, m a è necessario che si! m a n ­ di personale veram ente prep arato, che abbia la coscienza di m erita re quell’incarico e so­

p ra ttu tto abbia la facoltà e la possibilità di p rep arare i nuovi tecnici che dom ani possano rispondere alle esigenze della no stra econo­

mia.

P e r quanto rigu ard a i corsi di qualificazio­

ne, l ’averli considerati come semplici mezzi p er fronteggiare la disoccupazione, è un e r­

rore, perchè attrib u irem o a questi corsi i compiti degli istitu ti di beneficenza. Non cree­

rem o m ai una scuola che possa soddisfare le esigenze della tecnica, le esigenze per questo benedetto sviluppo che noi tu tti ci proponia­

mo di potere perseguire. E questo è già a v ­ venuto, m a io m i rifiuto dì pensare che si vo- glia ricadere n ell’errore, m i rifiuto di pensare che si voglia fare di queste scuole una fucina elettorale, la quale non risponda alle esigen­

ze m orali di tu tti noi, dai m em bri del G over­

no agli onorevoli colleghi, di noi tu tti che riamo qua a rap p resen tare le varie opinioni politiche.

L ’onorevole Assessore al lavoro è chiam ato proprio a compiere u n a opera fondam entale per le sorti fu tu re dei lavoratori: p rep arare le leve attu ali del lavoro, im m etterle g ra d a ­ tam en te come forze operanti, fa r sì che esse possano sentirsi protagoniste di questo p r e ­ gresso, di questo sviluppo del nuovo p ro ces­

so produttivistico, orientando e qualificando professionalm ente i lavoratori.

Accanto a ll’m d u stria che sorge o alla nuo­

va coltura agricola che si esperim enta n e l­

l’Isola l’onorevole Assessore al lavoro (e per ouesto l’Assessorato dovrebbe essere aggior­

nato sulle nuove a ttiv ità che sorgono) deve conoscere quali nuove industrie vanno sor­

gendo, perchè l ’Assessore possa subito appron­

tare u n corso di qualfiicazione e specializza­

zione, proprio n ella zona in cui la nuova atti­

v ità sorge, per dar modo ai dirigenti della azienda di potersi servire della manodopera locale. Io so di una scuola professionale che è sorta p er iniziativa d ell’A.G.I.P nella zona di Gela. Ho letto proprio in questi giorni que.

sta iniziativa presa d all’A.G.I.P.-mineraria, che ha approntato, organizzato un a scuola di preparazione p e r coloro i quali dovranno con­

trib u ire alla ricerca del petrolio nelle nostre zone. Ora questo dovrem m o farlo noi; noi

— classe dirigente della Regione siciliana — abbiam o questo compito, dobbiam o sentire questa responsabilità, più che qualsiasi altra, perchè noi non perseguiam o degli interessi privati, m a quello che è l ’interesse generale.

In ta l modo soltanto si p otrà dare la proba­

b ilità ai lavoratori di potersi assicurare pe­

ren n e e p iù rem u nerativo lavoro. Sarà ne­

cessario, quindi, rivedere i sistem i sin qui adottati p er la istituzione di questi corsi. A mio avviso, necessita effettu are una seria in­

chiesta sulla disponibilità delle forze del la­

voro operanti in Sicilia, a ttrav erso gli uffi­

ci di collocam ento e gli enti assistenziali e previdenziali .e, sulla scorta dei risultati, pre­

disporre un piano vasto per fare una selej- zione q u an titativ a e qualitativ a dei lavoratori, tenendo p resenti le possibilità che offrono i settori della no stra produzione. In altri termi­

n i si deve cercare di dividere le forze lavora­

tive nella proporzione più adeguata in modo da non g enerare eventuali ro ttu re n ell’equili­

brio dei settori stessi. Selezione qualitativa nel senso di accertare le capacità dei singoli;

di scrutare le loro tendenze per poterli p01 meglio qualificare e successivam ente indiriz­

zarli nel ram o produttiv o che più propriamen­

te al singolo si addice. La somma stanziata m bilancio p er la qualificazione e la specializza­

zione dei lavoratori addetti alle aziende indu­

striali, commerciali, agricole, artigianali, a capitolo 741, è di 20milioni. senza variazioni nei confronti del decorso esercizio finanziario- .Sono ben pochi, onorevole Assessore. I finan­

ziam enti prev isti nei capitoli 742 e 746, Pel un m iliardo complessivo, hanno un incremen-

| to di 50milioni e sono d estinati a far fi'0Ij

! alla disoccupazione m ediante i cantieri di a

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HI Legislatura CCCLXXXII SEDUTA 17 Luglio 1958

voro. Quante volte ci siamo occupati di questi cantieri di lavoro.

Dall’esame di queste cifre, onorevole A s­

sessore, risulta evidente l’intenzione del Go­

verno di volere proseguire nel sistem a fin qui adottato. Io vi dom ando: il giorno dopo la chiusura di u n cantiere dì lavoro, il disoccu­

pato non rito rn a ad essere disoccupato? Voi potete dire: rim ane l’opera fatta. Noi risp o n ­ diamo: così come è fatta, perchè indubbia­

mente il disoccupato non risponde m ai a q u el­

le esigenze tecniche che l’operaio finito, com­

pleto può dare, rim ane anche disoccupato co­

me tale. A llora questi cantieri non hanno r i ­ solto il problem a sociale, non hanno nemm eno affrontato il problem a sociale. Può darsi che rispondano in m isura m inim a a ciò che può essere una esigenza economica, ma m ai a quella che può essere im a esigenza sociale e noi ci troviam o sem pre con questo perenne spettro della disoccupazione dinanzi a noi.

Con ciò non chiedo l’abolizione dei cantieri;

un pannicello caldo su- una piaga lenisce pur sempre il dolore. Piuttosto, invece di cantieri di lavoro regionali, bisogna esam inare la pos­

sibilità di istitu ire a ltri corsi di qualificazione e di specializzazione. Sta nelle vostre facoltà creare queste possibilità, v edere se social­

mente ed anche economicam nte risponde ad un nostro interesse, ad una nostra sigenza, destinando a questi i fondi del capitolo 742 (500milioni), che consentirebbero di compen­

sare in eguale m isura dei' cantieri, i lavoratori che vi partecipano con il risu ltato di dare ioro delle conoscenze pratiche e tecniche, atte a consentire agli stessi consapevolmente la partecipazione attiv a alla vita economica del- la Regione. I cantieri di lavoro continueranno ad avere v ita nella m isura predisposta dal Governo centrale con l’integrazione prevista dal nostro bilancio al capitolo 746, cioè con SOOmilioni a carico del bilancio della Regio- nf- Io ignoro il num ero dei cantieri che ha disposto il Governo centrale.

BONFIGLIO, Assessore al lavoro, alla coo­

pcrazione e alla previdenza sociale. Enorme.

BUTTAFUOCO. Tanto meglio. Ma, ove questo dovesse apparire insufficiente, noi pos- uamo fare anche delle pressioni. Roma ha il

■overe di sentire la nostra voce, perchè — di­

am o lo chiaram ente — l’industrializzazione

del Mezzogiorno d ’Italia e delle isole non può essere fru tto di iniziative isolate, senza lo sforzo di volontà e la partecipazione di tu tti gli italiani, perchè il problem a del Mezzogior­

no è un problem a di tu tta l’Italia, non è un probem a che riguarda soltanto noi; se così non sarà l’Italia sarà costretta a soccombe­

re in quella che è la gara internazionale. E su questo argom ento io chiude, onorevole As­

sessore.

V orrei anche chiudere il mio intervento perchè di solito noi non ci dilunghiam o, abbia­

mo avuto sem pre il buon senso di offrire le nostre critiche scevre da qualsiasi m alanim o al Governo perchè si possa ascoltare la voce del M ovimento sociale italiano e ten er conto del nostro pensiero in m ateria di problem i so­

ciali di ta n ta elevata im portanza. Non voglio chiudere, però, il mio discorso senza fare r i­

ferim ento alla legge p e r i vecchi lavoratori che si trascina orm ai da tantissim o tempo.

(L ’onorevole Denaro, P residente della settim a Commissione, fa segni di consenso a questo mio rilievo). E ’ prevista la cifra di 800milioni per questo assegno ai vecchi lavoratori, m a an ­ cora m anca il regolam ento per l ’attuazione della legge che va e viene dalla Corte dei conti.

Mi ricordo di aver preso la parola in sede di discussione generale di quel provvedim ento.

Presiedeva, ricordo, l ’egregio onorevole Ales­

si, che so anim ato da tan to pathos sociale, e dissi: mi auguro, ci auguriam o tu tti che p ri­

ma di N atale possa attu a rsi questa legge per i vecchi lavoratori e si possa fa r loro passare il N atale, se non sereno, almeno con meno amarezze, m eno angustie. Q uanti N atali so­

no trascorsi da allora io non lo so. Ma dove sono queste rem ore? L ’esecutivo ha il do­

vere di andare a scoprire le ragioni di que­

ste rem ore. Se ci sono delle responsabilità, deve fa r sì che queste cose non si verifichino perchè, quando noi approviam o un provvedi­

m ento sia esso u n provvedimento- che venga poi attuato. Vi sono le leggi, m a chi pon mano ad elle? Come ci dice il Poeta. Le leggi le fac­

ciamo, m a bisogna fa r sì che vengano attuate.

Onorevole Presidente, onorevole Asssessore, io — tanto più che ho chiesto al Presidente di farm i pax-lare prim a d ell’onorevole D ena­

ro —■ non voglio occupare altro tempo. Vo­

stra Signoria ha visto che le nostre sono sta ­ te delle critiche serene; vorrem m o, però, che fossero ten ute nella giusta considerazione p er­

chè il G ruppo del M ovimento sociale italia­

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no considera l'Autonom ia così come la esp ri­

me attrav erso gli in te rv en ti dei suoi d eputati, cioè, come mezzo per l ’elevazione del tenore di vita dei siciliani, non sotto nessun altro aspetto. Su questo terren o noi ci troviam o sem pre disposti a dire una n o stra parola di collaborazione, cioè quando ci in v itate al «pro­

gresso senza av v en tu re ». Quando poi ad av­

v ertire certi chiari di luna — mi perdoni l ’ono­

revole Recupero — da quella che può essere la incipiente politica nazionale, cioè a dire il con­

nubio con i socialdem ocratici, che poi vi p o r­

teranno sicuram ente a delle posizioni m arx i­

stiche ancora al dilà dì quello che lo stesso ono­

revole S aragat può prevedere, incom inciamo a pensare che possa tra tta rs i di avv en ture senza progresso. Se questa politica p ren d erà pie­

de. se questa volontà d ell’onorevole F anfani dovesse ap parire di tu tto il p artito dom inante, noi del M ovim ento sociale non verrem m o m ai su quel terreno; vi diciamo che farem m o b arriera contro ogni tentativo, da p a rte vo­

stra, di portarci verso posizioni che noi non consideriamo m ai com patibili con quelle che sono le vostre esigenze spirituali e sociali:

per il bene della Sicilia nel quadro di quel­

lo nazionale. (Applausi a destra)

PRESIDENTE. E ’ iscritto a p arlare l’ono­

revole Denaro; ne ha facoltà.

DENARO. Onorevole P residente, onorevoli colleghi, è il quarto bilancio della Regione che noi discutiam o q u est’anno e credo, sen­

za tem a di essere sm entito e chiedendo scu­

sa ai colleghi che hanno la cortesia di ascol­

tarm i, che si potrebbero rip etere le stesse cri­

tiche degli anni passati, perchè nulla onore­

vole Assessore, è m utato in Italia...

NICASTRO. Salvo che la situazione è di­

v en tata ancora più grave.

DENARO. ...e particolarm ente in Sicilia, anche se l’onorevole Bonfiglio non può p re n ­ dersela direttam en te perchè è Assessore al lavoro solo da pochi mesi. Dicevo che nulla è m utato in Italia, e anzi si è ulterio rm ente aggravata la situazione dei lavoratori e, par- ■ ticolarm ente in Sicilia, la lunga serie delle inadem pienze comincia proprio dalle norm e costituzionali, comincia proprio dal secondo comma dell’articolo 3 e dai seguenti a ltri a r ­

ticoli 4, 35, 36, 37, 38, 39 e 40 della Costitu­

zione italiana. Le condizioni del lavoro in Italia e partico larm en te in Sicilia sono una irrisione a tu tte queste norm e, e la respon­

sabilità di questo stato di cose è indubbia­

m ente politica ed economica. Il mondo del lavoro è assoggettato, anzitutto, ad una con­

tinuazione di discrim inazione anticostituzio­

nale da p a rte delle varie m aggioranze, sia di- i ettam en te con una politica costantem ente in­

dirizzata contro i lavoratori, sia indirettam en­

te con il favore accordato in ogni circostanza al grande padronato ed ai monopoli.

Non solo non vi sono state leggi, volte ad inserire i lavoratori nella v ita economica del Paese, m a quelle poche leggi riguard anti il lavoro e la tu te la dei lavoratori sono spesso violate nelle form e più clamorose. Non c’è re­

tribuzione proporzionata ed in ogni caso suffi- i iente ad assicurare una esistenza libera e di­

gnitosa (ripeto le parole della Costituzione), là dove particolarm en te incombono gli spettri della disoccupazione e della.sotto-occupazione, come si verifica partico larm ente in Sicilia. E non basta rilevare il fenom eno nella sua gra­

v ità ed ampiezza, come ha fatto l’onorevole La Loggia nella sua disam ina di politica econo­

mica della Regione siciliana. R ilevato il grave problem a della inoccupazione, causato essen­

zialm ente dalla depressione stru ttu ra le della nostra economia, il Governo regionale avreb­

be dovuto svolgere una politica del lavoro, intesa a creare nuove occasioni e nuovi posti di lavoro attraverso una sana industrializza­

zione, attrav erso la riform a agraria e le tra ­ sform azioni e il m iglioram ento fondiario.

A vrebbe dovuto svolgere una politica, ten­

dente principalm ente ad elevare il salario, a perequarlo alle reali esigenze di vita dei la­

voratori e dei loro fam iliari, ed una politica contrattu alistica protesa verso l’impegno ca­

tegorico del rispetto dei contratti collettivi di lavoro; un a politica energica, direi drastica, contro ogni form a di evasione alla legislazio­

ne sociale ed alle norm e contrattuali, attra­

verso la esclusione dalle gare di appalto dei 1 avori pubblici delle im prese inadem pienti e riottose, attraverso la negazione di ogni aiuto, di ogni concessione,' di ogni finanziamento, d>

ogni privilegio fiscale agli appaltatori, agJl industriali, ai monopoli, i quali sono venuti in Sicilia, spinti proprio dal miraggio, anzi dalla certezza, che qui la m anodopera costa meno ed è più paziente; chè la manodopera

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siciliana, così come è stata definita da alcuni teorici senza scrupoli, è sobria, è com prensi­

va della necessità del blocco dei salari, della necessità di ten ere bassi i salari p er favorire ''industrializzazione dell’Isola. La fame, la miseria, il bisogno di una occupazione stabile c dignitosa, vengono definiti sobrietà da co- desti teorici; m en tre la differenza sostanziale del salario, che viene corrisposto ai lavoratori siciliani delle in du strie m onopolistiche, viene giustificato da p a rte degli stessi teorici e d al­

ia classe padronale monopolistica, col cosid­

detto prestigio della occupazione. La Sincat, per esempio, quel complesso industriale che sta sorgendo a Siracusa, in atto corrisponde

?i propri dipendenti, m anovali comuni e m a­

novali specializzati, un salario inferiore di 300-400 lire al giorno alle tariffe sindacali vigenti a Siracusa per gli operai della edi­

lizia. E così fanno le a ltre im prese che la ­ vorano presso la Sincat stessa e cioè le im ­ prese m etalm eccaniche e quelle elettriche, cioè la M antelli, la Gandis, etc.. N essuna di queste im prese risp e tta i co n tratti di catego­

ria vigenti in provincia, m entre possono u su ­ fruire dei privilegi, dei contributi e dei finan ­ ziamenti statali e regionali. I lavoratori si astengono dal chiedere l’osservanza delle norme contrattuali, il risp etto delle leggi sul­

l’orario del lavoro, le norm e sulla prevenzione infortuni, p er p a u ra di essere licenziati e so ­ stituiti im m ediatam ente. Del resto, c’è tan ta manodopera disoccupata o inoccupata, che àatte continuam ente alle porte in cerca di un qualsiasi lavoro. Nessuna indennità viene cor­

risposta per i lavori in acqua dalla M antelli, che sta svolgendo lavori a m are. Nessuna in ­ dennità per lavoro straordinario; o ad d irit­

tura (ho sentito proprio l’altro ieri, in un convegno tenutosi a Priolo. dalla viva voce di alcuni operai) lo straordinario viene cor­

risposto a forfait e a seconda delle singole persone, della provenienza degli operai da un Paese vicino oppure dalla m ontagna. Lungo crebbe denunciare, onorevole Assessore, t u t ­ te le infrazioni, le angherie le discriminazioni, te limitazioni della lib ertà sindacale, le tro ­ iate più raffinate per im bavagliare i lavora­

nti, per costringerli alla cosiddetta sobrietà dei siciliani. Non ultim a, quella del prestigio di essere im piegato o dipendente dalla Sincat, 0 dalla Rasiom o dalla M ontecatini, per bloc- eare i salari, per corrispondere di fatto u n a

paga inferiore di quella vigente in loco, per non corrispondere tu tte quelle indennità e quei prem i di rendim ento, p revisti dalle ta ­ belle e corrisposti p e ra ltro dalle stesse im ­ prese ai lavoratori del Nord.

Non una parola è stata d e tta mai dal Go­

verno La Loggia tri o m ono-partito. Non un atto, non un passo è stato fatto m ai per r i ­ m uovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che si frappongono e che impediscono il pieno sviluppo della persona um ana e l ’ef­

fettiv a partecipazione di tu tti i lavoratori al­

l’organizzazione politica, economica e socia­

le, come dice la Costituzione. L ’onorevole La Loggia, nelle sue dichiarazioni program m ati­

che del 5 ottobre 1957, nella p a rte rig u a rd an ­ te il lavoro, si lim itava a p arlare di specializ­

zazione professionale, di pianificazione g ra ­ duale p er il trasferim ento della m anodopera da un ram o di a ttiv ità ad un altro; di p a rti­

colare utilizzazione della m anodopera, che può rend ersi non convenientem ente impiega­

ta in alcuni settori; di modificare, se occor­

rerà (sono le parole dell’onorevole La Loggia) la legge sul collocamento, per realizzare una m igliore distribuzione della m anodopera.

L a stessa fam osa legge sulla qualificazione e sui trasferim en ti non è stata ancora a ttu a ­ ta, a causa della inefficienza e della non fu n ­ zionalità delle commissioni; m a il problem a del m ondo del lavoro non consiste nella sola qualificazione e nel trasferim ento dei lavora­

tori. Qualificazione, specializzazione e tra sfe ­ rim ento da un settore ad u n altro, sì, onore­

vole Assessore, sono aspetti particolari del problem a, m a non sono i soli; non sono, direi, i principali problem i che assillano ancora, dopo ta n ti anni d all’en tra ta in vigore della Costituzione italiana, ì n ostri lavoratori. E ’ l’assenza di una legge sulla giusta causa nei licenziam enti; è l’assenza della legge sul r i ­ conoscimento giuridico dei sindacati e quin­

di delle loro funzioni e dei loro rap presen tan­

ti; è la m ancanza di un riconoscim ento giuri­

dico delle commissioni in tern e e della effica­

cia erga om nes dei co n tratti collettivi di la­

voro; la carenza di una legislazione p ro te tti­

va, con precise sanzioni civili e penali, che incoraggia l’azione eversiva e la prepotenza padronale, laddove essa può approfittare di posizioni di n e tta passività del potere esecu­

tivo, come in Sicilia, me lo consenta onorevo­

le Assessore Bonfiglio; di situazioni di depres­

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sione economica e stru ttu ra le ; di posizioni di disoccupazione e, non ultim e, di posizioni di debolezza e di divisione del m ovim ento s in ­ dacale. Riconoscere, quindi, i sindacati, rico­

noscere le commissioni in tern e è compito fo n ­ dam entale di ogni ordinam ento dem ocratico moderno. D are m aggiore prestigio ai sinda­

cati, stru m en ti dem ocratici di lo tta e di a v an ­ zam ento dei lavoratori, è compito dello S t a ­ to dem ocratico moderno. Occorre riconoscere e rafforzare la loro funzione sociale di guida della classe lavoratrice. E non si rip eta il so­

lito ritornello delle prerogative d ell’Assesso­

re al lavoro, della com petenza dell’Assessore al lavoro, alla cooperazione ed alla previdenza sociale. I lim iti sono previsti dallo S tatu to all’artìcolo 17 e dal decreto presidenziale del 26 giugno 1954; e sono, p er la verità, molto vasti, ampi e ben definiti. Infatti, l’articolo 1 del decreto stabilisce con chiarezza che le attribuzioni del M inistero del lavoro e della previdenza sociale, nelle m aterie rig u ard an ti i rapporti di lavoro, la previdenza e l ’assisten­

za sociale, anche se questa parola è scom par­

sa dalla rub rica in argom ento, sono svolte, nel territo rio della Regione siciliana, dall’A s­

sessorato regionale entro i lim iti, i principi e gli interessi generali in cui opera l’esecu­

tivo in campo nazionale in m ateria di lavoro e previdenza sociale. T rattasi nella fattisp e ­ cie, onorevole Assessore, della in v estitu ra di un potere delegato, m a con am pi poteri, di una inv estitu ra che definisce in modo inequi­

vocabile i rapporti fra lo Stato e Regione e in particolare fra Regione ed uffici che vivono nella Regione, cioè uffici regionali, uffici del lavoro e della m assim a occupazione, ispettorati;

del lavoro e istituti di previdenza, I.N.A.I.L., I.N.A.M., I.N.P.S., per citare solo i più g ran ­ di istituti che operano in Italia.

R apporti chiari, molto chiari e definiti da questo decreto, anche se l’azione governativa regionale, tim ida ed incerta e alm eno fino ad oggi, carente (e spesso la insulsa pretesa da parte di alcuni uffici regionali, p articolar­

m ente degli uffici regionali del lavoro e della' massima occupazione, è determ inata anche da qualche atto inconsulto da p arte del M i­

nistero e dal Governo nazionale, lesivo in ogni caso dei d iritti e delle prerogative dell’a u to ­ nomia siciliana) ha creato 0 riconosciuto sol­

tanto un rapporto di cordiale collaborazione al posto di quello della legittim a subordina­

zione. L ’Assessorato per il lavoro, almeno se­

condo il mio m odesto avviso, è venuto meno ai suoi obblighi ed ai suoi doveri di Ministero del lavoro in Sicilia; il G overno regionale ha relegato la ru b rica « Lavoro, cooperazione e previdenza sociale » al rango di cenerentola, stanziando una ben m ìsera somm a per le va­

rie attività, m ortificando l’alta funzione so­

ciale del lavoro, fatto re prim o della produ­

zione e del progresso economico e sociale.

Non è stata ancora resa operante la legge sul collocamento, viene e può venire continua- m ente evasa la legge nazionale a causa della eseguita delle sanzioni previste. Lei ben sa, onorevole Assessore, che in caso di infrazio­

ne alla legge sul collocam ento gli ispettorati del lavoro, quando intervengono, quando han­

no la possibilità di in terv enire, si limitano

—- e non possono fare altro — ad elevare una contravvenzione che molto spesso i pa­

droni, i datori di lavoro, preferiscono pagare perchè sanno che, pagando questa contravven­

zione, possono tran q u illam en te m antenere quella m anodopera invece di quella che dovrebbero avere. I datori di lavoro pre­

feriscono assum ere questa m anodopera, la m anodopera forestiera, farla im portare, ma­

nodopera di imm igrazione, preferiscono paga­

re e pagano spesso la contravvenzione perchè sanno di poter pagare questa m anodopera da 400 a 500 lire al giorno in meno. M entre an­

cora non funzionano, onorevole Assessore, le commissioni com unali p er il collocamento e non può essere più oltre giustificato questo ritardo, non è giustificazione accettabile, do­

po più di un anno, la questione della rap­

presentanza capitaria, di cui ho sentito par­

lare, e peggio...

BONFIGLIO, Assessore al lavoro, alla coo­

perazione ed alla previdenza sociale. Già ri­

solta: sono già registrati alla Corte dei1 conti i decreti. Si tra tta di 370 commissioni.

DENARO. Ne prendo atto e voglio augurar­

mi che presto queste commissioni comincino a lavorare. P e r la verità, l’anno scorso, ad ottobre, l’onorevole. Bino Napoli ebbe a dar­

mi la stessa assicurazione, la stessa risposta;

ebbe a dirm i che l ’83 per cento delle commis­

sioni. erano state già nom inate e che presto avrebbero potuto funzionare. E ’ venuta suc­

cessivam ente la questione dei gettoni di pre‘

senza.

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